Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Maglia gialla, assalto finale - Basso all'attacco, Totschnig vince

Versione stampabile

Niente cambia all'apparenza, ma sotto la superficie dell'acqua il mare è mosso, molto mosso, quasi agitato. Armstrong è sempre lì, in giallo, tiranno e imbattibile, ma il resto del gruppo non si accontenta più e mette in discussione questa realtà ormai quasi sclerotizzata.
La prima tappa pirenaica ha salutato il successo di Georg Totschnig, austriaco partito in fuga al km 7 (con altri 9: Nardello, Moos, Garate, Bénéteau, DaCruz, Gilbert, Grivko, Krivtsov e Garzelli, l'ultimo a staccarsi a un paio di km dalla vetta del Pailhères) per inseguire l'ambizione di una vita: vincere una tappa del Tour. Coronato il sogno, Totschnig si è accasciato sull'asfalto, distrutto dalla fatica e dalla felicità, e si è lasciato andare a un pianto irrefrenabile, durato ben oltre i canonici momenti del podio e della premiazione.
Con tutta probabilità Totschnig, bravo e solido corridore capace di buoni piazzamenti nelle grandi corse a tappe (vanta un settimo posto al Tour 2004, un quinto al Giro 2003 e ancora un settimo a quello del 2002), temeva di non fare più in tempo, visto che i suoi bravi 34 anni ce li ha tutti. Ora, quando sarà il momento, potrà andare in pensione tranquillo.
L'austriaco ha dovuto sudare davvero tanto per resistere davanti nel finale, quando le energie se ne erano ormai andate via, e dietro di lui succedeva - e qui torniamo al discorso di partenza - un bel bailamme.
Chi si aspettava il solito monologo Discovery è stato servito sin dai primi metri del Port de Pailhères, 15 km duri tra il km 176 e il 191. La T-Mobile ha inscenato un terrificante attacco, producendosi in grandi trenate (mirabile Guerini) che hanno sorpreso i compagni di Armstrong, staccatisi tutti immediatamente. L'uomo che ha incendiato la corsa è stato come sempre Vinokourov, scattato al km 181.
Poi però, per sfortuna sua e di tutti, quello che gli è andato dietro, portandosi appresso Armstrong, è stato proprio il suo compagno e capitano Ullrich. Non è la prima volta che le tattiche della T-Mobile hanno risvolti incomprensibili, pur se in partenza sono buone. Fatto sta che Vino non si è demoralizzato troppo, ed è riscattato. Stavolta Armstrong non ha avuto traini. Ullrich è ripartito a sua volta, senza Lance a ruota. Basso non poteva mancare alla festa e si è prodotto anche lui in un allungo che l'ha portato sugli attaccanti.
Il momento più esaltante (finora) del Tour si è consumato con Armstrong che, incapace di rispondere ai colpi che gli venivano da ogni parte, è rimasto di sasso, fermo, staccato. Vinokourov ha finito in fretta lo smalto e si è sfilato, davanti c'erano Basso, Ullrich e Kashechkin (che però non è durato troppo). L'americano aveva bisogno di ragionare, di respirare, di ritrovare il suo ritmo. Non facile, ma a Lance va riconosciuta una grande mente. La luce l'ha rivista quando anche Rasmussen, secondo in classifica, ha provato a staccarlo, ma non ci è riuscito. Lì Armstrong si è rinfrancato, e ha esibito a sua volta una progressione che lo ha in breve riportato su Basso e Ullrich. Da lì in poi, il texano è stato ineccepibile.
Il ritmo è calato, infatti sono rientrati sulla salita Landis e Leipheimer, e in discesa tutti gli altri immediati inseguitori. Buon ultimo Vinokourov, che poi non appena la strada ha ricominciato a salire verso Ax-3-Domaines, è nuovamente scattato, e nuovamente l'ha inseguito uno dei suoi, stavolta Klöden.
Per Basso era intanto giunto il momento di dare tutto, e le sue rasoiate hanno ancora una volta scremato il gruppo dei migliori, ma né Armstrong né Ullrich si sono persi d'animo. A turno l'italiano e il tedesco hanno provato a mettere in difficoltà Lance, ma con sempre meno forza e convinzione man mano che si saliva verso il traguardo. Addirittura, nell'ultimo chilometro è stato proprio l'americano ad andarsene in forcing, lasciandosi alle spalle Ullrich e, nella volata a due, Basso.
Un po' ambigue le dichiarazioni di Ivan dopo la fine: da una parte promette di provare ad attaccare ancora domani (benissimo!) nella tappa dei sei colli (Portet d'Aspet-Souvenir Casartelli, Menté, Portillon, Peyresourde, Val Louron e arrivo a Pla d'Adet), ma dall'altra rivela di non aver spinto a fondo oggi sul Pailhères, quando invece era forse il caso di tentare il tutto per tutto. La scelta di Basso, legittima per carità, andava nell'ottica di risparmiarsi per l'ultima salita, e forse un po' anche per domani. Così facendo, in effetti, Ivan non si è cotto subito come invece magari è successo a Vinokourov.
Ma il punto è che la lotta ad Armstrong è (dev'essere) più psicologica che fisica. Se la si butta sul piano fisico, si perde. Bisogna essere furbi, approfittare della situazione ambientale sfavorevole all'americano (40°, e lui soffre il caldo), e tentare strade inesplorate per mandarlo fuori giri. Oggi Lance non ha giocato con gli avversari, perlomeno non ci crediamo. Soffriva, e glielo si leggeva negli occhi, anche sull'ultima salita. Ebbene, se si fosse prolungato il suo momento di impasse, nessuno può dire come sarebbe andata a finire.
Ma ci rendiamo benissimo conto che di roulette russa si tratta, si può vincere, ma se si perde si perde pesante, e non possiamo pretendere che tutti abbiano il coraggio (o l'incoscienza) di premere il grilletto quattro o cinque volte, se dopo le prime tre i risultati non sono arrivati.
Domani sarà diverso, perché poi prove d'appello non ce ne saranno (l'arrivo di Mende potrà spostare i sassi, non i macigni), e quindi potrebbero moltiplicarsi gli uomini pronti a giocarsi il tutto per tutto. Prendiamo il buono della tappa odierna, e cioé il primo vero attacco portato in maniera organica al team americano, attacco che comunque ha dato dei frutti, e che se dovesse essere replicato (magari - perché no? - sulla terzultima o quartultima salita di domani) potrebbe scombinare per bene le carte in tavola.
Gli uomini che possono tentare qualcosa sono ormai non più di tre. C'è Basso, e c'è Ullrich (supportato da uno squadrone, bontà sua); Leipheimer no, sembra sempre troppo timido, e comunque è meno forte; Moreau ovviamente è saltato, e pure Botero, e gli altri sono tutti più lontani in classifica. Resta anche Rasmussen, ancora secondo ma apparentemente in calo rispetto a una settimana fa.
Però il danese è sempre un'incognita, e resta da capire se correrà in maniera conservativa (in fondo avrebbe messo 18 firme su un podio al Tour, alla vigilia), o se si lascerà contagiare dall'idea di far saltare il banco, sempre che ne abbia le gambe. Insomma, Armstrong è ricco, ricchissimo, praticamente in mutande: può vincere in carrozza questo settimo Tour, ma se gli gira qualcosa storto, nulla gli sarà perdonato. Occhio, che domani è un giorno che non dimenticheremo facilmente.

Marco Grassi

 

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano