Il Portale del Ciclismo professionistico

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La genialata di questa kermesse conclusiva risiede tutta nell'orario: partenza alle 17.45, arrivo previsto dopo le 21.30, insomma le mille luci della Ville Lumière stavolta le vedremo accese sul Tour de France, e sarà senza dubbio un bell'effetto. Da decidersi, forse, solo la classifica a punti (importanti quelli della volata conclusiva), con la lotta per la gialla quasi certamente già indirizzata, così come quella per la pois (pleonastici quindi i due Gpm previsti intorno al km 30 della tappa). La partenza da Versailles offre ulteriori spunti di colore e "paesaggismo", il circuito dei Campi Elisi (dopo 65 km in linea dalla Reggia a Parigi) lo conosciamo a memoria, velocissimo e scenografico e del tutto pianeggiante, 7 km da ripetere 10 volte prima dell'ultimo sprint e delle premiazioni che, con lo sfondo dell'Arc du Triomphe, faranno scorrere i titoli di coda sulla centesima Grande Boucle della storia. Allez!

Versailles

Altre sedici volte prima di quest'oggi la reggia di Versailles, permeata di storia, lusso e con i suoi giardini sconfinati, ha visto passare il Tour de France. La prima nel 1958, con la 4a tappa che venne vinta dal transalpino Jean Gainche. Nel '61 la crono vede vincere Anquetil mentre nel '64 la tappa che partiva da Orléans finì a Benoni Beheyt, belga. Nel '65 vinse l'olandese Gerben Karstens, due anni più tardi lo svizzero René Binggeli, nel 1970 il francese Jean-Pierre Danguillaume e l'anno dopo l'olandese Jan Krekels. Altra accoppiata belga nel '71 (con Joseph Bruyère) e nel '72 (con Eddy Merckx vincitore della crono), mentre nel '73 si corsero tre tappe, due delle quali con arrivo qui: vittorie al britannico Barry Hoban ed all'iberico Luis Ocaña nella crono (sarà il suo primo ed unico Tour vinto). Ancora Belgio nel '75, con la vittoria di Karel Rottiers, seguito l'anno dopo dal connazionale Freddy Maertens (nel '77 vincerà qui Gerry Knetemann, olandese). L'ultima volta che il Tour ha toccato Versailles è nell'edizione del 1989, con la crono che portava a Parigi e vide Greg LeMond sorpassare Laurent Fignon, battuto sui Campi Elisi per 8", attualmente il distacco più basso tra vincitore e secondo classificato.

Paris Champs-Élysées

Visto e considerato che l'arrivo del gruppo sui Campi Elisi sarà all'inizio della serata di domenica, saremo banali e parleremo della vita notturna della Ville Lumière. I locali più frequentati dai turisti sono Le Lido, che si trova proprio sui Campi Elisi ed è noto per i suoi spettacoli esotici (fra cui quello delle Bluebell Girls) e per essere stato frequentato in passato da Elvis Presley. C'è anche un altro grande classico, il Moulin Rouge, che insieme a Le Crazy Horse, al Paris Olympia, al Folies Bergère ed al Bobino forma una catena di famosissimi nightclub. Le Buddha Bar, Barfly, El Barrio Latino, Hotel Costes, Georges sono invece ristoranti e bar alla moda. Nell'11º arrondissement, in prossimità di place della Bastiglia, vi è uno dei centri della vita notturna di Parigi: rue de Lappe, una via stretta a traffico limitato in cui si trovano molti locali di ogni genere, ognuno con caratteristiche e peculiarità differenti e molto frequentati da giovani studenti. Anche nella stessa rue Oberkampf si trova una moltitudine di piccoli locali, alcuni aperti anche sino all'alba. Dopo il dovere di finire il Tour, per qualche corridore ci potrà anche essere il piacere di godersi la vita notturna parigina, chi lo sa.

Francesco Sulas
Versailles

Altre sedici volte prima di quest'oggi la reggia di Versailles, permeata di storia, lusso e con i suoi giardini sconfinati, ha visto passare il Tour de France. La prima nel 1958, con la 4a tappa che venne vinta dal transalpino Jean Gainche. Nel '61 la crono vede vincere Anquetil mentre nel '64 la tappa che partiva da Orléans finì a Benoni Beheyt, belga. Nel '65 vinse l'olandese Gerben Karstens, due anni più tardi lo svizzero René Binggeli, nel 1970 il francese Jean-Pierre Danguillaume e l'anno dopo l'olandese Jan Krekels. Altra accoppiata belga nel '71 (con Joseph Bruyère) e nel '72 (con Eddy Merckx vincitore della crono), mentre nel '73 si corsero tre tappe, due delle quali con arrivo qui: vittorie al britannico Barry Hoban ed all'iberico Luis Ocaña nella crono (sarà il suo primo ed unico Tour vinto). Ancora Belgio nel '75, con la vittoria di Karel Rottiers, seguito l'anno dopo dal connazionale Freddy Maertens (nel '77 vincerà qui Gerry Knetemann, olandese). L'ultima volta che il Tour ha toccato Versailles è nell'edizione del 1989, con la crono che portava a Parigi e vide Greg LeMond sorpassare Laurent Fignon, battuto sui Campi Elisi per 8", attualmente il distacco più basso tra vincitore e secondo classificato.

Paris Champs-Élysées

Visto e considerato che l'arrivo del gruppo sui Campi Elisi sarà all'inizio della serata di domenica, saremo banali e parleremo della vita notturna della Ville Lumière. I locali più frequentati dai turisti sono Le Lido, che si trova proprio sui Campi Elisi ed è noto per i suoi spettacoli esotici (fra cui quello delle Bluebell Girls) e per essere stato frequentato in passato da Elvis Presley. C'è anche un altro grande classico, il Moulin Rouge, che insieme a Le Crazy Horse, al Paris Olympia, al Folies Bergère ed al Bobino forma una catena di famosissimi nightclub. Le Buddha Bar, Barfly, El Barrio Latino, Hotel Costes, Georges sono invece ristoranti e bar alla moda. Nell'11º arrondissement, in prossimità di place della Bastiglia, vi è uno dei centri della vita notturna di Parigi: rue de Lappe, una via stretta a traffico limitato in cui si trovano molti locali di ogni genere, ognuno con caratteristiche e peculiarità differenti e molto frequentati da giovani studenti. Anche nella stessa rue Oberkampf si trova una moltitudine di piccoli locali, alcuni aperti anche sino all'alba. Dopo il dovere di finire il Tour, per qualche corridore ci potrà anche essere il piacere di godersi la vita notturna parigina, chi lo sa.

Versailles

Altre sedici volte prima di quest'oggi la reggia di Versailles, permeata di storia, lusso e con i suoi giardini sconfinati, ha visto passare il Tour de France. La prima nel 1958, con la 4a tappa che venne vinta dal transalpino Jean Gainche. Nel '61 la crono vede vincere Anquetil mentre nel '64 la tappa che partiva da Orléans finì a Benoni Beheyt, belga. Nel '65 vinse l'olandese Gerben Karstens, due anni più tardi lo svizzero René Binggeli, nel 1970 il francese Jean-Pierre Danguillaume e l'anno dopo l'olandese Jan Krekels. Altra accoppiata belga nel '71 (con Joseph Bruyère) e nel '72 (con Eddy Merckx vincitore della crono), mentre nel '73 si corsero tre tappe, due delle quali con arrivo qui: vittorie al britannico Barry Hoban ed all'iberico Luis Ocaña nella crono (sarà il suo primo ed unico Tour vinto). Ancora Belgio nel '75, con la vittoria di Karel Rottiers, seguito l'anno dopo dal connazionale Freddy Maertens (nel '77 vincerà qui Gerry Knetemann, olandese). L'ultima volta che il Tour ha toccato Versailles è nell'edizione del 1989, con la crono che portava a Parigi e vide Greg LeMond sorpassare Laurent Fignon, battuto sui Campi Elisi per 8", attualmente il distacco più basso tra vincitore e secondo classificato.

Paris Champs-Élysées

Visto e considerato che l'arrivo del gruppo sui Campi Elisi sarà all'inizio della serata di domenica, saremo banali e parleremo della vita notturna della Ville Lumière. I locali più frequentati dai turisti sono Le Lido, che si trova proprio sui Campi Elisi ed è noto per i suoi spettacoli esotici (fra cui quello delle Bluebell Girls) e per essere stato frequentato in passato da Elvis Presley. C'è anche un altro grande classico, il Moulin Rouge, che insieme a Le Crazy Horse, al Paris Olympia, al Folies Bergère ed al Bobino forma una catena di famosissimi nightclub. Le Buddha Bar, Barfly, El Barrio Latino, Hotel Costes, Georges sono invece ristoranti e bar alla moda. Nell'11º arrondissement, in prossimità di place della Bastiglia, vi è uno dei centri della vita notturna di Parigi: rue de Lappe, una via stretta a traffico limitato in cui si trovano molti locali di ogni genere, ognuno con caratteristiche e peculiarità differenti e molto frequentati da giovani studenti. Anche nella stessa rue Oberkampf si trova una moltitudine di piccoli locali, alcuni aperti anche sino all'alba. Dopo il dovere di finire il Tour, per qualche corridore ci potrà anche essere il piacere di godersi la vita notturna parigina, chi lo sa.

Versailles

Altre sedici volte prima di quest'oggi la reggia di Versailles, permeata di storia, lusso e con i suoi giardini sconfinati, ha visto passare il Tour de France. La prima nel 1958, con la 4a tappa che venne vinta dal transalpino Jean Gainche. Nel '61 la crono vede vincere Anquetil mentre nel '64 la tappa che partiva da Orléans finì a Benoni Beheyt, belga. Nel '65 vinse l'olandese Gerben Karstens, due anni più tardi lo svizzero René Binggeli, nel 1970 il francese Jean-Pierre Danguillaume e l'anno dopo l'olandese Jan Krekels. Altra accoppiata belga nel '71 (con Joseph Bruyère) e nel '72 (con Eddy Merckx vincitore della crono), mentre nel '73 si corsero tre tappe, due delle quali con arrivo qui: vittorie al britannico Barry Hoban ed all'iberico Luis Ocaña nella crono (sarà il suo primo ed unico Tour vinto). Ancora Belgio nel '75, con la vittoria di Karel Rottiers, seguito l'anno dopo dal connazionale Freddy Maertens (nel '77 vincerà qui Gerry Knetemann, olandese). L'ultima volta che il Tour ha toccato Versailles è nell'edizione del 1989, con la crono che portava a Parigi e vide Greg LeMond sorpassare Laurent Fignon, battuto sui Campi Elisi per 8", attualmente il distacco più basso tra vincitore e secondo classificato.

Paris Champs-Élysées

Visto e considerato che l'arrivo del gruppo sui Campi Elisi sarà all'inizio della serata di domenica, saremo banali e parleremo della vita notturna della Ville Lumière. I locali più frequentati dai turisti sono Le Lido, che si trova proprio sui Campi Elisi ed è noto per i suoi spettacoli esotici (fra cui quello delle Bluebell Girls) e per essere stato frequentato in passato da Elvis Presley. C'è anche un altro grande classico, il Moulin Rouge, che insieme a Le Crazy Horse, al Paris Olympia, al Folies Bergère ed al Bobino forma una catena di famosissimi nightclub. Le Buddha Bar, Barfly, El Barrio Latino, Hotel Costes, Georges sono invece ristoranti e bar alla moda. Nell'11º arrondissement, in prossimità di place della Bastiglia, vi è uno dei centri della vita notturna di Parigi: rue de Lappe, una via stretta a traffico limitato in cui si trovano molti locali di ogni genere, ognuno con caratteristiche e peculiarità differenti e molto frequentati da giovani studenti. Anche nella stessa rue Oberkampf si trova una moltitudine di piccoli locali, alcuni aperti anche sino all'alba. Dopo il dovere di finire il Tour, per qualche corridore ci potrà anche essere il piacere di godersi la vita notturna parigina, chi lo sa.

Versailles

Altre sedici volte prima di quest'oggi la reggia di Versailles, permeata di storia, lusso e con i suoi giardini sconfinati, ha visto passare il Tour de France. La prima nel 1958, con la 4a tappa che venne vinta dal transalpino Jean Gainche. Nel '61 la crono vede vincere Anquetil mentre nel '64 la tappa che partiva da Orléans finì a Benoni Beheyt, belga. Nel '65 vinse l'olandese Gerben Karstens, due anni più tardi lo svizzero René Binggeli, nel 1970 il francese Jean-Pierre Danguillaume e l'anno dopo l'olandese Jan Krekels. Altra accoppiata belga nel '71 (con Joseph Bruyère) e nel '72 (con Eddy Merckx vincitore della crono), mentre nel '73 si corsero tre tappe, due delle quali con arrivo qui: vittorie al britannico Barry Hoban ed all'iberico Luis Ocaña nella crono (sarà il suo primo ed unico Tour vinto). Ancora Belgio nel '75, con la vittoria di Karel Rottiers, seguito l'anno dopo dal connazionale Freddy Maertens (nel '77 vincerà qui Gerry Knetemann, olandese). L'ultima volta che il Tour ha toccato Versailles è nell'edizione del 1989, con la crono che portava a Parigi e vide Greg LeMond sorpassare Laurent Fignon, battuto sui Campi Elisi per 8", attualmente il distacco più basso tra vincitore e secondo classificato.

Paris Champs-Élysées

Visto e considerato che l'arrivo del gruppo sui Campi Elisi sarà all'inizio della serata di domenica, saremo banali e parleremo della vita notturna della Ville Lumière. I locali più frequentati dai turisti sono Le Lido, che si trova proprio sui Campi Elisi ed è noto per i suoi spettacoli esotici (fra cui quello delle Bluebell Girls) e per essere stato frequentato in passato da Elvis Presley. C'è anche un altro grande classico, il Moulin Rouge, che insieme a Le Crazy Horse, al Paris Olympia, al Folies Bergère ed al Bobino forma una catena di famosissimi nightclub. Le Buddha Bar, Barfly, El Barrio Latino, Hotel Costes, Georges sono invece ristoranti e bar alla moda. Nell'11º arrondissement, in prossimità di place della Bastiglia, vi è uno dei centri della vita notturna di Parigi: rue de Lappe, una via stretta a traffico limitato in cui si trovano molti locali di ogni genere, ognuno con caratteristiche e peculiarità differenti e molto frequentati da giovani studenti. Anche nella stessa rue Oberkampf si trova una moltitudine di piccoli locali, alcuni aperti anche sino all'alba. Dopo il dovere di finire il Tour, per qualche corridore ci potrà anche essere il piacere di godersi la vita notturna parigina, chi lo sa.

Versailles

Altre sedici volte prima di quest'oggi la reggia di Versailles, permeata di storia, lusso e con i suoi giardini sconfinati, ha visto passare il Tour de France. La prima nel 1958, con la 4a tappa che venne vinta dal transalpino Jean Gainche. Nel '61 la crono vede vincere Anquetil mentre nel '64 la tappa che partiva da Orléans finì a Benoni Beheyt, belga. Nel '65 vinse l'olandese Gerben Karstens, due anni più tardi lo svizzero René Binggeli, nel 1970 il francese Jean-Pierre Danguillaume e l'anno dopo l'olandese Jan Krekels. Altra accoppiata belga nel '71 (con Joseph Bruyère) e nel '72 (con Eddy Merckx vincitore della crono), mentre nel '73 si corsero tre tappe, due delle quali con arrivo qui: vittorie al britannico Barry Hoban ed all'iberico Luis Ocaña nella crono (sarà il suo primo ed unico Tour vinto). Ancora Belgio nel '75, con la vittoria di Karel Rottiers, seguito l'anno dopo dal connazionale Freddy Maertens (nel '77 vincerà qui Gerry Knetemann, olandese). L'ultima volta che il Tour ha toccato Versailles è nell'edizione del 1989, con la crono che portava a Parigi e vide Greg LeMond sorpassare Laurent Fignon, battuto sui Campi Elisi per 8", attualmente il distacco più basso tra vincitore e secondo classificato.

Paris Champs-Élysées

Visto e considerato che l'arrivo del gruppo sui Campi Elisi sarà all'inizio della serata di domenica, saremo banali e parleremo della vita notturna della Ville Lumière. I locali più frequentati dai turisti sono Le Lido, che si trova proprio sui Campi Elisi ed è noto per i suoi spettacoli esotici (fra cui quello delle Bluebell Girls) e per essere stato frequentato in passato da Elvis Presley. C'è anche un altro grande classico, il Moulin Rouge, che insieme a Le Crazy Horse, al Paris Olympia, al Folies Bergère ed al Bobino forma una catena di famosissimi nightclub. Le Buddha Bar, Barfly, El Barrio Latino, Hotel Costes, Georges sono invece ristoranti e bar alla moda. Nell'11º arrondissement, in prossimità di place della Bastiglia, vi è uno dei centri della vita notturna di Parigi: rue de Lappe, una via stretta a traffico limitato in cui si trovano molti locali di ogni genere, ognuno con caratteristiche e peculiarità differenti e molto frequentati da giovani studenti. Anche nella stessa rue Oberkampf si trova una moltitudine di piccoli locali, alcuni aperti anche sino all'alba. Dopo il dovere di finire il Tour, per qualche corridore ci potrà anche essere il piacere di godersi la vita notturna parigina, chi lo sa.

Meteo

17.45 - Versailles
20.34 - Paris
21.45 - Paris Champs-Élysées

Soggetti Alternativi

A quasi 40 anni (li compirà il prossimo 6 agosto) si appresta a concludere per la quindicesima volta la Grande Boucle, lui che condivide con George Hincapie il record di 17 partecipazioni, raggiunto proprio in questa edizione. Senza dubbio uno dei migliori atleti australiani degli ultimi quindici anni, che prima della strada ha ottenuto grandissime soddisfazioni su pista (due volte campione del mondo nel quartetto dell'inseguimento a squadre nonchè campione olimpico nel Madison ad Atene nel 2004). Al Tour de France ha saputo vincere due tappe (a Grenoble nel 1998 e a Chartres nel 2004) riuscendo anche ad indossare la maglia gialla nel 1998. Una delle perle della sua carriera rimane però la vittoria nella Parigi-Roubaix 2007, in cui riuscì a sorprendere tutti. Corridore solido, capace di ripartire anche dopo seri incidenti, si appresta con la grinta di sempre a vivere con assoluta dignità l'ultimo anno di carriera. E si può star certi che per lui è sempre alto l'indice di...O'Gradymento!

Vivian Ghianni

A quasi 40 anni (li compirà il prossimo 6 agosto) si appresta a concludere per la quindicesima volta la Grande Boucle, lui che condivide con George Hincapie il record di 17 partecipazioni, raggiunto proprio in questa edizione. Senza dubbio uno dei migliori atleti australiani degli ultimi quindici anni, che prima della strada ha ottenuto grandissime soddisfazioni su pista (due volte campione del mondo nel quartetto dell'inseguimento a squadre nonchè campione olimpico nel Madison ad Atene nel 2004). Al Tour de France ha saputo vincere due tappe (a Grenoble nel 1998 e a Chartres nel 2004) riuscendo anche ad indossare la maglia gialla nel 1998. Una delle perle della sua carriera rimane però la vittoria nella Parigi-Roubaix 2007, in cui riuscì a sorprendere tutti. Corridore solido, capace di ripartire anche dopo seri incidenti, si appresta con la grinta di sempre a vivere con assoluta dignità l'ultimo anno di carriera. E si può star certi che per lui è sempre alto l'indice di...O'Gradymento!

A quasi 40 anni (li compirà il prossimo 6 agosto) si appresta a concludere per la quindicesima volta la Grande Boucle, lui che condivide con George Hincapie il record di 17 partecipazioni, raggiunto proprio in questa edizione. Senza dubbio uno dei migliori atleti australiani degli ultimi quindici anni, che prima della strada ha ottenuto grandissime soddisfazioni su pista (due volte campione del mondo nel quartetto dell'inseguimento a squadre nonchè campione olimpico nel Madison ad Atene nel 2004). Al Tour de France ha saputo vincere due tappe (a Grenoble nel 1998 e a Chartres nel 2004) riuscendo anche ad indossare la maglia gialla nel 1998. Una delle perle della sua carriera rimane però la vittoria nella Parigi-Roubaix 2007, in cui riuscì a sorprendere tutti. Corridore solido, capace di ripartire anche dopo seri incidenti, si appresta con la grinta di sempre a vivere con assoluta dignità l'ultimo anno di carriera. E si può star certi che per lui è sempre alto l'indice di...O'Gradymento!

A quasi 40 anni (li compirà il prossimo 6 agosto) si appresta a concludere per la quindicesima volta la Grande Boucle, lui che condivide con George Hincapie il record di 17 partecipazioni, raggiunto proprio in questa edizione. Senza dubbio uno dei migliori atleti australiani degli ultimi quindici anni, che prima della strada ha ottenuto grandissime soddisfazioni su pista (due volte campione del mondo nel quartetto dell'inseguimento a squadre nonchè campione olimpico nel Madison ad Atene nel 2004). Al Tour de France ha saputo vincere due tappe (a Grenoble nel 1998 e a Chartres nel 2004) riuscendo anche ad indossare la maglia gialla nel 1998. Una delle perle della sua carriera rimane però la vittoria nella Parigi-Roubaix 2007, in cui riuscì a sorprendere tutti. Corridore solido, capace di ripartire anche dopo seri incidenti, si appresta con la grinta di sempre a vivere con assoluta dignità l'ultimo anno di carriera. E si può star certi che per lui è sempre alto l'indice di...O'Gradymento!

A quasi 40 anni (li compirà il prossimo 6 agosto) si appresta a concludere per la quindicesima volta la Grande Boucle, lui che condivide con George Hincapie il record di 17 partecipazioni, raggiunto proprio in questa edizione. Senza dubbio uno dei migliori atleti australiani degli ultimi quindici anni, che prima della strada ha ottenuto grandissime soddisfazioni su pista (due volte campione del mondo nel quartetto dell'inseguimento a squadre nonchè campione olimpico nel Madison ad Atene nel 2004). Al Tour de France ha saputo vincere due tappe (a Grenoble nel 1998 e a Chartres nel 2004) riuscendo anche ad indossare la maglia gialla nel 1998. Una delle perle della sua carriera rimane però la vittoria nella Parigi-Roubaix 2007, in cui riuscì a sorprendere tutti. Corridore solido, capace di ripartire anche dopo seri incidenti, si appresta con la grinta di sempre a vivere con assoluta dignità l'ultimo anno di carriera. E si può star certi che per lui è sempre alto l'indice di...O'Gradymento!

A quasi 40 anni (li compirà il prossimo 6 agosto) si appresta a concludere per la quindicesima volta la Grande Boucle, lui che condivide con George Hincapie il record di 17 partecipazioni, raggiunto proprio in questa edizione. Senza dubbio uno dei migliori atleti australiani degli ultimi quindici anni, che prima della strada ha ottenuto grandissime soddisfazioni su pista (due volte campione del mondo nel quartetto dell'inseguimento a squadre nonchè campione olimpico nel Madison ad Atene nel 2004). Al Tour de France ha saputo vincere due tappe (a Grenoble nel 1998 e a Chartres nel 2004) riuscendo anche ad indossare la maglia gialla nel 1998. Una delle perle della sua carriera rimane però la vittoria nella Parigi-Roubaix 2007, in cui riuscì a sorprendere tutti. Corridore solido, capace di ripartire anche dopo seri incidenti, si appresta con la grinta di sempre a vivere con assoluta dignità l'ultimo anno di carriera. E si può star certi che per lui è sempre alto l'indice di...O'Gradymento!

TourTweet

@chrisfroome: Posto in prima fila verso Parigi! pic.twitter.com/ZDvkYhE1Fx

@thejensie (Jens Voigt): Sono pronto per una missione in segreto per il training camp di quest'anno!! pic.twitter.com/DCNp320kSZ

@cimo89 (Davide Cimolai): 3 settimane di fatiche ed emozioni che nn dimentichero' mai...grazie Tour! Parigi I'm coming!!! @letour #TdF

@Roman86_K (Roman Kreuziger): E siamo all'ultimo giorno del #TdF2013!!! Orgoglioso del @TeamSaxoTinkoff, abbiamo combattuto ogni giorno facendo del nostro meglio!!! Grazie ai miei compagni ed a tutto lo staff

@Benna80 (Daniele Bennati): Bhe che dire, sono state 3 settimane dure, ma quando hai un gruppo di compagni così è tutto più facile e divertente. Grazie Ragazzi

@ALANMARANGONI: È stata una storia bella tosta, di quelle che non ti annoiano mai, ora però è arrivato il momento dell'ultimo capitolo... Parigi arriviamo!

La classifica al contrario

Ramunas NavardauskasAd Annecy-Semnoz vittoria lituana grazie a Ramunas Navardauskas della Garmin che, arrivato in solitaria sul traguardo dell'Haute Savoie, ha finalmente regalato il primo successo di questo Tour al proprio paese. A 1'37" si è piazzata la coppia Astana formata dal kazako Assan Bazayev e dall'italiano Enrico Gasparotto, con il primo che aveva la possibilità di raccogliere il quarto successo di tappa. In quarta posizione, staccato di 1'48", è arrivato lo spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato, all'ennesimo piazzamento di questa positiva Boucle. Sempre in tema di buoni piazzamenti non si può non citare il quinto posto a 1'58" di Matteo Trentin, reduce da un'ottima ultima settimana. In coda il colombiano della Movistar Nairo Quintana a 28'47". Quando manca solo la passerella parigina la classifica generale si è pressoché definita, anche se i ribaltoni sugli Champs-Élysées sono sempre possibili: in vetta non c'è stato alcun movimento degno di nota, lasciando con l'amaro in bocca tutti gli appassionati. Il canadese dell'Orica Svein Tuft, il cui debutto sulle strade francesi è stato sensazionale, porterà con ogni probabilità il successo in British Columbia. A 1'15" Bazayev che, pur avendo guadagnato del margine nella tappa di sabato, non è riuscito a compiere il balzo in classifica: grande delusione serpeggia in casa kazaka, visto il dominio instaurato per buona parte di Tour. A 6'09", a chiudere il podio, l'altro superstite kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev. Sale in quarta posizione il tedesco dell'Argos Marcel Kittel a 13'38" mentre Lobato ritorna nella top 5 con 15'51" da Tuft. Ultimissimo, è proprio il caso di dirlo, il britannico della Sky Chris Froome a 4h24'39".

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Team Sky)

Bradley Wiggins e Chris Froome in maglia Sky. Sono loro gli ultimi due vincitori del Tour de France © skysports.comChi la critica, chi è annoiato dalle tattiche volutamente soporifere, chi riconosce grandi meriti per coloro i quali da due anni a questa parte portano nella terra di Albione la maglia gialla. Non si poteva non concludere questa rubrica con il Team Sky. Diretta da Dave Brailsford, è nata in tempi relativamente recenti (l'annuncio dell'entrata di British Sky Broadcasting come main sponsor è stato dato il 26 febbraio 2009), sin da subito ha cercato di costruire una base di corridori britannici. Lo scopo, oltre che di creare un'eccellenza, è uno: vincere il Tour in cinque anni. A settembre 2009 arrivano Edvald Boasson Hagen, Thomas Lövkvist, Kurt Asle Arvesen, Simon Gerrans, Juan Antonio Flecha, Kjell Carlström, John-Lee Augustyn, Greg Henderson, Lars Petter Nordhaug e Morris Possoni seguiti poi da Chris Sutton e Bradley Wiggins dalla Garmin-Slipstream, Michael Barry e Ben Swift. Il primo anno è d'assestamento, senza disdegnare però di prendere la maglia rosa con Bradley Wiggins. Il 2011 vede i britannici puntare molto proprio su Wiggo, che non a caso parte al Tour come leader ma ne esce (definitivamente) dopo una caduta. Allora va alla Vuelta a España veste per alcuni giorni la roja. Lì in pagna si scopre il vero lato di Froome, quello vincente, anche se la Vuelta è di Cobo e gli Sky fanno 2° e 3° (con Froome e Wiggins, rispettivamente). Il 2012 non può essere l'annata del fallimento: tanto per iniziare arriva il fresco iridato Mark Cavendish (ma dopo una sola stagione finirà all'Omega Pharma, troppo dispendioso lavorare per un velocista quando si lotta per la generale di un GT), Tour ed Olimpiadi di Londra sono gli obbiettivi maggiori. Alla Grande Boucle domina Wiggins, con Froome 2° ed il solo Nibali ad impensierirli (ma giusto un filo), alle Olimpiadi arriva un oro (con Wiggo) ed un bronzo (che appartiene a Froome) nella prova contro il tempo. La Vuelta è da dimenticare ma poco importa, a quel punto. Il 2013 vede un deciso cambiamento: Wiggins va al Giro per una nuova sfida, Froome è il capitano unico al Tour. Il primo fallisce l'obbiettivo (ma Rigoberto Urán è pur sempre 2°), il secondo lo centra alla grande. Non contano solo i leader, nella Sky: gente come Kiriyenka, Thomas, Kennaugh, Boasson Hagen, Siutsou, Porte, Rogers, Knees e via dicendo sono fondamentali per i successi in un GT. Successi che, stando al trend del Team Sky, non sono destinati a fermarsi stasera sui Campi Elisi.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (Team Sky)

Bradley Wiggins e Chris Froome in maglia Sky. Sono loro gli ultimi due vincitori del Tour de France © skysports.comChi la critica, chi è annoiato dalle tattiche volutamente soporifere, chi riconosce grandi meriti per coloro i quali da due anni a questa parte portano nella terra di Albione la maglia gialla. Non si poteva non concludere questa rubrica con il Team Sky. Diretta da Dave Brailsford, è nata in tempi relativamente recenti (l'annuncio dell'entrata di British Sky Broadcasting come main sponsor è stato dato il 26 febbraio 2009), sin da subito ha cercato di costruire una base di corridori britannici. Lo scopo, oltre che di creare un'eccellenza, è uno: vincere il Tour in cinque anni. A settembre 2009 arrivano Edvald Boasson Hagen, Thomas Lövkvist, Kurt Asle Arvesen, Simon Gerrans, Juan Antonio Flecha, Kjell Carlström, John-Lee Augustyn, Greg Henderson, Lars Petter Nordhaug e Morris Possoni seguiti poi da Chris Sutton e Bradley Wiggins dalla Garmin-Slipstream, Michael Barry e Ben Swift. Il primo anno è d'assestamento, senza disdegnare però di prendere la maglia rosa con Bradley Wiggins. Il 2011 vede i britannici puntare molto proprio su Wiggo, che non a caso parte al Tour come leader ma ne esce (definitivamente) dopo una caduta. Allora va alla Vuelta a España veste per alcuni giorni la roja. Lì in pagna si scopre il vero lato di Froome, quello vincente, anche se la Vuelta è di Cobo e gli Sky fanno 2° e 3° (con Froome e Wiggins, rispettivamente). Il 2012 non può essere l'annata del fallimento: tanto per iniziare arriva il fresco iridato Mark Cavendish (ma dopo una sola stagione finirà all'Omega Pharma, troppo dispendioso lavorare per un velocista quando si lotta per la generale di un GT), Tour ed Olimpiadi di Londra sono gli obbiettivi maggiori. Alla Grande Boucle domina Wiggins, con Froome 2° ed il solo Nibali ad impensierirli (ma giusto un filo), alle Olimpiadi arriva un oro (con Wiggo) ed un bronzo (che appartiene a Froome) nella prova contro il tempo. La Vuelta è da dimenticare ma poco importa, a quel punto. Il 2013 vede un deciso cambiamento: Wiggins va al Giro per una nuova sfida, Froome è il capitano unico al Tour. Il primo fallisce l'obbiettivo (ma Rigoberto Urán è pur sempre 2°), il secondo lo centra alla grande. Non contano solo i leader, nella Sky: gente come Kiriyenka, Thomas, Kennaugh, Boasson Hagen, Siutsou, Porte, Rogers, Knees e via dicendo sono fondamentali per i successi in un GT. Successi che, stando al trend del Team Sky, non sono destinati a fermarsi stasera sui Campi Elisi.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Ramunas NavardauskasAd Annecy-Semnoz vittoria lituana grazie a Ramunas Navardauskas della Garmin che, arrivato in solitaria sul traguardo dell'Haute Savoie, ha finalmente regalato il primo successo di questo Tour al proprio paese. A 1'37" si è piazzata la coppia Astana formata dal kazako Assan Bazayev e dall'italiano Enrico Gasparotto, con il primo che aveva la possibilità di raccogliere il quarto successo di tappa. In quarta posizione, staccato di 1'48", è arrivato lo spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato, all'ennesimo piazzamento di questa positiva Boucle. Sempre in tema di buoni piazzamenti non si può non citare il quinto posto a 1'58" di Matteo Trentin, reduce da un'ottima ultima settimana. In coda il colombiano della Movistar Nairo Quintana a 28'47". Quando manca solo la passerella parigina la classifica generale si è pressoché definita, anche se i ribaltoni sugli Champs-Élysées sono sempre possibili: in vetta non c'è stato alcun movimento degno di nota, lasciando con l'amaro in bocca tutti gli appassionati. Il canadese dell'Orica Svein Tuft, il cui debutto sulle strade francesi è stato sensazionale, porterà con ogni probabilità il successo in British Columbia. A 1'15" Bazayev che, pur avendo guadagnato del margine nella tappa di sabato, non è riuscito a compiere il balzo in classifica: grande delusione serpeggia in casa kazaka, visto il dominio instaurato per buona parte di Tour. A 6'09", a chiudere il podio, l'altro superstite kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev. Sale in quarta posizione il tedesco dell'Argos Marcel Kittel a 13'38" mentre Lobato ritorna nella top 5 con 15'51" da Tuft. Ultimissimo, è proprio il caso di dirlo, il britannico della Sky Chris Froome a 4h24'39".

Alberto Vigonesi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2013 - 21a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 21a tappa
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Rassegna TourNotes 2013 - 21a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 21a tappa

La classifica al contrario

Ramunas NavardauskasAd Annecy-Semnoz vittoria lituana grazie a Ramunas Navardauskas della Garmin che, arrivato in solitaria sul traguardo dell'Haute Savoie, ha finalmente regalato il primo successo di questo Tour al proprio paese. A 1'37" si è piazzata la coppia Astana formata dal kazako Assan Bazayev e dall'italiano Enrico Gasparotto, con il primo che aveva la possibilità di raccogliere il quarto successo di tappa. In quarta posizione, staccato di 1'48", è arrivato lo spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato, all'ennesimo piazzamento di questa positiva Boucle. Sempre in tema di buoni piazzamenti non si può non citare il quinto posto a 1'58" di Matteo Trentin, reduce da un'ottima ultima settimana. In coda il colombiano della Movistar Nairo Quintana a 28'47". Quando manca solo la passerella parigina la classifica generale si è pressoché definita, anche se i ribaltoni sugli Champs-Élysées sono sempre possibili: in vetta non c'è stato alcun movimento degno di nota, lasciando con l'amaro in bocca tutti gli appassionati. Il canadese dell'Orica Svein Tuft, il cui debutto sulle strade francesi è stato sensazionale, porterà con ogni probabilità il successo in British Columbia. A 1'15" Bazayev che, pur avendo guadagnato del margine nella tappa di sabato, non è riuscito a compiere il balzo in classifica: grande delusione serpeggia in casa kazaka, visto il dominio instaurato per buona parte di Tour. A 6'09", a chiudere il podio, l'altro superstite kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev. Sale in quarta posizione il tedesco dell'Argos Marcel Kittel a 13'38" mentre Lobato ritorna nella top 5 con 15'51" da Tuft. Ultimissimo, è proprio il caso di dirlo, il britannico della Sky Chris Froome a 4h24'39".

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Team Sky)

Bradley Wiggins e Chris Froome in maglia Sky. Sono loro gli ultimi due vincitori del Tour de France © skysports.comChi la critica, chi è annoiato dalle tattiche volutamente soporifere, chi riconosce grandi meriti per coloro i quali da due anni a questa parte portano nella terra di Albione la maglia gialla. Non si poteva non concludere questa rubrica con il Team Sky. Diretta da Dave Brailsford, è nata in tempi relativamente recenti (l'annuncio dell'entrata di British Sky Broadcasting come main sponsor è stato dato il 26 febbraio 2009), sin da subito ha cercato di costruire una base di corridori britannici. Lo scopo, oltre che di creare un'eccellenza, è uno: vincere il Tour in cinque anni. A settembre 2009 arrivano Edvald Boasson Hagen, Thomas Lövkvist, Kurt Asle Arvesen, Simon Gerrans, Juan Antonio Flecha, Kjell Carlström, John-Lee Augustyn, Greg Henderson, Lars Petter Nordhaug e Morris Possoni seguiti poi da Chris Sutton e Bradley Wiggins dalla Garmin-Slipstream, Michael Barry e Ben Swift. Il primo anno è d'assestamento, senza disdegnare però di prendere la maglia rosa con Bradley Wiggins. Il 2011 vede i britannici puntare molto proprio su Wiggo, che non a caso parte al Tour come leader ma ne esce (definitivamente) dopo una caduta. Allora va alla Vuelta a España veste per alcuni giorni la roja. Lì in pagna si scopre il vero lato di Froome, quello vincente, anche se la Vuelta è di Cobo e gli Sky fanno 2° e 3° (con Froome e Wiggins, rispettivamente). Il 2012 non può essere l'annata del fallimento: tanto per iniziare arriva il fresco iridato Mark Cavendish (ma dopo una sola stagione finirà all'Omega Pharma, troppo dispendioso lavorare per un velocista quando si lotta per la generale di un GT), Tour ed Olimpiadi di Londra sono gli obbiettivi maggiori. Alla Grande Boucle domina Wiggins, con Froome 2° ed il solo Nibali ad impensierirli (ma giusto un filo), alle Olimpiadi arriva un oro (con Wiggo) ed un bronzo (che appartiene a Froome) nella prova contro il tempo. La Vuelta è da dimenticare ma poco importa, a quel punto. Il 2013 vede un deciso cambiamento: Wiggins va al Giro per una nuova sfida, Froome è il capitano unico al Tour. Il primo fallisce l'obbiettivo (ma Rigoberto Urán è pur sempre 2°), il secondo lo centra alla grande. Non contano solo i leader, nella Sky: gente come Kiriyenka, Thomas, Kennaugh, Boasson Hagen, Siutsou, Porte, Rogers, Knees e via dicendo sono fondamentali per i successi in un GT. Successi che, stando al trend del Team Sky, non sono destinati a fermarsi stasera sui Campi Elisi.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (Team Sky)

Bradley Wiggins e Chris Froome in maglia Sky. Sono loro gli ultimi due vincitori del Tour de France © skysports.comChi la critica, chi è annoiato dalle tattiche volutamente soporifere, chi riconosce grandi meriti per coloro i quali da due anni a questa parte portano nella terra di Albione la maglia gialla. Non si poteva non concludere questa rubrica con il Team Sky. Diretta da Dave Brailsford, è nata in tempi relativamente recenti (l'annuncio dell'entrata di British Sky Broadcasting come main sponsor è stato dato il 26 febbraio 2009), sin da subito ha cercato di costruire una base di corridori britannici. Lo scopo, oltre che di creare un'eccellenza, è uno: vincere il Tour in cinque anni. A settembre 2009 arrivano Edvald Boasson Hagen, Thomas Lövkvist, Kurt Asle Arvesen, Simon Gerrans, Juan Antonio Flecha, Kjell Carlström, John-Lee Augustyn, Greg Henderson, Lars Petter Nordhaug e Morris Possoni seguiti poi da Chris Sutton e Bradley Wiggins dalla Garmin-Slipstream, Michael Barry e Ben Swift. Il primo anno è d'assestamento, senza disdegnare però di prendere la maglia rosa con Bradley Wiggins. Il 2011 vede i britannici puntare molto proprio su Wiggo, che non a caso parte al Tour come leader ma ne esce (definitivamente) dopo una caduta. Allora va alla Vuelta a España veste per alcuni giorni la roja. Lì in pagna si scopre il vero lato di Froome, quello vincente, anche se la Vuelta è di Cobo e gli Sky fanno 2° e 3° (con Froome e Wiggins, rispettivamente). Il 2012 non può essere l'annata del fallimento: tanto per iniziare arriva il fresco iridato Mark Cavendish (ma dopo una sola stagione finirà all'Omega Pharma, troppo dispendioso lavorare per un velocista quando si lotta per la generale di un GT), Tour ed Olimpiadi di Londra sono gli obbiettivi maggiori. Alla Grande Boucle domina Wiggins, con Froome 2° ed il solo Nibali ad impensierirli (ma giusto un filo), alle Olimpiadi arriva un oro (con Wiggo) ed un bronzo (che appartiene a Froome) nella prova contro il tempo. La Vuelta è da dimenticare ma poco importa, a quel punto. Il 2013 vede un deciso cambiamento: Wiggins va al Giro per una nuova sfida, Froome è il capitano unico al Tour. Il primo fallisce l'obbiettivo (ma Rigoberto Urán è pur sempre 2°), il secondo lo centra alla grande. Non contano solo i leader, nella Sky: gente come Kiriyenka, Thomas, Kennaugh, Boasson Hagen, Siutsou, Porte, Rogers, Knees e via dicendo sono fondamentali per i successi in un GT. Successi che, stando al trend del Team Sky, non sono destinati a fermarsi stasera sui Campi Elisi.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Ramunas NavardauskasAd Annecy-Semnoz vittoria lituana grazie a Ramunas Navardauskas della Garmin che, arrivato in solitaria sul traguardo dell'Haute Savoie, ha finalmente regalato il primo successo di questo Tour al proprio paese. A 1'37" si è piazzata la coppia Astana formata dal kazako Assan Bazayev e dall'italiano Enrico Gasparotto, con il primo che aveva la possibilità di raccogliere il quarto successo di tappa. In quarta posizione, staccato di 1'48", è arrivato lo spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato, all'ennesimo piazzamento di questa positiva Boucle. Sempre in tema di buoni piazzamenti non si può non citare il quinto posto a 1'58" di Matteo Trentin, reduce da un'ottima ultima settimana. In coda il colombiano della Movistar Nairo Quintana a 28'47". Quando manca solo la passerella parigina la classifica generale si è pressoché definita, anche se i ribaltoni sugli Champs-Élysées sono sempre possibili: in vetta non c'è stato alcun movimento degno di nota, lasciando con l'amaro in bocca tutti gli appassionati. Il canadese dell'Orica Svein Tuft, il cui debutto sulle strade francesi è stato sensazionale, porterà con ogni probabilità il successo in British Columbia. A 1'15" Bazayev che, pur avendo guadagnato del margine nella tappa di sabato, non è riuscito a compiere il balzo in classifica: grande delusione serpeggia in casa kazaka, visto il dominio instaurato per buona parte di Tour. A 6'09", a chiudere il podio, l'altro superstite kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev. Sale in quarta posizione il tedesco dell'Argos Marcel Kittel a 13'38" mentre Lobato ritorna nella top 5 con 15'51" da Tuft. Ultimissimo, è proprio il caso di dirlo, il britannico della Sky Chris Froome a 4h24'39".

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Team Sky)

Bradley Wiggins e Chris Froome in maglia Sky. Sono loro gli ultimi due vincitori del Tour de France © skysports.comChi la critica, chi è annoiato dalle tattiche volutamente soporifere, chi riconosce grandi meriti per coloro i quali da due anni a questa parte portano nella terra di Albione la maglia gialla. Non si poteva non concludere questa rubrica con il Team Sky. Diretta da Dave Brailsford, è nata in tempi relativamente recenti (l'annuncio dell'entrata di British Sky Broadcasting come main sponsor è stato dato il 26 febbraio 2009), sin da subito ha cercato di costruire una base di corridori britannici. Lo scopo, oltre che di creare un'eccellenza, è uno: vincere il Tour in cinque anni. A settembre 2009 arrivano Edvald Boasson Hagen, Thomas Lövkvist, Kurt Asle Arvesen, Simon Gerrans, Juan Antonio Flecha, Kjell Carlström, John-Lee Augustyn, Greg Henderson, Lars Petter Nordhaug e Morris Possoni seguiti poi da Chris Sutton e Bradley Wiggins dalla Garmin-Slipstream, Michael Barry e Ben Swift. Il primo anno è d'assestamento, senza disdegnare però di prendere la maglia rosa con Bradley Wiggins. Il 2011 vede i britannici puntare molto proprio su Wiggo, che non a caso parte al Tour come leader ma ne esce (definitivamente) dopo una caduta. Allora va alla Vuelta a España veste per alcuni giorni la roja. Lì in pagna si scopre il vero lato di Froome, quello vincente, anche se la Vuelta è di Cobo e gli Sky fanno 2° e 3° (con Froome e Wiggins, rispettivamente). Il 2012 non può essere l'annata del fallimento: tanto per iniziare arriva il fresco iridato Mark Cavendish (ma dopo una sola stagione finirà all'Omega Pharma, troppo dispendioso lavorare per un velocista quando si lotta per la generale di un GT), Tour ed Olimpiadi di Londra sono gli obbiettivi maggiori. Alla Grande Boucle domina Wiggins, con Froome 2° ed il solo Nibali ad impensierirli (ma giusto un filo), alle Olimpiadi arriva un oro (con Wiggo) ed un bronzo (che appartiene a Froome) nella prova contro il tempo. La Vuelta è da dimenticare ma poco importa, a quel punto. Il 2013 vede un deciso cambiamento: Wiggins va al Giro per una nuova sfida, Froome è il capitano unico al Tour. Il primo fallisce l'obbiettivo (ma Rigoberto Urán è pur sempre 2°), il secondo lo centra alla grande. Non contano solo i leader, nella Sky: gente come Kiriyenka, Thomas, Kennaugh, Boasson Hagen, Siutsou, Porte, Rogers, Knees e via dicendo sono fondamentali per i successi in un GT. Successi che, stando al trend del Team Sky, non sono destinati a fermarsi stasera sui Campi Elisi.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (Team Sky)

Bradley Wiggins e Chris Froome in maglia Sky. Sono loro gli ultimi due vincitori del Tour de France © skysports.comChi la critica, chi è annoiato dalle tattiche volutamente soporifere, chi riconosce grandi meriti per coloro i quali da due anni a questa parte portano nella terra di Albione la maglia gialla. Non si poteva non concludere questa rubrica con il Team Sky. Diretta da Dave Brailsford, è nata in tempi relativamente recenti (l'annuncio dell'entrata di British Sky Broadcasting come main sponsor è stato dato il 26 febbraio 2009), sin da subito ha cercato di costruire una base di corridori britannici. Lo scopo, oltre che di creare un'eccellenza, è uno: vincere il Tour in cinque anni. A settembre 2009 arrivano Edvald Boasson Hagen, Thomas Lövkvist, Kurt Asle Arvesen, Simon Gerrans, Juan Antonio Flecha, Kjell Carlström, John-Lee Augustyn, Greg Henderson, Lars Petter Nordhaug e Morris Possoni seguiti poi da Chris Sutton e Bradley Wiggins dalla Garmin-Slipstream, Michael Barry e Ben Swift. Il primo anno è d'assestamento, senza disdegnare però di prendere la maglia rosa con Bradley Wiggins. Il 2011 vede i britannici puntare molto proprio su Wiggo, che non a caso parte al Tour come leader ma ne esce (definitivamente) dopo una caduta. Allora va alla Vuelta a España veste per alcuni giorni la roja. Lì in pagna si scopre il vero lato di Froome, quello vincente, anche se la Vuelta è di Cobo e gli Sky fanno 2° e 3° (con Froome e Wiggins, rispettivamente). Il 2012 non può essere l'annata del fallimento: tanto per iniziare arriva il fresco iridato Mark Cavendish (ma dopo una sola stagione finirà all'Omega Pharma, troppo dispendioso lavorare per un velocista quando si lotta per la generale di un GT), Tour ed Olimpiadi di Londra sono gli obbiettivi maggiori. Alla Grande Boucle domina Wiggins, con Froome 2° ed il solo Nibali ad impensierirli (ma giusto un filo), alle Olimpiadi arriva un oro (con Wiggo) ed un bronzo (che appartiene a Froome) nella prova contro il tempo. La Vuelta è da dimenticare ma poco importa, a quel punto. Il 2013 vede un deciso cambiamento: Wiggins va al Giro per una nuova sfida, Froome è il capitano unico al Tour. Il primo fallisce l'obbiettivo (ma Rigoberto Urán è pur sempre 2°), il secondo lo centra alla grande. Non contano solo i leader, nella Sky: gente come Kiriyenka, Thomas, Kennaugh, Boasson Hagen, Siutsou, Porte, Rogers, Knees e via dicendo sono fondamentali per i successi in un GT. Successi che, stando al trend del Team Sky, non sono destinati a fermarsi stasera sui Campi Elisi.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Ramunas NavardauskasAd Annecy-Semnoz vittoria lituana grazie a Ramunas Navardauskas della Garmin che, arrivato in solitaria sul traguardo dell'Haute Savoie, ha finalmente regalato il primo successo di questo Tour al proprio paese. A 1'37" si è piazzata la coppia Astana formata dal kazako Assan Bazayev e dall'italiano Enrico Gasparotto, con il primo che aveva la possibilità di raccogliere il quarto successo di tappa. In quarta posizione, staccato di 1'48", è arrivato lo spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato, all'ennesimo piazzamento di questa positiva Boucle. Sempre in tema di buoni piazzamenti non si può non citare il quinto posto a 1'58" di Matteo Trentin, reduce da un'ottima ultima settimana. In coda il colombiano della Movistar Nairo Quintana a 28'47". Quando manca solo la passerella parigina la classifica generale si è pressoché definita, anche se i ribaltoni sugli Champs-Élysées sono sempre possibili: in vetta non c'è stato alcun movimento degno di nota, lasciando con l'amaro in bocca tutti gli appassionati. Il canadese dell'Orica Svein Tuft, il cui debutto sulle strade francesi è stato sensazionale, porterà con ogni probabilità il successo in British Columbia. A 1'15" Bazayev che, pur avendo guadagnato del margine nella tappa di sabato, non è riuscito a compiere il balzo in classifica: grande delusione serpeggia in casa kazaka, visto il dominio instaurato per buona parte di Tour. A 6'09", a chiudere il podio, l'altro superstite kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev. Sale in quarta posizione il tedesco dell'Argos Marcel Kittel a 13'38" mentre Lobato ritorna nella top 5 con 15'51" da Tuft. Ultimissimo, è proprio il caso di dirlo, il britannico della Sky Chris Froome a 4h24'39".

Alberto Vigonesi

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