Corsivo - Il tempo massimo non è una burletta
Versione stampabile129 corridori professionisti rimandati a casa da Carmine Castellano. L'accusa: passeggiavano invece di fare il loro dovere e rispettare il pubblico che era presente lungo il circuito della terza tappa del Giro della Provincia di Lucca. Passeggiavano talmente tranquilli che avevano accumulato 34 minuti di ritardo dalla testa della corsa quando mancava ancora un giro alla conclusione della tappa.
Non è che il direttore di gara non potesse fare a meno di fermare i "posapiano" del pedale, visto che erano così tanti e viste anche le condizioni atmosferiche decisamente inclementi. No, Castellano ha proprio voluto usare il pugno di ferro. Ha fatto bene? Ha fatto bene a (in qualche modo) umiliare i Cipollini i Petacchi, i Bartoli, impedendo loro di concludere la frazione?
Secondo noi sì, ha fatto bene. I corridori avevano chiesto che venisse annullato un giro, perché tanto nessuno aveva intenzione di inseguire i fuggitivi, c'erano 5 gradi sotto zero e le condizioni dell'asfalto bagnato unite alla durezza del circuito non invitavano il gruppo a forzare l'andatura. Tutto vero, tutto giusto. In qualche modo le richieste dei corridori avevano un senso.
Ma non sono state accettate dall'organizzatore; e a quel punto non si capisce perché il gruppo abbia continuato la sua non corsa. Credevano, molto probabilmente, che arrivando tutti fuori tempo massimo non sarebbero stati esclusi. Invece non è andata così, e Castellano ha dimostrato un bel coraggio a lasciare in gara solo 18 corridori. Ma un segnale andava dato: se c'è una regola, è inutile sperare sempre che a questa si possa derogare, in un modo o nell'altro.
Sono sopraggiunti problemi logistici (la strada non poteva restare chiusa al traffico per tutto il tempo che serviva ai ritardatari per portare a termine la corsa); ma soprattutto, ci piace pensare, è stata una questione di senso civico, quella che ha spinto l'organizzatore a essere irremovibile.
Si può discutere sulla sua mancata elasticità (in fondo un giro di gara avrebbe potuto pure essere tagliato), ma la sua eventuale colpa è veniale rispetto a quella dei corridori. Non dimentichiamo che succede spessissimo di vedere, nelle corse a tappe più brevi, fughe che raggiungono vantaggi inverosimili senza che il gruppo accenni a tirare un metro. O, ancora peggio, succede che nelle corse in linea che non siano di Coppa del Mondo arrivino al traguardo un paio di decine di corridori, perché tutti gli altri, una volta fuori dai giochi per la vittoria o un piazzamento, preferiscono ritirarsi, svuotando così di contenuti tecnici le competizioni.
Castellano ha voluto dire no a quest'interpretazione poco rispettosa e poco corretta della professione. E' una presa di posizione di cui, sinceramente, sentivamo il bisogno.