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Il battesimo di Haussler - Prima vittoria del 21enne tedesco

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Solitamente nel finale dei grandi giri capita che il gruppo si prenda un giorno di vacanza, lasciando andare una fuga e pedalando a ritmo ridotto fino all'arrivo.
Tanto più vero è questo assioma in questa Vuelta che si trascina stancamente nell'ultima settimana, con le frazioni decisive ormai lontane e la classifica ben definita. Gli ultimi ritocchi alla graduatoria, per quanto riguarda le zone alte, saranno dati dalla crono di domani: Heras è inattaccabile; Menchov quasi sicuramente saprà salvare il suo comunque prestigioso secondo posto; Sastre dovrà, più che pensare a chi lo precede, dare un occhio a quel Mancebo pericolosamente a meno di un minuto di distanza.
Paco negli ultimi giorni è stato particolarmente vivace, andando all'attacco ieri e ieri l'altro, senza con ciò riuscire ad avvicinare più di tanto quelli che gli sono davanti. I suoi miglioramenti nelle prove contro il tempo sono ormai acclarati, e quindi la lotta più interessante cui assisteremo domani sarà proprio quella fra lui e Sastre. Ce la farà Mancebo a salire sul podio, come fece già l'anno scorso? Oppure Sastre (e lo meriterebbe, intendiamoci) porterà a casa il risultato più prestigioso della sua carriera?
Carlos García Quesada, quinto in classifica, guarderà con distacco a queste vicende, visto che lui non va forte come Mancebo a cronometro, ma neanche tanto piano da far presumere un ribaltone ad opera di Sevilla, che al momento gli paga la bellezza di 4'51" e non è tutto questo grande specialista.
In ogni caso, se Mancebo non dovesse scavalcare Sastre, ci troveremmo nella situazione di una classifica rimasta immutata per un'intera ultima settimana: non abbiamo riscontri statistici in questo senso, ma a naso diremmo che questo caso si è verificato poche volte nella storia dei grandi giri. Avranno di che pensarci, i bravi ragazzi di Unipublic, che hanno disegnato questa Vuelta dimezzata.
Dimezzata o meno, comunque la corsa va avanti, e propone nuovi personaggi. Oggi è stato il turno di Heinrich Haussler, giovane tedesco che va veloce. Ha solo 21 anni, ed è passato professionista quest'anno in Gerolsteiner. Si è messo in luce al Giro di Sassonia, con un terzo posto finale; ma ha dimostrato una certa predisposizione per le brevi corse a tappe anche con il quinto al Giro di Renania e Palatinato e con il settimo al Giro della Bassa Sassonia.
In questa Vuelta lo abbiamo visto sprintare in qualche traguardo volante, senza distinzione tra volate per velocisti o salitelle per la classifica Gpm. Quindi il ragazzo si butta; alla Roubaix ha chiuso al 25esimo posto, il che per un esordio vuol dire tanto; e oggi ha preso la fuga giusta ed è andato a conquistare la sua prima vittoria da professionista.
Occhio, che dire "ha preso la fuga giusta", nella precipua situazione della tappa di oggi, non significa che poi il fatto di giocarsi le sue chance nello sprint ristretto fosse tanto scontato. Perché in una frazione senza capo né coda come quella a cui abbiamo assistito da San Martín de Valdeiglesias ad Alcobendas, tutto poteva succedere, e tutto è successo. Nell'azione decisiva Haussler non era il solo tedesco di belle speranze: nel gruppetto c'era anche Gerdemann, che qualcuno ricorderà vittorioso in una tappa del Giro di Svizzera appena poche settimane dopo essere stato ingaggiato dalla Csc di Riis.
E coi due tedeschi, molti altri uomini, tra cui i nostri Baldato e Ongarato (giorno di libertà, Petacchi ricarica le pile), Nardello e Gerosa. Dei quattro italiani, però, nessuno è rimasto a galla quando un po' il vento, un po' la stanchezza, un po' i mille scatti e controscatti, un po' il percorso nervoso, un po' tutte queste cose messe insieme hanno animato il finale. Tra i protagonisti, Lastras (rinfrancato dall'essere partito, stamani, dal suo paese natale), e Adolfo García Quesada, insieme al già citato Gerdemann. I due spagnoli hanno vistosamente corso contro il tedeschino, quando tutti e tre si son trovati in testa: scattavano a turno, e il volenteroso Linus pronto a chiudere ora sull'uno, ora sull'altro. Finché non ne ha potuto più e ha lasciato spazio ad Adolfo.
Ma all'arrivo mancavano ancora 30 chilometri, e così un altro gruppetto (comprendente un diligente Haussler) ha ripreso prima Gerdemann e Lastras, e poi García Quesada. Più avanti il ragazzotto del team danese ci ha riprovato (con Lastras), ma l'azione giusta è nata con Elmiger, Latasa, Fuentes e Haussler (non vi stiamo a fare il resoconto dei mille capovolgimenti di fronte che hanno preceduto questa azione: gente che scattava e che due minuti dopo era in ritardo nei confronti di altri gruppetti frazionati, recuperi prodigiosi e allunghi sfiatati, una situazione davvero ingestibile).
Fuentes, il meno veloce dei quattro, si è bruciato ai 2 km, ma non aveva altra scelta; Elmiger si è sprecato nel chiudere su Fuentes, ma probabilmente avrebbe perso lo stesso da Haussler, che ci pare più veloce. Latasa ha provato anche lui a dire la sua nello sprint con il campione nazionale svizzero, ma è stata esteticamente superba l'intromissione, fra i due, del 21enne della Gerolsteiner. Bravo, bravissimo, e speriamo che non si tratti di una meteora: ma se l'analisi della sua annata non è una burla, sentiremo ancora parlare di questo signorino.

Marco Grassi    



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