RONDE VAN VLAANDEREN
Un Giro delle Fiandre atipico viene conquistato da Steffen Wesemann, al termine di una corsa dominata dagli outsider mentre i big si controllano troppo e agiscono poco. Una fuga monstre, composta da 26 uomini, prende le mosse tra il km 14 e il 30. Tra gli altri, Zanini, Commesso e Hoste. I primi muri frazionano il plotoncino, ma dal gruppo si tarda a intervenire. Sul Taaienberg, a meno 57, azione dimostrativa di Museeuw, Bettini e Bruylandts. Boonen tira il gruppo e lima il vantaggio dei fuggitivi, a 40 km dall'arrivo Boogerd evade in pianura con Bettini e un'altra decina di uomini, e Van Petegem si stacca temporaneamente. Anche Hincapie collabora ad avvicinare i fuggitivi, che sono rimasti in 8: Hoste, Marichal, Zanini, Schaffrath, Ludewig, De Jongh, Elmiger e Dierckxsens, che da solo si è riportato sui primi emergendo da un gruppetto di inseguitori. Tra il Berendries e il Tenbosse il margine degli attaccanti si riduce all'osso, mentre su quest'ultimo muro Van Petegem allunga portandosi appresso per qualche centinaio di metri Bettini, Van Bon, Serguei Ivanov, Wesemann, Bruylandts, Kirsipuu e Freire. Ai 22 km c'è il ricongiungimento coi fuggitivi: il Grammont, a 15 km dalla fine, si erge ancora una volta a giudice della gara. Ma il forcing di Ivanov prima del Muro rimescola le carte: i migliori arrivano alla salita in due gruppetti separati da un centinaio di metri. Davanti lo stesso Ivanov, Wesemann, Hincapie, Van Bon, Boogerd, Vandenbroucke, Wauters, oltre ai fuggitivi della prima ora, prendono in testa la salita. E Wesemann fa il numero, portandosi dietro Bruylandts e un impagabile Hoste. Dopo il Grammont il terzetto ha 15" su Klier, Van Bon, Flecha e Dekker, e 30" sui favoriti. Il Bosberg, a meno 12, cristallizza la situazione: Flecha perde contatto dagli inseguitori, Bettini tira invano il gruppo. I tre si possono giocare il successo: all'ultimo km scatta Bruylandts dopo aver confabulato con Hoste (in fuga da 230 km!), ma lo stesso Hoste lo insegue, in una lotta fratricida tra belgi. Ne approfitta Wesemann, che in volata batte agevolmente gli altri due e conquista, a 33 anni, il primo successo fondamentale in carriera