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Nella Clasica balla Zaballa - Garzelli protagonista è solo quarto

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Sulla ruota di San Sebastian esce il nome a sorpresa, ed è quello di Constantino Zaballa, spagnolo 27enne che fin qui non ha vinto niente di più importante di una tappa alla Vuelta dell'anno scorso, e che festeggia nella più importante classica nazionale il personale ritorno al successo.
Che avesse una predisposizione, d'animo e di pedale, nei confronti della Classica di San Sebastian, lo si intuisce dal nono posto colto qui nel 2004; quest'anno, fino a ieri mattina, solo piazzamenti, anche se in gare importanti: del terzo posto alla Parigi-Nizza resta nella mente la sua presenza assai incisiva, con i suoi numerosi attacchi. Visto bene anche al Giro dei Paesi Baschi, poi tra Fiandre e Amstel ha dimostrato di non essere dei peggiori, quindi stacco rientro senza squilli al Tour, e picco puntato su metà agosto.
Alla Classica di San Sebastian Zaballa ha praticamente pescato un jolly (intendiamoci: in questo è stato bravo): si è trovato, a 10 km dal traguardo, in un gruppetto che stava andando dritto dritto al traguardo. 7 corridori (oltre a lui: il suo compagno Joaquín Rodríguez, i nostri Garzelli e Mazzoleni, Moncoutie e gli altri uomini di casa, Bru e Zubeldia, quest'ultimo iniziatore dell'attacco).
L'azione è nata in un momento in cui i grossi nomi (Rebellin, Cunego, Astarloa, Mancebo) si studiavano, su un tratto piano, dopo tanti saliscendi. Lo studio è durato pure dopo che i sette si sono messi in moto, e dietro non si è trovato un accordo per andare a riprenderli, malgrado lo sbattersi dei Gerolsteiner e dei Rabobank, inopinatamente rimasti fuori dall'azione.
Buon per Zaballa, che evidentemente non si è fidato dello sprint ristretto (e sì che non è proprio lento in volata), e ai 4 km è partito come un razzo, andando a cogliere il successo. 31" dopo la sua esultanza sono arrivati, nell'ordine, Rodríguez (a braccia alzate anche lui), e poi Mazzoleni e Garzelli.
Di Luca, mai visto all'opera, si è staccato sullo Jaizkibel, denotando una condizione ancora approssimativa. L'abruzzese resta comunque in testa al Pro Tour, e può essere contento del fatto che nessuno dei rivali per la maglia bianca dell'Uci sia andato a dama. Bettini, anche lui giù di tono, si è addirittura ritirato, mentre Pozzato non ha trovato strada per le sue gambe.
Certo, la corsa è stata, in generale, un po' deludente: il forfeit di nomi del calibro di Basso, Vinokourov, Valverde, Savoldelli, Ullrich ha indubbiamente impoverito di contenuti tecnici la Klasika. Tanto per dire: nessuno è stato in grado di fare il vuoto sullo Jaizkibel. Ci ha provato Menchov, ma in cima si è visto piombare addosso (tirati da Leipheimer) Rebellin, Garzelli, Evans, Sastre, Pérez Rodríguez, Zubeldia e Joaquín Rodríguez. Ma tanto il gruppo non era che dietro l'angolo, pronto a rientrare in discesa.
Il finale, con un gruppo di diverse decine di uomini, era scritto: era certo che sarebbe partito qualche attacco, colpevole lasciarsi sfuggire la fuga. Rebellin e Cunego erano lì, ma hanno perso l'attimo, senza poter più rimediare. Dovevano prendere esempio da Garzelli, nel vivo di tutte le azioni importanti della giornata: tra lui e Joaquín Rodríguez andava ricercato il più meritevole della giornata; ha vinto invece Zaballa, che nella circostanza è stato senza dubbio il più intelligente e non si sa se coraggioso (poteva aspettare la volata, così ha rischiato di perdere) o presuntuoso ("Se anche mi prendono, vinco allo sprint", potrebbe aver pensato in quel finale). Sia come sia, bravo Constantino, era ora che vincesse una corsa importante.

Marco Grassi




Le pagelle della Clasica San Sebastian 2005

Zaballa - 9
Riesce ad accodarsi al treno giusto, poi lascia tutti con un palmo di naso ai 4 chilometri e va a cogliere la vittoria dell'anno. In pratica non sbaglia niente.

J. Rodríguez Oliver - 9
Se ad essere valida per l'albo d'oro è l'esultanza di Zaballa e non la sua, è dovuto solo al gioco di squadra, non certo alle forze in campo oggi. Sullo Jaizkibel è tra gli iniziatori dell'azione che vede protagonisti Rebellin, Garzelli e gli altri; c'è ancora lui al fianco di Rebellin, Garzelli e Menchov sull'Alto de Gurutze, ed è ancora una volta protagonista nel finale, nell'azione decisiva. Ammirevole la dedizione alla causa, il modo in cui copre lo scatto di Zaballa, la gioia con cui festeggia la vittoria di squadra al traguardo. È un bel corridore, ha ancora 26 anni, sarà bello vederlo crescere.

Garzelli - 8
Niente giri di parole: la sua stagione è fin qui fallimentare, in rapporto a quello che prometteva. Però tra Lazio e San Sebastian ha dimostrato di esserci, e di essere pronto a raccogliere qualcosa. Sia sulle salite intorno a Roma che oggi ha dato saggi di bravura e acume tattico, essendo sempre nel vivo delle azioni più importanti. Un po' di sfortuna gli ha tolto possibili soddisfazioni, anche se quel suo essere poi battuto in volata oggi fa dubitare che avrebbe vinto anche senza l'attacco di Zaballa.

Menchov - 8
L'unico a fare seriamente sullo Jaizkibel, ha il merito di provarci a fondo, e il demerito di non fare il vuoto (ma come chiederglielo veramente, con le sue caratteristiche?). Non molla, e anche sul Gurutze fa gruppetto coi migliori. Gli sfugge l'azione buona, ma ha poco da rimproverarsi.

Rebellin - 7
Sembra in grado di spaccare il mondo, supportato da una squadra che prima insegue la fuga del mattino, poi lo aiuta alla grande (con Leipheimer) sullo Jaizkibel. Peccato davvero che non riesca ad accodarsi a Zubeldia, butta così tutto alle ortiche e non fa neanche un punto Pro Tour.

Mazzoleni - 6,5
Lavora con e per Cunego quando si tratta di inseguire i tanti attacchi di giornata; poi può giocare in proprio, ma oltre al terzo posto non va. Comunque, piazzamento di tutto rispetto.

Moncoutie - 6,5
Mette il naso fuori in avvio di Jaizkibel, poi non perde il controllo della situazione, rientra e nel finale è tra i sette uomini che vanno a giocarsi il successo di giornata.

Cunego - 6
Lo aspettavamo più in palla, ma la questione è che bisogna andarci coi piedi di piombo, e accontentarsi dei piccoli passi: non fa niente di più che stare nelle prime posizioni del gruppo dei più forti, ma un 17esimo posto alla San Sebastian è meglio di un piazzamento simile alla 2 Giorni Marchigiana, quindi prendiamo atto del miglioramento e continuiamo ad aspettare fiduciosi.

Astarloa - 5,5
È in un buon momento, ma non sa inventare niente di particolarmente interessante. Proprio una corsa da undicesimo posto.

Pozzato - 5,5
Non si vede mai davanti, ma ha la grande scusante di non aver trovato un profilo altimetrico adatto a lui: più che la grande condizione, poterono i limiti congeniti.

Di Luca - 5
È lui quello che ad aprile dominava nelle Ardenne e a maggio stupiva al Giro d'Italia? Sì, è lui, ma ora è proprio giù di corda. Deve sbrigarsi a prendere l'abbrivio giusto, incombono corse importanti per la sua stagione.

Bettini - 5
Anche lui è lontano dal miglior Bettini: quanto stride il confronto con i suoi ultimi agosti (quelli con la benzina Tour nelle gambe)!





La chiave tattica

Lo scatto di Zaballa è una finezza tattica notevole: nel gruppetto di testa, Tino era proprio il più veloce. Essendo in due della Saunier Duval, era chiaro che uno di loro ci avrebbe provato. Ma chi? Il più veloce, o l'altro? L'altro, perciò tutti a marcare Joaquín Rodríguez e via libera a Zaballa. Il quale ha sfruttato proprio l'attimo di interdizione in cui sono piombati i compagni di fuga quando lui è partito. Stessa sensazione provata ai 10 km, quando è partita l'azione decisiva: un tratto in pianura, tra tanti saliscendi, è proprio l'ideale per sorprendere tutti. Perciò, bravo Zubeldia a crederci, più bravi gli altri ad accodarsi subito, capendo che si andava lontano.
L'errore
Male invece Rebellin (sembrava il più in palla) e Cunego (aveva l'obbligo di non mancare il primo gruppo all'arrivo, lui che con la sua velocità poteva ottenere un piazzamento lusinghiero, se non addirittura la vittoria). Com'è possibile lasciarsi sfuggire in quel modo un'azione tanto determinante, a così pochi chilometri dal traguardo?



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