La classifica al contrario
Tappa da volata, e volata è stata, anche bella corposa. E quando il risultato è incerto, appeso a un filo, suscettibile a ogni possibile colpo di vento, entrano in gioco i grossi calibri della nostra classifica al contrario. Anche se poi la vittoria è sfuggita ai più forti, visto che a regolare il drappello di 22 uomini giunti tutti con lo stesso tempo è stato Marcus Burghardt, un corridore che qualche anno fa sembrava destinato ad un'ombrosa carriera da vincitore ordinario di grandi classiche, e che invece ritroviamo con gioia al primo posto di un ordine d'arrivo al contrario, per giunta al Tour, dove tutto conta di più. Siamo contenti che il tedesco abbia finalmente fatto questo salto di qualità, del resto ci voleva una grande determinazione per imporsi nella decima tappa: per avere la dimensione di una simile affermazione, basta elencare i nomi di quelli che Burghardt si è lasciato dietro, nomi che fanno tremare i polsi.
Al secondo posto di giornata il sempre più immenso Vincent Jérôme, che dopo le imprese dei primi giorni sta correndo con un'oculatezza che farebbe l'invidia delle brave massaie di una volta. Senza spendere più del necessario, Perdent (questo il suo soprannome, per chi si fosse perso le puntate precedenti) controlla col cipiglio del lupo di mare tutto ciò che gli ruota intorno, con un occhio particolare per i rivali di classifica. In terza posizione una new entry della nostra rubrica, Yohann Gène, poi al quarto posto uno di quei ritorni che farebbero commuovere anche un sergente dell'Armata Rossa in pensione, ovvero quello di Dmitriy Muravyev, il Volpone delle Steppe che un po' tutti portiamo nel cuore. Quinto un altro frequentatore di questi lidi, Dani Navarro. L'ultimo dell'ordine d'arrivo al contrario, André Greipel, paga 7' tondi tondi, come tutti quelli arrivati ignominiosamente con lui.
Il bello è - e qui veniamo all'analisi della classifica - che, pur mancando la quarta vittoria di tappa in questa Grande Boucle, Jérôme ha allungato sui più immediati inseguitori, giunti tutti in un corposo gruppetto staccato di 1'01" dai migliori. E quindi, pur essendo la matematica un'opinione per molti, i conti sono comunque abbastanza facili: Steegmans secondo a 8'23" da Perdent, Engels terzo a 16'35", Isaichev quarto a 18'51". Solo il quinto della top-5, Amador, è riuscito a tenere le ruote della maglia nera, mantenendo il suo distacco a 18'56" (e avvicinando in questo modo quelli che lo precedono). Muravyev, ottavo, è a 23'18" da Jérôme; il 178esimo e ultimo, Voeckler, paga la bellezza di 1h35'50": sarà anche bravo, T-Blanc, ma nel suo Team Europcar c'è qualcuno molto più bravo... che lo sappia, invece di pavoneggiarsi tanto con quella maglia gialla.
Questo piccolo comune di circa 3000 abitanti ospita per la prima volta la carovana del Tour de France. I contatti con la ASO, però, erano iniziati già diversi anni fa ed erano state fatte le provi generali con due frazioni del Tour de l'Avenir. Nel 2005 si è disputata qui la decima e ultima tappa con vittoria di Sébastien Minard che potrebbe ricordarsi di quell'acuto per provare ad andare in fuga anche oggi; la seconda occasione è stata nel 2008 con un'impegnativa cronometro di 21 km: quel giorno vinse Taaramae davanti a Coppel, Rui Costa e Amador, tutti in gara in questo Tour de France.