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Le pagelle del Mondiale - Ecco i nostri promossi e bocciati | Cicloweb

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Le pagelle del Mondiale - Ecco i nostri promossi e bocciati

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Tom Boonen - 10+
Che Campione, amici del ciclismo! Che corridore! Alla Vuelta sembrava in calo, nessun acuto e soltanto qualche "volatina" provata prima del ritiro. Ma questo ragazzo non è un velocista, è un corridore completo. Nient'altro può essere un ragazzo di 24 anni che vince in un anno il Giro delle Fiandre, la Parigi-Roubaix e i Campionati del Mondo (il primo nella storia a riuscirvi!!!). Tre classiche Monumento, roba mica da ridere. Corre bene con la squadra, dando mandato a Gilbert e Devolder prima ed allo stesso Gilbert ed a Nuyens poi di stare dietro agli indiavolati attaccanti di giornata, in particolar modo Piil e Bettini. Sfrutta anche il gran lavoro di Trenti (americano di casacca, italiano a tutti gli effetti, Quick Step al 100%) che ricompatta i fuggitivi con il gruppetto che si è giocato la volata nelle ultime centinaia di metri. E, con quei corridori alle calcagna, volata senza storia.

Alejandro Valverde Belmonte - 9,5
Quando si era formata la fuga con i tre spagnoli (gli altri due erano Pereiro Sio e Martín Perdiguero), più Bettini, più Gilbert e Devolder, più altri, il già 2° classificato ai Campionati Mondiali di Hamilton, in Canada, nel 2003 (più il 6° posto dello scorso anno a Verona) sembrava quello meno in palla, visto anche che era quello che, con Pereiro Sio, lavorava di più. Anche quando Vinokourov e Bettini sembravano diretti verso la volata a due (e poi a tre, visto il ricongiungimento di Boogerd), lo spagnolo che inseguiva era Serrano. Incredibilmente, a fine corsa, il 2° posto che gli vale un'altra medaglia d'argento. Ma questa ha quasi il sapore dell'oro.

Anthony Geslin - 9
Il "dieci" stonerebbe, ma neanche più di tanto. Già al Tour de France aveva dimostrato di avere picchi di velocità assolutamente discreti ed anche una buona propensione alla fatica (tantissime le fughe provate, ed alcune volte riuscite). Sorprende la sua medaglia di bronzo, ma siamo contenti. Siamo anche contenti di aver visto un volto sorridente e quasi spaesato (anzi, leviamo anche il quasi) su quel podio accanto a due Campioni, seppur giovanissimi, già affermati. Non fosse per la scuola di cui proviene, di cui da un bel po' abbiamo perso le tracce, e non fosse per il 5° posto di un brasiliano, sarebbe senza dubbio la sorpresa più gradita. Applausi.

Antonio Murilo Fischer - 9
La bandiera brasiliana presente nei primi 5 posti dell'ordine d'arrivo dei Campionati del Mondo di ciclismo su strada. Eravamo abituati a vederla sui campi di calcio, anche qualche volta negli autodromi di Formula Uno e casomai qualche comparsata sui terreni del tennis, ma mai nel ciclismo. Onore a questo brasiliano scoperto da Vincenzo Santoni, capace già di vincere classiche del panorama italiano e di arrivare 2° al Giro del Lazio. Non solo la volata, però, perché era presente nel gruppetto di Pozzato che seguiva il gruppo di Bettini ed addirittura aveva provato a raggiungere, con Serrano, i battistrada dopo l'ultimo strappo. Bel corridore, davvero.

Marcus Ljungqvist - 8,5
La sua presenza, lassù, nell'ordine di arrivo, è l'ennesima sorpresa di questo giorno particolare. Questo 31enne che corre con la Liquigas-Bianchi, che vanta quest'anno appena un 13° posto alla Gand-Wevelgem, aveva vissuto il suo anno migliore nel 2002 quando vinse Giro del Lussemburgo (grazie ad una fuga) e Parigi-Camembert (in volata in un gruppetto di tre attaccanti); insomma, non un "pezzo grosso", ma un onesto gregario che si era dimostrato assolutamente in grado di dare una mano a Danilo Di Luca specialmente durante la Freccia Vallone. Complimenti per la tenacia.

Jakob Piil - 8
L'anno scorso aveva beffato Fabio Sacchi ad un arrivo di tappa, in fuga naturalmente, del Tour de France. Tre anni fa si era divertito a far saltare i piani delle ruote veloci nella Parigi-Tours. Evidentemente la Francia gli porta bene. Ma questo passistone danese, in ombra quest'anno, ci ha provato, con tutte le sue forze (a quanto pare, molte), anche in terra spagnola. Dapprima con i tre spagnoli, i due belgi, Lagutin, Bettini, Davis e Wegmann, proponendo proprio lui l'azione che aveva lanciato l'attacco, poi da solo con Gilbert, raggiunto dal coriaceo Bettini. Non bastasse, il 6° posto in volata al traguardo è un premio che, per i coraggiosi come lui, accettiamo ed applaudiamo.

Alexandre Vinokourov e Paolo Bettini - 7,5
Svantaggiati entrambi dalla corsa e dalle tattiche: Vinokourov, nonostante i Campi Elisi, non è veloce, mentre il campione olimpico doveva fare da "spalla" a capitan Petacchi, l'uomo designato per la volata. Il kazako bluffa all'inizio, fingendo di star male e facendo addirittura cenni inequivocabili alla telecamera di fiato spezzato (ha usato il gesto che Benigni in "Johnny Stecchino" usava per far capire il «Kaputt!» ai carabinieri), poi all'ultimo giro, si indiavola come suo solito e tenta di far saltare il banco. Bettini, come preventivato, lo segue come un'ombra, fino all'ultima curva, poco più di 500 metri all'arrivo. I due, favoriti nel lotto degli attaccanti (gli altri erano Boogerd, Moerenhout, Serrano e Stangelj), si sono forse aspettati un po' troppo ed hanno permesso al gruppo di Boonen, Valverde e Geslin di rinvenire. Alla fine Bettini sarà 13° e Vinokourov 21°. E se il kazako ha nulla o quasi da rimproverarsi, Bettini può e deve vantare alcuni crediti verso la selezione italiana e verso quel Commissario Tecnico che spesso, troppo spesso, si accontenta di lasciargli tutto sulle sue scattanti, ma comunque esili rispetto al plotone, spalle.

Micheal Boogerd e Fabian Wegmann - 7
Quando abbiamo visto Boogerd, con a ruota Bettini, riportarsi su Vinokourov, abbiamo subito pensato alla Liegi-Bastogne-Liegi di un anno e mezzo fa, col solo Rebellin che in quel caso era al posto di Bettini. Generoso l'olandese, anche perché nell'ultima curva si era messo a disposizione, tirando, del più veloce compagno Moerenhout. Davvero un corridore sempre in prima linea negli appuntamenti che contano e che, anche quando ha pochissime possibilità di vincere, ci prova sempre. Il tedesco è invece stato l'ombra di Bettini per quasi tutta la fuga, seguendo addirittura il tentativo del toscano ad un giro e mezzo dalla fine di staccare tutto il resto dei compagni di sortita. Manca solo nel finale, in uno dei tanti contropiede di Vinokourov, e il distacco che lo accompagna sotto lo striscione non gli rende assolutamente merito.

Saul Raisin e Dmitiry Muravyev - 6,5
Se qualcuno fosse riuscito a guardare tutta la diretta dei Campionati del Mondo di Madrid sin dalle 10.30 del collegamento di Eurosport, il merito è senza dubbio della coppia targata Crédit Agricole. Lo statunitense e il kazako hanno infatti macinato chilometri su chilometri di fuga, raggiungendo e staccando i primissimi fuggitivi di giornata, il bulgaro Vasilev ed il colombiano López Martín. Si sono aiutati e ci hanno provato, e si sono fatti notare. Eroi di giornata.

Janez Brajkovic e Thomas Dekker - 6
Niente di assolutamente rilevante, sia ben chiaro, ma tra i voti positivi e quelli negativi di questo Mondiale ci stanno benissimo questi due ragazzetti, entrambi dell'84, che l'anno scorso risultarono rispettivamente 1° e 2° nella Cronometro Under 23 di Bardolino ed addirittura l'olandese bissò il 2° posto anche nella prova in linea in quel di Verona, dietro Siutsou. Ebbene, al primo anno di professionismo, entrambi colgono un piazzamento davvero dignitoso: 11° lo sloveno, davanti anche ad un certo Bettini, e 15° l'olandese, davanti corridori come Boogerd e Vinokourov. La loro prestazione tutto sommato negativa nella cronometro di giovedì scorso, alla luce di questi risultati, un po' ci fa anche piacere.

Miguel Angel Martín Perdiguero - 5,5
La sua prestazione sotto tono passa molto in secondo piano grazie al podio di Valverde, perché nella fuga che si era creata a qualche giro dalla fine, il corridore della Illes Balears, più il doppio compagno di squadra Pereiro Sio (nazionale e club, la Phonak), sembravano proprio lavorare per il vincitore della Classica San Sebastian 2004. Ed a ragione, perché in quell'occasione l'ex corridore della Saunier Duval sconfisse rivali di assoluto spessore come Bettini e Rebellin, e perché Valverde veniva da un'inattività di quasi due mesi e mezzo. E' arrivato col gruppetto degli sprinter puri, lui che sprinter puro non è, e crediamo che al posto di Serrano, nel tentativo di accodarsi a Vinokourov, Bettini e Boogerd, dovesse esserci proprio lui. Antequera, comunque, potrà benissimo dire che la Spagna, da metà corsa in poi, aveva capito che Valverde stava bene e di aver lavorato per Alejandro. Occasione persa, ma faccia salvata.

Olanda - 5
Chissà perché non ci hanno creduto, a 700 metri dall'arrivo, ad una medaglia. Forse erano stanchi Boogerd e Moerenhout, magari (anzi, sicuramente) avevano timore di Paolo Bettini; ma vista la situazione che non presentava parecchi uomini veloci lì davanti (lo stesso Bettini era quello sulla carta più scattante), avrebbero potuto (e dovuto) tentare il tutto per tutto, anche sacrificando uno dei due corridori presenti nel gruppo di testa. Invece hanno lasciato il pallino in mano a Vinokourov e Bettini, consentendo alla furia del gruppo di abbattersi sulle loro teste. Forse sarebbe finita nello stesso modo (zero medaglie), ma due presenze dei tulipani nei primi dieci sarebbe stato comunque un risultato di prestigio. E poi, immaginate la delusione per la vittoria dei "cugini" belgi?

Australia - 4,5
Non ce la sentiamo di prendercela con McEwen in particolare, proprio perché il suo status di velocista necessita senza ombra di dubbio di una squadra che tenga cucita la corsa, anche da lontano, e che collabori con le altre squadre dei velocisti presenti. Ottima la scelta a metà corsa di piazzare Allan Davis alle calcagna di Bettini e Martín Perdiguero, visto che il 3° classificato della HEW Cyclassics di Amburgo si butta con piacere e con discreti risultati anche nelle volate di gruppo, quindi con ancora più piacere in quelle ristrette. Poi, con la scrematura decisa da Bettini al penultimo giro, Rogers ed Hayman erano parsi determinati a chiudere il buco formatosi; cosa peraltro riuscita. Ma quando Vinokourov ha deciso che era il momento di fare la differenza, i "canguri sono saltati". E il 30° posto di McEwen come miglior risultato dimostra come la frase non sia soltanto un gioco di parole.

Alessandro Petacchi - 4,5
Non sapremo (forse) mai se sia più mancato di gambe che di personalità, ma visto il 35° posto all'arrivo, comunque accanto a Zabel e McEwen, due dei suoi rivali nella preventivata volata, abbiamo ragione di ritenere che la sua posizione all'interno del team azzurro fosse tutt'altro che quella del leader. Il distacco patito dal primo forcing degli spagnoli non aveva lasciato di certo presagire belle cose, ma le azioni da stopper di Pozzato e, almeno all'inizio, di Bettini, facevano prevedere cose migliori di quelle accadute. In realtà, visti gli uomini che gli sono arrivati davanti, la colpa è più della squadra che del primo capitano, in quanto personaggi come Boonen e Valverde andavano marcati più da Paolini e Pozzato che non da Petacchi stesso, che per battersi necessitava di essere portato in volata. Invece il bronzo di Verona, con Lombardi, si è sfiancato sul penultimo strappo risultando così vuoto nel momento decisivo. Fortuna sua che il percorso di Salisburgo, nel 2006, sembra tutto fuorché proibitivo. Però con Boonen, Valverde, e ci rimettiamo anche Freire, la vittoria sarà tutt'altro che scontata. Madrid insegna.

Italia - 4
Come risultato finale (13° Bettini contro il 30° posto già detto di McEwen), l'Italia è andata meglio dell'Australia, ma abbiamo la presunzione di pensare che la nazionale azzurra, visti i risultati che miete con i suoi corridori, da anni, in tutte le classiche (eccezion fatta, da qualche anno, per la Roubaix), sia più attrezzata e forte della compagine australiana. Non fosse per Bettini, sempre generoso, vispo ed attento, gli altri latitano pericolosamente. Poco, ma poco davvero, meglio degli altri Filippo Pozzato, attento su Mancebo (ma sullo scalatore bastava incollare Bernucci, senza scomodare il biondo vincitore di Amburgo e Lazio), un po' meno nell'aiuto a Bettini, anche se poi si era messo in mezzo al gruppetto di Fischer, Leukemans ed Elmiger che avevano tentato di chiudere sui battistrada. Però l'assoluta "mancanza di presenza" nel gruppetto di Boonen e Valverde è preoccupante: difatti, il solo Bettini nel gruppo dei 27 di testa, lo stesso numero dei neozelandesi (Dean) e degli statunitensi (Trenti), meno di Francia (Geslin e Brochard), Kazakistan (Vinokourov e Kashechkin), ma anche di Svizzera, Russia e, udite udite, Slovenia. Mah, sarà...

Guido Trenti - 3,5
Adesso: nulla di personale contro il simpaticissimo Guido, uno che pur di correre la rassegna iridata ha scovato parentele che gli hanno permesso di vestire la maglia statunitense senza sapere una parola di inglese. Però quel lavoro, massacrante quanto utile, di riportare il gruppetto del compagno di squadra, in Quick Step, Boonen (e non è malafede, ma di statunitensi in quel gruppo non ce n'erano) è un pochino brutta a vedersi in una prova dove conta il colore della maglia, non lo sponsor stampato sui pantaloncini. Magari dichiarerà in futuro di aver provato il ricongiungimento per giocarsi le proprie chance. Oppure di averlo fatto perché avrebbe potuto, visti i risultati, benissimo correre qualche Mondiale con la casacca azzurra dell'Italia. Fatto sta che un italiano, un altro Quick Step, che era davanti, si è trovato un attimino svantaggiato dal lavoro del "nemico-amico". Che Bettini cambi squadra in un prossimo futuro?

Franco Ballerini - 3
Ha vinto un Mondiale, con percorso piatto, con Mario Cipollini, dando dimostrazione di una squadra molto unita. Ha vinto un'Olimpiade, con un'azione individuale di Paolo Bettini, puntando sul blocco Quick Step formato da Paolini, Pozzato e Moreni (anche se gli ultimi due erano in quel momento ancora in squadre diverse) e dal fedelissimo Nardello. Però, visto Lisbona (Bettini 2°), visto Hamilton (Bettini 4°), visto Verona (Paolini 3°) e visto Madrid (Bettini 13°), ci sembra che quelle due vittorie siano venute più per il carisma assoluto del capitano designato (e oggettivamente designabile) che per le scelte del Commissario Tecnico toscano, più a suo agio con i sampietrini della Roubaix che con le scartoffie delle convocazioni federali. Non vogliamo fare la lista dei nomi restati a guardare che potevano essere utili (Di Luca e Cunego su tutti, ma questi sono discorsi che col senno di poi sono troppo semplicistici), ma controbattere con ogni forza alla telegrafia dei propri ordini durante la corsa. È abbottonato e scarsamente coraggioso, e finisce sempre per svantaggiare la squadra per la certezza di un piazzamento col solito Bettini (e non è Bettini che confutiamo, ma il suo intorno, assolutamente inesistente oggi). Il passo indietro di Madrid, rispetto comunque ai più fruttuosi precedenti, dovrebbe farlo riflettere. Ballerini, è davvero sicuro di essere l'uomo giusto per la guida dell'Italia?

Giuria di Madrid - 2
Pensavano davvero che modificando quella curva ad U posta a 600 metri dal traguardo pochi giorni prima del Mondiale potessero veramente fare un favore a qualcuno? Alla luce del risultato di oggi, quella curva modificata, ha vanificato il grande lavoro e l'assoluto coraggio di personaggi come Bettini, Boogerd e Vinokourov (in ordine prettamente alfabetico) che grazie alla curva originariamente pensata, avrebbero potuto vantare qualche credito di secondo in più rispetto a chi inseguiva, che senza curve è inevitabilmente avvantaggiato. Non discutiamo il fatto che fosse o meno pericolosa, discutiamo la tempistica. Che quella curva potesse causare problemi ai ciclisti, la giuria, se n'è davvero resa conto soltanto pochi giorni prima della corsa?

UCI - 1
A parte il concorso di colpa per la modifica del tracciato, perché l'UCI si ostina sempre a partorire distribuzioni di punteggi assolutamente irrisorie ed inverosimili? Davvero pensano che il 4° posto conquistato oggi da Ljunqvist valga meno, in termini di punteggi (0 contro 1), del 20° posto conquistato da Guerini al Tour de France, o da Parra al Giro d'Italia, o di Lastras alla Vuelta a España o un 3° posto di tappa di una frazione dei Grandi Giri? A noi francamente la cosa fa ridere, ovviamente di sdegno. Poi, ci rendiamo conto che al peggio non c'è mai limite, perché dall'anno prossimo i vari ventesimi posti che vi abbiamo elencati, varranno addirittura di più del vincitore del Campionato del Mondo in linea, visto che la corsa è stata eliminata dal calendario Pro Tour e che quindi non darà alcun punteggio. I nostri più vivi complimenti. Pensavamo avessero toccato il fondo, ci hanno fatto ricredere.



Mario Casaldi    

 

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