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Pellizotti ci crede - Dal Mediterraneo al Tour de France

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Si è appena concluso il Giro del Mediterraneo e sulle strade francesi si è visto all'opera un brillante Franco Pellizotti, il biondo "Delfino di Bibione". Sereno e convinto dei propri mezzi, consapevole di svolgere un ruolo importante in un team nel quale si è subito inserito al meglio, ha raccontato le esperienze ed impressioni vissute nella breve corsa a tappe francese, puntualizzando quelli che sono i suoi programmi sino alla vigilia del Giro d'Italia, periodo in cui si concederà una pausa di riflessione per preparare al meglio la grande avventura al Tour de France.
Franco, al Giro del Mediterraneo hai ottenuto un brillantissimo terzo posto. Non era mai capitato di vederti così in forma ad inizio stagione.
«Devo dire che quest'anno sono riuscito ad allenarmi veramente bene. Qui alla Liquigas credo di aver trovato l'ambiente giusto, una mentalità vincente. Penso che i risultati arriveranno sicuramente, perché stiamo lavorando con la dovuta tranquillità e questo per un atleta è fondamentale».
Quest'anno tu correrai il Tour e non il Giro; è per questo motivo che sei competitivo già a febbraio?
«Sicuramente, non correndo il Giro d'Italia sono cambiati i miei obiettivi ed ho cercato di allenarmi molto bene nell'inverno per poter avere una condizione in crescendo da febbraio sino a fine aprile. I risultati si stanno vedendo e speriamo di continuare su questa strada».
Quindi ti aspettavi già di essere in una buona condizione?
«Diciamo di sì. Il Giro del Mediterraneo ha rappresentato il mio debutto e sinceramente, in allenamento mi sembrava di andar bene. Però correre una vera e propria competizione insieme a tutti gli altri corridori è tutta un'altra cosa. La breve corsa a tappe francese rappresentava per me un test importante e posso esser più che contento del risultato».
Sembra che sia stata una corsa molto agonistica; già il primo giorno nella tappa Sanremo-Mentone ci sono stati dei distacchi significativi.
«Quel giorno Voigt è stato veramente forte. Ha sorpreso tutti andandosene sul Poggio ma nessuno pensava che potesse giungere al traguardo. Le squadre dei velocisti insieme alla nostra tiravano a tutta, ma l'atleta tedesco ha fatto veramente un gran numero ed è riuscito ad arrivare da solo a Mentone».
Il Poggio veniva affrontato nello stesso senso di marcia della Milano-Sanremo?
«Sì, per ben due volte, da Sanremo si tornava indietro in direzione Genova e si affrontava l'asperità del Poggio, dopodiché proseguendo sull'Aurelia sino al confine, si raggiungeva la città di Mentone, posta in territorio francese».
Nel complesso, nei suoi cinque giorni, è stata una corsa tirata?
«In certi frangenti è stata anche abbastanza controllata. La Csc è una squadra che riesce sempre a preparare benissimo l'inizio stagione ed aveva atleti al top della condizione. È riuscita ad attaccare e ad amministrare. Era palese la loro superiorità. Comunque devo anche dire che noi della Liquigas ci siamo difesi con onore e ci siamo comportati molto bene».
Uno dei momenti più importanti e più attesi è stato sicuramente l'arrivo sul Mont Faron.
«Quel giorno abbiamo provato anche ad attaccare, ma Voigt ha risposto sempre molto bene ed a cinquecento metri dal traguardo è partito lungo ed è riuscito a vincere facendo la differenza. Ho tentato di tenergli la ruota ma devo dire che andava veramente forte».
La Liquigas si è comportata bene anche nella cronosquadre.
«Se devo essere sincero, noi abbiamo corso per vincerla; in squadra c'erano fior di passisti quali Cipollini, Backstedt, Andriotto, Sironi; tutta gente molto forte. Siamo partiti molto convinti, però purtroppo siamo stati anche sfortunati».
In che senso?
«Per quanto concerne le partenze, non è stata seguita la logica dei piazzamenti dei singoli, ma del team nel suo insieme. In sostanza anziché penultimi come poteva sembrare più opportuno, siamo partiti come terza squadra. Nel finale abbiamo trovato un vento fortissimo che però con il susseguirsi delle partenze è andato via via, placandosi. Purtroppo nel finale, dove si poteva far velocità nei tratti in discesa, abbiamo trovato molto vento contrario e la Csc è riuscita a guadagnare ben trenta secondi nei nostri confronti, così come pure le altre squadre. Prima di quel tratto a circa dieci chilometri dalla conclusione, la Liquigas vantava il miglior tempo».
Come ti sono sembrati gli altri corridori al Giro del Mediterraneo?
«A parte quelli della Csc che stavano andando veramente forte, ho visto un buon Rebellin, molto tranquillo ed in crescendo. Era venuto per prepararsi e credo lo abbia fatto nel migliore dei modi. Da Frigo mi sarei aspettato sinceramente qualcosa di più, mentre ho visto bene Mirko Celestino».
Dove proseguirà la tua attività agonistica?
«Il Trofeo Laigueglia, poi venerdì partirò per la Spagna per disputare sabato il Trofeo Puig. Successivamente sempre in Spagna la Vuelta Valenciana e la Clasica de Almeria. Seguirà poi la Parigi-Nizza, la Milano-Sanremo, la Settimana Internazionale Coppi e Bartali per proseguire con Paesi Baschi, Amstel Gold Race e Liegi-Bastogne-Liegi. La prima parte della stagione la concluderò in Italia con GP di Larciano e Giro di Toscana».
Un pensierino per il Trofeo Laigueglia?
«Vedremo. Sto bene e ci proverò. Bisogna però dire che stando a quello che si è visto negli ultimi anni, il percorso non è in grado di fare troppo la differenza».

Roberto Sardelli

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