Il Portale del Ciclismo professionistico

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Si chiude la tre giorni belga, col gruppo che punta decisamente a ovest verso la Francia, attraverso una tappa decisamente da prima settimana di Tour. Oltre 200 km (lungo tutto il Brabante) per una volata certa, visto che strada facendo ci sarà giusto spazio per una bella escursione sulla Citadelle de Namûr, ma una volta superata la rampa in questione (posta al km 82), solo al km 144 (subito prima di Braine-Le-Comte) ci sarà un altro strappetto visibile in altimetria. Dopodiché di gran carriera si volerà verso Tournai, paesone a due passi da Roubaix che verrà circumnavigato da nord (per gli ultimi 3 km della tappa) sugli ampi viali della circonvallazione cittadina. Un finale da grandi velocità, senza curve secche ma con dolci svolte verso sinistra: occhio soprattutto a un'ampia rotonda ai 1700 metri. Ce ne sarà anche una (più ridotta) all'ultimo chilometro, prima del rettilineo finale di 600 metri.

Prima volata e quindi anche nelle quote di PaddyPower sono gli sprinter puri a rubare la scena: il numero uno è ovviamente Mark Cavendish che viene dato a 2.35, favorito sì, ma un pochino meno rispetto ad altre volte in cui riusciva a scendere anche sotto al 2. Il campo partenti di massimo livello e le difficoltà che il campione del mondo ha mostrato nell'ultima corsa prima del Tour tengono il pronostico molto più aperto: tra Kittel (5.90), Greipel (6), Sagan (8.50) e Goss (9.50) c'è imbarazzo della scelta per l'alternativa al britannico. Tra colore che PaddyPower mette in seconda o terza fila i più interessanti sono Mark Renshaw e Alessandra Petacchi, pagati rispettivamente a 24 e 35 volte la posta: riuscisse il colpaccio non sarebbe affatto male.

Visè

Visè si trova in una posizione strategica: è l'unica città francofona situata al confine coi Paesi Bassi, direzione Maastricht. Nel basso medioevo ha goduto per questo motivo di una certa importanza economica. Visè è anche detta "la città dell'oca" perchè il suo piatto tipico è l'oca cucinata con verdure e ricoperta di salsa di cipolla. La città mantiene un forte legame con la sua tradizione medievale: famoso è il suo coro gotico, il Perron, e le sue compagnie armate (una di balestrieri e due di archibugi) che ancora oggi sfilano annualmente per le strade della città. Spicca anche il municipio del settecento con una guglia alta trenta metri, salvo nonostante gli orrori della Prima Guerra Mondiale: i tedeschi, nell'agosto del 1914, rasero al suolo mezza città.

Tournai

I ciclofili più esperti non potranno non associare Tournai all'autunnale Binche-Tournai-Binche, una delle classiche dalla storia più travagliata che esista. A dispetto dei suoi 101 anni d'età, la corsa ha vissuto solo 24 edizioni, la prima nel 1911. Disputata a singhiozzo fino al 1930, cadde nel dimenticatoio per più di 50 anni, per poi riaffiorare nel 1984 con vittoria di Benny Van Brabant. È a cavallo tra gli anni '80 e '90 che la corsa vive il suo momento storico più importante, con i successi di Adrie Van Der Poel (1985), la doppietta di Nijdam (1990-1995) e infine la vittoria di un giovane Frank Vanderbroucke (1996). Quella del successo dello sfortunato campione belga fu anche l'ultima edizione fino al 2010, anno nel quale si decise di far resuscitare la corsa e di dedicarla proprio a Frank. Conseguirà il primo successo il nostro Elia Viviani, con quella che al momento può considerarsi la vittoria più spettacolare della sua carriera su strada (l'arrivo di Binche è su un tratto in pavè). Nel suo percorso attuale, la classica si limita a lambire Tournai senza attraversarla; nonostante ciò mantiene la forma del percorso e la nomenclatura originale.

Nicola Stufano
Visè

Visè si trova in una posizione strategica: è l'unica città francofona situata al confine coi Paesi Bassi, direzione Maastricht. Nel basso medioevo ha goduto per questo motivo di una certa importanza economica. Visè è anche detta "la città dell'oca" perchè il suo piatto tipico è l'oca cucinata con verdure e ricoperta di salsa di cipolla. La città mantiene un forte legame con la sua tradizione medievale: famoso è il suo coro gotico, il Perron, e le sue compagnie armate (una di balestrieri e due di archibugi) che ancora oggi sfilano annualmente per le strade della città. Spicca anche il municipio del settecento con una guglia alta trenta metri, salvo nonostante gli orrori della Prima Guerra Mondiale: i tedeschi, nell'agosto del 1914, rasero al suolo mezza città.

Tournai

I ciclofili più esperti non potranno non associare Tournai all'autunnale Binche-Tournai-Binche, una delle classiche dalla storia più travagliata che esista. A dispetto dei suoi 101 anni d'età, la corsa ha vissuto solo 24 edizioni, la prima nel 1911. Disputata a singhiozzo fino al 1930, cadde nel dimenticatoio per più di 50 anni, per poi riaffiorare nel 1984 con vittoria di Benny Van Brabant. È a cavallo tra gli anni '80 e '90 che la corsa vive il suo momento storico più importante, con i successi di Adrie Van Der Poel (1985), la doppietta di Nijdam (1990-1995) e infine la vittoria di un giovane Frank Vanderbroucke (1996). Quella del successo dello sfortunato campione belga fu anche l'ultima edizione fino al 2010, anno nel quale si decise di far resuscitare la corsa e di dedicarla proprio a Frank. Conseguirà il primo successo il nostro Elia Viviani, con quella che al momento può considerarsi la vittoria più spettacolare della sua carriera su strada (l'arrivo di Binche è su un tratto in pavè). Nel suo percorso attuale, la classica si limita a lambire Tournai senza attraversarla; nonostante ciò mantiene la forma del percorso e la nomenclatura originale.

Visè

Visè si trova in una posizione strategica: è l'unica città francofona situata al confine coi Paesi Bassi, direzione Maastricht. Nel basso medioevo ha goduto per questo motivo di una certa importanza economica. Visè è anche detta "la città dell'oca" perchè il suo piatto tipico è l'oca cucinata con verdure e ricoperta di salsa di cipolla. La città mantiene un forte legame con la sua tradizione medievale: famoso è il suo coro gotico, il Perron, e le sue compagnie armate (una di balestrieri e due di archibugi) che ancora oggi sfilano annualmente per le strade della città. Spicca anche il municipio del settecento con una guglia alta trenta metri, salvo nonostante gli orrori della Prima Guerra Mondiale: i tedeschi, nell'agosto del 1914, rasero al suolo mezza città.

Tournai

I ciclofili più esperti non potranno non associare Tournai all'autunnale Binche-Tournai-Binche, una delle classiche dalla storia più travagliata che esista. A dispetto dei suoi 101 anni d'età, la corsa ha vissuto solo 24 edizioni, la prima nel 1911. Disputata a singhiozzo fino al 1930, cadde nel dimenticatoio per più di 50 anni, per poi riaffiorare nel 1984 con vittoria di Benny Van Brabant. È a cavallo tra gli anni '80 e '90 che la corsa vive il suo momento storico più importante, con i successi di Adrie Van Der Poel (1985), la doppietta di Nijdam (1990-1995) e infine la vittoria di un giovane Frank Vanderbroucke (1996). Quella del successo dello sfortunato campione belga fu anche l'ultima edizione fino al 2010, anno nel quale si decise di far resuscitare la corsa e di dedicarla proprio a Frank. Conseguirà il primo successo il nostro Elia Viviani, con quella che al momento può considerarsi la vittoria più spettacolare della sua carriera su strada (l'arrivo di Binche è su un tratto in pavè). Nel suo percorso attuale, la classica si limita a lambire Tournai senza attraversarla; nonostante ciò mantiene la forma del percorso e la nomenclatura originale.

Visè

Visè si trova in una posizione strategica: è l'unica città francofona situata al confine coi Paesi Bassi, direzione Maastricht. Nel basso medioevo ha goduto per questo motivo di una certa importanza economica. Visè è anche detta "la città dell'oca" perchè il suo piatto tipico è l'oca cucinata con verdure e ricoperta di salsa di cipolla. La città mantiene un forte legame con la sua tradizione medievale: famoso è il suo coro gotico, il Perron, e le sue compagnie armate (una di balestrieri e due di archibugi) che ancora oggi sfilano annualmente per le strade della città. Spicca anche il municipio del settecento con una guglia alta trenta metri, salvo nonostante gli orrori della Prima Guerra Mondiale: i tedeschi, nell'agosto del 1914, rasero al suolo mezza città.

Tournai

I ciclofili più esperti non potranno non associare Tournai all'autunnale Binche-Tournai-Binche, una delle classiche dalla storia più travagliata che esista. A dispetto dei suoi 101 anni d'età, la corsa ha vissuto solo 24 edizioni, la prima nel 1911. Disputata a singhiozzo fino al 1930, cadde nel dimenticatoio per più di 50 anni, per poi riaffiorare nel 1984 con vittoria di Benny Van Brabant. È a cavallo tra gli anni '80 e '90 che la corsa vive il suo momento storico più importante, con i successi di Adrie Van Der Poel (1985), la doppietta di Nijdam (1990-1995) e infine la vittoria di un giovane Frank Vanderbroucke (1996). Quella del successo dello sfortunato campione belga fu anche l'ultima edizione fino al 2010, anno nel quale si decise di far resuscitare la corsa e di dedicarla proprio a Frank. Conseguirà il primo successo il nostro Elia Viviani, con quella che al momento può considerarsi la vittoria più spettacolare della sua carriera su strada (l'arrivo di Binche è su un tratto in pavè). Nel suo percorso attuale, la classica si limita a lambire Tournai senza attraversarla; nonostante ciò mantiene la forma del percorso e la nomenclatura originale.

Visè

Visè si trova in una posizione strategica: è l'unica città francofona situata al confine coi Paesi Bassi, direzione Maastricht. Nel basso medioevo ha goduto per questo motivo di una certa importanza economica. Visè è anche detta "la città dell'oca" perchè il suo piatto tipico è l'oca cucinata con verdure e ricoperta di salsa di cipolla. La città mantiene un forte legame con la sua tradizione medievale: famoso è il suo coro gotico, il Perron, e le sue compagnie armate (una di balestrieri e due di archibugi) che ancora oggi sfilano annualmente per le strade della città. Spicca anche il municipio del settecento con una guglia alta trenta metri, salvo nonostante gli orrori della Prima Guerra Mondiale: i tedeschi, nell'agosto del 1914, rasero al suolo mezza città.

Tournai

I ciclofili più esperti non potranno non associare Tournai all'autunnale Binche-Tournai-Binche, una delle classiche dalla storia più travagliata che esista. A dispetto dei suoi 101 anni d'età, la corsa ha vissuto solo 24 edizioni, la prima nel 1911. Disputata a singhiozzo fino al 1930, cadde nel dimenticatoio per più di 50 anni, per poi riaffiorare nel 1984 con vittoria di Benny Van Brabant. È a cavallo tra gli anni '80 e '90 che la corsa vive il suo momento storico più importante, con i successi di Adrie Van Der Poel (1985), la doppietta di Nijdam (1990-1995) e infine la vittoria di un giovane Frank Vanderbroucke (1996). Quella del successo dello sfortunato campione belga fu anche l'ultima edizione fino al 2010, anno nel quale si decise di far resuscitare la corsa e di dedicarla proprio a Frank. Conseguirà il primo successo il nostro Elia Viviani, con quella che al momento può considerarsi la vittoria più spettacolare della sua carriera su strada (l'arrivo di Binche è su un tratto in pavè). Nel suo percorso attuale, la classica si limita a lambire Tournai senza attraversarla; nonostante ciò mantiene la forma del percorso e la nomenclatura originale.

Visè

Visè si trova in una posizione strategica: è l'unica città francofona situata al confine coi Paesi Bassi, direzione Maastricht. Nel basso medioevo ha goduto per questo motivo di una certa importanza economica. Visè è anche detta "la città dell'oca" perchè il suo piatto tipico è l'oca cucinata con verdure e ricoperta di salsa di cipolla. La città mantiene un forte legame con la sua tradizione medievale: famoso è il suo coro gotico, il Perron, e le sue compagnie armate (una di balestrieri e due di archibugi) che ancora oggi sfilano annualmente per le strade della città. Spicca anche il municipio del settecento con una guglia alta trenta metri, salvo nonostante gli orrori della Prima Guerra Mondiale: i tedeschi, nell'agosto del 1914, rasero al suolo mezza città.

Tournai

I ciclofili più esperti non potranno non associare Tournai all'autunnale Binche-Tournai-Binche, una delle classiche dalla storia più travagliata che esista. A dispetto dei suoi 101 anni d'età, la corsa ha vissuto solo 24 edizioni, la prima nel 1911. Disputata a singhiozzo fino al 1930, cadde nel dimenticatoio per più di 50 anni, per poi riaffiorare nel 1984 con vittoria di Benny Van Brabant. È a cavallo tra gli anni '80 e '90 che la corsa vive il suo momento storico più importante, con i successi di Adrie Van Der Poel (1985), la doppietta di Nijdam (1990-1995) e infine la vittoria di un giovane Frank Vanderbroucke (1996). Quella del successo dello sfortunato campione belga fu anche l'ultima edizione fino al 2010, anno nel quale si decise di far resuscitare la corsa e di dedicarla proprio a Frank. Conseguirà il primo successo il nostro Elia Viviani, con quella che al momento può considerarsi la vittoria più spettacolare della sua carriera su strada (l'arrivo di Binche è su un tratto in pavè). Nel suo percorso attuale, la classica si limita a lambire Tournai senza attraversarla; nonostante ciò mantiene la forma del percorso e la nomenclatura originale.

Meteo

12.35 - Visé
14.30 - Namur
17.10 - Tournai

Soggetti Alternativi

A 30 anni già compiuti disputa per la prima volta una grande corsa a tappe, debuttando in questa edizione della Grande Boucle. Viene dall'Australia, di professione fa il velocista e prima di quest'annata si era ritagliato il suo spazio principalmente sulle strade statunitensi e del suo Paese, dove ha colto numerose vittorie (del resto aveva corso in piccole Continental dei due stati). La Saxo Bank ha notato le sue qualità e lo ha ingaggiato, venendo ripagata da alcuni piazzamenti (7° in una delle prove del Challenge di Maiorca) e da due vittorie, conquistate al Tour de Taiwan (in entrambi i casi ha saputo battere Roberto Ferrari). Al Tour il suo compito principale sarà quello di aiutare Juan Josè Haedo ma se ne avrà via libera potrà buttarsi anche lui nella mischia. E chissà che lì Jonathan non Cant...i very Well !

Vivian Ghianni

A 30 anni già compiuti disputa per la prima volta una grande corsa a tappe, debuttando in questa edizione della Grande Boucle. Viene dall'Australia, di professione fa il velocista e prima di quest'annata si era ritagliato il suo spazio principalmente sulle strade statunitensi e del suo Paese, dove ha colto numerose vittorie (del resto aveva corso in piccole Continental dei due stati). La Saxo Bank ha notato le sue qualità e lo ha ingaggiato, venendo ripagata da alcuni piazzamenti (7° in una delle prove del Challenge di Maiorca) e da due vittorie, conquistate al Tour de Taiwan (in entrambi i casi ha saputo battere Roberto Ferrari). Al Tour il suo compito principale sarà quello di aiutare Juan Josè Haedo ma se ne avrà via libera potrà buttarsi anche lui nella mischia. E chissà che lì Jonathan non Cant...i very Well !

A 30 anni già compiuti disputa per la prima volta una grande corsa a tappe, debuttando in questa edizione della Grande Boucle. Viene dall'Australia, di professione fa il velocista e prima di quest'annata si era ritagliato il suo spazio principalmente sulle strade statunitensi e del suo Paese, dove ha colto numerose vittorie (del resto aveva corso in piccole Continental dei due stati). La Saxo Bank ha notato le sue qualità e lo ha ingaggiato, venendo ripagata da alcuni piazzamenti (7° in una delle prove del Challenge di Maiorca) e da due vittorie, conquistate al Tour de Taiwan (in entrambi i casi ha saputo battere Roberto Ferrari). Al Tour il suo compito principale sarà quello di aiutare Juan Josè Haedo ma se ne avrà via libera potrà buttarsi anche lui nella mischia. E chissà che lì Jonathan non Cant...i very Well !

A 30 anni già compiuti disputa per la prima volta una grande corsa a tappe, debuttando in questa edizione della Grande Boucle. Viene dall'Australia, di professione fa il velocista e prima di quest'annata si era ritagliato il suo spazio principalmente sulle strade statunitensi e del suo Paese, dove ha colto numerose vittorie (del resto aveva corso in piccole Continental dei due stati). La Saxo Bank ha notato le sue qualità e lo ha ingaggiato, venendo ripagata da alcuni piazzamenti (7° in una delle prove del Challenge di Maiorca) e da due vittorie, conquistate al Tour de Taiwan (in entrambi i casi ha saputo battere Roberto Ferrari). Al Tour il suo compito principale sarà quello di aiutare Juan Josè Haedo ma se ne avrà via libera potrà buttarsi anche lui nella mischia. E chissà che lì Jonathan non Cant...i very Well !

A 30 anni già compiuti disputa per la prima volta una grande corsa a tappe, debuttando in questa edizione della Grande Boucle. Viene dall'Australia, di professione fa il velocista e prima di quest'annata si era ritagliato il suo spazio principalmente sulle strade statunitensi e del suo Paese, dove ha colto numerose vittorie (del resto aveva corso in piccole Continental dei due stati). La Saxo Bank ha notato le sue qualità e lo ha ingaggiato, venendo ripagata da alcuni piazzamenti (7° in una delle prove del Challenge di Maiorca) e da due vittorie, conquistate al Tour de Taiwan (in entrambi i casi ha saputo battere Roberto Ferrari). Al Tour il suo compito principale sarà quello di aiutare Juan Josè Haedo ma se ne avrà via libera potrà buttarsi anche lui nella mischia. E chissà che lì Jonathan non Cant...i very Well !

A 30 anni già compiuti disputa per la prima volta una grande corsa a tappe, debuttando in questa edizione della Grande Boucle. Viene dall'Australia, di professione fa il velocista e prima di quest'annata si era ritagliato il suo spazio principalmente sulle strade statunitensi e del suo Paese, dove ha colto numerose vittorie (del resto aveva corso in piccole Continental dei due stati). La Saxo Bank ha notato le sue qualità e lo ha ingaggiato, venendo ripagata da alcuni piazzamenti (7° in una delle prove del Challenge di Maiorca) e da due vittorie, conquistate al Tour de Taiwan (in entrambi i casi ha saputo battere Roberto Ferrari). Al Tour il suo compito principale sarà quello di aiutare Juan Josè Haedo ma se ne avrà via libera potrà buttarsi anche lui nella mischia. E chissà che lì Jonathan non Cant...i very Well !

TourTweet

@jejeroule44 (Jérôme Pineau): Confermo che io e il mio sfortunato amico Tony Martin ripartiremo oggi!!!

@Ivangutipal (Ivan Gutiérrez): Veder sollevare la coppa alla nazionale di calcio mi fa venire la pelle d'oca!! Quanto mi rallegro per la gente del nostro paese!! Merita delle gioie!!

@millarmind (David Millar): Ecco cosa è successo alla bici di @RobbieHunter. Per lui il dubbio onore della prima caduta del TdF '12. http://yfrog.com/g0lijhaj

@f_cancellara: Quando, come nel finale di oggi, in appena pochi secondi devi prendere una decisione, non è facile. Ho perso ma ho guadagnato fiducia. E ora #footballtime

@RobbieHunter: Se Tony Martin si è rotto qualcosa, ciò è veramente una cosa schifosa. Niente è peggio di una stupida caduta che ti rovina il TDF. #belgiumfillthefuckingcraterwehit!

@ivanbasso: Oggi il mondo ha visto un fenomeno. Peter Sagan, la forza di chi vince con semplicità. PS, la potenza di chi taglia il traguardo ridendo. IB

@maxmonfort: Fiero d'essere belga, fiero d'essere vallone! Che clima lungo tutto il percorso! Grazie a tutti per il vostro sostegno! #dayiwillneverforget

La maglia gialla virtuale

La volata di Tournai: Cavendish ha affiancato Petacchi ma non l'ha superatoLa seconda tappa in linea del Tour de France virtuale, così come reale, presentava un percorso totalmente pianeggiante con solo il gpm della Citadelle de Namur che non poteva fare paura a nessuno visto che era posto dopo circa 82 km di gara, a 125 dall'arrivo: una tappa non poteva sfuggire ai velocisti ed infatti il gruppo è arrivato compatto agli ultimi 250 metri, ma il vincitore non è stato quello che tutti si aspettavano.

Dopo una fuga partita già senza speranza, l'interesse è stato tutto nell'ultimo chilometro in cui la Garmin, in particolar modo Robert Hunter, ha fatto un grandissimo lavoro per lanciare la volata a Tyler Farrar. Ai 250 metri finale, però, il primo a muoversi è stato Alessandro Petacchi che, come già fatto diverse volte in passato sia al Giro che al Tour, ha scelto questa tattica per anticipare e mettere in difficoltà Mark Cavendish: e il campione del mondo ha dimostrato una volta di più di soffrire terribilmente questa strategia perché anche oggi il corridore della Sky è riuscito a mettersi in scia e ad affiancare il forte velocista spezzino ma alla fine è stato costretto ad arrendersi per questione di pochissimi centimetri.

In terza posizione s'è piazzato Tyler Farrar mentre Peter Sagan è arrivato quarto dopo aver impostato una volata di rimonta passando dal lato opposto della carreggiata rispetto ai primi due. Quinto è arrivato Kittel mentre Greipel e Goss, due annunciati protagonisti delle volate, sono arrivati solamente 11° e 17°. Nelle varie classifiche generali l'unica novità è rappresentata dal fatto che Peter Sagan è balzato in testa alla classifica a punti e quindi è diventato il padrone della maglia verde che oggi indossava solo perché Fabian Cancellara aveva già la gialla. Una piccola nota prima di chiudere, il lavoro realizzato dai ragazzi di PcCiclismo.net è stato così buono che i vincitori delle prime tappe sono stati proprio quelli reali, sarà così anche oggi?

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Guillaume LevarletSul traguardo di Seraing tutti si sarebbero aspettati Sagan, davvero deludente, ma in casa Saur-Sojasun le speranze erano (mal)riposte in Julien Simon, solo 11° all'arrivo. È sì arrivata una doppietta per la squadra francese ma non si pensi al buon Simon, stessero ad aspettare lui i transalpini farebbero notte. Fortunatamente c'è Guillaume Levarlet a tenere alta la bandiera di casa Saur. Era tra i papabili, è vero, ma nessuno si sarebbe aspettato che su una salitella come quella di Seraing desse ben 2'08" al compagno di squadra Jean-Marc Marino ed al belga della Lotto Belisol Francis De Greef. Un'azione solitaria e prepotente, quella di Levarlet, che sulla salita finale ha davvero fatto la differenza. Chissà cosa combinerà sulle Alpi, già ci si chiede. Grazie ad una performance cannibalesca il bel Guillaume balza anche in testa alla classifica, scalzando in quattro e quattr'otto Roy Curvers. Adesso ha già 1'58" sul compagno di squadra Jean-Marc Marino e 2'17" su De Greef. Julien Simon è comunque 10° in classifica generale a 2'46" da Levarlet. Resta da capire chi di questi tre Saur-Sojasun sia il vero capitano, anche se c'è da scommettere che Levarlet non cederà la maglia più ambita di tutto il circuito World Tour tanto facilmente.

Francesco Sulas

La maglia gialla virtuale

La volata di Tournai: Cavendish ha affiancato Petacchi ma non l'ha superatoLa seconda tappa in linea del Tour de France virtuale, così come reale, presentava un percorso totalmente pianeggiante con solo il gpm della Citadelle de Namur che non poteva fare paura a nessuno visto che era posto dopo circa 82 km di gara, a 125 dall'arrivo: una tappa non poteva sfuggire ai velocisti ed infatti il gruppo è arrivato compatto agli ultimi 250 metri, ma il vincitore non è stato quello che tutti si aspettavano.

Dopo una fuga partita già senza speranza, l'interesse è stato tutto nell'ultimo chilometro in cui la Garmin, in particolar modo Robert Hunter, ha fatto un grandissimo lavoro per lanciare la volata a Tyler Farrar. Ai 250 metri finale, però, il primo a muoversi è stato Alessandro Petacchi che, come già fatto diverse volte in passato sia al Giro che al Tour, ha scelto questa tattica per anticipare e mettere in difficoltà Mark Cavendish: e il campione del mondo ha dimostrato una volta di più di soffrire terribilmente questa strategia perché anche oggi il corridore della Sky è riuscito a mettersi in scia e ad affiancare il forte velocista spezzino ma alla fine è stato costretto ad arrendersi per questione di pochissimi centimetri.

In terza posizione s'è piazzato Tyler Farrar mentre Peter Sagan è arrivato quarto dopo aver impostato una volata di rimonta passando dal lato opposto della carreggiata rispetto ai primi due. Quinto è arrivato Kittel mentre Greipel e Goss, due annunciati protagonisti delle volate, sono arrivati solamente 11° e 17°. Nelle varie classifiche generali l'unica novità è rappresentata dal fatto che Peter Sagan è balzato in testa alla classifica a punti e quindi è diventato il padrone della maglia verde che oggi indossava solo perché Fabian Cancellara aveva già la gialla. Una piccola nota prima di chiudere, il lavoro realizzato dai ragazzi di PcCiclismo.net è stato così buono che i vincitori delle prime tappe sono stati proprio quelli reali, sarà così anche oggi?

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Guillaume LevarletSul traguardo di Seraing tutti si sarebbero aspettati Sagan, davvero deludente, ma in casa Saur-Sojasun le speranze erano (mal)riposte in Julien Simon, solo 11° all'arrivo. È sì arrivata una doppietta per la squadra francese ma non si pensi al buon Simon, stessero ad aspettare lui i transalpini farebbero notte. Fortunatamente c'è Guillaume Levarlet a tenere alta la bandiera di casa Saur. Era tra i papabili, è vero, ma nessuno si sarebbe aspettato che su una salitella come quella di Seraing desse ben 2'08" al compagno di squadra Jean-Marc Marino ed al belga della Lotto Belisol Francis De Greef. Un'azione solitaria e prepotente, quella di Levarlet, che sulla salita finale ha davvero fatto la differenza. Chissà cosa combinerà sulle Alpi, già ci si chiede. Grazie ad una performance cannibalesca il bel Guillaume balza anche in testa alla classifica, scalzando in quattro e quattr'otto Roy Curvers. Adesso ha già 1'58" sul compagno di squadra Jean-Marc Marino e 2'17" su De Greef. Julien Simon è comunque 10° in classifica generale a 2'46" da Levarlet. Resta da capire chi di questi tre Saur-Sojasun sia il vero capitano, anche se c'è da scommettere che Levarlet non cederà la maglia più ambita di tutto il circuito World Tour tanto facilmente.

Francesco Sulas

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2012 - 2a tappa
Rassegna TourNotes 2012 - 2a tappa
Rassegna TourNotes 2012 - 2a tappa
Rassegna TourNotes 2012 - 2a tappa
Rassegna TourNotes 2012 - 2a tappa

La maglia gialla virtuale

La volata di Tournai: Cavendish ha affiancato Petacchi ma non l'ha superatoLa seconda tappa in linea del Tour de France virtuale, così come reale, presentava un percorso totalmente pianeggiante con solo il gpm della Citadelle de Namur che non poteva fare paura a nessuno visto che era posto dopo circa 82 km di gara, a 125 dall'arrivo: una tappa non poteva sfuggire ai velocisti ed infatti il gruppo è arrivato compatto agli ultimi 250 metri, ma il vincitore non è stato quello che tutti si aspettavano.

Dopo una fuga partita già senza speranza, l'interesse è stato tutto nell'ultimo chilometro in cui la Garmin, in particolar modo Robert Hunter, ha fatto un grandissimo lavoro per lanciare la volata a Tyler Farrar. Ai 250 metri finale, però, il primo a muoversi è stato Alessandro Petacchi che, come già fatto diverse volte in passato sia al Giro che al Tour, ha scelto questa tattica per anticipare e mettere in difficoltà Mark Cavendish: e il campione del mondo ha dimostrato una volta di più di soffrire terribilmente questa strategia perché anche oggi il corridore della Sky è riuscito a mettersi in scia e ad affiancare il forte velocista spezzino ma alla fine è stato costretto ad arrendersi per questione di pochissimi centimetri.

In terza posizione s'è piazzato Tyler Farrar mentre Peter Sagan è arrivato quarto dopo aver impostato una volata di rimonta passando dal lato opposto della carreggiata rispetto ai primi due. Quinto è arrivato Kittel mentre Greipel e Goss, due annunciati protagonisti delle volate, sono arrivati solamente 11° e 17°. Nelle varie classifiche generali l'unica novità è rappresentata dal fatto che Peter Sagan è balzato in testa alla classifica a punti e quindi è diventato il padrone della maglia verde che oggi indossava solo perché Fabian Cancellara aveva già la gialla. Una piccola nota prima di chiudere, il lavoro realizzato dai ragazzi di PcCiclismo.net è stato così buono che i vincitori delle prime tappe sono stati proprio quelli reali, sarà così anche oggi?

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Guillaume LevarletSul traguardo di Seraing tutti si sarebbero aspettati Sagan, davvero deludente, ma in casa Saur-Sojasun le speranze erano (mal)riposte in Julien Simon, solo 11° all'arrivo. È sì arrivata una doppietta per la squadra francese ma non si pensi al buon Simon, stessero ad aspettare lui i transalpini farebbero notte. Fortunatamente c'è Guillaume Levarlet a tenere alta la bandiera di casa Saur. Era tra i papabili, è vero, ma nessuno si sarebbe aspettato che su una salitella come quella di Seraing desse ben 2'08" al compagno di squadra Jean-Marc Marino ed al belga della Lotto Belisol Francis De Greef. Un'azione solitaria e prepotente, quella di Levarlet, che sulla salita finale ha davvero fatto la differenza. Chissà cosa combinerà sulle Alpi, già ci si chiede. Grazie ad una performance cannibalesca il bel Guillaume balza anche in testa alla classifica, scalzando in quattro e quattr'otto Roy Curvers. Adesso ha già 1'58" sul compagno di squadra Jean-Marc Marino e 2'17" su De Greef. Julien Simon è comunque 10° in classifica generale a 2'46" da Levarlet. Resta da capire chi di questi tre Saur-Sojasun sia il vero capitano, anche se c'è da scommettere che Levarlet non cederà la maglia più ambita di tutto il circuito World Tour tanto facilmente.

Francesco Sulas

La maglia gialla virtuale

La volata di Tournai: Cavendish ha affiancato Petacchi ma non l'ha superatoLa seconda tappa in linea del Tour de France virtuale, così come reale, presentava un percorso totalmente pianeggiante con solo il gpm della Citadelle de Namur che non poteva fare paura a nessuno visto che era posto dopo circa 82 km di gara, a 125 dall'arrivo: una tappa non poteva sfuggire ai velocisti ed infatti il gruppo è arrivato compatto agli ultimi 250 metri, ma il vincitore non è stato quello che tutti si aspettavano.

Dopo una fuga partita già senza speranza, l'interesse è stato tutto nell'ultimo chilometro in cui la Garmin, in particolar modo Robert Hunter, ha fatto un grandissimo lavoro per lanciare la volata a Tyler Farrar. Ai 250 metri finale, però, il primo a muoversi è stato Alessandro Petacchi che, come già fatto diverse volte in passato sia al Giro che al Tour, ha scelto questa tattica per anticipare e mettere in difficoltà Mark Cavendish: e il campione del mondo ha dimostrato una volta di più di soffrire terribilmente questa strategia perché anche oggi il corridore della Sky è riuscito a mettersi in scia e ad affiancare il forte velocista spezzino ma alla fine è stato costretto ad arrendersi per questione di pochissimi centimetri.

In terza posizione s'è piazzato Tyler Farrar mentre Peter Sagan è arrivato quarto dopo aver impostato una volata di rimonta passando dal lato opposto della carreggiata rispetto ai primi due. Quinto è arrivato Kittel mentre Greipel e Goss, due annunciati protagonisti delle volate, sono arrivati solamente 11° e 17°. Nelle varie classifiche generali l'unica novità è rappresentata dal fatto che Peter Sagan è balzato in testa alla classifica a punti e quindi è diventato il padrone della maglia verde che oggi indossava solo perché Fabian Cancellara aveva già la gialla. Una piccola nota prima di chiudere, il lavoro realizzato dai ragazzi di PcCiclismo.net è stato così buono che i vincitori delle prime tappe sono stati proprio quelli reali, sarà così anche oggi?

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Guillaume LevarletSul traguardo di Seraing tutti si sarebbero aspettati Sagan, davvero deludente, ma in casa Saur-Sojasun le speranze erano (mal)riposte in Julien Simon, solo 11° all'arrivo. È sì arrivata una doppietta per la squadra francese ma non si pensi al buon Simon, stessero ad aspettare lui i transalpini farebbero notte. Fortunatamente c'è Guillaume Levarlet a tenere alta la bandiera di casa Saur. Era tra i papabili, è vero, ma nessuno si sarebbe aspettato che su una salitella come quella di Seraing desse ben 2'08" al compagno di squadra Jean-Marc Marino ed al belga della Lotto Belisol Francis De Greef. Un'azione solitaria e prepotente, quella di Levarlet, che sulla salita finale ha davvero fatto la differenza. Chissà cosa combinerà sulle Alpi, già ci si chiede. Grazie ad una performance cannibalesca il bel Guillaume balza anche in testa alla classifica, scalzando in quattro e quattr'otto Roy Curvers. Adesso ha già 1'58" sul compagno di squadra Jean-Marc Marino e 2'17" su De Greef. Julien Simon è comunque 10° in classifica generale a 2'46" da Levarlet. Resta da capire chi di questi tre Saur-Sojasun sia il vero capitano, anche se c'è da scommettere che Levarlet non cederà la maglia più ambita di tutto il circuito World Tour tanto facilmente.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Guillaume LevarletSul traguardo di Seraing tutti si sarebbero aspettati Sagan, davvero deludente, ma in casa Saur-Sojasun le speranze erano (mal)riposte in Julien Simon, solo 11° all'arrivo. È sì arrivata una doppietta per la squadra francese ma non si pensi al buon Simon, stessero ad aspettare lui i transalpini farebbero notte. Fortunatamente c'è Guillaume Levarlet a tenere alta la bandiera di casa Saur. Era tra i papabili, è vero, ma nessuno si sarebbe aspettato che su una salitella come quella di Seraing desse ben 2'08" al compagno di squadra Jean-Marc Marino ed al belga della Lotto Belisol Francis De Greef. Un'azione solitaria e prepotente, quella di Levarlet, che sulla salita finale ha davvero fatto la differenza. Chissà cosa combinerà sulle Alpi, già ci si chiede. Grazie ad una performance cannibalesca il bel Guillaume balza anche in testa alla classifica, scalzando in quattro e quattr'otto Roy Curvers. Adesso ha già 1'58" sul compagno di squadra Jean-Marc Marino e 2'17" su De Greef. Julien Simon è comunque 10° in classifica generale a 2'46" da Levarlet. Resta da capire chi di questi tre Saur-Sojasun sia il vero capitano, anche se c'è da scommettere che Levarlet non cederà la maglia più ambita di tutto il circuito World Tour tanto facilmente.

Francesco Sulas

La maglia gialla virtuale

La volata di Tournai: Cavendish ha affiancato Petacchi ma non l'ha superatoLa seconda tappa in linea del Tour de France virtuale, così come reale, presentava un percorso totalmente pianeggiante con solo il gpm della Citadelle de Namur che non poteva fare paura a nessuno visto che era posto dopo circa 82 km di gara, a 125 dall'arrivo: una tappa non poteva sfuggire ai velocisti ed infatti il gruppo è arrivato compatto agli ultimi 250 metri, ma il vincitore non è stato quello che tutti si aspettavano.

Dopo una fuga partita già senza speranza, l'interesse è stato tutto nell'ultimo chilometro in cui la Garmin, in particolar modo Robert Hunter, ha fatto un grandissimo lavoro per lanciare la volata a Tyler Farrar. Ai 250 metri finale, però, il primo a muoversi è stato Alessandro Petacchi che, come già fatto diverse volte in passato sia al Giro che al Tour, ha scelto questa tattica per anticipare e mettere in difficoltà Mark Cavendish: e il campione del mondo ha dimostrato una volta di più di soffrire terribilmente questa strategia perché anche oggi il corridore della Sky è riuscito a mettersi in scia e ad affiancare il forte velocista spezzino ma alla fine è stato costretto ad arrendersi per questione di pochissimi centimetri.

In terza posizione s'è piazzato Tyler Farrar mentre Peter Sagan è arrivato quarto dopo aver impostato una volata di rimonta passando dal lato opposto della carreggiata rispetto ai primi due. Quinto è arrivato Kittel mentre Greipel e Goss, due annunciati protagonisti delle volate, sono arrivati solamente 11° e 17°. Nelle varie classifiche generali l'unica novità è rappresentata dal fatto che Peter Sagan è balzato in testa alla classifica a punti e quindi è diventato il padrone della maglia verde che oggi indossava solo perché Fabian Cancellara aveva già la gialla. Una piccola nota prima di chiudere, il lavoro realizzato dai ragazzi di PcCiclismo.net è stato così buono che i vincitori delle prime tappe sono stati proprio quelli reali, sarà così anche oggi?

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Guillaume LevarletSul traguardo di Seraing tutti si sarebbero aspettati Sagan, davvero deludente, ma in casa Saur-Sojasun le speranze erano (mal)riposte in Julien Simon, solo 11° all'arrivo. È sì arrivata una doppietta per la squadra francese ma non si pensi al buon Simon, stessero ad aspettare lui i transalpini farebbero notte. Fortunatamente c'è Guillaume Levarlet a tenere alta la bandiera di casa Saur. Era tra i papabili, è vero, ma nessuno si sarebbe aspettato che su una salitella come quella di Seraing desse ben 2'08" al compagno di squadra Jean-Marc Marino ed al belga della Lotto Belisol Francis De Greef. Un'azione solitaria e prepotente, quella di Levarlet, che sulla salita finale ha davvero fatto la differenza. Chissà cosa combinerà sulle Alpi, già ci si chiede. Grazie ad una performance cannibalesca il bel Guillaume balza anche in testa alla classifica, scalzando in quattro e quattr'otto Roy Curvers. Adesso ha già 1'58" sul compagno di squadra Jean-Marc Marino e 2'17" su De Greef. Julien Simon è comunque 10° in classifica generale a 2'46" da Levarlet. Resta da capire chi di questi tre Saur-Sojasun sia il vero capitano, anche se c'è da scommettere che Levarlet non cederà la maglia più ambita di tutto il circuito World Tour tanto facilmente.

Francesco Sulas

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