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Bucciero conquista Soprazocco

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Il percorso del Trofeo Caduti di Soprazocco è ondulato e nervoso, tecnico, lascia pochi attimi di respiro. Dopo un tratto iniziale di 27,8 km, i corridori devono percorrere 7 volte (una in meno degli scorsi anni) un circuito di 11,7 km, per poi effettuare 5 tornate su un percorso di 5,8 km. Alla difficoltà insita nel tracciato - peraltro in certi punti l'asfalto è risultato molto, troppo sconnesso - si è aggiunta quella meteorologica: freddo, vento e soprattutto pioggia hanno reso questa corsa su strada una competizione molto simile al ciclocross (come si può vedere nelle foto, gli atleti sono coperti di fango).
Nonostante il maltempo, era presente tanta gente, a testimonianza di quanto l'avvenimento sia sentito fra gli appassionati del settore. Fra gli altri, si sono scorte le presenze di Danilo Napolitano, Mattia Gavazzi, suo padre Pierino, Alberto Bevilacqua, e Sandro Callari, tecnico della nazionale azzurra.
La corsa è stata movimentata dall'inizio, e diversi, importanti corridori si sono messi in mostra. Nei km conclusivi, una volta rintuzzati gli attacchi, è partito Bucciero, che si è rivalso dal secondo posto ottenuto ieri alla San Geo, imponendosi con classe, per la seconda volta (questa gara infatti è stata sua anche nel 2002), sul traguardo di Soprazocco.
Ma veniamo alla cronaca.
Attorno al km 20 Bruno Rizzi (Pagnoncelli NGC Perrel) si avvantaggia. Al rilevamento cronometrico del km 37, sulla salita del Cavallino, ha un margine di 1'20" dal gruppo.
Al secondo giro, in undici escono dal plotone. Si tratta di Gianluca Moi e Davide Bernini (GS Marco Pantani Rosini), Piergiorgio Camussa (Progetto Ciclismo Alplast), Stefano Colangelo, Marco Baro (Palazzago Saclà), Piotr Mikuzlic (Norda Atala Polonia), Cesare Benedetti e Matteo Montaguti (GS Gavardo Tecmor), Manuel Cimarolli (Schivardi F. Magni), Boris Shpilevskiy (A.C.S. Gruppo Lupi), Volodymyr Zagorodniy (Pagnoncelli NGC Perrel), i quali, al km 44 di corsa, viaggiano a 1'09" dal battistrada, mentre il gruppo dista da Rizzi di 2'11".
Il gruppo inseguitore diventa di 13 unità, poi diminuisce a 12 poiché un corridore fora e si attarda.
Attorno al km 50 il vantaggio di Rizzi è di 2'12". Il fuggitivo incappa nella foratura della ruota posteriore, ma la celerità del cambio e il vantaggio notevole gli permettono di ripartire sempre in testa.
Al km 62, il plotone ha 2'10" di distacco dal portacolori della Pagnoncelli, e meno di 30" da Baro, Montaguti, Osinski e Mikuzlic.
Alla sesta grande tornata Rizzi desiste dall'impresa. Baro diventa il nuovo battistrada. Al comando, insieme a lui, inizialmente si porta Roberto Caccia (Unidelta) poi, nelle successive tornate, lo affiancano Bernini e Vaccari (GS Marco Pantani Rosini). Gli inseguitori sono dieci - Mattia Parravicini (Unidelta), Franco Sidoti (Marchiol Ima Famila), Marco Bandiera, Alessandro Bazzana e Daniel Oss (Zalf Desiree Fior), Jaroslaw Dabrowski e Michal Golas (Norda-Atala-Polonia), Aristide Ratti (Finauto Zoccorinese), Christian Marietta, Alessandro Raisoni-, che viaggiano a 14" dal drappello di Baro.
Il milanese della Palazzago Saclà è il più generoso, e resta al comando anche per quattro dei cinque giri piccoli, che comprendono l'ascesa del Sangiacomo. In questi giri conclusivi Baro viaggia al comando in compagnia di Sidoti. Circa 30" li separano dal plotone, che va via via scremandosi.
I due vengono riassorbiti al penultimo giro.
A questo punto il traguardo è vicino e si scatena la bagarre. Allunga un corridore dell'Unidelta. Dietro, prova ad inseguire Alex Crippa (Palazzago Saclà), e Fabrice Piemontesi (Viris Vigevano) lo imita. Transita poi un gruppetto di una decina di corridori, fra i quali Marco Corti (UC Bergamasca). Altri due gruppetti, più numerosi, inseguono un po' attardati.
Antonio Bucciero (Pagnoncelli NGC Perrel), sugli ultimi metri del San Giacomo allunga e fa il vuoto, raggiungendo subito 14" di vantaggio, che presto diventano 33". Piemontesi e altri tentano l'inseguimento, invano. Altri 2 km, poi il traguardo. Bucciero lo taglia a braccia alzate, ottenendo la seconda vittoria stagionale. Dopo 19" giunge Fumagalli che nello sprint batte Stortoni. Poi, a 36" secondi transitano nell'ordine Rossi, Piemontesi e Capelli. 

Le dichiarazioni dei protagonisti 

Bruno Rizzi, lodigiano, élite 1° anno, Pagnoncelli
«Sono contento della mia prestazione. Non avevamo previsto il mio attacco prima della partenza. Nei primi km si sono avvantaggiati cinque corridori, io - quasi per resistere al freddo - li ho raggiunti e superati. Poi sono rimasto in testa per diversi km. Ho anche forato, ma il margine di vantaggio che ho raggiunto ha fatto sì che l'inconveniente non compromettesse la mia azione. Ad un certo punto sono andato in crisi di fame, e mi hanno raggiunto prima i 3 del gruppetto di Baro, poi gli 11 inseguitori, infine sono tornato nel gruppo. Le prossime corse cui parteciperò sono a Melzo il 5 marzo, poi ci sarà il week-end dell'11-12 marzo che comprende il Giro delle 3 Province e il Balestra». 

Fabrice Piemontesi, novarese, élite 1° anno, Viris Vigevano
«Ho ottenuto un buon risultato, sebbene la condizione non sia ottimale: mi sentivo bene, ma non sono ancora al 100%. È stata una corsa velocissima. Nel finale, Bucciero se n'è andato ed io, insieme a Fumagalli e altri, ho provato ad inseguirlo. Non c'è stato nulla da fare. Poi ho ritentato, mi sono avvantaggiato con Stortoni e Zanderigo. Zanderigo ha iniziato la volata, io ero in seconda posizione, ma mi hanno superato Fumagalli, Rossi e Stortoni. La stagione però è appena cominciata. Mi trovo bene nella nuova squadra, è piccola, mi danno fiducia, e sono il capitano».

Antonio Bucciero, napoletano trapiantato a Brescia, élite 2° anno
«Sono molto felice di questa vittoria. Colgo l'occasione per ringraziare la mia grande squadra, la Pagnoncelli, che mi sostiene e mi dà tanta fiducia, e che ha fatto rinascere in me la passione per la bicicletta, che per un momento, purtroppo, era completamente svanita. Nel 2002, proprio come quest'anno, arrivai secondo alla San Geo e primo a Soprazocco, poi passai professionista. Mi auguro che sia una coincidenza di buon auspicio, per poter passare nuovamente, senza più tornare indietro. Perché smisi di correre? Avevo perso ogni motivazione, tanto che ero ingrassato di 10-12 kg rispetto al mio peso forma. Ero in crisi, per motivi personali ma legati alla bicicletta. Il professionismo è un ambiente troppo diverso dal mondo dei dilettanti, non c'è molto interesse alla persona in sé, ed io non ero pronto per questo salto. Ora invece mi sento più preparato: ho dichiarato che il mio obiettivo è passare al più presto pro'. Mi sento adatto ad affrontare il salto perché so che ora determinate persone all'interno del mio attuale team mi seguiranno anche quando sarò passato di categoria».

Enula Bassanelli

Le foto

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