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Paris - Nice 2012

Partirà con una cronometro da Dampierre-en-Yvelines a Saint-Rémy-lès-Chevreuse la Parigi-Nizza 2012. Meno di 10 km (9.4 per la precisione) nel cuore del parco naturale dell'Alta Valle di Chevreuse, a due passi da Parigi, per un tracciato che farà distacchi non banali, visto che subito in apertura, giusto per impedire ai corridori di trovare il ritmo adeguato, c'è una salitella: si chiama Côte des Dix-sept Tournants (17 tornanti), è lunga un chilometro e nella parte centrale ha pendenze fino al 12% (la pendenza media è del 6.2%). Dalla cima si imbocca un rettilineo pianeggiante di 1.5 km verso nord, quindi rotonda verso destra e discesa di 3 km in direzione di Chevreuse. Negli ultimi 3 km un leggero falsopiano a salire precede il tuffo su Saint-Rémy, sede d'arrivo. In una crono del genere sarà fondamentale anche la scelta dei materiali.

L'unica frazione veramente facile della Course au Soleil 2012 è la seconda: 185 km da Mantes-la-Jolie a Orléans, dalla periferia parigina ci si sposta decisamente verso sud, e benché non siamo in presenza di un tavolo da biliardo, è difficile definire l'altimetria diversamente da "piattone". C'è qualche rampetta qua e là, ma l'unica che abbia titolo di Gpm è la Côte des Granges-le-Roi, a 100 km dal traguardo (e comunque facilissima). Per il resto, lungo preludio all'inevitabile volata conclusiva.

Lac de Vassivière è celebre nel ciclismo per la cronometro nella quale al Tour de France 1995 Miguel Indurain mise il sigillo alla sua quinta vittoria. Nel nostro caso ritroviamo la ridente località come sede d'arrivo della tappa che, partita da Vierzon, continuando la corsa verso il sud, ha per cominciare 80 km decisamente piatti. Ma da lì in poi il profilo altimetrico diventa tutto un mangia-e-bevi per oltre 100 km: nulla che farebbe fuori gli sprinter dalla contesa, se non fosse che la strada verso il lago dell'arrivo si inerpica per 8 km. I quali non saranno certo complicati (la pendenza media degli ultimi 5 km, quelli più difficili, è appena del 4%), ma chiameranno comunque in gioco i finisseur più che i velocisti. Da non escludere anche la possibilità di una fuga in porto: i team degli sprinter non tireranno per ovvi motivi, e qualche bel passista potrebbe trovare il terreno adatto per l'impresa.

Altro giro, altra tappa tutta da interpretare. 178 km, i primi 50 dopo la partenza da Brive sono molto facili, poi si inizia a salire e scendere senza tregua. La Côte de Fangas, quasi 8 km al 5% medio, è il primo Gpm di 2a categoria della corsa, e svetta al km 60; quindi due strappetti nei successivi 17 km precedono 20 km di discesa fino alla Côte de Blanquie, a cui segue immediatamente la Côte de Quotidiane. Niente di particolarmente stressante, comunque, e da questo Gpm fino ai -20 c'è spazio per recuperare, tra discesa e pianura. La Côte d'Aubert le Crès, 4 km al 3% medio, è posta lì per mettere in fila il gruppo (che a questo punto della tappa avrà per forza recuperato la fuga del mattino), ma i 10 km successivi non presentano grossi problemi. La brevissima Côte de Bourran (meno di mezzo chilometro) è una sorta di muro all'8% su cui qualcuno scatterà per forza: il problema sarà mantenere il vantaggio sugli inseguitori nei 2 km finali, il primo dei quali è piatto, mentre l'ultimo è nuovamente in salita all'8%: in ogni caso, vincerà un corridore molto potente.

5a tappa: Onet-le-Château - Mende
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Giov, 08/03/2012
178.5 km
Partenza: 
Onet-le-Château ore 11.15
Arrivo: 
Mende ore 15.46-16.14
5a tappa: Onet-le-Château - Mende
Sprint intermedi: 
Mende km 175
Gpm: 
Col d'Aujols (870 m-3a cat.) km 15.5, Côte de la Malène (779 m-1a cat.) km 96, Côte du Cayla (916 m-3a cat.) km 111.5, Côte de l'Estrade (1005 m-1a cat.) km 146.5, Côte de Chabrits (899 m-2a cat.) km 170.5, La Croix-Neuve-Montée Laurent Jalabert (1055 m-1a cat.-Arrivo) km 178.5

Si va verso est da Onet-le-Château a Mende, 178 km e un arrivo che ormai conosciamo a memoria, tante le volte che l'abbiamo visto al Tour. Il Col d'Aujols in apertura serve per lanciare la fuga del giorno, e per 90 km non vedremo nulla di importante per quel che riguarda gli uomini della classifica. A dire la verità, non è neanche detto che questo qualcosa di importante lo vedremo sulla Côte de la Malène, 1a categoria con vetta al km 96: è vero che 2 dei 4 km della salita sono veramente duri, ma a 80 km dal traguardo i tempi non sono ancora maturi. Lo saranno probabilmente ai piedi della Côte de l'Estrade (dopo oltre 40 km di altri strappetti, discesa e pianura): la salita in questione, lunga 6 km, ha una pendenza media dell'8% e punte oltre il 12, e a poco più di 30 km dalla fine sarà facile vedere battaglia tra i big. 20 km di discesa e pianura dalla vetta, quindi la breve Côte de Chabrits è l'antipasto del celebre Montée Laurent Jalabert, 3 km al 10% che conducono al traguardo dopo il quale potremmo anche vedere il vincitore di giornata salire sulla vetta della classifica.

Dopo un trasferimento da Mende verso est, si riparte da Suze-la-Rousse in direzione Sisteron: 178 km non difficili, con la maggiore asperità (la Côte du Pas du Ventoux, ai piedi del celeberrimo monte omonimo) posta dopo 40 km e seguita da 45 km che passano da una salitella (la Côte d'Aurel) e un falsopiano. Dal km 85 tutto si semplifica, si inizia a scendere passando da Ongles, e quando finisce la picchiata la strada resta agevole, con la Côte des Mourres, 3a categoria al km 120, che non fa paura. A 22 km dal termine si entra nel circuito conclusivo intorno a Sisteron: il primo giro, di poco più di 11 km, comprende un'escursione sulla Côte des Marquises, 1.3 km con pendenza media appena inferiore al 7% e Gpm a 12 km dalla fine. Qualche velocista ci si perderà, ma in diversi riusciranno a salvarsi e a mettersi in coda al treno nell'ultimo, facile giro che dovrebbe condurre alla seconda volata della Parigi-Nizza 2012.

Si approda finalmente al mare dopo la tappa più lunga della corsa. Una frazione che non è comunque un tappone, anzi sa un po' di occasione sprecata, visto un disegno che tende molto ad annacquare le possibili velleità degli scalatori della compagnia. I primi 70 dei 220 km totali sono facili, quindi tre salitelle in rapida sequenza (Col des Lèques, Col de Luens e Côte de Peyroules) non faranno alcuna differenza. Anche perché - non parliamo di chi sarà in fuga da lontano - sapere che dopo il Peyroules ci sono 20 km di pianura e 20 di discesa smorza gli entusiasmi di chi ha idee bellicose. Subito dopo il km 150 si sale per davvero, sul Col de Vence: 10 km con pendenza media del 6.6% e con diversi punti che tirano oltre il 10%. Ma 55 km di discesa e pianura fino al traguardo di Nizza sono francamente troppi, e il recupero del gruppo su eventuali attaccanti diventa, più che possibile, praticamente certo.

Chiusura amarcord con cronoscalata alla salita che più di tutte caratterizza la Parigi-Nizza: il Col d'Èze, che veniva affrontato in una prova contro il tempo nelle edizioni tra il 1973 e il 1995. L'idea degli organizzatori è di provare a tenere fino all'ultimo metro l'incertezza sul vincitore della Course au Soleil. 9.6 i km della scalata, in gran parte abbondantemente pedalabili. Il tratto più duro è quello iniziale, 2 km all'8% (la pendenza media dell'intera salita è del 4.7%); quindi 3 km al 4%, e subito dopo il rilevamento cronometrico un altro km al 7%. La salita spiana poi progressivamente, con 2 km con pendenza inferiore al 6%, e i 1600 metri finali che in definitiva sono di pianura. Più possibilità per i passisti scalatori che per i grimpeur puri.

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