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Campionati del Mondo su pista - UCI Track Cycling World Championship | Cicloweb

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Campionati del Mondo su pista - UCI Track Cycling World Championship

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Mondiali, maglie iridate, quanti sogni e quanti obiettivi per tifosi e corridori, per tecnici ed appassionati. Che la pista è un settore del ciclismo che in Italia tira poco lo sappiamo, ma i Mondiali sono Mondiali, sempre. Vi offriamo un report quotidiano su ciò che accadrà dal 25 al 29 marzo 2009 in quel di Pruszkow, Polonia, sperando di festeggiare insieme qualche bel risultato azzurro. In ogni caso, applausi per tutti: vincitori e non.

Indice puntate:
24 marzo - La vigilia: Teniamoli d'occhio!
25 marzo - 1a giornata: Già record del mondo
26 marzo - 2a giornata: Fenomeno Phinney!
27 marzo - 3a giornata: Bronzini senza bronzo
28 marzo - 4a giornata: MadMadison
29 marzo - 5a giornata: Frisoni ancora beffata
29 marzo - 5a giornata: L'arcobaleno di Giorgia

Domenica 29 marzo: Frisoni ancora beffata
Quinta e ultima giornata di emozioni nel velodromo di Pruszkow con i restanti 4 titoli da assegnare: Keirin donne, Omnium uomini, Corsa a punti donne e Sprint maschile.
Le sessioni del mattino si aprono con le prime tre gare dell'omnium maschile: Sprint sui 200 metri, vinto dal neozelandese e campione mondiale uscente Hayden Godfrey (tempo 10"502), davanti a Tim Veldt (Olanda) e Zachary Bell (Canada); Scratch, con la vittoria del tedesco Robert Bartko sull'australiano Leigh Howard e l'ucraino Volodymyr Diudia; Inseguimento individuale, dove la miglior prestazione è stata fatta dall'ucraino Volodymyr Dyudya con il tempo di 3'17"055, seguito dal fenomeno americano Taylor Phinney e dal russo Artur Ershov.
Cominciano anche le sessioni del Keirin donne a cui prende parte anche Elisa Frisoni in una batteria davvero difficile con la francese Clara Sanchez e l'australiana Anna Meares (che passeranno al primo turno), la colombiana Garcia Orrego, la britannica Varnish, l'olandese Hijgenaar e la cinese Lulu Zheng: sebbene Elisa non si qualifichi direttamente con questa batteria, riuscirà a passare al secondo turno grazie alla vittoria nei ripescaggi.
Le sessioni pomeridiane si aprono con le semifinali dello sprint maschile, in cui si affrontano i due francese Gregory Bauge e Kevin Sireau in una batteria e l'australiano Shane Perkins (vincitore della Coppa del Mondo) contro la sorpesa malese Azizulhasni Awang nell'altra. Il derby transalpino si risolve due volate a zero per Gregory Bauge, sebbene nell'ultima volata il compagno di squadra Kevin Sireau perda il controllo della ruota davanti e cada.
L'altra semifinale viene invece vinta a sorpresa dal malese Awang per due volate a zero; si deve quindi accontentare della finale per il bronzo il vincitore della Coppa del Mondo Shane Perkins.
Inizia il secondo turno del keirin ed Elisa Frisoni conducendo una volata quasi perfetta cominciata purtroppo dalla sesta posizione riesce a piazzarsi al terzo posto ed a passare alla finale per l'oro. Nell'altra batteria clamorose eliminazione, invece, sia di Victoria Pendleton che di Simona Krupeckaite.
L'Omnium maschile affronta la quarta prova in programma, ossia la corsa a punti, vinta a sorpresa dall'olandese Tim Veldt (non propriamente adatto a questa prova, essendo uno sprinter) davanti all'australiano Leigh Howard (che si porta così in testa alla classifica) e all'ucraino Dyudya.
Nella finali del keirin donne, per l'oro c'è la nostra italiana Elisa Frisoni contro l'australiana Anna Meares, la cinese Shang Guo, le francesi Sandie Clair e Clara Sanchez e l'olandese Willy Kanis. Elisa Frisoni si trova a partire in seconda posizione, ma quando parte lo sprint rimane un po' chiusa e finisce in coda al gruppo; gli ultimi due giri è costretta a inseguire utilizzando la scia delle francesi e di nuovo viene beffata per un soffio: per pochi centimetri si piazza nuovamente al quarto posto dietro la cinese Shang Guo, la francese Clara Sanchez e l'olandese Willy Kanis.
Si conclude anche l'ominium maschile con il km da fermo, vinto ancora da Tim Veldt col tempo di 1'03"089, davanti all'americano Taylor Phinney e all'australiano Leigh Howard, che così rafforza la sua posizione in classifica e vince la medaglia d'oro con 19 punti, davanti al canadese Zachary Bell (21 p.) e all'olandese Tim Veldt (24 p.). Il giovanissimo campione americano Taylor Phinney si piazza al sesto posto nella generale con 32 punti.
Ultime volate per lo sprint maschile: la finale del bronzo lascia vita facile al francese Kevin Sireau, che vince due volate a zero sull'australiano Shane Perkins. La finale per l'oro invece si combatte con le unghie e con i denti tra il francese Gregory Bauge, vincitore della prima volata per un paio di centimetri, e il malese Azizulhasni Awang, vincitore nettamente della seconda volata.
Sono così costretti a fare la volata decisiva con tutto il pubblico che parteggia per la sorpresa malese: stavolta però Bauge non si fa sorprendere e quando è a tre quarti di pista ha già raggiunto e superato il malese. Vince in questo modo il suo primo titolo mondiale.
Ma non sono finite le finali, per l'Italia c'è molto da festeggiare nella corsa a punti con Giorgia Bronzini, ma della forte atleta piacentina ne parliamo più diffusamente qui.
Si conclude così questo Mondiale, senza lo strapotere della Gran Bretagna e il ritorno di due storiche nazioni della pista: Australia e Francia. Questo Campionato del Mondo sarà però ricordato per la nascita di uno dei più grandi campioni della storia di queste discipline: l'americano Taylor Phinney.
Andrea Collinelli, ct della Nazionale italiana maschile, ci ha lasciato alcuni commenti sui risultati degli atleti italiani: «Elia Viviani ha iniziato con la corsa a punti prima della quale, purtroppo, forse per emozione, ha avuto un blocco di stomaco non gli ha permesso di essere lui, ma come abbiamo visto per l'americana si è ripreso e abbiamo fatto una bella corsa, anche grazie a Angelo Ciccone, nonostante non abbiamo preso una medaglia. Probabilmente la corsa sarebbe stata diversa se non ci fosse stata la caduta di Kennaugh. Per quanto riguarda Alessandro De Marchi, sapevamo che era qui per fare esperienza sebbene ci si aspettava un tempo un po' più basso. Alex Buttazzoni nello scratch, invece, è stato invece un po' sfortunato a non prendere la fuga giusta, ma ha fatto comunque quarto nella volata finale».
Ci si ritrova l'anno prossimo a Copenhagen.

Questi nel dettaglio i risultati della quinta ed ultima giornata:
Keirin - Donne
1. Shuang Guo (Cina)
2. Clara Sanchez (Francia)
3. Willy Kanis (Olanda)
4. Elisa Frisoni (Italia)
Omnium - Uomini
1. Leigh Howard (Australia) 19 punti
2. Zachary Bell (Canada) 21 punti
3. Tim Veldt (Olanda) 24 punti
Sprint - Uomini
Finale per l'oro (2-1):
1. Gregory Bauge (Francia) 10"406 - 10"281
2. Azizulhasni Awang (Malesia) 10"499
Finale per il bronzo (2-0):
3. Kevin Sireau (Francia) 10"443 - 10"316
4. Shane Perkins (Australia)
Corsa a punti - Donne
1. Giorgia Bronzini (Italia) 18 punti
2. Yumari Gonzales Valdivieso (Cuba) 15 punti
3. Elizabeth Armitstead (Gran Bretagna) 13 punti

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Sabato 28 marzo: MadMadison
Serata davvero incredibile e piena di sorprese e colpi di scena a Pruszkow: non c'è stata nemmeno una prova che non abbia lasciato a bocca aperta.
Si è cominciato il pomeriggio con le qualificazioni dello sprint maschile, nelle quali il francese Bauge ha fatto segnare un grandissimo tempo di 9"930, salvo poi perdere la propria batteria agli ottavi ed essere costretto a rientrare con i ripescaggi. Altre vittime illustri degli ottavi i tedeschi Nimke (vincitore ieri del km da fermo) e Levy (vincitore del keirin e bronzo olimpico). Si ritrovano così ai quarti di finale 3 francesi (Bauge, Bourgain, Sireau), 3 britannici (Crampton, Kenny, Ross), un australiano (Perkins) e un malese (Awang). E qui c'è il colpo di scena più clamoroso: nessun britannico supera i quarti e quindi domani il titolo di campione del mondo detenuto da Hoy è destinato a lasciare il Regno Unito.
Il pomeriggio è proseguito con le prime prove dell'omnium femminile. Questa disciplina è una specie di pentathlon del ciclismo su pista: cinque specialità (sprint, scratch, inseguimento, corsa a punti, 500/1000m) per le quali la posizione ottienuta nella singola gara coincide al punteggio risultante. Al termine delle cinque prove, vince così chi ha riportato il punteggio più basso. Le prime specialità del pomeriggio sono state lo sprint (vinto da Hijgenaar), lo scratch (vinto da Whitten) e l'inseguimento (vinto da Sereikaite). In queste gare si è comportata benissimo l'italiana Elisa Frisoni che si è classificata rispettivamente terza, sesta e tredicesima.
La sessione serale è cominciata con le semifinali dello sprint femminile ed ecco qui un'altra sopresa davvero inaspettata: Simona Krupeckaite, favorita per entrare nella finale per l'oro, viene battuta due volate a zero dall'olandese Willy Kanis e si deve accontentare di partecipare alla finale per il bronzo. Vince facile invece la sua semifinale Victoria Pendleton contro la bielorussia Olga Panarina e si prepara, difficile quest'altezza immaginare altri scenari, a stravincere l'ennesima medaglia d'oro.
Si prosegue intanto con l'ominum ed è la volta della corsa a punti che finisce ad appannaggio dell'austrliana Tomic davanti alla cubana Rodriguez e ancora alla nostra Elisa Frisoni che sale così al quarto posto in classifica generale a 5 punti dal podio.
Prima dell'attesa Americana, si svolgono le prime due volate per le finali dello sprint femminile: Simona Krupeckaite, pur delusa, vince in scioltezza la sua prima volata, che la proietta verso la terza medaglia a questi mondiali (dopo l'oro dei 500m e il bronzo dello sprint a squadre). Victoria Pendleton dal canto suo fatica non poco con la smaliziata olandese Willy Kanis, che sfrutta alcune leggere scodate per tener dietro la britannica, la quale comunque ha la meglio al fotofinish.
Ma ecco che alle 19:30 parte la prova regina delle 6 Giorni e delle prove endurance della pista: il Madison o Americana. 18 coppie si presentano sull'ovale: i grandi favoriti sono i danesi Rasmussen-Morkov, sfidati dai tedeschi Kluge-Pollack (vincitori della Coppa del Mondo), dai giovanissimi australiani Howard-Meyer, dagli svizzeri Marvulli-Aeshbach e dai britannici Cavendish-Kennaugh. L'Italia si presenta con una coppia nuova formata dal giovanissimo Elia Viviani e dall'esperto Angelo Ciccone, duo che aveva mostrato già buone cose a Copenhagen piazzandosi al secondo posto nella prova di Coppa. La corsa parte davvero a ritmi blandi e per i primi 60 giri non succede niente di particolarmente interessante: proprio a causa di questi ritmi blandi una coppia davvero poco accreditata, ovvero la coppia della Repubblica Ceca, Martin Blaha e Jiri Hochmann guadagna rapidamente il giro. Il gruppo pare disinteressarsi di questo giro di vantaggio, ma andando avanti con la prova ci si accorge che l'attacco dei cechi, unici a pieni giri, può risultare importante.
Alcune coppie cominciano a studiare attacchi più o meno convinti, che non sortiscono però alcun effetto; ad un certo punto attacca un colombiano e subito lo segue Cavendish, cui si accoda il nostro Angelo Ciccone. Pare veramente un attacco deciso e Gran Bretagna e Italia sono anche ben piazzate a livello di punteggio. Neppure il tempo di ragionare ed ecco che succede l'imponderabile: uno dei due colombiani, quello che stava in alto a riposo, rallenta troppo e scivola rovinosamente giù dalla parete della pista investendo in pieno il britannico Peter Kennaugh. L'inglese viene spinto contro la balaustra, la sua bici si rompe e si crea un enorme trambusto in seno al gruppo: qualcuno rallenta, altri si allungano, si perde la testa della corsa.
I danesi si ritrovano davanti e guadagnano il giro senza che altri se ne accorgano. Persino la regia polacca perde il conteggio dei giri di vantaggio e dei giri che mancano all'arrivo. Dopo circa 25/30 giri caotici il gruppo ritorna compatto e gli australiani sferrano il loro attacco decisivo, attacco che immaginano di portare per l'oro, ignari del fatto che la Danimarca era già tornata a pieni giri: in cinque tornate si riportano sulla coda del gruppo, probabilmente convinti di aver già vinto, con soli 10 giri alla conclusione. La resa dei conti s'è avuta solo nel tagliare il traguardo e nel veder esultare la coppia danese, la cui gioia fa da contraltare alla grande delusione degli australiani. Più che buona alla fine la prova della nostra coppia italiana (settima con 10 punti e un giro di ritardo): i due azzurri si sono dimostrati sempre pronti nei momenti caldi e, senza la caduta di Kennaugh, si sarebbero potuti ritrovare in una zona ben diversa della classifica. Bravi ad approfittare della confusione i danesi Alex Rasmussen e Michael Morkov (che gareggiano alla corte di Bijarne Riis nella Saxo Bank), vittoriosi quindi davanti agli australiani Leigh Howard e Cameron Meyer e ai cechi Martin Blaha e Jiri Hochmann.
Segue la seconda volata per la finale dello sprint femminile. La finale del bronzo se la aggiudica Simona Krupeckaite e tutti si preparano a festeggiare il terzo mondiale consecutivo per Victoria Pendleton quando l'olandesina Willy Kanis, lasciano tutti a bocca aperta, vince la sua volata e constringe la regina dello sprint alla volata di spareggio. La tensione è molto alta e si nota facilmente. La volata decisiva viene condotta dall'olandese, che controlla a distanza la Pendleton: Victoria vuole fare davanti questa volata e si lancia molto presto, ma la Kanis le sbarra la porta e si trova costretta a recuperare di nuovo, pare troppo in ritardo, ma si lancia in un disperato colpo di reni... e vince per 4 cm! Al termine della prova esplode in un pianto a dirotto per la tensione emotiva che portava dentro: voleva vincere questa medaglia, a tutti i costi. Così forte, così umana Victoria.
Ultima prova dell'omium femmile i 500m con partenza da fermo prova che si addice molto alla nostra Elisa Frisoni, ma che si adatta soprattutto a Yvonne Hijgenaar che ha solo un punto in più di Elisa. Vince infatti questa prova davanti a Blyth e proprio Elisa Frisoni. Elisa ha ancora qualche speranza di salire sul podio se Tomic e Whitten fanno peggio di lei e una arriva almeno nona: purtroppo faranno 7a e 8a e la nostra italiana si deve accontentare della medaglia di legno e di un podio sfiorato per un solo punto. Vittoria a Josephine Tomic, che porta così a 3 le medaglie d'oro australiane, davanti a Tara Whitten (Canada) e a Yvonne Hijgenaar (Olanda).

Questi nel dettaglio i risultati della quarta giornata:
Madison - Uomini
1. Danimarca (Alex Rasmussen - Michael Morkov) 22 punti
2. Australia (Leigh Howard - Cameron Meyer) 2 punti
3. Repubblica Ceca (Martin Blaha - Jiri Hochmann) 0 punti
[...]
7. Italia (Elia Viviani - Angelo Ciccone) 10 punti a 1 giro
Sprint - Donne
Finale per l'oro (2-1):
1. Victoria Pendleton (Gran Bretagna) 11"897 - 11"714
2. Willy Kanis (Olanda) 11"665
Finale per il bronzo (2-0):
3. Simona Krupeckaite (Lituania) 11"227 - 11"524
4. Olga Panarina (Bielorussia)
Omnium - Donne
1. Josephine Tomic (Australia) 26
2. Tara Whitten (Canada) 27
3. Yvonne Hijgenaar (Olanda) 27
4. Elisa Frisoni (Italia) 28

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Venerdì 27 marzo: Bronzini senza bronzo
Terza giornata di gare a Pruszkow ancora ricca di emozioni e sorprese ed un po' di rammarico in chiave italiana, con Giorgia Bronzini rimasta appena giù dal podio nello scratch femminile e costretta pertanto ad accontentarsi della cosiddetta "medaglia di legno".
La prima finale di giornata ha visto impegnati gli uomini nel Chilometro da fermo e dopo sei anni di distanza dal precedente successo il tedesco Stefan Nimke è riuscito a tornare sul tetto del mondo. Esulta quindi nuovamente la Germania dopo il successo di Levy nel keirin nella giornata di ieri grazie alla ragguardevole prova dell'esperto trentunenne, che ha fatto capire subito come il suo tempo fosse difficilmente battibile: partito infatti più lentamente rispetto ad altri concorrenti per via di un rapporto molto più lungo, Nimke ha via via incrementato il suo vantaggio nei vari intertempi fino a fermare il tempo finale su un ragguardevole 1'00"666 ( tempo quasi... diabolico se si tenesse conto delle ultime tre cifre) a oltre 59 orari di media.
Ma oltre al vecchio che ritorna in questa prova c'è spazio anche per il nuovo che avanza, un nuovo testimoniato nuovamente dallo straordinario talento di Taylor Phinney che, dopo essersi consacrato come più giovane iridato di sempre nell'inseguimento individuale, è andato a prendersi l'argento in 1'01"611, pagando quindi quasi un secondo a Nimke ma offrendo ugualmente una prova notevolissima, considerando il fisico molto meno possente dei chilometristi puri. Inoltre che il piazzamento dell'americano non sia affatto casuale è testimoniato dal successo ottenuto dallo stesso Phinney nel chilometro poco più di un mese fa nell'ultima prova di Coppa del Mondo a Copenaghen.
Sul terzo gradino del podio si è accomodato il sorprendente malese Mohd Risal Tisin con il suo 1'01"658, a dimostrazione degli enormi progressi fatti dalla nazione asiatica nelle discipline veloci, mentre grosse delusioni sono arrivati per il vincitore della Coppa del Mondo Bolibrukh (solo 11° in 1'02"860), per l'Olanda col vincitore uscente Teun Mulder 6° in 1'02"209 e per la Francia che resta sorprendentemente giù dal podio con D'Almeida 4° in 1'02"034 e Pervis (che ha avuto una difficile uscita dal blocco) addirittura 13° in 1'02"976.
Successivamente è stata la volta delle donne con la finale dello scratch sulla distanza di 10 chilometri distribuiti in 40 giri. Prima parte di gara in cui è prevalso totalmente il controllo, se è vero che un paio di tentativi di caccia della canadese Whitten sono stati presto rintuzzati, con la Armitstead e la Romanyuta costantemente in testa al gruppo a fare buona guardia mentre la Bronzini si manteneva nelle ultime posizioni. Proprio allo scoccare del giro di boa, con la prima metà di gara completata, è stata la statunitense Shelley Olds ad uscire dal gruppo, non trovando questa volta un'immediata reazione, tanto che l'atleta americana è rimasta in testa da sola per circa cinque tornate; nel corso del 25° giro però sono uscite dal gruppo anche la spagnola Olaberria e di nuovo la Whitten, che si sono in breve tempo riportate sulla Olds, con la situazione destinata a farsi ulteriormente interessante quando sul terzetto si è riportata anche la svizzera Wolfer assieme ad altre due atlete.
A questo punto però c'è stata la reazione del gruppo con la Armitstead in prima persona e con la Bronzini che si è finalmente portata con decisione nelle prime posizioni del gruppo che nel frattempo era tornato compatto, ed è rimasta sempre molto attenta nel controllare le mosse dell'australiana Belinda Goss. A poco meno di dieci tornate dal termine però si è registrato un brivido in gruppo con una caduta di alcune atlete che ha coinvolto anche la Armitstead e la francese Jeuland, ovvero due delle atlete di spicco, cosicchè c'è stato un giro di stallo per permettere a tutte le protagoniste di ritornare in gruppo.
Con il conto delle tornate che andava via via sempre più riducendosi era inevitabile iniziare a pensare alla soluzione allo sprint e a due giri dal termine era la campionessa uscente, ovvero l'olandese Van Dijk, a cercare di alzare ulteriormente l'andatura, anche se a quel punto le possibilità per lei si erano ridotte sempre più; ultimo giro con la volata praticamente lanciata e con la Bronzini ancora in quinta-sesta posizione che non è riuscita a trovare il varco per avanzare ulteriormente mentre davanti la Armitstead veniva sopravanzata dalla cubana Yumari González Valdivieso, che superava in prima posizione l'ultima curva imponendosi così sull'inglese vincitrice dell'ultima Coppa del Mondo di specialità (in cui aveva preso parte a 3 prove vincendole tutte e 3) mentre per il bronzo l'australiana Goss riusciva a precedere la Bronzini al fotofinish, con l'azzurra che è riuscita a contenere anche il ritorno della francese Jeuland, con la Van Dijk subito dietro al sesto posto.
Successo per la cubana González quindi, che torna a vestire l'iride dopo il titolo conquistato nel 2007 a Palma di Maiorca e dopo l'argento dello scorso anno a Manchester. Per la Bronzini un podio solo sfiorato ma con la possibilità di trovare il riscatto in quella corsa a punti in cui arriva a questa rassegna iridata coi favori del pronostico e che rappresenta quindi per lei l'obiettivo principale.
Infine è stata la volta dell'Inseguimento a squadre che, dopo due anni in cui sono arrivati altrettanti titoli mondiali e un titolo olimpico, ha visto abdicare un quartetto britannico che ha deciso di guardare decisamente al futuro (del gruppo storico infatti è stato schierato il solo Edward Clancy assieme ai ben più giovani Bellis, Kennaugh e Burke). Gli inglesi hanno chiuso le qualifiche col terzo tempo assoluto, che li ha portati a disputare la finale per il bronzo contro la Nuova Zelanda (che al contrario si conferma ancora protagonista della specialità sia al maschile che al femminile), in cui però sono stati sempre in svantaggio nei confronti dei rivali che si sono pertanto aggiudicati la medaglia dal metallo meno nobile.
Alla delusione inglese fa da contraltare l'immensa gioia della Danimarca, che proprio ai britannici si era piegata nell'ultima rassegna iridata e alle Olimpiadi di Pechino. Rasmussen, Madsen, Christensen e Jorgensen però questa volta sono riusciti a spezzare l'incantesimo e a battere in una finale avvincente il giovanissimo quartetto australiano (forte di Bobridge e Cameron Meyer, già sul podio con un argento e un oro in questi mondiali), che era partito fortissimo, restando in testa nel primo chilometro di gara.
I danesi sono poi riusciti nella loro rimonta, anche se l'essere rimasti in 3 con il quarto ed ultimo chilometro ancora da percorrere ha senza dubbio complicato le cose, se è vero che il quartetto australiano ha avuto una reazione d'orgoglio e si è riavvicinato molto. Alla fine danesi che hanno chiuso in 3'58"246 contro il 3'58"863 dell'Australia per un podio che rende comunque merito ad entrambe ed è sicuro segno del rinnovamento in atto.
La giornata odierna ha visto poi anche l'inizio del torneo della velocità femminile, che già dalle qualifiche ha mostrato come le grandi favorite siano indubbiamente la vincitrice uscente Victoria Pendleton e Simona Krupeckaite, autrici del primo e secondo tempo sui 200 metri. Per Elisa Frisoni il 14esimo tempo di qualifica ha significato dover incontrare subito un'avversaria ostica come la cinese Jinjie Gong nei sedicesimi; la veronese però è stata bravissima ad imporsi nella prova secca con il tempo di 12"110, anche se poi il più che proibitivo scontro con la Krupeckaite negli ottavi si è inevitabilmente risolto col successo della lituana.
Frisoni costretta quindi ai ripescaggi, dove la sua avventura è stata interrotta nella batteria a tre con la McCulloch e la tedesca Welte, che ha visto il successo dell'australiana ma con la consapevolezza che con avversarie sempre molto competitive sarebbe stato molto difficile fare di più. Per lei comunque i mondiali non finiscono qui, visto che sarà ancora impegnata sia nel Keirin che nell'Omnium.
I quarti di finale hanno poi decretato la composizione delle semifinali, dove sono arrivate prevedibilmente la Pendleton (2-0 all'australiana McCulloch) e la Krupeckaite (che invece si è imposta 2-0 sull'olandese Hijgenaar), che ora dovranno vedersela rispettivamente con la bielorussa Panarina (che ha fatto fuori alla bella per 2-1 la cinese Shuang Guo al termine di un'ultima volata contestata, in cui i giudici non hanno ritenuto opportuno squalificare la bielorussa nonostante un'evidente deviazione di traiettoria nei confronti dell'avversaria) e con l'olandese Willy Kanis (anche per lei un 2-1 nei confronti dell'ucraina Lyubov Shulika, vincitrice di Coppa del Mondo ma troppo ingenua nel farsi beffare dall'olandese soprattutto nel secondo sprint).

Questi nel dettaglio i risultati della terza giornata:
Chilometro - Uomini
1. Stefan Nimke (Germania) in 1'00"666
2. Taylor Phinney (Usa) in 1'01"611
3. Mohd Rizal Tisin (Malesia) in 1'01"658
Scrath - Donne
Finale per l'oro:
1. Yumari González Valdivieso (Cuba)
2. Elizabeth Armitstead (Gran Bretagna)
3. Belinda Goss (Australia)
4. Bronzini (Italia)
Inseguimento a squadre - Uomini
Finale per l'oro:
1. Danimarca (Christensen, Jorgensen, Madsen, Rasmussen) in 3'58"246
2. Australia (Bobridge, Dennis, Howard, C. Meyer) in 3'58"863
Finale per il bronzo:
3. Nuova Zelanda (Gough, Latham, Ryan, Sergent) in 4'00"248
4. Gran Bretagna (Bellis, Burke, Clancy, Kennaugh) in 4'01"838


Giovedì 26 marzo: Fenomeno Phinney!
Il suo nome si era già cominciato a sentire da un paio di anni grazie ai Campionati del Mondo Juniores (2008, inseguimento individuale), ma è oggi che si consacra un grandissimo campione e uno dei maggiori talenti di sempre sull'ovale: questo è l'americano Taylor Phinney, diciottenne del Colorado (compirà 19 anni il 27 giugno prossimo), capace di far segnare in qualificazione dell'inseguimento individuale il tempo di 4'15"160, il terzo migliore della storia di questa discipina. In finale non gli riesce di avvicinarsi a questo risultato (segnerà infatti 4'17"631), ma diventa ugualmente il più giovane Campione del Mondo della pista.
Le finali si sono aperte alle 19.15 con lo scratch maschile e l'attesa era forte per la presenza di Mark Cavendish; lo scratch però è una prova molto aleatoria, non si può prevedere e in ogni momento possono cambiare le carte in tavola e stasera è stato Travis Meyer (fratello di Cameron vincitore ieri della corsa a punti) a volerle mischiare. Dopo circa 25 giri (su 66 da percorrere) porta via una fuga formata da 6 atleti: lo stesso Meyer (Aus), Kneisky (Fra), Colla (Arg), Muller (Aut), Mori (Jpn) e Kovalev (Rus). La fuga non guadagna subito terreno, ma costantemente aumenta il suo vantaggio rispetto al gruppo principale di cui facevano parte grandi nomi come lo svizzero Marvulli, Cavendish (che dopo pochi giri dall'inizio gara aveva anche tentato un attacco), il belga Mertens, vincitore della Coppa del Mondo e anche l'italiano Alex Buttazzoni. A pochi giri dal termine, circa 15, la fuga raggiunge il gruppo e si porta ad un giro di vantaggio; in quel momento Cavendish tenta un'impresa impossibile, lascia il gruppo principale e si porta da solo all'inseguimento. L'attacco non gli riuscirà e il francese Kneisky imposta una volata perfetta vincendo nettamente su Colla e Muller. Travis Meyer mattatore della corsa ha speso troppo e si ritrovato così in quarta posizione. Alex Buttazzoni ha fatto una discreta corsa e si è piazzato all'undicesimo posto.
Seconda finale di serata è stato lo sprint a squadre femminile: le qualificazioni avevano già dato delle sorprese come l'eliminazione di Olanda (Willy Kanis e Yvonne Hijgenaar) e della Cina (Jinjie Gong e Lulu Zeng). La finalina per il bronzo ha visto scontrarsi la Francia (Clair, Sanchez) contro la Lituania (Gaivenite, Krupeckaite): è stato facile per la Lituania vincere questa finale, dato che la bella prova della Gaivenyte, di poco in ritardo rispetto a Sandie Clair, ha permesso la grande rimonta di Simona Krupeckaite, che ha superato Clara Sanchez nei metri finali.
Bella la gara per la maglia iridata con di fronte due nazionali importanti e forti come l'Australia di Anna Meares e Kaarle McCulloch e la Gran Bretagna con Shanaze Reade e Victoria Pendleton. È qui che si ribaltano tutti i pronostici della vigilia, visto che la coppia australiana ha preparato una vera prova di coppia e Anna Meares passa molto in anticipo rispetto a Shanaze Reade rendendo così impossibile il recupero di Victoria Pendleton su Kaarle McCulloch. Con questa vittoria l'Australia si porta in testa al medagliere con due medaglie d'oro, due d'argento e un bronzo.
È stato quindi il momento della finale più attesa, quella dell'inseguimento individuale. Per il bronzo si sono affrontati il belga Dominique Cornu (vincitore del campionato del mondo a cronometro Under 23 nel 2006) e l'ucraino Volodymir Dyudya (vincitore della coppa del mondo di questa specialità nel 2007/2008): è stata una vittoria facile del belga che si è sempre trovato in vantaggio e alla fine ha fatto segnare il tempo di 4'22"347.
Salgono quindi in pista i grandi protagonisti di questa serata, 37 anni in due, Jack Bobridge (Australia), 20 anni da compiere il prossimo 13 novembre, e il grande talento americano Taylor Phinney. Fino a due chilometri dall'inizio gara la prova è stata estremamente combattuta e l'americano si è anche trovato in svantaggio ma, superato il momento di affaticamento, si è però ripreso e, giro dopo giro, ha macinato una velocità incredibile andando a vincere con più di due secondi su Bobridge segnando il tempo di 4'17"631. Ai microfoni delle televisioni subito dopo la prova ha dichiarato: «Avevo già fatto buone prestazioni quest'anno in Messico, sono davvero soddisfatto. Ho avuto un momento di difficoltà, ma mi sono subito ripreso. Devo dire che qui in Polonia si sta bene. Mi aspettavo, sì, che altri ragazzi facessero ottime prestazioni, è un bel segnale».
Per l'Italia ha partecipato alle qualifiche Alessandro De Marchi che si è piazzato al 18esimo posto con il tempo di 4'35"916. Delusioni di questa prova sicuramente l'irlandese O'Loughlin, grande interpete di questa disciplina in Coppa del Mondo, lontanissimo dai primi, e il russo Markov.
Quarta finale l'inseguimento a squadre femminile, prova recentissima, nata lo scorso anno, che ha visto in pista per il bronzo l'Australia e l'Olanda e per l'oro la Gran Bretagna e la Nuova Zelanda.
on questa prova finalmente sale il contatore della Gran Bretagna, ancora a quota zero sotto la voce "medaglie d'oro": le britanniche infatti si sono imposte sulla Nuova Zelanda con il tempo di 3'22"720 seppure per un momento sembrava che la Nuova Zelanda fosse in grado di rimontare sulle britanniche. Probabilmente le atlete oceaniche hanno pagato lo sforzo di voler recuperare a tutti i costi. Al terzo posto l'Australia.
A questa prova ha partecipato anche la nazionale italiana con Borchi, Guderzo e Tagliaferro e si è piazzata al 12esimo posto con il tempo di 3'35"661.
Ultima finale di questa serata il keirin maschile: una prova veloce e molto imprevedibile vista anche l'importanza dell'estrazione per la posizione dietro la moto. Le qualifiche avevano già tolto protagonisti importanti come Jason Kenny (Gbr), Kevin Sireau (Fra) e il vincitore della Coppa del Mondo di specialità Awang (Msa).
In finale si sono ritrovati due britannici (Crampton e Edgar), il francese Pervis, il tedesco Levy, l'olandese Mulder e il russo Borisov. La partenza è già scoppiettante e nelle tre posizioni finali dietro la moto, Pervis si infila tra i due inglesi impedendo loro il gioco di squadra; davanti c'è il tedesco Levy che continua a voltarsi perchè partire davanti è troppo pericoloso così, appena la moto se ne va si fa sfilare in terza posizione. E qui scatta la tattica inglese: parte Crampton che dovrebbe portarsi a ruota Ross, ma qualcosa non funziona e Ross non riesce a prendere la scia del compagno di squadra; Crampton si trova così davanti solo e deve impostare la sua volata, dalla sua terza posizione controlla tutto Maximilian Levy e a un giro dal termine si porta a condurre e nessuno riesce a passarlo. Vince con una bicicletta di vantaggio su Pervis e Mulder. Fallito miseramente il gioco di squadra britannico e su questo dovranno meditare.

Questi nel dettaglio i risultati della seconda giornata:
Scratch - Uomini
1. Morgan Kneisky (Francia)
2. Angel Dario Colla (Argentina)
3. Andreas Muller (Australia)
[...]
11. Alex Buttazzoni (Italia) a un giro
Sprint a squadre - Donne
Finale per l'oro:
1. Australia (Meares, McCullock) in 33"149
2. Gran Bretagna (Reade, Pendleton) in 33"380
Finale per il bronzo:
3. Lituania (Gaivente, Krupeckaite) in 33"495
4. Francia (Clair, Sanchez) in 33"368
Inseguimento individuale - Uomini
Finale per l'oro:
1. Taylor Phinney (Usa) in 4'17"631
2. Jack Bobridge (Australia) in 4'20"091
Finale per il bronzo:
3. Dominique Cornu (Belgio) in 4'22"347
4. Volodymyr Dyudya (Ucraina) in 4'28"297
[...]
18. Alessandro De Marchi (Italia) in 4'35"916
Inseguimento a squadre - Donne
Finale per l'oro:
1. Gran Bretagna (Armitstead, Houvenaghel, Rowsell) in 3'22"720
2. Nuova Zelanda (Ellis, Nielsen, Shanks) in 3'23"993
Finale per il bronzo:
3. Australia (Ankudinoff, Kent, Tomic) in 3'24"972
4. Olanda (Koedooder, Pieters, Van Dijk) in 3'29"379
[...]
12. Italia (Borchi, Guderzo, Tagliaferro) in 3'35"661
Keirin - Uomini
1. Maximilian Levy (Germania)
2. Francois Pervis (Francia)
3. Teun Mulder (Olanda)

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Mercoledì 25 marzo: Già record del mondo
Prima giornata di gare a Pruszkow e subito grandi emozioni tra gare appassionanti e pronostici sovvertiti, ma soprattutto una prima giornata chiusa sorprendentemente a quota zero dalla Gran Bretagna alla voce "titoli conquistati", il che non vuol dire che i grandi dominatori delle piste nel 2008 siano improvvisamente spariti dalla circolazione, ma che lì dove finiscono i demeriti britannici iniziano i giusti meriti di avversari che si sono rivelati assolutamente all'altezza.
La prima finale in programma ha visto scendere in pista le donne per i 500 metri da fermo e già qui si è registrato il primo botto: la lituana Simona Krupeckaite, portacolori anche in questa stagione della Safi Pasta Zara-Titanedi, ha infatti stampato uno straordinario 33"296 - ad una media di 54 km orari - che le è valso in un colpo solo la conquista della maglia iridata ed il nuovo record del mondo, strappato alla detentrice Anna Meares, che in ben quattro occasioni in passato era riuscito a migliorarlo. Proprio la rediviva australiana, con un ottimo 33"796, sembrava potesse tornare a salire sul gradino più alto del podio, ma alla fine si è vista doppiamente beffata dalla Krupeckaite che già in Coppa del Mondo aveva mostrato nelle prove veloci eccellenti condizioni di forma. Buon terzo posto e bronzo per la regina della velocità Victoria Pendleton, che ha forse in questa prova il suo tallone d'Achille, ma che comunque con questa prestazione può guardare con fiducia alla sua specialità prediletta. Prove deludenti per la detentrice del titolo Lizandra Guerra (7a con 34"358) e per la vincitrice di Coppa del Mondo Jinjie Gong (solo 13esima con 35"442), mentre Elisa Frisoni non è riuscita a concludere in top ten con il 12esimo tempo (35"409), anche se questa prova era da considerarsi soprattutto utile per testarsi in vista delle gare dei prossimi giorni.
Subito dopo è stata la volta della Corsa a punti maschile, in cui c'era attesa per la prova di Elia Viviani, accreditato di lusinghiere condizioni di forma. Per il veneto della Marchiol, però, la serata è stata fin da subito difficile, con poche apparizioni in testa al gruppo ed una costante presenza nelle retrovie, il che - alla fine - ha prodotto un 18esimo posto finale, con nessun punto conquistato ed un giro di distacco. Niente allarmi, comunque, in quanto il veronese resta il miglior talento del nostro settore in prospettiva e la crescita può inevitabilmente passare anche attraverso queste esperienze. La gara comunque è stata di assoluto interesse ed ha portato l'australiano Cameron Meyer a vestire l'iride per la prima volta nella categoria Élite (vinse infatti tre titoli da juniores nel 2006); professionista della Garmin, già lo scorso anno sfiorò il podio (fu quarto) in questa specialità. La prima parte della gara è vissuta sulla buona vena del britannico Chris Newton, vincitore della Coppa del Mondo e deciso a regalarsi anche il Mondiale, che è riuscito a far suo il secondo sprint e a controllare con attenzione i vari tentativi di caccia, e poi dalla verve dello spagnolo Eloi Teruel Rovíra, che più volte ha cercato di portar via l'azione che potesse consentirgli di conquistare il giro di vantaggio, senza riuscirci, anche se tra il 60esimo e 70esimo giro il suo tentativo in collaborazione con Rybin (Ucraina), De Ketele (Belgio) e Seo (Corea del Sud) gli ha comunque permesso di imporsi nei due sprint e conquistare virtualmente la leadership. Intanto anche il danese Kreutzfeld ha continuato nella sua ottima gara (vittorioso nel 3° e nell'8° sprint) e si è posto quindi nel pronostico per il successo finale. Newton a quel punto ha cominciato a curare la ruota dello spagnolo Teruel mentre Kiryienka ha tentato una decisa sortita che però gli ha portato in dote solo il successo nel decimo sprint. Superate le 110 tornate, però, Cameron Meyer si è mosso deciso dal gruppo sulla scia dell'americano Colby Pearce, non trovando l'immediata reazione del gruppo, con l'australiano che è andato a far suo il 12esimo sprint mentre Newton e Teruel hanno proseguito nel loro controllo prendendosi gli ultimi punti a disposizione. L'azione di Meyer e Pearce è proseguita anche quando dalle retrovie è rinvenuto molto forte il tedesco Kluge, ed in seconda battuta Kiryienka, ma il nuovo successo nello sprint dell'atleta della Garmin lo ha fatto entrare definitivamente in gioco per il successo finale. Ricompattatosi il gruppo dei primi, il successivo sprint ha visto il successo di Kreutzfeldt, ma il 2° posto di Meyer portava a due sprint dalla conclusione addirittura un terzetto a quota 19 punti, con Newton che si è visto appaiato dal danese e dall'australiano. A 20 tornate dalla fine, ancora Meyer si è imposto nel 15esimo sprint su Kreutzfeldt, mentre Newton si è fatto sorprendere non racimolando alcun punto; ragion per cui poteva essere l'ultimo sprint a decidere il tutto. Ecco, però, che Vasil Kiryienka, vincitore uscente, ha tentato il colpo con un'azione violenta assieme al francese Kneisky, che in caso di riuscita avrebbe sancito il capolavoro del bielorusso e punito l'ingenuità degli inseguitori. L'azione del corridore della Caisse d'Epargne (6° alla fine e comunque ottimo protagonista) si è però attenuata e, unita alla reazione del gruppo nel finale, il suo successo nell'ultima volata ha difatto sancito la vittoria di Cameron Meyer con 24 punti davanti all'ottimo Kreutzfeldt e ad un deluso Newton.
La terza finale ha visto assegnare il titolo nell'inseguimento individuale, dove nelle qualificazioni (assente l'Italia) erano rimaste escluse dalla finale - tra le altre - nell'ordine l'olandese Van Dijk (sesto tempo), la canadese Whitten (settima) e l'ucraina Galyuk (ottava). In base ai tempi sono giunte all'epilogo finale l'inglese Wendy Houvenaghel, che godeva dei favori del pronostico, e la neozelandese Alison Shanks. La partenza della britannica è stata buona, ma l'eccessiva foga ha probabilmente finito per tradirla, se è vero che la Shanks ha mantenuto sempre una condotta lineare che l'ha portata a recuperare lo svantaggio e ad incrementarlo via via fino al 3'29"807 che le ha permesso di riportare la Nuova Zelanda sul tetto del mondo nella specialità (tra le donne) cinque anni dopo il successo di Sarah Ulmer. Nella finale per il bronzo, altra delusione per i colori britannici e seconda medaglia di giornata per la Lituania con la campionessa europea Vilja Sereikaite, che ha avuto la meglio su Joanna Rowsell, vincitrice della Coppa del Mondo.
Giornata conclusa con la finale della velocità a squadre tra gli uomini, che nelle qualifiche aveva visto l'esclusione dalla finale dell'Olanda dopo il quarto posto dello scorso anno, a dimostrazione della decisa inversione di tendenza degli orange, che difatti non sono andati oltre il settimo tempo. La finale per l'iride ha riproposto lo scontro tra Francia e Gran Bretagna e per il quarto anno di fila sono stati i transalpini a spuntarla, con il terzetto composto da Bauge, Bourgain e Sireau (ottima la sua ultima frazione) ad avere la meglio su Kenny, Staff e Crampton, al termine di una contesa sul filo dei centesimi. Bronzo, come nello scorso anno, per il terzetto tedesco, che ha prevalso sull'Australia, che comunque torna a dire la sua nella specialità.

Questi nel dettaglio i risultati della prima giornata:
500 metri - Donne
1° Simona Krupeckaite (Lituania) in 33"296 (nuovo record del mondo)
2° Anna Meares (Australia) in 33"796
3° Victoria Pendleton (Gran Bretagna) in 34"102
[...]
12° Elisa Frisoni (Italia) in 35"409
Corsa a punti - Uomini
1° Cameron Meyer (Australia) con 24 punti
2° Daniel Kreutzfeldt (Danimarca) con 22 punti
3° Chris Newton (Gran Bretagna) con 21 punti
[...]
18° Elia Viviani (Italia) con 0 punti a un giro
Inseguimento individuale - Donne
Finale per l'oro:
1° Alison Shanks (Nuova Zelanda) in 3'29"807
2° Wendy Houvenaghel (Gran Bretagna) in 3'32"174
Finale per il bronzo:
3° Vilja Sereikaite (Lituania) in 3'33"583
4° Joanna Rowsell (Gran Bretagna) in 3'35"209
Velocità a squadre - Uomini
Finale per l'oro:
1° Francia (Gregory Bauge, Mickael Bourgain, Kevin Sireau) in 43"510
2° Gran Bretagna (Matthew Crampton, Jason Kenny, Jamie Staff) in 43"869
Finale per il bronzo:
3° Germania (Rene Enders, Robert Forstemann, Stefan Nimke) in 43"912
4° Australia (Daniel Ellis, Shane Perkins, Scott Sunderland) in 43"986

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Martedì 24 marzo: Teniamoli d'occhio!
Si aprirà nella giornata di mercoledì 25 nella BGZ Arena di Pruszkow in Polonia l'edizione 2009 dei Campionati del Mondo di ciclismo su pista, che avrà la sua conclusione domenica 29 marzo. Un anello, quello polacco, che ha già ospitato con successo nello scorso mese di settembre i Campionati Europei riservati alle categorie Under 23 e Juniores, che videro protagonisti anche alcuni atleti presenti in questa rassegna iridata.
Cinque giorni di gare che riproporranno tutte le attenzioni su un esercizio che resta di assoluto interesse, tanto da apparire quasi come forma artistica nei maggiori interpreti e che, nonostante una competitività sempre più elevata, favorita soprattutto da una crescente specializzazione che si riscontra maggiormente nelle discipline veloci, si conferma palestra indispensabile anche per chi decide di concentrare le proprie energie sull'attività da stradista: l'ultimo esempio lampante lo si è avuto proprio pochi giorni fa con lo splendido successo di Mark Cavendish nella Milano-Sanremo, in cui anche dopo 300 km il colpo d'occhio e l'esplosività del pistard sono venute prepotentemente fuori.
Già... Mark Cavendish. "Cannonball", dopo il flop olimpico nel Madison in coppia con Bradley Wiggins, sembrava quasi aver chiuso definitivamente il capitolo pista, se è vero che questo inverno la sua preparazione è stata mirata principalmente alla strada. Invece proprio nelle ultime settimane sono state sciolte le riserve sulla partecipazione del ventitreenne dell'Isola di Man, che potrà così difendere il suo titolo nel Madison in coppia con il talentuoso Peter Kennaugh, che i più attenti ricorderanno strepitoso vincitore a Capodarco lo scorso anno, e che dovrebbe schierarsi al via anche nello scratch. Per un Cavendish ritrovato lo squadrone britannico dovrà purtroppo fare a meno del suo protagonista assoluto, vale a dire Chris Hoy. Il quattro volte campione olimpico è infatti uscito malconcio dall'ultima prova di Coppa del Mondo a Copenaghen ed è stato costretto, pertanto, a rinunciare all'appuntamento iridato, in cui lascerà vacanti i titoli nella velocità e nel keirin. Assenza molto pesante, che i britannici cercheranno di colmare con le performance dei vari Ross Edgar, del giovane "delfino" di Hoy, Jason Kenny, e Matthew Crampton. Neppure Bradley Wiggins sarà presente per difendere il suo titolo iridato nell'inseguimento, in cui le speranze saranno riposte principalmente in Edward Clancy, mentre sempre nel gruppo endurance britannico l'esperto Chris Newton potrebbe essere uno degli uomini da battere nella corsa a punti, di cui è fresco vincitore della Coppa del Mondo.
Non sono solo i britannici, però, a dover far fronte ad assenze di un certo rilievo, se è vero che per motivi vari alcuni dei grandissimi protagonisti degli ultimi anni non saranno della partita: la Francia per la prima volta non vedrà al via Arnaud Tournant, ben 14 titoli mondiali conquistati in carriera oltre a quattro medaglie olimpiche, che ha abbandonato l'attività dopo gli ultimi giochi olimpici di Pechino (e che tra l'altro seguirà la rassegna iridata come commentatore per la tv francese); la Spagna, per lo stesso motivo, non potrà contare sulle prestazioni di Juan Llaneras, campione olimpico in carica nella corsa a punti, mentre un infortunio impedirà la partecipazione all'esperto tedesco Andreas Beikirch, che altrimenti sarebbe stato uno dei pretendenti al titolo nel Madison. Prevedibile anche l'assenza di Theo Bos che, dopo le ultime deludenti apparizioni, ha abbandonato l'attività su pista per concentrarsi definitivamente sull'attività su strada, lasciando quindi nell'Olanda un vuoto che in campo maschile appare difficile da colmare dai vari Teun Mulder e Tim Veldt.
Tra i protagonisti delle prove veloci sicuramente la Francia potrà vantare, oltre al più esperto Mickael Bourgain, anche su un gruppo di giovani interessanti quali Gregory Bauge (apparso molto pimpante nelle ultime prove di Coppa), Kevin Sireau (campione europeo della velocità proprio a Pruszkow lo scorso anno), Michael d'Almeida (da tenere d'occhio soprattutto nel Chilometro) e François Pervis.
Nella Germania, invece, le attenzioni saranno puntate principalmente - oltre che sull'esperto Robert Barko - sul giovane Maximilian Levy, classe 1987, già ottimo protagonista nei tornei della velocità, se è vero che a Pechino conquistò la medaglia di bronzo.
In cerca di soddisfazioni anche l'Australia, soprattutto per ribadire la bontà della propria scuola, forse offuscata soprattutto dai grandi successi britannici: in campo maschile occhio soprattutto a Jack Bobridge (soprattutto nell'inseguimento individuale, in cui uno degli outsider per il titolo potrebbe essere l'americano Taylor Phinney), i fratelli Cameron e Travis Meyer, Jason Niblett, Glenn O'Shea e su Shane Perkins che, soprattutto nel torneo della velocità, tenterà il deciso assalto all'iride.
In chiave italiana, dopo la decisione presa pochi giorni fa di rinunciare al quartetto dell'inseguimento a squadre dopo gli ultimi test, si punterà soprattutto ad effettuare un buon lavoro in prospettiva e le note liete potrebbero senza dubbio venire da Elia Viviani, che proprio su questa pista lo scorso anno conquistò il titolo europeo nello Scratch; proprio Elia sarà il primo azzurro a scendere in pista nella corsa a punti nella giornata inaugurale.
In campo femminile in questi campionati mondiali spicca soprattutto l'assenza di Marianne Vos, capace lo scorso anno di vincere Mondiale e Olimpiade nella corsa a punti, che - dopo un inverno dedicato al ciclocross e culminato anche qui col titolo mondiale - ha preferito disertare l'appuntamento polacco per concentrarsi sulla strada. In casa olandese comunque le possibilità di buon risultato appaiono maggiori rispetto ai colleghi maschi, se è vero che Willy Kanis e Yvonne Hijgenaar si candidano ad un ruolo da protagoniste nelle discipline veloci (tra le favorite per il successo nella velocità a squadre), mentre nelle discipline di endurance sarà Ellen Van Dijk a candidarsi come una delle atlete da battere (campionessa uscente nello scratch, ma buone possibilità per lei anche nell'inseguimento individuale).
Nelle file della Gran Bretagna ovviamente occhi puntati su Victoria Pendleton, la favorita d'obbligo nel torneo della velocità, di cui è campionessa uscente, e che nella velocità a squadre dovrebbe nuovamente far coppia con Shanaze Reade, grande specialista della bmx. In seconda battuta attenzione anche alla giovanissima Jess Varnish, mentre nelle prove di endurance occhio di riguardo per Elizabeth Armistead e Katie Colchlough. Nell'inseguimento individuale sarà invece assente la campionessa uscente Rebecca Romero, ragion per cui saranno Wendy Houvenaghel e Joanna Rowsell a tentare l'assalto iridato (attenzione anche alla neozelandese Shanks e alla lituana Sereikaite, campionessa europea).
Attese protagoniste anche l'Australia, con Anna Meares, Belinda Goss, Josephine Tomic e Kaarle McCulloch; la Francia, specialmente nelle discipline veloci con Clara Sanchez, Virginie Cueff e Sandie Clair; la Germania, con le giovani Miriam Welte e Kristina Vogel; l'Ucraina e la Lituania nella velocità, rispettivamente con Lyubov Shulika e Simona Krupeckaite e occhio di riguardo anche ad una Nazione in sensibile ascesa come Cuba (Lizandra Guerra nei 500 metri e nelle altre prove veloci e Yumari Gonzalez nello scratch).
Nelle file italiane tutte le speranze di podio sono riposte in Giorgia Bronzini, che si presenta al Mondiale da vincitrice della Coppa del Mondo nella corsa a punti e con la possibilità di ben figurare anche nello scratch, mentre nella velocità e soprattutto nel keirin (dove si è ben comportata in Coppa del Mondo) spetterà nuovamente ad Elisa Frisoni cercare di portare a casa un buon risultato.

Questo nel dettaglio il programma dei 5 giorni di gara con l'assegnazione dei vari titoli:
Mercoledì 25
Uomini: Corsa a punti (40 km) e Velocità a squadre.
Donne: 500 metri e Inseguimento individuale.
Giovedì 26
Uomini: Scratch (15km), Inseguimento individuale e Keirin.
Donne: Velocità a squadre e Inseguimento a squadre.
Venerdì 27
Uomini: Chilometro e Inseguimento a squadre.
Donne: Scratch (10 km).
Sabato 28
Uomini: Madison (50 km).
Donne: Omnium e Velocità.
Domenica 29
Uomini: Omnium e Velocità.
Donne: Keirin e Corsa a punti (25 km).

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Vivian Ghianni
Laura Grazioli

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