Cinque colli, va bene, ma a questa nona frazione mancano una cinquantina di chilometri per poter essere pienamente definita tappone pirenaico. 168 in totale non sono tantissimi; 30 dall'ultima vetta al traguardo invece forse sì, anche se è già da salutare con soddisfazione il fatto che non si arrivi a Pau... 23 km di falsopiano, i primi, annunciano le tante fatiche di giornata. Si parte dal Portet d'Aspet, dal versante più facile, quello di Saint-Lary: 6 km di scalata, ma solo gli ultimi 2.5 (prossimi al 10%) veramente tosti. I 4 km di discesa fino a Pont de l'Oule sono molto ripidi (tra l'8 e il 12%) anche se non complicatissimi. Giunti a valle, 3 km di piano, una rampa di 1 km al 10%, discesina e quindi attacco al Col de Menté, seconda scalata di giornata: 7 km al 7.7%, seguiti da 10 km di picchiata niente male: soprattutto i primi 3, per pendenza (tra il 7 e il 9%) e strada (i tornanti si susseguono), sono mozzafiato. A Saint-Béat, km 54, possiamo dire che si concluda la prima parte della tappa, con quasi 20 km di pianura fino allo sprint intermedio di Bagnères-de-Luchon. Dalla famosa località (più volte sede di tappa del Tour) si approccia il Peyresourde, terza scalata di giornata nonché la più lunga coi suoi 13 km di salita. La pendenza media è del 7%, e dal settimo chilometro alla vetta l'ascesa è regolare sul 7-8%. Proprio qui (la vetta è a quasi 80 km dal traguardo) potrebbe - o dovrebbe - partire un attacco kamikaze, ma ci saranno kamikaze in gruppo? Dal Gpm 8 km di discesa (non tremenda) verso Armenteule, un giro intorno al Lac de Génos e l'approccio al Col de Val Louron, quarto di giornata: salita di 7 km in cui i tornanti si susseguono su pendenze molto ostiche soprattutto nella prima metà, dove si danza intorno al 10% (la pendenza media della scalata è dell'8.3%). In vetta siamo a poco meno di 60 km dal traguardo, gli 11 km di discesa verso Saint-Lary-Soulan presentano qualche tornante dalle parti di Azet (a metà picchiata) ma le pendenze non sono esagerate. 8 km di fondovalle fino a Guchet anticipano l'ultima ascesa di giornata, quella alla Hourquette d'Ancizan, 10 km al 7.7%: più duri i primi 4 (tra l'8 e il 10%), poi le pendenze si fanno appena più dolci presentando anche diversi tratti di respiro. A questo punto però si spera che i corridori che hanno necessità di attaccare non abbiano aspettato il finale di questa salita, anche perché - come accennato sopra - non mancano le possibilità di recupero da parte degli inseguitori, lungo i 30 km che separano il Gpm da Bagnères-de-Bigorre: una discesa lunghissima ma soprattutto pedalabile oltre ogni misura, visto che solo nei primi 8 km presenta qualche momento di difficoltà, per poi spianare in maniera becera. Ecco il senso del discorso del kamikaze affrontato prima: se non si attacca sul Peyresourde (o almeno sul Val Louron) difficilmente si farà qualche differenza.
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@HansenAdam: Se @Greghenderson1 ed io non fossimo andati a quel rave party la scorsa notte avremmo fatto noi 1° & 2°. Solo per dire a @chrisfroome & @richie_porte #bellacorsa
@chrisfroome:Mi sento privilegiato a vestire la maglia gialla del TDF. È un onore ma 'è ancora tanta strada da qui a Parigi!
@MATTEOTRENTIN: Gia in viaggio per la partenza della tappa di oggi! Obiettivo sopravvivere e prendere il volo di stasera! #opqstdf #goodlucktoall
@MuriloFischerMF: @MATTEOTRENTIN Matteo...volo x Nantes..non x Venezia....AIUTO OGGI!!!!!
Saint-Girons è un paesino che si colloca ai piedi dei Pirenei nella prefettura dell'Ariege, ed è attraversata dai fiumi Salat e Lez, che s'incontrano nel centro della città. Di origine romana, Saint-Girons è il classico paesino turistico che vive di fiere e mercati, offre anche un fiorente settore imprenditoriale di prodotti artigianali, quali birre artigianali e formaggi, ad esempio. Tra le attrazioni turistiche, la cattedrale ottocentesca decorata con teste di lupo, che dentro ospita dipinti di Alfonso Cano, la più antica chiesa di Saint Valier, primo vescovo del Couserans (la parte occidentale dell'Ariege, di cui Saint-Girons è la città più importante), l'aula d'epoca del 1900 nella Scuola dei Jacobins, il "sentiero della libertà" che portava in Spagna i rifugiati durante la seconda guerra, mondiale, e l'antichissima cattedrale di St. Lizier, sito protetto dall'UNESCO.