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TourNotes 2011 - 4a tappa: Lorient - Mûr-de-Bretagne | Cicloweb

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Da Lorient, attraverso Plouay e un tracciato in cui non mancheranno i momenti tecnici, i corridori del Tour affronteranno la seconda frazione (su 4) in cui ci sarà un arrivo su una salitella. Se la Côte de Laz (km 79) e la salitella di Speziet (km 95) sono troppo lontane dal traguardo per provocare alcunché, e se i successivi 70 km (sui 172 totali) non offrono terreno per colpi di mano, ogni decisione sulla vittoria parziale è demandata al traguardo di Mûr-de-Bretagne: già dal passaggio a Neulliac, a 12 km dalla conclusione, la strada si fa ondulata. Gli ultimi 4 km saranno i più divertenti: 1000 metri di salitella per entrare nella cittadina d'arrivo, poi contropendenza di un chilometro, quindi 2 km finali all'insù. Sarà il primo di quei 2 km ad essere più impegnativo (parliamo di una pendenza del 9%, niente male insomma), visto che l'ultimo chilometro spiana abbastanza, pur tirando ancora leggermente. Un arrivo da (semi)classica che chiamerà all'opera gli specialisti del settore.

In questi ultimi tempi anche i bambini hanno imparato a capire che "arrivo che tende all'insù" uguale Philippe Gilbert. Non fa eccezione Betclic.it che quota il fuoriclasse vallone alla miseria di 1.50, lontana mezzo punto dalla certezza assoluta solo perché potrebbe arrivare una fuga (la variabile "Altro" è quotata a 7) o per qualche imprevisto dell'ultimissima ora. Insomma, se si arriva ai meno due tutti in gruppo, sarà davvero un'impresa batterlo. Ci proverà sicuramente Cadel Evans, già secondo al Mont des Alouettes ma più adatto a questo arrivo (la sua quota è 10), così come Samuel Sánchez (a 12) che deve provare a limare qualche secondo al suo già significativo ritardo, Damiano Cunego (chi crederà nel veronese sarà ricompensato con 20 volte la sua puntata) o, perché no, Alberto Contador (a 13) che, con una prestazione positiva, si metterebbe alle spalle un paio di giorni davvero bui. 

Lorient

La storia di Lorient nel Tour de France è spesso legata a fughe, alcune di esse storiche come quella di Walkowiak nella Lorient - Angers del 1956.  L'esordio risale al 1939, quando Raymond Louviot s'impose nella Brest - Lorient. In fuga con lui c'era Renè Vietto, che prese il simbolo del primato ma non riuscì a difenderlo dagli attacchi di Sylviére Maes, vincitore di quel Tour con mezz'ora di vantaggio su Vietto. Nel 1960 s'impose Roger Riviére, protagonista quell'anno di un duello con Nencini finito tragicamente (il corridore francese cadde e rimase paralizzato nella discesa del Perjuret). Nel 1977 a imporsi fu il nostro Giacinto Santambrogio, in una tappa inversa a quella del 1956 (Angers - Lorient). Ultimo approdo nel 2002, quando s'impose Calzati al termine di una fuga solitaria.

Mûr-de-Bretagne

Le Mûr de Bretagne è una sede di arrivo inedita per il Tour de France; soprannominata molto generosamente "l'Alpe d'HUez di Bretagna", questa salita è stata solo attraversata dalla Grande Boucle, in una crono di 139 km(!) da Vannes a Saint Breuc. Il borgo di 2000 anime si affaccia sulle rive di un importante lago artificiale, il lago di Guerlédan. La sua importanza sta nel fatto che questa opera di 400 ettari fu il precursore delle grandi dighe alpine. Il capoluogo di questo cantone della Côtes d'Armor offre ai turisti percorsi naturalistici e architettura medievale.

Nicola Stufano
Lorient

La storia di Lorient nel Tour de France è spesso legata a fughe, alcune di esse storiche come quella di Walkowiak nella Lorient - Angers del 1956.  L'esordio risale al 1939, quando Raymond Louviot s'impose nella Brest - Lorient. In fuga con lui c'era Renè Vietto, che prese il simbolo del primato ma non riuscì a difenderlo dagli attacchi di Sylviére Maes, vincitore di quel Tour con mezz'ora di vantaggio su Vietto. Nel 1960 s'impose Roger Riviére, protagonista quell'anno di un duello con Nencini finito tragicamente (il corridore francese cadde e rimase paralizzato nella discesa del Perjuret). Nel 1977 a imporsi fu il nostro Giacinto Santambrogio, in una tappa inversa a quella del 1956 (Angers - Lorient). Ultimo approdo nel 2002, quando s'impose Calzati al termine di una fuga solitaria.

Mûr-de-Bretagne

Le Mûr de Bretagne è una sede di arrivo inedita per il Tour de France; soprannominata molto generosamente "l'Alpe d'HUez di Bretagna", questa salita è stata solo attraversata dalla Grande Boucle, in una crono di 139 km(!) da Vannes a Saint Breuc. Il borgo di 2000 anime si affaccia sulle rive di un importante lago artificiale, il lago di Guerlédan. La sua importanza sta nel fatto che questa opera di 400 ettari fu il precursore delle grandi dighe alpine. Il capoluogo di questo cantone della Côtes d'Armor offre ai turisti percorsi naturalistici e architettura medievale.

Lorient

La storia di Lorient nel Tour de France è spesso legata a fughe, alcune di esse storiche come quella di Walkowiak nella Lorient - Angers del 1956.  L'esordio risale al 1939, quando Raymond Louviot s'impose nella Brest - Lorient. In fuga con lui c'era Renè Vietto, che prese il simbolo del primato ma non riuscì a difenderlo dagli attacchi di Sylviére Maes, vincitore di quel Tour con mezz'ora di vantaggio su Vietto. Nel 1960 s'impose Roger Riviére, protagonista quell'anno di un duello con Nencini finito tragicamente (il corridore francese cadde e rimase paralizzato nella discesa del Perjuret). Nel 1977 a imporsi fu il nostro Giacinto Santambrogio, in una tappa inversa a quella del 1956 (Angers - Lorient). Ultimo approdo nel 2002, quando s'impose Calzati al termine di una fuga solitaria.

Mûr-de-Bretagne

Le Mûr de Bretagne è una sede di arrivo inedita per il Tour de France; soprannominata molto generosamente "l'Alpe d'HUez di Bretagna", questa salita è stata solo attraversata dalla Grande Boucle, in una crono di 139 km(!) da Vannes a Saint Breuc. Il borgo di 2000 anime si affaccia sulle rive di un importante lago artificiale, il lago di Guerlédan. La sua importanza sta nel fatto che questa opera di 400 ettari fu il precursore delle grandi dighe alpine. Il capoluogo di questo cantone della Côtes d'Armor offre ai turisti percorsi naturalistici e architettura medievale.

Lorient

La storia di Lorient nel Tour de France è spesso legata a fughe, alcune di esse storiche come quella di Walkowiak nella Lorient - Angers del 1956.  L'esordio risale al 1939, quando Raymond Louviot s'impose nella Brest - Lorient. In fuga con lui c'era Renè Vietto, che prese il simbolo del primato ma non riuscì a difenderlo dagli attacchi di Sylviére Maes, vincitore di quel Tour con mezz'ora di vantaggio su Vietto. Nel 1960 s'impose Roger Riviére, protagonista quell'anno di un duello con Nencini finito tragicamente (il corridore francese cadde e rimase paralizzato nella discesa del Perjuret). Nel 1977 a imporsi fu il nostro Giacinto Santambrogio, in una tappa inversa a quella del 1956 (Angers - Lorient). Ultimo approdo nel 2002, quando s'impose Calzati al termine di una fuga solitaria.

Mûr-de-Bretagne

Le Mûr de Bretagne è una sede di arrivo inedita per il Tour de France; soprannominata molto generosamente "l'Alpe d'HUez di Bretagna", questa salita è stata solo attraversata dalla Grande Boucle, in una crono di 139 km(!) da Vannes a Saint Breuc. Il borgo di 2000 anime si affaccia sulle rive di un importante lago artificiale, il lago di Guerlédan. La sua importanza sta nel fatto che questa opera di 400 ettari fu il precursore delle grandi dighe alpine. Il capoluogo di questo cantone della Côtes d'Armor offre ai turisti percorsi naturalistici e architettura medievale.

Lorient

La storia di Lorient nel Tour de France è spesso legata a fughe, alcune di esse storiche come quella di Walkowiak nella Lorient - Angers del 1956.  L'esordio risale al 1939, quando Raymond Louviot s'impose nella Brest - Lorient. In fuga con lui c'era Renè Vietto, che prese il simbolo del primato ma non riuscì a difenderlo dagli attacchi di Sylviére Maes, vincitore di quel Tour con mezz'ora di vantaggio su Vietto. Nel 1960 s'impose Roger Riviére, protagonista quell'anno di un duello con Nencini finito tragicamente (il corridore francese cadde e rimase paralizzato nella discesa del Perjuret). Nel 1977 a imporsi fu il nostro Giacinto Santambrogio, in una tappa inversa a quella del 1956 (Angers - Lorient). Ultimo approdo nel 2002, quando s'impose Calzati al termine di una fuga solitaria.

Mûr-de-Bretagne

Le Mûr de Bretagne è una sede di arrivo inedita per il Tour de France; soprannominata molto generosamente "l'Alpe d'HUez di Bretagna", questa salita è stata solo attraversata dalla Grande Boucle, in una crono di 139 km(!) da Vannes a Saint Breuc. Il borgo di 2000 anime si affaccia sulle rive di un importante lago artificiale, il lago di Guerlédan. La sua importanza sta nel fatto che questa opera di 400 ettari fu il precursore delle grandi dighe alpine. Il capoluogo di questo cantone della Côtes d'Armor offre ai turisti percorsi naturalistici e architettura medievale.

Lorient

La storia di Lorient nel Tour de France è spesso legata a fughe, alcune di esse storiche come quella di Walkowiak nella Lorient - Angers del 1956.  L'esordio risale al 1939, quando Raymond Louviot s'impose nella Brest - Lorient. In fuga con lui c'era Renè Vietto, che prese il simbolo del primato ma non riuscì a difenderlo dagli attacchi di Sylviére Maes, vincitore di quel Tour con mezz'ora di vantaggio su Vietto. Nel 1960 s'impose Roger Riviére, protagonista quell'anno di un duello con Nencini finito tragicamente (il corridore francese cadde e rimase paralizzato nella discesa del Perjuret). Nel 1977 a imporsi fu il nostro Giacinto Santambrogio, in una tappa inversa a quella del 1956 (Angers - Lorient). Ultimo approdo nel 2002, quando s'impose Calzati al termine di una fuga solitaria.

Mûr-de-Bretagne

Le Mûr de Bretagne è una sede di arrivo inedita per il Tour de France; soprannominata molto generosamente "l'Alpe d'HUez di Bretagna", questa salita è stata solo attraversata dalla Grande Boucle, in una crono di 139 km(!) da Vannes a Saint Breuc. Il borgo di 2000 anime si affaccia sulle rive di un importante lago artificiale, il lago di Guerlédan. La sua importanza sta nel fatto che questa opera di 400 ettari fu il precursore delle grandi dighe alpine. Il capoluogo di questo cantone della Côtes d'Armor offre ai turisti percorsi naturalistici e architettura medievale.

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Soggetti Alternativi

Debutto assoluto in questo Tour de France per lui in una grande corsa a tappe. Nelle categorie giovanili ha praticato per anni il ciclocross con buoni risultati (anche un titolo spagnolo per lui) mentre su strada pian piano sta rivelando le sue doti, che ha cominciato a far vedere lo scorso anno: nel 2010 ha conquistato infatti una tappa al Giro del Lussemburgo e l'ostica Prueba di Villafranca de Ordizia. E' dotato infatti di un valido spunto veloce ed in salita si difende molto bene, candidandosi pertanto a divenire uno dei giovani più interessanti dello storico team basco. Quest'anno tra i suoi piazzamenti spiccano il 2° posto nel Trofeo Deià, il 15° nelle Asturie ed il 18° al Giro di Svizzera. Punta a fare esperienza e ad essere una valida spalla per Samuel Sanchez. L'importante è sapere qual è il momento buono per (Iz)agir(r)e !

Vivian Ghianni

Debutto assoluto in questo Tour de France per lui in una grande corsa a tappe. Nelle categorie giovanili ha praticato per anni il ciclocross con buoni risultati (anche un titolo spagnolo per lui) mentre su strada pian piano sta rivelando le sue doti, che ha cominciato a far vedere lo scorso anno: nel 2010 ha conquistato infatti una tappa al Giro del Lussemburgo e l'ostica Prueba di Villafranca de Ordizia. E' dotato infatti di un valido spunto veloce ed in salita si difende molto bene, candidandosi pertanto a divenire uno dei giovani più interessanti dello storico team basco. Quest'anno tra i suoi piazzamenti spiccano il 2° posto nel Trofeo Deià, il 15° nelle Asturie ed il 18° al Giro di Svizzera. Punta a fare esperienza e ad essere una valida spalla per Samuel Sanchez. L'importante è sapere qual è il momento buono per (Iz)agir(r)e !

Debutto assoluto in questo Tour de France per lui in una grande corsa a tappe. Nelle categorie giovanili ha praticato per anni il ciclocross con buoni risultati (anche un titolo spagnolo per lui) mentre su strada pian piano sta rivelando le sue doti, che ha cominciato a far vedere lo scorso anno: nel 2010 ha conquistato infatti una tappa al Giro del Lussemburgo e l'ostica Prueba di Villafranca de Ordizia. E' dotato infatti di un valido spunto veloce ed in salita si difende molto bene, candidandosi pertanto a divenire uno dei giovani più interessanti dello storico team basco. Quest'anno tra i suoi piazzamenti spiccano il 2° posto nel Trofeo Deià, il 15° nelle Asturie ed il 18° al Giro di Svizzera. Punta a fare esperienza e ad essere una valida spalla per Samuel Sanchez. L'importante è sapere qual è il momento buono per (Iz)agir(r)e !

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Debutto assoluto in questo Tour de France per lui in una grande corsa a tappe. Nelle categorie giovanili ha praticato per anni il ciclocross con buoni risultati (anche un titolo spagnolo per lui) mentre su strada pian piano sta rivelando le sue doti, che ha cominciato a far vedere lo scorso anno: nel 2010 ha conquistato infatti una tappa al Giro del Lussemburgo e l'ostica Prueba di Villafranca de Ordizia. E' dotato infatti di un valido spunto veloce ed in salita si difende molto bene, candidandosi pertanto a divenire uno dei giovani più interessanti dello storico team basco. Quest'anno tra i suoi piazzamenti spiccano il 2° posto nel Trofeo Deià, il 15° nelle Asturie ed il 18° al Giro di Svizzera. Punta a fare esperienza e ad essere una valida spalla per Samuel Sanchez. L'importante è sapere qual è il momento buono per (Iz)agir(r)e !

Debutto assoluto in questo Tour de France per lui in una grande corsa a tappe. Nelle categorie giovanili ha praticato per anni il ciclocross con buoni risultati (anche un titolo spagnolo per lui) mentre su strada pian piano sta rivelando le sue doti, che ha cominciato a far vedere lo scorso anno: nel 2010 ha conquistato infatti una tappa al Giro del Lussemburgo e l'ostica Prueba di Villafranca de Ordizia. E' dotato infatti di un valido spunto veloce ed in salita si difende molto bene, candidandosi pertanto a divenire uno dei giovani più interessanti dello storico team basco. Quest'anno tra i suoi piazzamenti spiccano il 2° posto nel Trofeo Deià, il 15° nelle Asturie ed il 18° al Giro di Svizzera. Punta a fare esperienza e ad essere una valida spalla per Samuel Sanchez. L'importante è sapere qual è il momento buono per (Iz)agir(r)e !

TourTweet

rpauriol: Duro duro il vento sul ponte di Saint Nazaire! Ma bisogna dire che avevo forato poco prima e quindi ero in una posizione non ottimale, ma tutto è rientrato nell'ordinario. Oggi arrivo sul Mur de Bretagne!

albertocontador: Una giornata lunga, con un po' di tensione nel finale ma stavolta nessun problema. Ottimo lavoro, compagni!

MarkCavendish: Ok, basta con i miei lamenti! Philippe Gilbert la mia scommessa per oggi, è il suo compleanno. Spero che Tony Martin possa fare qualcosa di buono

laurenstendam: Per la prima volta nella mia carriera sono stato staccato su un ponte!!!

La classifica al contrario

Vincent JérômeCari ragazzi, non siamo più al cospetto di un caso, di una coincidenza, di una prestazione estemporanea. Vincent Jérôme è un fenomeno, altre che chiacchiere da bar. Anche gli espertoni da aperitivo della domenica (storicamente quelli che meno ne capiscono di ogni cosa) si saranno resi conto stavolta che qui c'è della ciccia. In effetti era difficile non accorgersene: non si vincono due tappe al contrario in tre giorni di Tour de France se non si hanno delle caratteristiche da autentici fuoriclasse. E il nostro Perdent questo ha fatto, è riuscito nell'incredibile impresa. Già vincitore solitario della prima frazione, si era limitato a controllare gli avversari nella cronosquadre. Avevamo temuto ieri che Dmitriy Muravyev, vecchio volpone delle steppe asiatiche, potesse rapidamente far declinare il sogno del francesino. Ma la risposta che Perdent ci ha dato oggi va oltre ogni più nera (nel senso della maglia) aspettativa.
Vestiti ancora una volta i panni del Previdente Asociale, il giovanotto della Europcar aveva messo una bandierina, sulla cartina di ieri, sul Pont de Saint-Nazaire: una maglia nera che si rispetti non può non staccarsi lì. E, puntuale come un'allergia a maggio, a 55 km dal traguardo, su quella rampa e tra quei piloni, Jérôme ha fatto il suo capolavoro: aiutato dapprima dal compagno Kern, Perdent se n'è poi andato da solo, esaltando ancora una volta la sua asocialità. E a nulla è valso il tentativo di inseguire il francese, organizzato in quattro e quattr'otto da quello che è già il rivale in un dualismo mitico, ovvero proprio Muravyev: ci si son messi in 7, a provare ad annullare il gap, ma non c'è stato niente da fare.
Alla fine è stato Niki Terpstra (a sua volta autore di un'ottima, lungimirante prova: era andato in fuga per stancarsi a puntino e tentare il colpaccio al contrario) a regolare gli altri sei, dietro a Engels, al Volpone delle Steppe e a Bak: ma a quel punto il grande Jérôme aveva ancora 1'34" di vantaggio da amministrare nel migliore dei modi. E il vincitore della tappa ordinaria, Farrar, paga la bellezza di 5'57".
In classifica Perdent allunga decisamente, ricacciando Muravyev indietro a 2'43", Van de Walle a 3'55", Terpstra a 7'13" e Engels a 8'03". Oggi sul Mûr-de-Bretagne attendiamo nuovi risvolti e soprattutto grandi distacchi (anche se la maglia gialla Hushovd è già lontanissima, a 19'08"). Certo, questa doppietta di Jérôme ci spingerebbe a dire che per noi il Tour può pure finire così, ma confidiamo che il nostro nuovo beniamino ci possa regalare altre emozioni, a partire proprio dalla tappa odierna.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Vincent JérômeCari ragazzi, non siamo più al cospetto di un caso, di una coincidenza, di una prestazione estemporanea. Vincent Jérôme è un fenomeno, altre che chiacchiere da bar. Anche gli espertoni da aperitivo della domenica (storicamente quelli che meno ne capiscono di ogni cosa) si saranno resi conto stavolta che qui c'è della ciccia. In effetti era difficile non accorgersene: non si vincono due tappe al contrario in tre giorni di Tour de France se non si hanno delle caratteristiche da autentici fuoriclasse. E il nostro Perdent questo ha fatto, è riuscito nell'incredibile impresa. Già vincitore solitario della prima frazione, si era limitato a controllare gli avversari nella cronosquadre. Avevamo temuto ieri che Dmitriy Muravyev, vecchio volpone delle steppe asiatiche, potesse rapidamente far declinare il sogno del francesino. Ma la risposta che Perdent ci ha dato oggi va oltre ogni più nera (nel senso della maglia) aspettativa.
Vestiti ancora una volta i panni del Previdente Asociale, il giovanotto della Europcar aveva messo una bandierina, sulla cartina di ieri, sul Pont de Saint-Nazaire: una maglia nera che si rispetti non può non staccarsi lì. E, puntuale come un'allergia a maggio, a 55 km dal traguardo, su quella rampa e tra quei piloni, Jérôme ha fatto il suo capolavoro: aiutato dapprima dal compagno Kern, Perdent se n'è poi andato da solo, esaltando ancora una volta la sua asocialità. E a nulla è valso il tentativo di inseguire il francese, organizzato in quattro e quattr'otto da quello che è già il rivale in un dualismo mitico, ovvero proprio Muravyev: ci si son messi in 7, a provare ad annullare il gap, ma non c'è stato niente da fare.
Alla fine è stato Niki Terpstra (a sua volta autore di un'ottima, lungimirante prova: era andato in fuga per stancarsi a puntino e tentare il colpaccio al contrario) a regolare gli altri sei, dietro a Engels, al Volpone delle Steppe e a Bak: ma a quel punto il grande Jérôme aveva ancora 1'34" di vantaggio da amministrare nel migliore dei modi. E il vincitore della tappa ordinaria, Farrar, paga la bellezza di 5'57".
In classifica Perdent allunga decisamente, ricacciando Muravyev indietro a 2'43", Van de Walle a 3'55", Terpstra a 7'13" e Engels a 8'03". Oggi sul Mûr-de-Bretagne attendiamo nuovi risvolti e soprattutto grandi distacchi (anche se la maglia gialla Hushovd è già lontanissima, a 19'08"). Certo, questa doppietta di Jérôme ci spingerebbe a dire che per noi il Tour può pure finire così, ma confidiamo che il nostro nuovo beniamino ci possa regalare altre emozioni, a partire proprio dalla tappa odierna.

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2011 – 4a tappa
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La classifica al contrario

Vincent JérômeCari ragazzi, non siamo più al cospetto di un caso, di una coincidenza, di una prestazione estemporanea. Vincent Jérôme è un fenomeno, altre che chiacchiere da bar. Anche gli espertoni da aperitivo della domenica (storicamente quelli che meno ne capiscono di ogni cosa) si saranno resi conto stavolta che qui c'è della ciccia. In effetti era difficile non accorgersene: non si vincono due tappe al contrario in tre giorni di Tour de France se non si hanno delle caratteristiche da autentici fuoriclasse. E il nostro Perdent questo ha fatto, è riuscito nell'incredibile impresa. Già vincitore solitario della prima frazione, si era limitato a controllare gli avversari nella cronosquadre. Avevamo temuto ieri che Dmitriy Muravyev, vecchio volpone delle steppe asiatiche, potesse rapidamente far declinare il sogno del francesino. Ma la risposta che Perdent ci ha dato oggi va oltre ogni più nera (nel senso della maglia) aspettativa.
Vestiti ancora una volta i panni del Previdente Asociale, il giovanotto della Europcar aveva messo una bandierina, sulla cartina di ieri, sul Pont de Saint-Nazaire: una maglia nera che si rispetti non può non staccarsi lì. E, puntuale come un'allergia a maggio, a 55 km dal traguardo, su quella rampa e tra quei piloni, Jérôme ha fatto il suo capolavoro: aiutato dapprima dal compagno Kern, Perdent se n'è poi andato da solo, esaltando ancora una volta la sua asocialità. E a nulla è valso il tentativo di inseguire il francese, organizzato in quattro e quattr'otto da quello che è già il rivale in un dualismo mitico, ovvero proprio Muravyev: ci si son messi in 7, a provare ad annullare il gap, ma non c'è stato niente da fare.
Alla fine è stato Niki Terpstra (a sua volta autore di un'ottima, lungimirante prova: era andato in fuga per stancarsi a puntino e tentare il colpaccio al contrario) a regolare gli altri sei, dietro a Engels, al Volpone delle Steppe e a Bak: ma a quel punto il grande Jérôme aveva ancora 1'34" di vantaggio da amministrare nel migliore dei modi. E il vincitore della tappa ordinaria, Farrar, paga la bellezza di 5'57".
In classifica Perdent allunga decisamente, ricacciando Muravyev indietro a 2'43", Van de Walle a 3'55", Terpstra a 7'13" e Engels a 8'03". Oggi sul Mûr-de-Bretagne attendiamo nuovi risvolti e soprattutto grandi distacchi (anche se la maglia gialla Hushovd è già lontanissima, a 19'08"). Certo, questa doppietta di Jérôme ci spingerebbe a dire che per noi il Tour può pure finire così, ma confidiamo che il nostro nuovo beniamino ci possa regalare altre emozioni, a partire proprio dalla tappa odierna.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Vincent JérômeCari ragazzi, non siamo più al cospetto di un caso, di una coincidenza, di una prestazione estemporanea. Vincent Jérôme è un fenomeno, altre che chiacchiere da bar. Anche gli espertoni da aperitivo della domenica (storicamente quelli che meno ne capiscono di ogni cosa) si saranno resi conto stavolta che qui c'è della ciccia. In effetti era difficile non accorgersene: non si vincono due tappe al contrario in tre giorni di Tour de France se non si hanno delle caratteristiche da autentici fuoriclasse. E il nostro Perdent questo ha fatto, è riuscito nell'incredibile impresa. Già vincitore solitario della prima frazione, si era limitato a controllare gli avversari nella cronosquadre. Avevamo temuto ieri che Dmitriy Muravyev, vecchio volpone delle steppe asiatiche, potesse rapidamente far declinare il sogno del francesino. Ma la risposta che Perdent ci ha dato oggi va oltre ogni più nera (nel senso della maglia) aspettativa.
Vestiti ancora una volta i panni del Previdente Asociale, il giovanotto della Europcar aveva messo una bandierina, sulla cartina di ieri, sul Pont de Saint-Nazaire: una maglia nera che si rispetti non può non staccarsi lì. E, puntuale come un'allergia a maggio, a 55 km dal traguardo, su quella rampa e tra quei piloni, Jérôme ha fatto il suo capolavoro: aiutato dapprima dal compagno Kern, Perdent se n'è poi andato da solo, esaltando ancora una volta la sua asocialità. E a nulla è valso il tentativo di inseguire il francese, organizzato in quattro e quattr'otto da quello che è già il rivale in un dualismo mitico, ovvero proprio Muravyev: ci si son messi in 7, a provare ad annullare il gap, ma non c'è stato niente da fare.
Alla fine è stato Niki Terpstra (a sua volta autore di un'ottima, lungimirante prova: era andato in fuga per stancarsi a puntino e tentare il colpaccio al contrario) a regolare gli altri sei, dietro a Engels, al Volpone delle Steppe e a Bak: ma a quel punto il grande Jérôme aveva ancora 1'34" di vantaggio da amministrare nel migliore dei modi. E il vincitore della tappa ordinaria, Farrar, paga la bellezza di 5'57".
In classifica Perdent allunga decisamente, ricacciando Muravyev indietro a 2'43", Van de Walle a 3'55", Terpstra a 7'13" e Engels a 8'03". Oggi sul Mûr-de-Bretagne attendiamo nuovi risvolti e soprattutto grandi distacchi (anche se la maglia gialla Hushovd è già lontanissima, a 19'08"). Certo, questa doppietta di Jérôme ci spingerebbe a dire che per noi il Tour può pure finire così, ma confidiamo che il nostro nuovo beniamino ci possa regalare altre emozioni, a partire proprio dalla tappa odierna.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Vincent JérômeCari ragazzi, non siamo più al cospetto di un caso, di una coincidenza, di una prestazione estemporanea. Vincent Jérôme è un fenomeno, altre che chiacchiere da bar. Anche gli espertoni da aperitivo della domenica (storicamente quelli che meno ne capiscono di ogni cosa) si saranno resi conto stavolta che qui c'è della ciccia. In effetti era difficile non accorgersene: non si vincono due tappe al contrario in tre giorni di Tour de France se non si hanno delle caratteristiche da autentici fuoriclasse. E il nostro Perdent questo ha fatto, è riuscito nell'incredibile impresa. Già vincitore solitario della prima frazione, si era limitato a controllare gli avversari nella cronosquadre. Avevamo temuto ieri che Dmitriy Muravyev, vecchio volpone delle steppe asiatiche, potesse rapidamente far declinare il sogno del francesino. Ma la risposta che Perdent ci ha dato oggi va oltre ogni più nera (nel senso della maglia) aspettativa.
Vestiti ancora una volta i panni del Previdente Asociale, il giovanotto della Europcar aveva messo una bandierina, sulla cartina di ieri, sul Pont de Saint-Nazaire: una maglia nera che si rispetti non può non staccarsi lì. E, puntuale come un'allergia a maggio, a 55 km dal traguardo, su quella rampa e tra quei piloni, Jérôme ha fatto il suo capolavoro: aiutato dapprima dal compagno Kern, Perdent se n'è poi andato da solo, esaltando ancora una volta la sua asocialità. E a nulla è valso il tentativo di inseguire il francese, organizzato in quattro e quattr'otto da quello che è già il rivale in un dualismo mitico, ovvero proprio Muravyev: ci si son messi in 7, a provare ad annullare il gap, ma non c'è stato niente da fare.
Alla fine è stato Niki Terpstra (a sua volta autore di un'ottima, lungimirante prova: era andato in fuga per stancarsi a puntino e tentare il colpaccio al contrario) a regolare gli altri sei, dietro a Engels, al Volpone delle Steppe e a Bak: ma a quel punto il grande Jérôme aveva ancora 1'34" di vantaggio da amministrare nel migliore dei modi. E il vincitore della tappa ordinaria, Farrar, paga la bellezza di 5'57".
In classifica Perdent allunga decisamente, ricacciando Muravyev indietro a 2'43", Van de Walle a 3'55", Terpstra a 7'13" e Engels a 8'03". Oggi sul Mûr-de-Bretagne attendiamo nuovi risvolti e soprattutto grandi distacchi (anche se la maglia gialla Hushovd è già lontanissima, a 19'08"). Certo, questa doppietta di Jérôme ci spingerebbe a dire che per noi il Tour può pure finire così, ma confidiamo che il nostro nuovo beniamino ci possa regalare altre emozioni, a partire proprio dalla tappa odierna.

Marco Grassi

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