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Critérium du Dauphiné 2013

Quando si dice partenza in salita... Il Delfinato 2013 inizia dalla Svizzera, da Champéry, non lontano dal Lago di Losanna e dal confine con la Francia, e propone immediatamente la prima delle tante scalate della 64esima edizione della corsa transalpina. Una discesina di 3 km per scaldare le gambe, e subito si sale verso Morgins, 9 km di ascesa abbastanza difficili nella prima metà, ma poi molto più dolci fino al Gpm. Una volta scollinati si entra in Francia, ci si dirige verso la località di La Solitude su un terreno abbastanza facile (discesa e falsopiano all'ingiù), e da qui (km 35) si percorre un ricciolo di 40 km (circa) in senso antiorario, che riporterà il gruppo a La Solitude non prima di una scalata al Col du Corbier, salita tosta (7.5 km al 7.5%, più dura nella seconda metà, in cui troviamo punte del 15%) ma troppo lontana dal traguardo: dalla vetta mancano infatti 45 km fino a Champéry, e dopo la discesa (non trascendentale) ci si reimmette sulla strada fatta a inizio tappa, percorrendola a ritroso. Dopo un falsopiano di una quindicina di chilometri, si ritrova quindi il Pas de Morgins, ma da questo versante la salita è facilotta, solo 4.5 km di cui solo gli ultimi due sopra al 7% di pendenza. La discesa dal passo coincide per i primi 4 km con la strada fatta in salita all'andata, ma poi ci si immette su una via più tecnica e ripida che scende fino a Troistorrents (a 8 km dalla conclusione). Da qui si riprende il percorso dell'andata e si risale dolcemente fino al traguardo: fino a Val d'Illiez abbiamo 3.5 km che hanno un solo tratto in doppia cifra (al 13%) in avvio, e poi nella seconda metà si stabilizzano sul 6% di pendenza; gli ultimi 5 km sono ancora più facili, addirittura a tratti in contropendenza, e presentano solo 1.5 km al 7% fino al Gpm (di 3a categoria) che precede di un chilometro (di leggera salita) l'arrivo.

Ci si sposta di pochi chilometri a ovest, ma in territorio francese, per la partenza della seconda tappa. Da Châtel si guadagna la riva meridionale del Lago di Losanna (a Publier), che poi in realtà non si costeggia ma - diciamo - si lambisce fino ad Annemasse. Strada facile, senza grossi rilievi, e pure la prima salita di giornata, che si incrocia di lì a poco (Côte de Mornex, km 74), è poca roba. Superato il Gpm si continua a salire in falsopiano per altri 13 km, prima che si punti, in leggera discesa, fino a Mons (km 120), dove inizia una seconda parte di frazione molto pepata. Si parte proprio dal muro della cittadina in questione, un chilometro al 5%, e 15 km più avanti si scala la Côte de Lancrans, 3a categoria che consta di 3 km di ascesa al 5%. Dopo lo sprint di Montanges (km 142), la salita più impegnativa della giornata: si tratta della Côte de Communal, 5.5 km tra il 6 e l'8% ad eccezione di una breve spianata a metà e dell'ultimo km al 5%. La discesa, in direzione Belledoux a nord, presenta un tratto molto impegnativo verso la fine, quindi 7 km di falsopiano e pianura precedono la Côte du Bugnon, quinto e penultimo Gpm di giornata, non trascendentale (appena 2 km di scalata con pendenze non esagerate); dalla vetta c'è una facile discesa di 9 km (interrotta da un paio di strappetti) fino a Charix, da cui si torna a salire: è il Col du Sentier l'ultimo Gpm del percorso, e parliamo di 3 km al 7%. Detta così, non rende nemmeno giustizia alla salita, che presenta tre settori (di circa 500 metri ciascuno) in doppia cifra (e si arriva fino al 15%), l'ultimo dei quali, nei pressi del traguardo Gpm, è perfetto per lanciare l'attacco decisivo della giornata. Dalla vetta a Oyonnaz non restano infatti che 11 km, 7 di picchiata (con due o tre punti abbastanza tecnici) e 4 quasi in piano fino all'arrivo. Un gruppetto a giocarsi la tappa è l'ipotesi più realistica.

La più facile delle tappe del Delfinato 2013 non risparmia comunque delle salitelle, proponendo un finale ancora una volta aperto a varie soluzioni. 110 km di pianura da Ambérieu-en-Bugey a Beaujeu precedono la scalata al Col des Echarmeaux, che sarà anche lungo 10 km, ma che solo nei primi 3 presenta pendenze tra il 6 e il 7%, dopodiché spiana clamorosamente. Paradossalmente, è poco dopo il Gpm che si trova una rampa (non valida per la classifica di migliore scalatore) veramente tosta ancorché breve, il Col des Ecorbans (2 km all'8%). Quindi la discesa, o meglio il lunghissimo falsopiano digradante che, dopo quasi 30 km, giunge ai piedi dell'ultima salita di giornata, il Col des Sauvages, 4 km al 5.5% con vetta a 10 dalla fine. Il combinato disposto di alcuni tratti molto impegnativi lungo il Sauvages (nella seconda metà di scalata ci sono due o tre tornanti da togliere il fiato) e di una discesa velocissima verso il traguardo promette battaglia e spettacolo negli ultimi km della frazione.

Il concetto di "crono completamente piatta" è perfettamente esemplificato dalla quarta tappa, prova contro il tempo abbastanza lunga e decisamente favorevole agli specialisti, coi suoi lunghi rettilinei che permetteranno di tenere alte velocità. Il tutto a Villars-les-Dombes e dintorni: primi 6 km verso Versailleux praticamente senza curve, ma diciamo che fino a Rignieux-le-Franc (km 11) si potrà pedalare senza particolari manovre. Dopo la prima vera svolta a destra si passa dal primo intertempo (km 11.5) e si procede verso sud nel giro orario previsto dalla planimetria. Ai 15 km altra curva (a gomito) a destra, ai 20 km la terza, a Joyeux. Al km 22, giusto per cambiare, si svolta a sinistra, quindi nei restanti 10 km solo due ampi curvoni prima dell'arrivo nel Parc des Oiseaux, a meno di un chilometro in linea d'aria dalla zona della partenza.

Primo vero arrivo in salita al termine di una tappa breve che si risolverà, nella sua essenza, proprio nella scalata finale, visto che in precedenza non c'è granché da segnalare. Certo, non mancano tre salitelle su cui qualcuno potrà cercare punti Gpm o su cui i componenti della fuga della prima ora dovranno stringere maggiormente i denti per difendersi dall'avvicinarsi del gruppo: la prima delle tre, la Côte de Savignin, è la più dura (4 km al 6.5%), ma ha l'handicap di venire troppo presto, dopo i primi 21 km di circuito intorno a Grésy-sur-Aix. Le altre due salitelle (Col du Frêne al km 67 e Côte de la Croix al km 111) constano ciascuna di un paio di chilometri di ascesa ma risultano davvero trascurabili. Tutt'altro discorso per il Montée de Valmorel, ovvero la scalata conclusiva. Si tratta di 12.7 km al 7%, tutto sommato regolari (giusto a metà ascesa c'è una piccola spianata), e lungo i quali non mancano i tratti più dolci su cui poter rifiatare. Occhio però ad alcuni settori vicini al 10%, sia nella prima parte che nella seconda; in particolare, l'ottavo, il decimo e il dodicesimo km si faranno sentire.

Frazione interlocutoria, quella di Grenoble. I primi 70 km da La Léchère sono molto facili, se si eccettua la breve Côte d'Arvillard (2 km al 5%) al km 60. Ben più impegnativo il Col du Barioz, praticamente a metà percorso: 7 km al 7%, l'ultimo al 10. 6 i km di picchiata su Theys, e 4 quelli di risalita verso il Col des Ayes, con pendenze fisse sull'8%. Fosse un finale di tappa, in quest'accoppiata di salite ce ne sarebbe d'avanzo per vedere fuochi d'artificio; ma dal Gpm al traguardo son 53 km che non promettono pari emozioni. Si affronta ancora qualche strappetto (compresa la Côte des Mouilles, al km 98), ma nulla di importante, e addirittura gli ultimi 20 km sono praticamente in discesa. Saranno altre le tappe in cui far la differenza.

Avere l'Alpe d'Huez a disposizione e sprecarla a inizio tappa: succede anche questo al Delfinato 2013. Lo scempio avviene dopo 36 km dalla partenza di Le Pont-de-Claix: è lì, a Bourg-d'Oisans, che parte la mitica scalata, quei 14 km durissimi su cui si è fatta la storia del Tour. Dalla vetta si prosegue fino al Col de Sarenne (altri 3 km abbondanti) prima della discesa di 30 km che, da un altro versante, riporta il gruppo a Bourg-d'Oisans. Svolta a sinistra (verso sud) ed ecco subito il Col d'Ornon pararsi davanti ai corridori coi suoi 10 km abbondanti di ascesa non complicatissima (più dura la seconda metà di scalata); né sarà la discesa (17 km) verso il rifornimento di Valbonnais a far venire il mal di testa. Da qui mancano ancora 70 km, 50 dei quali pianeggianti, e 20 - gli ultimi - decisivi ai fini della tappa e - in parte - anche per la classifica. A Le Noyer si approccia l'omonimo colle, che si erge fino a quota 1664 con pendenze tra il 7.5 e il 10%: molto impegnativi, i 7.5 km di scalata che culminano a 11.5 km dal traguardo. 7.5 sono di discesa (non particolarmente tecnica), negli ultimi 4 si risale verso l'arrivo di Superdévoluy: praticamente una côte, dalla pendenza media inferiore al 6%, che parte subito forte (un paio di km tra il 7 e l'11%), quindi spiana per un chilometro, e ha un'ultima rampa di 500 metri al 12% prima dei 500 metri finali praticamente pianeggianti.

Ultimi 155 km di Delfinato, ultime salite, ultimi scampoli di questo classico antipasto di Tour de France. E visto che si parla di Grande Boucle, non poteva mancare un'altra salita mitica della corsa più importante del mondo, il Col de Vars, su cui presumibilmente si accenderanno le micce dopo 100 km - quelli iniziali - abbastanza interlocutori, i quali presentano sì qualche strappetto (su tutti la Côte de la Bréole, dopo una cinquantina di chilometri), ma nulla di realmente interessante. I 14 km di ascesa del Vars (contando da Les Gleizolles) si riducono a 8 se prendiamo come riferimento Saint-Paul, dove effettivamente inizia la salita vera: quasi 3 km al 6%, spianatina, quindi i 5 km conclusivi tra il 7 e il 10%. Non fa più la differenza come ai tempi di Bartali, ma potrebbe lanciare qualche coraggioso che non ha paura di scollinare a 36 km dal traguardo e di affrontare i 20 km di (facile) discesa fino a Guillestre prima del gran finale con scalata a Risoul. Sono 14 i km di ascesa fino al traguardo conclusivo del Delfinato, la pendenza media è del 6.7%; i primi 3 km sono i più facili, quindi troviamo 5 km intorno al 6.5%, prima che la pendenza salga a mantenersi costantemente sopra il 7% nei successivi 4 km. Il 13esimo chilometro è il più duro, col suo 9% di pendenza che anticipa un chilometro finale abbastanza più leggero. A questo punto i giochi saranno comunque fatti, e il Critérium 2013 avrà il suo vincitore.

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