Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Magistrale Savoldelli! - Il Falco mostra gli artigli al mondo

Versione stampabile

In genere siamo parchi di esclamazioni, ma qui proprio ci voleva: solo un bel punto esclamativo poteva dare la misura della stupenda vittoria di Paolo Savoldelli, oggi a Revel.
Il bergamasco, orrore degli orrori, era venuto al Tour, da campione del Giro d'Italia, per rivestire un semplice ruolo da gregario. Peccato di lesa maestà, anche se il capitano si chiama Lance Armstrong ed è reduce da 6 vittorie di fila nella Grande Boucle. Però Savoldelli, con umiltà e realismo (quello non gli ha davvero mai fatto difetto), si è messo sotto e ha fatto il suo, dando un buon contributo nelle tappe di montagna e meritandosi un quadratino del giallo di cui veste Lance.
Ora, a operazione portata brillantemente quasi in porto (la settima del texano è quasi passata in giudicato), anche i gregari hanno il loro spazio, ed ecco che Savoldelli (col compagno Rubiera) si infila in una fuga che parte al mattino e che si capisce subito che porterà i suoi componenti all'arrivo, a giocarsi la vittoria. Ci sono Cioni e Righi, per restare ai nostri, ma sono presenti nel gruppetto anche bei corridori come Dekker, Sevilla, Arvesen, Davis, Grivko, Lövkvist e Fedrigo.
La fuga va, prende oltre 20' al plotone, poi, una volta messisi al sicuro da ritorni ormai impossibili degli inseguitori, gli attaccanti danno il via alla resa dei conti. La prima scrematura, a 50 dall'arrivo, vede Savoldelli tra i primi a rispondere a un bell'allungo di Grivko. A ruota, anche Sevilla e Gerrans, e ancora Arvesen, Hinault, Tankink e Righi. Gli altri, non pervenuti; il 25% della fuga parla ora italiano, le premesse per ben figurare già ci sono.
Poi negli ultimi 10 km il capolavoro di Savoldelli. Tankink, da sprovveduto quale non è, fa una sparata e resta subito a secco; lo imita Grivko, che almeno ha la scusante della giovane età e dell'inesperienza. La salitella di Saint-Ferreol premia invece la consueta sagacia di Paolo, che parte in contropiede quando quei due sono al lumicino, e quando Hinault ha provato a rilevarli in testa alla corsa. L'ultima maglia rosa si porta sul francese dal destino infame (schiacciato da un simile cognome avrebbe dovuto fare il bancario, perché nel ciclismo aveva tutto da perdere, e lo sapeva).
Il buon Sébastien però non ne aveva già più, come si dice da queste parti, e aveva voglia, Paolino, di insultarlo in tutte le lingue: la realtà era che da Hinault non poteva venire uno straccio di collaborazione. Trenate alternate a frenate, per stimolare lo sprovveduto compagno d'avventura a tirare qualche metro, ma Savoldelli non ha ottenuto niente; chiaro che, a simili condizioni, i due di dietro (Arvesen e Gerrans, che avevano staccato Grivko in cima) non potevano far altro che rientrare.
Ed ora, come la mettiamo? Due parecchio veloci che piombano addosso a 3 km dal traguardo: come uscirne vivi?
Una mano al bergamasco l'ha data, è inutile negarlo, Arvesen. Preso da non si sa bene quale fregola, il norvegese è partito di scatto a un chilometro e mezzo dal traguardo; figurarsi se uno tra Gerrans e Hinault si metteva a inseguire. No problem, Paolino, capita l'antifona, s'è messo in testa al trenino e ha tenuto a tiro l'evaso. Non solo: nell'ultimo chilometro le sue curve pennellate hanno fatto sì che gli altri due non potessero tenere la sua ruota, e così il Nostro s'è trovato a sentire l'odore dei copertoncini di Arvesen sul rettilineo finale.
Una progressione memorabile, con cui Savoldelli si è portato sullo scandinavo proprio in tempo per saltarlo negli ultimi 200 metri e andare a vincere la sua prima tappa al Tour. Talmente lucido, Paolo, da aver un po' rallentato, prima di entrare in scia di Kurt-Asle, "per superarlo poi con maggiore slancio". Un capolavoro, applausi.
Signori, questo ragazzone qui è il vincitore del nostro Giro d'Italia, l'avete visto bene? Avete visto cosa è capace di fare quando si mette in testa una cosa? Avete capito che sorta di campioni siamo in grado di sfornare? Che tempra, ma soprattutto che pazienza, per venir fuori da due anni di incredibili colpi di sfortuna, e risorgere all'ultima corsa rosa, inatteso e sottovalutato, ma in grado di portare a termine un'impresa notevole.
Ogni risultato legittima, giustifica, dà lustro al precedente. Il Giro di Savoldelli del 2002 era ricordato come abbastanza casuale, con i big tutti sbattuti fuori, chi per un motivo e chi per l'altro, e il giovanotto della Val Seriana primo al traguardo, come una Minardi che vince perché Ferrari, McLaren, Renault e Williams hanno finito la benzina. Questo era rimasto, nella testa di molti, dopo quel successo. Lui, per dirla tutta, non aveva fatto molto, sulle prime, per smentire l'impressione popolare: "Dopo una simile vittoria si fatica a trovare nuovi stimoli, ci si può sentire appagati, è normale lasciarsi un po' andare ad un certo rilassamento", questo ci disse all'indomani di quel Giro.
Ma poi, la sorte si è messa di traverso, impedendogli per ben due anni, tra un infortunio e l'altro, tra una caduta e una frattura, di tornare a livelli ottimali. Fino alla sua rinascita di questa primavera, annunciata da qualche buon piazzamento al Giro di Romandia, e coronata dal bis in rosa. Ecco, allora non era un caso quella vittoria del 2002, allora Savoldelli non è il buon villico trovatosi - nemmeno lui sa come - sul trono del re per un giorno. Savoldelli era, ed è, in grado di vincere una grande corsa come il Giro d'Italia. La sua vittoria del 2005 ha legittimato quella del 2002.
Ed ora, questa tappa al Tour. Il fatto che abbia centrato una meta così prestigiosa lo pone su un gradino più alto anche a livello internazionale. Non diciamo che una tappa al Tour sia più importante di due Giri, ci mancherebbe! Ma una vittoria voluta e ottenuta di fronte al gotha del ciclismo mondiale ci dà di Paolino una statura che fin qui non gli era riconosciuta. Ora sì, ora lui è uno di quelli che sanno dare spettacolo e primeggiare anche nella più importante corsa del mondo. Vi sembra poco?
Alle spalle dell'impresa del giorno, il gruppo aveva intanto smesso di sonnecchiare. Il fatto: la Tonti-Mobile si era infatti accorta che, con Sevilla davanti, c'erano due Discovery, e ciò, col vantaggio enorme dei fuggitivi, significa che gli Esploratori avrebbero strappato a Ullrich e soci la leadership nella classifica a squadre. Ecco quindi una delle scene grottesche che uno pagherebbe per vedere in un qualsiasi teatro, e di cui invece può fruire gratis sulle strade del ciclismo: Sevilla in fuga e in risalita (fino alla top 15) in classifica, e i suoi compagni dietro a inseguire alla disperata, per limare qualcosa agli attaccanti e precedere almeno in una classifica la Discovery.
Giunti al Saint-Ferreol, già che c'erano, Vinokourov e Ullrich hanno attaccato. L'andatura era già alta, questo strappo ha frazionato il gruppo. Armstrong, figurarsi se si faceva sorprendere; Rasmussen ha risposto, pure lui, con freschezza. Basso ci ha messo un secondo di più ad accorgersi che restava indietro, ma quando ha visto l'andazzo non ci ha messo niente a rientrare sui primi, insieme a Mazzoleni (sempre più ammirevole), Leipheimer, Mancebo, Hincapie. Il margine su tutti gli altri è rimasto fino al traguardo, misurabile in un paio di decine di secondi, che saranno un'inezia, ma permettono a Vino di risalire dalla nona alla settima posizione, e noi di questo siamo contenti.

Marco Grassi

 

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano