Il Portale del Ciclismo professionistico

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Quella odierna è la tappa più lunga del Tour con i suoi 227 km e sarà proprio il chilometraggio elevato, unito al gran caldo, l'insidia maggiore: il percorso, infatti, sarà prevalentemente pianeggiante con qualche strappetto e quattro Gpm di quarta categoria (due negli ultimi 50 km). Un arrivo, quindi, che fa gola ai velocisti a maggior ragione che ora Cavendish sembra essersi sbloccato: molto dipenderà dalle tattiche di gara perché tra leader da proteggere, ritiri e corridori malconci non tutte le squadre avranno l'intenzione di tirare per più di 200 km; occhio quindi alle fughe dalla lunga distanza perché ora che si avvicinano le montagne alla Saxo Bank potrebbe anche non dispiacere affatto perdere per qualche giorno la maglia gialla.

Montargis

Essendo Montargis a solo un'ora di macchina da Parigi, le poche volte in cui il Tour ha ivi fatto tappa è stato a fine corsa o quasi. Tranne nell'ultima occasione, anno 2005: si arriva da Chambord per la quinta tappa e lo sprint è appannaggio di Robbie McEwen su Boonen e Hushovd. La prima occasione a Montargis fu nel 1969: Herman Van Springel si impose battendo i compagni di fuga su un traguardo insolito e difficile da interpretare, una pista di atletica (Montargis ospita una società sportiva importante, tra i suoi tesserati c'è Salim Sdiri, detentore del record francese di salto in lungo). Il giorno dopo si riparte per una semitappa verso Creteil: l'altra semitappa è l'ultima di quel Tour de France, si arriva sugli Champs Elysèes. Anche nel 1976 fu sede, solo di partenza, della penultima tappa: direzione Versailles.

Gueugnon

Vi racconto una favola. Immaginate di vivere in un paese di 8000 abitanti (se ciò già non avviene), con una squadra di calcio che milita nella serie B francese. E non solo, immaginate che questa squadra arrivi alla finale della Coupe de France contro il Paris Saint-Germain ed espugni con un perentorio 2-0 il Parco dei Principi di fronte a 77mila spettatori ammutoliti, conquistando tra l'altro un biglietto per l'Europa. È la favola dei Forgerons (nome derivante dal fatto che negli anni '60 la città diventò prima produttrice mondiale di acciaio inossidabile), alias Gueugnon FC, concretizzatasi nell'anno Domini 2000. Il paese della Borgogna, che non ha mai ospitato il Tour de France ed ha origine romana, si presta molto a un turismo bucolico.

Nicola Stufano
Montargis

Essendo Montargis a solo un'ora di macchina da Parigi, le poche volte in cui il Tour ha ivi fatto tappa è stato a fine corsa o quasi. Tranne nell'ultima occasione, anno 2005: si arriva da Chambord per la quinta tappa e lo sprint è appannaggio di Robbie McEwen su Boonen e Hushovd. La prima occasione a Montargis fu nel 1969: Herman Van Springel si impose battendo i compagni di fuga su un traguardo insolito e difficile da interpretare, una pista di atletica (Montargis ospita una società sportiva importante, tra i suoi tesserati c'è Salim Sdiri, detentore del record francese di salto in lungo). Il giorno dopo si riparte per una semitappa verso Creteil: l'altra semitappa è l'ultima di quel Tour de France, si arriva sugli Champs Elysèes. Anche nel 1976 fu sede, solo di partenza, della penultima tappa: direzione Versailles.

Gueugnon

Vi racconto una favola. Immaginate di vivere in un paese di 8000 abitanti (se ciò già non avviene), con una squadra di calcio che milita nella serie B francese. E non solo, immaginate che questa squadra arrivi alla finale della Coupe de France contro il Paris Saint-Germain ed espugni con un perentorio 2-0 il Parco dei Principi di fronte a 77mila spettatori ammutoliti, conquistando tra l'altro un biglietto per l'Europa. È la favola dei Forgerons (nome derivante dal fatto che negli anni '60 la città diventò prima produttrice mondiale di acciaio inossidabile), alias Gueugnon FC, concretizzatasi nell'anno Domini 2000. Il paese della Borgogna, che non ha mai ospitato il Tour de France ed ha origine romana, si presta molto a un turismo bucolico.

Montargis

Essendo Montargis a solo un'ora di macchina da Parigi, le poche volte in cui il Tour ha ivi fatto tappa è stato a fine corsa o quasi. Tranne nell'ultima occasione, anno 2005: si arriva da Chambord per la quinta tappa e lo sprint è appannaggio di Robbie McEwen su Boonen e Hushovd. La prima occasione a Montargis fu nel 1969: Herman Van Springel si impose battendo i compagni di fuga su un traguardo insolito e difficile da interpretare, una pista di atletica (Montargis ospita una società sportiva importante, tra i suoi tesserati c'è Salim Sdiri, detentore del record francese di salto in lungo). Il giorno dopo si riparte per una semitappa verso Creteil: l'altra semitappa è l'ultima di quel Tour de France, si arriva sugli Champs Elysèes. Anche nel 1976 fu sede, solo di partenza, della penultima tappa: direzione Versailles.

Gueugnon

Vi racconto una favola. Immaginate di vivere in un paese di 8000 abitanti (se ciò già non avviene), con una squadra di calcio che milita nella serie B francese. E non solo, immaginate che questa squadra arrivi alla finale della Coupe de France contro il Paris Saint-Germain ed espugni con un perentorio 2-0 il Parco dei Principi di fronte a 77mila spettatori ammutoliti, conquistando tra l'altro un biglietto per l'Europa. È la favola dei Forgerons (nome derivante dal fatto che negli anni '60 la città diventò prima produttrice mondiale di acciaio inossidabile), alias Gueugnon FC, concretizzatasi nell'anno Domini 2000. Il paese della Borgogna, che non ha mai ospitato il Tour de France ed ha origine romana, si presta molto a un turismo bucolico.

Montargis

Essendo Montargis a solo un'ora di macchina da Parigi, le poche volte in cui il Tour ha ivi fatto tappa è stato a fine corsa o quasi. Tranne nell'ultima occasione, anno 2005: si arriva da Chambord per la quinta tappa e lo sprint è appannaggio di Robbie McEwen su Boonen e Hushovd. La prima occasione a Montargis fu nel 1969: Herman Van Springel si impose battendo i compagni di fuga su un traguardo insolito e difficile da interpretare, una pista di atletica (Montargis ospita una società sportiva importante, tra i suoi tesserati c'è Salim Sdiri, detentore del record francese di salto in lungo). Il giorno dopo si riparte per una semitappa verso Creteil: l'altra semitappa è l'ultima di quel Tour de France, si arriva sugli Champs Elysèes. Anche nel 1976 fu sede, solo di partenza, della penultima tappa: direzione Versailles.

Gueugnon

Vi racconto una favola. Immaginate di vivere in un paese di 8000 abitanti (se ciò già non avviene), con una squadra di calcio che milita nella serie B francese. E non solo, immaginate che questa squadra arrivi alla finale della Coupe de France contro il Paris Saint-Germain ed espugni con un perentorio 2-0 il Parco dei Principi di fronte a 77mila spettatori ammutoliti, conquistando tra l'altro un biglietto per l'Europa. È la favola dei Forgerons (nome derivante dal fatto che negli anni '60 la città diventò prima produttrice mondiale di acciaio inossidabile), alias Gueugnon FC, concretizzatasi nell'anno Domini 2000. Il paese della Borgogna, che non ha mai ospitato il Tour de France ed ha origine romana, si presta molto a un turismo bucolico.

Montargis

Essendo Montargis a solo un'ora di macchina da Parigi, le poche volte in cui il Tour ha ivi fatto tappa è stato a fine corsa o quasi. Tranne nell'ultima occasione, anno 2005: si arriva da Chambord per la quinta tappa e lo sprint è appannaggio di Robbie McEwen su Boonen e Hushovd. La prima occasione a Montargis fu nel 1969: Herman Van Springel si impose battendo i compagni di fuga su un traguardo insolito e difficile da interpretare, una pista di atletica (Montargis ospita una società sportiva importante, tra i suoi tesserati c'è Salim Sdiri, detentore del record francese di salto in lungo). Il giorno dopo si riparte per una semitappa verso Creteil: l'altra semitappa è l'ultima di quel Tour de France, si arriva sugli Champs Elysèes. Anche nel 1976 fu sede, solo di partenza, della penultima tappa: direzione Versailles.

Gueugnon

Vi racconto una favola. Immaginate di vivere in un paese di 8000 abitanti (se ciò già non avviene), con una squadra di calcio che milita nella serie B francese. E non solo, immaginate che questa squadra arrivi alla finale della Coupe de France contro il Paris Saint-Germain ed espugni con un perentorio 2-0 il Parco dei Principi di fronte a 77mila spettatori ammutoliti, conquistando tra l'altro un biglietto per l'Europa. È la favola dei Forgerons (nome derivante dal fatto che negli anni '60 la città diventò prima produttrice mondiale di acciaio inossidabile), alias Gueugnon FC, concretizzatasi nell'anno Domini 2000. Il paese della Borgogna, che non ha mai ospitato il Tour de France ed ha origine romana, si presta molto a un turismo bucolico.

Montargis

Essendo Montargis a solo un'ora di macchina da Parigi, le poche volte in cui il Tour ha ivi fatto tappa è stato a fine corsa o quasi. Tranne nell'ultima occasione, anno 2005: si arriva da Chambord per la quinta tappa e lo sprint è appannaggio di Robbie McEwen su Boonen e Hushovd. La prima occasione a Montargis fu nel 1969: Herman Van Springel si impose battendo i compagni di fuga su un traguardo insolito e difficile da interpretare, una pista di atletica (Montargis ospita una società sportiva importante, tra i suoi tesserati c'è Salim Sdiri, detentore del record francese di salto in lungo). Il giorno dopo si riparte per una semitappa verso Creteil: l'altra semitappa è l'ultima di quel Tour de France, si arriva sugli Champs Elysèes. Anche nel 1976 fu sede, solo di partenza, della penultima tappa: direzione Versailles.

Gueugnon

Vi racconto una favola. Immaginate di vivere in un paese di 8000 abitanti (se ciò già non avviene), con una squadra di calcio che milita nella serie B francese. E non solo, immaginate che questa squadra arrivi alla finale della Coupe de France contro il Paris Saint-Germain ed espugni con un perentorio 2-0 il Parco dei Principi di fronte a 77mila spettatori ammutoliti, conquistando tra l'altro un biglietto per l'Europa. È la favola dei Forgerons (nome derivante dal fatto che negli anni '60 la città diventò prima produttrice mondiale di acciaio inossidabile), alias Gueugnon FC, concretizzatasi nell'anno Domini 2000. Il paese della Borgogna, che non ha mai ospitato il Tour de France ed ha origine romana, si presta molto a un turismo bucolico.

Meteo

12.00 - Montargis
14.35 - Brinon-sur-Beuvron
17.15 - Gueugnon

Soggetti Alternativi

Seconda partecipazione consecutiva al Tour de France per lui, sempre nelle file del Team Katusha dopo aver vestito in precedenza le casacche di AG2R e Unibet. Passista capace di buone prove sul pavé (vincitore dell'Het Volk da Under 23 e 12esimo nell'ultimo Giro delle Fiandre), è discretamente veloce anche se non è solito buttarsi negli sprint affollati. Può cercare anche la fuga da lontano, se è vero che proprio grazie ad una soluzione di questo tipo vinse una tappa e poi la classifica finale del Giro d'Irlanda nel 2008. In ogni caso, un altro Tour d'esperienza al servizio dei propri capitani, specie nelle tappe non troppo impegnative. Altrimenti si può sempre tentar la soluzione... d'(i)Stijn(to)!

Vivian Ghianni

Seconda partecipazione consecutiva al Tour de France per lui, sempre nelle file del Team Katusha dopo aver vestito in precedenza le casacche di AG2R e Unibet. Passista capace di buone prove sul pavé (vincitore dell'Het Volk da Under 23 e 12esimo nell'ultimo Giro delle Fiandre), è discretamente veloce anche se non è solito buttarsi negli sprint affollati. Può cercare anche la fuga da lontano, se è vero che proprio grazie ad una soluzione di questo tipo vinse una tappa e poi la classifica finale del Giro d'Irlanda nel 2008. In ogni caso, un altro Tour d'esperienza al servizio dei propri capitani, specie nelle tappe non troppo impegnative. Altrimenti si può sempre tentar la soluzione... d'(i)Stijn(to)!

Seconda partecipazione consecutiva al Tour de France per lui, sempre nelle file del Team Katusha dopo aver vestito in precedenza le casacche di AG2R e Unibet. Passista capace di buone prove sul pavé (vincitore dell'Het Volk da Under 23 e 12esimo nell'ultimo Giro delle Fiandre), è discretamente veloce anche se non è solito buttarsi negli sprint affollati. Può cercare anche la fuga da lontano, se è vero che proprio grazie ad una soluzione di questo tipo vinse una tappa e poi la classifica finale del Giro d'Irlanda nel 2008. In ogni caso, un altro Tour d'esperienza al servizio dei propri capitani, specie nelle tappe non troppo impegnative. Altrimenti si può sempre tentar la soluzione... d'(i)Stijn(to)!

Seconda partecipazione consecutiva al Tour de France per lui, sempre nelle file del Team Katusha dopo aver vestito in precedenza le casacche di AG2R e Unibet. Passista capace di buone prove sul pavé (vincitore dell'Het Volk da Under 23 e 12esimo nell'ultimo Giro delle Fiandre), è discretamente veloce anche se non è solito buttarsi negli sprint affollati. Può cercare anche la fuga da lontano, se è vero che proprio grazie ad una soluzione di questo tipo vinse una tappa e poi la classifica finale del Giro d'Irlanda nel 2008. In ogni caso, un altro Tour d'esperienza al servizio dei propri capitani, specie nelle tappe non troppo impegnative. Altrimenti si può sempre tentar la soluzione... d'(i)Stijn(to)!

Seconda partecipazione consecutiva al Tour de France per lui, sempre nelle file del Team Katusha dopo aver vestito in precedenza le casacche di AG2R e Unibet. Passista capace di buone prove sul pavé (vincitore dell'Het Volk da Under 23 e 12esimo nell'ultimo Giro delle Fiandre), è discretamente veloce anche se non è solito buttarsi negli sprint affollati. Può cercare anche la fuga da lontano, se è vero che proprio grazie ad una soluzione di questo tipo vinse una tappa e poi la classifica finale del Giro d'Irlanda nel 2008. In ogni caso, un altro Tour d'esperienza al servizio dei propri capitani, specie nelle tappe non troppo impegnative. Altrimenti si può sempre tentar la soluzione... d'(i)Stijn(to)!

Seconda partecipazione consecutiva al Tour de France per lui, sempre nelle file del Team Katusha dopo aver vestito in precedenza le casacche di AG2R e Unibet. Passista capace di buone prove sul pavé (vincitore dell'Het Volk da Under 23 e 12esimo nell'ultimo Giro delle Fiandre), è discretamente veloce anche se non è solito buttarsi negli sprint affollati. Può cercare anche la fuga da lontano, se è vero che proprio grazie ad una soluzione di questo tipo vinse una tappa e poi la classifica finale del Giro d'Irlanda nel 2008. In ogni caso, un altro Tour d'esperienza al servizio dei propri capitani, specie nelle tappe non troppo impegnative. Altrimenti si può sempre tentar la soluzione... d'(i)Stijn(to)!

TourTweet

nicholasroche: Pioggia pioggia pioggia... ieri tutti preoccupati per l'ondata di calore... beh non è durata poi molto!

RobbieHunter (ieri): Guardate un po' la nostra VIP room per la cena... L'hotel era così torrido che abbiamo deciso di cenare fuori... http://tweetphoto.com/31516856

schleckfrank (ieri): Ouch, ecco la mia clavicola rotta... ehm, volevo dire: riparata http://tweetphoto.com/31514264

ghincapie (ieri): Bello vedere Cav vincere oggi. La sua reazione? Questo è il vero Cav, quello che amiamo e stimiamo tutti.

RobbieHunter (ieri): Perché sono sveglio così tardi? Beh, l'aria condizionata nell'albergo è rotta... ah no, non c'è proprio! E quindi me ne sto bello sdraiato in una piscina... di sudore. Ho aperto la finestra, ma dà giusto sul parcheggio e c'è gente che continua ad andare e venire. Ora mancano solo le zanzare e sono a posto!

Les Quatre-Cents Coups (François Truffaut, 1959)

La locandina di Les Quatre-cents Coups - Foto www.allocine.fr

Chi è nato in prossimità della costa, o ha avuto modo di frequentare i litorali sin da piccolissimo, avrà sempre un gap nella vita: non potrà misurare l'effetto che dà il vedere per la prima volta il mare. Antoine Doinel invece quel momento se lo ricorderà per sempre, insieme al senso di sublime sopraffazione che aveva accompagnato il suo primo, inatteso incontro con quella enorme massa d'acqua. Lo consideravano una testa calda, un mezzo disadattato, un delinquentello buono per il riformatorio. A 14 anni Antoine Doinel era la pecora nera del gruppo. Poco amato dai genitori, la sua foga adolescenziale si risolveva in grossi guai per lui, respinto e messo all'indice da tutti. Eppure sapeva anche piangere. Amava il cinema e venerava Honoré de Balzac: quanto lontano dalla realtà possono portare le prime impressioni su una persona? Antoine Doinel, figlio di François Truffaut e fratello di Jean-Pierre Léaud, non morirà mai. Ha vissuto attraverso 5 film, in quella che forse è la saga più straordinaria della storia della celluloide, è cresciuto insieme al suo interprete (Léaud, appunto), che gli ha dato molto più di un'anima. Non si può non tifare per lui, non si può non innamorarsi della sua irruenza intellettuale. E non si può restare indifferenti di fronte a quella corsa verso il mare, finale meraviglioso di un film meraviglioso di un autore meraviglioso.

Marco Grassi

Les Quatre-Cents Coups (François Truffaut, 1959)

La locandina di Les Quatre-cents Coups - Foto www.allocine.fr

Chi è nato in prossimità della costa, o ha avuto modo di frequentare i litorali sin da piccolissimo, avrà sempre un gap nella vita: non potrà misurare l'effetto che dà il vedere per la prima volta il mare. Antoine Doinel invece quel momento se lo ricorderà per sempre, insieme al senso di sublime sopraffazione che aveva accompagnato il suo primo, inatteso incontro con quella enorme massa d'acqua. Lo consideravano una testa calda, un mezzo disadattato, un delinquentello buono per il riformatorio. A 14 anni Antoine Doinel era la pecora nera del gruppo. Poco amato dai genitori, la sua foga adolescenziale si risolveva in grossi guai per lui, respinto e messo all'indice da tutti. Eppure sapeva anche piangere. Amava il cinema e venerava Honoré de Balzac: quanto lontano dalla realtà possono portare le prime impressioni su una persona? Antoine Doinel, figlio di François Truffaut e fratello di Jean-Pierre Léaud, non morirà mai. Ha vissuto attraverso 5 film, in quella che forse è la saga più straordinaria della storia della celluloide, è cresciuto insieme al suo interprete (Léaud, appunto), che gli ha dato molto più di un'anima. Non si può non tifare per lui, non si può non innamorarsi della sua irruenza intellettuale. E non si può restare indifferenti di fronte a quella corsa verso il mare, finale meraviglioso di un film meraviglioso di un autore meraviglioso.

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna TourNotes 2010 – 6a tappa
Rassegna TourNotes 2010 – 6a tappa
Rassegna TourNotes 2010 – 6a tappa
Rassegna TourNotes 2010 – 6a tappa
Rassegna TourNotes 2010 – 6a tappa

Les Quatre-Cents Coups (François Truffaut, 1959)

La locandina di Les Quatre-cents Coups - Foto www.allocine.fr

Chi è nato in prossimità della costa, o ha avuto modo di frequentare i litorali sin da piccolissimo, avrà sempre un gap nella vita: non potrà misurare l'effetto che dà il vedere per la prima volta il mare. Antoine Doinel invece quel momento se lo ricorderà per sempre, insieme al senso di sublime sopraffazione che aveva accompagnato il suo primo, inatteso incontro con quella enorme massa d'acqua. Lo consideravano una testa calda, un mezzo disadattato, un delinquentello buono per il riformatorio. A 14 anni Antoine Doinel era la pecora nera del gruppo. Poco amato dai genitori, la sua foga adolescenziale si risolveva in grossi guai per lui, respinto e messo all'indice da tutti. Eppure sapeva anche piangere. Amava il cinema e venerava Honoré de Balzac: quanto lontano dalla realtà possono portare le prime impressioni su una persona? Antoine Doinel, figlio di François Truffaut e fratello di Jean-Pierre Léaud, non morirà mai. Ha vissuto attraverso 5 film, in quella che forse è la saga più straordinaria della storia della celluloide, è cresciuto insieme al suo interprete (Léaud, appunto), che gli ha dato molto più di un'anima. Non si può non tifare per lui, non si può non innamorarsi della sua irruenza intellettuale. E non si può restare indifferenti di fronte a quella corsa verso il mare, finale meraviglioso di un film meraviglioso di un autore meraviglioso.

Marco Grassi

Les Quatre-Cents Coups (François Truffaut, 1959)

La locandina di Les Quatre-cents Coups - Foto www.allocine.fr

Chi è nato in prossimità della costa, o ha avuto modo di frequentare i litorali sin da piccolissimo, avrà sempre un gap nella vita: non potrà misurare l'effetto che dà il vedere per la prima volta il mare. Antoine Doinel invece quel momento se lo ricorderà per sempre, insieme al senso di sublime sopraffazione che aveva accompagnato il suo primo, inatteso incontro con quella enorme massa d'acqua. Lo consideravano una testa calda, un mezzo disadattato, un delinquentello buono per il riformatorio. A 14 anni Antoine Doinel era la pecora nera del gruppo. Poco amato dai genitori, la sua foga adolescenziale si risolveva in grossi guai per lui, respinto e messo all'indice da tutti. Eppure sapeva anche piangere. Amava il cinema e venerava Honoré de Balzac: quanto lontano dalla realtà possono portare le prime impressioni su una persona? Antoine Doinel, figlio di François Truffaut e fratello di Jean-Pierre Léaud, non morirà mai. Ha vissuto attraverso 5 film, in quella che forse è la saga più straordinaria della storia della celluloide, è cresciuto insieme al suo interprete (Léaud, appunto), che gli ha dato molto più di un'anima. Non si può non tifare per lui, non si può non innamorarsi della sua irruenza intellettuale. E non si può restare indifferenti di fronte a quella corsa verso il mare, finale meraviglioso di un film meraviglioso di un autore meraviglioso.

Marco Grassi

Les Quatre-Cents Coups (François Truffaut, 1959)

La locandina di Les Quatre-cents Coups - Foto www.allocine.fr

Chi è nato in prossimità della costa, o ha avuto modo di frequentare i litorali sin da piccolissimo, avrà sempre un gap nella vita: non potrà misurare l'effetto che dà il vedere per la prima volta il mare. Antoine Doinel invece quel momento se lo ricorderà per sempre, insieme al senso di sublime sopraffazione che aveva accompagnato il suo primo, inatteso incontro con quella enorme massa d'acqua. Lo consideravano una testa calda, un mezzo disadattato, un delinquentello buono per il riformatorio. A 14 anni Antoine Doinel era la pecora nera del gruppo. Poco amato dai genitori, la sua foga adolescenziale si risolveva in grossi guai per lui, respinto e messo all'indice da tutti. Eppure sapeva anche piangere. Amava il cinema e venerava Honoré de Balzac: quanto lontano dalla realtà possono portare le prime impressioni su una persona? Antoine Doinel, figlio di François Truffaut e fratello di Jean-Pierre Léaud, non morirà mai. Ha vissuto attraverso 5 film, in quella che forse è la saga più straordinaria della storia della celluloide, è cresciuto insieme al suo interprete (Léaud, appunto), che gli ha dato molto più di un'anima. Non si può non tifare per lui, non si può non innamorarsi della sua irruenza intellettuale. E non si può restare indifferenti di fronte a quella corsa verso il mare, finale meraviglioso di un film meraviglioso di un autore meraviglioso.

Marco Grassi

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