Una minitappa conclude la sarabanda alpina che deciderà il Tour del Centenario, ma c'è da scommettere che non mancheranno i fuochi d'artificio dalle parti di Annecy. Si parte con una doppia scalata alla Côte de Puget (5.4 km al 6%, più impegnativi nella prima metà) e al Col de Leschaux (che è una prosecuzione della precedente salita, dopo una breve contropendenza, e che è abbastanza regolare nei suoi 4 km al 6%). Dopo il Gpm, 20 km non difficili (e con ampi tratti in discesa) prima della terza salita di giornata, la Côte d'Aillon-le-Vieux (6 km al 4%), subito seguita dal Col de Prés, altri 3 km al 7%. Fosse una frazione di una gara a tappe di una settimana, sarebbe sin qui abbastanza intrigante; per valere il gran finale del Tour però occorre un cambio di passo: i 9 km di discesa successivi al Prés sono più ripidi nella prima metà e più tecnici nella seconda, e arrivati in fondo (a Saint-Jean-d'Arvey, praticamente a metà frazione) si imbocca l'ascesa del Mont Revard. Lunga 16 km, questa scalata non è durissima (pendenza media del 5.6%) e riserva i momenti migliori nei primi 2 km all'8% e in un tratto di 3.5 km al 7% posto a metà salita. Il Gpm è posto a 47 km dal traguardo, ed è seguito da oltre 12 km di discesa (la parte più interessante sono gli ultimi 7 km, più pendenti e tecnici dei primi 5). Il fondovalle tra Revard e salita finale è purtroppo più lungo di quanto si sperasse: quasi 20 km che annacquerebbero la volontà pure del più ardito attaccante. Tutto rinviato alla scalata conclusiva, allora? Forse sì. I quasi 11 km che conducono alla vetta di Annecy-Semnoz sono comunque impegnativi: 8.5% la pendenza media, e gli ultimi 7 km, sempre sopra all'8 e spesso anche al 9%, dovranno per forza essere lo scenario dell'ultima battaglia tra i big. Lì in cima, al termine di questo bizzarro esperimento (una tappa da "vorrei ma non posso", parrebbe), il Tour de France 2013 avrà il suo vincitore.
TourTweet
@MorenoMoser: Se sei al tour e hai la possibilità di vestire la maglia a pois ci devi provare, costi quel che costi. Poi com'era prevedibile sono saltato.
@BaukeMollema: Mai stato più felice per un 27° posto! Non stavo bene gli ultimi giorni, ma sono migliorato verso il finale. Grazie a @TeamBelkin per avermi tirato su
@ilmala1: Peccato non esser stato bene i giorni precedenti!! sono le corse... e non bisogna mai mollare!! comunque oggi ho "ritrovato" le forze...
@luisangelmate: In vendita biglietti per il gruppetto di domani. Gli interessanti contattino la coda del gruppo



Anche nella tappa terminata a Le Grand Bornard si è assistito ad una corsa scoppiettante sin dalle prime battute con protagonisti più o meno attesi. A vincere la frazione è stato il kazako dell'Astana Assan Bazayev, fantastico nell'aggiudicarsi lo sprint sul traguardo savoiardo: per lui terza trionfo dopo Bagnères-de-Bigorre e la crono di Mont-Saint-Michel ed ennesima prova positiva mentre per la squadra di Vinokourov è il quinto successo in diciannove tappe, segno che la formazione decisa dal campione olimpico in carica è stata azzeccatissima. Secondo posto per il campione francese Arthur Vichot della Fdj.fr, al primo acuto di un Tour deludente; terzo il nostro Matteo Trentin dell'Omega Pharma che ha finalmente compreso cosa voglia dire correre un Tour mentre il quarto e il quinto piazzamento vanno in casa Ag2r, rispettivamente all'ultimo dell'Alpe d'Huez Cristophe Riblon e all'ultimo della Roma Maxima di marzo Blel Kadri. A chiudere la graduatoria per la seconda volta in una settimana il portoghese Alberto Rui Costa della Movistar, la cui scelta come sportivo portoghese del 2012 lascia sempre più sconcertati. Terremoto nella generale a causa dei ritiri di coloro che occupavano il primo e il quinto posto al via da Bourg-d'Oisans, ossia l'olandese dell'Argos Tom Veelers e il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans: ritirarsi a così poca distanza da Parigi, dopo un Tour combattuto costantemente per raggiungere l'obiettivo, provoca dispiacere anche agli osservatori esterni. A riprendersi la vetta è stato il canadese dell'Orica Svein Tuft che potrebbe coronare il sogno di vincere alla prima partecipazione, lui che è il più anziano debuttante alla Boucle da parecchio tempo a questa parte. A contendergli il piazzamento più ambito saranno i due superstiti dell'armata kazaka dell'Astana, il già citato Bazayev che si trova a 1'57" e Dmitriy Muravyev che, dopo la disastrosa prova di ieri, è distanziato di 4'45" dal leader. Al quarto posto è salito il belga della Lotto Frederik Willems che però dista 11'22" mentre il quinto, il tedesco dell'Argos Marcel Kittel è a 13'38". Nessuna chance di vittoria in casa Italia col primo alfiere, il bresciano della Lampre Roberto Ferrari che si trova al 14° posto a 21'47" dal capoclassifica. Chiude il sempre più lontano Chris Froome, britannico della Sky che ora è a 3h58'40".
Ha lasciato il suo tratto per nemmenoo dieci anni, tra il 1967 ed il 1974, eppure è stata capace di vincere una Grande Boucle ed una Vuelta a España. Stiamo parlando della Bic, team francese sponsorizzato dall'azienda nota per la penna ma che produce articoli di cancelleria. La Bic nasce nel 1967 con il nome di Bic-Hutchinson. È diretta da Raphael Geminiani e costruita attorno a Jacques Anquetil, che si porta dalla sua ex squadra, la Ford-Gitane, alcuni fidati compagni come Jean Stablinski. C'è anche il vincitore del Tour '66, il transalpino Lucien Aimar, che a poco a poco diverrà il leader della squadra. Nel 1969 un altro acquisto di grido, il vincitore del Tour dell'anno prima, l'olandese Jan Janssen. Nel 1970 arriva un 25enne spagnolo, Jesús Luis Ocaña Pernía. Vive fin da quand'è ragazzino nel sud della Francia e si guadagna il soprannome "lo spagnolo di Mont-de-Marsan". È proprio di quell'anno la vittoria della Vuelta da parte di Ocaña, che corre anche numerosi Tour, ora vincendo tappe ed entusiasmando, ora ritirandosi misteriosamente. Dal 1969 al 1972 il Tour è di Merckx ma nel '73 il belga corre (vincendoli) solo Vuelta e Giro. Il Tour è così di Ocaña, secondo spagnolo dopo Bahamontes ad imporsi in territorio francese. Ocaña vince sei tappe e veste la maglia gialla per diciotto giorni, da Gaillard a Parigi. Rifilerà 15'51" a Bernard Thévenet e 17'15" a José Manuel Fuente. Nel '73 c'è anche il portoghese Joaquim Agostinho nella Bic che di lì a un anno chiuderà i battenti. Ha avuto tra le sue fila numerosi campioni, da Anquetil a Ocaña, da Aimar a Jan Janssen, passando per il lussemburghese Johny Schleck (il padre di due fratelli che saranno famosi)e per lo spagnolo José Miguel Echavarri, che avrebbe avuto a che fare più avanti con il primo a vincere cinque Tour di fila, Miguel Indurain. Per la cronaca, Ocaña si tolse la vita il 19 maggio del 1994, tormentato cattivo stato di salute e sofferente di frequenti stati depressivi, sparandosi un colpo di pistola. È stato uno dei pochi a battagliare con Eddy Merckx, impensierendolo.









Annecy ha ospitato solamente tre edizioni del Tour de France in precedenza. Nel 1939 la prima volta, con l'ultima di tre semitappe che si corsero il 27 luglio. Da Bourg-Saint-Maurice ad Annecy fu l'olandese Antoon van Schendel ad anticipare il lussemburghese Pierre Clemens mentre il podio di tappa venne completato dal francese Raymond Passat, giunto a 1'01". In maglia gialla c'era il belga Sylvère Maes che avrebbe vinto il Tour di quell'anno. Vent'anni dopo, nel 1959, la 19a tappa, da Saint-Vincent, in Valle d'Aosta, ad Annecy, venne vinta dallo svizzero Rolf Graf. In giallo Federico Bahamontes con oltre cinque minuti su Henri Anglade, Bahamontes che farà suo quel Tour, l'unico del palmarès dello spagnolo. Ultima frazione che ha toccato Annecy è stata la crono del 2009. Cronometro particolare, quella, poiché la maglia gialla Alberto Contador, avviato verso la conquista del suo secondo Tour de France, ebbe la meglio nella 18a tappa su Fabian Cancellara, allora all'apice della carriera e pressoché imbattibile nelle gare contro il tempo. Furono 3" a separare Contador da Cancellara mentre al terzo posto di giornata troviamo Mikhail Ignatiev, attardato di 15".