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Giro Rosa 2014

È il Sud ad accogliere la partenza della 25esima edizione del Giro Rosa e più precisamente la città di Caserta che ospitò già il via del Giro Dilettanti 2006. A distanza di cinque anni la prima maglia rosa sarà nuovamente assegnata con un breve prologo serale, 2050 metri che saranno anche gli unici contro il tempo di tutto il Giro. La pedana di partenza sarà posizionata proprio accanto all'ingresso della celebre Reggia e il percorso sarà un "andata e ritorno" lungo Corso Trieste, due rettilinei intervallati da una svolta ad U. Le uniche difficoltà tecniche di una prova come questa possono essere la traiettoria dell'inversione di marcia su una carreggiata non larghissima ed in fondo in lastricato che favorirà le atlete di maggiore potenza.

Dopo il prologo si resta nel casertano anche per la prima tappa che sarà una frazione interamente in circuito ad eccezione dei 600 metri finali. Ad ospitare questa giornata sarà il comune di Santa Maria a Vico con un insidioso circuito di 8.6 chilometri da ripetere per ben 11 volte. Il punto chiave del percorso sarà l'ascesa di Via Borgate Alte che nel complesso misura circa un chilometro e mezzo, ma gli ultimi 600 avranno una pendenza del 9%: il quarto e l'ottavo passaggio saranno validi come gpm di terza categoria. Per le squadre delle velociste non sarà facile tenere il gruppo compatto e questo percorso si presta subito a qualche imboscata, soprattutto nel caso in cui dovesse piovere visto anche che nella discesa un paio di curve abbastanza tecniche. In caso di volata finale l'ultima curva sarà ai 600 metri, quindi un rettilineo in rettilineo nuovamente ideale per atlete potenti. Sempre se saranno riuscite a restare davanti dopo 11 passaggi in salita.

Ancora una tappa in Campania e ancora una tappa in circuito: stavolta il gruppo sarà in provincia di Napoli, a Frattamaggiore, comune adiacente a Grumo Nevano che in passato ha già ospitato la corsa rosa. La frazione è caratterizzata da un circuito di 20 chilometri da ripetere 6 volte: sarà una giornata sicuramente meno stressante della precedente visto che il circuito è praticamente tutto in pianura salvo dei lievissimi dislivelli poco significativi. Negli ultimi due chilometri alcune curve potrebbero allungare il gruppo lanciatissimo per la volata: gli ultimi 700 metri comunque sono tutti in rettilineo.

Un fatto molto positivo per le prime giornate di questo Giro Rosa saranno i trasferimenti abbastanza contenuti: la terza tappa, infatti, partirà di nuovo dal cuore di Caserta e darà inizio alla risalita verso nord. I primi 80 chilometri saranno quasi interamente in pianura con in passaggio dalla Campania al Lazio (provincia di Frosinone), ma una volta che il gruppo uscirà da Cassino il percorso cambierà radicalmente: la salita di Belmonte Castello è abbastanza regolare sul 5% di pendenza, ma è lunga 9 chilometri e si farà sentire sulle gambe delle atlete. Dal gran premio di montagna di seconda categoria all'arrivo mancheranno 37.5 chilometri e qui la corsa potrebbe esplodere perché sarà un sali-scendi continuo senza un metro per rifiatare. Anche gli ultimi quattro chilometri della tappa verso lo splendido borgo di San Donato Val di Comino sono tutti in salita: anche in questo caso la pendenza è tra il 5% ed il 6% che dopo 125.3 chilometri (è la tappa più lunga del Giro) potranno creare già dei distacchi molto interessanti in classifica. In una tappa come questa sarà fondamentale avere una squadra molto forte, è un fattore che può fare la differenza.

Dopo una tappa (e un trasferimento) abbastanza impegnativa ecco un giornata relativamente tranquilla: da Alba Adriatica a Jesi i chilometri che le ragazze dovranno percorrere sono 118 e per la maggior parte saranno pianeggianti. I primi 73 saranno tutti lungo la costa adriatica, poi da Porto Recanati si punterà verso l'interno con passaggi a Loreto, Castelfidardo e Osimo. Gli ultimi 13 chilometri saranno invece molto più stuzzicanti: subito prima di entrare a Jesi ci sarà un gpm di terza categoria, pendenze agevoli ma siamo pur sempre a meno di 10 chilometri dal traguardo. La successiva discesa porterà il gruppo nella patria della scherma e gli ultimi 1500 metri si prestano proprio ad una bella stoccata tra brevi dislivelli, curve e contro curve. Le velociste non dovranno farsi sorprendere: sarà importante saper mantenere la posizione e non arretrare troppo in gruppo perché rimontare sarà molto difficile.

A 10 anni dalla morte di Marco Pantani anche il Giro Rosa si unisce al ricordo del Pirata con un traguardo di tappa nella sua Cesenatico: nonostante questo, però, a giocarsi il successo in questa giornata non saranno le scalatrici, bensì le velociste pure. Si parte da dove s'è arrivati il giorno precedente, da Jesi, si punterà subito verso il mare e il gruppo si terrà l'Adriatico alla propria destra fin sul traguardo. In mezzo a tanta pianura spunta solo un gran premio della montagna di terza categoria in località Siligata (Pesaro) ma da lì mancheranno ancora più di 40 chilometri prima dello sprint finale. Nell'ultimo chilometro attenzione a due curve ad angolo retto, la prima verso destra e la seconda a sinistra, prima di immettersi sul rettilineo d'arrivo lungo circa 400 metri. Le ruote veloci non possono farsi sfuggire questo traguardo: solo le fortissime potrebbero ritagliarsi ancora una chance nelle ultime quattro tappe.

Giovedì 10 luglio sarà finalmente la volta del primo vero tappone di montagna va propone un tipo di disegno che era mancato l'anno scorso: una frazione durissima, con un'ascesa lunga e impegnativa ma senza il traguardo in quota. Tappa quasi interamente in provincia di Treviso, la partenza sarà fissata a Gaiarine: dopo 15 chilometro si transiterà una prima volta da San Fior per poi andare a toccare San Vendemiano e Conegliano. Al chilometro 32.5 ci sarà la prima asperità di giornata verso Ca' del Poggio: non sarà il versante del celebre Muro, ma uno assai più dolce e lungo (circa 4 km in totale, punte di poco inferiori al 10%) che gli organizzatori hanno classificato di seconda categoria. Un altro paio di strappetti condurranno il plotone a Vittorio Veneto dove verrà affrontato un gpm di terzo categoria verso Piai. Queste prime difficoltà altimetriche non spaventeranno le favorite ma contribuiranno già a scremare un po' il gruppone dopo neanche 60 chilometri. Nel complesso i primi 70 chilometri di questa tappa saranno di studio perché poi dopo sarà una battaglia totale: da Villa di Cordignano inizierà l'inedita Salita dei Carbonai verso La Crosetta, un'ascesa di 13 chilometri con pendenza media superiore al 7.5% e diversi tratti superiori al 10%. Qui inizierà il Giro delle scalatrici e la classifica ne uscirà rivoluzionata. Attenzione però, perché dal gpm (di prima categoria ovviamente) al traguardo ci saranno ancora 27.7 chilometri in cui molto potrà cambiare: ad alcune ragazze la discesa potrebbe fare anche più male della salita. Oltre ai valori in montagna, da questa tappa usciranno fuori anche tutte le abilità tecniche e di lucidità nella lettura della corsa perché avremo quasi sicuramente un finale con atlete e gruppetti da tutte le parti e anche i 12 chilometri di pianura prima di tornare a San Fior potranno dire molto.

Prima dei due arrivi in salita decisivi nelle ultime due tappe, gli organizzatori del Giro Rosa hanno piazzato una frazione indecifrabile e che può veramente prestarsi ad ogni tipo di scenario o soluzione. Si apre da Aprica ma, per evitare una pericolosa discesa con il gruppo compatto e tante atlete desiderose di cercare un attacco, i primi 13 chilometri verranno percorsi ad andatura controllata come tratto di trasferimento ed il via ufficiale verrà dato da Tresenda. Neanche il tempo di abbassare la bandierina e sarà subito salita: per arrivare a Teglio sono 7 chilometri con un tratto centrale all'11% che farà esplodere subito la corsa. Il problema è che dalla vetta mancheranno al traguardo di Chiavenna ben 84.5 chilometri, quasi tutti di fondovalle: è molto probabile quindi che in salita, o ancora meglio al termine della discese quando le big aspetteranno le gregarie staccate, nasca una fuga di atlete forti ma non più pericolose per la classifica e che questa azione riesca ad andare in porto. Arrivati in vista del Lago di Como (km 70) si svolterà imboccando la Strada Statale 36 e negli ultimi 10 chilometri le atlete dovranno fronteggiare una leggera pendenza sfavorevole. Nell'ultimo chilometro l'ascesa si farà sentire ancora un po' di più crescendo fino al 3-4%: un finale che quindi premierà una ciclista in ottime condizioni di forma. Noi abbiamo parlato di una fuga ma non si può escludere anche un arrivo in volata (Bronzini se al top della forma può difendersi bene nei primi chilometri, a Vos posso servire gli abbuoni) o una grande battaglie tra squadre se una big dovesse andare in difficoltà sul Teglio. In coda invece si lotterà contro lo spettro del tempo massimo.

Tappa praticamente in fotocopia a quella dell'anno scorso vinta da Mara Abbott con 24" di vantaggio su Häusler e 34" su Francesca Cauz: nel 2013 si era partiti da Terme di Premia per 121 chilometri, stavolta il via sarà a Verbania e il chilometraggio di 90.3 chilometri, gli ultimi 65 invariati. Si corre sulle strade di casa di Elisa Longo Borghini che avrà quindi motivazioni speciali per regalare un successo ai propri tifosi e per riscattare la delusione dell'anno scorso quando si ritrovò costretta a guardare la sua tappa da bordo strada. Prima degli 11 chilometri della salita finale c'è davvero poco o nulla di significativo da punto di vista tecnico: un paio di strappetti, il traguardo volante a Ornavasso e stop. Il gioco duro inizierà appena superato l'abitato di Varzo: la pendenza media è del 7.8% ma bisogna considerare che la salita è divisa in due tronconi con il chilometro centrale che darà modo di rifiatare un poco; negli ultimi 4500 metri la pendenza si impenna a 9.1% ed è qui che dovranno scatenarsi le scalatrici pure per iniziare a recuperare l'eventuale distacco accumulato nei primi otto giorni di gara.

Il 25esimo Giro Rosa non si concluderà con una cronometro, con una tappa vallonata o con una passerella per velociste ma con un arrivo in salita: per ritrovare l'ultimo finale simile dobbiamo tornare al 2006 e anche quella volta ad assegnare l'ultima maglia rosa era stata la salita del Ghisallo. In quell'occasione Edita Pucinskaite riuscì a scavalcare in extremis Nicole Brändli e a vincere il suo primo Giro: ma il Ghisallo fu decisivo anche nel 2004 con Nicole Cooke che conquistò finalmente la maglia rosa alla penultima tappa. Anche quest'anno il Ghisallo sarà il teatro di un ribaltone? Difficile viste le tante salite che ci sono in precedenza, ma non impossibile perché in un arrivo in salita le crisi sono sempre in agguato e nessuno può sentirsi tranquillo. La tappa partirà da Trezzo sull'Adda e misurerà 80.1 km: non ci sarà nulla da inventarsi di strano, tutto si deciderà sull'ascesa finale che verrà presa la Bellagio. Parlare di pendenza media dei 10.6 km della salita ha poco senso: i primi 1500 metri sono poco più di un falsopiano, poi abbiamo 4.5 km all'8.6% con tratti anche al 14%, quindi la strada spianerà per 3 km prima dell'impennata conclusiva di 1600 metri all'8.7%. Se la classifica dovesse essere ancora molto aperta potremmo assistere ad uno spettacolo memorabile sui tornanti finali perché per fare grandi distacchi bisogna partire forte fin dalle prime rampe e sperare di avere nelle gambe energie sufficienti per tenere fino in fondo.

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