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Tirreno - Adriatico 2013 | Cicloweb

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Tirreno - Adriatico 2013

Precisa identica alla cronosquadre d'apertura della Tirreno 2012, questa prima tappa della nuova Corsa dei Due Mari. E allora riportiamo pari pari dall'analisi del percorso di 12 mesi fa: "da San Vincenzo a Donoratico 17 km scarsi e praticamente tutti pianeggianti: provenendo da sud lungo l'Aurelia, ad Attaccapane (dove c'è il rilevamento cronometrico dopo 7.9 km) si svolta a destra verso l'interno: la strada per Castagneto Carducci tende a salire, ma in maniera minima; lambito il paese natale del grande poeta, si riprende la via verso il mare, e si entra a Donoratico da nord, reinnestandosi sull'Aurelia per l'ultimo rettilineo di un chilometro e mezzo fino al traguardo". Attenzione all'incognita vento. L'anno scorso vinse la Orica su RadioShack, Garmin e Sky.

Anche la seconda tappa ricalca quella dell'edizione precedente, pur non essendo uguale. Nel senso che questa è molto più semplice, conservando la maggiore difficoltà nella lunghezza (oltre 230 km), ma spianandosi rispetto a quella del 2012. Al posto delle salite di Volterra, Castellina in Chianti e Badia Coltibuono, sono state inserite quella di Massa Marittima (km 44) e quella di Cantoniera Montebello (km 85). Scelta obbligata, visto che dopo la partenza marittima si approccia l'interno della Toscana virando da sud e non da nord come l'ultima volta. Dopo i due Gpm (molto facili) rimangono 140 km di pianura, con appena un trascurabile strappetto a Pergine Valdarno a 75 km dal traguardo. Si passa una prima volta sotto lo striscione d'arrivo al km 170, dopodiché 5 giri di circuito intorno a Indicatore (12.4 km la lunghezza) precederanno la certa volata conclusiva. La località aretina vide il successo, un anno fa, di Mark Cavendish; pure nel 2011 si arrivò a Indicatore (partendo però da Carrara), e allora ad imporsi fu Tyler Farrar. A chi toccherà stavolta?

Da Indicatore rotta verso sud e il traguardo umbro di Narni Scalo. Sarà un'altra giornata da ruote veloci, anche se non mancano un paio di strappetti che vivacizzeranno la tappa. I primi 120 km non presentano praticamente difficoltà, sarà quindi il muro di Todi, a 70 dal traguardo, a mettere in fila indiana il gruppo. Qualcuno si staccherà pure, e chi non ha gambe difficilmente rientrerà, visto che subito dopo lo strappo todino ci sarà un'altra salitella, verso Vasciano. Ma dopo questa rampa, ci saranno quasi 40 km facili, sui quali qualche velocista meno avvezzo alle salite potrà organizzarsi per rifarsi sotto, e su cui il gruppo potrà perfezionare l'inseguimento ai fuggitivi di giornata. A 26 km dal traguardo, nei pressi di Narni, iniziano 8 km di falsopiano più che di scalata (anche se c'è un pezzetto di 500 metri all'8%, ai -20); anche in questo caso è difficile pensare che qualcuno possa andarsene via, ma anche qualora ciò accadesse, la comoda discesa da Madonna Scoperta e i successivi 11 km fino al traguardo, faciliteranno la rimonta del gruppo. Il quale potrebbe veder mescolarsi però le carte ai -4, laddove uno strappetto di un chilometro, molto facile per la verità, potrebbe comunque ricacciare indietro qualche sprinter, facendo un favore ai velocisti che hanno una migliore resistenza sulle rampe. Da escludere in ogni caso che il colpo di mano di un finisseur possa avere la meglio sulla legge del volatone.

Altro arrivo riproposto dopo l'anno scorso, quello di Prati di Tivo promette - neve permettendo - di essere decisivo ai fini della classifica generale. Del resto un traguardo a quota 1450 in marzo non è robetta, sia dal punto di vista climatico che dell'impatto su corridori non ancora al 100% della condizione. La tappa inizia con 80 km facilotti, se non vogliamo considerare determinante la Forca di Arrone (vetta al km 31 dopo 5.5 km di salita che supera di poco il 5% di pendenza nei tratti più duri). Da prendere più con le molle i 14 km di scalata alla Sella di Corno, vetta al km 94, più difficili nella prima metà, molto più semplici nella seconda (anche per questo, probabilmente, non è previsto un traguardo Gpm in cima). 10 km di discesa e 13 di dolce fondovalle precedono la terza salita di questo minitappone appenninico, il Passo delle Capannelle. Da Cermone (siamo nelle vicinanze dell'Aquila) alla vetta son 14 km da non sottovalutare, perché se è vero che i primi 6 non hanno le caratteristiche della salita spaccagambe, e che nei restanti 8 non mancano un paio di tratti in falsopiano su cui recuperare, è pur vero che ci sono 3 o 4 gradoni con pendenza in doppia cifra che potranno scremare il gruppo da qualche gregario importante. Il problema (o la salvezza, a seconda del punto di vista) è che dalla vetta ci sono 26 km di discesa fino al punto in cui si imboccherà la strada per Prati di Tivo. Facile pensare quindi che si approccerà la salita finale col gruppo ancora abbastanza folto. Quasi 15 i km di ascesa, anche questa a gradoni, con molti tratti non certo esasperanti alternati a muretti con pendenze superiori al 10%. La lunghezza della salita finale (insieme al possibile freddo che si incontrerà) sarà un fattore determinante per l'esito della tappa più dura della Tirreno 2013.

Non mancano certo le asperità nella Corsa dei Due Mari, quest'anno. Dopo l'arrivo in quota a Prati di Tivo, anche la quinta tappa è tutt'altro che da prendere sottogamba. Intanto è lunghissima, 230 km; i primi 60 non presentano grosse peculiarità, ma dopo lo strappo di Fara San Martino (tra il km 60 e il 70) la Forchetta di Palena attende il gruppo col suo andamento dolce all'inizio e poi, dopo due rampe al 15 e al 19%, con pendenze più sostenute - ma comunque mai oltre il 7% - negli ultimi 4 km (in totale son 10 di scalata, che si sommano ai 10 di Fara San Martino). Circa 20 km in altopiano e 15 di discesa precedono un lungo falsopiano digradante (50 km fino a Scafa) su cui il gruppo si ricompatterà in attesa del piatto forte della giornata, ovvero il Passo Lanciano. Salita spesso presente al Giro d'Italia, l'ultima volta nel 2006 con la vittoria di Ivan Basso, consta di una quindicina di chilometri di ascesa, di cui gli ultimi 11 (da Lettomanoppello in su) veramente tosti, quasi sempre sopra l'8% di pendenza media. In vetta saranno stati coperti 190 km, ne mancheranno 40 al traguardo. I primi 16 sono di discesa (non complicata) verso Sant'Eufemia, quindi altri 16 di strada agevole (leggermente discendente) fino allo svincolo per Chieti. Da qui ci sono poco meno di 7 km ipertecnici fino all'arrivo: 2 sono di salita fino a Chieti-Pietragrossa (7.7% medio, ma la parte centrale è al 10% con una punta del 16 subito prima della spianata conclusiva); 2.5 km di picchiata verso Via dei Marsi, quindi nuova scalata sulla famosa "Salita del Gas", rampa di 1 km al 12% (con un pezzetto al 19), e dal Gpm al traguardo c'è un ultimo chilometro abbondante in leggero falsopiano. Qui vincerà un corridore vero, e l'accoppiata delle due frazioni abruzzesi darà molto probabilmente alla classifica una conformazione che sarà difficile da ribaltare nelle due giornate successive.

L'ormai classica tappa mossa nelle Marche si svolge quest'anno nei dintorni di Porto Sant'Elpidio, e coi suoi continui saliscendi promette di essere terreno di caccia per i corridori da classiche. Altra giornata over 200 km (209 per la precisione), dalla partenza si va verso l'interno e non stiamo a citare tutti gli strappetti che caratterizzano il tracciato. Basti dire che, dall'altimetria, ne contiamo 9 nei primi 80 km, quelli che porteranno a Sant'Elpidio a Mare (dove c'è il traguardo Gpm). Se non bastasse, questo ampio giro di 88 km (l'ultima parte è pianeggiante) verrà ripetuto una seconda volta, con identiche modalità. Si arriva così ai -30 dal traguardo, e dopo il passaggio sotto lo striscione è in programma un giro più corto, che prevede un nuovo passaggio da Sant'Elpidio a Mare (ma da un versante diverso, da est e non da ovest, più leggero rispetto all'altro), per riprendere, con la planata su Casette d'Ete, il finale del circuito originario, con ultimo strappetto ai 10 km. Gli ultimi 7 sono completamente piatti, ma a quel punto è molto probabile che il gruppo sia frazionato in più tronconi, e che l'eventuale drappello di testa risulti così imprendibile.

Anche la tappa conclusiva della Corsa dei Due Mari ha assunto, negli ultimi 2 anni, carattere di sistematicità. La crono di San Benedetto del Tronto è praticamente identica alle precedenti edizioni, e l'anno scorso la descrivevamo così: "partenza da Viale Marinai d'Italia [ma quest'anno si parte 100 metri più avanti, sulla Banchina Scalo d'Alaggio] in direzione sud verso Piazza Salvo d'Acquisto: qui, dopo quasi 5 km, si svolta per tornare indietro fino al traguardo di Viale Bruno Buozzi. Il percorso è piattissimo, oltre che praticamente diviso in maniera geometrica tra andata e ritorno: quindi il vento, anche quando fosse presente, non sarebbe un grande fattore per gli sviluppi agonistici della frazione". Per completezza, aggiungiamo che sul percorso ci sono tre curve a destra e una a sinistra, e due "chicane" a metà del vialone e del suo controviale. Gli ultimi 2 km sono completamente dritti. L'anno scorso osavamo: "In ogni caso, dopo le salite dei giorni precedenti, sarà veramente difficile che il vincitore della Corsa dei Due Mari debba essere ancora deciso nell'ultima prova contro il tempo". Invece andò proprio che Nibali ribaltò la corsa grazie alla crono. Motivo di più per attendere con estrema curiosità l'epilogo della Tirreno-Adriatico 2013.

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