Corsivo - E Frigo ora è un uomo solo

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Un altro pesce piccolo nella rete dell'antidoping. Dario Frigo, proprio lui, recidivo in quanto già nell'occhio del ciclone nel 2001, è stato arrestato stamattina dalla polizia francese, mentre si accingeva a prepararsi per l'undicesima tappa del Tour.
Circa alle 8.15, Frigo è stato prelevato in hotel a Courchevel dai gendarmi e condotto via per essere sottoposto a un interrogatorio. Il motivo è semplice: ieri sua moglie Susanna, che era venuta da Montecarlo (dove risiede la coppia) per stare col marito nel giorno del riposo, è stata a sua volta fermata con la sua auto. Una rapida perquisizione al mezzo ha consentito alle forze dell'ordine di trovare alcune sostanze sospette, risultate poi essere delle dosi (dieci in tutto) di eritropoietina.
Certamente dei farmaci che non servivano alla signora Susanna, che è stata subito posta in stato di fermo: quindi è scattata la sanzione nei confronti di Frigo (ironia della sorte: per tutta la giornata di martedì il corridore non era riuscito a contattare la moglie - a cui era stato sequestrato il cellulare. Per questo era molto preoccupato e pensava lui stesso di rivolgersi alla Gendarmerie per chiedere lumi).
La squadra del 31enne Dario, la Fassa Bortolo, ha fatto la cosa più semplice che potesse fare: se ne è lavata le mani (come anche l'organizzazione del Tour, subito pronta, per bocca del pessimo Leblanc, a spalare fango sul malcapitato). Già al mattino un portavoce del team si affrettava tutto trafelato a puntualizzare che «è una questione che riguarda il solo Dario Frigo, e non la nostra squadra». Il team manager Giancarlo Ferretti ha usato parole da querela, addirittura: «Frigo è una canaglia» e via andando.
Si può capire lo stato d'animo di Ferretti e soci: proprio in questi giorni stanno negoziando l'entrata nella società di un nuovo sponsor. Chiaro che questo caso provocherà un fuggi fuggi di aziende prima interessate all'articolo Fassa Bortolo.
Ma il punto è un altro: ogni volta che un disgraziato (in tutti i sensi) viene beccato con le mani nella marmellata, si verifica un'incredibile moltiplicazione di precipitazioni dalle nuvole. In un ambiente senza santi (o meglio, con un 5% di santi: lo precisiamo a scanso di querele), gli unici che non sanno mai niente sono i rappresentanti dei team.
È incredibile la facilità di saltare a pie' pari il «controllo» di direttori sportivi e assistenti, da parte dei corridori: loro si dopano sempre all'insaputa della squadra. Tutto avviene alle spalle dei team manager. Se tanto ci dà tanto, nei ritiri ci sarà una circolazione di donnine e whisky senza pari.
Ovviamente non è così. Di certo Ferretti non sapeva niente davvero, stavolta. Ma nei 10-15 casi di positività (più le inidoneità) che si succedono ogni anno, possibile che il team sia sempre all'oscuro di tutto?
Frigo. Il fatto di essere, appunto, uno di quei 10-15 capri espiatori che il sistema-sport richiede annualmente (mentre 100 altri, anche insospettabili, la fanno franca), non vuol dire che non abbia fatto una cosa idiota. Doparsi è stupido, fa male alla salute; in più, non mandi in giro tua moglie con l'Epo in macchina, in Francia, dove c'è una legge in materia severissima e dove tre anni fa la moglie di Raimondas Rumsas venne tenuta dentro per due mesi e mezzo per identico motivo (ma aveva con sé dieci volte più sostanze vietate di Susanna Frigo).
In più, Dario nel 2001 era stato cornuto e mazziato per un caso simile: i Nas gli trovarono in hotel delle fiale, lui ammise che erano doping e venne escluso dal Giro in corso (poteva vincerlo), e licenziato in tronco da Ferretti (che poi, con la coda di paglia, lo riassunse dodici mesi più tardi). Poi le analisi evidenziarono che le fialette contenevano non doping, ma acqua e sale. Di certo il fornitore-truffatore di allora non è più a libro paga. Il nome del nuovo pusher, chissà, magari verrà fuori dall'interrogatorio di ore a cui Frigo è stato sottoposto per tutta la giornata dagli inquirenti transalpini.
Il problema del milanese, comunque, non è neanche questo. Il punto è che è stato scaricato alla velocità della luce da tutti, è immediatamente diventato il reietto del giorno. Bell'ambiente, questo del ciclismo: se sei furbo sei degno di rispetto e stima, se sei pirla non hai più lo straccio di un amico. Frigo è colpevole di aver attratto ancora una volta i riflettori più negativi sul ciclismo, e questo non glielo si può perdonare: allora giù di disdoro da parte di tutti. Ma a qualcuno dei suoi (ex?) amici in gruppo, è venuto il sospetto o il dubbio che la prossima volta potrebbe esserci lui in quella caserma, dove ora è inchiodato Dario?