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Dalla Russia con furore - Menchov anticipa tutti a Morella

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Non era un arrivo in salita indimenticabile, viste pendenze blande e lunghezza ridotta. Era un antipasto, niente di più, e ad un antipasto non potevamo chiedere la sostanza di un'intera portata, non potevamo pretendere che i big si scornassero sin da questa quinta tappa. Eppure, se in classifica cambia poco, a parte il precipitare del povero Vinokourov, bisognerà studiarsela bene, questa frazione.
Aspettavamo Cunego e Valverde, e invece è spuntato Menchov, che non è certo una seconda scelta, visto che comunque anche il suo nome circolava alla vigilia, ma che non scalda - per il momento - come i suoi due giovani colleghi. Il duello fra Damiano e Alejandro non si è in realtà visto, perché quando il veronese ha messo il naso davanti, sulla penultima salita, Valverde se ne stava tranquillo al coperto, aspettando, com'era giusto che facesse, l'ascesa finale. E quando la salita di Morella è arrivata, si è rivelata forse troppo corta per Cunego, che ha lasciato fare, rimanendo stavolta lui nel gruppo, mentre il murciano tentava una tardiva rimonta su Menchov.
A questo punto, però, bisogna fare due conti: visto che il nostro principale rappresentante resta a 1'23" dalla testa della classifica (1'14" da Valverde), e visto che il prossimo appuntamento vero, sabato, sarà la cronometro di 40 chilometri, il che fa presumere che il gap aumenterà, la tappa di domenica diventa fondamentale. Non sarà la più dura della Vuelta, ma sull'arrivo in salita di Alto de Aitana Cunego dovrà staccare i suoi rivali e guadagnare terreno in classifica. Se ciò non succede, sarà fatale che Damiano perda interesse nella corsa spagnola, e magari si ritiri come più volte annunciato. Se, come tutti ci auguriamo, succede, il vincitore del Giro troverà certo gli stimoli giusti per andare avanti.
La vittoria di Menchov e la sua scalata alla classifica (guidata da oggi, all'ennesimo passaggio di consegne in casa Us Postal, da Beltran, che non è l'ultimo arrivato e può puntare a un posto nei primi dieci) mettono in ottima situazione la Illes Balears: col russo terzo a 4" dalla maglia oro, e Mancebo settimo a 39", è sin troppo facile immaginare che i due faranno un ottimo lavoro in parallelo d'ora in poi. In particolare lo spagnolo, lo abbiamo visto ben vivo, e pronto nelle tappe precedenti anche a cercare secondi di abbuono sui traguardi volanti.
La tappa di Morella rilancia alla grande anche Aitor Gonzalez. Dopo due anni di anonimato, l'uomo della Fassa Bortolo si è dimostrato finalmente brillante anche in salita, attaccando addirittura. Non sarebbe sconvolgente immaginarlo in testa alla classifica sabato sera, dopo la crono. Deve recuperare 52", lotterà contro il tempo e contro Menchov, ma anche contro Hamilton (che in classifica gli sta 2" davanti) e Cadel Evans. Quest'ultimo, al momento quinto in graduatoria a 16" dall'oro, salva il bilancio della T-Mobile, terremotata da un'infezione intestinale che ha provocato il ritiro di Wesemann, Hiekmann e Botero, ma soprattutto la terribile sofferenza di Vinokourov, che si è staccato già in pianura e poi ha chiuso a 17' dai primi.
Una vera disdetta per il kazako, che sta vivendo una stagione particolarmente sfortunata: caduto al Giro di Svizzera e quindi assente al Tour, puntava tutto sulla Vuelta, e si ritrova fuori gioco già nella prima settimana. Su di lui si contava per vedere grande spettacolo in salita, e invece, a parte miracoli difficilmente pensabili, Vino non vincerà. Se ripartirà domani (ed è da vedere), potrà allora riciclarsi in spalla di Evans, che un paio d'anni fa sfiorò la vittoria al Giro d'Italia, e sul campo viene promosso capitano della squadra tedesca.
Altre sensazioni: benino la Liberty Seguros, che ha lavorato a lungo per Heras e Nozal, e in effetti il secondo ha provato l'allungo sull'ultimo strappo, mentre il primo ha ben controllato la situazione, e in classifica è a ridosso dei primi. Bravo anche Sastre, che si accredita ulteriormente come possibile vincitore a Madrid, dopo aver già ben figurato al Tour.
L'altra Italia: malissimo Caucchioli, ancora staccato e ormai rassegnato a una Vuelta da comprimario, ottimo invece Cioni, che sul Torremiró ha pure provato ad attaccare, ed è sempre nel gruppo degli eletti. Bella giornata anche per Piepoli, che quando sta bene lotta alla pari con i più forti del plotone. Garzelli ha invece un po' deluso, dopo averci illusi a Soria. A Stefano manca ancora qualcosa, altrimenti avrebbe fatto meglio del 23esimo posto a 21" da Menchov (e a 12" da Cunego e soci); ma in classifica il varesino non è lontanissimo, e non è detto che non trovi una buona gamba nei prossimi giorni. In fondo se la Spagna schiera 5 punte (le ripetiamo, in ordine di classifica: Valverde, Mancebo, Aitor Gonzalez, Sastre, Heras) e il resto del mondo una e forse tre (Hamilton c'è, Landis e Evans sono da valutare), noi potremmo anche sperare di averne tre anziché due: Garzelli insieme a Cunego e Cioni. Melium abundare quam deficere, vero?

Marco Grassi    



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