La Flèche Wallonne
La Freccia Vallone si svolge sui 201.5 km da Chaleroi a Huy, attraversando le province di Namur e Liegi nel Belgio vallone. La conclusione è sul celebre Muro di Huy, vero e proprio macigno che grava sulle gambe dei corridori con punte che toccano persino il 20% in alcuni brevi tratti.
Davide Bramati (Quick Step), Jens Voigt (Team Csc), Benoît Poilvet (Crédit Agricole), Frédéric Finot (Française des Jeux), Kurt Van de Wouwer (MrBookmaker), Jef Peeters (Chocolade Jacques) e Oliver Kaisen (R.A.G.T. Semences) sono i primi attaccanti di giornata, partiti quando al traguardo mancano 150 km.
Il gruppo dei migliori sta a guardare, anche se dietro Paolo Bettini sul secondo passaggio sul traguardo (i corridori affrontano due volte il Muro di Huy prima dell'ascesa finale) prova un allungo che lascia presagire qualcosa di importante che in realtà non ci sarà.
Sulla Côte de Pailhe Voigt e Peeters si avvantaggiano sugli altri, che nel giro di alcuni chilometri sono raggiunti da Thierry Marichal (Cofidis) e Sylvain Calzati (AG2R Prevoyance). Il belga della Chocolade Jacques però non è molto di aiuto al tedesco del team di Bjarne Riis, difatti si mantiene sempre alla sua ruota più per incapacità fisiche che per tattiche di attesa.
Sulla Côte de Coutisse, a 51 km dall'arrivo, prova a fuoriuscire dal gruppo Erik Dekker (Rabobank) che tenta la sorpresa, ma l'olandese campione nazionale è uno degli uomini più temuti ed il gruppo non lo lascia andare. Il gruppo è tirato principalmente dagli uomini della Illes Balears, aiutati in maniera molto timida da qualche uomo Liquigas-Bianchi e qualche uomo Gerolsteiner.
Tra la Côte de Coutisse e la Côte de Bellaire, Voigt si libera del peso di Peeters alla sua ruota con una progressione secca e sfiancante che condanna il belga a rallentare. Il vantaggio sul gruppo del tedesco è di 1'47" prima di affrontare la Bellaire.
La Lampre-Caffita si mostra davanti con "Patxi" Vila, che con Freddy Bichot (Française des Jeux) prova ad avvantaggiarsi sul gruppo tirato dalla Gerolsteiner, dalla Illes Balears e dal solo Murn per la Phonak. Chi riesce ad avvantaggiarsi è invece Rik Verbrugghe (Quick Step), proprio sulla Bohissau, la Cote che lo lanciò verso la sua affermazione del 2001. La pedalata non è molto sciolta, e il belga di Lefevere non riesce a guadagnare molto.
A 30 km dall'arrivo le squadre capiscono che Jens Voigt, ancora con 1'30" di vantaggio, può essere un cliente scomodo da lasciare davanti, e la Liquigas-Bianchi, la Illes Balears e la Lampre-Caffita si mettono seriamente in testa al plotone, con i preziosi aiuti ancora di Uros Murn e di Ronny Scholz (Gerolsteiner).
Voigt affronta la Cote de Ahin con 1'11" di vantaggio, ma dal gruppo esce in maniera prepotente il kazako Andrey Kashechkin (Crédit Agricole), che nel giro di pochi chilometri rosicchia parecchi secondi a Voigt. Si susseguono anche gli scatti di Angel Vicioso Arcos (Liberty Seguos-Wurth), poi è la volta di un allungo di Alexandre Vinokourov (T-Mobile Team) e Kim Kirchen (Fassa Bortolo), quando di chilometri alla fine ne mancano 10,5.
I tre però sono contenuti ancora da Lampre-Caffita e Liquigas-Bianchi, e Voigt inizia l'ultimo tratto in pianura con 15" di vantaggio sui primi inseguitori. Lo stesso Kirchen segue Sylvain Chavanel (Cofidis) a 8 km dalla fine, insieme ad Oscar Pereiro Sio (Phonak) e Jérôme Pineau (Boygues Telecom), che raggiungono Kashechkin dopo appena 1000 metri.
A 5,5. km dal traguardo Voigt ha 9" di vantaggio sui quattro inseguitori (Kashechkin, Pereiro Sio, Pineau, Sylvain Chavanel) e 15" sul gruppo. Ai 4 km Voigt viene ripreso dai quattro dietro, ed i cinque battistrada mantengono un vantaggio di circa 30 metri sul gruppo, col ritmo scandito dagli uomini Lampre-Caffita. Poco più di 150 km di fuga per Jens Voigt, di cui 40 km in solitaria, quando ad 1,5 km dalla fine il gruppo si ricombatta. È lo stesso Kashechkin ad affrontare per primo la prima parte della salita di Huy, ma si discosta subito dopo.
Il ritmo si rompe, e nelle prime dieci posizioni ci sono tutti i favoriti, tra cui il campione del Mondo Oscar Freire (Rabobank) sul fianco destro del gruppo. È Sinkewitz (Quick Step) a provare l'allungo per rompere gli indugi, ma le pendenze sempre più proibitive del Muro si fanno sentire. Vinokourov e Kessler (T-Mobile Team) si portano davanti, con lo stesso Sinkewitz, Cadel Evans (Davitamon-Lotto), mentre Di Luca (Liquigas-Bianchi), Cunego (Lampre) e Rebellin (Gerolsteiner) sono leggermente più coperti. Troppo coperto rimane Damiano Cunego, che ai 300 metri dall'arrivo rimane leggermente schiacciato alla transenna da Manuele Mori (Saunier Duval).
Di Luca affronta gli ultimi 250 metri in testa, con David Etxebarria (Liberty Seguros) e Rebellin alla sua ruota. Dal suo fianco destro, a 200 metri dal traguardo, prova l'allungo ancora Kirchen, ma Di Luca lo scorge e reagisce prima che il lussemburghese possa mettere la sua ruota davanti a quella dell'abruzzese. Di Luca allunga ai 100 metri dall'arrivo e va ad aggiudicarsi la sua seconda prova delle Ardenne dopo l'Amstel Gold Race di domenica scorsa, Kirchen finisce secondo per un pelo sulla rimonta di Rebellin, mentre due spagnoli chiudono al quarto e quinto posto: il continuo Etxebarria Alkorta ed il sorprendente Freire.
Braccia alzate e mani al cielo per Danilo Di Luca, che ha dimostrato di nuovo la sua superiorità.
Mario Casaldi