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TourNotes 2011 - 10a tappa: Aurillac - Carmaux | Cicloweb

Il Portale del Ciclismo professionistico

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Il primo dei due giorni di riposo, alla vigilia della decima tappa, non fungerà da spartiacque tra due fasi del Tour, visto che da Aurillac a Carmaux il copione sarà bene o male simile a quello della prima settimana di gara. Tanto per cominciare, continua il lungo viaggio verso sud (verso i Pirenei, quindi) di un tracciato che taglia longitudinalmente la Francia al centro; e tanto per proseguire, riecco una tappa difficile da interpretare. I primi 60 km dopo la partenza sono abbastanza facili, poi un'infilata di un paio di côte in 10 km (Figeac e Loupiac) movimenterà le cose. Il che, però, non vuol dire che il gruppo si sfalderà: sì, nella seconda metà della frazione ci saranno altre due salitelle da non prendere sotto gamba (la Côte de Villefranche-de-Rouergue a 60 km dal traguardo e il Mirandol Bourgnounac ai -15), però il plotone se s'impegna potrà produrre una nuova volata di gruppo. Anche se i 20 km di discesa dopo Rieupeyroux (e subito prima del citato Mirandol) non dispiaceranno di sicuro ai fuggitivi eventualmente in azione.

Anche Betclic.it non ha fatto una scelta decisa tra la fuga e la volata. Mark Cavendish, assoluto mattatore delle quote nelle tappe pianeggianti, è dato "solo" a 3.25, seguito a distanza da Tyler Farrar, quotato a 8, con Alessandro Petacchi a 15. L'opzione "Altro", che di solito include i nomi da fuga del mattino, è una delle più basse dell'intero Tour finora, a 3, mentre sono tenuti in buona considerazione anche due finisseur già vittoriosi nei giorni scorsi come Philippe Gilbert e Edvald Boasson Hagen (entrambi con la quota di 10), il che fa pensare che non è esclusa neanche la possibilità di uno sprint a ranghi ristretti.

Aurillac

Aurillac, Orlhac in occitano, ha la nomea di essere la città più fredda della Francia. Vero, ma solo in riferimento a tutte le altre città che compaiono sui pannelli meteo delle televisioni francesi. La città sita nel dipartimento del Cantal è infatti quella che si trova a un'altitudine maggiore rispetto alle altre città rappresentate nella cartina delle trasmissioni meteo, 637 slm. La diceria è stata smascherata anche da un esperto che ha dimostrato il contrario andando ad analizzare tutte le rilevazioni delle temperature degli ultimi 80 anni.

Carmaux

Carmaux, cittadina della regione dei Midi-Pyrénées, sorge su un vasto giacimento di carbone, alla confluenza di tre fiumi, il Cerou, il Ceroc e il Candou e per tantissimi decenni ha fondato la propria economia proprio sull'industria mineraria a cui ultimamente ha affiancato una buona produzione di vetro. La presenza massiccia di classe operaia ne ha fatto storicamente una zona di agitazioni sindacali e nel 1892 il socialista Jean Jaurès, proprio dopo uno sciopero, fu capace di guadagnare un seggio al parlamento nazionale. Il Tour de France vi fa tappa per la prima volta.

Marco Fiorilla
Aurillac

Aurillac, Orlhac in occitano, ha la nomea di essere la città più fredda della Francia. Vero, ma solo in riferimento a tutte le altre città che compaiono sui pannelli meteo delle televisioni francesi. La città sita nel dipartimento del Cantal è infatti quella che si trova a un'altitudine maggiore rispetto alle altre città rappresentate nella cartina delle trasmissioni meteo, 637 slm. La diceria è stata smascherata anche da un esperto che ha dimostrato il contrario andando ad analizzare tutte le rilevazioni delle temperature degli ultimi 80 anni.

Carmaux

Carmaux, cittadina della regione dei Midi-Pyrénées, sorge su un vasto giacimento di carbone, alla confluenza di tre fiumi, il Cerou, il Ceroc e il Candou e per tantissimi decenni ha fondato la propria economia proprio sull'industria mineraria a cui ultimamente ha affiancato una buona produzione di vetro. La presenza massiccia di classe operaia ne ha fatto storicamente una zona di agitazioni sindacali e nel 1892 il socialista Jean Jaurès, proprio dopo uno sciopero, fu capace di guadagnare un seggio al parlamento nazionale. Il Tour de France vi fa tappa per la prima volta.

Aurillac

Aurillac, Orlhac in occitano, ha la nomea di essere la città più fredda della Francia. Vero, ma solo in riferimento a tutte le altre città che compaiono sui pannelli meteo delle televisioni francesi. La città sita nel dipartimento del Cantal è infatti quella che si trova a un'altitudine maggiore rispetto alle altre città rappresentate nella cartina delle trasmissioni meteo, 637 slm. La diceria è stata smascherata anche da un esperto che ha dimostrato il contrario andando ad analizzare tutte le rilevazioni delle temperature degli ultimi 80 anni.

Carmaux

Carmaux, cittadina della regione dei Midi-Pyrénées, sorge su un vasto giacimento di carbone, alla confluenza di tre fiumi, il Cerou, il Ceroc e il Candou e per tantissimi decenni ha fondato la propria economia proprio sull'industria mineraria a cui ultimamente ha affiancato una buona produzione di vetro. La presenza massiccia di classe operaia ne ha fatto storicamente una zona di agitazioni sindacali e nel 1892 il socialista Jean Jaurès, proprio dopo uno sciopero, fu capace di guadagnare un seggio al parlamento nazionale. Il Tour de France vi fa tappa per la prima volta.

Aurillac

Aurillac, Orlhac in occitano, ha la nomea di essere la città più fredda della Francia. Vero, ma solo in riferimento a tutte le altre città che compaiono sui pannelli meteo delle televisioni francesi. La città sita nel dipartimento del Cantal è infatti quella che si trova a un'altitudine maggiore rispetto alle altre città rappresentate nella cartina delle trasmissioni meteo, 637 slm. La diceria è stata smascherata anche da un esperto che ha dimostrato il contrario andando ad analizzare tutte le rilevazioni delle temperature degli ultimi 80 anni.

Carmaux

Carmaux, cittadina della regione dei Midi-Pyrénées, sorge su un vasto giacimento di carbone, alla confluenza di tre fiumi, il Cerou, il Ceroc e il Candou e per tantissimi decenni ha fondato la propria economia proprio sull'industria mineraria a cui ultimamente ha affiancato una buona produzione di vetro. La presenza massiccia di classe operaia ne ha fatto storicamente una zona di agitazioni sindacali e nel 1892 il socialista Jean Jaurès, proprio dopo uno sciopero, fu capace di guadagnare un seggio al parlamento nazionale. Il Tour de France vi fa tappa per la prima volta.

Aurillac

Aurillac, Orlhac in occitano, ha la nomea di essere la città più fredda della Francia. Vero, ma solo in riferimento a tutte le altre città che compaiono sui pannelli meteo delle televisioni francesi. La città sita nel dipartimento del Cantal è infatti quella che si trova a un'altitudine maggiore rispetto alle altre città rappresentate nella cartina delle trasmissioni meteo, 637 slm. La diceria è stata smascherata anche da un esperto che ha dimostrato il contrario andando ad analizzare tutte le rilevazioni delle temperature degli ultimi 80 anni.

Carmaux

Carmaux, cittadina della regione dei Midi-Pyrénées, sorge su un vasto giacimento di carbone, alla confluenza di tre fiumi, il Cerou, il Ceroc e il Candou e per tantissimi decenni ha fondato la propria economia proprio sull'industria mineraria a cui ultimamente ha affiancato una buona produzione di vetro. La presenza massiccia di classe operaia ne ha fatto storicamente una zona di agitazioni sindacali e nel 1892 il socialista Jean Jaurès, proprio dopo uno sciopero, fu capace di guadagnare un seggio al parlamento nazionale. Il Tour de France vi fa tappa per la prima volta.

Aurillac

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Carmaux

Carmaux, cittadina della regione dei Midi-Pyrénées, sorge su un vasto giacimento di carbone, alla confluenza di tre fiumi, il Cerou, il Ceroc e il Candou e per tantissimi decenni ha fondato la propria economia proprio sull'industria mineraria a cui ultimamente ha affiancato una buona produzione di vetro. La presenza massiccia di classe operaia ne ha fatto storicamente una zona di agitazioni sindacali e nel 1892 il socialista Jean Jaurès, proprio dopo uno sciopero, fu capace di guadagnare un seggio al parlamento nazionale. Il Tour de France vi fa tappa per la prima volta.

Meteo

13.40 - Aurillac
15.30 - Villeneuve
17.20 - Carmaux

Soggetti Alternativi

Partecipa al suo secondo Tour de France dopo aver portato a termine anche una Vuelta e un Giro d'Italia. Ottimo passista che nelle categorie giovanili ha praticato anche MTB e Ciclocross, nei primi anni da professionista ha corso con la piccola squadra asiatica Marco Polo. Ha raccolto spesso buoni risultati in brevi corse a tappe, tra cui spiccano i successi al Giro del Belgio e al Tour of Qinghai Lake nel 2006. E' stato però in questo 2011 che ha ottenuto uno dei suoi risultati più prestigiosi con un sorprendente 3° posto ottenuto alla Parigi-Roubaix. Compito principale della sua Grande Boucle è quello di lavorare per i propri capitani soprattutto nelle tappe pianeggianti o discretamente mosse, in special modo per Robert Gesink. Se si presenterà l'occasione può tentare la fuga, in cui poter quindi ammirare l'allungo di...Tjallingii!

Vivian Ghianni

Partecipa al suo secondo Tour de France dopo aver portato a termine anche una Vuelta e un Giro d'Italia. Ottimo passista che nelle categorie giovanili ha praticato anche MTB e Ciclocross, nei primi anni da professionista ha corso con la piccola squadra asiatica Marco Polo. Ha raccolto spesso buoni risultati in brevi corse a tappe, tra cui spiccano i successi al Giro del Belgio e al Tour of Qinghai Lake nel 2006. E' stato però in questo 2011 che ha ottenuto uno dei suoi risultati più prestigiosi con un sorprendente 3° posto ottenuto alla Parigi-Roubaix. Compito principale della sua Grande Boucle è quello di lavorare per i propri capitani soprattutto nelle tappe pianeggianti o discretamente mosse, in special modo per Robert Gesink. Se si presenterà l'occasione può tentare la fuga, in cui poter quindi ammirare l'allungo di...Tjallingii!

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Partecipa al suo secondo Tour de France dopo aver portato a termine anche una Vuelta e un Giro d'Italia. Ottimo passista che nelle categorie giovanili ha praticato anche MTB e Ciclocross, nei primi anni da professionista ha corso con la piccola squadra asiatica Marco Polo. Ha raccolto spesso buoni risultati in brevi corse a tappe, tra cui spiccano i successi al Giro del Belgio e al Tour of Qinghai Lake nel 2006. E' stato però in questo 2011 che ha ottenuto uno dei suoi risultati più prestigiosi con un sorprendente 3° posto ottenuto alla Parigi-Roubaix. Compito principale della sua Grande Boucle è quello di lavorare per i propri capitani soprattutto nelle tappe pianeggianti o discretamente mosse, in special modo per Robert Gesink. Se si presenterà l'occasione può tentare la fuga, in cui poter quindi ammirare l'allungo di...Tjallingii!

TourTweet

tvgarderen88: Solo 6 giorni prima del prossimo giorno di riposo...

manuelquinziato: Ci sono altissime probabilità di battere il mio personale record di ore di sonno nell'arco di una giornata!

MarkCavendish: Ho fatto un sogno (incubo) la notte scorsa. Avevano cambiato un traguardo volante e io non lo sapevo. Questo Tour ti assorbe completamente!

Roman86_K: Abbiamo perso il nostro leader Vino ma per fortuna ora sta meglio. L'Astana lotterà fino alla fine per una vittoria di tappa ora!

La classifica al contrario

Fabrice JeandesbozFabrice Jeandesboz è un giocoso 26enne che non si offenderà certo se diremo che nel ciclismo non aveva ancora fatto niente di importante fino a domenica. In fondo è la verità, e non c'è nulla di male a essere realisti. Nella nona tappa del Tour, però tutto cambia: basta un successo al contrario e una carriera può spiccare il volo: Fabrice lo sapeva e si è comportato di conseguenza, in una frazione in cui essere i più lenti della comitiva gialla non bastava, bisognava anche essere i più guardinghi. Per qualche arcano motivo, infatti, qualcuno molto in alto non voleva la vittoria al contrario di Jeandesboz. Qualcuno che può muovere uomini e mezzi, e mandarne qualcuno chiaramente prezzolato a investire i corridori, dopo che non ha funzionato il vecchio trucco della curva a sinistra con cartello che indica destra: lo scherzone della discesa del Pas du Peyrol doveva proprio servire a far cadere molti corridori in modo da aumentare il numero di quelli che avrebbero potuto contendere il successo a un Jeandesboz già certosinamente staccato dai primi chilometri.
Ma qualcosa non ha funzionato nel piano, la maggior parte di quelle mammolette finite per terra o giù dalla scarpata si sono fratturati qua e là, e hanno abbandonato direttamente la corsa. Allora è stato necessario il piano B, e stavolta le cose sono andate meglio visto che la macchina che come tutti sanno ha buttato giù Flecha e Hoogerland ha badato bene di non rompere ossa, ma solo di provocare spavento e qualche trascurabile taglietto. Ma anche in questo caso il diavolo ha fatto le pentole ma non i coperchi, visto che sia Juan Antonio che Johnny non sono riusciti, malgrado cotanto aiuto, a impensierire i primi della nostra speciale classifica di giornata.
È finita così con Fabrice primo con 20" su Niki Terpstra (lui molto più bravo degli investiti, visto che ha saputo giungere a un passo dal successo malgrado fosse presente nella fuga del mattino, e senza bisogno di spalmarsi sul filo spinato), 22" su Mark Cavendish (ottimamente pilotato nel finale da uno dei suoi 600 apripista, nell'occasione Eisel), e 37" su Dumoulin. Lotta serrata sì, ma vincitore ordinario lontanissimo (21'48" il ritardo di LL Sánchez).
Capitolo classifica: il nostro idolo Vincent Jérôme ha voluto vivere un giorno tranquillo, per cui si è limitato a controllare gli avversari più vicini, e quindi lo ritroviamo coi medesimi distacchi di ieri: 7'22" su Steegmans secondo, 15'34" su Engels terzo, 17'50" su Isaichev che era quinto e ora è quarto, visto che, dopo un fugace momento di di gloria, Hernández è uscito momentaneamente di classifica. Al quinto posto adesso troviamo Andrey Amador, interessante elemento proveniente nientemeno che dal Costarica, che paga 18'56" a Perdent. Nulla in confronto dell'1h28'50" che separa la nuova maglia gialla Thomas Voeckler dalla nostra impareggiabile maglia nera.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Fabrice JeandesbozFabrice Jeandesboz è un giocoso 26enne che non si offenderà certo se diremo che nel ciclismo non aveva ancora fatto niente di importante fino a domenica. In fondo è la verità, e non c'è nulla di male a essere realisti. Nella nona tappa del Tour, però tutto cambia: basta un successo al contrario e una carriera può spiccare il volo: Fabrice lo sapeva e si è comportato di conseguenza, in una frazione in cui essere i più lenti della comitiva gialla non bastava, bisognava anche essere i più guardinghi. Per qualche arcano motivo, infatti, qualcuno molto in alto non voleva la vittoria al contrario di Jeandesboz. Qualcuno che può muovere uomini e mezzi, e mandarne qualcuno chiaramente prezzolato a investire i corridori, dopo che non ha funzionato il vecchio trucco della curva a sinistra con cartello che indica destra: lo scherzone della discesa del Pas du Peyrol doveva proprio servire a far cadere molti corridori in modo da aumentare il numero di quelli che avrebbero potuto contendere il successo a un Jeandesboz già certosinamente staccato dai primi chilometri.
Ma qualcosa non ha funzionato nel piano, la maggior parte di quelle mammolette finite per terra o giù dalla scarpata si sono fratturati qua e là, e hanno abbandonato direttamente la corsa. Allora è stato necessario il piano B, e stavolta le cose sono andate meglio visto che la macchina che come tutti sanno ha buttato giù Flecha e Hoogerland ha badato bene di non rompere ossa, ma solo di provocare spavento e qualche trascurabile taglietto. Ma anche in questo caso il diavolo ha fatto le pentole ma non i coperchi, visto che sia Juan Antonio che Johnny non sono riusciti, malgrado cotanto aiuto, a impensierire i primi della nostra speciale classifica di giornata.
È finita così con Fabrice primo con 20" su Niki Terpstra (lui molto più bravo degli investiti, visto che ha saputo giungere a un passo dal successo malgrado fosse presente nella fuga del mattino, e senza bisogno di spalmarsi sul filo spinato), 22" su Mark Cavendish (ottimamente pilotato nel finale da uno dei suoi 600 apripista, nell'occasione Eisel), e 37" su Dumoulin. Lotta serrata sì, ma vincitore ordinario lontanissimo (21'48" il ritardo di LL Sánchez).
Capitolo classifica: il nostro idolo Vincent Jérôme ha voluto vivere un giorno tranquillo, per cui si è limitato a controllare gli avversari più vicini, e quindi lo ritroviamo coi medesimi distacchi di ieri: 7'22" su Steegmans secondo, 15'34" su Engels terzo, 17'50" su Isaichev che era quinto e ora è quarto, visto che, dopo un fugace momento di di gloria, Hernández è uscito momentaneamente di classifica. Al quinto posto adesso troviamo Andrey Amador, interessante elemento proveniente nientemeno che dal Costarica, che paga 18'56" a Perdent. Nulla in confronto dell'1h28'50" che separa la nuova maglia gialla Thomas Voeckler dalla nostra impareggiabile maglia nera.

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2011 – 10a tappa
Rassegna TourNotes 2011 – 10a tappa
Rassegna TourNotes 2011 – 10a tappa
Rassegna TourNotes 2011 – 10a tappa
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La classifica al contrario

Fabrice JeandesbozFabrice Jeandesboz è un giocoso 26enne che non si offenderà certo se diremo che nel ciclismo non aveva ancora fatto niente di importante fino a domenica. In fondo è la verità, e non c'è nulla di male a essere realisti. Nella nona tappa del Tour, però tutto cambia: basta un successo al contrario e una carriera può spiccare il volo: Fabrice lo sapeva e si è comportato di conseguenza, in una frazione in cui essere i più lenti della comitiva gialla non bastava, bisognava anche essere i più guardinghi. Per qualche arcano motivo, infatti, qualcuno molto in alto non voleva la vittoria al contrario di Jeandesboz. Qualcuno che può muovere uomini e mezzi, e mandarne qualcuno chiaramente prezzolato a investire i corridori, dopo che non ha funzionato il vecchio trucco della curva a sinistra con cartello che indica destra: lo scherzone della discesa del Pas du Peyrol doveva proprio servire a far cadere molti corridori in modo da aumentare il numero di quelli che avrebbero potuto contendere il successo a un Jeandesboz già certosinamente staccato dai primi chilometri.
Ma qualcosa non ha funzionato nel piano, la maggior parte di quelle mammolette finite per terra o giù dalla scarpata si sono fratturati qua e là, e hanno abbandonato direttamente la corsa. Allora è stato necessario il piano B, e stavolta le cose sono andate meglio visto che la macchina che come tutti sanno ha buttato giù Flecha e Hoogerland ha badato bene di non rompere ossa, ma solo di provocare spavento e qualche trascurabile taglietto. Ma anche in questo caso il diavolo ha fatto le pentole ma non i coperchi, visto che sia Juan Antonio che Johnny non sono riusciti, malgrado cotanto aiuto, a impensierire i primi della nostra speciale classifica di giornata.
È finita così con Fabrice primo con 20" su Niki Terpstra (lui molto più bravo degli investiti, visto che ha saputo giungere a un passo dal successo malgrado fosse presente nella fuga del mattino, e senza bisogno di spalmarsi sul filo spinato), 22" su Mark Cavendish (ottimamente pilotato nel finale da uno dei suoi 600 apripista, nell'occasione Eisel), e 37" su Dumoulin. Lotta serrata sì, ma vincitore ordinario lontanissimo (21'48" il ritardo di LL Sánchez).
Capitolo classifica: il nostro idolo Vincent Jérôme ha voluto vivere un giorno tranquillo, per cui si è limitato a controllare gli avversari più vicini, e quindi lo ritroviamo coi medesimi distacchi di ieri: 7'22" su Steegmans secondo, 15'34" su Engels terzo, 17'50" su Isaichev che era quinto e ora è quarto, visto che, dopo un fugace momento di di gloria, Hernández è uscito momentaneamente di classifica. Al quinto posto adesso troviamo Andrey Amador, interessante elemento proveniente nientemeno che dal Costarica, che paga 18'56" a Perdent. Nulla in confronto dell'1h28'50" che separa la nuova maglia gialla Thomas Voeckler dalla nostra impareggiabile maglia nera.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Fabrice JeandesbozFabrice Jeandesboz è un giocoso 26enne che non si offenderà certo se diremo che nel ciclismo non aveva ancora fatto niente di importante fino a domenica. In fondo è la verità, e non c'è nulla di male a essere realisti. Nella nona tappa del Tour, però tutto cambia: basta un successo al contrario e una carriera può spiccare il volo: Fabrice lo sapeva e si è comportato di conseguenza, in una frazione in cui essere i più lenti della comitiva gialla non bastava, bisognava anche essere i più guardinghi. Per qualche arcano motivo, infatti, qualcuno molto in alto non voleva la vittoria al contrario di Jeandesboz. Qualcuno che può muovere uomini e mezzi, e mandarne qualcuno chiaramente prezzolato a investire i corridori, dopo che non ha funzionato il vecchio trucco della curva a sinistra con cartello che indica destra: lo scherzone della discesa del Pas du Peyrol doveva proprio servire a far cadere molti corridori in modo da aumentare il numero di quelli che avrebbero potuto contendere il successo a un Jeandesboz già certosinamente staccato dai primi chilometri.
Ma qualcosa non ha funzionato nel piano, la maggior parte di quelle mammolette finite per terra o giù dalla scarpata si sono fratturati qua e là, e hanno abbandonato direttamente la corsa. Allora è stato necessario il piano B, e stavolta le cose sono andate meglio visto che la macchina che come tutti sanno ha buttato giù Flecha e Hoogerland ha badato bene di non rompere ossa, ma solo di provocare spavento e qualche trascurabile taglietto. Ma anche in questo caso il diavolo ha fatto le pentole ma non i coperchi, visto che sia Juan Antonio che Johnny non sono riusciti, malgrado cotanto aiuto, a impensierire i primi della nostra speciale classifica di giornata.
È finita così con Fabrice primo con 20" su Niki Terpstra (lui molto più bravo degli investiti, visto che ha saputo giungere a un passo dal successo malgrado fosse presente nella fuga del mattino, e senza bisogno di spalmarsi sul filo spinato), 22" su Mark Cavendish (ottimamente pilotato nel finale da uno dei suoi 600 apripista, nell'occasione Eisel), e 37" su Dumoulin. Lotta serrata sì, ma vincitore ordinario lontanissimo (21'48" il ritardo di LL Sánchez).
Capitolo classifica: il nostro idolo Vincent Jérôme ha voluto vivere un giorno tranquillo, per cui si è limitato a controllare gli avversari più vicini, e quindi lo ritroviamo coi medesimi distacchi di ieri: 7'22" su Steegmans secondo, 15'34" su Engels terzo, 17'50" su Isaichev che era quinto e ora è quarto, visto che, dopo un fugace momento di di gloria, Hernández è uscito momentaneamente di classifica. Al quinto posto adesso troviamo Andrey Amador, interessante elemento proveniente nientemeno che dal Costarica, che paga 18'56" a Perdent. Nulla in confronto dell'1h28'50" che separa la nuova maglia gialla Thomas Voeckler dalla nostra impareggiabile maglia nera.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Fabrice JeandesbozFabrice Jeandesboz è un giocoso 26enne che non si offenderà certo se diremo che nel ciclismo non aveva ancora fatto niente di importante fino a domenica. In fondo è la verità, e non c'è nulla di male a essere realisti. Nella nona tappa del Tour, però tutto cambia: basta un successo al contrario e una carriera può spiccare il volo: Fabrice lo sapeva e si è comportato di conseguenza, in una frazione in cui essere i più lenti della comitiva gialla non bastava, bisognava anche essere i più guardinghi. Per qualche arcano motivo, infatti, qualcuno molto in alto non voleva la vittoria al contrario di Jeandesboz. Qualcuno che può muovere uomini e mezzi, e mandarne qualcuno chiaramente prezzolato a investire i corridori, dopo che non ha funzionato il vecchio trucco della curva a sinistra con cartello che indica destra: lo scherzone della discesa del Pas du Peyrol doveva proprio servire a far cadere molti corridori in modo da aumentare il numero di quelli che avrebbero potuto contendere il successo a un Jeandesboz già certosinamente staccato dai primi chilometri.
Ma qualcosa non ha funzionato nel piano, la maggior parte di quelle mammolette finite per terra o giù dalla scarpata si sono fratturati qua e là, e hanno abbandonato direttamente la corsa. Allora è stato necessario il piano B, e stavolta le cose sono andate meglio visto che la macchina che come tutti sanno ha buttato giù Flecha e Hoogerland ha badato bene di non rompere ossa, ma solo di provocare spavento e qualche trascurabile taglietto. Ma anche in questo caso il diavolo ha fatto le pentole ma non i coperchi, visto che sia Juan Antonio che Johnny non sono riusciti, malgrado cotanto aiuto, a impensierire i primi della nostra speciale classifica di giornata.
È finita così con Fabrice primo con 20" su Niki Terpstra (lui molto più bravo degli investiti, visto che ha saputo giungere a un passo dal successo malgrado fosse presente nella fuga del mattino, e senza bisogno di spalmarsi sul filo spinato), 22" su Mark Cavendish (ottimamente pilotato nel finale da uno dei suoi 600 apripista, nell'occasione Eisel), e 37" su Dumoulin. Lotta serrata sì, ma vincitore ordinario lontanissimo (21'48" il ritardo di LL Sánchez).
Capitolo classifica: il nostro idolo Vincent Jérôme ha voluto vivere un giorno tranquillo, per cui si è limitato a controllare gli avversari più vicini, e quindi lo ritroviamo coi medesimi distacchi di ieri: 7'22" su Steegmans secondo, 15'34" su Engels terzo, 17'50" su Isaichev che era quinto e ora è quarto, visto che, dopo un fugace momento di di gloria, Hernández è uscito momentaneamente di classifica. Al quinto posto adesso troviamo Andrey Amador, interessante elemento proveniente nientemeno che dal Costarica, che paga 18'56" a Perdent. Nulla in confronto dell'1h28'50" che separa la nuova maglia gialla Thomas Voeckler dalla nostra impareggiabile maglia nera.

Marco Grassi

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Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano