Il Portale del Ciclismo professionistico

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Dopo il grande impegno della crono, giornata per tirare il fiato, con questo trasferimento di 218 km che non ha neanche un Gpm e che omaggia un'altra (la terza) corsa ASO (la Parigi-Tours). È chiaro che parliamo della tipica pianura francese, ovvero ricca di cambi di pendenze per tutto il percorso, ma non parliamo di nulla che non possa essere tranquillamente tenuto sotto controllo dal gruppo compatto e tirato dalle squadre dei velocisti. Una volta annullata la classica fuga da lontano, ci si concentrerà sui 5 km finali, che presentano qualche punto d'attenzione: proprio ai 5 km, per passare su un ponte da un lungofiume all'altro del Cher, curva a sinistra e poi a destra; quindi 4 km abbastanza tranquilli, ma negli ultimi mille metri tanto d'occhi aperti per due curve a destra, ai 700 e ai 300 metri, che influiranno sicuramente sull'andamento del volatone.

Fougères

La ridente cittadina di Fougères, Bretagna, nel dipartimento dell'Ille et Vilaine, è indissolubilmente legata al suo pittoresco castello fortificato, che ha reso la località una nota meta turistica bretone. L'anomala storia del castello di Fougères vede una prima costruzione in legno effettuata nel 1166. A seguito della distruzione da parte degli inglesi, il ducato di Bretagna pensò di ricostruire la fortificazione in pietra su quest'isolotto sul fiume Nançon. In breve tempo il castello acquisì una notevole importanza strategica e militare, perchè ospitava i cittadini di Fougères e perché si collocava al confine tra il regno di Francia ed il ducato di Bretagna. Tutt'oggi questo castello rappresenta una delle perle più apprezzate tra le fortificazioni medievali. Il castello fu preso una volta, durante la guerra di Vandea, dall'esercito vandeano che cacciò i repubblicani, liberò i prigionieri locati in esso e continuò verso Granville. Tuttavia anche Fougères non fu immune agli orrori di quella guerra, ricordata come uno dei più terribili genocidi della storia dell'umanità: l'esercito repubblicano tornò nel castello abbandonato e finì i feriti che erano rimasti dentro, massacrandoli tra atroci torture.

Tours

Tours è decisamente una delle città di Francia che più facilmente richiama al ciclismo, poiché sede della seconda più importante classica della storia del ciclismo francese: si tratta ovviamente della Parigi-Tours, una delle più antiche (prima edizione 1896), da sempre incerta e imprevedibile, tant'è che è ricordata come l'unica corsa di prestigio mai vinta da Eddy Merckx. Tours ha anche ospitato sette volte il Tour de France e, caso più unico che raro, è sempre stata sede di partenza e arrivo. Nelle prime edizioni (1955, 1957, 1961) Tours fu l'ultimo punto d'appoggio prima della conclusione a Parigi; solo negli ultimi due casi (2000 e 2005) l'attraversamento non avvenne nell'ultima settimana ma nella prima (dunque questa sarà la prima volta nella seconda). L'unica vittoria italiana risale al 1970, con Marino Basso che mise dietro due mostri come Jan Jassen e Godefroot nella Ruffec-Tours; l'anno dopo Rik Van Linden gli tolse la gioia di vincere sul traguardo della grande classica.

Nicola Stufano
Fougères

La ridente cittadina di Fougères, Bretagna, nel dipartimento dell'Ille et Vilaine, è indissolubilmente legata al suo pittoresco castello fortificato, che ha reso la località una nota meta turistica bretone. L'anomala storia del castello di Fougères vede una prima costruzione in legno effettuata nel 1166. A seguito della distruzione da parte degli inglesi, il ducato di Bretagna pensò di ricostruire la fortificazione in pietra su quest'isolotto sul fiume Nançon. In breve tempo il castello acquisì una notevole importanza strategica e militare, perchè ospitava i cittadini di Fougères e perché si collocava al confine tra il regno di Francia ed il ducato di Bretagna. Tutt'oggi questo castello rappresenta una delle perle più apprezzate tra le fortificazioni medievali. Il castello fu preso una volta, durante la guerra di Vandea, dall'esercito vandeano che cacciò i repubblicani, liberò i prigionieri locati in esso e continuò verso Granville. Tuttavia anche Fougères non fu immune agli orrori di quella guerra, ricordata come uno dei più terribili genocidi della storia dell'umanità: l'esercito repubblicano tornò nel castello abbandonato e finì i feriti che erano rimasti dentro, massacrandoli tra atroci torture.

Tours

Tours è decisamente una delle città di Francia che più facilmente richiama al ciclismo, poiché sede della seconda più importante classica della storia del ciclismo francese: si tratta ovviamente della Parigi-Tours, una delle più antiche (prima edizione 1896), da sempre incerta e imprevedibile, tant'è che è ricordata come l'unica corsa di prestigio mai vinta da Eddy Merckx. Tours ha anche ospitato sette volte il Tour de France e, caso più unico che raro, è sempre stata sede di partenza e arrivo. Nelle prime edizioni (1955, 1957, 1961) Tours fu l'ultimo punto d'appoggio prima della conclusione a Parigi; solo negli ultimi due casi (2000 e 2005) l'attraversamento non avvenne nell'ultima settimana ma nella prima (dunque questa sarà la prima volta nella seconda). L'unica vittoria italiana risale al 1970, con Marino Basso che mise dietro due mostri come Jan Jassen e Godefroot nella Ruffec-Tours; l'anno dopo Rik Van Linden gli tolse la gioia di vincere sul traguardo della grande classica.

Fougères

La ridente cittadina di Fougères, Bretagna, nel dipartimento dell'Ille et Vilaine, è indissolubilmente legata al suo pittoresco castello fortificato, che ha reso la località una nota meta turistica bretone. L'anomala storia del castello di Fougères vede una prima costruzione in legno effettuata nel 1166. A seguito della distruzione da parte degli inglesi, il ducato di Bretagna pensò di ricostruire la fortificazione in pietra su quest'isolotto sul fiume Nançon. In breve tempo il castello acquisì una notevole importanza strategica e militare, perchè ospitava i cittadini di Fougères e perché si collocava al confine tra il regno di Francia ed il ducato di Bretagna. Tutt'oggi questo castello rappresenta una delle perle più apprezzate tra le fortificazioni medievali. Il castello fu preso una volta, durante la guerra di Vandea, dall'esercito vandeano che cacciò i repubblicani, liberò i prigionieri locati in esso e continuò verso Granville. Tuttavia anche Fougères non fu immune agli orrori di quella guerra, ricordata come uno dei più terribili genocidi della storia dell'umanità: l'esercito repubblicano tornò nel castello abbandonato e finì i feriti che erano rimasti dentro, massacrandoli tra atroci torture.

Tours

Tours è decisamente una delle città di Francia che più facilmente richiama al ciclismo, poiché sede della seconda più importante classica della storia del ciclismo francese: si tratta ovviamente della Parigi-Tours, una delle più antiche (prima edizione 1896), da sempre incerta e imprevedibile, tant'è che è ricordata come l'unica corsa di prestigio mai vinta da Eddy Merckx. Tours ha anche ospitato sette volte il Tour de France e, caso più unico che raro, è sempre stata sede di partenza e arrivo. Nelle prime edizioni (1955, 1957, 1961) Tours fu l'ultimo punto d'appoggio prima della conclusione a Parigi; solo negli ultimi due casi (2000 e 2005) l'attraversamento non avvenne nell'ultima settimana ma nella prima (dunque questa sarà la prima volta nella seconda). L'unica vittoria italiana risale al 1970, con Marino Basso che mise dietro due mostri come Jan Jassen e Godefroot nella Ruffec-Tours; l'anno dopo Rik Van Linden gli tolse la gioia di vincere sul traguardo della grande classica.

Fougères

La ridente cittadina di Fougères, Bretagna, nel dipartimento dell'Ille et Vilaine, è indissolubilmente legata al suo pittoresco castello fortificato, che ha reso la località una nota meta turistica bretone. L'anomala storia del castello di Fougères vede una prima costruzione in legno effettuata nel 1166. A seguito della distruzione da parte degli inglesi, il ducato di Bretagna pensò di ricostruire la fortificazione in pietra su quest'isolotto sul fiume Nançon. In breve tempo il castello acquisì una notevole importanza strategica e militare, perchè ospitava i cittadini di Fougères e perché si collocava al confine tra il regno di Francia ed il ducato di Bretagna. Tutt'oggi questo castello rappresenta una delle perle più apprezzate tra le fortificazioni medievali. Il castello fu preso una volta, durante la guerra di Vandea, dall'esercito vandeano che cacciò i repubblicani, liberò i prigionieri locati in esso e continuò verso Granville. Tuttavia anche Fougères non fu immune agli orrori di quella guerra, ricordata come uno dei più terribili genocidi della storia dell'umanità: l'esercito repubblicano tornò nel castello abbandonato e finì i feriti che erano rimasti dentro, massacrandoli tra atroci torture.

Tours

Tours è decisamente una delle città di Francia che più facilmente richiama al ciclismo, poiché sede della seconda più importante classica della storia del ciclismo francese: si tratta ovviamente della Parigi-Tours, una delle più antiche (prima edizione 1896), da sempre incerta e imprevedibile, tant'è che è ricordata come l'unica corsa di prestigio mai vinta da Eddy Merckx. Tours ha anche ospitato sette volte il Tour de France e, caso più unico che raro, è sempre stata sede di partenza e arrivo. Nelle prime edizioni (1955, 1957, 1961) Tours fu l'ultimo punto d'appoggio prima della conclusione a Parigi; solo negli ultimi due casi (2000 e 2005) l'attraversamento non avvenne nell'ultima settimana ma nella prima (dunque questa sarà la prima volta nella seconda). L'unica vittoria italiana risale al 1970, con Marino Basso che mise dietro due mostri come Jan Jassen e Godefroot nella Ruffec-Tours; l'anno dopo Rik Van Linden gli tolse la gioia di vincere sul traguardo della grande classica.

Fougères

La ridente cittadina di Fougères, Bretagna, nel dipartimento dell'Ille et Vilaine, è indissolubilmente legata al suo pittoresco castello fortificato, che ha reso la località una nota meta turistica bretone. L'anomala storia del castello di Fougères vede una prima costruzione in legno effettuata nel 1166. A seguito della distruzione da parte degli inglesi, il ducato di Bretagna pensò di ricostruire la fortificazione in pietra su quest'isolotto sul fiume Nançon. In breve tempo il castello acquisì una notevole importanza strategica e militare, perchè ospitava i cittadini di Fougères e perché si collocava al confine tra il regno di Francia ed il ducato di Bretagna. Tutt'oggi questo castello rappresenta una delle perle più apprezzate tra le fortificazioni medievali. Il castello fu preso una volta, durante la guerra di Vandea, dall'esercito vandeano che cacciò i repubblicani, liberò i prigionieri locati in esso e continuò verso Granville. Tuttavia anche Fougères non fu immune agli orrori di quella guerra, ricordata come uno dei più terribili genocidi della storia dell'umanità: l'esercito repubblicano tornò nel castello abbandonato e finì i feriti che erano rimasti dentro, massacrandoli tra atroci torture.

Tours

Tours è decisamente una delle città di Francia che più facilmente richiama al ciclismo, poiché sede della seconda più importante classica della storia del ciclismo francese: si tratta ovviamente della Parigi-Tours, una delle più antiche (prima edizione 1896), da sempre incerta e imprevedibile, tant'è che è ricordata come l'unica corsa di prestigio mai vinta da Eddy Merckx. Tours ha anche ospitato sette volte il Tour de France e, caso più unico che raro, è sempre stata sede di partenza e arrivo. Nelle prime edizioni (1955, 1957, 1961) Tours fu l'ultimo punto d'appoggio prima della conclusione a Parigi; solo negli ultimi due casi (2000 e 2005) l'attraversamento non avvenne nell'ultima settimana ma nella prima (dunque questa sarà la prima volta nella seconda). L'unica vittoria italiana risale al 1970, con Marino Basso che mise dietro due mostri come Jan Jassen e Godefroot nella Ruffec-Tours; l'anno dopo Rik Van Linden gli tolse la gioia di vincere sul traguardo della grande classica.

Fougères

La ridente cittadina di Fougères, Bretagna, nel dipartimento dell'Ille et Vilaine, è indissolubilmente legata al suo pittoresco castello fortificato, che ha reso la località una nota meta turistica bretone. L'anomala storia del castello di Fougères vede una prima costruzione in legno effettuata nel 1166. A seguito della distruzione da parte degli inglesi, il ducato di Bretagna pensò di ricostruire la fortificazione in pietra su quest'isolotto sul fiume Nançon. In breve tempo il castello acquisì una notevole importanza strategica e militare, perchè ospitava i cittadini di Fougères e perché si collocava al confine tra il regno di Francia ed il ducato di Bretagna. Tutt'oggi questo castello rappresenta una delle perle più apprezzate tra le fortificazioni medievali. Il castello fu preso una volta, durante la guerra di Vandea, dall'esercito vandeano che cacciò i repubblicani, liberò i prigionieri locati in esso e continuò verso Granville. Tuttavia anche Fougères non fu immune agli orrori di quella guerra, ricordata come uno dei più terribili genocidi della storia dell'umanità: l'esercito repubblicano tornò nel castello abbandonato e finì i feriti che erano rimasti dentro, massacrandoli tra atroci torture.

Tours

Tours è decisamente una delle città di Francia che più facilmente richiama al ciclismo, poiché sede della seconda più importante classica della storia del ciclismo francese: si tratta ovviamente della Parigi-Tours, una delle più antiche (prima edizione 1896), da sempre incerta e imprevedibile, tant'è che è ricordata come l'unica corsa di prestigio mai vinta da Eddy Merckx. Tours ha anche ospitato sette volte il Tour de France e, caso più unico che raro, è sempre stata sede di partenza e arrivo. Nelle prime edizioni (1955, 1957, 1961) Tours fu l'ultimo punto d'appoggio prima della conclusione a Parigi; solo negli ultimi due casi (2000 e 2005) l'attraversamento non avvenne nell'ultima settimana ma nella prima (dunque questa sarà la prima volta nella seconda). L'unica vittoria italiana risale al 1970, con Marino Basso che mise dietro due mostri come Jan Jassen e Godefroot nella Ruffec-Tours; l'anno dopo Rik Van Linden gli tolse la gioia di vincere sul traguardo della grande classica.

Meteo

12.10 - Fougères
16.07 - Savigné-sur-Lathan
17.20 - Tours

Soggetti Alternativi

Per la quinta volta in carriera si schiera al via del Tour de France (quattro quelli portati a termine), lui che ha disputato anche per due volte la Vuelta di Spagna e che in questa stagione ha preso parte per la prima volta anche al Giro d'Italia, finendolo. Atleta molto esperto, che ha fatto il suo esordio nel professionismo con la Mapei e che per quattro stagioni ha vestito anche la maglia della Liquigas, si è spesso distinto come valido uomo-squadra, mettendosi al servizio dei vari capitani. Per questo motivo non ha mai vinto tantissimo, anche se qualche volta è riuscito a togliersi belle soddisfazioni: nel suo palmarès figurano anche due brevi corse a tappe, vale a dire l'Etoile des Besseges 2006 e la Tre Giorni di La Panne 2009, ultima vittoria ottenuta da lui questa. Il suo apporto può essere fondamentale nelle tappe pianeggianti per dare una mano a Greipel prima di preparare al meglio lo sprint. In modo che i Lotto passino da Willems a Winners !

Vivian Ghianni

Per la quinta volta in carriera si schiera al via del Tour de France (quattro quelli portati a termine), lui che ha disputato anche per due volte la Vuelta di Spagna e che in questa stagione ha preso parte per la prima volta anche al Giro d'Italia, finendolo. Atleta molto esperto, che ha fatto il suo esordio nel professionismo con la Mapei e che per quattro stagioni ha vestito anche la maglia della Liquigas, si è spesso distinto come valido uomo-squadra, mettendosi al servizio dei vari capitani. Per questo motivo non ha mai vinto tantissimo, anche se qualche volta è riuscito a togliersi belle soddisfazioni: nel suo palmarès figurano anche due brevi corse a tappe, vale a dire l'Etoile des Besseges 2006 e la Tre Giorni di La Panne 2009, ultima vittoria ottenuta da lui questa. Il suo apporto può essere fondamentale nelle tappe pianeggianti per dare una mano a Greipel prima di preparare al meglio lo sprint. In modo che i Lotto passino da Willems a Winners !

Per la quinta volta in carriera si schiera al via del Tour de France (quattro quelli portati a termine), lui che ha disputato anche per due volte la Vuelta di Spagna e che in questa stagione ha preso parte per la prima volta anche al Giro d'Italia, finendolo. Atleta molto esperto, che ha fatto il suo esordio nel professionismo con la Mapei e che per quattro stagioni ha vestito anche la maglia della Liquigas, si è spesso distinto come valido uomo-squadra, mettendosi al servizio dei vari capitani. Per questo motivo non ha mai vinto tantissimo, anche se qualche volta è riuscito a togliersi belle soddisfazioni: nel suo palmarès figurano anche due brevi corse a tappe, vale a dire l'Etoile des Besseges 2006 e la Tre Giorni di La Panne 2009, ultima vittoria ottenuta da lui questa. Il suo apporto può essere fondamentale nelle tappe pianeggianti per dare una mano a Greipel prima di preparare al meglio lo sprint. In modo che i Lotto passino da Willems a Winners !

Per la quinta volta in carriera si schiera al via del Tour de France (quattro quelli portati a termine), lui che ha disputato anche per due volte la Vuelta di Spagna e che in questa stagione ha preso parte per la prima volta anche al Giro d'Italia, finendolo. Atleta molto esperto, che ha fatto il suo esordio nel professionismo con la Mapei e che per quattro stagioni ha vestito anche la maglia della Liquigas, si è spesso distinto come valido uomo-squadra, mettendosi al servizio dei vari capitani. Per questo motivo non ha mai vinto tantissimo, anche se qualche volta è riuscito a togliersi belle soddisfazioni: nel suo palmarès figurano anche due brevi corse a tappe, vale a dire l'Etoile des Besseges 2006 e la Tre Giorni di La Panne 2009, ultima vittoria ottenuta da lui questa. Il suo apporto può essere fondamentale nelle tappe pianeggianti per dare una mano a Greipel prima di preparare al meglio lo sprint. In modo che i Lotto passino da Willems a Winners !

Per la quinta volta in carriera si schiera al via del Tour de France (quattro quelli portati a termine), lui che ha disputato anche per due volte la Vuelta di Spagna e che in questa stagione ha preso parte per la prima volta anche al Giro d'Italia, finendolo. Atleta molto esperto, che ha fatto il suo esordio nel professionismo con la Mapei e che per quattro stagioni ha vestito anche la maglia della Liquigas, si è spesso distinto come valido uomo-squadra, mettendosi al servizio dei vari capitani. Per questo motivo non ha mai vinto tantissimo, anche se qualche volta è riuscito a togliersi belle soddisfazioni: nel suo palmarès figurano anche due brevi corse a tappe, vale a dire l'Etoile des Besseges 2006 e la Tre Giorni di La Panne 2009, ultima vittoria ottenuta da lui questa. Il suo apporto può essere fondamentale nelle tappe pianeggianti per dare una mano a Greipel prima di preparare al meglio lo sprint. In modo che i Lotto passino da Willems a Winners !

Per la quinta volta in carriera si schiera al via del Tour de France (quattro quelli portati a termine), lui che ha disputato anche per due volte la Vuelta di Spagna e che in questa stagione ha preso parte per la prima volta anche al Giro d'Italia, finendolo. Atleta molto esperto, che ha fatto il suo esordio nel professionismo con la Mapei e che per quattro stagioni ha vestito anche la maglia della Liquigas, si è spesso distinto come valido uomo-squadra, mettendosi al servizio dei vari capitani. Per questo motivo non ha mai vinto tantissimo, anche se qualche volta è riuscito a togliersi belle soddisfazioni: nel suo palmarès figurano anche due brevi corse a tappe, vale a dire l'Etoile des Besseges 2006 e la Tre Giorni di La Panne 2009, ultima vittoria ottenuta da lui questa. Il suo apporto può essere fondamentale nelle tappe pianeggianti per dare una mano a Greipel prima di preparare al meglio lo sprint. In modo che i Lotto passino da Willems a Winners !

TourTweet

@MarkCavendish: Giornata di pianura verso la famosa città di volate Tours. Primo giorno in questo @letour che il clima non è rovente. In effetti sono contento

@PhilippeGilbert: Passaggio per la Mayenne (53) oggi! Regione dei fratelli Madiot! I giovani della FDJ si muoveranno!!!

@albertocontador: In cammino verso la partenza della tappa 12, pare che scendano le temperature, oggi 218 km piani con vento laterale #TDF pic.twitter.com/RhwR5d4Jc1

@michalkwiatek: Devo dire che se hai il Campione del Mondo a Crono come compagno di squadra, puoi migliorare tanto le tue qualità ;) @tonymartin è molto professionale

@alejanvalverde: Molto contento della crono di oggi! E ora si continua a lottare con l'appoggio dei miei compagni e del grande lavoro che fanno ogni giorno

La classifica al contrario

Assan BazayevNon accenna a terminare il dominio kazako al Tour de France: la vittoria nella cronometro di Mont-Saint-Michel è andata ad Assan Bazayev, ovviamente esponente del team Astana. Il trentaduenne di Almaty, col suo rendimento spaventosamente costante ha preceduto di 32" lo spagnolo della Sky David López García, protagonista un po' a sorpresa col podio di tappa. Al terzo posto è giunto l'olandese della Belkin Tom Leezer, staccato di 37", al quarto il velocista spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato, lontano 1'08", il quale ha a sua volta preceduto il francese Jonathan Hivert della Sojasun, arrivato con lo stesso tempo. Ultimo il tedesco dell'Omega Pharma Tony Martin, abituato ad occupare simili posizioni nelle prove contro il tempo, che ha terminato a 7'21" dal vincitore. In testa alla classifica generale sempre il kazako Dmitriy Muravyev dell'Astana che inizia realmente a pensare a come mantenere ed incrementare il vantaggio nelle tappe che mancano. Risale in seconda posizione, dopo il passaggio a vuoto di martedì, l'olandese dell'Argos Tom Veelers che guadagna terreno sulla vetta, da cui dista solamente 2'14". Avanza di due posti, entrando finalmente sul podio parziale, il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans che ora si trova a 2'42". Con il successo di tappa in cascina sale al quarto posto il buon Bazayev, con 2'46" dal connazionale, mentre la giornata di crisi ha investito il canadese dell'Orica Svein Tuft il quale, a causa del sestultimo posto di mercoledì, scivola al quinto posto nella generale a 2'54" dal leader. In coda, ma non è una novità, il britannico Chris Froome della Sky a 2h06'24".

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (KAS)

José Manuel Fuente, durante la prima stagione con la KAS, in corsa al Tour 1971 © bikeraceinfo.com

Una delle squadre spagnole più forti in assoluto, che hanno segnato un buon ventennio (nata nel 1958, scomparirà nel 1979) è senza dubbio la KAS. I ciclisti che la rappresentavano lo stereotipo del corridore ispanico di quegli anni, anche fisicamente: piccoli, leggeri e votati all'attacco sulle salite, lenti sul passo e spesso disastrosi in discesa. Il team era di Vitoria-Gasteiz, Paesi Baschi, e lo sponsor, la fabbrica di bibite, rimase sempre lo stesso (mutò invece più volte il secondo sponsor). Nel suo primo anno, il '58, sotto la direzione di Luis Goicoechea giunge subito la vittoria della Vuelta a España con Fausto Iza. L'anno dopo arriva Federico Martín Bahamontes, Campione di Spagna nel '58 e vincitore della classifica di miglior scalatore a Tour e Vuelta. L'Aquila di Toledo proprio in quel 1959 diverrà il primo spagnolo a vincere il Tour de France, che si correva per selezioni nazionali. Tra il 1960, anno in cui Bahamontes lascia la KAS, e il 1962 Antonio Karmany vinse per tre volte la classifica scalatori della Vuelta, così come Julio Jimenez (nel 1964 e nel 1965). Nel 1966 la KAS domina la Vuelta occupando l'intero podio con Francisco Gabica, Eusebio Vélez e Carlos Echeverría, vincendo sei delle diciotto tappe e la classifica degli scalatori (con Gregorio San Miguel). Nel 1971 viene acquistato José Manuel Fuente. In cinque anni alla KAS Fuente vinse quattro volte la classifica scalatori al Giro d'Italia, oltre a nove tappe e al secondo posto generale nel 1972, dietro a Merckx. Sue due edizioni della Vuelta, nel '72 e nel '74, mentre al Tour de France giunse una volta terzo, nel '73. Nel 1975 cambia aria ma il '76 porta ancora una Vuelta a España alla KAS, stavolta con José Pesarrodona. Nel 1979 arriva il nuovo ds Robert Lelangue e la squadra diventa belga. Belgi anche numerosi ciclisti di quella stagione, su tutti Lucien Van Impe, che portò a casa una tappa al Tour. A fine anno l'azienda di bibite ritirò la sponsorizzazione e la squadra si sciolse. Tornerà nel 1985 come co-sponsor della francese Skil-Sem, diretta da Jean de Gribaldy. Nel 1986 KAS diventò sponsor principale della squadra, con Sean Kelly che vinse Sanremo, Parigi-Nizza, Roubaix, il Giro dei Paesi Baschi e chiuse la Vuelta al 3° posto. Nel gennaio 1987, dopo che Jean de Gribaldy perse la vita in un incidente d'auto, la KAS tornò spagnola. Kelly corse la Vuelta ma fu costretto al ritiro; la vincerà nel 1988. Questo è l'anno del ritiro definitivo della KAS dal ciclismo, anche se ci sarà qualche apparizione nel ciclocross nel 1980, nel 1993 e nel '94.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (KAS)

José Manuel Fuente, durante la prima stagione con la KAS, in corsa al Tour 1971 © bikeraceinfo.com

Una delle squadre spagnole più forti in assoluto, che hanno segnato un buon ventennio (nata nel 1958, scomparirà nel 1979) è senza dubbio la KAS. I ciclisti che la rappresentavano lo stereotipo del corridore ispanico di quegli anni, anche fisicamente: piccoli, leggeri e votati all'attacco sulle salite, lenti sul passo e spesso disastrosi in discesa. Il team era di Vitoria-Gasteiz, Paesi Baschi, e lo sponsor, la fabbrica di bibite, rimase sempre lo stesso (mutò invece più volte il secondo sponsor). Nel suo primo anno, il '58, sotto la direzione di Luis Goicoechea giunge subito la vittoria della Vuelta a España con Fausto Iza. L'anno dopo arriva Federico Martín Bahamontes, Campione di Spagna nel '58 e vincitore della classifica di miglior scalatore a Tour e Vuelta. L'Aquila di Toledo proprio in quel 1959 diverrà il primo spagnolo a vincere il Tour de France, che si correva per selezioni nazionali. Tra il 1960, anno in cui Bahamontes lascia la KAS, e il 1962 Antonio Karmany vinse per tre volte la classifica scalatori della Vuelta, così come Julio Jimenez (nel 1964 e nel 1965). Nel 1966 la KAS domina la Vuelta occupando l'intero podio con Francisco Gabica, Eusebio Vélez e Carlos Echeverría, vincendo sei delle diciotto tappe e la classifica degli scalatori (con Gregorio San Miguel). Nel 1971 viene acquistato José Manuel Fuente. In cinque anni alla KAS Fuente vinse quattro volte la classifica scalatori al Giro d'Italia, oltre a nove tappe e al secondo posto generale nel 1972, dietro a Merckx. Sue due edizioni della Vuelta, nel '72 e nel '74, mentre al Tour de France giunse una volta terzo, nel '73. Nel 1975 cambia aria ma il '76 porta ancora una Vuelta a España alla KAS, stavolta con José Pesarrodona. Nel 1979 arriva il nuovo ds Robert Lelangue e la squadra diventa belga. Belgi anche numerosi ciclisti di quella stagione, su tutti Lucien Van Impe, che portò a casa una tappa al Tour. A fine anno l'azienda di bibite ritirò la sponsorizzazione e la squadra si sciolse. Tornerà nel 1985 come co-sponsor della francese Skil-Sem, diretta da Jean de Gribaldy. Nel 1986 KAS diventò sponsor principale della squadra, con Sean Kelly che vinse Sanremo, Parigi-Nizza, Roubaix, il Giro dei Paesi Baschi e chiuse la Vuelta al 3° posto. Nel gennaio 1987, dopo che Jean de Gribaldy perse la vita in un incidente d'auto, la KAS tornò spagnola. Kelly corse la Vuelta ma fu costretto al ritiro; la vincerà nel 1988. Questo è l'anno del ritiro definitivo della KAS dal ciclismo, anche se ci sarà qualche apparizione nel ciclocross nel 1980, nel 1993 e nel '94.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Assan BazayevNon accenna a terminare il dominio kazako al Tour de France: la vittoria nella cronometro di Mont-Saint-Michel è andata ad Assan Bazayev, ovviamente esponente del team Astana. Il trentaduenne di Almaty, col suo rendimento spaventosamente costante ha preceduto di 32" lo spagnolo della Sky David López García, protagonista un po' a sorpresa col podio di tappa. Al terzo posto è giunto l'olandese della Belkin Tom Leezer, staccato di 37", al quarto il velocista spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato, lontano 1'08", il quale ha a sua volta preceduto il francese Jonathan Hivert della Sojasun, arrivato con lo stesso tempo. Ultimo il tedesco dell'Omega Pharma Tony Martin, abituato ad occupare simili posizioni nelle prove contro il tempo, che ha terminato a 7'21" dal vincitore. In testa alla classifica generale sempre il kazako Dmitriy Muravyev dell'Astana che inizia realmente a pensare a come mantenere ed incrementare il vantaggio nelle tappe che mancano. Risale in seconda posizione, dopo il passaggio a vuoto di martedì, l'olandese dell'Argos Tom Veelers che guadagna terreno sulla vetta, da cui dista solamente 2'14". Avanza di due posti, entrando finalmente sul podio parziale, il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans che ora si trova a 2'42". Con il successo di tappa in cascina sale al quarto posto il buon Bazayev, con 2'46" dal connazionale, mentre la giornata di crisi ha investito il canadese dell'Orica Svein Tuft il quale, a causa del sestultimo posto di mercoledì, scivola al quinto posto nella generale a 2'54" dal leader. In coda, ma non è una novità, il britannico Chris Froome della Sky a 2h06'24".

Alberto Vigonesi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2013 - 12a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 12a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 12a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 12a tappa
Rassegna TourNotes 2013 - 12a tappa

La classifica al contrario

Assan BazayevNon accenna a terminare il dominio kazako al Tour de France: la vittoria nella cronometro di Mont-Saint-Michel è andata ad Assan Bazayev, ovviamente esponente del team Astana. Il trentaduenne di Almaty, col suo rendimento spaventosamente costante ha preceduto di 32" lo spagnolo della Sky David López García, protagonista un po' a sorpresa col podio di tappa. Al terzo posto è giunto l'olandese della Belkin Tom Leezer, staccato di 37", al quarto il velocista spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato, lontano 1'08", il quale ha a sua volta preceduto il francese Jonathan Hivert della Sojasun, arrivato con lo stesso tempo. Ultimo il tedesco dell'Omega Pharma Tony Martin, abituato ad occupare simili posizioni nelle prove contro il tempo, che ha terminato a 7'21" dal vincitore. In testa alla classifica generale sempre il kazako Dmitriy Muravyev dell'Astana che inizia realmente a pensare a come mantenere ed incrementare il vantaggio nelle tappe che mancano. Risale in seconda posizione, dopo il passaggio a vuoto di martedì, l'olandese dell'Argos Tom Veelers che guadagna terreno sulla vetta, da cui dista solamente 2'14". Avanza di due posti, entrando finalmente sul podio parziale, il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans che ora si trova a 2'42". Con il successo di tappa in cascina sale al quarto posto il buon Bazayev, con 2'46" dal connazionale, mentre la giornata di crisi ha investito il canadese dell'Orica Svein Tuft il quale, a causa del sestultimo posto di mercoledì, scivola al quinto posto nella generale a 2'54" dal leader. In coda, ma non è una novità, il britannico Chris Froome della Sky a 2h06'24".

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (KAS)

José Manuel Fuente, durante la prima stagione con la KAS, in corsa al Tour 1971 © bikeraceinfo.com

Una delle squadre spagnole più forti in assoluto, che hanno segnato un buon ventennio (nata nel 1958, scomparirà nel 1979) è senza dubbio la KAS. I ciclisti che la rappresentavano lo stereotipo del corridore ispanico di quegli anni, anche fisicamente: piccoli, leggeri e votati all'attacco sulle salite, lenti sul passo e spesso disastrosi in discesa. Il team era di Vitoria-Gasteiz, Paesi Baschi, e lo sponsor, la fabbrica di bibite, rimase sempre lo stesso (mutò invece più volte il secondo sponsor). Nel suo primo anno, il '58, sotto la direzione di Luis Goicoechea giunge subito la vittoria della Vuelta a España con Fausto Iza. L'anno dopo arriva Federico Martín Bahamontes, Campione di Spagna nel '58 e vincitore della classifica di miglior scalatore a Tour e Vuelta. L'Aquila di Toledo proprio in quel 1959 diverrà il primo spagnolo a vincere il Tour de France, che si correva per selezioni nazionali. Tra il 1960, anno in cui Bahamontes lascia la KAS, e il 1962 Antonio Karmany vinse per tre volte la classifica scalatori della Vuelta, così come Julio Jimenez (nel 1964 e nel 1965). Nel 1966 la KAS domina la Vuelta occupando l'intero podio con Francisco Gabica, Eusebio Vélez e Carlos Echeverría, vincendo sei delle diciotto tappe e la classifica degli scalatori (con Gregorio San Miguel). Nel 1971 viene acquistato José Manuel Fuente. In cinque anni alla KAS Fuente vinse quattro volte la classifica scalatori al Giro d'Italia, oltre a nove tappe e al secondo posto generale nel 1972, dietro a Merckx. Sue due edizioni della Vuelta, nel '72 e nel '74, mentre al Tour de France giunse una volta terzo, nel '73. Nel 1975 cambia aria ma il '76 porta ancora una Vuelta a España alla KAS, stavolta con José Pesarrodona. Nel 1979 arriva il nuovo ds Robert Lelangue e la squadra diventa belga. Belgi anche numerosi ciclisti di quella stagione, su tutti Lucien Van Impe, che portò a casa una tappa al Tour. A fine anno l'azienda di bibite ritirò la sponsorizzazione e la squadra si sciolse. Tornerà nel 1985 come co-sponsor della francese Skil-Sem, diretta da Jean de Gribaldy. Nel 1986 KAS diventò sponsor principale della squadra, con Sean Kelly che vinse Sanremo, Parigi-Nizza, Roubaix, il Giro dei Paesi Baschi e chiuse la Vuelta al 3° posto. Nel gennaio 1987, dopo che Jean de Gribaldy perse la vita in un incidente d'auto, la KAS tornò spagnola. Kelly corse la Vuelta ma fu costretto al ritiro; la vincerà nel 1988. Questo è l'anno del ritiro definitivo della KAS dal ciclismo, anche se ci sarà qualche apparizione nel ciclocross nel 1980, nel 1993 e nel '94.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (KAS)

José Manuel Fuente, durante la prima stagione con la KAS, in corsa al Tour 1971 © bikeraceinfo.com

Una delle squadre spagnole più forti in assoluto, che hanno segnato un buon ventennio (nata nel 1958, scomparirà nel 1979) è senza dubbio la KAS. I ciclisti che la rappresentavano lo stereotipo del corridore ispanico di quegli anni, anche fisicamente: piccoli, leggeri e votati all'attacco sulle salite, lenti sul passo e spesso disastrosi in discesa. Il team era di Vitoria-Gasteiz, Paesi Baschi, e lo sponsor, la fabbrica di bibite, rimase sempre lo stesso (mutò invece più volte il secondo sponsor). Nel suo primo anno, il '58, sotto la direzione di Luis Goicoechea giunge subito la vittoria della Vuelta a España con Fausto Iza. L'anno dopo arriva Federico Martín Bahamontes, Campione di Spagna nel '58 e vincitore della classifica di miglior scalatore a Tour e Vuelta. L'Aquila di Toledo proprio in quel 1959 diverrà il primo spagnolo a vincere il Tour de France, che si correva per selezioni nazionali. Tra il 1960, anno in cui Bahamontes lascia la KAS, e il 1962 Antonio Karmany vinse per tre volte la classifica scalatori della Vuelta, così come Julio Jimenez (nel 1964 e nel 1965). Nel 1966 la KAS domina la Vuelta occupando l'intero podio con Francisco Gabica, Eusebio Vélez e Carlos Echeverría, vincendo sei delle diciotto tappe e la classifica degli scalatori (con Gregorio San Miguel). Nel 1971 viene acquistato José Manuel Fuente. In cinque anni alla KAS Fuente vinse quattro volte la classifica scalatori al Giro d'Italia, oltre a nove tappe e al secondo posto generale nel 1972, dietro a Merckx. Sue due edizioni della Vuelta, nel '72 e nel '74, mentre al Tour de France giunse una volta terzo, nel '73. Nel 1975 cambia aria ma il '76 porta ancora una Vuelta a España alla KAS, stavolta con José Pesarrodona. Nel 1979 arriva il nuovo ds Robert Lelangue e la squadra diventa belga. Belgi anche numerosi ciclisti di quella stagione, su tutti Lucien Van Impe, che portò a casa una tappa al Tour. A fine anno l'azienda di bibite ritirò la sponsorizzazione e la squadra si sciolse. Tornerà nel 1985 come co-sponsor della francese Skil-Sem, diretta da Jean de Gribaldy. Nel 1986 KAS diventò sponsor principale della squadra, con Sean Kelly che vinse Sanremo, Parigi-Nizza, Roubaix, il Giro dei Paesi Baschi e chiuse la Vuelta al 3° posto. Nel gennaio 1987, dopo che Jean de Gribaldy perse la vita in un incidente d'auto, la KAS tornò spagnola. Kelly corse la Vuelta ma fu costretto al ritiro; la vincerà nel 1988. Questo è l'anno del ritiro definitivo della KAS dal ciclismo, anche se ci sarà qualche apparizione nel ciclocross nel 1980, nel 1993 e nel '94.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Assan BazayevNon accenna a terminare il dominio kazako al Tour de France: la vittoria nella cronometro di Mont-Saint-Michel è andata ad Assan Bazayev, ovviamente esponente del team Astana. Il trentaduenne di Almaty, col suo rendimento spaventosamente costante ha preceduto di 32" lo spagnolo della Sky David López García, protagonista un po' a sorpresa col podio di tappa. Al terzo posto è giunto l'olandese della Belkin Tom Leezer, staccato di 37", al quarto il velocista spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato, lontano 1'08", il quale ha a sua volta preceduto il francese Jonathan Hivert della Sojasun, arrivato con lo stesso tempo. Ultimo il tedesco dell'Omega Pharma Tony Martin, abituato ad occupare simili posizioni nelle prove contro il tempo, che ha terminato a 7'21" dal vincitore. In testa alla classifica generale sempre il kazako Dmitriy Muravyev dell'Astana che inizia realmente a pensare a come mantenere ed incrementare il vantaggio nelle tappe che mancano. Risale in seconda posizione, dopo il passaggio a vuoto di martedì, l'olandese dell'Argos Tom Veelers che guadagna terreno sulla vetta, da cui dista solamente 2'14". Avanza di due posti, entrando finalmente sul podio parziale, il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans che ora si trova a 2'42". Con il successo di tappa in cascina sale al quarto posto il buon Bazayev, con 2'46" dal connazionale, mentre la giornata di crisi ha investito il canadese dell'Orica Svein Tuft il quale, a causa del sestultimo posto di mercoledì, scivola al quinto posto nella generale a 2'54" dal leader. In coda, ma non è una novità, il britannico Chris Froome della Sky a 2h06'24".

Alberto Vigonesi

100% Grandi Squadre (KAS)

José Manuel Fuente, durante la prima stagione con la KAS, in corsa al Tour 1971 © bikeraceinfo.com

Una delle squadre spagnole più forti in assoluto, che hanno segnato un buon ventennio (nata nel 1958, scomparirà nel 1979) è senza dubbio la KAS. I ciclisti che la rappresentavano lo stereotipo del corridore ispanico di quegli anni, anche fisicamente: piccoli, leggeri e votati all'attacco sulle salite, lenti sul passo e spesso disastrosi in discesa. Il team era di Vitoria-Gasteiz, Paesi Baschi, e lo sponsor, la fabbrica di bibite, rimase sempre lo stesso (mutò invece più volte il secondo sponsor). Nel suo primo anno, il '58, sotto la direzione di Luis Goicoechea giunge subito la vittoria della Vuelta a España con Fausto Iza. L'anno dopo arriva Federico Martín Bahamontes, Campione di Spagna nel '58 e vincitore della classifica di miglior scalatore a Tour e Vuelta. L'Aquila di Toledo proprio in quel 1959 diverrà il primo spagnolo a vincere il Tour de France, che si correva per selezioni nazionali. Tra il 1960, anno in cui Bahamontes lascia la KAS, e il 1962 Antonio Karmany vinse per tre volte la classifica scalatori della Vuelta, così come Julio Jimenez (nel 1964 e nel 1965). Nel 1966 la KAS domina la Vuelta occupando l'intero podio con Francisco Gabica, Eusebio Vélez e Carlos Echeverría, vincendo sei delle diciotto tappe e la classifica degli scalatori (con Gregorio San Miguel). Nel 1971 viene acquistato José Manuel Fuente. In cinque anni alla KAS Fuente vinse quattro volte la classifica scalatori al Giro d'Italia, oltre a nove tappe e al secondo posto generale nel 1972, dietro a Merckx. Sue due edizioni della Vuelta, nel '72 e nel '74, mentre al Tour de France giunse una volta terzo, nel '73. Nel 1975 cambia aria ma il '76 porta ancora una Vuelta a España alla KAS, stavolta con José Pesarrodona. Nel 1979 arriva il nuovo ds Robert Lelangue e la squadra diventa belga. Belgi anche numerosi ciclisti di quella stagione, su tutti Lucien Van Impe, che portò a casa una tappa al Tour. A fine anno l'azienda di bibite ritirò la sponsorizzazione e la squadra si sciolse. Tornerà nel 1985 come co-sponsor della francese Skil-Sem, diretta da Jean de Gribaldy. Nel 1986 KAS diventò sponsor principale della squadra, con Sean Kelly che vinse Sanremo, Parigi-Nizza, Roubaix, il Giro dei Paesi Baschi e chiuse la Vuelta al 3° posto. Nel gennaio 1987, dopo che Jean de Gribaldy perse la vita in un incidente d'auto, la KAS tornò spagnola. Kelly corse la Vuelta ma fu costretto al ritiro; la vincerà nel 1988. Questo è l'anno del ritiro definitivo della KAS dal ciclismo, anche se ci sarà qualche apparizione nel ciclocross nel 1980, nel 1993 e nel '94.

Francesco Sulas

100% Grandi Squadre (KAS)

José Manuel Fuente, durante la prima stagione con la KAS, in corsa al Tour 1971 © bikeraceinfo.com

Una delle squadre spagnole più forti in assoluto, che hanno segnato un buon ventennio (nata nel 1958, scomparirà nel 1979) è senza dubbio la KAS. I ciclisti che la rappresentavano lo stereotipo del corridore ispanico di quegli anni, anche fisicamente: piccoli, leggeri e votati all'attacco sulle salite, lenti sul passo e spesso disastrosi in discesa. Il team era di Vitoria-Gasteiz, Paesi Baschi, e lo sponsor, la fabbrica di bibite, rimase sempre lo stesso (mutò invece più volte il secondo sponsor). Nel suo primo anno, il '58, sotto la direzione di Luis Goicoechea giunge subito la vittoria della Vuelta a España con Fausto Iza. L'anno dopo arriva Federico Martín Bahamontes, Campione di Spagna nel '58 e vincitore della classifica di miglior scalatore a Tour e Vuelta. L'Aquila di Toledo proprio in quel 1959 diverrà il primo spagnolo a vincere il Tour de France, che si correva per selezioni nazionali. Tra il 1960, anno in cui Bahamontes lascia la KAS, e il 1962 Antonio Karmany vinse per tre volte la classifica scalatori della Vuelta, così come Julio Jimenez (nel 1964 e nel 1965). Nel 1966 la KAS domina la Vuelta occupando l'intero podio con Francisco Gabica, Eusebio Vélez e Carlos Echeverría, vincendo sei delle diciotto tappe e la classifica degli scalatori (con Gregorio San Miguel). Nel 1971 viene acquistato José Manuel Fuente. In cinque anni alla KAS Fuente vinse quattro volte la classifica scalatori al Giro d'Italia, oltre a nove tappe e al secondo posto generale nel 1972, dietro a Merckx. Sue due edizioni della Vuelta, nel '72 e nel '74, mentre al Tour de France giunse una volta terzo, nel '73. Nel 1975 cambia aria ma il '76 porta ancora una Vuelta a España alla KAS, stavolta con José Pesarrodona. Nel 1979 arriva il nuovo ds Robert Lelangue e la squadra diventa belga. Belgi anche numerosi ciclisti di quella stagione, su tutti Lucien Van Impe, che portò a casa una tappa al Tour. A fine anno l'azienda di bibite ritirò la sponsorizzazione e la squadra si sciolse. Tornerà nel 1985 come co-sponsor della francese Skil-Sem, diretta da Jean de Gribaldy. Nel 1986 KAS diventò sponsor principale della squadra, con Sean Kelly che vinse Sanremo, Parigi-Nizza, Roubaix, il Giro dei Paesi Baschi e chiuse la Vuelta al 3° posto. Nel gennaio 1987, dopo che Jean de Gribaldy perse la vita in un incidente d'auto, la KAS tornò spagnola. Kelly corse la Vuelta ma fu costretto al ritiro; la vincerà nel 1988. Questo è l'anno del ritiro definitivo della KAS dal ciclismo, anche se ci sarà qualche apparizione nel ciclocross nel 1980, nel 1993 e nel '94.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Assan BazayevNon accenna a terminare il dominio kazako al Tour de France: la vittoria nella cronometro di Mont-Saint-Michel è andata ad Assan Bazayev, ovviamente esponente del team Astana. Il trentaduenne di Almaty, col suo rendimento spaventosamente costante ha preceduto di 32" lo spagnolo della Sky David López García, protagonista un po' a sorpresa col podio di tappa. Al terzo posto è giunto l'olandese della Belkin Tom Leezer, staccato di 37", al quarto il velocista spagnolo dell'Euskaltel Juan José Lobato, lontano 1'08", il quale ha a sua volta preceduto il francese Jonathan Hivert della Sojasun, arrivato con lo stesso tempo. Ultimo il tedesco dell'Omega Pharma Tony Martin, abituato ad occupare simili posizioni nelle prove contro il tempo, che ha terminato a 7'21" dal vincitore. In testa alla classifica generale sempre il kazako Dmitriy Muravyev dell'Astana che inizia realmente a pensare a come mantenere ed incrementare il vantaggio nelle tappe che mancano. Risale in seconda posizione, dopo il passaggio a vuoto di martedì, l'olandese dell'Argos Tom Veelers che guadagna terreno sulla vetta, da cui dista solamente 2'14". Avanza di due posti, entrando finalmente sul podio parziale, il belga della Vacansoleil Kris Boeckmans che ora si trova a 2'42". Con il successo di tappa in cascina sale al quarto posto il buon Bazayev, con 2'46" dal connazionale, mentre la giornata di crisi ha investito il canadese dell'Orica Svein Tuft il quale, a causa del sestultimo posto di mercoledì, scivola al quinto posto nella generale a 2'54" dal leader. In coda, ma non è una novità, il britannico Chris Froome della Sky a 2h06'24".

Alberto Vigonesi

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