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Tour de Suisse 2012

Poco più di 7 km contro il tempo per la partenza del Giro di Svizzera 2012. Lo scriviamo in italiano (il nome della corsa) perché proprio dal cantone degli italiani (il Canton Ticino) si prende il via. Lugano, in riva al suo lago, offre lo scenario per una prova che non sarà per nulla scontata. Dopo un chilometro e mezzo di piatto lungolago la strada si inerpica per un paio di chilometri, che nella parte centrale avranno punte superiori al 12%, con pendenza media del 6%. Poca roba, ci mancherebbe, ma oltre un quarto della crono sarà in salita, e ciò avrà per forza un'incidenza. Dalla "vetta" oltre 2 km di discesa, prima dell'ultimo tratto in piano, punteggiato da due curvoni (non impossibili) negli 800 metri conclusivi, e coronato da un arrivo - di nuovo - in riva al lago.

Decisamente si continua a parlare italiano al Suisse 2012, tantopiù che la seconda tappa parte da Verbania, nell'unico sconfinamento che la corsa si concede. I primi 50 km dicono pianura, anche se una volta transitati da Domodossola (traguardo volante) inizia il falsopiano che porterà al Passo del Sempione. Questa salita frontaliera la conosciamo a memoria, lunga-lunghissima, se vogliamo farla partire proprio da Domo, ma i cui primi 19 km sono per l'appunto niente più che un falsopiano. Dopo Iselle inizia l'ascesa vera e propria, 22 km che però restano facili, pur presentando - tra i -5 e i -2 al Gpm - tratti oltre il 7% di pendenza. Si scollina in ogni caso a 130 km dal traguardo, quanto basta per pensare che la scalata che riporterà il gruppo in Svizzera sarà abbastanza ininfluente. E così la successiva discesa, visto che tra la fine della picchiata (km 110) e le fasi calde della tappa passeranno altri 90 km di pianura. Dopo gli sprint di Martigny e Sembrancher, inizia la scalata conclusiva verso Verbier, subito arrivo in quota alla prima frazione in linea. Anche questa scalata è ben nota agli appassionati di ciclismo, i quali sanno benissimo che quegli 8 km, abbastanza regolari per tre quarti e poi con un paio di interessanti gradoni nel finale, non rappresentano in ogni caso un passaggio esiziale. Interessante però considerare che, nell'economia di una breve gara a tappe, il chilometraggio della frazione (218 km) possa influire nel generare qualche crisi imprevista.

Inizia da Martigny una fase che più interlocutoria non potrebbe essere e che durerà ben 4 tappe (consecutive), facili pur se con qualche insidia strada facendo. Di sicuro non mancano i finali movimentati che renderanno la vita complicatissima ai velocisti del gruppo ma che metteranno senza dubbio le ali ai piedi a qualche coraggioso finisseur. Vediamo ad esempio gli ultimi chilometri prima di Aarberg (dei primi 160 basti dire che tirano verso nord, costeggiano per un tratto il Lago Lemano, e hanno una salitella dopo Vevey, al km 60, su cui non succederà niente). Dopo lo sprint di Wiler (km 165, a 30 dal traguardo), 5 km equamente suddivisi tra falsopiano e salita verso Frienisberg (gli ultimi 2 km sono i più difficili) permetteranno a qualcuno di attaccare. Scollinato il Gpm di 3a categoria (ai 25 km), non c'è però una picchiata, ma un terreno su cui sicuramente si potrà fare una certa differenza: infatti siamo ancora su un falsopiano (digradante) da rapportone, su cui rilanciare il più possibile prima di una nuova rampa, l'Innerberg, segnata come Gpm di 4a categoria a 10 km dalla conclusione. Da quest'ultimo passaggio 8 km di discesa agevole e ultimi 2000 metri in piano. Di sicuro gli inseguitori non avranno terreno facile per controbattere ai mille scatti e controscatti che sarà possibile vedere in quegli ultimi 30 km di tappa, dalle parti della capitale Berna (città di un corridore a caso...).

Tappa più intrigante della precedente, forse, di sicuro più aspra. Ma sempre di frazioni interlocutorie parliamo. Sul Col de Pierre Pertuis, posto dopo 25 km, dovrebbe partire la fuga del giorno, e più avanti, dopo un'ottantina di chilometri di tappa, lo Scheltenpass dovrebbe un po' separare il grano dal loglio: 11 km di ascesa, pendenze trascurabili per i primi 9, ma ultimi due da prendere con le molle, col loro (quasi) 9% di pendenza media. Il punto è che dalla vetta (107 km dalla conclusione) c'è poi tantissimo spazio per recuperare, nel caso: la prima parte di discesa è più tecnica, ma poi la picchiata si addolcisce molto, e ci saranno pur sempre 60 km di pianura (inframezzati da una rampetta a 60 dalla conclusione) a bagnare qualsiasi tipo di polveri. Il finale, come il giorno prima, si annuncia invece scoppiettante, ma non per questioni di classifica, bensì per il successo di tappa: lo strappo di Unter Hauenstein (ai -30) e l'ulteriore muretto (o per meglio dire: côte) di Salhöhe, 3 km all'8% medio ma con un paio di pezzetti al 12, di sicuro storneranno il plotone dalle ruote più veloci e meno resistenti. L'attacco solitario, però, pare scongiurabile dalla strada che c'è dopo il Gpm: 7 km di discesa e 11 di pianura ammazzerebbero un toro; però un gruppetto (di 20-30 corridori, mal che vada) ce la potrà fare. Sempre, ovvio, se non sarà già arrivata in porto la fuga da lontano.

Alla terza tappa "così così" di seguito, forse potremmo vedere un (forte) velocista spuntarla. Non è così scontato, però, dato che non mancano, per tutto il percorso tra Olten-Trimbach e Gansingen, strappetti disseminati qua e là e solo talvolta premiati dall'appellativo di Gpm (6 traguardi validi per la classifica di migliore scalatore). C'è di brutto che tali Gpm sono tutti di 3a categoria (a conferma del fatto che non causeranno alcuno stravolgimento); c'è di buono che l'ultimo della serie, il Kaistenberg, è a 15 km dal traguardo. Quindi in teoria un'azione propositiva potrebbe pure partire, da questa rampetta. Ma durare quanto? Gli ultimi 5 km, tra l'altro, leggermente all'insù, paiono favorire chi è in rimonta.

Si chiude a Bischofszell la fase centrale del Tour de Suisse e si chiude con una frazione che un po' sublima quanto visto nei tre giorni precedenti: perché, non l'abbiamo ancora scritto, ma nelle tappe 3-4-5 c'è sempre stato un primo passaggio dalla linea d'arrivo prima di un giro con salitelle a movimentare il finale. Stavolta di passaggi ce ne saranno due, tanti quanti i giri del circuito su cui qualcuno tenterà di anticipare la volata. Poco da dire dei primi 130 km, mentre l'accoppiata Schocherswil-Bischofszell, due salitelle che i corridori copriranno tre volte (arrivando nella città del traguardo, e poi nei citati due giri conclusivi) e sulle quali potrebbe essere inscenato qualche colpo di mano. C'è da dire che l'ultimo transito sulla rampa d'arrivo non andrà fino alla località di Ärgete, dov'è posto il Gpm, ma si fermerà quasi 3 km prima, nella cittadina (dalle parti di San Gallo) in cui si concluderà la tappa, e in questo caso l'ultimo tratto presenta gli 800 metri conclusivi al 3%: come dire, roba che un Freire degli anni d'oro se la sarebbe pappata a colazione.

Laddove, da parte di organizzatori svizzeri, ci si aspetterebbe un piattone come cronometro lunga, ecco la sorpresa: non è un percorso in toto per Cancellara, quello che si snoda intorno a Gossau, dalle parti del Lago di Zurigo. Primi 5 km facili fino a Esslingen, quindi primo strappo di 1 km al 10% di pendenza, ma non è ancora finita, visto che da Egg (km 8) c'è un altro pezzo di salita fino al Pfannenstiel. Parliamo di poco più di 2.5 km abbastanza irregolari (tratti all'1 come al 12%), nulla di complicatissimo ma di certo l'ideale per spezzare il ritmo. Dalla cima (dov'è posto anche il primo rilevamento cronometrico) mancano 23 km, una decina dei quali piuttosto irregolari (tre di discesa, tre di pianura, due di discesa, due di blanda risalita), ma dal km 20 al traguardo possiamo definire sostanzialmente pianeggiante quel che rimane della crono, con gli ultimi 5 km addirittura in leggerissima discesa.

Trascuriamo i primi 120 km dell'ottava tappa perché sono veramente così: trascurabili. A Chur, poco meno di 30 dal traguardo, inizia un'altra gara, che però - se ci si aspettano sfracelli dagli uomini di classifica - potrebbe riservare qualche delusione (del resto lo sviluppo chilometrico si ferma a meno di 150 km di lunghezza per l'intera frazione). Il Gpm di 2a categoria di Castiel riserva qualche difficoltà, ma concentrata nel primo chilometro al 14% e poi in un paio di altri tratti nel finale, dopo tanto pedalare da rapporto. Dal Gpm, 15 km di dolcissimo falsopiano all'insù, quindi 3 km verso Arosa: duri sì, al 10% medio (con punte oltre il 15), ma brevi. Per di più, nell'ultimo chilometro la strada spiana, facilitando il recupero di qualcuno attardatosi lungo la scalata.

Si chiuderebbe con un tappone, il Suisse 2012, se solo questa frazione fosse effettivamente un tappone. Siamo oltre i 200 km e le salite ci sono pure, ma ancora una volta resta l'amaro in bocca per un percorso che osa solo fino a un certo punto. 100 km di poca rilevanza (a parte la salitella di Schindellegi dopo 30 km), quindi al Gpm (di 2a categoria) di Rengg si cambia passo. Il piatto forte della tappa sarebbero i due "Glauben": il Glaubenbielen, lungo in teoria 15 km (ma di cui solo gli ultimi 5 sono appena impegnativi); e il Glaubenberg (14 km irregolari, con un paio di tratti - in avvio e a metà scalata - oltre il 10%, insomma, abbastanza duretti). In mezzo ai due Gpm, 13 km di discesa e 10 di pianura. Dal Glaubenberg, poi, la tappa va incontro a una sorta di sterilizzazione, visto che la picchiata di 15 km su Hasle precede un falsopiano di altri 15 km verso il Gpm di Südelhöhe, che solo nei 3 km finali offre qualche pendenza accettabile dal punto di vista dello spettacolo. Ancora una volta, poi, dopo il Gpm (l'ultimo della corsa), 3 km di falsopiano su cui eventualmente qualcuno recupererà.

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