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L'arcobaleno di Giorgia - Bronzini d'oro nella corsa a punti | Cicloweb

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L'arcobaleno di Giorgia - Bronzini d'oro nella corsa a punti

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Quando arrivi nella finale di un campionato del mondo con tutti i favori del pronostico, per di più in una prova come la corsa a punti in cui è necessaria non solo una grande condizione fisica ma anche quella dovuta scaltrezza e sangue freddo per non farsi sorprendere dalle insidie che in ogni tornata si possono nascondere, o si è grandi atleti oppure la sorte e la tensione del momento possono giocare brutti scherzi. Quest'oggi invece Giorgia Bronzini si è consacrata una volta di più non solo come semplice velocista di rango nelle corse su strada ma soprattutto come pistard di altissimo livello che ha nella corsa a punti la sua prediletta terra di conquista.
È suo quell'iride scintillante sul podio, la prima medaglia per quest'Italia non troppo fortunata in questa rassegna, tra giornate-no, colpi di scena e medaglie di legno. È suo quell'iride che finora la corsa a punti le aveva regalato solo nella categoria juniores nel 2001 (oltre a due titoli Europei, conquistati sempre nel 2001 e nel 2003, quest'ultimo da Under 23), alla faccia della sorte che in questi Mondiali ha voluto praticamente tutti i vincitori delle classifiche di specialità in Coppa del Mondo decisamente sotto tono. È suo questo iride voluto a tutti i costi, con la rabbia ancora in corpo per quel quarto posto nello scratch giunto tra le polemiche per il modo in cui la britannica Armitstead rientrò in gruppo l'altro giorno dopo la caduta e con la consapevolezza di chi già negli anni scorsi in cuor suo sapeva di valere le migliori del mondo ma che a causa del regolamento, che vuole una sola atleta per nazione iscritta alla finale, era stata costretta ad assistere da spettatrice alle ostilità.
Siamo certi però che quest'oggi un sorriso grande così sia ben stampato anche sul volto di Vera Carrara, che per due volte in un passato per nulla troppo lontano ci aveva portato sul tetto del mondo e che lo scorso anno, nel suo ultimo mondiale, era salita nuovamente sul podio conquistando il bronzo dietro Trine Schmidt e la fenomenale Marianne Vos poi anche olimpionica e quest'anno assente.
Tra l'altro mentre tutti eravamo intenti a gustarci la finale iridata, proprio la Vos nel frattempo in quel di Cittiglio prendeva gli ennesimi applausi da quel pubblico italiano che ormai ha imparato a celebrarne le straordinarie doti, andando a vincere la prima prova di Coppa del Mondo. Tanto di cappello ovviamente, ma ci si chiede più che altro come mai la prova d'apertura di un'altra rassegna di assoluto interesse per gli appassionati come la Coppa del Mondo femminile sia stata collocata da federazione ed UCI in una data concomitante a quella dei mondiali su pista, togliendo di fatto ogni possibilità di difesa del titolo della campionessa uscente. Era pertanto la grande occasione per Giorgia per raccogliere un'eredità sì pesante ma per nulla impossibile e lei non ha fallito.
Una gara iniziata sotto le insegne del controllo fino al primo sprint, in cui la piacentina ha già fatto vedere di essere in ottima giornata, conquistando i primi 3 punti alle spalle della vincitrice dello scratch, ovvero la cubana Yumari González Valdivieso. Altre dieci tornate di relativa calma e, dopo un breve tentativo della canadese Whitten e della francese Jeuland, nuova volata questa volta chiusa in terza posizione da Georgia dietro a Goss e Armitstead.
Nel corso del 22esimo giro è giunto il primo momento importante, andato un po' a rompere la tranquillità in gruppo: parte la neozelandese Ellis a cui si accoda la tedesca Gebhardt, con il gruppo che non chiude immediatamente, dando modo così ad altre atlete di evadere per quella che potrebbe diventare un'azione pericolosa, dal momento che si inseriscono Pauliukaite, Machacova, l'esperta Slyusareva e poi anche la svizzera Wolfer. Nove atlete al comando quindi con la Olaberria che si aggiudica il terzo sprint ed il gruppo alle spalle chiamato alla reazione, con la Bronzini sempre attentissima e pronta in testa quando la Van Dijk con una notevole accelerazione cerca di chiudere il gap con le atlete all'attacco.
Dopo il nuovo sprint, vinto questa volta dalla ceca Machacova sulla Whitten e la Wang, il gruppo si è ricompattato, prima che la colombiana Calle Williams assieme alla bielorussa Papko provasse un breve tentativo di caccia, con la nostra Bronzini ancora prontissima in testa al gruppo a rispondere. Ancora nulla di fatto quindi e Giorgia che si collocava a ruota della González a due tornate dallo sprint, che però ha premiato nuovamente la cubana proprio davanti all'azzurra. Nelle dieci tornate successive altro allungo della Papko prima e poi, con molta più veemenza, della coppia asiatica costituita dalla cinese Wang e dalla rappresentante di Hong Kong Wong, che difatti continuando nella loro azione sono poi in quest'ordine transitate nello sprint mentre la Bronzini, preceduta dalla Armitstead, è andata a prendersi un altro punto che l'ha portata ad una sola lunghezza dalla González.
La corsa quindi è andata avanti su altri tentativi operati prima dalla Ellis con Giorgia bravissima a reagire con Pauliukaite e Whitten e poi dalla stessa Pauliukaite, che è partita molto più decisa, puntando alla conquista del giro. Prima del settimo sprint però tutti col fiato sospeso per una caduta della Papko che coinvolgeva anche la Jeuland, la Slyusareva (tutte costrette al ritiro) ed anche la Wolfer, poi ripartita. Intanto la Pauliukaite è transitata per prima al nuovo traguardo mentre Armitstead in seconda posizione ha nuovamente preceduto la Bronzini, che però in questo modo ha potuto conquistare la testa della gara con 11 punti.
Superato il 70° giro nuova azione orchestrata dalle asiatiche Wang e Wong, con il gruppo ancora a lasciar fare e la cinese Wang nuovamente prima allo sprint mentre la Bronzini ha conquistato dietro la Olaberria un nuovo punto, appaiandosi così proprio con la Wang a 12 punti nella classifica intermedia. Una manovra sconsiderata della Armitstead ha poi regalato un nuovo brivido, dato che la britannica, spostandosi, è andata a tagliare la strada all'americana Olds, che è pertanto finita a terra, prima di quella che si è rivelata l'azione decisiva della gara.
Partita nuovamente la Ellis, la Bronzini è stata prontissima a rispondere assieme alla Pauliukaite e la Machacova, tanto che poi, col rientro della Wolfer, si è formato un quintetto al comando che ha costretto la Armitstead a rispondere decisamente. A questo punto la Bronzini si è trovata in posizione perfetta nella preparazione del nuovo sprint e dopo il suono della campana è riuscita a saltare ottimamente la britannica, andando così a vincere la penultima volata, con Ellis e Goss rispettivamente 3a e 4a. Una condotta di gara magistrale che ha quindi riportato in testa la piacentina con 17 punti ed un solo sprint ancora da disputare, con l'unico compito di fare molta attenzione agli ultimi tentativi di caccia che potevano svilupparsi.
Concretamente però solo la colombiana Calle Williams e la Olds hanno nuovamente tentato la sortita, seguite poi dalla Pauliukaite, ma di fatto le ostilità si sono chiuse. L'ultimo sprint ha visto prevalere con orgoglio la cubana González Valdivieso, che è andata così a prendersi la medaglia d'argento mentre la Armitstead col terzo posto ha conquistato un bronzo che sicuramente non soddisfa appieno la Gran Bretagna. Intanto la Bronzini è andata a completare il suo splendido pomeriggio onorando anche l'ultimo sprint e conquistando quindi quell'ultimo punto che l'ha decretata vincitrice della prova con 18 punti, contro i 15 della González e i 13 della Armitstead.
Momento di festa quindi per la venticinquenne piacentina, che prima di salire sul podio per la cerimonia di premiazione e ascoltare quindi l'Inno di Mameli, ha dichiarato ai microfoni: «Sono orgogliosa di quanto ho fatto, è stata la mia rivincita su tutto. Tenevo a questo successo e dopo aver conquistato anche la Coppa del Mondo questa è stata la ciliegina sulla torta. Sono stata guidata perfettamente dal CT Salvoldi e voglio quindi dedicare il successo a tutto lo staff e alla gente che mi ha seguito».
Con la Bronzini esulta quindi tutto il clan azzurro, che proprio in quest'ultima giornata è riuscito nell'intento di cancellare quello zero nel medagliere che cominciava ad apparire alquanto ingeneroso.

Vivian Ghianni

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