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Ora vogliamo anche Parigi - Simoni può ripetersi al Tour

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Se c'è al mondo un corridore in grado di mettere i bastoni tra le ruote a Lance Armstrong, in questo momento, quell'uomo è Gilberto Simoni. Il Gilberto Simoni che abbiamo ammirato per tre settimane al Giro d'Italia, il Gilberto Simoni imbattibile in salita ma capace anche di staccare i rivali a cronometro. Il Gilberto Simoni capace di attaccare ogni giorno, in una maniera sconosciuta ai consueti rivali del texano sulle strade francesi. E' solo ancora una speranza, ovviamente, e si scontra con la certezza di un avversario fortissimo, che incentra l'intera stagione sulla Grande Boucle, mentre l'italiano si è già speso tanto al Giro.
Ma per ora va già bene così. Non è da tutti vincere due Giri d'Italia in tre anni, lasciandosi alle spalle una cocente delusione come quella dell'esclusione (ingiusta) di dodici mesi fa. Ciò vuol dire che Simoni non ha bisogno di un'affermazione al Tour per avere la patente del fuoriclasse, che tutti gli riconoscono senza dubbi. La corsa francese sarebbe, a questo punto, una gustosa ciliegina.
Non saremo troppo ottimisti nel dare per certa una prestazione da protagonista da parte di Simoni al Tour? Probabilmente no. Gilberto ha veramente le carte in regola per dar filo da torcere ad Armstrong, e lo ha dimostrato per tutto il Giro: la prima settimana è stata di contenimento e attenzione a quanto succedeva intorno. Presente ma non troppo a Terme Luigiane, nella prima occasione in cui i big si facevano vedere davanti, ha aspettato il Terminillo per dimostrare che per la vittoria tutti avrebbero dovuto fare i conti con lui: secondo dietro a Garzelli, ma dopo aver messo alla frusta il varesino per tutta la salita.
Il capolavoro, per sua stessa ammissione, il trentino l'ha compiuto a Faenza, attaccando sugli Appennini e conquistando la maglia rosa in anticipo rispetto alle tabelle di marcia che tutti avevamo in mente. Sì, perché la tappa deputata all'impresa di Simoni era quella del Monte Zoncolan: e infatti la maglia rosa non ha tradito le attese, andando a vincere sull'inedito, durissimo arrivo friulano. Ma poi, e questo è il bello della vicenda, non si è mai accontentato. Ha stravinto la frazione della Dolomiti, mentre i rivali arrancavano e i margini aumentavano. A Bolzano il secondo capolavoro inatteso: anziché patire da Garzelli distacchi, lo ha staccato a sua volta, allungando in classifica ma soprattutto instillando in tutti la certezza, a una settimana dal termine, che il Giro non gli sarebbe sfuggito (salvo cataclismi). Il tempo di recuperare le energie spese e riecco Simoni protagonista sulle Alpi Piemontesi, in una giornata terribile e spettacolare in cui, sotto la pioggia e la grandine, al numero uno della classifica è mancato solo il successo di tappa, ceduto a Frigo che aveva collaborato con lui nel finale. Garzelli, complice una caduta, si è definitivamente arreso proprio sulla strada per Chianale. Simoni, invece, sentiva che gli mancava quel successo lasciato a Frigo, e ha deciso di rifarsi il giorno dopo, alla Cascata del Toce, ultimo arrivo in salita di questo Giro. Una vittoria tutta e solo sua, da non dividere con nessuno: "A me non hanno mai regalato niente".
E' anche in questa rinnovata determinazione, in questa nuova cattiveria che Gilberto lascia intravedere più di una possibilità di imporsi al Tour. Di certo non sarà il carattere a fargli difetto. Lo aspettiamo con ansia a Parigi, poco più di un mese lo (e ci) separa dal grande evento transalpino. Speriamo che per lui siano settimane serene e impegnate, impegnate nel mantenere una condizione eccellente e nel trovare la giusta concentrazione. Tanto la calma dei forti, quella posseduta da chi ha già fatto il suo dovere per intero, il nostro Gilberto già ce l'ha.

Marco Grassi    

 

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