Reportage Lampre - Intervista a Bennati: «Voglio rifarmi dopo un anno nero»
Versione stampabileMartinelli ha parlato molto, e bene, di te, durante le sue interviste, confidando su Daniele Bennati soprattutto per le classiche del Nord. Avverti questa fiducia da parte della squadra?
«Senz'altro, e mi fa piacere. Vuol dire che sono entrato a far parte di questo gruppo, in sintonia con i compagni ed anche con tutto il personale. Sono molto contento che la preparazione stia procedendo bene, e conto di disputare delle belle prove nelle classiche del Nord».
Ci puoi raccontare la volata di Donoratico al GP Costa degli Etruschi?
«Era un anno che non correvo, quindi per me è stata come una vittoria soltanto arrivare a disputare la volata finale. Non conoscevo le mie condizioni, e per essere la prima gara stavo veramente bene: peccato perché avrei potuto fare meglio, però per ora ci accontentiamo del 6° posto».
Nel 2005 soltanto classiche, o cercherai di affinare la tua preparazione cercando anche qualche vittoria nelle volate di gruppo?
«Io non mi considero un velocista puro...»
Questo lo dichiara anche un certo Petacchi...
(Sorride) «Spero di far bene alle classiche, magari iniziando già da marzo con la Milano-Sanremo. Sicuramente non farò soltanto volate, soprattutto quelle nelle tappe completamente pianeggianti».
Negli ultimi mesi del 2004 e questi primi del 2005 c'è stata una squadra al centro dell'attenzione, soprattutto per quanto riguarda il discorso legato ai regolamenti ed ai ricorsi, ed è la Phonak, squadra svizzera per cui tu hai corso (poco, per la verità) nel 2004. Ci dai un parere "dall'interno" sulla vicenda?
«Io credo che se la Phonak fosse rimasta esclusa del Pro Tour sarebbe stato un vero peccato, perché si rischiava, in un momento decisivo come questo, di perdere uno sponsor importante che ha investito tanti soldi, per colpa di alcuni corridori; e questo non mi sembra giusto. Bastava allontanare gli individui trovati positivi, senza per questo penalizzare necessariamente la squadra, che secondo me non era coinvolta».
L'aver "costretto" alle dimissioni alcuni componenti del team come Pino e Freuler credi sia riconducibile ad una legame con i casi di Camenzind prima ed Hamilton e Pérez Fernández poi o la squadra ha cercato soltanto di dare un segnale forte nel senso di una svolta?
«Potrebbe essere, ma dici bene: senz'altro sono stati invitati a farsi da parte. Sinceramente non so dire se ci fosse o meno un legame, anche perché non ho la possibilità di dare un giudizio profondo visto che la mia condizione del 2004 non mi ha permesso di incontrare molto i dirigenti ed i direttori sportivi della Phonak».
Personalmente, ti è mai successo qualcosa di poco chiaro?
«No, direi proprio di no. Per quel poco che sono stato mi sono trovato benissimo».
Mario Casaldi