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Iella Csc, gioia Lance - Zabriskie cade e la vittoria sfuma

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Lance Armstrong è fortissimo. Se dovessimo fare un identikit del corridore saremmo però incerti se anteporre la sua sfrenata potenza alla squisita intelligenza e alla fondamentale tenacia in gara, o viceversa: più gambe o più testa? Nell'attesa di decidere come miscelare al meglio il cocktail, una certezza almeno ce l'abbiamo: che agli ingredienti testè riportati, bisogna aggiungere il classico Fattore C.
Avrete capito di cosa parliamo, proprio quel quid che se deve cadere un fulmine nella tua zona, cade sulla casa del vicino e non sulla tua; che se arriva il vigile per multare le auto in divieto di sosta, tu te ne sei andato un secondo prima; che se un avversario in maglia gialla sta resistendo col suo team al tuo attacco nella cronosquadre, e probabilmente con le tue sole forze non ne verresti a capo, quell'avversario cade malamente a un chilometro dal traguardo, e tu ti ritrovi vincente e in cima alla classifica.
Questo è quanto è successo oggi, nella quarta tappa del Tour de France. Tours-Blois, 67,5 chilometri di cronosquadre, la più insulsa delle prove, che però piace agli sponsor e quindi c'è sempre, anche se da un paio d'anni gli organizzatori hanno capito che i suoi strascichi erano troppo pesanti e allora l'hanno mitigata con un sistema che prevede un'attribuzione di ritardi prestabiliti a seconda del piazzamento: 20" alla seconda squadra, 30" alla terza, 40" alla quarta e così via. Chi ottiene sul campo un margine minore dei 20", 30", 40", si tiene il margine reale, e tutti sono contenti. Per fare un esempio: l'ultima classificata, la francese AG2R, avrebbe pagato 5'23" dai vincitori. Col sistema degli sbarramenti (lo chiamano così) il suo ritardo è di soli 3'.
I vincitori, quindi. Sono i soliti, quelli di sempre, quelli di Armstrong. Poco cambia se fino all'anno scorso si chiamavano Postini (da Us Postal, il vecchio sponsor) ed ora Esploratori (da Discovery Channel, il marchio subentrato quest'anno). Il risultato è sempre quello, meccanismi perfetti, motori da decine di cavalli in tutti i componenti del trenino (di cui fa parte - lo ricordiamo - anche Savoldelli, vincitore del Giro d'Italia ma qui in veste di gregario per Lance), e la vittoria è assicurata.
Oppure no. No, perché questa volta si è presentato alla disputa un gruppo di specialisti altrettanto bravi, quelli del Team Csc. Fortuna nostra vuole che si tratti della squadra di Ivan Basso, in cui fidiamo per un Tour da protagonisti. Il varesino e i suoi compagni sono partiti per ultimi, in quanto possessori - con Zabriskie - della maglia gialla, e sono andati molto bene sin dall'inizio. Al primo intertempo, al km 25, avevano 6" sulla Liberty Seguros, seconda, e soprattutto 15" su Discovery Channel e T-Mobile (i terzi incomodi: Ullrich, Vinokourov e compagnia).
Al successivo intertempo, al km 46, gli Esploratori avevano recuperato, portandosi a 6" dal team danese (con i telefoni tedeschi a 7"); ma poi il Team Csc ha tenuto, e al terzo intertempo, al km 61, era ancora in testa, seppur con soli 2" su Armstrong e i suoi, con tutte le altre squadre ormai uscite dalla contesa.
A quel punto si trattava dello sprint finale. Alla luce del risultato, prima la Discovery per neanche 2" sulla Csc, possiamo individuare nettamente il momento topico: a 1500 metri dal traguardo, Zabriskie è scivolato, facendosi pure male. La squadra di Basso ha così perso un passista fondamentale per chiudere in crescendo, e ha pagato quel niente al traguardo. Ivan poteva guadagnare su Lance, invece ha perso. Per il morale poteva essere positivo un esito invertito, ma comunque le distanze non sono incolmabili ma simili a quelle del 2004. Solo che da qui a Parigi Armstrong avrà una crono individuale in meno, rispetto all'anno scorso, per guadagnare 3' su Basso. A voler essere testardamente ottimisti, qualche appiglio lo si trova.

Marco Grassi



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