AMSTEL GOLD RACE
ALTIMETRIA, SCHEDA TECNICA E STARTING LIST
Che regalo che si è concesso Frank Schleck per il suo ventiseiesimo compleanno: una classica d'eccezione, la Amstel Gold Race, conquistata dopo una fuga durata nove km.
Sin dal km 5, appena lasciata Maastricht, la corsa si fa movimentata: va all'attacco un quartetto composto da Albasini (Liquigas), Thijs (Unibet), Moreau (AG2R) e Schmitz (T-Mobile). Durante i primi 70 km la pioggia cade sulla corsa, poi finalmente cessa. Al km 122 il vantaggio massimo della fuga: 8'35" sul gruppo. Moreau, al km 160 circa, perde le energie indispensabili per restare al comando e desiste dall'azione.
Ai piedi del Bemelerberg (km 194) sono in due a restare al comando perché anche Schmitz non ce la fa più e si attarda. La coppia in avanscoperta ha 1'50" sul gruppo, tirato dalla Rabobank che rosicchia secondi preziosi ai battistrada. Sullo strappo Wesemann (T-Mobile) cerca l'azione da lontano ma Flecha (Rabobank) chiude il
buco. Il forcing operato dalla T-Mobile sul muro provoca un notevole allungamento del plotone. Al termine del Bemelerberg, in cinque rientrano sui fuggitivi: Pozzato (Quick Step), Nicki Sørensen, Kroon (Csc), Kessler (T-Mobile) e Flecha. Presto il gruppo riassorbe i fuggitivi.
All'approssimarsi del Wolfsberg (km 210) Wesemann tenta nuovamente di andarsene, ma è raggiunto e superato da Van Summeren (Davitamon) all'inizio dello strappo. Poi tenta Den Bakker (Milram), agguantato inizialmente solo da Chavanel (Cofidis) e successivamente anche da Gusev, Joachim (Discovery), Mazzoleni, Sinkewitz (T-Mobile), Horner (Davitamon), Schumacher (Gerolsteiner), Moreau (AG2R), Baguet (Quick Step) e repentinamente pure da Bettini (Quick Step). Ai piedi del Wolfsberg il loro vantaggio sul gruppo trainato dalla Rabobank è di 11".
Sul muro il gruppo si ricompatta e poi Wesemann ritenta l'attacco. Lo svizzero-tedesco fa il buco: invano Bertagnolli (Cofidis) e Astarloa (Barloworld) tentano di ricucire il distacco creatosi. In pianura, dal plotone, allunga ancora Den Bakker, sul Kruisberg (km 230) prova Grivko (Milram), con Kroon a ruota e presto raggiunto dal gruppo.
Ad Eys ha inizio l'erta di Eyserbosweg (km 232). Nel tratto più impegnativo dell'ascesa Kroon allunga, imitato da Bettini. I due non riescono a fare il buco, tuttavia creano una grande selezione: si forma un gruppetto composto da una decina d'unità, fra cui Ballan (Lampre), Rebellin, Wegmann (Gerolsteiner), Ivanov (T-Mobile), Leukemans (Davitamon) e Schleck (CSC).
Prima del Keutenberg Bettini scatta e va a riprendere l'uomo al comando, Wesemann. Il gruppo li riprende molto presto, ma non è il plotone, bensì un piccolo gruppetto comprendente i migliori e inseguito a poca distanza da un altro drappello.
Al km 244, Schleck si rende autore di un attacco molto pericoloso: nessuno sembra in grado di riportarsi sul campione lussemburghese e lui guadagna sempre più secondi sugli inseguitori. Ai meno 5 km il portacolori della Csc ha già 15" di vantaggio sul gruppo di Boogerd e Bettini.
Nella discesa che conduce ai piedi del Cauberg è Ivanov a fare un gran lavoro per tentare il ricongiungimento con Schleck. Una volta intrapreso il muro finale, il Cauberg appunto, la vittoria del giovane Schleck è ormai scontata: a pochi metri dalla conclusione Frank si volta e non scorge nessuno. In lacrime allora taglia vittorioso il traguardo di Valkenburg.
Alle sue spalle il combattivo Wesemann scatta per l'ultima volta e la sua sparata è efficace, in quanto riesce a classificarsi secondo, a circa 20" dal vincitore. A un minuto (circa) giunge il gruppetto di Bettini: in volata Boogerd ottiene il terzo posto. Per quanto riguarda gli italiani, Rebellin si piazza sesto mentre Bettini è ottavo.
E.B.