Il Portale del Ciclismo professionistico

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Due Gpm di 4a categoria presenti più per fervore burocratico degli organizzatori che per reale utilità: sono le uniche difficoltà altimetriche (intorno al km 40) della tappa in linea più breve della Grande Boucle 2012, anche considerabile "kermesse di chiusura". 70 km scarsi di pedalicchiata nei dintorni della Ville Lumière, quindi ingresso sull'arcinoto circuito dei Campi Elisi per 8 giri che consegneranno a un velocista (o a un golpista, ma questa evenienza è assai più rara) l'ultimo successo parziale del Tour, prima delle premiazioni con lo sfondo dell'Arco di Trionfo: a Parigi, in ogni caso, è raro che vinca un corridore qualunque.

Sarà la consueta passerella finale dedicata alle ruote veloci quella che si concluderà sui Campi Elisi. Mark Cavendish vince qui dal 2009 e per questo Paddy Power lo quota soltanto a 1.52 mentre André Greipel è quotato a 4.40. Più difficile che vinca Goss (a 10) oppure il pur ottimo Peter Sagan (a 12) mentre da Farrar (a 45) in su le quotazioni si fanno interessanti. E se Boasson Hagen (a 55) non vorrà rovinare la festa al proprio compagno di squadra, si segnala un Alexandre Vinokourov (a 55) che la zampata al suo ultimo Tour la vuol lasciare. Vincere d'anticipo sui Campi Elisi non sarebbe una novità per il kazako, cui il colpo di mano già riuscì nel 2005, ma aveva ben altre gambe. Attenzione a J.J. Haedo, che Paddy Power quota a 55, mentre Philippe Gilbert, anch'egli in cerca di un colpo di mano che anticipi gli sprinter, è pagato a 90

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30 Giugno - 22 Luglio 2012
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Rambouillet

Rambouillet ha ospitato il Tour de France soltanto in un'edizione, nel 1966. Era la 22a ed ultima frazione e venne suddivisa in due semitappe. La prima, in linea, 110 km con partenza da Orléans, vide la vittoria del belga Ward Sels sui due olandesi Gerben Karstens e Henk Nijdam. Nel pomeriggio la seconda semitappa, una cronometro di 51.3 km con conclusione proprio a Parigi. Il tedesco Rudi Altig, alla terza vittoria in quella Grande Boucle e per i primi dieci giorni portatore della maglia gialla, s'impose di soli 7" sul belga Ferdinand Bracke e di 41" sul transalpino Raymond Poulidor. La classifica generale andò al francese Lucien Aimar, in giallo dopo la Briançon-Torino, che precedette l'olandese Jan Janssen di 1'07" e Raymond Poulidor di 2'02". Quinto a 5'27" l'italiano Marcello Mugnaini, alle spalle dello spagnolo José Antonio Momeñe.

Paris Champs Élysées

Ha forse bisogno di presentazioni? Capitale della Francia e capoluogo dell'Île-de-France, Parigi è una delle città più affascinanti al Mondo. Non è una combinazione che il Tour si concluda da sempre qui, su uno degli scenari più suggestivi che si possano trovare, i Campi Elisi. Il suo nome latino era Lutetia Parisiorum, il suo simbolo resta tuttora la Torre Eiffel. Attraversata dalla Senna, è il luogo più visitato al Mondo e con i suoi 2.203.817 abitanti è la quinta città più popolosa d'Europa. Le principali attrazioni sono l'immenso Museo del Louvre, l'Arco di Trionfo, la Torre Eiffel, Place de la Concorde, la Cattedrale di Notre-Dame de Paris, il Museo nazionale d'Arte Moderna ospitato nel Centre Georges Pompidou, il Museo d'Orsay, gli Champs-Élysées, Place de la Bastille, il quartiere di Montparnasse ed il suo cimitero (lì si trovano le tombe, tra gli altri, di Guy de Maupassant, Jean-Paul Sartre, Eugène Ionesco, Marguerite Duras, Charles Baudelaire, Samuel Beckett, Serge Gainsbourg). Da visitare nelle serate è Montmartre, splendido quartiere che sorge su una collinetta e nel quale si trovano centinaia di artisti. Nel dopo cena molto suggestiva la visita di un nightclub storico a scelta tra Moulin Rouge, Le Crazy Horse, Paris Olympia, Folies Bergère o Bobino. Degno di menzione anche Le Lido - cabaret, sui Campi Elisi e noto per i suoi spettacoli esotici (fu frequentato anche da Elvis Presley).

Francesco Sulas
Rambouillet

Rambouillet ha ospitato il Tour de France soltanto in un'edizione, nel 1966. Era la 22a ed ultima frazione e venne suddivisa in due semitappe. La prima, in linea, 110 km con partenza da Orléans, vide la vittoria del belga Ward Sels sui due olandesi Gerben Karstens e Henk Nijdam. Nel pomeriggio la seconda semitappa, una cronometro di 51.3 km con conclusione proprio a Parigi. Il tedesco Rudi Altig, alla terza vittoria in quella Grande Boucle e per i primi dieci giorni portatore della maglia gialla, s'impose di soli 7" sul belga Ferdinand Bracke e di 41" sul transalpino Raymond Poulidor. La classifica generale andò al francese Lucien Aimar, in giallo dopo la Briançon-Torino, che precedette l'olandese Jan Janssen di 1'07" e Raymond Poulidor di 2'02". Quinto a 5'27" l'italiano Marcello Mugnaini, alle spalle dello spagnolo José Antonio Momeñe.

Paris Champs Élysées

Ha forse bisogno di presentazioni? Capitale della Francia e capoluogo dell'Île-de-France, Parigi è una delle città più affascinanti al Mondo. Non è una combinazione che il Tour si concluda da sempre qui, su uno degli scenari più suggestivi che si possano trovare, i Campi Elisi. Il suo nome latino era Lutetia Parisiorum, il suo simbolo resta tuttora la Torre Eiffel. Attraversata dalla Senna, è il luogo più visitato al Mondo e con i suoi 2.203.817 abitanti è la quinta città più popolosa d'Europa. Le principali attrazioni sono l'immenso Museo del Louvre, l'Arco di Trionfo, la Torre Eiffel, Place de la Concorde, la Cattedrale di Notre-Dame de Paris, il Museo nazionale d'Arte Moderna ospitato nel Centre Georges Pompidou, il Museo d'Orsay, gli Champs-Élysées, Place de la Bastille, il quartiere di Montparnasse ed il suo cimitero (lì si trovano le tombe, tra gli altri, di Guy de Maupassant, Jean-Paul Sartre, Eugène Ionesco, Marguerite Duras, Charles Baudelaire, Samuel Beckett, Serge Gainsbourg). Da visitare nelle serate è Montmartre, splendido quartiere che sorge su una collinetta e nel quale si trovano centinaia di artisti. Nel dopo cena molto suggestiva la visita di un nightclub storico a scelta tra Moulin Rouge, Le Crazy Horse, Paris Olympia, Folies Bergère o Bobino. Degno di menzione anche Le Lido - cabaret, sui Campi Elisi e noto per i suoi spettacoli esotici (fu frequentato anche da Elvis Presley).

Rambouillet

Rambouillet ha ospitato il Tour de France soltanto in un'edizione, nel 1966. Era la 22a ed ultima frazione e venne suddivisa in due semitappe. La prima, in linea, 110 km con partenza da Orléans, vide la vittoria del belga Ward Sels sui due olandesi Gerben Karstens e Henk Nijdam. Nel pomeriggio la seconda semitappa, una cronometro di 51.3 km con conclusione proprio a Parigi. Il tedesco Rudi Altig, alla terza vittoria in quella Grande Boucle e per i primi dieci giorni portatore della maglia gialla, s'impose di soli 7" sul belga Ferdinand Bracke e di 41" sul transalpino Raymond Poulidor. La classifica generale andò al francese Lucien Aimar, in giallo dopo la Briançon-Torino, che precedette l'olandese Jan Janssen di 1'07" e Raymond Poulidor di 2'02". Quinto a 5'27" l'italiano Marcello Mugnaini, alle spalle dello spagnolo José Antonio Momeñe.

Paris Champs Élysées

Ha forse bisogno di presentazioni? Capitale della Francia e capoluogo dell'Île-de-France, Parigi è una delle città più affascinanti al Mondo. Non è una combinazione che il Tour si concluda da sempre qui, su uno degli scenari più suggestivi che si possano trovare, i Campi Elisi. Il suo nome latino era Lutetia Parisiorum, il suo simbolo resta tuttora la Torre Eiffel. Attraversata dalla Senna, è il luogo più visitato al Mondo e con i suoi 2.203.817 abitanti è la quinta città più popolosa d'Europa. Le principali attrazioni sono l'immenso Museo del Louvre, l'Arco di Trionfo, la Torre Eiffel, Place de la Concorde, la Cattedrale di Notre-Dame de Paris, il Museo nazionale d'Arte Moderna ospitato nel Centre Georges Pompidou, il Museo d'Orsay, gli Champs-Élysées, Place de la Bastille, il quartiere di Montparnasse ed il suo cimitero (lì si trovano le tombe, tra gli altri, di Guy de Maupassant, Jean-Paul Sartre, Eugène Ionesco, Marguerite Duras, Charles Baudelaire, Samuel Beckett, Serge Gainsbourg). Da visitare nelle serate è Montmartre, splendido quartiere che sorge su una collinetta e nel quale si trovano centinaia di artisti. Nel dopo cena molto suggestiva la visita di un nightclub storico a scelta tra Moulin Rouge, Le Crazy Horse, Paris Olympia, Folies Bergère o Bobino. Degno di menzione anche Le Lido - cabaret, sui Campi Elisi e noto per i suoi spettacoli esotici (fu frequentato anche da Elvis Presley).

Rambouillet

Rambouillet ha ospitato il Tour de France soltanto in un'edizione, nel 1966. Era la 22a ed ultima frazione e venne suddivisa in due semitappe. La prima, in linea, 110 km con partenza da Orléans, vide la vittoria del belga Ward Sels sui due olandesi Gerben Karstens e Henk Nijdam. Nel pomeriggio la seconda semitappa, una cronometro di 51.3 km con conclusione proprio a Parigi. Il tedesco Rudi Altig, alla terza vittoria in quella Grande Boucle e per i primi dieci giorni portatore della maglia gialla, s'impose di soli 7" sul belga Ferdinand Bracke e di 41" sul transalpino Raymond Poulidor. La classifica generale andò al francese Lucien Aimar, in giallo dopo la Briançon-Torino, che precedette l'olandese Jan Janssen di 1'07" e Raymond Poulidor di 2'02". Quinto a 5'27" l'italiano Marcello Mugnaini, alle spalle dello spagnolo José Antonio Momeñe.

Paris Champs Élysées

Ha forse bisogno di presentazioni? Capitale della Francia e capoluogo dell'Île-de-France, Parigi è una delle città più affascinanti al Mondo. Non è una combinazione che il Tour si concluda da sempre qui, su uno degli scenari più suggestivi che si possano trovare, i Campi Elisi. Il suo nome latino era Lutetia Parisiorum, il suo simbolo resta tuttora la Torre Eiffel. Attraversata dalla Senna, è il luogo più visitato al Mondo e con i suoi 2.203.817 abitanti è la quinta città più popolosa d'Europa. Le principali attrazioni sono l'immenso Museo del Louvre, l'Arco di Trionfo, la Torre Eiffel, Place de la Concorde, la Cattedrale di Notre-Dame de Paris, il Museo nazionale d'Arte Moderna ospitato nel Centre Georges Pompidou, il Museo d'Orsay, gli Champs-Élysées, Place de la Bastille, il quartiere di Montparnasse ed il suo cimitero (lì si trovano le tombe, tra gli altri, di Guy de Maupassant, Jean-Paul Sartre, Eugène Ionesco, Marguerite Duras, Charles Baudelaire, Samuel Beckett, Serge Gainsbourg). Da visitare nelle serate è Montmartre, splendido quartiere che sorge su una collinetta e nel quale si trovano centinaia di artisti. Nel dopo cena molto suggestiva la visita di un nightclub storico a scelta tra Moulin Rouge, Le Crazy Horse, Paris Olympia, Folies Bergère o Bobino. Degno di menzione anche Le Lido - cabaret, sui Campi Elisi e noto per i suoi spettacoli esotici (fu frequentato anche da Elvis Presley).

Rambouillet

Rambouillet ha ospitato il Tour de France soltanto in un'edizione, nel 1966. Era la 22a ed ultima frazione e venne suddivisa in due semitappe. La prima, in linea, 110 km con partenza da Orléans, vide la vittoria del belga Ward Sels sui due olandesi Gerben Karstens e Henk Nijdam. Nel pomeriggio la seconda semitappa, una cronometro di 51.3 km con conclusione proprio a Parigi. Il tedesco Rudi Altig, alla terza vittoria in quella Grande Boucle e per i primi dieci giorni portatore della maglia gialla, s'impose di soli 7" sul belga Ferdinand Bracke e di 41" sul transalpino Raymond Poulidor. La classifica generale andò al francese Lucien Aimar, in giallo dopo la Briançon-Torino, che precedette l'olandese Jan Janssen di 1'07" e Raymond Poulidor di 2'02". Quinto a 5'27" l'italiano Marcello Mugnaini, alle spalle dello spagnolo José Antonio Momeñe.

Paris Champs Élysées

Ha forse bisogno di presentazioni? Capitale della Francia e capoluogo dell'Île-de-France, Parigi è una delle città più affascinanti al Mondo. Non è una combinazione che il Tour si concluda da sempre qui, su uno degli scenari più suggestivi che si possano trovare, i Campi Elisi. Il suo nome latino era Lutetia Parisiorum, il suo simbolo resta tuttora la Torre Eiffel. Attraversata dalla Senna, è il luogo più visitato al Mondo e con i suoi 2.203.817 abitanti è la quinta città più popolosa d'Europa. Le principali attrazioni sono l'immenso Museo del Louvre, l'Arco di Trionfo, la Torre Eiffel, Place de la Concorde, la Cattedrale di Notre-Dame de Paris, il Museo nazionale d'Arte Moderna ospitato nel Centre Georges Pompidou, il Museo d'Orsay, gli Champs-Élysées, Place de la Bastille, il quartiere di Montparnasse ed il suo cimitero (lì si trovano le tombe, tra gli altri, di Guy de Maupassant, Jean-Paul Sartre, Eugène Ionesco, Marguerite Duras, Charles Baudelaire, Samuel Beckett, Serge Gainsbourg). Da visitare nelle serate è Montmartre, splendido quartiere che sorge su una collinetta e nel quale si trovano centinaia di artisti. Nel dopo cena molto suggestiva la visita di un nightclub storico a scelta tra Moulin Rouge, Le Crazy Horse, Paris Olympia, Folies Bergère o Bobino. Degno di menzione anche Le Lido - cabaret, sui Campi Elisi e noto per i suoi spettacoli esotici (fu frequentato anche da Elvis Presley).

Rambouillet

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Paris Champs Élysées

Ha forse bisogno di presentazioni? Capitale della Francia e capoluogo dell'Île-de-France, Parigi è una delle città più affascinanti al Mondo. Non è una combinazione che il Tour si concluda da sempre qui, su uno degli scenari più suggestivi che si possano trovare, i Campi Elisi. Il suo nome latino era Lutetia Parisiorum, il suo simbolo resta tuttora la Torre Eiffel. Attraversata dalla Senna, è il luogo più visitato al Mondo e con i suoi 2.203.817 abitanti è la quinta città più popolosa d'Europa. Le principali attrazioni sono l'immenso Museo del Louvre, l'Arco di Trionfo, la Torre Eiffel, Place de la Concorde, la Cattedrale di Notre-Dame de Paris, il Museo nazionale d'Arte Moderna ospitato nel Centre Georges Pompidou, il Museo d'Orsay, gli Champs-Élysées, Place de la Bastille, il quartiere di Montparnasse ed il suo cimitero (lì si trovano le tombe, tra gli altri, di Guy de Maupassant, Jean-Paul Sartre, Eugène Ionesco, Marguerite Duras, Charles Baudelaire, Samuel Beckett, Serge Gainsbourg). Da visitare nelle serate è Montmartre, splendido quartiere che sorge su una collinetta e nel quale si trovano centinaia di artisti. Nel dopo cena molto suggestiva la visita di un nightclub storico a scelta tra Moulin Rouge, Le Crazy Horse, Paris Olympia, Folies Bergère o Bobino. Degno di menzione anche Le Lido - cabaret, sui Campi Elisi e noto per i suoi spettacoli esotici (fu frequentato anche da Elvis Presley).

Meteo

14.00 - Rambouillet
15.50 - Issy-les-Moulineaux
17.40 - Parigi

Soggetti Alternativi

Giunge al termine del settimo Tour de France consecutivo in carriera (per lui anche due partecipazioni al Giro d'Italia ed una alla Vuelta) in nove anni di professionismo. Ottimo passista, in carriera non ha vinto molto ma le sue vittorie sono state spesso di buona fattura (il Giro di Colonia nel 2006, il Giro di Baviera 2008 ma soprattutto il titolo nazionale tedesco in linea nel 2010), senza dimenticare anche alcune notevoli prestazioni in brevi gare a tappe quali il Giro di Svizzera 2008 (nono) o il Giro dei Paesi Baschi 2010 (decimo). Il più delle volte però si è distinto come uomo-squadra ed anche in questo Tour de France è stato uno dei più validi gregari di Wiggins, soprattutto quando c'era da tirare a molti chilometri dall'arrivo. Un pezzo del trionfo britannico è sicuramente anche suo ed in segno di vittoria potrà alzare anche lui le mani...in the Sky!

Vivian Ghianni

Giunge al termine del settimo Tour de France consecutivo in carriera (per lui anche due partecipazioni al Giro d'Italia ed una alla Vuelta) in nove anni di professionismo. Ottimo passista, in carriera non ha vinto molto ma le sue vittorie sono state spesso di buona fattura (il Giro di Colonia nel 2006, il Giro di Baviera 2008 ma soprattutto il titolo nazionale tedesco in linea nel 2010), senza dimenticare anche alcune notevoli prestazioni in brevi gare a tappe quali il Giro di Svizzera 2008 (nono) o il Giro dei Paesi Baschi 2010 (decimo). Il più delle volte però si è distinto come uomo-squadra ed anche in questo Tour de France è stato uno dei più validi gregari di Wiggins, soprattutto quando c'era da tirare a molti chilometri dall'arrivo. Un pezzo del trionfo britannico è sicuramente anche suo ed in segno di vittoria potrà alzare anche lui le mani...in the Sky!

Giunge al termine del settimo Tour de France consecutivo in carriera (per lui anche due partecipazioni al Giro d'Italia ed una alla Vuelta) in nove anni di professionismo. Ottimo passista, in carriera non ha vinto molto ma le sue vittorie sono state spesso di buona fattura (il Giro di Colonia nel 2006, il Giro di Baviera 2008 ma soprattutto il titolo nazionale tedesco in linea nel 2010), senza dimenticare anche alcune notevoli prestazioni in brevi gare a tappe quali il Giro di Svizzera 2008 (nono) o il Giro dei Paesi Baschi 2010 (decimo). Il più delle volte però si è distinto come uomo-squadra ed anche in questo Tour de France è stato uno dei più validi gregari di Wiggins, soprattutto quando c'era da tirare a molti chilometri dall'arrivo. Un pezzo del trionfo britannico è sicuramente anche suo ed in segno di vittoria potrà alzare anche lui le mani...in the Sky!

Giunge al termine del settimo Tour de France consecutivo in carriera (per lui anche due partecipazioni al Giro d'Italia ed una alla Vuelta) in nove anni di professionismo. Ottimo passista, in carriera non ha vinto molto ma le sue vittorie sono state spesso di buona fattura (il Giro di Colonia nel 2006, il Giro di Baviera 2008 ma soprattutto il titolo nazionale tedesco in linea nel 2010), senza dimenticare anche alcune notevoli prestazioni in brevi gare a tappe quali il Giro di Svizzera 2008 (nono) o il Giro dei Paesi Baschi 2010 (decimo). Il più delle volte però si è distinto come uomo-squadra ed anche in questo Tour de France è stato uno dei più validi gregari di Wiggins, soprattutto quando c'era da tirare a molti chilometri dall'arrivo. Un pezzo del trionfo britannico è sicuramente anche suo ed in segno di vittoria potrà alzare anche lui le mani...in the Sky!

Giunge al termine del settimo Tour de France consecutivo in carriera (per lui anche due partecipazioni al Giro d'Italia ed una alla Vuelta) in nove anni di professionismo. Ottimo passista, in carriera non ha vinto molto ma le sue vittorie sono state spesso di buona fattura (il Giro di Colonia nel 2006, il Giro di Baviera 2008 ma soprattutto il titolo nazionale tedesco in linea nel 2010), senza dimenticare anche alcune notevoli prestazioni in brevi gare a tappe quali il Giro di Svizzera 2008 (nono) o il Giro dei Paesi Baschi 2010 (decimo). Il più delle volte però si è distinto come uomo-squadra ed anche in questo Tour de France è stato uno dei più validi gregari di Wiggins, soprattutto quando c'era da tirare a molti chilometri dall'arrivo. Un pezzo del trionfo britannico è sicuramente anche suo ed in segno di vittoria potrà alzare anche lui le mani...in the Sky!

Giunge al termine del settimo Tour de France consecutivo in carriera (per lui anche due partecipazioni al Giro d'Italia ed una alla Vuelta) in nove anni di professionismo. Ottimo passista, in carriera non ha vinto molto ma le sue vittorie sono state spesso di buona fattura (il Giro di Colonia nel 2006, il Giro di Baviera 2008 ma soprattutto il titolo nazionale tedesco in linea nel 2010), senza dimenticare anche alcune notevoli prestazioni in brevi gare a tappe quali il Giro di Svizzera 2008 (nono) o il Giro dei Paesi Baschi 2010 (decimo). Il più delle volte però si è distinto come uomo-squadra ed anche in questo Tour de France è stato uno dei più validi gregari di Wiggins, soprattutto quando c'era da tirare a molti chilometri dall'arrivo. Un pezzo del trionfo britannico è sicuramente anche suo ed in segno di vittoria potrà alzare anche lui le mani...in the Sky!

TourTweet

@Vaughters: Ho passato questa mattina leggendo del Punto G. Molto meglio che guardare l'altimetria e le cartine della tappa

@Daniel87Oss: Che mal di gambe... ma c'è ancora energia per un ultimo sforzo, 120 km. Finire un Tour così è sempre un'emozione fuori dal normale

@IvanBasso: Che roba, questi ragazzi. Il podio di Vincenzo, le volate di Peter. Hanno emozionato me, figuriamoci i tifosi. Proud of Liquigas

@MBurghardt83: È bello vedere la fierezza e gli occhi felici dei bambini quando autografiamo i solo quaderni. #happy #tdf http://yfrog.com/odi44qhej

@ChristianKnees: Ho googlato persone famose norvegesi, ero così sorpreso che il mio compagno di stanza Eddy non fosse primo della lista #TDF12

La maglia gialla virtuale

Una parte del gruppo impegnato nei chilometri finaliSe il Tour de France reale ha avuto solo il podio di Nibali come gioia per i colori italiani, diverso è il bilancio per quello virtuale che abbiamo realizzato giorno dopo giorno grazie al supporto dei ragazzi di PcCiclismo.net: qui proprio Vincenzo Nibali è riuscito a vincere alla grande la classifica dopo aver preso la maglia già a inizio Tour e averla ritrovata poi al termine della tappa di Foix.

Oltre a questa vittoria di Nibali (che non ha portato a casa successi parziali) ci sono state anche due vittorie di tappe, entrambe a firma di Alessandro Petacchi: il corridore della Lampre ha messo il primo sigillo sull'arrivo di Tournai e poi s'è ripetuto proprio all'ultima tappa sul traguardo più prestigioso e spettacolare, quello dei Campi Elisi. A Parigi, infatti, AleJet ha letteralmente fulminato la concorrenza dopo che in precedenza una fuga di Astarloza, Bak, De Greef, Dumoulin, Hoogerland, Ladagnous, Viganò e Wynants aveva tentato invano di evitare lo sprint a ranghi compatti: Petacchi ha messo in fila Freire, Greipel, Gilbert e Boasson Hagen.

Ovviamente in quest'ultima tappa la classifica generale non è cambiata e accanto a Nibali sono saliti sul podio Samuel Sánchez e Bradley Wiggins. Per quanto riguarda le classifiche collaterali, invece, la maglia a pois è stata vinta dal francese David Moncoutie davanti al portoghese Rui Costa, la maglia verde è andata come da pronostico a Peter Sagan (vincitore di tre tappe) mentre tra i giovani s'è imposto Steven Kruijswijk davanti a Poels e Taaramae; la classifica a squadre, invece, è andata alla RadioShack che ha preceduto di un paio di minuti la Sky.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Karsten KroonLe solite manfrine di Bjarne Riis. Con quel fisichino sarebbe già tanto se non si allenasse sotto un acquazzone senza prendere una polmonite fulminante dopo dieci minuti, vai a pensare che Karsten Kroon ti vince la cronometro più lunga del Tour. Una gara sul filo dei secondi, con l'olandese della Saxo-Tinkoff a precedere il mai presente nei piani alti della classifica Arthur Vichot di soli 6". Il terzo in classifica è Tyler Farrar; lo statunitense perdeva solo 14" mentre il primo italiano è Marco Marzano, 4° con un distacco di 38". In testa alla generale troviamo ancora il fresco 33enne Jimmy Engoulvent, che negli ultimi chilometri della prova di ieri, pensando a moglie e suocera, ha trovato l'ispirazione per far bene ed ha anche chiesto il prolungamento del Tour di un paio di settimane. Home sweet home, come si dice. Primato, quello di Engoulvent, che non è però ancora formalmente al sicuro, con l'infido Ghyselinck a 41" di distacco, ma a meno di ritiri, abbuoni di 50" o sabotaggi si può dire che la Saur-Sojasun porterà a casa questo Tour con il suo uomo di punta. «Ho impiegato una carriera per arrivare qua - dichiarava alla stampa Engoulvent - ed è un sogno che si realizza». Bizzarro il fatto che fossero le stesse dichiarazioni dell'ultimissimo in classifica, Bradley Wiggins, ad uscire dalla bocca del buon Jimmy, ma forse per «arrivare qua» intendeva raggiungere la partenza, dove i corridori sono stati portati con un servizio di bus all'avanguardia: quattro cavalli davanti a tirare, manco fossero forniti dalla Liquigas, e 250 ore di viaggio attraverso la Francia. Questo è il Tour, signori. Inspiegabile, infine, come un talento come Engoulvent non veda premiato il suo sforzo con la convocazione olimpica.

Francesco Sulas

La maglia gialla virtuale

Una parte del gruppo impegnato nei chilometri finaliSe il Tour de France reale ha avuto solo il podio di Nibali come gioia per i colori italiani, diverso è il bilancio per quello virtuale che abbiamo realizzato giorno dopo giorno grazie al supporto dei ragazzi di PcCiclismo.net: qui proprio Vincenzo Nibali è riuscito a vincere alla grande la classifica dopo aver preso la maglia già a inizio Tour e averla ritrovata poi al termine della tappa di Foix.

Oltre a questa vittoria di Nibali (che non ha portato a casa successi parziali) ci sono state anche due vittorie di tappe, entrambe a firma di Alessandro Petacchi: il corridore della Lampre ha messo il primo sigillo sull'arrivo di Tournai e poi s'è ripetuto proprio all'ultima tappa sul traguardo più prestigioso e spettacolare, quello dei Campi Elisi. A Parigi, infatti, AleJet ha letteralmente fulminato la concorrenza dopo che in precedenza una fuga di Astarloza, Bak, De Greef, Dumoulin, Hoogerland, Ladagnous, Viganò e Wynants aveva tentato invano di evitare lo sprint a ranghi compatti: Petacchi ha messo in fila Freire, Greipel, Gilbert e Boasson Hagen.

Ovviamente in quest'ultima tappa la classifica generale non è cambiata e accanto a Nibali sono saliti sul podio Samuel Sánchez e Bradley Wiggins. Per quanto riguarda le classifiche collaterali, invece, la maglia a pois è stata vinta dal francese David Moncoutie davanti al portoghese Rui Costa, la maglia verde è andata come da pronostico a Peter Sagan (vincitore di tre tappe) mentre tra i giovani s'è imposto Steven Kruijswijk davanti a Poels e Taaramae; la classifica a squadre, invece, è andata alla RadioShack che ha preceduto di un paio di minuti la Sky.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Karsten KroonLe solite manfrine di Bjarne Riis. Con quel fisichino sarebbe già tanto se non si allenasse sotto un acquazzone senza prendere una polmonite fulminante dopo dieci minuti, vai a pensare che Karsten Kroon ti vince la cronometro più lunga del Tour. Una gara sul filo dei secondi, con l'olandese della Saxo-Tinkoff a precedere il mai presente nei piani alti della classifica Arthur Vichot di soli 6". Il terzo in classifica è Tyler Farrar; lo statunitense perdeva solo 14" mentre il primo italiano è Marco Marzano, 4° con un distacco di 38". In testa alla generale troviamo ancora il fresco 33enne Jimmy Engoulvent, che negli ultimi chilometri della prova di ieri, pensando a moglie e suocera, ha trovato l'ispirazione per far bene ed ha anche chiesto il prolungamento del Tour di un paio di settimane. Home sweet home, come si dice. Primato, quello di Engoulvent, che non è però ancora formalmente al sicuro, con l'infido Ghyselinck a 41" di distacco, ma a meno di ritiri, abbuoni di 50" o sabotaggi si può dire che la Saur-Sojasun porterà a casa questo Tour con il suo uomo di punta. «Ho impiegato una carriera per arrivare qua - dichiarava alla stampa Engoulvent - ed è un sogno che si realizza». Bizzarro il fatto che fossero le stesse dichiarazioni dell'ultimissimo in classifica, Bradley Wiggins, ad uscire dalla bocca del buon Jimmy, ma forse per «arrivare qua» intendeva raggiungere la partenza, dove i corridori sono stati portati con un servizio di bus all'avanguardia: quattro cavalli davanti a tirare, manco fossero forniti dalla Liquigas, e 250 ore di viaggio attraverso la Francia. Questo è il Tour, signori. Inspiegabile, infine, come un talento come Engoulvent non veda premiato il suo sforzo con la convocazione olimpica.

Francesco Sulas

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2012 - 20a tappa
Rassegna TourNotes 2012 - 20a tappa
Rassegna TourNotes 2012 - 20a tappa
Rassegna TourNotes 2012 - 20a tappa
Rassegna TourNotes 2012 - 20a tappa

La maglia gialla virtuale

Una parte del gruppo impegnato nei chilometri finaliSe il Tour de France reale ha avuto solo il podio di Nibali come gioia per i colori italiani, diverso è il bilancio per quello virtuale che abbiamo realizzato giorno dopo giorno grazie al supporto dei ragazzi di PcCiclismo.net: qui proprio Vincenzo Nibali è riuscito a vincere alla grande la classifica dopo aver preso la maglia già a inizio Tour e averla ritrovata poi al termine della tappa di Foix.

Oltre a questa vittoria di Nibali (che non ha portato a casa successi parziali) ci sono state anche due vittorie di tappe, entrambe a firma di Alessandro Petacchi: il corridore della Lampre ha messo il primo sigillo sull'arrivo di Tournai e poi s'è ripetuto proprio all'ultima tappa sul traguardo più prestigioso e spettacolare, quello dei Campi Elisi. A Parigi, infatti, AleJet ha letteralmente fulminato la concorrenza dopo che in precedenza una fuga di Astarloza, Bak, De Greef, Dumoulin, Hoogerland, Ladagnous, Viganò e Wynants aveva tentato invano di evitare lo sprint a ranghi compatti: Petacchi ha messo in fila Freire, Greipel, Gilbert e Boasson Hagen.

Ovviamente in quest'ultima tappa la classifica generale non è cambiata e accanto a Nibali sono saliti sul podio Samuel Sánchez e Bradley Wiggins. Per quanto riguarda le classifiche collaterali, invece, la maglia a pois è stata vinta dal francese David Moncoutie davanti al portoghese Rui Costa, la maglia verde è andata come da pronostico a Peter Sagan (vincitore di tre tappe) mentre tra i giovani s'è imposto Steven Kruijswijk davanti a Poels e Taaramae; la classifica a squadre, invece, è andata alla RadioShack che ha preceduto di un paio di minuti la Sky.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Karsten KroonLe solite manfrine di Bjarne Riis. Con quel fisichino sarebbe già tanto se non si allenasse sotto un acquazzone senza prendere una polmonite fulminante dopo dieci minuti, vai a pensare che Karsten Kroon ti vince la cronometro più lunga del Tour. Una gara sul filo dei secondi, con l'olandese della Saxo-Tinkoff a precedere il mai presente nei piani alti della classifica Arthur Vichot di soli 6". Il terzo in classifica è Tyler Farrar; lo statunitense perdeva solo 14" mentre il primo italiano è Marco Marzano, 4° con un distacco di 38". In testa alla generale troviamo ancora il fresco 33enne Jimmy Engoulvent, che negli ultimi chilometri della prova di ieri, pensando a moglie e suocera, ha trovato l'ispirazione per far bene ed ha anche chiesto il prolungamento del Tour di un paio di settimane. Home sweet home, come si dice. Primato, quello di Engoulvent, che non è però ancora formalmente al sicuro, con l'infido Ghyselinck a 41" di distacco, ma a meno di ritiri, abbuoni di 50" o sabotaggi si può dire che la Saur-Sojasun porterà a casa questo Tour con il suo uomo di punta. «Ho impiegato una carriera per arrivare qua - dichiarava alla stampa Engoulvent - ed è un sogno che si realizza». Bizzarro il fatto che fossero le stesse dichiarazioni dell'ultimissimo in classifica, Bradley Wiggins, ad uscire dalla bocca del buon Jimmy, ma forse per «arrivare qua» intendeva raggiungere la partenza, dove i corridori sono stati portati con un servizio di bus all'avanguardia: quattro cavalli davanti a tirare, manco fossero forniti dalla Liquigas, e 250 ore di viaggio attraverso la Francia. Questo è il Tour, signori. Inspiegabile, infine, come un talento come Engoulvent non veda premiato il suo sforzo con la convocazione olimpica.

Francesco Sulas

La maglia gialla virtuale

Una parte del gruppo impegnato nei chilometri finaliSe il Tour de France reale ha avuto solo il podio di Nibali come gioia per i colori italiani, diverso è il bilancio per quello virtuale che abbiamo realizzato giorno dopo giorno grazie al supporto dei ragazzi di PcCiclismo.net: qui proprio Vincenzo Nibali è riuscito a vincere alla grande la classifica dopo aver preso la maglia già a inizio Tour e averla ritrovata poi al termine della tappa di Foix.

Oltre a questa vittoria di Nibali (che non ha portato a casa successi parziali) ci sono state anche due vittorie di tappe, entrambe a firma di Alessandro Petacchi: il corridore della Lampre ha messo il primo sigillo sull'arrivo di Tournai e poi s'è ripetuto proprio all'ultima tappa sul traguardo più prestigioso e spettacolare, quello dei Campi Elisi. A Parigi, infatti, AleJet ha letteralmente fulminato la concorrenza dopo che in precedenza una fuga di Astarloza, Bak, De Greef, Dumoulin, Hoogerland, Ladagnous, Viganò e Wynants aveva tentato invano di evitare lo sprint a ranghi compatti: Petacchi ha messo in fila Freire, Greipel, Gilbert e Boasson Hagen.

Ovviamente in quest'ultima tappa la classifica generale non è cambiata e accanto a Nibali sono saliti sul podio Samuel Sánchez e Bradley Wiggins. Per quanto riguarda le classifiche collaterali, invece, la maglia a pois è stata vinta dal francese David Moncoutie davanti al portoghese Rui Costa, la maglia verde è andata come da pronostico a Peter Sagan (vincitore di tre tappe) mentre tra i giovani s'è imposto Steven Kruijswijk davanti a Poels e Taaramae; la classifica a squadre, invece, è andata alla RadioShack che ha preceduto di un paio di minuti la Sky.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Karsten KroonLe solite manfrine di Bjarne Riis. Con quel fisichino sarebbe già tanto se non si allenasse sotto un acquazzone senza prendere una polmonite fulminante dopo dieci minuti, vai a pensare che Karsten Kroon ti vince la cronometro più lunga del Tour. Una gara sul filo dei secondi, con l'olandese della Saxo-Tinkoff a precedere il mai presente nei piani alti della classifica Arthur Vichot di soli 6". Il terzo in classifica è Tyler Farrar; lo statunitense perdeva solo 14" mentre il primo italiano è Marco Marzano, 4° con un distacco di 38". In testa alla generale troviamo ancora il fresco 33enne Jimmy Engoulvent, che negli ultimi chilometri della prova di ieri, pensando a moglie e suocera, ha trovato l'ispirazione per far bene ed ha anche chiesto il prolungamento del Tour di un paio di settimane. Home sweet home, come si dice. Primato, quello di Engoulvent, che non è però ancora formalmente al sicuro, con l'infido Ghyselinck a 41" di distacco, ma a meno di ritiri, abbuoni di 50" o sabotaggi si può dire che la Saur-Sojasun porterà a casa questo Tour con il suo uomo di punta. «Ho impiegato una carriera per arrivare qua - dichiarava alla stampa Engoulvent - ed è un sogno che si realizza». Bizzarro il fatto che fossero le stesse dichiarazioni dell'ultimissimo in classifica, Bradley Wiggins, ad uscire dalla bocca del buon Jimmy, ma forse per «arrivare qua» intendeva raggiungere la partenza, dove i corridori sono stati portati con un servizio di bus all'avanguardia: quattro cavalli davanti a tirare, manco fossero forniti dalla Liquigas, e 250 ore di viaggio attraverso la Francia. Questo è il Tour, signori. Inspiegabile, infine, come un talento come Engoulvent non veda premiato il suo sforzo con la convocazione olimpica.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Karsten KroonLe solite manfrine di Bjarne Riis. Con quel fisichino sarebbe già tanto se non si allenasse sotto un acquazzone senza prendere una polmonite fulminante dopo dieci minuti, vai a pensare che Karsten Kroon ti vince la cronometro più lunga del Tour. Una gara sul filo dei secondi, con l'olandese della Saxo-Tinkoff a precedere il mai presente nei piani alti della classifica Arthur Vichot di soli 6". Il terzo in classifica è Tyler Farrar; lo statunitense perdeva solo 14" mentre il primo italiano è Marco Marzano, 4° con un distacco di 38". In testa alla generale troviamo ancora il fresco 33enne Jimmy Engoulvent, che negli ultimi chilometri della prova di ieri, pensando a moglie e suocera, ha trovato l'ispirazione per far bene ed ha anche chiesto il prolungamento del Tour di un paio di settimane. Home sweet home, come si dice. Primato, quello di Engoulvent, che non è però ancora formalmente al sicuro, con l'infido Ghyselinck a 41" di distacco, ma a meno di ritiri, abbuoni di 50" o sabotaggi si può dire che la Saur-Sojasun porterà a casa questo Tour con il suo uomo di punta. «Ho impiegato una carriera per arrivare qua - dichiarava alla stampa Engoulvent - ed è un sogno che si realizza». Bizzarro il fatto che fossero le stesse dichiarazioni dell'ultimissimo in classifica, Bradley Wiggins, ad uscire dalla bocca del buon Jimmy, ma forse per «arrivare qua» intendeva raggiungere la partenza, dove i corridori sono stati portati con un servizio di bus all'avanguardia: quattro cavalli davanti a tirare, manco fossero forniti dalla Liquigas, e 250 ore di viaggio attraverso la Francia. Questo è il Tour, signori. Inspiegabile, infine, come un talento come Engoulvent non veda premiato il suo sforzo con la convocazione olimpica.

Francesco Sulas

La maglia gialla virtuale

Una parte del gruppo impegnato nei chilometri finaliSe il Tour de France reale ha avuto solo il podio di Nibali come gioia per i colori italiani, diverso è il bilancio per quello virtuale che abbiamo realizzato giorno dopo giorno grazie al supporto dei ragazzi di PcCiclismo.net: qui proprio Vincenzo Nibali è riuscito a vincere alla grande la classifica dopo aver preso la maglia già a inizio Tour e averla ritrovata poi al termine della tappa di Foix.

Oltre a questa vittoria di Nibali (che non ha portato a casa successi parziali) ci sono state anche due vittorie di tappe, entrambe a firma di Alessandro Petacchi: il corridore della Lampre ha messo il primo sigillo sull'arrivo di Tournai e poi s'è ripetuto proprio all'ultima tappa sul traguardo più prestigioso e spettacolare, quello dei Campi Elisi. A Parigi, infatti, AleJet ha letteralmente fulminato la concorrenza dopo che in precedenza una fuga di Astarloza, Bak, De Greef, Dumoulin, Hoogerland, Ladagnous, Viganò e Wynants aveva tentato invano di evitare lo sprint a ranghi compatti: Petacchi ha messo in fila Freire, Greipel, Gilbert e Boasson Hagen.

Ovviamente in quest'ultima tappa la classifica generale non è cambiata e accanto a Nibali sono saliti sul podio Samuel Sánchez e Bradley Wiggins. Per quanto riguarda le classifiche collaterali, invece, la maglia a pois è stata vinta dal francese David Moncoutie davanti al portoghese Rui Costa, la maglia verde è andata come da pronostico a Peter Sagan (vincitore di tre tappe) mentre tra i giovani s'è imposto Steven Kruijswijk davanti a Poels e Taaramae; la classifica a squadre, invece, è andata alla RadioShack che ha preceduto di un paio di minuti la Sky.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Karsten KroonLe solite manfrine di Bjarne Riis. Con quel fisichino sarebbe già tanto se non si allenasse sotto un acquazzone senza prendere una polmonite fulminante dopo dieci minuti, vai a pensare che Karsten Kroon ti vince la cronometro più lunga del Tour. Una gara sul filo dei secondi, con l'olandese della Saxo-Tinkoff a precedere il mai presente nei piani alti della classifica Arthur Vichot di soli 6". Il terzo in classifica è Tyler Farrar; lo statunitense perdeva solo 14" mentre il primo italiano è Marco Marzano, 4° con un distacco di 38". In testa alla generale troviamo ancora il fresco 33enne Jimmy Engoulvent, che negli ultimi chilometri della prova di ieri, pensando a moglie e suocera, ha trovato l'ispirazione per far bene ed ha anche chiesto il prolungamento del Tour di un paio di settimane. Home sweet home, come si dice. Primato, quello di Engoulvent, che non è però ancora formalmente al sicuro, con l'infido Ghyselinck a 41" di distacco, ma a meno di ritiri, abbuoni di 50" o sabotaggi si può dire che la Saur-Sojasun porterà a casa questo Tour con il suo uomo di punta. «Ho impiegato una carriera per arrivare qua - dichiarava alla stampa Engoulvent - ed è un sogno che si realizza». Bizzarro il fatto che fossero le stesse dichiarazioni dell'ultimissimo in classifica, Bradley Wiggins, ad uscire dalla bocca del buon Jimmy, ma forse per «arrivare qua» intendeva raggiungere la partenza, dove i corridori sono stati portati con un servizio di bus all'avanguardia: quattro cavalli davanti a tirare, manco fossero forniti dalla Liquigas, e 250 ore di viaggio attraverso la Francia. Questo è il Tour, signori. Inspiegabile, infine, come un talento come Engoulvent non veda premiato il suo sforzo con la convocazione olimpica.

Francesco Sulas

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