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Vuelta a España 2011

Si apre con una cronosquadre la Vuelta a España 2011, 13.5 km a Benidorm, centro della costa valenciana celebre nel ciclismo per il Mondiale del 1992 vinto da Gianni Bugno. Si parte dal mare, nel vero senso della parola: forse mai prima un grande giro aveva preso le mosse da una spiaggia. Le squadre si muoveranno dalla Playa de Poniente affrontando subito una salitella di 3.7 km che costeggia il Golf Club della città in provincia di Alicante: le pendenze sono leggere, sotto il 4%, ma di sicuro qualcuno faticherà di più per trovare il ritmo in avvio di prova. Ai 3.7 km si circumnaviga di 180° una rotonda e si ridiscende verso il mare; ai 6.8 km, praticamente davanti alla spiaggia di partenza, svolta a sinistra per 5 km scarsi di lungomare piattissimo. Le ultime due curve, entrambe a sinistra, immettono sul rettilineo d'arrivo, posto in Avenida del Mediterráneo. Vedremo i primi distacchi tra i favoriti anche se saranno utili più che altro a livello psicologico: tra i migliori la differenza sarà tra i 10 ed i 20 secondi, ma una squadra poco organizzata potrebbe perderne anche più di 30. L'importanza della prova è dettata anche dal fatto che poi ci sarà solo un'altra cronometro nel percorso.

Appena nell'entroterra rispetto a Benidorm, La Nucía accoglie la partenza della seconda tappa. Una frazione decisamente riservata ai velocisti, che scorre in larga parte sul litorale valenciano, e che ha una sola asperità, in partenza. In avvio da La Nucía si guadagna rapidamente il mare, ma a Villajoyosa, dopo 13 km, si svolta a destra per riaddentrarsi nella provincia, verso l'Alto de Relleu; la strada sale praticamente fino al km 28.6 (dov'è posto il traguardo Gpm che assegnerà la prima maglia a pois azzurri degli scalatori), ma solo gli ultimi 4 km sono di ascesa vera (anche se su pendenze di poco superiori al 4%). Fino al km 42 c'è una fase di "mangia&bevi", poi la discesa verso El Campello (km 56) prepara il gruppo a 118 km praticamente piatti fino al traguardo, e passando dalle città di Alicante ed Elche, e dai traguardi volanti di Santa Pola (km 91.8) e Dolores (km 129.8), l'unico rischio sarà dettato dalla possibilità di qualche ventaglio, fattore di gara che però in Spagna (e in specie sul Mediterraneo) ha minore incidenza rispetto alle corse più settentrionali. Il finale presenta una rotonda (svolta a sinistra) ai 2500 metri, e una stretta curva a destra (in leggera discesa) ai 1200, prima di un ultimo chilometro abbastanza tortuoso: due curve a sinistra ai 900 e ai 600 metri, e una rampetta di 300 metri all'8% che immette sul rettilineo finale di 300 metri. Per velocisti, quindi, ma che siano particolarmente abili a districarsi in un epilogo complicato, e sufficientemente potenti da non risentire dello strappetto ai 600 metri.

Altra tappa da velocisti prima dell'arrivo in quota di Sierra Nevada? Non ci giureremmo, neanche un po'. Primi 70 km abbastanza facili, pur se mossi, poi si susseguono delle salitelle che renderanno la vita difficile ai fuggitivi di giornata. Primo sprint intermedio al km 97.8, ai piedi dello strappetto di Pliego, poi Gpm di terza categoria al km 116.6 (Alto del Berro, facilissimo), quindi una decina di km di discesa e una ventina di pianura, passando una prima volta dal traguardo di Totana (dove al km 141 è fissato il secondo sprint intermedio). A fare la differenza sarà l'Alto de la Santa, che ha già ospitato alcune volte arrivi della Vuelta Murcia, e che offre quattro chilometri e mezzo di scalata al 6%, ma in realtà con punte molto superiori nella seconda metà di salita. Dalla cima all'arrivo poco più di 12 km che scorreranno velocissimi rendendo difficile il recupero da parte del gruppo su eventuali attaccanti, figurarsi poi l'organizzazione dei treni dei velocisti (diversi dei quali si saranno staccati in salita). Insomma, un finale che promette spettacolo e che chiamerà in prima persona i favoriti della classifica ad essere davanti e con tanto d'occhi aperti.

Nel bel mezzo dell'Andalusia, già al quarto giorno gli organizzatori propongono il temibile arrivo in salita a Sierra Nevada: come dire, "chi ha qualcosa da dire parli subito". La frazione prende le mosse da Baza, in direzione sud per una cinquantina di chilometri, punteggiati dall'Alto de Filabres prima salita vera della Vuelta 2011. 21 km di ascesa, in verità abbastanza facili (le difficoltà maggiori a metà salita, ma poi gli ultimi 10 km di scalata sono risibili), scollinamento al km 31, 20 km di discesa e poi svolta verso ovest e verso la Sierra. Nel mezzo, un paio di sprint intermedi (Huéneja al km 76, Pinos Genil al 146.8, proprio ai piedi dell'ascesa finale) e un gipiemmetto di 3a categoria al Puerto de Los Blancares (km 125) che non sposterà di una virgola la situazione in vista della salita conclusiva. Quella di Sierra Nevada non è particolarmente ripida, ma è lunga 23 km e va oltre quota 2000 metri di altitudine (così come il Filabres, peraltro); ciò, unito al fatto che si incontra così presto nel corso della Vuelta, potrebbe provocare più danni del pensabile. Specie se verrà affrontata ad alta andatura, visto che le pendenze maggiori sono proprio all'inizio, nei primi 7 km (a una media del 7%), dopodiché i restanti 2-3 brevi tratti tosti annegheranno in 16 km generalmente dolci, fino al traguardo posto dopo 170 km di tappa.

Velocisti, pregasi ripassare. Da Sierra Nevada la Vuelta riparte per un'altra frazione tutt'altro che facile. Ci si sposta verso nord, andando a ricercare un finale identico a quello di 12 mesi fa, quando sull'impegnativo muro dell'arrivo di Valdepeñas de Jaén s'impose Igor Antón. Dopo la partenza con discesa controllata da Sierra Nevada (lo start reale sarà a valle), il gruppo affronterà circa 60 km non difficili (anche se qualche strappetto - che potrà lanciare la fuga del giorno - lo si incontrerà). A Castillo de Locubín svolta a destra e primo passaggio dall'Alto de Valdepeñas, salita di 9 km (Gpm di 2a categoria), e dal traguardo (valido come primo sprint intermedio, al km 67); quindi un facile, largo (quasi 100 km) giro in senso antiorario passando da Jaén, Martos, Venta de Pantalones (sprint intermedio al km 142.7) e Alcaudete per ritrovarsi infine ai piedi dell'Alto de Valdepeñas; e stavolta, al secondo passaggio (si scollina al km 179, a 8 dall'arrivo), i big saranno tutti davanti perché vorranno prendere il successivo strappo di Valdepeñas nelle prime posizioni. Quella del traguardo è una rampa durissima (nell'ultimo km le pendenze sono tra il 10 e il 23%!), con strada stretta, e prendere un buco (e perdere di conseguenza quei 10-20") è un attimo.

Fugaioli con l'acquolina in bocca di fronte al disegno di questa sesta tappa, lunga 193.4 km. Partenza da Úbeda, direzione ovest, a tagliare ancora l'Andalusia verso Córdoba. La strada fino al primo passaggio dalla città sede d'arrivo è facilissima, 165 km senza grosse difficoltà (con gli sprint intermedi fissati a Villafranca, km 138.8, e per l'appunto a Córdoba, km 162.4), e la fuga partirà senz'altro; ma poi vogliamo vedere chi, tra i team dei velocisti, si impegnerà per annullare l'attacco, visto che non è garantito che gli sprinter tengano le ruote dei migliori sul Gpm dell'Alto del Catorce por ciento, 6.5 km di salita con pendenze anche arcigne, che svetta a poco più di 20 km dal traguardo. E anche se rispetto al disegno originario della tappa (che prevedeva l'Alto de San Jeronimo a 10 km dalla fine) c'è più spazio perché i velocisti staccati dal gruppo possano eventualmente recuperare, il gioco potrebbe non valere la candela per gli inseguitori.

Rotta a nord (dopo un breve trasferimento nella Castilla-La Mancha) e da Almadén a Talavera de la Reina finalmente i velocisti trovano un percorso amico, 183 km senza neanche un Gpm, praticamente una rarità alla Vuelta; ma la settima frazione non si può definire un tavolo da biliardo perché ci saranno comunque tantissimi brevi dislivelli (gli sprint intermedi sono concentrati nel finale, a La Nava de Ricomalillo al km 135 e ad Alcaudete de la Jara al km 160). Resta il fatto che gli sprinter non potranno farsi scappare quest'occasione, visto che - come già abbiamo intuito e come vedremo poi - di tappe per loro non ce ne sono molte.

In altre edizioni questa tappa sarebbe stata inserita nell'ultima settimana, magari al penultimo o al terz'ultimo giorno di corsa visto che siamo sulla Sierra de Guadarrama, abbastanza vicino a Madrid. Invece nella Vuelta 2011 che poi si sposterà verso nord, questo è solo un passaggio (non ininfluente) della prima settimana. Partenza da Talavera, subito qualche strappetto tanto per gradire, ma nulla di importante. Decisamente più rilevante è il Puerto de Mijares, salita di venti km che inizia al 37 e finisce al 57, con pendenze non proprio da buttar via (6.6% medio), ma con troppi chilometri dalla vetta al traguardo (ben 120). Nella fase interlocutoria della tappa ci mettiamo la discesa, lo strappo di Navalmoral de la Sierra (poco prima del rifornimento) e pure il Gpm di Alto de San Bartolomé (7 km al 5%, vetta a 65 km dal traguardo) e i facili 30 km che lo seguono. La tappa entrerà quindi nel vivo negli ultimi 36 km, a partire dall'Alto de Santa María de la Alameda, Gpm duretto (4 km al 7%) da cui qualche uomo di classifica potrebbe pure tentare di lanciarsi, considerando che poco dopo ci sono i due sprint con abbuoni di giornata (sull'Alto de Robledondo al km 155.5 e al primo passaggio da San Lorenzo al km 164.3). A quel punto, ancora due strappi, il primo in uscita da San Lorenzo, il secondo, proprio quello dell'arrivo, con un ultimo chilometro molto duro.

Se non contiamo gli arrivi in cima a brevi strappi, quello di Béjar (o meglio, de La Covatilla) sarà il secondo arrivo in salita dopo quello di Sierra Nevada. Siamo a casa di Roberto Heras che, se fosse stato ancora in gara, avrebbe fatto di tutto per vincere qui... Subito dopo la partenza da Villacastín, il Puerto de la Cruz de Hierro, molto facile, servirà a lanciare la fuga del giorno. Dopodiché, dirigendosi a ovest, il gruppo non troverà più grosse asperità (il Puerto de Vilatoro non fa testo, non è nemmeno Gpm) fino a Béjar (al cui passaggio, al km 164.8, è fissato il secondo sprint intermedio della giornata, dopo quello di Guijuelo al km 136). Dalla cittadina in provincia di Salamanca ci si inerpicherà verso la Sierra de Béjar, per un primo tratto praticamente in falsopiano (11 km al 4%), seguito da 4 km di grande durezza (con punte spesso ben oltre il 10% di pendenza). Gli ultimi 3.5 km di scalata tornano ad essere tendenzialmente più morbidi, con un ultimo chilometro che praticamente spiana, ma ci potranno ugualmente essere distacchi importanti, e più che altro al termine dei 183 km di tappa inizieremo a capire chi avrà tutte le carte in regola per prendersi il successo finale.

Come l'anno scorso nel percorso c'è una sola cronometro individuale. Quella di Salamanca sarà di 47 km, e non c'è molto da aggiungere rispetto a quanto si vede nell'altimetria: il percorso è praticamente pianeggiante e adattissimo agli specialisti. Si parte dall'Avenida Saavedra y Fajardo, si punta a sud della cittadina universitaria della Castilla y León, e dopo 22 km si torna indietro, verso il traguardo di Plaza Mayor. Se la prima metà della crono è leggerissimamente in salita, la seconda tende a scendere, e ciò darà anche grande importanza al vento che potrà avere un'influenza sull'ordine d'arrivo (chi partirà prima? chi dopo?). Invece gli uomini di classifica dovrebbero gareggiare bene o male con identiche condizioni, e c'è da giurare che la crono, collocata qui, darà una bella rimescolata alla classifica generale, dando magari la possibilità a qualcuno che aveva perso un paio di minuti di rifarsi sotto.

Dopo il giorno di riposo (comprensivo di trasferimento in Galizia) la Vuelta non concederà ulteriori tregue: si torna subito a salire con l'arrivo in quota inedito alla Manzaneda. La frazione da Verín, praticamente al confine col nord del Portogallo, punta ulteriormente a settentrione. Ma nei primi 150 km non succederà nulla di trascendentale, malgrado l'Alto de Fumaces (molto facile) subito in avvio, malgrado il già più complicato Alto de Gonza (un 2a categoria lungo 10 km che svetta al km 61 dei 167 totali), malgrado la lunga discesa verso O Barco de Valdeorras (primo sprint intermedio al km 107; il secondo, a Freixido de Abaxio, è al km 124.5), e anche malgrado l'Alto de Ermida (rampetta di 3a categoria al km 130.4). Sulla strada che, già in leggera salita, porta a Manzaneda, potremo iniziare a vedere le trenate dei team dei favoriti, per lanciare una lotta che esploderà negli ultimi 19 km, quelli della scalata alla stazione sciistica sede dell'arrivo: non inganni il 6% di pendenza media, si tratta in realtà di una salita molto irregolare (presenta anche una breve discesa dopo 14 km), sulla quale alcuni tratti al 16% faranno selezione da soli. In particolare gli ultimi 4 km, con pendenza media che sfiorerà l'8% e massima intorno all'11%, potrebbero essere quelli dei fuochi d'artificio.

Qualche velocista, dopo quasi due settimane di gara, potrebbe già essere tornato a casa, per quelli rimasti in gioco ecco un'altra frazione buona tra le poche del percorso. Siamo sempre in Galizia, e stavolta si volteggia in faccia all'Atlantico. Da Ponteareas a Pontevedra non ci sono grandi difficoltà altimetriche, e le più complicate (due Gpm di terza categoria, l'Alto de Moscoso e l'Alto de Ponte Caldeas) sono nella prima metà della tappa (i due sprint volanti saranno a O Porriño al km 7.2 e a Cambados al 138). In particolare, gli ultimi 70 km saranno quasi del tutto pianeggianti (anche se una trentina di questi, dai -60 ai -30, saranno parecchio esposti ai venti oceanici), a parte uno strappetto a 9 km dal traguardo; ma se anche alcune squadre lo affronteranno a tutta per appesantire le gambe dei velocisti meno bravi in salita, ci rifiutiamo di credere che qualcuno possa staccarsi su quel dentello.

13a tappa: Sarria - Ponferrada
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Ven, 02/09/2011
158.2 km
Partenza: 
Sarria ore 13.09
Arrivo: 
Ponferrada ore 17.25-18
13a tappa: Sarria - Ponferrada
Sprint intermedi: 
Becerrea km 25.3, Ocero km 131
Gpm: 
Alto O'Pico Da Peña (950 m-3a cat.) km 15.3, Alto de O Lago (1015 m-3a cat.) km 34.6, Alto Folgueiras De Aigas (955 m-1a cat.) km 70.1, Puerto de Ancares (1670 m-1a cat.) km 96.6, Puerto de Lumeras (1045 m-3a cat.) km 116.7

Mentre la Vuelta della classifica non è ancora finita, prende forma quella delle fughe e dei colpi di mano, due elementi che - c'è da scommetterci - saranno molto presenti nella seconda parte della corsa iberica. Dalla Galizia, a Sarria, si torna verso est e la Castilla y León, a Ponferrada, che, dopo essersi candidata senza successo ad ospitare i Mondiali, si può consolare almeno con la Vuelta. La tappa, dicevamo, è di quelle da fughe da lontano, e chi vorrà vincere la classifica dei Gran Premi della Montagna non potrà farsela scappare: ce ne sono infatti tre di terza categoria e due di prima, e si comincia da subito (il primo al km 15, il secondo - dopo lo sprint intermedio di Becerrea al km 28.3 - al 35: bisognerà muoversi presto per far punti). Difficile assistere ad attacchi da parte degli uomini di classifica perché le due salite più dure sono molto lontane dal traguardo: l'Alto de Folgueiras de Aigas, 10 km al 6.5%, scollina al km 70 (sui 158.2 totali); il Puerto de Ancares, 12 km all'8% medio (una signora salita!) ha il traguardo Gpm al km 96.6: considerando che i big vorranno preservare energie per le due tappe che seguiranno, è facile che il proscenio sia tutto dei più coraggiosi tra i comprimari. I quali, dopo l'Ancares, dovranno affrontare ancora i non complicati Puerto de Lumeras al km 112 e Puerto de Ocero (che non vale come Gpm ma come sprint intermedio) al km 131. Da lì in poi una quindicina di chilometri di leggera discesa, e poi 13 di pianura fino all'arrivo.

Arrivo in salita inedito per la prima delle due decisive tappe asturiane di questa Vuelta a España. Dalla partenza di Astorga, per i primi 100 km (che puntano decisamente a nord) nulla da segnalare a parte il traguardo volante di Pobladura de Luna al km 87. Superato di slancio il Puerto de la Ventana (quasi 7 km a meno del 5% medio), 21 km di discesa porteranno il gruppo ai piedi del Puerto de San Lorenzo, una salita di 10 km (con vetta al km 142, a quasi 34 dall'arrivo) all'8.5%, che per i primi 5 km non è durissima (e nell'ultimo spiana del tutto), ma che nella parte centrale ha pendenze da togliere il fiato, costantemente sopra il 10%: 4-5 km durissimi che potrebbero far succedere qualcosa, tantopiù che i big saranno motivati a muoversi dal fatto che al termine della successiva discesa di 10 km, e dopo un rapido passaggio a Castro per lo sprint intermedio del km 155, inizierà subito la salita finale verso i Lagos de Somiedo: a dire il vero il primo tratto, a parte due o tre brevi rampe tra il 9 e l'11%, non può che essere definito piuttosto facile (a anche abbastanza lungo, coi suoi 11 km abbondanti), e chi è rimasto attardato, se avrà compagni vicini, potrà rientrare; il tratto più duro, invece, inizia una volta passato l'abitato di Saliencia visto che gli ultimi 5 km (sui 175.8 totali) hanno una pendenza media intorno al 10% con punte anche al 13%: e qui, al termine di una delle frazioni più dure della Vuelta 2011, sarà facile assistere ad un bel faccia a faccia tra i principali pretendenti al successo finale.

L'Alto de Angliru ha bisogno di poche presentazioni, è una di quelle salite che mettono paura solo a pronunciarne il nome. E siccome la terza settimana grossi smottamenti in classifica non ne provocherà, possiamo dire che questa montagna sarà quasi un giudice supremo della corsa. La tappa parte da Avilés, sul mare, per addentrarsi verso la zona di Oviedo dove tutto si deciderà. Pochi chilometri (142.2 in totale), e pochi sussulti fino ai -27: possiamo segnalare l'Alto de la Cabruñana al km 45.6 (ma ci hanno messo un traguardo volante e non un Gpm), o l'Alto de Tenebredo al km 79 (3.5 km al 10%, non male), o il secondo traguardo volante a Mieres (km 104.6). Ma è chiaro che tutto verrà demandato al finale, a quei 27 km che inizieranno con l'Alto del Cordal, salita breve, poco più di 5 km, ma con pendenza media di poco inferiore al 10% e punte oltre al 12%: di sicuro la rampa di lancio ideale per Mister Angliru, e in effetti, dopo 8.5 km di discesa non così tecnica, ecco il Moloch delle Asturie: la salita misura quasi 13 km ma l'inferno vero e proprio inizierà quando ne mancheranno 7 al traguardo: fin qui pendenza media dell'8% prima di un chilometrino in piano; da qui in poi le percentuali scenderanno molto raramente sotto al 12% e addirittura, attorno ai meno 3 km, ci saranno 1000 metri con una pendenza media superiore al 17% e punte al 23.5. E qui potrà succedere di tutto: l'ultima volta, nel 2008, Contador vinse con 42" su Valverde, 58" su JRO con il decimo (Moreno) che arrivò a 3'01".

Dopo tre tappe (diciamo due e mezza) di montagna consecutive e un giorno di meritato riposo (non si trascuri che in questa Vuelta ci saranno anche più trasferimenti del solito), tornano ad essere protagonisti i velocisti con un'altra tappa senza neanche un Gpm. Da Villa Romana La Olmeda a Haro (unico arrivo nella regione della Rioja), passando da Burgos, si svilupperà una delle tappe più lunghe delle tre settimane (203.6 km), ma in compenso l'altimetria è liscia liscia, e anzi, dopo il traguardo volante di Arlanzón (km 120.2) e un leggero strappetto, gli ultimi 70 km saranno tutti in falsopiano discendente. Lo sprint intermedio di Anguciana (km 193.5) precederà quello vero e proprio, ad Haro. Visto l'anticipo di una settimana della Vuelta, e questa terza settimana non troppo dura, difficilmente vedremo i velocisti "sopravvissuti" all'Angliru ritirarsi per preparare il Mondiale di Copenaghen; piuttosto qualcuno potrebbe decidere di nascondersi un po'.

L'anno scorso in questa tappa Antón dovette dire addio ai suoi sogni di gloria mentre davanti Joaquim Rodríguez staccava Nibali e mancava per appena 4" la riconquista della maglia rossa di leader. Questo significa che anche stavolta non sarà il caso di dare nulla per scontato. Da Faustino V si punta a nord, direzione Cantabria, per 211 km tutti da seguire (è la frazione più lunga della Vuelta). O meglio, i primi 150 km saranno abbastanza interlocutori (punti caldi saranno il Gpm di 3a categoria a Portillo de Bustos, km 81.6, e lo sprint intermedio di Espinosa de los Monteros, km 145.7). Poi il Portillo de Lunada, 8.5 km di scalata al 5.5% (Gpm al km 162.3) avrebbe potuto avere tutt'altro significato se non fosse stato fatto seguire da quasi 40 km di discesa e falsopiano all'ingiù (fino al traguardo volante di Solares al km 200.2). Qualche leggerissimo saliscendi precederà l'ultimo traguardo in quota della corsa: la salita di Peña Cabarga è adatta a corridori esplosivi ma vanno comunque gestite bene le forze perché altrimenti c'è il rischio di piantarsi e perdere parecchio (nella citata tappa di 12 mesi fa, Velits accusò 45"). Del resto non ci si può inventare scalatori su pendenze che, nel finale dei 6 km di ascesa, sono oltre il 10% (con punte del 19%): un chilometro e mezzo da mozzare il fiato. E per chi è dietro, forse l'ultima chance per provare a ribaltare la classifica.

18a tappa: Solares - Noja
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Giov, 08/09/2011
174.6 km
Partenza: 
Solares ore 13.19
Arrivo: 
Noja ore 17.25-17.55
18a tappa: Solares - Noja
Sprint intermedi: 
Hermosa km 101, Riba km 134.3
Gpm: 
Puerto de la Braguía (725 m-3a cat.) km 56.2, Alto del Caracol (840 m-2a cat.) km 75.1, Puerto de Alisas (675 m-1a cat.) km 121.4, Puerto de la Cruz Usaño (360 m-3a cat.) km 138, Puerto de Fuente de las Varas (450 m-3a cat.) km 147.9

Tappa molto vallonata che si disputerà interamente in terra di Cantabria e questo ci fa pensare subito che Freire (se ci sarà) potrebbe voler lasciare un segno. Da Solares a Noja 174.6 km con 5 Gpm, il che lascerebbe presagire una fuga da lontano comprendente eventualmente qualche uomo da maglia a pois, ammesso che la relativa classifica offra ancora qualche sbocco dopo le grandi salite della seconda settimana. Da Solares, 104 km di giro antiorario comprendenti, tra il km 50 e il 75, le prime due salite della giornata (un colle di 3a e uno di 2a categoria). Quindi si ripassa dalla città di partenza, per dirigersi poi verso est e il mare. Al km 112 inizierà la salita più dura della tappa, il Puerto de Alisas, quasi 10 km di scalata di cui i primi 2 facilissimi e i restanti 8 al 7% medio con punte (nel finale) dell'11% di pendenza. Dati che lasciano un po' il tempo che trovano, visto che è difficile pensare, con oltre 50 km tra la vetta e l'arrivo, che qualche kamikaze tenti un attacco. Anche se i successivi colletti di 3a categoria (Puerto de la Cruz Usaño al km 138 e Puerto de Fuente de las Varas - questo appena più impegnativo - al km 148) potrebbero pure sembrare un terreno buono per tenere un attacco lanciato con convinzione in precedenza. Ma ancora, dall'ultimo Gpm a Noja ci saranno oltre 25 km tra discesa e pianura, terreni su cui il recupero del gruppo è una garanzia. E allora, ricapitolando: i due esiti più accreditati per questa frazione sono la fuga da lontano o una volata con un plotone composto da una sessantina di unità in cui potrebbe esserci qualche velocista che sa tenere bene in salita. Come Freire appunto.

Dopo 33 anni la Vuelta a España torna a fare tappa nei Paesi Baschi, e questa è la novità più importante dell'edizione 2011, dal punto di vista del percorso e non solo (come tacere delle mille implicazioni politiche che soggiacciono alla scelta?). Non saranno frazioni decisive, sia quella di Bilbao che la successiva, ma hanno un altissimo valore simbolico, per dire di un ciclismo che come al solito tende a unire. Finito il pistolotto, inizia la tappa, 158.5 km che partono con un piattone di quasi 20 km (fino al traguardo volante di Laredo), per poi diventare più movimentati. I facili Puerto de la Granja e Puerto de Las Muñecas, tra il km 35 e il 60, lanceranno la fuga del giorno, dopodiché 50 km in cui non c'è da segnalare nulla se non l'ingresso in Euskal e il primo passaggio da Bilbao. Dal capoluogo della Bizkaia parte un circuito antiorario di poco più di 30 km da affrontare due volte (e al secondo e penultimo passaggio da Bilbao, al km 126.9, è fissato il secondo traguardo volante di giornata); un circuito che, soprattutto, presenta una salita intrigante come l'Alto El Vivero, che va oltre l'8% di pendenza media e che sarà doppiato al km 114 e al 144. Dall'ultimo passaggio in vetta al traguardo, 8 km di discesa e 6 in piano: non certo un altro Angliru, ma abbastanza per far fuori i velocisti puri ed invitare qualcuno all'attacco (visto che di montagne vere e proprie, o meglio montagne in grado di fare la differenza, poi non ce ne sono più). Sempre che la fuga, magari animata da corridori baschi, non riesca ad arrivare.

Detto e ricordato quanto riportato sopra sul valore simbolico del ritorno della Vuelta in Euskal, bisogna però anche ammettere che da queste due tappe in terra basca ci si aspettava decisamente di più, specie quando s'era saputo che sarebbero state collocate negli ultimi giorni di corsa. Di salite ce ne sono ma dall'ultima all'arrivo ci passano ben 47 km di pianura quindi è dura pensare di poter fare distacchi. Diciamo che anche la Vuelta, come il cugino maggiore Tour, si diverte a sprecare tappe che potevano essere molto più spettacolari con un disegno più accorto. Nel dettaglio, da Bilbao a Eibar (primo traguardo volante, km 41) nulla di importante da segnalare, quindi una bella accoppiata di salite: l'Alto de Karabieta consta di 6 km di scalata al 7% medio, immediatamente dopo l'Alto de Elosua risponde con 7 km di ascesa al 7.5%. Solo che da quest'ultimo Gpm (di 1a categoria, anche se siamo a meno di 700 metri di altitudine) al traguardo di Vitoria ci sono 120 km. Probabile si muovano alcuni fuggitivi, quindi, che poi dovranno vedersela con gli strappetti di Descarga (km 93) e Kanpazar (km 112), prima di transitare da Elorrio (secondo sprint intermedio, km 119.2) e di arrivare ai piedi dell'ultima salita della Vuelta 2011. Al km 133 (a 52 dal traguardo) si approccia il Puerto di Urkiola (dove si disputa la celebre Subida): 5.5 km di scalata, 9% di pendenza media e diverse punte oltre il 10%. Il punto è: i fuggitivi si difenderanno (e poi terranno anche sull'interminabile spianata fino all'arrivo), o ci sarà l'ultimo attacco di qualche uomo di classifica? Più facile la prima ipotesi, per dirla tutta. Anche se uno scenario con maltempo (spesso una costante dei Paesi Baschi) e magari una squadra che abbia affrontato a tutta il Karabieta e l'Elosua potrebbe cambiare diverse cose.

Che dire del piattone di 95.6 km che concluderà la Vuelta a España 2011? Poche cose essenziali. Per esempio, che avrà luogo dopo l'ennesimo, lungo trasferimento della corsa (dall'Euskal a Madrid); che partirà dal Circuito di Jarama, dove un tempo (fino a 30 anni fa) si disputavano dei Gran Premi di Formula 1; che dopo 23 km passerà una prima volta dal traguardo, e poi, passerella per la capitale spagnola, andrà a zonzo per inanellare poi nuovi passaggi all'arrivo al km 34.1 e al 44.3 (valido come sprint intermedio). A questo punto, inizierà il circuito conclusivo vero e proprio, 5.7 km da ripetere 9 volte; alla fine del quinto dei 9 giri, il secondo sprint intermedio (al km 72.8): chissà se sarà ancora utile per l'assegnazione della classifica a punti. In caso affermativo, ancor più utile risulterà allora il volatone finale, in Plaza Cibeles. Sia come sia, al termine della 21esima frazione ci saranno due vincitori: quello di giornata, e quello della classifica generale. Che coincidano è praticamente impossibile.

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23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano