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Van Petegem senza pietà - Vince a Roubaix e fa piangere Pieri

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Peter Van Petegem ci costringe ad andare a guardare sugli almanacchi per scoprire che in passato solo sette volte (l'ultima delle quali, con Roger De Vlaeminck, nel 1977) un corridore ha centrato nello stesso anno la doppietta Fiandre-Roubaix. Un'impresa che nel ciclismo moderno sembra quasi aliena, e che nemmeno il re delle corse belghe dell'ultimo decennio, Johan Museeuw, è riuscito a compiere. E invece Peter Van Petegem, un tranquillo pedalatore di cui spesso gli appassionati hanno faticato a ricordare il nome, ha vinto entrambe queste monumentali prove nello strettissimo spazio di sette giorni. Le gare in linea più dure hanno perciò trovato un nuovo protagonista assoluto, uno che i muri e il pavé ce li ha nel Dna, e che è in grado, all'età di 33 anni, di scrivere una memorabile pagina di sport.
Ma la legge del gioco è spietata: e a chi esulta contrappone sempre chi si dispera. In questo caso, in maniera palese, sciogliendosi in lacrime dopo un traguardo a lungo sognato e sfuggito per un soffio. Dario Pieri questa giornata se la ricorderà a lungo, ci penserà e ripenserà per molte notti, si chiederà se non sarebbe stato il caso di fare uno scatto in meno per preservarsi meglio in vista della volata finale, e se proprio quella volata non l'avrebbe potuta impostare in maniera diversa. Se può essere di qualche consolazione, c'è comunque da dire che il secondo posto del fiorentino è meritatissimo (nel senso che Pieri non ha rubato nulla a nessuno), e che il corridore della Saeco ha davanti a sé molti anni per vincere una Roubaix.
Il sole della Francia del Nord ha accolto, una volta tanto, il gruppo della Roubaix. Meno fatica, quindi: polvere e sudore ma almeno non fango; insomma: una corsa dalle caratteristiche più umane del solito. Una fuga di 14 uomini all'assalto da subito (tra gli attaccanti Bramati, e poi Aldag, Nazon e Capelle, protagonisti fino alla fine), ma come sempre la corsa ha dovuto aspettare la Foresta di Arenberg per entrare nel vivo. E lì, nell'aspro cuore della Foresta, Dario Pieri si è esaltato: in testa al gruppo dei più forti, ha dapprima fatto l'andatura e poi ha anche allungato; prove generali. Dal gruppo dei favoriti è emerso poi Tafi, che nei tratti di pavé numero 13 e 12 ha sfinito il plotone con mille scatti. Ma il gran lavoro del toscano, a 70 e passa chilometri dall'arrivo, è risultato prematuro.
Molto più efficace, più avanti (al chilometro 207, tratto di pavé Auchy les Orchies), l'azione di Pieri. Il fiorentino ha fatto le prove per il suo vero attacco, inscenato poi tra il Pont Thibaut e il Moulin de Vertain, quando, letteralmente indiavolato, Pieri ha staccato tutti e si è portato su Aldag. Il vantaggio sul gruppo è aumentato rapidamente, e, quando il traguardo era a soli 30 chilometri, era ben oltre il mezzo minuto. Nel gruppo che organizzava l'inseguimento, è spiccata l'assenza di Museeuw. Il fiammingo è il grande sconfitto della giornata: appiedato da una foratura nel tratto di Tilloy (quando Tafi faceva il matto), Johan si è come scoraggiato, non dando l'impressione di credere fino in fondo nel suo ricongiungimento coi primi. E quando, nel finale, Museeuw ha forato per la seconda volta, la rassegnazione sul suo volto aveva già da tempo preso il posto della consueta grinta.
Lì davanti, intanto, Pieri perdeva un po' di smalto. E prima del tratto di pavé numero 4 (Camphin en Pevele) sui primi due è rientrato Ekimov. Di lì a poco Aldag, stanchissimo, ha mollato. E dalle retrovie è emersa la paurosa sagoma di Van Petegem. Il quale si è portato sui primi in vista del terribile tratto del Carrefour de L'Arbre, e ha subito fatto capire di essere il più fresco. Una prova tattica perfetta ha portato il belga ad allungare su Pieri (mentre Ekimov resisteva), e a non temere il ritorno dello stesso Pieri, che, dopo una crisi sul Carrefour, è riuscito a rientrare a poco più di dieci chilometri dalla fine.
Sicuro di sé, Van Petegem ha inseguito Ekimov quando quello, già all'interno dell'abitato di Roubaix, si è giocato la sua carta. Pieri, che pensavamo in agguato, ha aspettato la volata. Ma ha sbagliato qualcosa nello sprint, prendendolo in testa e rimanendo chiuso prima verso il muretto esterno del velodromo, e poi in mezzo tra Van Petegem ed Ekimov. In ogni caso il belga, già veloce di suo, è risultato essere decisamente il più in palla in quel momento. E ha potuto esultare lasciandosi andare ad una comprensibile gioia, prima di essere complimentato dal battuto, Pieri: con la morte nel cuore, Dario è andato a cercare Peter per abbracciarlo e sussurrargli parole di elogio, come solo un vero sportivo sa e può fare.
   

(Immagini tratte dal sito ufficiale della Lotto-Domo)

Marco Grassi

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