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«Attendo lo sprint di Milano» - Così Cadamuro dopo la tappa di Lissone

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Di ruote veloci al Giro d'Italia 2005 ce ne sono tantissime, di ruote velocissime altrettante; e se fino ad ora Robbie McEwen ed Alessandro Petacchi si sono spartiti l'intera pagnotta degli sprint compatti con tre vittorie a testa, ecco che alla ribalta del proscenio del ciclismo mondiale si affacciano velocisti nostrani non ancora all'altezza ed alla velocità dei big riconosciuti, ma quasi.
Simone Cadamuro, veneziano della Domina Vacanze, è uno di loro: uno che non si accontenta di preparare il Giro d'Italia, seppur sia riconosciuta come la vetrina preferita dal proprio team e dal proprio sponsor, ma che comunque si è adoperato per condurre una campagna del Nord da validissimo outsider nelle corse a lui più congeniali; nel gruppo dei migliori alla Gand-Wevelgem fino al secondo passaggio sul Kemmelberg (comunque buonissimo 8° all'arrivo, secondo solo dietro a Steels - e davanti a Boonen, ndr - nella volata del gruppo), 3° al GP Escaut, 2° in una tappa della Tre Giorni di La Panne, ancora una volta dietro all'esperto belga della Davitamon-Lotto.
Lo incontriamo in un albergo ad Ubiale Clanezzo, in Val Brembana, la sede abituale della Domina Vacanze che Gianluigi Stanga ha individuato come luogo migliore per il recupero dei propri atleti in vista delle ultime tappe, le più aspre, delle tre settimane rosa: «Oggi ho fatto una gran bella volata - precisa subito Cadamuro, ancora in tenuta da strada - ma sono un po' dispiaciuto perché non ho potuto farla al pari dei primi tre nell'ordine d'arrivo. Praticamente Vogels mi ha fatto un buco davanti di 30 metri, distanziandomi così da Velo, Petacchi, Zabel e Bettini quando mancavano 500 metri all'arrivo. Sono rammaricato proprio perché poi, nonostante io sia stato al vento per un bel pezzo, chi si trovava alle mie spalle non è riuscito a passarmi, anzi sono stato io a riprendere Velo ed a piazzarmi quarto».
Cadamuro è pimpante, nonostante le due tappe di alta montagna che lo hanno visto soffrire, quasi come tutti gli altri velocisti del resto («tranne Zabel, che inspiegabilmente riesce sempre a passarci ed arrivare con uno dei primi gruppi», ci tiene a sottolineare Simone), e ci spiega come «gli organizzatori si sono finalmente accorti che non siamo delle bestie, ed oggi hanno avuto il buonsenso di spostare la partenza oltre la neve ed il cattivo tempo, neutralizzando anche il tempo dei corridori alla fine del primo giro del circuito (sarebbe stato neutralizzato all'ingresso dello stesso in caso di pioggia all'arrivo, come è successo a Marina di Grosseto). In questo modo si permette alle squadre dei velocisti di portare avanti i propri uomini con meno traffico, e gli stessi uomini di classifica possono rilassarsi e lasciarsi sfilare prima della bagarre senza rischiare inutilmente a stare in testa al gruppo a delle velocità delle volte folli».
Le tappe adatte ai velocisti non sono più molte, anche perché «se si arriva in volata a Varazze, provo a rendere il favore a Mirko Lorenzetto, che oggi è stato molto bravo a pilotarmi alla ruota di Vogels, in quinta posizione utile per la volata. Anche perché la volata di Milano la voglio fare assolutamente io, quindi preferirei saldare il debito in Liguria, onde evitare di ripensarci in vista della passerella finale».
Una sfilata, quella di Milano, che non vedrà molti dei protagonisti che hanno preso il via da Reggio Calabria il 7 maggio, «e chi non stava male ha sbagliato ad andar via, visto che qualche altra occasione per mettersi in mostra c'era. Per carità, nessuno augura a nessun altro disgrazie da ritiro o cose del genere, perché come è capitato ad altri potrebbe capitare benissimo a me. Spero di fare una bella volata a Milano, chiunque siano i miei avversari».
Nei suoi programmi c'è il Tour de France, un doppio impegno che vedrà protagonisti pochi dei corridori ancora presenti al Giro d'Italia (senza contare, quindi, McEwen, Kirsipuu e Cooke che già hanno preso la via di ritorno verso i propri lidi), e che quindi accresce ancora di più il palmares di partecipazione di Cadamuro; ma prima l'appuntamento per il velocista veneto è con la Cronosquadre di Eindhoven, l'ultima "chicca" del Pro Tour in quanto ad eventi stravaganti ed in assoluta antitesi con il ciclismo, ed anche se Simone Cadamuro non è un cronoman «la squadra si troverà impegnata su tre fronti, calcolando l'obbligatorietà di partecipazione sia al Criterium del Delfinato che al Giro di Svizzera, quindi la mia presenza è richiesta per "mancanza di alternative"», mentre non c'è in calendario la prova in linea dei Campionati Italiani, in quanto «il percorso ricalca grosso modo quello del Trofeo Matteotti, assolutamente inadatto alle mie caratteristiche, perciò non ha molto senso presentarsi in forma per quell'occasione, meglio rimandare».

Mario Casaldi    

 

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