Il Portale del Ciclismo professionistico

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Sulla falsariga della precedente, anche la 13esima tappa si presenta come molto facile. Del tutto trascurabile il Gpm posto dopo 75 km (nessuno perderà un metro sulla breve Côte de Crotz), e dopo tale salitella (preceduta da un avvio di frazione con pochissimo da segnalare, quasi niente) si procederà perfettamente in piano per 85 km. Unico brivido, a 8 km dal traguardo di Saint-Amand-Montrond c'è una rampetta che andiamo a esaminare: ci si arriva da Bruère-Allichamps attraverso un chilometro e mezzo di labilissimo falsopiano, e si sostanzia in 500 metri al 5%. Ora, immaginare che uno o più finisseur possano fare la differenza su questo strappetto e poi tenere fino al traguardo, è esercizio di fede cieca. Forse un Cancellara in uno stato di grazia mai visto potrebbe... (peccato che Fabian non sia in gara). Sennò prepariamoci a un altro sprint di gruppo, con la consueta accortezza per le insidie planimetriche del finale: una curva a sinistra a poco meno di 3 km dall'arrivo, e poi un tratto da coltello tra i denti fra i 900 e i 500 metri alla conclusione, con una rapida sequenza di tre curve sinistra-destra-sinistra. Il velocista che uscirà in testa da questo segmento con un compagno a fendergli l'aria avrà già mezza vittoria in tasca.

Tours

Capoluogo de L'Indre et Loire, ed appunto bagnata dalla Loira, Tours è una delle città più ricche di storia della Francia intera, specialmente legata all'alto Medioevo ed al periodo rinascimentale. Tours fu uno dei primi centri cristiani della Francia, col suo vescovato fondato da San Gaziano, al quale è dedicata la monumentale "Gatienne", la cattedrale gotica costruita nel XIII secolo. Il terzo vescovo fu il popolare San Martino, soldato romano di origine ungherese reso famoso dalla leggenda della cappa da lui divisa a metà e donata a un povero. Da baluardo della cristianità (qui vicino fu combattuta la famosa battaglia di Poitiers) a corte del re di Francia: nel 1461 re Luigi XI la trasformò nella sua residenza, stabilendosi nel castello del Plessis, e così fu fino al regno di Francesco I. Tours ha dato i natali anche ad Honoré de Balzac, uno dei più importanti scrittori del realismo nel XIX secolo.

Saint-Amand-Montrond

Saint-Amand-Montrond è stata sede di arrivo di due crono del Tour, in tempi abbastanza recenti: nel 2001 sancì il dominio di Lance Armstrong, che in quel Tour vinse ben quattro tappe, complice la corsa obbligatoriamente all'attacco, dopo la fuga-fiume di Pontarlier. Un Armstrong spietato inflisse 1'24" a Igor González de Galdeano e 1'39" su Jan Ullrich, sulla distanza di 61 km (si partiva da Montluçon). In quell'occasione Beloki riuscì a scalzare il compianto Andrej Kivilëv dal podio. Nel 2008 Carlos Sastre difese la sua maglia gialla da Cadel Evans, che in classifica distava solo 1'34". Sulla distanza di 53 km della Cèrilly - Saint-Amand-Montrond alla fine Evans rosicchiò solo 29" a Sastre, guadagnandosi comunque il secondo gradino del podio davanti a Kohl. La tappa venne vinta da Schumacher che riuscì a rifilare 20" a Cancellara. Sia il podio di Kohl che la vittoria di Schumacher furono poi cancellati dalle positività all'EPO-CERA.

Nicola Stufano
Tours

Capoluogo de L'Indre et Loire, ed appunto bagnata dalla Loira, Tours è una delle città più ricche di storia della Francia intera, specialmente legata all'alto Medioevo ed al periodo rinascimentale. Tours fu uno dei primi centri cristiani della Francia, col suo vescovato fondato da San Gaziano, al quale è dedicata la monumentale "Gatienne", la cattedrale gotica costruita nel XIII secolo. Il terzo vescovo fu il popolare San Martino, soldato romano di origine ungherese reso famoso dalla leggenda della cappa da lui divisa a metà e donata a un povero. Da baluardo della cristianità (qui vicino fu combattuta la famosa battaglia di Poitiers) a corte del re di Francia: nel 1461 re Luigi XI la trasformò nella sua residenza, stabilendosi nel castello del Plessis, e così fu fino al regno di Francesco I. Tours ha dato i natali anche ad Honoré de Balzac, uno dei più importanti scrittori del realismo nel XIX secolo.

Saint-Amand-Montrond

Saint-Amand-Montrond è stata sede di arrivo di due crono del Tour, in tempi abbastanza recenti: nel 2001 sancì il dominio di Lance Armstrong, che in quel Tour vinse ben quattro tappe, complice la corsa obbligatoriamente all'attacco, dopo la fuga-fiume di Pontarlier. Un Armstrong spietato inflisse 1'24" a Igor González de Galdeano e 1'39" su Jan Ullrich, sulla distanza di 61 km (si partiva da Montluçon). In quell'occasione Beloki riuscì a scalzare il compianto Andrej Kivilëv dal podio. Nel 2008 Carlos Sastre difese la sua maglia gialla da Cadel Evans, che in classifica distava solo 1'34". Sulla distanza di 53 km della Cèrilly - Saint-Amand-Montrond alla fine Evans rosicchiò solo 29" a Sastre, guadagnandosi comunque il secondo gradino del podio davanti a Kohl. La tappa venne vinta da Schumacher che riuscì a rifilare 20" a Cancellara. Sia il podio di Kohl che la vittoria di Schumacher furono poi cancellati dalle positività all'EPO-CERA.

Tours

Capoluogo de L'Indre et Loire, ed appunto bagnata dalla Loira, Tours è una delle città più ricche di storia della Francia intera, specialmente legata all'alto Medioevo ed al periodo rinascimentale. Tours fu uno dei primi centri cristiani della Francia, col suo vescovato fondato da San Gaziano, al quale è dedicata la monumentale "Gatienne", la cattedrale gotica costruita nel XIII secolo. Il terzo vescovo fu il popolare San Martino, soldato romano di origine ungherese reso famoso dalla leggenda della cappa da lui divisa a metà e donata a un povero. Da baluardo della cristianità (qui vicino fu combattuta la famosa battaglia di Poitiers) a corte del re di Francia: nel 1461 re Luigi XI la trasformò nella sua residenza, stabilendosi nel castello del Plessis, e così fu fino al regno di Francesco I. Tours ha dato i natali anche ad Honoré de Balzac, uno dei più importanti scrittori del realismo nel XIX secolo.

Saint-Amand-Montrond

Saint-Amand-Montrond è stata sede di arrivo di due crono del Tour, in tempi abbastanza recenti: nel 2001 sancì il dominio di Lance Armstrong, che in quel Tour vinse ben quattro tappe, complice la corsa obbligatoriamente all'attacco, dopo la fuga-fiume di Pontarlier. Un Armstrong spietato inflisse 1'24" a Igor González de Galdeano e 1'39" su Jan Ullrich, sulla distanza di 61 km (si partiva da Montluçon). In quell'occasione Beloki riuscì a scalzare il compianto Andrej Kivilëv dal podio. Nel 2008 Carlos Sastre difese la sua maglia gialla da Cadel Evans, che in classifica distava solo 1'34". Sulla distanza di 53 km della Cèrilly - Saint-Amand-Montrond alla fine Evans rosicchiò solo 29" a Sastre, guadagnandosi comunque il secondo gradino del podio davanti a Kohl. La tappa venne vinta da Schumacher che riuscì a rifilare 20" a Cancellara. Sia il podio di Kohl che la vittoria di Schumacher furono poi cancellati dalle positività all'EPO-CERA.

Tours

Capoluogo de L'Indre et Loire, ed appunto bagnata dalla Loira, Tours è una delle città più ricche di storia della Francia intera, specialmente legata all'alto Medioevo ed al periodo rinascimentale. Tours fu uno dei primi centri cristiani della Francia, col suo vescovato fondato da San Gaziano, al quale è dedicata la monumentale "Gatienne", la cattedrale gotica costruita nel XIII secolo. Il terzo vescovo fu il popolare San Martino, soldato romano di origine ungherese reso famoso dalla leggenda della cappa da lui divisa a metà e donata a un povero. Da baluardo della cristianità (qui vicino fu combattuta la famosa battaglia di Poitiers) a corte del re di Francia: nel 1461 re Luigi XI la trasformò nella sua residenza, stabilendosi nel castello del Plessis, e così fu fino al regno di Francesco I. Tours ha dato i natali anche ad Honoré de Balzac, uno dei più importanti scrittori del realismo nel XIX secolo.

Saint-Amand-Montrond

Saint-Amand-Montrond è stata sede di arrivo di due crono del Tour, in tempi abbastanza recenti: nel 2001 sancì il dominio di Lance Armstrong, che in quel Tour vinse ben quattro tappe, complice la corsa obbligatoriamente all'attacco, dopo la fuga-fiume di Pontarlier. Un Armstrong spietato inflisse 1'24" a Igor González de Galdeano e 1'39" su Jan Ullrich, sulla distanza di 61 km (si partiva da Montluçon). In quell'occasione Beloki riuscì a scalzare il compianto Andrej Kivilëv dal podio. Nel 2008 Carlos Sastre difese la sua maglia gialla da Cadel Evans, che in classifica distava solo 1'34". Sulla distanza di 53 km della Cèrilly - Saint-Amand-Montrond alla fine Evans rosicchiò solo 29" a Sastre, guadagnandosi comunque il secondo gradino del podio davanti a Kohl. La tappa venne vinta da Schumacher che riuscì a rifilare 20" a Cancellara. Sia il podio di Kohl che la vittoria di Schumacher furono poi cancellati dalle positività all'EPO-CERA.

Tours

Capoluogo de L'Indre et Loire, ed appunto bagnata dalla Loira, Tours è una delle città più ricche di storia della Francia intera, specialmente legata all'alto Medioevo ed al periodo rinascimentale. Tours fu uno dei primi centri cristiani della Francia, col suo vescovato fondato da San Gaziano, al quale è dedicata la monumentale "Gatienne", la cattedrale gotica costruita nel XIII secolo. Il terzo vescovo fu il popolare San Martino, soldato romano di origine ungherese reso famoso dalla leggenda della cappa da lui divisa a metà e donata a un povero. Da baluardo della cristianità (qui vicino fu combattuta la famosa battaglia di Poitiers) a corte del re di Francia: nel 1461 re Luigi XI la trasformò nella sua residenza, stabilendosi nel castello del Plessis, e così fu fino al regno di Francesco I. Tours ha dato i natali anche ad Honoré de Balzac, uno dei più importanti scrittori del realismo nel XIX secolo.

Saint-Amand-Montrond

Saint-Amand-Montrond è stata sede di arrivo di due crono del Tour, in tempi abbastanza recenti: nel 2001 sancì il dominio di Lance Armstrong, che in quel Tour vinse ben quattro tappe, complice la corsa obbligatoriamente all'attacco, dopo la fuga-fiume di Pontarlier. Un Armstrong spietato inflisse 1'24" a Igor González de Galdeano e 1'39" su Jan Ullrich, sulla distanza di 61 km (si partiva da Montluçon). In quell'occasione Beloki riuscì a scalzare il compianto Andrej Kivilëv dal podio. Nel 2008 Carlos Sastre difese la sua maglia gialla da Cadel Evans, che in classifica distava solo 1'34". Sulla distanza di 53 km della Cèrilly - Saint-Amand-Montrond alla fine Evans rosicchiò solo 29" a Sastre, guadagnandosi comunque il secondo gradino del podio davanti a Kohl. La tappa venne vinta da Schumacher che riuscì a rifilare 20" a Cancellara. Sia il podio di Kohl che la vittoria di Schumacher furono poi cancellati dalle positività all'EPO-CERA.

Tours

Capoluogo de L'Indre et Loire, ed appunto bagnata dalla Loira, Tours è una delle città più ricche di storia della Francia intera, specialmente legata all'alto Medioevo ed al periodo rinascimentale. Tours fu uno dei primi centri cristiani della Francia, col suo vescovato fondato da San Gaziano, al quale è dedicata la monumentale "Gatienne", la cattedrale gotica costruita nel XIII secolo. Il terzo vescovo fu il popolare San Martino, soldato romano di origine ungherese reso famoso dalla leggenda della cappa da lui divisa a metà e donata a un povero. Da baluardo della cristianità (qui vicino fu combattuta la famosa battaglia di Poitiers) a corte del re di Francia: nel 1461 re Luigi XI la trasformò nella sua residenza, stabilendosi nel castello del Plessis, e così fu fino al regno di Francesco I. Tours ha dato i natali anche ad Honoré de Balzac, uno dei più importanti scrittori del realismo nel XIX secolo.

Saint-Amand-Montrond

Saint-Amand-Montrond è stata sede di arrivo di due crono del Tour, in tempi abbastanza recenti: nel 2001 sancì il dominio di Lance Armstrong, che in quel Tour vinse ben quattro tappe, complice la corsa obbligatoriamente all'attacco, dopo la fuga-fiume di Pontarlier. Un Armstrong spietato inflisse 1'24" a Igor González de Galdeano e 1'39" su Jan Ullrich, sulla distanza di 61 km (si partiva da Montluçon). In quell'occasione Beloki riuscì a scalzare il compianto Andrej Kivilëv dal podio. Nel 2008 Carlos Sastre difese la sua maglia gialla da Cadel Evans, che in classifica distava solo 1'34". Sulla distanza di 53 km della Cèrilly - Saint-Amand-Montrond alla fine Evans rosicchiò solo 29" a Sastre, guadagnandosi comunque il secondo gradino del podio davanti a Kohl. La tappa venne vinta da Schumacher che riuscì a rifilare 20" a Cancellara. Sia il podio di Kohl che la vittoria di Schumacher furono poi cancellati dalle positività all'EPO-CERA.

Meteo

13.25 - Tours
15.58 - Saint-Aoustrille
17.20 - Saint-Amand-Montrond

Soggetti Alternativi

Ancora un esordiente assoluto al Tour de France, tocca al friulano che nella scorsa stagione ha debuttato in un grande giro alla Vuelta, portandola anche a termine. Approdato in Lampre lo scorso anno dopo le prime stagioni da pro alla Liquigas, è un passista-veloce che ha saputo fare benissimo anche su pista, dove ha raccolto vari titoli italiani e dove si è laureato campione europeo dello Scratch nel 2011. Nell'ultima stagione tra i dilettanti ha conquistato tre successi in internazionali del calibro di San Geo, Balestra e Piva. Manca ancora il primo acuto da pro, sfiorato in una tappa del Giro di Turchia 2010 quando fu 2° o al Trofeo Platja de Muro quest'anno (3° posto), più altri bei piazzamenti raccolti per strada ma sa essere un corridore prezioso. In questo Tour è già giunto quarto ad Ajaccio ed è uno degli apripista di Roberto Ferrari nei finali destinati alle ruote veloci. Sognare non costa nulla, magari tra qualche tempo racconterà "quel giorno raCimolai una vittoria!" 

Vivian Ghianni

Ancora un esordiente assoluto al Tour de France, tocca al friulano che nella scorsa stagione ha debuttato in un grande giro alla Vuelta, portandola anche a termine. Approdato in Lampre lo scorso anno dopo le prime stagioni da pro alla Liquigas, è un passista-veloce che ha saputo fare benissimo anche su pista, dove ha raccolto vari titoli italiani e dove si è laureato campione europeo dello Scratch nel 2011. Nell'ultima stagione tra i dilettanti ha conquistato tre successi in internazionali del calibro di San Geo, Balestra e Piva. Manca ancora il primo acuto da pro, sfiorato in una tappa del Giro di Turchia 2010 quando fu 2° o al Trofeo Platja de Muro quest'anno (3° posto), più altri bei piazzamenti raccolti per strada ma sa essere un corridore prezioso. In questo Tour è già giunto quarto ad Ajaccio ed è uno degli apripista di Roberto Ferrari nei finali destinati alle ruote veloci. Sognare non costa nulla, magari tra qualche tempo racconterà "quel giorno raCimolai una vittoria!" 

Ancora un esordiente assoluto al Tour de France, tocca al friulano che nella scorsa stagione ha debuttato in un grande giro alla Vuelta, portandola anche a termine. Approdato in Lampre lo scorso anno dopo le prime stagioni da pro alla Liquigas, è un passista-veloce che ha saputo fare benissimo anche su pista, dove ha raccolto vari titoli italiani e dove si è laureato campione europeo dello Scratch nel 2011. Nell'ultima stagione tra i dilettanti ha conquistato tre successi in internazionali del calibro di San Geo, Balestra e Piva. Manca ancora il primo acuto da pro, sfiorato in una tappa del Giro di Turchia 2010 quando fu 2° o al Trofeo Platja de Muro quest'anno (3° posto), più altri bei piazzamenti raccolti per strada ma sa essere un corridore prezioso. In questo Tour è già giunto quarto ad Ajaccio ed è uno degli apripista di Roberto Ferrari nei finali destinati alle ruote veloci. Sognare non costa nulla, magari tra qualche tempo racconterà "quel giorno raCimolai una vittoria!" 

Ancora un esordiente assoluto al Tour de France, tocca al friulano che nella scorsa stagione ha debuttato in un grande giro alla Vuelta, portandola anche a termine. Approdato in Lampre lo scorso anno dopo le prime stagioni da pro alla Liquigas, è un passista-veloce che ha saputo fare benissimo anche su pista, dove ha raccolto vari titoli italiani e dove si è laureato campione europeo dello Scratch nel 2011. Nell'ultima stagione tra i dilettanti ha conquistato tre successi in internazionali del calibro di San Geo, Balestra e Piva. Manca ancora il primo acuto da pro, sfiorato in una tappa del Giro di Turchia 2010 quando fu 2° o al Trofeo Platja de Muro quest'anno (3° posto), più altri bei piazzamenti raccolti per strada ma sa essere un corridore prezioso. In questo Tour è già giunto quarto ad Ajaccio ed è uno degli apripista di Roberto Ferrari nei finali destinati alle ruote veloci. Sognare non costa nulla, magari tra qualche tempo racconterà "quel giorno raCimolai una vittoria!" 

Ancora un esordiente assoluto al Tour de France, tocca al friulano che nella scorsa stagione ha debuttato in un grande giro alla Vuelta, portandola anche a termine. Approdato in Lampre lo scorso anno dopo le prime stagioni da pro alla Liquigas, è un passista-veloce che ha saputo fare benissimo anche su pista, dove ha raccolto vari titoli italiani e dove si è laureato campione europeo dello Scratch nel 2011. Nell'ultima stagione tra i dilettanti ha conquistato tre successi in internazionali del calibro di San Geo, Balestra e Piva. Manca ancora il primo acuto da pro, sfiorato in una tappa del Giro di Turchia 2010 quando fu 2° o al Trofeo Platja de Muro quest'anno (3° posto), più altri bei piazzamenti raccolti per strada ma sa essere un corridore prezioso. In questo Tour è già giunto quarto ad Ajaccio ed è uno degli apripista di Roberto Ferrari nei finali destinati alle ruote veloci. Sognare non costa nulla, magari tra qualche tempo racconterà "quel giorno raCimolai una vittoria!" 

Ancora un esordiente assoluto al Tour de France, tocca al friulano che nella scorsa stagione ha debuttato in un grande giro alla Vuelta, portandola anche a termine. Approdato in Lampre lo scorso anno dopo le prime stagioni da pro alla Liquigas, è un passista-veloce che ha saputo fare benissimo anche su pista, dove ha raccolto vari titoli italiani e dove si è laureato campione europeo dello Scratch nel 2011. Nell'ultima stagione tra i dilettanti ha conquistato tre successi in internazionali del calibro di San Geo, Balestra e Piva. Manca ancora il primo acuto da pro, sfiorato in una tappa del Giro di Turchia 2010 quando fu 2° o al Trofeo Platja de Muro quest'anno (3° posto), più altri bei piazzamenti raccolti per strada ma sa essere un corridore prezioso. In questo Tour è già giunto quarto ad Ajaccio ed è uno degli apripista di Roberto Ferrari nei finali destinati alle ruote veloci. Sognare non costa nulla, magari tra qualche tempo racconterà "quel giorno raCimolai una vittoria!" 

TourTweet

@marcelkittel: 3 fatti su oggi:
- @1t4i spacca
- ho avuto un secondo controllo antidoping in hotel
- ancora non riesco a credere a tutto ciò che sta accadendo
- ho chiamato i miei genitori, sono ubriachi

@marcelkittel: E un altro fatto: non so contare!

@chrisfroome: Giorno difficile oggi, abbiamo perso Eddie BH con una spalla fratturata. Che grande ragazzo, ci mancherà sia con la bici che senza!

@GeertSteegmans: Jeje&chava impazziti @jejeroule44 @chava_sylvain #opqs http://youtu.be/lDQ4bv4pJlI

@laurenstendam: Mentre io sono via 3 settimane, il nonno insegna a mio figlio alcune tecniche molto molto importanti! moby.to/dd92ao

La classifica al contrario

Brice FeilluIl vincitore indiscusso della tappa di ieri è stato Brice Feillu, scalatore francese della Sojasun. Indiscusso perché arrivato al traguardo abbondantemente da solo, in una frazione la cui classifica si presta a due interpretazioni. Guardandola dal mero punto di vista delle posizioni il ventisettenne enfant du pays - è nato a 90km di distanza dalla linea d'arrivo - ha preceduto il giapponese dell'Europcar Yukiya Arashiro, secondo e al primo piazzamento di rilievo, il tedesco della Lotto Marcel Sieberg, la cui presenza sul podio di tappa era pronosticabile prevalentemente nelle frazioni alpine, e i due neozelandesi della carovana, Jack Bauer della Garmin e Gregory Henderson della Lotto, rispettivamente quarto e quinto: il distacco dei suddetti corridori è di 7'09" da Feillu. Ma c'è un però: considerando la classifica in base ai tempi la situazione si rivoluziona, con il secondo posto acchiappato dall'olandese della Belkin Lars Boom, giunto staccato di 3'02", il terzo al canadese dell'Orica Svein Tuft, con 3'08" di svantaggio, che regola il duo Cannondale formato da Alessandro De Marchi e Moreno Moser. Elemento in comune in ambedue le tipologie di graduatoria è l'ultima posizione, andata per la terza volta al tedesco Marcel Kittel dell'Argos, lontano 7'09". La generale vede l'allungo del capoclassifica, il kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev, che ora ha 3'53" sul redivivo Tuft, risalito sul secondo gradino del podio. Terzo è il francese dell'Europcar Jérôme Cousin, con 4'20" di distacco, quarto è l'olandese dell'Argos Tom Veelers, scivolato di due posti ed ora a 5'14" dal leader. Chiude la top 5 il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans a 5'42", sceso di due gradini rispetto a 24 fa, mentre è sempre ultimo il britannico della Sky Chris Froome con 2h09'24".

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Telekom)

Jan Ullrich e Bjarne Riis, due dei molti simboli della Telekom © politiken.dk

Quando alla fine del 1988 l'ex Campione del Mondo Hennie Kuiper crea una squadra sponsorizzata dalla città di Stoccarda e che utilizza bici Merckx (nel 1989 diverrà infatti Stuttgart-Merckx-Gonsor) con ogni probabilità non ha idea del colosso che sta creando. Non ci sono grandi campioni tedeschi in giro ma ne stanno arrivando... Nel 1989 il team ha solo nove corridori, tra cui Udo Bölts. Lui e Dariusc Kajzer portano i primi successi di questa squadra, ma la svolta giunge nel 1991, con il team che assume il nome di Telekom-Mercedes-Merckx-Puma. Dopo il 17° posto nella Vuelta di quell'anno con Bölts, il 1992 vedrà Hennie Kuiper lasciare la squadra per la Motorola mentre in arrivo c'è il belga Walter Godefroot. In entrata i tedeschi Jens Heppner e Christian Henn, il velocista belga Etienne De Wilde e l'uomo da classiche, il francese Marc Madiot, ma le fortune della Telekom devono ancora iniziare. Nel 1993 viene ingaggiato Erik Zabel (oltre agli altri talenti tedeschi Rolf Aldag e Steffen Wesemann), nel 1995 arriva l'iridato di Oslo '93 tra i dilettanti, Jan Ullrich. L'anno seguente Bjarne Riis, che al Tour era reduce da una terza piazza con la Gewiss-Ballan, viene messo sotto contratto da Godefroot. È chiaramente una squadra da Grande Boucle, anche se sono già arrivati i primi successi di Zabel in Coppa del Mondo, alla Parigi-Tours '94. Decisivo il Tour 1996, con Riis a spodestare dal trono quinquennale Miguel Indurain ed Ullrich (2° nella generale) che vince la maglia bianca e la crono finale (in quest'ultima i ds devono frenarlo, per evitare che strappi la maglia gialla al capitano). Nel '97 la leadership al Tour la decide la strada: chi tra il campione uscente Riis ed il giovane rampante Ullrich? Il secondo, che già ad Andorra stacca tutti e si veste di giallo, nella crono di Saint Etienne chiude i conti. A Parigi distacchi impietosi, con Richard Virenque a 9'09" e Marco Pantani a 14'03". Nel '98 Ullrich dimostra che non sarà il nuovo Indurain: festeggia troppo durante l'inverno e si ritrova con molti chili di troppo. Sarà una costante di questo talento, uno dei più grandi della storia del ciclismo che siano mai nati (e sprecati). Pantani gli strappa la maglia gialla ed il tedesco chiude 2° quel Tour. Nel '99 si apre l'era Armstrong ed Ullrich non insidierà mai veramente il texano: per lui altri tre secondi posti al Tour (2000, 2001 e 2003, ma con la Bianchi). La Telekom, ingaggia nel frattempo Alexandre Vinokourov, Daniele Nardello, Andreas Klöden, Jörg Jaksche, Matthias Kessler, Stefan Schumacher, Georg Totschnig, Cadel Evans, Santiago Botero e Paolo Savoldelli, solo per citarne alcuni. Nel 2003 Ullrich lascia la squadra per correre nella Bianchi ma un anno dopo, nel 2004, tornerà alla T-Mobile, evoluzione della Deutsche Telekom. In quell'anno arriva un Fiandre con Steffan Wesemann ma il tridente per il Tour, Ullrich-Klöden-Vinokourov, perde per strada il kazako. Klöden sarà 2°, Ullrich 4°. Nel 2005 Vinokourov vince la sua prima Liegi, dopo una fuga clamorosa con Jens Voigt, e dopo la Grande Boucle annuncia che nel 2006 correrà con la Liberty Seguros per giocarsi fino in fondo le sue possibilità di vittoria (anche Erik Zabel, quell'anno non convocato per il Tour, nel 2006 correrà con la Milram). Il kazako quel Tour lo chiuderà 5° (Ullrich ancora a podio, 3°, poi squalificato), mentre nel 2006 l'Operación Puerto spazza via Walter Godefroot, sostituito da Rudy Pevenage. Una serie di casi di doping porta Deutsche Telekom ad annunciare l'uscita dal ciclismo nel novembre 2007. La squadra continuerà ad esistere con il nome di Team High Road, poi di Columbia-High Road, quindi di HTC-Highroad. A fine 2011 anche questa squadra, diretta da Bob Stapleton, radicata negli Stati Uniti e che nulla ha in comune con la Telekom, chiuderà i battenti. La Telekom (poi T-Mobile) ha ottenuto, solo al Tour, due vittorie (Riis 1996 e Ullrich 1997), sei maglie verdi consecutive (Zabel dal 1996 al 2001), tre maglie bianche (Ullrich dal 1996 al 1998), 33 vittorie di tappa. Formazione per ogni stagione, per tutti i terreni, che ha cresciuto i talenti tedeschi e successivamente fatto grandi colpi di mercato. Una squadra magari non originale ma che ha segnato un'epoca, ammazzando sul serio la concorrenza: in una parola, la Telekom.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (Telekom)

Jan Ullrich e Bjarne Riis, due dei molti simboli della Telekom © politiken.dk

Quando alla fine del 1988 l'ex Campione del Mondo Hennie Kuiper crea una squadra sponsorizzata dalla città di Stoccarda e che utilizza bici Merckx (nel 1989 diverrà infatti Stuttgart-Merckx-Gonsor) con ogni probabilità non ha idea del colosso che sta creando. Non ci sono grandi campioni tedeschi in giro ma ne stanno arrivando... Nel 1989 il team ha solo nove corridori, tra cui Udo Bölts. Lui e Dariusc Kajzer portano i primi successi di questa squadra, ma la svolta giunge nel 1991, con il team che assume il nome di Telekom-Mercedes-Merckx-Puma. Dopo il 17° posto nella Vuelta di quell'anno con Bölts, il 1992 vedrà Hennie Kuiper lasciare la squadra per la Motorola mentre in arrivo c'è il belga Walter Godefroot. In entrata i tedeschi Jens Heppner e Christian Henn, il velocista belga Etienne De Wilde e l'uomo da classiche, il francese Marc Madiot, ma le fortune della Telekom devono ancora iniziare. Nel 1993 viene ingaggiato Erik Zabel (oltre agli altri talenti tedeschi Rolf Aldag e Steffen Wesemann), nel 1995 arriva l'iridato di Oslo '93 tra i dilettanti, Jan Ullrich. L'anno seguente Bjarne Riis, che al Tour era reduce da una terza piazza con la Gewiss-Ballan, viene messo sotto contratto da Godefroot. È chiaramente una squadra da Grande Boucle, anche se sono già arrivati i primi successi di Zabel in Coppa del Mondo, alla Parigi-Tours '94. Decisivo il Tour 1996, con Riis a spodestare dal trono quinquennale Miguel Indurain ed Ullrich (2° nella generale) che vince la maglia bianca e la crono finale (in quest'ultima i ds devono frenarlo, per evitare che strappi la maglia gialla al capitano). Nel '97 la leadership al Tour la decide la strada: chi tra il campione uscente Riis ed il giovane rampante Ullrich? Il secondo, che già ad Andorra stacca tutti e si veste di giallo, nella crono di Saint Etienne chiude i conti. A Parigi distacchi impietosi, con Richard Virenque a 9'09" e Marco Pantani a 14'03". Nel '98 Ullrich dimostra che non sarà il nuovo Indurain: festeggia troppo durante l'inverno e si ritrova con molti chili di troppo. Sarà una costante di questo talento, uno dei più grandi della storia del ciclismo che siano mai nati (e sprecati). Pantani gli strappa la maglia gialla ed il tedesco chiude 2° quel Tour. Nel '99 si apre l'era Armstrong ed Ullrich non insidierà mai veramente il texano: per lui altri tre secondi posti al Tour (2000, 2001 e 2003, ma con la Bianchi). La Telekom, ingaggia nel frattempo Alexandre Vinokourov, Daniele Nardello, Andreas Klöden, Jörg Jaksche, Matthias Kessler, Stefan Schumacher, Georg Totschnig, Cadel Evans, Santiago Botero e Paolo Savoldelli, solo per citarne alcuni. Nel 2003 Ullrich lascia la squadra per correre nella Bianchi ma un anno dopo, nel 2004, tornerà alla T-Mobile, evoluzione della Deutsche Telekom. In quell'anno arriva un Fiandre con Steffan Wesemann ma il tridente per il Tour, Ullrich-Klöden-Vinokourov, perde per strada il kazako. Klöden sarà 2°, Ullrich 4°. Nel 2005 Vinokourov vince la sua prima Liegi, dopo una fuga clamorosa con Jens Voigt, e dopo la Grande Boucle annuncia che nel 2006 correrà con la Liberty Seguros per giocarsi fino in fondo le sue possibilità di vittoria (anche Erik Zabel, quell'anno non convocato per il Tour, nel 2006 correrà con la Milram). Il kazako quel Tour lo chiuderà 5° (Ullrich ancora a podio, 3°, poi squalificato), mentre nel 2006 l'Operación Puerto spazza via Walter Godefroot, sostituito da Rudy Pevenage. Una serie di casi di doping porta Deutsche Telekom ad annunciare l'uscita dal ciclismo nel novembre 2007. La squadra continuerà ad esistere con il nome di Team High Road, poi di Columbia-High Road, quindi di HTC-Highroad. A fine 2011 anche questa squadra, diretta da Bob Stapleton, radicata negli Stati Uniti e che nulla ha in comune con la Telekom, chiuderà i battenti. La Telekom (poi T-Mobile) ha ottenuto, solo al Tour, due vittorie (Riis 1996 e Ullrich 1997), sei maglie verdi consecutive (Zabel dal 1996 al 2001), tre maglie bianche (Ullrich dal 1996 al 1998), 33 vittorie di tappa. Formazione per ogni stagione, per tutti i terreni, che ha cresciuto i talenti tedeschi e successivamente fatto grandi colpi di mercato. Una squadra magari non originale ma che ha segnato un'epoca, ammazzando sul serio la concorrenza: in una parola, la Telekom.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Brice FeilluIl vincitore indiscusso della tappa di ieri è stato Brice Feillu, scalatore francese della Sojasun. Indiscusso perché arrivato al traguardo abbondantemente da solo, in una frazione la cui classifica si presta a due interpretazioni. Guardandola dal mero punto di vista delle posizioni il ventisettenne enfant du pays - è nato a 90km di distanza dalla linea d'arrivo - ha preceduto il giapponese dell'Europcar Yukiya Arashiro, secondo e al primo piazzamento di rilievo, il tedesco della Lotto Marcel Sieberg, la cui presenza sul podio di tappa era pronosticabile prevalentemente nelle frazioni alpine, e i due neozelandesi della carovana, Jack Bauer della Garmin e Gregory Henderson della Lotto, rispettivamente quarto e quinto: il distacco dei suddetti corridori è di 7'09" da Feillu. Ma c'è un però: considerando la classifica in base ai tempi la situazione si rivoluziona, con il secondo posto acchiappato dall'olandese della Belkin Lars Boom, giunto staccato di 3'02", il terzo al canadese dell'Orica Svein Tuft, con 3'08" di svantaggio, che regola il duo Cannondale formato da Alessandro De Marchi e Moreno Moser. Elemento in comune in ambedue le tipologie di graduatoria è l'ultima posizione, andata per la terza volta al tedesco Marcel Kittel dell'Argos, lontano 7'09". La generale vede l'allungo del capoclassifica, il kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev, che ora ha 3'53" sul redivivo Tuft, risalito sul secondo gradino del podio. Terzo è il francese dell'Europcar Jérôme Cousin, con 4'20" di distacco, quarto è l'olandese dell'Argos Tom Veelers, scivolato di due posti ed ora a 5'14" dal leader. Chiude la top 5 il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans a 5'42", sceso di due gradini rispetto a 24 fa, mentre è sempre ultimo il britannico della Sky Chris Froome con 2h09'24".

Alberto Vigonesi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2013 - 13a tappa
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La classifica al contrario

Brice FeilluIl vincitore indiscusso della tappa di ieri è stato Brice Feillu, scalatore francese della Sojasun. Indiscusso perché arrivato al traguardo abbondantemente da solo, in una frazione la cui classifica si presta a due interpretazioni. Guardandola dal mero punto di vista delle posizioni il ventisettenne enfant du pays - è nato a 90km di distanza dalla linea d'arrivo - ha preceduto il giapponese dell'Europcar Yukiya Arashiro, secondo e al primo piazzamento di rilievo, il tedesco della Lotto Marcel Sieberg, la cui presenza sul podio di tappa era pronosticabile prevalentemente nelle frazioni alpine, e i due neozelandesi della carovana, Jack Bauer della Garmin e Gregory Henderson della Lotto, rispettivamente quarto e quinto: il distacco dei suddetti corridori è di 7'09" da Feillu. Ma c'è un però: considerando la classifica in base ai tempi la situazione si rivoluziona, con il secondo posto acchiappato dall'olandese della Belkin Lars Boom, giunto staccato di 3'02", il terzo al canadese dell'Orica Svein Tuft, con 3'08" di svantaggio, che regola il duo Cannondale formato da Alessandro De Marchi e Moreno Moser. Elemento in comune in ambedue le tipologie di graduatoria è l'ultima posizione, andata per la terza volta al tedesco Marcel Kittel dell'Argos, lontano 7'09". La generale vede l'allungo del capoclassifica, il kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev, che ora ha 3'53" sul redivivo Tuft, risalito sul secondo gradino del podio. Terzo è il francese dell'Europcar Jérôme Cousin, con 4'20" di distacco, quarto è l'olandese dell'Argos Tom Veelers, scivolato di due posti ed ora a 5'14" dal leader. Chiude la top 5 il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans a 5'42", sceso di due gradini rispetto a 24 fa, mentre è sempre ultimo il britannico della Sky Chris Froome con 2h09'24".

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Telekom)

Jan Ullrich e Bjarne Riis, due dei molti simboli della Telekom © politiken.dk

Quando alla fine del 1988 l'ex Campione del Mondo Hennie Kuiper crea una squadra sponsorizzata dalla città di Stoccarda e che utilizza bici Merckx (nel 1989 diverrà infatti Stuttgart-Merckx-Gonsor) con ogni probabilità non ha idea del colosso che sta creando. Non ci sono grandi campioni tedeschi in giro ma ne stanno arrivando... Nel 1989 il team ha solo nove corridori, tra cui Udo Bölts. Lui e Dariusc Kajzer portano i primi successi di questa squadra, ma la svolta giunge nel 1991, con il team che assume il nome di Telekom-Mercedes-Merckx-Puma. Dopo il 17° posto nella Vuelta di quell'anno con Bölts, il 1992 vedrà Hennie Kuiper lasciare la squadra per la Motorola mentre in arrivo c'è il belga Walter Godefroot. In entrata i tedeschi Jens Heppner e Christian Henn, il velocista belga Etienne De Wilde e l'uomo da classiche, il francese Marc Madiot, ma le fortune della Telekom devono ancora iniziare. Nel 1993 viene ingaggiato Erik Zabel (oltre agli altri talenti tedeschi Rolf Aldag e Steffen Wesemann), nel 1995 arriva l'iridato di Oslo '93 tra i dilettanti, Jan Ullrich. L'anno seguente Bjarne Riis, che al Tour era reduce da una terza piazza con la Gewiss-Ballan, viene messo sotto contratto da Godefroot. È chiaramente una squadra da Grande Boucle, anche se sono già arrivati i primi successi di Zabel in Coppa del Mondo, alla Parigi-Tours '94. Decisivo il Tour 1996, con Riis a spodestare dal trono quinquennale Miguel Indurain ed Ullrich (2° nella generale) che vince la maglia bianca e la crono finale (in quest'ultima i ds devono frenarlo, per evitare che strappi la maglia gialla al capitano). Nel '97 la leadership al Tour la decide la strada: chi tra il campione uscente Riis ed il giovane rampante Ullrich? Il secondo, che già ad Andorra stacca tutti e si veste di giallo, nella crono di Saint Etienne chiude i conti. A Parigi distacchi impietosi, con Richard Virenque a 9'09" e Marco Pantani a 14'03". Nel '98 Ullrich dimostra che non sarà il nuovo Indurain: festeggia troppo durante l'inverno e si ritrova con molti chili di troppo. Sarà una costante di questo talento, uno dei più grandi della storia del ciclismo che siano mai nati (e sprecati). Pantani gli strappa la maglia gialla ed il tedesco chiude 2° quel Tour. Nel '99 si apre l'era Armstrong ed Ullrich non insidierà mai veramente il texano: per lui altri tre secondi posti al Tour (2000, 2001 e 2003, ma con la Bianchi). La Telekom, ingaggia nel frattempo Alexandre Vinokourov, Daniele Nardello, Andreas Klöden, Jörg Jaksche, Matthias Kessler, Stefan Schumacher, Georg Totschnig, Cadel Evans, Santiago Botero e Paolo Savoldelli, solo per citarne alcuni. Nel 2003 Ullrich lascia la squadra per correre nella Bianchi ma un anno dopo, nel 2004, tornerà alla T-Mobile, evoluzione della Deutsche Telekom. In quell'anno arriva un Fiandre con Steffan Wesemann ma il tridente per il Tour, Ullrich-Klöden-Vinokourov, perde per strada il kazako. Klöden sarà 2°, Ullrich 4°. Nel 2005 Vinokourov vince la sua prima Liegi, dopo una fuga clamorosa con Jens Voigt, e dopo la Grande Boucle annuncia che nel 2006 correrà con la Liberty Seguros per giocarsi fino in fondo le sue possibilità di vittoria (anche Erik Zabel, quell'anno non convocato per il Tour, nel 2006 correrà con la Milram). Il kazako quel Tour lo chiuderà 5° (Ullrich ancora a podio, 3°, poi squalificato), mentre nel 2006 l'Operación Puerto spazza via Walter Godefroot, sostituito da Rudy Pevenage. Una serie di casi di doping porta Deutsche Telekom ad annunciare l'uscita dal ciclismo nel novembre 2007. La squadra continuerà ad esistere con il nome di Team High Road, poi di Columbia-High Road, quindi di HTC-Highroad. A fine 2011 anche questa squadra, diretta da Bob Stapleton, radicata negli Stati Uniti e che nulla ha in comune con la Telekom, chiuderà i battenti. La Telekom (poi T-Mobile) ha ottenuto, solo al Tour, due vittorie (Riis 1996 e Ullrich 1997), sei maglie verdi consecutive (Zabel dal 1996 al 2001), tre maglie bianche (Ullrich dal 1996 al 1998), 33 vittorie di tappa. Formazione per ogni stagione, per tutti i terreni, che ha cresciuto i talenti tedeschi e successivamente fatto grandi colpi di mercato. Una squadra magari non originale ma che ha segnato un'epoca, ammazzando sul serio la concorrenza: in una parola, la Telekom.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (Telekom)

Jan Ullrich e Bjarne Riis, due dei molti simboli della Telekom © politiken.dk

Quando alla fine del 1988 l'ex Campione del Mondo Hennie Kuiper crea una squadra sponsorizzata dalla città di Stoccarda e che utilizza bici Merckx (nel 1989 diverrà infatti Stuttgart-Merckx-Gonsor) con ogni probabilità non ha idea del colosso che sta creando. Non ci sono grandi campioni tedeschi in giro ma ne stanno arrivando... Nel 1989 il team ha solo nove corridori, tra cui Udo Bölts. Lui e Dariusc Kajzer portano i primi successi di questa squadra, ma la svolta giunge nel 1991, con il team che assume il nome di Telekom-Mercedes-Merckx-Puma. Dopo il 17° posto nella Vuelta di quell'anno con Bölts, il 1992 vedrà Hennie Kuiper lasciare la squadra per la Motorola mentre in arrivo c'è il belga Walter Godefroot. In entrata i tedeschi Jens Heppner e Christian Henn, il velocista belga Etienne De Wilde e l'uomo da classiche, il francese Marc Madiot, ma le fortune della Telekom devono ancora iniziare. Nel 1993 viene ingaggiato Erik Zabel (oltre agli altri talenti tedeschi Rolf Aldag e Steffen Wesemann), nel 1995 arriva l'iridato di Oslo '93 tra i dilettanti, Jan Ullrich. L'anno seguente Bjarne Riis, che al Tour era reduce da una terza piazza con la Gewiss-Ballan, viene messo sotto contratto da Godefroot. È chiaramente una squadra da Grande Boucle, anche se sono già arrivati i primi successi di Zabel in Coppa del Mondo, alla Parigi-Tours '94. Decisivo il Tour 1996, con Riis a spodestare dal trono quinquennale Miguel Indurain ed Ullrich (2° nella generale) che vince la maglia bianca e la crono finale (in quest'ultima i ds devono frenarlo, per evitare che strappi la maglia gialla al capitano). Nel '97 la leadership al Tour la decide la strada: chi tra il campione uscente Riis ed il giovane rampante Ullrich? Il secondo, che già ad Andorra stacca tutti e si veste di giallo, nella crono di Saint Etienne chiude i conti. A Parigi distacchi impietosi, con Richard Virenque a 9'09" e Marco Pantani a 14'03". Nel '98 Ullrich dimostra che non sarà il nuovo Indurain: festeggia troppo durante l'inverno e si ritrova con molti chili di troppo. Sarà una costante di questo talento, uno dei più grandi della storia del ciclismo che siano mai nati (e sprecati). Pantani gli strappa la maglia gialla ed il tedesco chiude 2° quel Tour. Nel '99 si apre l'era Armstrong ed Ullrich non insidierà mai veramente il texano: per lui altri tre secondi posti al Tour (2000, 2001 e 2003, ma con la Bianchi). La Telekom, ingaggia nel frattempo Alexandre Vinokourov, Daniele Nardello, Andreas Klöden, Jörg Jaksche, Matthias Kessler, Stefan Schumacher, Georg Totschnig, Cadel Evans, Santiago Botero e Paolo Savoldelli, solo per citarne alcuni. Nel 2003 Ullrich lascia la squadra per correre nella Bianchi ma un anno dopo, nel 2004, tornerà alla T-Mobile, evoluzione della Deutsche Telekom. In quell'anno arriva un Fiandre con Steffan Wesemann ma il tridente per il Tour, Ullrich-Klöden-Vinokourov, perde per strada il kazako. Klöden sarà 2°, Ullrich 4°. Nel 2005 Vinokourov vince la sua prima Liegi, dopo una fuga clamorosa con Jens Voigt, e dopo la Grande Boucle annuncia che nel 2006 correrà con la Liberty Seguros per giocarsi fino in fondo le sue possibilità di vittoria (anche Erik Zabel, quell'anno non convocato per il Tour, nel 2006 correrà con la Milram). Il kazako quel Tour lo chiuderà 5° (Ullrich ancora a podio, 3°, poi squalificato), mentre nel 2006 l'Operación Puerto spazza via Walter Godefroot, sostituito da Rudy Pevenage. Una serie di casi di doping porta Deutsche Telekom ad annunciare l'uscita dal ciclismo nel novembre 2007. La squadra continuerà ad esistere con il nome di Team High Road, poi di Columbia-High Road, quindi di HTC-Highroad. A fine 2011 anche questa squadra, diretta da Bob Stapleton, radicata negli Stati Uniti e che nulla ha in comune con la Telekom, chiuderà i battenti. La Telekom (poi T-Mobile) ha ottenuto, solo al Tour, due vittorie (Riis 1996 e Ullrich 1997), sei maglie verdi consecutive (Zabel dal 1996 al 2001), tre maglie bianche (Ullrich dal 1996 al 1998), 33 vittorie di tappa. Formazione per ogni stagione, per tutti i terreni, che ha cresciuto i talenti tedeschi e successivamente fatto grandi colpi di mercato. Una squadra magari non originale ma che ha segnato un'epoca, ammazzando sul serio la concorrenza: in una parola, la Telekom.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Brice FeilluIl vincitore indiscusso della tappa di ieri è stato Brice Feillu, scalatore francese della Sojasun. Indiscusso perché arrivato al traguardo abbondantemente da solo, in una frazione la cui classifica si presta a due interpretazioni. Guardandola dal mero punto di vista delle posizioni il ventisettenne enfant du pays - è nato a 90km di distanza dalla linea d'arrivo - ha preceduto il giapponese dell'Europcar Yukiya Arashiro, secondo e al primo piazzamento di rilievo, il tedesco della Lotto Marcel Sieberg, la cui presenza sul podio di tappa era pronosticabile prevalentemente nelle frazioni alpine, e i due neozelandesi della carovana, Jack Bauer della Garmin e Gregory Henderson della Lotto, rispettivamente quarto e quinto: il distacco dei suddetti corridori è di 7'09" da Feillu. Ma c'è un però: considerando la classifica in base ai tempi la situazione si rivoluziona, con il secondo posto acchiappato dall'olandese della Belkin Lars Boom, giunto staccato di 3'02", il terzo al canadese dell'Orica Svein Tuft, con 3'08" di svantaggio, che regola il duo Cannondale formato da Alessandro De Marchi e Moreno Moser. Elemento in comune in ambedue le tipologie di graduatoria è l'ultima posizione, andata per la terza volta al tedesco Marcel Kittel dell'Argos, lontano 7'09". La generale vede l'allungo del capoclassifica, il kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev, che ora ha 3'53" sul redivivo Tuft, risalito sul secondo gradino del podio. Terzo è il francese dell'Europcar Jérôme Cousin, con 4'20" di distacco, quarto è l'olandese dell'Argos Tom Veelers, scivolato di due posti ed ora a 5'14" dal leader. Chiude la top 5 il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans a 5'42", sceso di due gradini rispetto a 24 fa, mentre è sempre ultimo il britannico della Sky Chris Froome con 2h09'24".

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (Telekom)

Jan Ullrich e Bjarne Riis, due dei molti simboli della Telekom © politiken.dk

Quando alla fine del 1988 l'ex Campione del Mondo Hennie Kuiper crea una squadra sponsorizzata dalla città di Stoccarda e che utilizza bici Merckx (nel 1989 diverrà infatti Stuttgart-Merckx-Gonsor) con ogni probabilità non ha idea del colosso che sta creando. Non ci sono grandi campioni tedeschi in giro ma ne stanno arrivando... Nel 1989 il team ha solo nove corridori, tra cui Udo Bölts. Lui e Dariusc Kajzer portano i primi successi di questa squadra, ma la svolta giunge nel 1991, con il team che assume il nome di Telekom-Mercedes-Merckx-Puma. Dopo il 17° posto nella Vuelta di quell'anno con Bölts, il 1992 vedrà Hennie Kuiper lasciare la squadra per la Motorola mentre in arrivo c'è il belga Walter Godefroot. In entrata i tedeschi Jens Heppner e Christian Henn, il velocista belga Etienne De Wilde e l'uomo da classiche, il francese Marc Madiot, ma le fortune della Telekom devono ancora iniziare. Nel 1993 viene ingaggiato Erik Zabel (oltre agli altri talenti tedeschi Rolf Aldag e Steffen Wesemann), nel 1995 arriva l'iridato di Oslo '93 tra i dilettanti, Jan Ullrich. L'anno seguente Bjarne Riis, che al Tour era reduce da una terza piazza con la Gewiss-Ballan, viene messo sotto contratto da Godefroot. È chiaramente una squadra da Grande Boucle, anche se sono già arrivati i primi successi di Zabel in Coppa del Mondo, alla Parigi-Tours '94. Decisivo il Tour 1996, con Riis a spodestare dal trono quinquennale Miguel Indurain ed Ullrich (2° nella generale) che vince la maglia bianca e la crono finale (in quest'ultima i ds devono frenarlo, per evitare che strappi la maglia gialla al capitano). Nel '97 la leadership al Tour la decide la strada: chi tra il campione uscente Riis ed il giovane rampante Ullrich? Il secondo, che già ad Andorra stacca tutti e si veste di giallo, nella crono di Saint Etienne chiude i conti. A Parigi distacchi impietosi, con Richard Virenque a 9'09" e Marco Pantani a 14'03". Nel '98 Ullrich dimostra che non sarà il nuovo Indurain: festeggia troppo durante l'inverno e si ritrova con molti chili di troppo. Sarà una costante di questo talento, uno dei più grandi della storia del ciclismo che siano mai nati (e sprecati). Pantani gli strappa la maglia gialla ed il tedesco chiude 2° quel Tour. Nel '99 si apre l'era Armstrong ed Ullrich non insidierà mai veramente il texano: per lui altri tre secondi posti al Tour (2000, 2001 e 2003, ma con la Bianchi). La Telekom, ingaggia nel frattempo Alexandre Vinokourov, Daniele Nardello, Andreas Klöden, Jörg Jaksche, Matthias Kessler, Stefan Schumacher, Georg Totschnig, Cadel Evans, Santiago Botero e Paolo Savoldelli, solo per citarne alcuni. Nel 2003 Ullrich lascia la squadra per correre nella Bianchi ma un anno dopo, nel 2004, tornerà alla T-Mobile, evoluzione della Deutsche Telekom. In quell'anno arriva un Fiandre con Steffan Wesemann ma il tridente per il Tour, Ullrich-Klöden-Vinokourov, perde per strada il kazako. Klöden sarà 2°, Ullrich 4°. Nel 2005 Vinokourov vince la sua prima Liegi, dopo una fuga clamorosa con Jens Voigt, e dopo la Grande Boucle annuncia che nel 2006 correrà con la Liberty Seguros per giocarsi fino in fondo le sue possibilità di vittoria (anche Erik Zabel, quell'anno non convocato per il Tour, nel 2006 correrà con la Milram). Il kazako quel Tour lo chiuderà 5° (Ullrich ancora a podio, 3°, poi squalificato), mentre nel 2006 l'Operación Puerto spazza via Walter Godefroot, sostituito da Rudy Pevenage. Una serie di casi di doping porta Deutsche Telekom ad annunciare l'uscita dal ciclismo nel novembre 2007. La squadra continuerà ad esistere con il nome di Team High Road, poi di Columbia-High Road, quindi di HTC-Highroad. A fine 2011 anche questa squadra, diretta da Bob Stapleton, radicata negli Stati Uniti e che nulla ha in comune con la Telekom, chiuderà i battenti. La Telekom (poi T-Mobile) ha ottenuto, solo al Tour, due vittorie (Riis 1996 e Ullrich 1997), sei maglie verdi consecutive (Zabel dal 1996 al 2001), tre maglie bianche (Ullrich dal 1996 al 1998), 33 vittorie di tappa. Formazione per ogni stagione, per tutti i terreni, che ha cresciuto i talenti tedeschi e successivamente fatto grandi colpi di mercato. Una squadra magari non originale ma che ha segnato un'epoca, ammazzando sul serio la concorrenza: in una parola, la Telekom.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (Telekom)

Jan Ullrich e Bjarne Riis, due dei molti simboli della Telekom © politiken.dk

Quando alla fine del 1988 l'ex Campione del Mondo Hennie Kuiper crea una squadra sponsorizzata dalla città di Stoccarda e che utilizza bici Merckx (nel 1989 diverrà infatti Stuttgart-Merckx-Gonsor) con ogni probabilità non ha idea del colosso che sta creando. Non ci sono grandi campioni tedeschi in giro ma ne stanno arrivando... Nel 1989 il team ha solo nove corridori, tra cui Udo Bölts. Lui e Dariusc Kajzer portano i primi successi di questa squadra, ma la svolta giunge nel 1991, con il team che assume il nome di Telekom-Mercedes-Merckx-Puma. Dopo il 17° posto nella Vuelta di quell'anno con Bölts, il 1992 vedrà Hennie Kuiper lasciare la squadra per la Motorola mentre in arrivo c'è il belga Walter Godefroot. In entrata i tedeschi Jens Heppner e Christian Henn, il velocista belga Etienne De Wilde e l'uomo da classiche, il francese Marc Madiot, ma le fortune della Telekom devono ancora iniziare. Nel 1993 viene ingaggiato Erik Zabel (oltre agli altri talenti tedeschi Rolf Aldag e Steffen Wesemann), nel 1995 arriva l'iridato di Oslo '93 tra i dilettanti, Jan Ullrich. L'anno seguente Bjarne Riis, che al Tour era reduce da una terza piazza con la Gewiss-Ballan, viene messo sotto contratto da Godefroot. È chiaramente una squadra da Grande Boucle, anche se sono già arrivati i primi successi di Zabel in Coppa del Mondo, alla Parigi-Tours '94. Decisivo il Tour 1996, con Riis a spodestare dal trono quinquennale Miguel Indurain ed Ullrich (2° nella generale) che vince la maglia bianca e la crono finale (in quest'ultima i ds devono frenarlo, per evitare che strappi la maglia gialla al capitano). Nel '97 la leadership al Tour la decide la strada: chi tra il campione uscente Riis ed il giovane rampante Ullrich? Il secondo, che già ad Andorra stacca tutti e si veste di giallo, nella crono di Saint Etienne chiude i conti. A Parigi distacchi impietosi, con Richard Virenque a 9'09" e Marco Pantani a 14'03". Nel '98 Ullrich dimostra che non sarà il nuovo Indurain: festeggia troppo durante l'inverno e si ritrova con molti chili di troppo. Sarà una costante di questo talento, uno dei più grandi della storia del ciclismo che siano mai nati (e sprecati). Pantani gli strappa la maglia gialla ed il tedesco chiude 2° quel Tour. Nel '99 si apre l'era Armstrong ed Ullrich non insidierà mai veramente il texano: per lui altri tre secondi posti al Tour (2000, 2001 e 2003, ma con la Bianchi). La Telekom, ingaggia nel frattempo Alexandre Vinokourov, Daniele Nardello, Andreas Klöden, Jörg Jaksche, Matthias Kessler, Stefan Schumacher, Georg Totschnig, Cadel Evans, Santiago Botero e Paolo Savoldelli, solo per citarne alcuni. Nel 2003 Ullrich lascia la squadra per correre nella Bianchi ma un anno dopo, nel 2004, tornerà alla T-Mobile, evoluzione della Deutsche Telekom. In quell'anno arriva un Fiandre con Steffan Wesemann ma il tridente per il Tour, Ullrich-Klöden-Vinokourov, perde per strada il kazako. Klöden sarà 2°, Ullrich 4°. Nel 2005 Vinokourov vince la sua prima Liegi, dopo una fuga clamorosa con Jens Voigt, e dopo la Grande Boucle annuncia che nel 2006 correrà con la Liberty Seguros per giocarsi fino in fondo le sue possibilità di vittoria (anche Erik Zabel, quell'anno non convocato per il Tour, nel 2006 correrà con la Milram). Il kazako quel Tour lo chiuderà 5° (Ullrich ancora a podio, 3°, poi squalificato), mentre nel 2006 l'Operación Puerto spazza via Walter Godefroot, sostituito da Rudy Pevenage. Una serie di casi di doping porta Deutsche Telekom ad annunciare l'uscita dal ciclismo nel novembre 2007. La squadra continuerà ad esistere con il nome di Team High Road, poi di Columbia-High Road, quindi di HTC-Highroad. A fine 2011 anche questa squadra, diretta da Bob Stapleton, radicata negli Stati Uniti e che nulla ha in comune con la Telekom, chiuderà i battenti. La Telekom (poi T-Mobile) ha ottenuto, solo al Tour, due vittorie (Riis 1996 e Ullrich 1997), sei maglie verdi consecutive (Zabel dal 1996 al 2001), tre maglie bianche (Ullrich dal 1996 al 1998), 33 vittorie di tappa. Formazione per ogni stagione, per tutti i terreni, che ha cresciuto i talenti tedeschi e successivamente fatto grandi colpi di mercato. Una squadra magari non originale ma che ha segnato un'epoca, ammazzando sul serio la concorrenza: in una parola, la Telekom.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Brice FeilluIl vincitore indiscusso della tappa di ieri è stato Brice Feillu, scalatore francese della Sojasun. Indiscusso perché arrivato al traguardo abbondantemente da solo, in una frazione la cui classifica si presta a due interpretazioni. Guardandola dal mero punto di vista delle posizioni il ventisettenne enfant du pays - è nato a 90km di distanza dalla linea d'arrivo - ha preceduto il giapponese dell'Europcar Yukiya Arashiro, secondo e al primo piazzamento di rilievo, il tedesco della Lotto Marcel Sieberg, la cui presenza sul podio di tappa era pronosticabile prevalentemente nelle frazioni alpine, e i due neozelandesi della carovana, Jack Bauer della Garmin e Gregory Henderson della Lotto, rispettivamente quarto e quinto: il distacco dei suddetti corridori è di 7'09" da Feillu. Ma c'è un però: considerando la classifica in base ai tempi la situazione si rivoluziona, con il secondo posto acchiappato dall'olandese della Belkin Lars Boom, giunto staccato di 3'02", il terzo al canadese dell'Orica Svein Tuft, con 3'08" di svantaggio, che regola il duo Cannondale formato da Alessandro De Marchi e Moreno Moser. Elemento in comune in ambedue le tipologie di graduatoria è l'ultima posizione, andata per la terza volta al tedesco Marcel Kittel dell'Argos, lontano 7'09". La generale vede l'allungo del capoclassifica, il kazako dell'Astana Dmitriy Muravyev, che ora ha 3'53" sul redivivo Tuft, risalito sul secondo gradino del podio. Terzo è il francese dell'Europcar Jérôme Cousin, con 4'20" di distacco, quarto è l'olandese dell'Argos Tom Veelers, scivolato di due posti ed ora a 5'14" dal leader. Chiude la top 5 il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans a 5'42", sceso di due gradini rispetto a 24 fa, mentre è sempre ultimo il britannico della Sky Chris Froome con 2h09'24".

Alberto Vigonesi

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