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Parigi-Nizza 2015

Maurepas, sobborgo residenziale dalle parti di Versailles. Parigi è a un passo, Nizza ancora lontana, e la Course au Soleil comincia con un cronoprologo di poco meno di 7 km che si snoda sulle ariose e verdeggianti strade che costeggiano il nucleo di questa cittadina con una planimetria geometrica e un "meglio" che pare essere proprio su queste vie che circumnavigano il centro. Con quelle villette che si affacciano qua e là, pare a tratti lo scenario (tipico, di provincia) di un tardo film di Chabrol: dove si anniderà l'omicida, allora? Da nessuna parte, perlomeno nel senso sportivo del termine: siamo ben lontani dal concetto di "ammazzare la corsa", siamo appena all'inizio, e i 6.7 km completamente pianeggianti (veramente trascurabili certi tratti che "tirano" un po') non scaveranno solchi incolmabili. Percorso tutto sommato semplice anche come sollecitazioni di guida: poche curve, tutte ampiamente controllabili, anche quelle apparentemente più strette. Una passeggiata di salute per alcuni (anche il clima, stando alle previsioni, dovrebbe essere bonario); un inseguimento all'ultimo secondo per quelli interessati alla classifica.

La prima di due tappe praticamente gemelle, dedicate alle ruote veloci. Veramente poco da segnalare in questa frazione che lambisce i 200 chilometri e che riserva l'unica salitella (la Côte de Bel Air) all'avvio di gara: il Gpm posto al km 3 servirà ad assegnare la prima maglia a pois di migliore scalatore, facile immaginare quindi una battaglia che si accenderà sin da subito. Lasciata alle spalle Saint-Rémy-lès-Chevreuse (e con essa l'hinterland parigino) ci si dirige nettamente verso sud, attraverso ridenti zone della Loir-et-Cher, e arrivati a Soings-en-Sologne si svolta a destra verso Contres, località d'arrivo. Alle porte di questa cittadina si fa un tratto di circonvallazione per entrare da sud, e un lungo (ma non largo) rettilineo, smorzato da una veloce semicurva a destra a 500 metri dall'arrivo, sarà lo scenario su cui le squadre dei velocisti battaglieranno per conquistare le migliori posizioni in vista dello sprint.

Saranno i due panda giganti Yuan Zi e Huan Huan, ospiti d'eccezione dello ZooParco di Beauval, alle porte del villaggio di Saint-Aignan, a dare il saluto ai corridori lanciati per la seconda tappa in linea della Parigi-Nizza 2015. Un'altra frazione per ruote veloci, più breve della precedente e anche questa punteggiata da una sola vera salitella, la Côte de la Tour, 2 km al 4% (sarà superata di slancio). Solo che stavolta la rampetta è posta più o meno nel finale, ma non è che ciò voglia dire che diventerà significativa ai fini del risultato. Verrà affrontata subito dopo un primo passaggio da Saint-Amand-Montrond, sede d'arrivo: dopo tale passaggio, un ampio ricciolo antiorario di 45 chilometri riporterà il gruppo nella cittadina dove è posto il traguardo. Vi si entra, in Saint-Amand, da ovest, su ampie strade che favoriranno alte velocità. A 1.5 km dalla fine una prima rotonda non comporterà sterzate di sorta, visto che la si supererà procedendo diritti. Molto più insidiosa la seconda rotonda, ai 750 metri, dato che lì si dovrà svoltare a sinistra (e la curva è cattivella, per quanto veloce: il problema è che la strada si restringe un tantino proprio sulla svolta). Una volta immessi sull'Avenue Giraudoux, la strada tende a piegare verso destra, ma qui si parla di una semicurva che non limiterà le accelerazioni. Gli ultimi 400 metri sono completamente rettilinei, con un impercettibile zero-virgola di percentuale di pendenza tendente all'insù.

Al quarto giorno qualcosa cambia nel disegno della Parigi-Nizza, ma parliamo ancora di dettagli. L'altimetria non è un piattone come nei giorni precedenti, ma nemmeno possiamo millantare di grandi salite sul percorso che da Saint-Amand-Montrond porta a Saint-Pourçain-sur-Sioul. Certo, i Gpm diventano tre, ma restano abbastanza lontani dall'arrivo, e si tratta comunque di salite trascurabili: 2 km al 4% la prima (la Côte de la Croix du Chêne, poco dopo 50 km di tappa), 2.5 km al 5% la seconda (il Col de La Bosse, a poco più di 80 km dalla fine), 1.5 km al 6% la terza (la Côte de Vicq, ai -60 circa). Più interessante allora il circuito conclusivo, da percorrere una volta e mezza in senso orario. A 8 km dall'arrivo verrà affrontata due volte una rampetta di un chilometro (8% la pendenza massima, ma è solo un breve tratto e poi spiana subito), e considerate le alte velocità che si terranno nel finale, qualcuno inizierà a produrre più acido lattico del previsto. Prima del traguardo, poi, a circa 500 metri dalla linea d'arrivo, un'altra bella rampa (vicina al 10%) di 200 metri che immette su una chicane con svolta a sinistra; da qui il rettilineo conclusivo, altri 300 metri che tirano (ma non troppo). Al primo passaggio (a circa 20 km dalla fine) ci sarà modo di studiare il tutto, ma resta un finale abbastanza tecnico che promette una volata non così scontata.

4a tappa: Varennes-sur-Allier - Croix de Chaubouret
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Giov, 12/03/2015
204.0 km
Partenza: 
Varennes-sur-Allier ore 10.15
Arrivo: 
Croix de Chaubouret ore 15.20-15.46
4a tappa: Varennes-sur-Allier - Croix de Chaubouret
Sprint intermedi: 
Saint-Priest-La-Prugne km 59.5, Saint-Chamond km 187.5
Gpm: 
Côte de Cheval Rigon (590 m-3a cat.) km 42.5, Col du Beau Louis (821 m-3a cat.) km 54, Côte de Saint-Bonnet-les-Oules (521 m-3a cat.) km 140.5, Côte de Saint-Héand (647 m-3a cat.) km 144.5, Côte de La Gimond (763 m-2a cat.) km 152, Col de la Gachet (732 m-2a cat.) km 175, Côte de la Croix Blanche (753 m-3a cat.) km 178.5, Croix de Chaubouret (1201 m-1a cat.-Arrivo) km 204

Dopo quattro giorni a dir poco interlocutori, un arrivo in salita è una boccata d'ossigeno per l'appassionato; tantopiù in una tappa che propone la bellezza di 8 Gran Premi della Montagna: una forsennata cavalcata alpina? Macché, siamo dalle parti di Saint-Étienne, una zona in cui la Course au Soleil inciampa praticamente ogni anno; gli organizzatori invece inciampano nella tentazione di moltiplicare i traguardi intermedi, sicché se metti 3 Gpm su quella che è sostanzialmente un'unica salita, ecco che si fa presto ad arrivare a quota 8. E va bene, ne gioverà la lotta per la maglia a pois. Strada lunga (la più chilometrica della settimana, l'unica ad andare oltre quota 200) e comunque parecchio accidentata, quella che porterà il gruppo da Varennes-sur-Allier alla Croix de Chaubouret, arrivo inedito per la Parigi-Nizza. Dopo poco meno di 40 km di tappa si incrociano le prime rampe di giornata, ma la Côte de Cheval Rigon, così come il Col de Beau Louis, immediatamente seguente, è fatta a gradoni con pendenze non eccessive spalmate su 6 km di lunghezza. Tra l'una e l'altra, compreso un falsopiano in mezzo, parliamo comunque di circa 18 km di strada tendente all'insù: si immagina una battaglia mai finita per far partire una fuga importante. Poi comunque la strada digrada in un lungo e dolce declivio di una trentina di chilometri, prima di 50 chilometri pianeggianti, interlocutori, in cui la situazione in corsa si sedimenterà in attesa dei saliscendi del finale. Ai -65 dal traguardo, i citati 3 Gpm in uno: 15 chilometri di salita interrotta da una breve discesina contengono la Côte de Saint-Bonnet-les-Oules, la Côte de Saint-Héand e la Côte de La Gimond; appena più lunga e facile la prima, una specie di muri le altre due (ma non si parla certo di ciclogaragismo). Non particolarmente ardui gli 8 km di discesa verso Saint-Romain-en-Jarez, da cui prende il via il Col de la Gachet, salita di 5 km un po' più seria dei precedenti Gpm, non tanto per la pendenza media (tenuta sul 4% da una prima metà di scalata molto facile), quanto per alcuni tratti più ostici andando verso la vetta. Proposto ancora una volta il giochino dei due Gpm in rapida sequenza (cima, 2 km di discesa, 2 km di trascurabile salita, ed ecco la Côte de la Croix Blanche), cui seguono 8 km di discesa verso Saint-Chamond, una picchiata su cui le velocità più alte si toccheranno sui rettilinei della parte centrale. Tornati a valle, c'è il ragionevole sospetto che tutto quello che è avvenuto prima venga resettato, visto che i 10 km dell'ascesa conclusiva dovrebbero bastare (nei piani sempre troppo sparagnini degli strateghi d'ammiraglia) per fare la differenza. La pendenza media è importante (per questa stagione), prossima al 7%, e la salita è abbastanza regolare, senza grossi strappi. Il versante è in ogni caso quello più duro (e la seconda metà è anche più arcigna della prima); insomma la volontà da parte degli organizzatori è di offrire una chance agli scalatori, quelli più dotati di fondo e non gli specialisti dello scatto su rampa secca.

Dopo lo scrollone che la classifica avrà ricevuto sulla Croix de Chaubouret, un'altra tappa interlocutoria funge da prefinale della Corsa verso il Sole, offrendo una nuova chance ai velocisti in quel di Rasteau, villaggio immerso tra i vigneti ai confini tra Drôme e Vaucluse. La partenza da Saint-Étienne non è così facile, a dire il vero: subito il Col de la République da affrontare, che son pur sempre 12 km di scalata (anche se non complicatissimi). Gruppo a ritmo blando e fuga subito in volo, verrebbe da pensare. Oltre 100 km davvero facili (si scende, poi si veleggia in pianura) seguono il Gpm, e il profilo altimetrico è increspato dal Col du Devès (al km 125) e dalla Côte d'Aleyrac (poco prima del 150), salitelle di circa 5 km che avranno un peso marginale nell'economia di questa frazione. Sarà più interessante seguire quanto accadrà negli ultimi 10 km, a partire da quella Côte de Buisson che "svetta" a 8 km dalla fine, dopo 2 km di scalata culminanti in mezzo chilometro al 6%. Qualcuno proverà l'evasione? Questo è quasi certo. Bisognerà però vedere quanto resisterà quel qualcuno, visto che già la discesa favorisce un pronto recupero del gruppo lanciato in velocità. Ultimi brividi in dirittura d'arrivo: ai 500 metri una svolta destra-sinistra (su un ponticello su un fiume) immetterà sul rettilineo conclusivo, che - sorpresa! - tira leggermente all'insù. Nessuno si faccia troppe illusioni, non è un arrivo da finisseur, ma tra la "chicane" e il falsopiano verso il traguardo, non mancherà chi tenterà di sorprendere tutti uscendo bene da quella doppia curva e confidando nel fatto che qualche velocista possa rimbalzare negli ultimi metri.

6a tappa: Vence - Nice
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Sab, 14/03/2015
180.5 km
Partenza: 
Vence ore 11.40
Arrivo: 
Nice ore 16.25-16.55
6a tappa: Vence - Nice
Sprint intermedi: 
Tourrettes-sur-Loup km 20, La Turbie km 166
Gpm: 
Col de Vence (958 m-1a cat.) km 35, Côte de Levens (476 m-2a cat.) km 84, Côte de Châteauneuf (632 m-2a cat.) km 100, Côte de Coaraze 610 m-2a cat.) km 116, Col Saint Roch (1003 m-1a cat.) km 127.5, Côte de Peille (653 m-1a cat.) km 154.5

Vence e Nizza distano sì e no 10 km, ma in quest'occasione bisognerà moltiplicare per 18 questo chilometraggio, shakerare con alcune delle più intriganti salitelle dell'entroterra nizzardo, e si otterrà un percorso che farebbe la felicità di ogni cicloamatore. Sarà la giornata delle mille trappole, e non deve ingannare troppo il fatto che dall'ultimo Gpm al traguardo ci saranno 26 km di discesa: in una tappa che non presenta un metro di pianura e che si sviluppa tutta su stradine tortuose, la difficile Côte de Peille nel finale potrà bastare a provocare uno sparpaglìo niente male. Ma torniamo all'inizio: la prima scalata, quella al Col de Vence, è anche la più dura, coi suoi 10 km di ascesa e la sua pendenza del 7% (la prima metà piena di sobbalzi, la seconda molto più regolare). Quasi 10 km di falsopiano in cima prima della lunga discesa (30 km spezzati solo da una contropendenza prima della località di Le Broc) verso Saint-Martin-du-Var; si supera un ponte sul fiume Var, e da La Roquette ci si inerpica verso la Côte de Levens, 6 km al 5.5% (i primi 4 sono particolarmente tosti, poi spiana). Ma ancora non saremo nel vivo della tappa, da quelle parti ci sarà pure il rifornimento, con l'inevitabile attimo di rilassamento che sempre comporta. Si potranno così superare di slancio pure i 5 km della successiva Côte de Châteauneuf (niente di speciale), ma una volta giunti in cima, esattamente al km 100 (e quindi a 80 dalla fine), la musica cambierà. La discesa verso Contes è infatti insidiosissima, ripida e con molti tornanti, e naturalmente una volta arrivati giù non ci sarà respiro perché si tornerà subito a salire: in pratica, come sulle montagne russe. Il quarto Gpm della giornata è la Côte de Coaraze, preceduta da un drittone di 4 km in falsopiano, e sviluppata lungo 6 km di arrampicata (planimetricamente più lineari) al 5.6%. Niente paura, i tornanti - tautologicamente! - tornano subito dopo, perché superato il Gpm si continua praticamente a salire verso la vetta del Col Saint Roch. I dati ufficiali parlano, per questa salita, di una pendenza media del 4.5% spalmata in quasi 10 km di ascesa; la realtà dice che i primi 4 km sono da considerare appena un mangia&bevi, e che i 6 che vengono dopo faranno una gran bella differenza, con diversi tratti oltre il 10%. Proprio i citati tornanti rappresentano il punto più duro di questa salita che svetta a 53 km dal traguardo (e, curiosità, rappresenta uno dei due punti - l'altro era subito dopo il Col de Vence - in cui si sfora, di pochi metri, quota 1000 sul livello del mare). 20 km di discesa (i primi 7 molto tecnici, poi la strada si fa scorrevole e si dovrà anzi pedalare parecchio col rapportone) permetteranno a qualcuno che dovesse essersi staccato di rientrare, ma sarà solo la descrizione di un attimo, perché poi arrivati in località La Grave de Peille si fa un'inversione a U, si prende verso destra, ed ecco la Côte de Peille, 5 km impegnativi (tra il 7 e il 9%) e un ultimo assai più docile. Si giunge così nel villaggio di Peille, borgo medievale incastonato tra le Alpi Marittime che dominano la Costa Azzurra. Uno scenario da favola che i corridori non potranno godersi, impegnati come saranno a dover coprire - dal Gpm - ancora 26 km. Guai a distrarsi, anche se la discesa verso La Turbie è molto meno ostica di quelle precedenti, e poi da lì passando per Èze in direzione Nizza (sempre continuando a scendere) l'odore del mare che si inizia a costeggiare suggerisce che le fatiche volgono al termine, e che la Promenade des Anglais, sede d'arrivo, è ormai vicina.

Gran finale con cronoscalata, ancora una volta (le ultime, nel 2012 e nel 2013, vittorie di Bradley Wiggins e Richie Porte). Beh, spendere il termine "scalata" in riferimento al Col d'Èze è quasi uno spreco, ma la tradizione è tradizione, e questa salita alle porte di Nizza ha caratterizzato da sempre la Course au Soleil. Quest'anno non fa eccezione, e saranno i 9.6 km contro il tempo a fissare la classifica generale. Il meglio, a livello altimetrico, è nei primi 2 km (intorno all'8% di pendenza), poi 3 km in falsopiano ne precedono altri 3 che oscillano tra il 5.5 e il 7%, prima della spianatona del chilometro e mezzo conclusivo. Cronoscalata da rapportone, ma sarà fondamentale soprattutto non ingolfarsi in quei primi due chilometri, dove qualcuno può cadere nella tentazione di strafare, e pagare poi un conto salato nel resto della prova.

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