Si approcciano le Alpi con una tappa che è a suo modo intrigante, e se qualcuno si abbandonerà alla fantasia potrebbe venir fuori un bello spettacolo. I primi 80 km dopo la partenza di Mâcon sono facili, ed è la Côte de Corlier, una salita di 6 km al 5.5% (Gpm al km 90), la prima asperità di giornata. 20 km di falsopiani fino al Col de la Lèbe (che non vale come Gpm), quindi 20 km di discesa e fondovalle fino a Bèon (traguardo volante), prima di affrontare la prima vera salita da Tour, il Col du Grand Colombier: oltre 17 km a una pendenza media del 7%, per una scalata che va a strappi alternando tratti molto complicati (in particolare nei primi 7 km) a punti più dolci. Una salita su cui, volendo, c'è spazio per attaccare, rifiatare e poi rilanciare. Dalla vetta mancano 43 km al traguardo, dei quali i primi 13 configurano la picchiata (anche questa va a strappi) su Lochieu, da cui si risale verso il Col de Richemond. Il quale non è certo Gpm da far girare la testa, coi suoi 7 km al 5%, ma potrebbe permettere a qualche buona gamba di incrementare il vantaggio sugli inseguitori. I quali dovrebbero poi impegnarsi nei successivi 15 km di discesa per recuperare terreno, e in questo tratto potranno pure riuscirci, come anche nei seguenti 4 km di pianura fino all'ingresso di Bellegarde. L'ultimo km è su uno strappetto che lancerà il vincitore di giornata.
Paddy Power crede molto in Vincenzo Nibali, oggi, e del resto le discese che caratterizzano il finale autorizzano ad avere fiducia nel siciliano: 8 la sua quota, la più bassa della giornata, contro i 9 di Evans e i 18 di Valverde. La coppia Sky, che fin qui ha dimostrato grandi cose sia in salita che a cronometro, potrebbe invece avere qualche problema, nelle picchiate, e la riprova è data dalle alte quote di Froome (30) e soprattutto della maglia gialla Wiggins (dato addirittura a 55). Non va poi dimenticato che la tappa si presterebbe anche a eventuali fughe a lunga gittata, e allora occhio tra gli altri a Moncoutié (35), Kessiakoff (55), Fédrigo (55) e Kiryienka (70). A parte Nibali, poi, tre quote italiane da Paddy Power: Scarponi è dato a 35, Giampaolo Caruso a 200 e c'è anche una quotina per Ivan Basso: 250 per il varesino, ma forse giocarlo sarebbe un azzardo un po' troppo alto...
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30 Giugno - 22 Luglio 2012
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Solo quattro appuntamenti con il Tour per Mâcon, sempre stata sede d'arrivo mentre oggi ospiterà la partenza della corsa. La prima volta di Mâcon al Tour è piuttosto recente: siamo nel 1991 e la 20a tappa viene vinta da Vjačeslav Ekimov su Dzamolidin Abduzhaparov (Davide Cassani chiude 7°). Il giorno dopo la crono di 57 km che partiva da Lugny incoronò la maglia gialla Miguel Indurain, al primo dei cinque Tour vinti. Il Navarro precedette Bugno di 27" e LeMond di 48", a Parigi trionferà su Bugno e Chiappucci. Ancora una cronometro accoglie la Grande Boucle. I 50 km da Regnié-Durette a Mâcon (siamo nel 2002) vanno a Lance Armstrong, che infligge 52" a Raimondas Rumsas ed 1'06" a Laszlo Bodrogi. Il texano chiuderà primo per la quarta volta davanti a Beloki e Rumsas. Ultimo appuntamento piuttosto recente, del 2006. Nel Tour che sarà di Óscar Pereiro Sio la Morzine-Mâcon andò al nostro Matteo Tosatto, che precedette Moreni e Scholz. In classifica Pereiro era davanti a Sastre e Landis, vincitore sul campo ma squalificato in seguito.