Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Anche nella quarta tappa i primi 50 km sono un continuo saliscendi (con strappetti più impegnativi ad Acquafredda, Maratea, Fiuzzi), ma da Scalea in poi troviamo 140 km che, costeggiando il Mar Tirreno verso sud, sono privi di difficoltà (a parte una salitella a Paola al km 109). Lasciata la litoranea a 55 km dal traguardo, si costeggia il Lago Angitola e una volta lasciatoselo alle spalle si prende a salire verso Vibo Valentia. Lo strappo vero e proprio è quello di Maierato (4.5 km quasi al 6%), poi la strada spiana per 4 km prima di risalire per altri 4 km circa (al 4%) fino al Gpm. La discesa è abbastanza agevole, quindi qualche chilometro di pianura (interrotta da uno strappetto che porta a Soriano Calabro) precede il secondo Gpm di giornata, quello di Croce Ferrata. La salita è lunga 12 km, più dura nella prima metà (che ha una media del 7% di pendenza con qualche tratto anche oltre il 10), poi decisamente più leggera fino alla vetta, che dista appena 7 km dal traguardo. L'ultimo scorcio di tappa è pianeggiante, con una rampetta appena accennata a un chilometro dalla fine. Ma in quei 7 km in altopiano potrebbe succedere ancora di tutto (recupero degli inseguitori su eventuali attacchi precedenti, o aumento del vantaggio di chi sarà davanti, o anche scatti e controscatti tra gli ipotetici fuggitivi di giornata). I 246 km della tappa, uniti alle difficoltà del finale e al prevedibile grande caldo, renderanno la frazione più meridionale del Giro 2013 particolarmente insidiosa.

Policastro Bussentino

Policastro Bussentino è la maggiore frazione e borgo più popoloso del comune di Santa Marina, in provincia di Salerno. Con i suoi circa 2000 abitanti, Policastro, il cui nome originario è Pyxouspoi Buxentum, risale al V secolo a.C. Affacciata sulla costa tirrenica, al centro del golfo omonimo, vicino alla foce del fiume Bussento, Policastro è all'esordio con il Giro d'Italia. Nata come base strategica per i commerci della città dello Stretto con il Golfo di Taranto collegato attraverso il fiume Siris, divenne poi romana nel II secolo a.C. assumendo il nome Buxentum. Nel VII secolo fu sede di un castello bizantino e prese il nome di Policastro. Durante il periodo fascista, con l'accorpamento dei comuni di Ispani e Santa Marina, Policastro fu una frazione di Capitello. Policastro è una località balneare ma si caratterizza anche per la buona tavola: panzanella cilentana (briciole di pane, pomodoro, olio, basilico), pesce e verdure fritti e presentati nel "cuoppo" (cono di carta), pasta fresca ripiena di pesce i piatti tipici, accompagnato da un buon Cilento (bianco, rosso, rosato) o da un Aglianico

Serra San Bruno

È questa la località più meridionale del 96° Giro d'Italia. Serra San Bruno rappresenterà inoltre il primo ostacolo, con un finale non proprio semplice, anzi. Per la prima volta come sede di tappa della corsa rosa non c'è male... Con i suoi 6.954 abitanti si trova in provincia di Vibo Valentia, Calabria. Le prime abitazioni di quello che sarebbe divenuto il paese furono costruite per ospitare gli operai che lavoravano per i monaci della certosa di Santo Stefano e per l'eremo di Santa Maria per volere del fondatore, San Bruno, il quale aveva ottenuto dal conte normanno Ruggero d'Altavilla il terreno per le sue fondazioni monastiche. Da visitare, oltre ai luoghi legati a San Bruno, il grande Bosco di Archiforo ed il Bosco di Santa Maria, tra le abetine più belle. Nella zona il faggio, il castagno e l'abete bianco, con esemplari di piante gigantesche, secolari, formano un manto forestale molto fitto. Specialità culinarie della zona sono i purpietti di funghi (polpette fritte di funghi e carne trita), la cicerata (dolce al miele), la pasta alla serrese (con acciughe, capperi e pomodori). Le fiere principali che si tengono a Serra San Bruno sono la Fiera dell'Assunta (agosto), la Fiera di San Francesco (ottobre) e la Sagra del pesce azzurro (agosto).

Francesco Sulas
Policastro Bussentino

Policastro Bussentino è la maggiore frazione e borgo più popoloso del comune di Santa Marina, in provincia di Salerno. Con i suoi circa 2000 abitanti, Policastro, il cui nome originario è Pyxouspoi Buxentum, risale al V secolo a.C. Affacciata sulla costa tirrenica, al centro del golfo omonimo, vicino alla foce del fiume Bussento, Policastro è all'esordio con il Giro d'Italia. Nata come base strategica per i commerci della città dello Stretto con il Golfo di Taranto collegato attraverso il fiume Siris, divenne poi romana nel II secolo a.C. assumendo il nome Buxentum. Nel VII secolo fu sede di un castello bizantino e prese il nome di Policastro. Durante il periodo fascista, con l'accorpamento dei comuni di Ispani e Santa Marina, Policastro fu una frazione di Capitello. Policastro è una località balneare ma si caratterizza anche per la buona tavola: panzanella cilentana (briciole di pane, pomodoro, olio, basilico), pesce e verdure fritti e presentati nel "cuoppo" (cono di carta), pasta fresca ripiena di pesce i piatti tipici, accompagnato da un buon Cilento (bianco, rosso, rosato) o da un Aglianico

Serra San Bruno

È questa la località più meridionale del 96° Giro d'Italia. Serra San Bruno rappresenterà inoltre il primo ostacolo, con un finale non proprio semplice, anzi. Per la prima volta come sede di tappa della corsa rosa non c'è male... Con i suoi 6.954 abitanti si trova in provincia di Vibo Valentia, Calabria. Le prime abitazioni di quello che sarebbe divenuto il paese furono costruite per ospitare gli operai che lavoravano per i monaci della certosa di Santo Stefano e per l'eremo di Santa Maria per volere del fondatore, San Bruno, il quale aveva ottenuto dal conte normanno Ruggero d'Altavilla il terreno per le sue fondazioni monastiche. Da visitare, oltre ai luoghi legati a San Bruno, il grande Bosco di Archiforo ed il Bosco di Santa Maria, tra le abetine più belle. Nella zona il faggio, il castagno e l'abete bianco, con esemplari di piante gigantesche, secolari, formano un manto forestale molto fitto. Specialità culinarie della zona sono i purpietti di funghi (polpette fritte di funghi e carne trita), la cicerata (dolce al miele), la pasta alla serrese (con acciughe, capperi e pomodori). Le fiere principali che si tengono a Serra San Bruno sono la Fiera dell'Assunta (agosto), la Fiera di San Francesco (ottobre) e la Sagra del pesce azzurro (agosto).

Policastro Bussentino

Policastro Bussentino è la maggiore frazione e borgo più popoloso del comune di Santa Marina, in provincia di Salerno. Con i suoi circa 2000 abitanti, Policastro, il cui nome originario è Pyxouspoi Buxentum, risale al V secolo a.C. Affacciata sulla costa tirrenica, al centro del golfo omonimo, vicino alla foce del fiume Bussento, Policastro è all'esordio con il Giro d'Italia. Nata come base strategica per i commerci della città dello Stretto con il Golfo di Taranto collegato attraverso il fiume Siris, divenne poi romana nel II secolo a.C. assumendo il nome Buxentum. Nel VII secolo fu sede di un castello bizantino e prese il nome di Policastro. Durante il periodo fascista, con l'accorpamento dei comuni di Ispani e Santa Marina, Policastro fu una frazione di Capitello. Policastro è una località balneare ma si caratterizza anche per la buona tavola: panzanella cilentana (briciole di pane, pomodoro, olio, basilico), pesce e verdure fritti e presentati nel "cuoppo" (cono di carta), pasta fresca ripiena di pesce i piatti tipici, accompagnato da un buon Cilento (bianco, rosso, rosato) o da un Aglianico

Serra San Bruno

È questa la località più meridionale del 96° Giro d'Italia. Serra San Bruno rappresenterà inoltre il primo ostacolo, con un finale non proprio semplice, anzi. Per la prima volta come sede di tappa della corsa rosa non c'è male... Con i suoi 6.954 abitanti si trova in provincia di Vibo Valentia, Calabria. Le prime abitazioni di quello che sarebbe divenuto il paese furono costruite per ospitare gli operai che lavoravano per i monaci della certosa di Santo Stefano e per l'eremo di Santa Maria per volere del fondatore, San Bruno, il quale aveva ottenuto dal conte normanno Ruggero d'Altavilla il terreno per le sue fondazioni monastiche. Da visitare, oltre ai luoghi legati a San Bruno, il grande Bosco di Archiforo ed il Bosco di Santa Maria, tra le abetine più belle. Nella zona il faggio, il castagno e l'abete bianco, con esemplari di piante gigantesche, secolari, formano un manto forestale molto fitto. Specialità culinarie della zona sono i purpietti di funghi (polpette fritte di funghi e carne trita), la cicerata (dolce al miele), la pasta alla serrese (con acciughe, capperi e pomodori). Le fiere principali che si tengono a Serra San Bruno sono la Fiera dell'Assunta (agosto), la Fiera di San Francesco (ottobre) e la Sagra del pesce azzurro (agosto).

Policastro Bussentino

Policastro Bussentino è la maggiore frazione e borgo più popoloso del comune di Santa Marina, in provincia di Salerno. Con i suoi circa 2000 abitanti, Policastro, il cui nome originario è Pyxouspoi Buxentum, risale al V secolo a.C. Affacciata sulla costa tirrenica, al centro del golfo omonimo, vicino alla foce del fiume Bussento, Policastro è all'esordio con il Giro d'Italia. Nata come base strategica per i commerci della città dello Stretto con il Golfo di Taranto collegato attraverso il fiume Siris, divenne poi romana nel II secolo a.C. assumendo il nome Buxentum. Nel VII secolo fu sede di un castello bizantino e prese il nome di Policastro. Durante il periodo fascista, con l'accorpamento dei comuni di Ispani e Santa Marina, Policastro fu una frazione di Capitello. Policastro è una località balneare ma si caratterizza anche per la buona tavola: panzanella cilentana (briciole di pane, pomodoro, olio, basilico), pesce e verdure fritti e presentati nel "cuoppo" (cono di carta), pasta fresca ripiena di pesce i piatti tipici, accompagnato da un buon Cilento (bianco, rosso, rosato) o da un Aglianico

Serra San Bruno

È questa la località più meridionale del 96° Giro d'Italia. Serra San Bruno rappresenterà inoltre il primo ostacolo, con un finale non proprio semplice, anzi. Per la prima volta come sede di tappa della corsa rosa non c'è male... Con i suoi 6.954 abitanti si trova in provincia di Vibo Valentia, Calabria. Le prime abitazioni di quello che sarebbe divenuto il paese furono costruite per ospitare gli operai che lavoravano per i monaci della certosa di Santo Stefano e per l'eremo di Santa Maria per volere del fondatore, San Bruno, il quale aveva ottenuto dal conte normanno Ruggero d'Altavilla il terreno per le sue fondazioni monastiche. Da visitare, oltre ai luoghi legati a San Bruno, il grande Bosco di Archiforo ed il Bosco di Santa Maria, tra le abetine più belle. Nella zona il faggio, il castagno e l'abete bianco, con esemplari di piante gigantesche, secolari, formano un manto forestale molto fitto. Specialità culinarie della zona sono i purpietti di funghi (polpette fritte di funghi e carne trita), la cicerata (dolce al miele), la pasta alla serrese (con acciughe, capperi e pomodori). Le fiere principali che si tengono a Serra San Bruno sono la Fiera dell'Assunta (agosto), la Fiera di San Francesco (ottobre) e la Sagra del pesce azzurro (agosto).

Policastro Bussentino

Policastro Bussentino è la maggiore frazione e borgo più popoloso del comune di Santa Marina, in provincia di Salerno. Con i suoi circa 2000 abitanti, Policastro, il cui nome originario è Pyxouspoi Buxentum, risale al V secolo a.C. Affacciata sulla costa tirrenica, al centro del golfo omonimo, vicino alla foce del fiume Bussento, Policastro è all'esordio con il Giro d'Italia. Nata come base strategica per i commerci della città dello Stretto con il Golfo di Taranto collegato attraverso il fiume Siris, divenne poi romana nel II secolo a.C. assumendo il nome Buxentum. Nel VII secolo fu sede di un castello bizantino e prese il nome di Policastro. Durante il periodo fascista, con l'accorpamento dei comuni di Ispani e Santa Marina, Policastro fu una frazione di Capitello. Policastro è una località balneare ma si caratterizza anche per la buona tavola: panzanella cilentana (briciole di pane, pomodoro, olio, basilico), pesce e verdure fritti e presentati nel "cuoppo" (cono di carta), pasta fresca ripiena di pesce i piatti tipici, accompagnato da un buon Cilento (bianco, rosso, rosato) o da un Aglianico

Serra San Bruno

È questa la località più meridionale del 96° Giro d'Italia. Serra San Bruno rappresenterà inoltre il primo ostacolo, con un finale non proprio semplice, anzi. Per la prima volta come sede di tappa della corsa rosa non c'è male... Con i suoi 6.954 abitanti si trova in provincia di Vibo Valentia, Calabria. Le prime abitazioni di quello che sarebbe divenuto il paese furono costruite per ospitare gli operai che lavoravano per i monaci della certosa di Santo Stefano e per l'eremo di Santa Maria per volere del fondatore, San Bruno, il quale aveva ottenuto dal conte normanno Ruggero d'Altavilla il terreno per le sue fondazioni monastiche. Da visitare, oltre ai luoghi legati a San Bruno, il grande Bosco di Archiforo ed il Bosco di Santa Maria, tra le abetine più belle. Nella zona il faggio, il castagno e l'abete bianco, con esemplari di piante gigantesche, secolari, formano un manto forestale molto fitto. Specialità culinarie della zona sono i purpietti di funghi (polpette fritte di funghi e carne trita), la cicerata (dolce al miele), la pasta alla serrese (con acciughe, capperi e pomodori). Le fiere principali che si tengono a Serra San Bruno sono la Fiera dell'Assunta (agosto), la Fiera di San Francesco (ottobre) e la Sagra del pesce azzurro (agosto).

Policastro Bussentino

Policastro Bussentino è la maggiore frazione e borgo più popoloso del comune di Santa Marina, in provincia di Salerno. Con i suoi circa 2000 abitanti, Policastro, il cui nome originario è Pyxouspoi Buxentum, risale al V secolo a.C. Affacciata sulla costa tirrenica, al centro del golfo omonimo, vicino alla foce del fiume Bussento, Policastro è all'esordio con il Giro d'Italia. Nata come base strategica per i commerci della città dello Stretto con il Golfo di Taranto collegato attraverso il fiume Siris, divenne poi romana nel II secolo a.C. assumendo il nome Buxentum. Nel VII secolo fu sede di un castello bizantino e prese il nome di Policastro. Durante il periodo fascista, con l'accorpamento dei comuni di Ispani e Santa Marina, Policastro fu una frazione di Capitello. Policastro è una località balneare ma si caratterizza anche per la buona tavola: panzanella cilentana (briciole di pane, pomodoro, olio, basilico), pesce e verdure fritti e presentati nel "cuoppo" (cono di carta), pasta fresca ripiena di pesce i piatti tipici, accompagnato da un buon Cilento (bianco, rosso, rosato) o da un Aglianico

Serra San Bruno

È questa la località più meridionale del 96° Giro d'Italia. Serra San Bruno rappresenterà inoltre il primo ostacolo, con un finale non proprio semplice, anzi. Per la prima volta come sede di tappa della corsa rosa non c'è male... Con i suoi 6.954 abitanti si trova in provincia di Vibo Valentia, Calabria. Le prime abitazioni di quello che sarebbe divenuto il paese furono costruite per ospitare gli operai che lavoravano per i monaci della certosa di Santo Stefano e per l'eremo di Santa Maria per volere del fondatore, San Bruno, il quale aveva ottenuto dal conte normanno Ruggero d'Altavilla il terreno per le sue fondazioni monastiche. Da visitare, oltre ai luoghi legati a San Bruno, il grande Bosco di Archiforo ed il Bosco di Santa Maria, tra le abetine più belle. Nella zona il faggio, il castagno e l'abete bianco, con esemplari di piante gigantesche, secolari, formano un manto forestale molto fitto. Specialità culinarie della zona sono i purpietti di funghi (polpette fritte di funghi e carne trita), la cicerata (dolce al miele), la pasta alla serrese (con acciughe, capperi e pomodori). Le fiere principali che si tengono a Serra San Bruno sono la Fiera dell'Assunta (agosto), la Fiera di San Francesco (ottobre) e la Sagra del pesce azzurro (agosto).

Meteo

11.15 - Policastro Bussentino
14.20 - Amantea
17.25 - Serra San Bruno

Soggetti Alternativi

Terza partecipazione al Giro (solo lo scorso anno riuscì a portarlo a termine) per questo 29enne polacco, alla seconda stagione in maglia Omega Pharma dopo averne trascorse tre alla Vacansoleil. Atleta solido e generoso, sa tenere bene in salita ed è discretamente veloce in volata. Si è fatto notare in Italia anche tra gli Under 23 (podio al GP Industrie del Marmo e 10° al Liberazione nel 2005, 7° al Giro delle Regioni l'anno successivo). Ha buone qualità anche se finora non ha avuto la fama di vincente, anche se lo scorso anno la sua prima vittoria è giunta proprio nel campionato nazionale polacco in linea. Al Giro ha già sfiorato la vittoria lo scorso anno nella tappa di Porto Sant'Elpidio dove fu terzo, per cui potrebbe provare nuovamente ad inseguire quella vittoria che fa...Golas a molti!

Vivian Ghianni

Terza partecipazione al Giro (solo lo scorso anno riuscì a portarlo a termine) per questo 29enne polacco, alla seconda stagione in maglia Omega Pharma dopo averne trascorse tre alla Vacansoleil. Atleta solido e generoso, sa tenere bene in salita ed è discretamente veloce in volata. Si è fatto notare in Italia anche tra gli Under 23 (podio al GP Industrie del Marmo e 10° al Liberazione nel 2005, 7° al Giro delle Regioni l'anno successivo). Ha buone qualità anche se finora non ha avuto la fama di vincente, anche se lo scorso anno la sua prima vittoria è giunta proprio nel campionato nazionale polacco in linea. Al Giro ha già sfiorato la vittoria lo scorso anno nella tappa di Porto Sant'Elpidio dove fu terzo, per cui potrebbe provare nuovamente ad inseguire quella vittoria che fa...Golas a molti!

Terza partecipazione al Giro (solo lo scorso anno riuscì a portarlo a termine) per questo 29enne polacco, alla seconda stagione in maglia Omega Pharma dopo averne trascorse tre alla Vacansoleil. Atleta solido e generoso, sa tenere bene in salita ed è discretamente veloce in volata. Si è fatto notare in Italia anche tra gli Under 23 (podio al GP Industrie del Marmo e 10° al Liberazione nel 2005, 7° al Giro delle Regioni l'anno successivo). Ha buone qualità anche se finora non ha avuto la fama di vincente, anche se lo scorso anno la sua prima vittoria è giunta proprio nel campionato nazionale polacco in linea. Al Giro ha già sfiorato la vittoria lo scorso anno nella tappa di Porto Sant'Elpidio dove fu terzo, per cui potrebbe provare nuovamente ad inseguire quella vittoria che fa...Golas a molti!

Terza partecipazione al Giro (solo lo scorso anno riuscì a portarlo a termine) per questo 29enne polacco, alla seconda stagione in maglia Omega Pharma dopo averne trascorse tre alla Vacansoleil. Atleta solido e generoso, sa tenere bene in salita ed è discretamente veloce in volata. Si è fatto notare in Italia anche tra gli Under 23 (podio al GP Industrie del Marmo e 10° al Liberazione nel 2005, 7° al Giro delle Regioni l'anno successivo). Ha buone qualità anche se finora non ha avuto la fama di vincente, anche se lo scorso anno la sua prima vittoria è giunta proprio nel campionato nazionale polacco in linea. Al Giro ha già sfiorato la vittoria lo scorso anno nella tappa di Porto Sant'Elpidio dove fu terzo, per cui potrebbe provare nuovamente ad inseguire quella vittoria che fa...Golas a molti!

Terza partecipazione al Giro (solo lo scorso anno riuscì a portarlo a termine) per questo 29enne polacco, alla seconda stagione in maglia Omega Pharma dopo averne trascorse tre alla Vacansoleil. Atleta solido e generoso, sa tenere bene in salita ed è discretamente veloce in volata. Si è fatto notare in Italia anche tra gli Under 23 (podio al GP Industrie del Marmo e 10° al Liberazione nel 2005, 7° al Giro delle Regioni l'anno successivo). Ha buone qualità anche se finora non ha avuto la fama di vincente, anche se lo scorso anno la sua prima vittoria è giunta proprio nel campionato nazionale polacco in linea. Al Giro ha già sfiorato la vittoria lo scorso anno nella tappa di Porto Sant'Elpidio dove fu terzo, per cui potrebbe provare nuovamente ad inseguire quella vittoria che fa...Golas a molti!

Terza partecipazione al Giro (solo lo scorso anno riuscì a portarlo a termine) per questo 29enne polacco, alla seconda stagione in maglia Omega Pharma dopo averne trascorse tre alla Vacansoleil. Atleta solido e generoso, sa tenere bene in salita ed è discretamente veloce in volata. Si è fatto notare in Italia anche tra gli Under 23 (podio al GP Industrie del Marmo e 10° al Liberazione nel 2005, 7° al Giro delle Regioni l'anno successivo). Ha buone qualità anche se finora non ha avuto la fama di vincente, anche se lo scorso anno la sua prima vittoria è giunta proprio nel campionato nazionale polacco in linea. Al Giro ha già sfiorato la vittoria lo scorso anno nella tappa di Porto Sant'Elpidio dove fu terzo, per cui potrebbe provare nuovamente ad inseguire quella vittoria che fa...Golas a molti!

GiroTweet

@giovisco: Passare primo al Gpm e staccarsi in discesa... Impaurito da una "quasi" caduta e sceso come un esordiente. Grande @Ilgerva77!!!!

@FabioFelline: 3 su 3, anche oggi una bella foratura poco prima che iniziasse l'ultima salita! Oggi nn riesco a sorriderci su :(:(:(

@millarmind: Per quelli che pensano che @ryder_hesjedal abbia sprecato energie oggi, mi ha appena detto questo e ve lo riporto: "Non era neanche dura". Io l'ho trovata molto dura

@RGUpdate (Robert Gesink): Buona giornata al Giro per me! Un salto veloce giù dalla bici nell'ultima discesa dopo una curva scivolosa, nessun problema alla fine! #FeelingGood!

@PippoPozzato: Followers... Ho un domandone per voi: è più brutto il casco o l'occhiale del @Ilgerva77???? Rispondete SINCERAMENTE!!!!

@Ilgerva77 (Luca Paolini): Io di stupidi ne conosco, ma @PippoPozzato s'è la creme creme! Intanto piumone terapia 1 Freezer ghiaccia parti basse 0!!! #occhioaigeloni

Qualunquemente (Giulio Manfredonia, 2011)

Qualunquemente © www.wakeupnews.euSe c'è un personaggio potente, ma proprio potente apparso nella televisione italiana negli ultimi anni, è Cetto Laqualunque. Creato dal bravo Antonio Albanese una decina d'anni fa, è un politico calabrese corrotto nell'anima, orientato al cemento armato (e agli abusi edilizi), alle contumelie nei confronti degli avversari politici, all'esibizione dell'ignoranza più becera e di un'oratoria parecchio sgrammaticata, e soprattutto a "u pilu", ovvero alle donnine di facili costumi con cui riempire il vuoto di ogni altro valore. Inutile dire che, nel corso del decennio, molte delle cose che alle origini sembravano troppo paradossali per essere vere, sono diventate fatti di cronaca reale (protagonisti, i veri politici), tanto che La Qualunque è assurto al ruolo di rappresentazione ufficiale - per quanto grottesca - dei mali della "casta". Che abbia precorso i tempi Albanese, o che la realtà abbia superato la fantasia, sono due interpretazioni della medesima vicenda. Tanto era diventato popolare il personaggio, che è stato a un certo punto inevitabile farne un film. Qualunquemente sconta il passaggio dal piccolo al grande schermo delle imprese di Cetto: difficile replicare i ritmi degli irresistibili sketch televisivi in un prodotto lungo un'ora e mezza, fatale dover allungare il brodo con risultati alla fine contraddittori. La forza del personaggio, comunque, resta salva nel film di Giulio Manfredonia (già autore di esili ma garbate commedie), anche se alla corrosività della satira (già esplorata ed esaurita nelle ospitate in tv) si sovrappone la tendenza ad apprezzare ciò che già si conosce bene, da parte del pubblico. Un pubblico che, comunque, ha decretato alla pellicola un ottimo successo, tanto che è stato immediatamente girato un sequel (Tutto tutto, niente niente). Il materiale da cui trarre ispirazione, del resto, non accenna a diminuire, nelle vicende italiane.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Riprendendo la chiusa di ieri si può affermare che i nostri auspici si sono materializzati nel migliore dei modi; nella tappa conclusasi a Marina di Ascea i corridori italiani hanno occupato le prime due piazze, novità assoluta per questo Giro. Il vincitore è l'esperto Paolo Tiralongo dell'Astana che ha cercato durante la tappa di avvantaggiarsi in tutte le maniere, addirittura autosabotandosi per conquistare l'ambito successo. Secondo, distante 25", è Mattia Gavazzi dell'Androni, che certamente sarà protagonista assoluto nelle prossime tappe. Chiude il podio il nuovo beniamino di tutti noi, il cinese Cheng Ji dell'Argos, fantastico nel regolare altri nove atleti arrivati assieme a lui dopo 29" dal ragusano; la sua abilità è stata particolarmente importante vista la qualificata concorrenza che ha preceduto, in primis Kenny Dehaes della Lotto e Manuel Belletti dell'Ag2r.
Il corridore più costante è Jack Bobridge dell'Orica, giunto sesto in due tappe consecutive, davvero niente male. Nel gruppo buono si segnalano anche il duo Euskaltel composto dal capoclassifica Pablo Urtasun e dal campione in carica Miguel Mínguez, finalmente nelle posizioni che contano. Menzione anche per Dario Cataldo, sorprendente undicesimo. Ultimo lontano 20' esatti è stato Luca Paolini, forse ancora emozionato per il debutto al Giro, per cui è comprensibile che debba ancora prendere le giuste misure.
Nella classifica generale sempre primo Urtasun con ancora 2'14" su Bobridge che guadagna una posizione per la debacle di Wilson Marentes della Colombia, ora mestamente decimo a 7'15". Terzo in classifica è Nacer Bouhanni della Fdj a 3'21", quarto Dehaes a 4'05" mentre Ji, l'idolo del popolo più numeroso del pianeta, paga 4'32". Migliore italiano è Belletti, settimo a 5'40", tallonato da Gavazzi che è ottavo a 5'43". Ultimo in classifica come sul traguardo salernitano è Luca Paolini, disperso a 27'55".

Alberto Vigonesi

La classifica al contrario

Riprendendo la chiusa di ieri si può affermare che i nostri auspici si sono materializzati nel migliore dei modi; nella tappa conclusasi a Marina di Ascea i corridori italiani hanno occupato le prime due piazze, novità assoluta per questo Giro. Il vincitore è l'esperto Paolo Tiralongo dell'Astana che ha cercato durante la tappa di avvantaggiarsi in tutte le maniere, addirittura autosabotandosi per conquistare l'ambito successo. Secondo, distante 25", è Mattia Gavazzi dell'Androni, che certamente sarà protagonista assoluto nelle prossime tappe. Chiude il podio il nuovo beniamino di tutti noi, il cinese Cheng Ji dell'Argos, fantastico nel regolare altri nove atleti arrivati assieme a lui dopo 29" dal ragusano; la sua abilità è stata particolarmente importante vista la qualificata concorrenza che ha preceduto, in primis Kenny Dehaes della Lotto e Manuel Belletti dell'Ag2r.
Il corridore più costante è Jack Bobridge dell'Orica, giunto sesto in due tappe consecutive, davvero niente male. Nel gruppo buono si segnalano anche il duo Euskaltel composto dal capoclassifica Pablo Urtasun e dal campione in carica Miguel Mínguez, finalmente nelle posizioni che contano. Menzione anche per Dario Cataldo, sorprendente undicesimo. Ultimo lontano 20' esatti è stato Luca Paolini, forse ancora emozionato per il debutto al Giro, per cui è comprensibile che debba ancora prendere le giuste misure.
Nella classifica generale sempre primo Urtasun con ancora 2'14" su Bobridge che guadagna una posizione per la debacle di Wilson Marentes della Colombia, ora mestamente decimo a 7'15". Terzo in classifica è Nacer Bouhanni della Fdj a 3'21", quarto Dehaes a 4'05" mentre Ji, l'idolo del popolo più numeroso del pianeta, paga 4'32". Migliore italiano è Belletti, settimo a 5'40", tallonato da Gavazzi che è ottavo a 5'43". Ultimo in classifica come sul traguardo salernitano è Luca Paolini, disperso a 27'55".

Alberto Vigonesi

Qualunquemente (Giulio Manfredonia, 2011)

Qualunquemente © www.wakeupnews.euSe c'è un personaggio potente, ma proprio potente apparso nella televisione italiana negli ultimi anni, è Cetto Laqualunque. Creato dal bravo Antonio Albanese una decina d'anni fa, è un politico calabrese corrotto nell'anima, orientato al cemento armato (e agli abusi edilizi), alle contumelie nei confronti degli avversari politici, all'esibizione dell'ignoranza più becera e di un'oratoria parecchio sgrammaticata, e soprattutto a "u pilu", ovvero alle donnine di facili costumi con cui riempire il vuoto di ogni altro valore. Inutile dire che, nel corso del decennio, molte delle cose che alle origini sembravano troppo paradossali per essere vere, sono diventate fatti di cronaca reale (protagonisti, i veri politici), tanto che La Qualunque è assurto al ruolo di rappresentazione ufficiale - per quanto grottesca - dei mali della "casta". Che abbia precorso i tempi Albanese, o che la realtà abbia superato la fantasia, sono due interpretazioni della medesima vicenda. Tanto era diventato popolare il personaggio, che è stato a un certo punto inevitabile farne un film. Qualunquemente sconta il passaggio dal piccolo al grande schermo delle imprese di Cetto: difficile replicare i ritmi degli irresistibili sketch televisivi in un prodotto lungo un'ora e mezza, fatale dover allungare il brodo con risultati alla fine contraddittori. La forza del personaggio, comunque, resta salva nel film di Giulio Manfredonia (già autore di esili ma garbate commedie), anche se alla corrosività della satira (già esplorata ed esaurita nelle ospitate in tv) si sovrappone la tendenza ad apprezzare ciò che già si conosce bene, da parte del pubblico. Un pubblico che, comunque, ha decretato alla pellicola un ottimo successo, tanto che è stato immediatamente girato un sequel (Tutto tutto, niente niente). Il materiale da cui trarre ispirazione, del resto, non accenna a diminuire, nelle vicende italiane.

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2013 - 4a tappa
Rassegna GiroNotes 2013 - 4a tappa
Rassegna GiroNotes 2013 - 4a tappa
Rassegna GiroNotes 2013 - 4a tappa
Rassegna GiroNotes 2013 - 4a tappa

Qualunquemente (Giulio Manfredonia, 2011)

Qualunquemente © www.wakeupnews.euSe c'è un personaggio potente, ma proprio potente apparso nella televisione italiana negli ultimi anni, è Cetto Laqualunque. Creato dal bravo Antonio Albanese una decina d'anni fa, è un politico calabrese corrotto nell'anima, orientato al cemento armato (e agli abusi edilizi), alle contumelie nei confronti degli avversari politici, all'esibizione dell'ignoranza più becera e di un'oratoria parecchio sgrammaticata, e soprattutto a "u pilu", ovvero alle donnine di facili costumi con cui riempire il vuoto di ogni altro valore. Inutile dire che, nel corso del decennio, molte delle cose che alle origini sembravano troppo paradossali per essere vere, sono diventate fatti di cronaca reale (protagonisti, i veri politici), tanto che La Qualunque è assurto al ruolo di rappresentazione ufficiale - per quanto grottesca - dei mali della "casta". Che abbia precorso i tempi Albanese, o che la realtà abbia superato la fantasia, sono due interpretazioni della medesima vicenda. Tanto era diventato popolare il personaggio, che è stato a un certo punto inevitabile farne un film. Qualunquemente sconta il passaggio dal piccolo al grande schermo delle imprese di Cetto: difficile replicare i ritmi degli irresistibili sketch televisivi in un prodotto lungo un'ora e mezza, fatale dover allungare il brodo con risultati alla fine contraddittori. La forza del personaggio, comunque, resta salva nel film di Giulio Manfredonia (già autore di esili ma garbate commedie), anche se alla corrosività della satira (già esplorata ed esaurita nelle ospitate in tv) si sovrappone la tendenza ad apprezzare ciò che già si conosce bene, da parte del pubblico. Un pubblico che, comunque, ha decretato alla pellicola un ottimo successo, tanto che è stato immediatamente girato un sequel (Tutto tutto, niente niente). Il materiale da cui trarre ispirazione, del resto, non accenna a diminuire, nelle vicende italiane.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Riprendendo la chiusa di ieri si può affermare che i nostri auspici si sono materializzati nel migliore dei modi; nella tappa conclusasi a Marina di Ascea i corridori italiani hanno occupato le prime due piazze, novità assoluta per questo Giro. Il vincitore è l'esperto Paolo Tiralongo dell'Astana che ha cercato durante la tappa di avvantaggiarsi in tutte le maniere, addirittura autosabotandosi per conquistare l'ambito successo. Secondo, distante 25", è Mattia Gavazzi dell'Androni, che certamente sarà protagonista assoluto nelle prossime tappe. Chiude il podio il nuovo beniamino di tutti noi, il cinese Cheng Ji dell'Argos, fantastico nel regolare altri nove atleti arrivati assieme a lui dopo 29" dal ragusano; la sua abilità è stata particolarmente importante vista la qualificata concorrenza che ha preceduto, in primis Kenny Dehaes della Lotto e Manuel Belletti dell'Ag2r.
Il corridore più costante è Jack Bobridge dell'Orica, giunto sesto in due tappe consecutive, davvero niente male. Nel gruppo buono si segnalano anche il duo Euskaltel composto dal capoclassifica Pablo Urtasun e dal campione in carica Miguel Mínguez, finalmente nelle posizioni che contano. Menzione anche per Dario Cataldo, sorprendente undicesimo. Ultimo lontano 20' esatti è stato Luca Paolini, forse ancora emozionato per il debutto al Giro, per cui è comprensibile che debba ancora prendere le giuste misure.
Nella classifica generale sempre primo Urtasun con ancora 2'14" su Bobridge che guadagna una posizione per la debacle di Wilson Marentes della Colombia, ora mestamente decimo a 7'15". Terzo in classifica è Nacer Bouhanni della Fdj a 3'21", quarto Dehaes a 4'05" mentre Ji, l'idolo del popolo più numeroso del pianeta, paga 4'32". Migliore italiano è Belletti, settimo a 5'40", tallonato da Gavazzi che è ottavo a 5'43". Ultimo in classifica come sul traguardo salernitano è Luca Paolini, disperso a 27'55".

Alberto Vigonesi

La classifica al contrario

Riprendendo la chiusa di ieri si può affermare che i nostri auspici si sono materializzati nel migliore dei modi; nella tappa conclusasi a Marina di Ascea i corridori italiani hanno occupato le prime due piazze, novità assoluta per questo Giro. Il vincitore è l'esperto Paolo Tiralongo dell'Astana che ha cercato durante la tappa di avvantaggiarsi in tutte le maniere, addirittura autosabotandosi per conquistare l'ambito successo. Secondo, distante 25", è Mattia Gavazzi dell'Androni, che certamente sarà protagonista assoluto nelle prossime tappe. Chiude il podio il nuovo beniamino di tutti noi, il cinese Cheng Ji dell'Argos, fantastico nel regolare altri nove atleti arrivati assieme a lui dopo 29" dal ragusano; la sua abilità è stata particolarmente importante vista la qualificata concorrenza che ha preceduto, in primis Kenny Dehaes della Lotto e Manuel Belletti dell'Ag2r.
Il corridore più costante è Jack Bobridge dell'Orica, giunto sesto in due tappe consecutive, davvero niente male. Nel gruppo buono si segnalano anche il duo Euskaltel composto dal capoclassifica Pablo Urtasun e dal campione in carica Miguel Mínguez, finalmente nelle posizioni che contano. Menzione anche per Dario Cataldo, sorprendente undicesimo. Ultimo lontano 20' esatti è stato Luca Paolini, forse ancora emozionato per il debutto al Giro, per cui è comprensibile che debba ancora prendere le giuste misure.
Nella classifica generale sempre primo Urtasun con ancora 2'14" su Bobridge che guadagna una posizione per la debacle di Wilson Marentes della Colombia, ora mestamente decimo a 7'15". Terzo in classifica è Nacer Bouhanni della Fdj a 3'21", quarto Dehaes a 4'05" mentre Ji, l'idolo del popolo più numeroso del pianeta, paga 4'32". Migliore italiano è Belletti, settimo a 5'40", tallonato da Gavazzi che è ottavo a 5'43". Ultimo in classifica come sul traguardo salernitano è Luca Paolini, disperso a 27'55".

Alberto Vigonesi

Qualunquemente (Giulio Manfredonia, 2011)

Qualunquemente © www.wakeupnews.euSe c'è un personaggio potente, ma proprio potente apparso nella televisione italiana negli ultimi anni, è Cetto Laqualunque. Creato dal bravo Antonio Albanese una decina d'anni fa, è un politico calabrese corrotto nell'anima, orientato al cemento armato (e agli abusi edilizi), alle contumelie nei confronti degli avversari politici, all'esibizione dell'ignoranza più becera e di un'oratoria parecchio sgrammaticata, e soprattutto a "u pilu", ovvero alle donnine di facili costumi con cui riempire il vuoto di ogni altro valore. Inutile dire che, nel corso del decennio, molte delle cose che alle origini sembravano troppo paradossali per essere vere, sono diventate fatti di cronaca reale (protagonisti, i veri politici), tanto che La Qualunque è assurto al ruolo di rappresentazione ufficiale - per quanto grottesca - dei mali della "casta". Che abbia precorso i tempi Albanese, o che la realtà abbia superato la fantasia, sono due interpretazioni della medesima vicenda. Tanto era diventato popolare il personaggio, che è stato a un certo punto inevitabile farne un film. Qualunquemente sconta il passaggio dal piccolo al grande schermo delle imprese di Cetto: difficile replicare i ritmi degli irresistibili sketch televisivi in un prodotto lungo un'ora e mezza, fatale dover allungare il brodo con risultati alla fine contraddittori. La forza del personaggio, comunque, resta salva nel film di Giulio Manfredonia (già autore di esili ma garbate commedie), anche se alla corrosività della satira (già esplorata ed esaurita nelle ospitate in tv) si sovrappone la tendenza ad apprezzare ciò che già si conosce bene, da parte del pubblico. Un pubblico che, comunque, ha decretato alla pellicola un ottimo successo, tanto che è stato immediatamente girato un sequel (Tutto tutto, niente niente). Il materiale da cui trarre ispirazione, del resto, non accenna a diminuire, nelle vicende italiane.

Marco Grassi

La classifica al contrario

Riprendendo la chiusa di ieri si può affermare che i nostri auspici si sono materializzati nel migliore dei modi; nella tappa conclusasi a Marina di Ascea i corridori italiani hanno occupato le prime due piazze, novità assoluta per questo Giro. Il vincitore è l'esperto Paolo Tiralongo dell'Astana che ha cercato durante la tappa di avvantaggiarsi in tutte le maniere, addirittura autosabotandosi per conquistare l'ambito successo. Secondo, distante 25", è Mattia Gavazzi dell'Androni, che certamente sarà protagonista assoluto nelle prossime tappe. Chiude il podio il nuovo beniamino di tutti noi, il cinese Cheng Ji dell'Argos, fantastico nel regolare altri nove atleti arrivati assieme a lui dopo 29" dal ragusano; la sua abilità è stata particolarmente importante vista la qualificata concorrenza che ha preceduto, in primis Kenny Dehaes della Lotto e Manuel Belletti dell'Ag2r.
Il corridore più costante è Jack Bobridge dell'Orica, giunto sesto in due tappe consecutive, davvero niente male. Nel gruppo buono si segnalano anche il duo Euskaltel composto dal capoclassifica Pablo Urtasun e dal campione in carica Miguel Mínguez, finalmente nelle posizioni che contano. Menzione anche per Dario Cataldo, sorprendente undicesimo. Ultimo lontano 20' esatti è stato Luca Paolini, forse ancora emozionato per il debutto al Giro, per cui è comprensibile che debba ancora prendere le giuste misure.
Nella classifica generale sempre primo Urtasun con ancora 2'14" su Bobridge che guadagna una posizione per la debacle di Wilson Marentes della Colombia, ora mestamente decimo a 7'15". Terzo in classifica è Nacer Bouhanni della Fdj a 3'21", quarto Dehaes a 4'05" mentre Ji, l'idolo del popolo più numeroso del pianeta, paga 4'32". Migliore italiano è Belletti, settimo a 5'40", tallonato da Gavazzi che è ottavo a 5'43". Ultimo in classifica come sul traguardo salernitano è Luca Paolini, disperso a 27'55".

Alberto Vigonesi

La classifica al contrario

Riprendendo la chiusa di ieri si può affermare che i nostri auspici si sono materializzati nel migliore dei modi; nella tappa conclusasi a Marina di Ascea i corridori italiani hanno occupato le prime due piazze, novità assoluta per questo Giro. Il vincitore è l'esperto Paolo Tiralongo dell'Astana che ha cercato durante la tappa di avvantaggiarsi in tutte le maniere, addirittura autosabotandosi per conquistare l'ambito successo. Secondo, distante 25", è Mattia Gavazzi dell'Androni, che certamente sarà protagonista assoluto nelle prossime tappe. Chiude il podio il nuovo beniamino di tutti noi, il cinese Cheng Ji dell'Argos, fantastico nel regolare altri nove atleti arrivati assieme a lui dopo 29" dal ragusano; la sua abilità è stata particolarmente importante vista la qualificata concorrenza che ha preceduto, in primis Kenny Dehaes della Lotto e Manuel Belletti dell'Ag2r.
Il corridore più costante è Jack Bobridge dell'Orica, giunto sesto in due tappe consecutive, davvero niente male. Nel gruppo buono si segnalano anche il duo Euskaltel composto dal capoclassifica Pablo Urtasun e dal campione in carica Miguel Mínguez, finalmente nelle posizioni che contano. Menzione anche per Dario Cataldo, sorprendente undicesimo. Ultimo lontano 20' esatti è stato Luca Paolini, forse ancora emozionato per il debutto al Giro, per cui è comprensibile che debba ancora prendere le giuste misure.
Nella classifica generale sempre primo Urtasun con ancora 2'14" su Bobridge che guadagna una posizione per la debacle di Wilson Marentes della Colombia, ora mestamente decimo a 7'15". Terzo in classifica è Nacer Bouhanni della Fdj a 3'21", quarto Dehaes a 4'05" mentre Ji, l'idolo del popolo più numeroso del pianeta, paga 4'32". Migliore italiano è Belletti, settimo a 5'40", tallonato da Gavazzi che è ottavo a 5'43". Ultimo in classifica come sul traguardo salernitano è Luca Paolini, disperso a 27'55".

Alberto Vigonesi

Qualunquemente (Giulio Manfredonia, 2011)

Qualunquemente © www.wakeupnews.euSe c'è un personaggio potente, ma proprio potente apparso nella televisione italiana negli ultimi anni, è Cetto Laqualunque. Creato dal bravo Antonio Albanese una decina d'anni fa, è un politico calabrese corrotto nell'anima, orientato al cemento armato (e agli abusi edilizi), alle contumelie nei confronti degli avversari politici, all'esibizione dell'ignoranza più becera e di un'oratoria parecchio sgrammaticata, e soprattutto a "u pilu", ovvero alle donnine di facili costumi con cui riempire il vuoto di ogni altro valore. Inutile dire che, nel corso del decennio, molte delle cose che alle origini sembravano troppo paradossali per essere vere, sono diventate fatti di cronaca reale (protagonisti, i veri politici), tanto che La Qualunque è assurto al ruolo di rappresentazione ufficiale - per quanto grottesca - dei mali della "casta". Che abbia precorso i tempi Albanese, o che la realtà abbia superato la fantasia, sono due interpretazioni della medesima vicenda. Tanto era diventato popolare il personaggio, che è stato a un certo punto inevitabile farne un film. Qualunquemente sconta il passaggio dal piccolo al grande schermo delle imprese di Cetto: difficile replicare i ritmi degli irresistibili sketch televisivi in un prodotto lungo un'ora e mezza, fatale dover allungare il brodo con risultati alla fine contraddittori. La forza del personaggio, comunque, resta salva nel film di Giulio Manfredonia (già autore di esili ma garbate commedie), anche se alla corrosività della satira (già esplorata ed esaurita nelle ospitate in tv) si sovrappone la tendenza ad apprezzare ciò che già si conosce bene, da parte del pubblico. Un pubblico che, comunque, ha decretato alla pellicola un ottimo successo, tanto che è stato immediatamente girato un sequel (Tutto tutto, niente niente). Il materiale da cui trarre ispirazione, del resto, non accenna a diminuire, nelle vicende italiane.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano