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Set Point Savoldelli - Paolo allunga nella crono di Basso

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In una dimensione parallela Ivan Basso non ha mai avuto problemi allo stomaco, e sta vincendo questo Giro d'Italia con dieci minuti di vantaggio sul secondo in classifica.
Il fatto è che le dimensioni parallele sono infinite, ce ne potrebbe essere una per ogni evenienza e bisogno, per esempio ce ne sarà anche una in cui Cunego non si è staccato sul Passo Duran, una in cui Cipollini non si è ritirato prima del Giro, una in cui Fertonani è in maglia rosa, e via dicendo; a pensarci bene, l'unica che proprio non deve risultare in nessun altroquando è quella di Armstrong che viene a partecipare alla corsa rosa.
Lo scopo dell'ozioso preambolo è invitare noi tutti a non covare rimpianti eccessivi su quel che poteva essere e non è stato, domani è pur sempre un altro giorno, e Ivan Basso tornerà al Giro e lo vincerà. Per il momento si accontenta di chiarire a tutti che cosa sarebbe stata l'88esima edizione della corsa rosa senza il suo calvario sullo Stelvio: ha vinto in salita al Colle di Tenda ieri, e si è ripetuto oggi nella cronometro di Torino. Con una naturalezza tale che ci ha fatto dimenticare per un attimo che quei successi sono un po' fini a se stessi, se pensiamo che le lotte per la classifica si svolgono lontano da qui.
Ma valgono lo stesso parecchio, intanto per un ovvio discorso di esperienza, poi perché danno una bella botta di vita a Ivan, che dopo la delusione di domenica scorsa ne aveva particolarmente bisogno, se non altro per inquadrare il prossimo Tour in maniera ottimistica. E se di questo stiamo parlando, della Grande Boucle che verrà, nulla è miglior viatico della crono vinta da Ivan.
Non si trattava in realtà di una prova per specialisti: la sua relativa brevità (34 km), la salita di Superga posta nel bel mezzo del profilo altimetrico, e infine il fatto di venire a due giorni dalla fine del Giro sono tre caratteristiche che hanno permesso a quelli che non sono veri cronoman di ben figurare nell'ordine d'arrivo. Quindi togliamoci dalla testa che Ivan andrà in Francia a bastonare Armstrong e Ullrich contro il tempo; però, quantomeno, eviterà di essere lui, a sua volta, bastonato troppo sonoramente.
Mentre Basso ammazza il tempo che lo separa dal Tour vincendo tappe a ripetizione, il Giro va comunque avanti di suo. E anche se Savoldelli dormirà certamente più tranquillo in attesa degli attacchi che subirà domani, i verdetti non sono certo quelli definitivi. Diciamo che il Falco, quarto a Torino dietro a Basso, Karpets (l'unico che fino alla fine ha messo in discussione la superiorità di Ivan) e Zabriskie, ha messo a segno un set point; ma per l'intero match bisogna affrontare la partita più difficile: quella del tappone di domani, 190 chilometri con la prima scalata al Sestrière posta a metà percorso, e poi, prima della seconda e conclusiva ascesa verso la celebre località sciistica che funge da arrivo, con lo spauracchio del Giro 2005: il Colle delle Finestre.
Una salita inedita, e durissima stando a quanto dicono quelli che l'hanno provata. 18 chilometri di scalata con una pendenza media del 9%, che non dà tregua perché non si addolcisce praticamente mai, restando sempre tra l'8 e il 10%, con punte del 14%. Non bastassero le pendenze, ci sono 8 chilometri, gli ultimi dell'ascesa, in sterrato. Pietre e terriccio anziché l'asfalto. Un po' come se la Formula 1 decidesse di far disputare un gran premio alle automobili col motore anteriore: un vero e proprio balzo nel passato.
La discesa dal Finestre non è lunghissima (solo 8 km), e quindi lo spazio per recuperare prima della risalita verso Sestrière sarà poco; ma se la tappa verrà corsa come si deve, e cioè senza troppi tatticismi, i distacchi in cima al Finestre saranno tali da scongiurare ricongiungimenti et similia: se chiudiamo gli occhi, non fatichiamo a immaginare i quarti d'ora tra un corridore e l'altro.
In tutto ciò, Savoldelli parte dal primo posto. La cronometro torinese lo ha visto partire piano, controllato, e uscire forte alla distanza, lanciandosi sulla tecnica discesa di Superga. Al primo intertempo, dopo 8,7 km, Savo aveva solo 5" su Simoni, il più vicino dei rivali, e 27" su Spanky Rujano. Sulla salita, il venezuelano recuperava vistosamente (portandosi a 9" dal Falco), mentre Simoni perdeva altri 9". Tra il primo tratto di discesa e il falsopiano verso Pino Torinese, Savoldelli ricacciava indietro Rujano (a 40"), e guadagnava ulteriori 17" su Gibo.
Alla fine della corsa, Savoldelli fa meglio di Simoni di 1'11", e di Rujano di 1'36". Il che, riportato alla classifica, significa giovarsi di 2'09" sul trentino e di 3' netti sul sudamericano: un margine che sarebbe di sicurezza se non ci fosse da affrontare quel che abbiamo descritto sopra. Proprio l'indecifrabilità della tappa di domani ci trattiene dal considerare fuori dai giochi anche Garate e Honchar, quinto e sesto in graduatoria, mentre Di Luca, pur quarto a soli 8" dal gradino più basso del podio, è un po' sfiatato e tra tutti i big è il meno adatto al Finestre.

Marco Grassi    

 

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