Il Portale del Ciclismo professionistico

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Cronosquadre isolana, uno degli azzardi più grossi (trasferimento a/r in giornata) ma al contempo affascinanti del Giro 2013. Si parte dal paesino di Ischia e si arriva sul versante opposto, a ovest, a Forio. In mezzo oltre 17 km di prova contro il tempo, che si sviluppano in gran parte sulla litoranea nord dell'isola, e che sono belli accidentati: dalla partenza si sale leggermente per 3 km (la seconda metà dei quali quasi al 5%), all'interno del comune di Ischia, e la discesa che riporterà le squadre faccia al mare non è da sottovalutare. Ci si immette sulla litoranea e subito si è accolti da una rampa di mezzo chilometro al 6%, prima di una discesa di quasi 2 km: dopo oltre un terzo di prova, non si è ancora trovato un metro di pianura. I 2.5 km centrali sono sì orientativamente piatti, qui si potrà cercare il ritmo che è stato difficile trovare in precedenza. Di slancio verranno quindi superate le ulteriori asperità: dopo la località di Lacco Ameno, al km 10, altro muro al 12% (ma son solo 400 metri), quindi picchiata su Forio e divagazione a sud per approcciare un'altra rampa di un chilometro al 4%. Discesa verso la litoranea ovest, un paio di chilometri in piano e il gioco è fatto: cronosquadre che rischia di essere bellissima nella sua incertezza.

L'ordine di partenza delle squadre

Ischia

Il Giro d'Italia torna a coinvolgere Ischia 54 anni dopo la prima ed unica esperienza della corsa rosa sull'isola. Era il Giro del 1959, anche allora l'isola ospitava una prova contro il tempo, non a squadre ma individuale. Sulla distanza di 31 km fu il palermitano della Bianchi Antonino "Nino" Catalano il più veloce di tutti. Catalano, che nello stesso anno vinse anche il Gran Premio Ciclomotoristico (Reggio Calabria), diede ben 52" a Jacques Anquetil e 1'07" a Rik Van Looy. Era l'ottava tappa della corsa ed in maglia rosa c'era Charly Gaul davanti a Jacques Anquetil. Il lussemburghese, che aveva fatto suo il simbolo del primato nella terza tappa all'Abetone, verrà scalzato da Anquetil a Bolzano, nella 15a tappa, ma sarà proprio alla penultima frazione, la 21a, da Aosta a Courmayeur, a riconsegnargli la maglia rosa. Quel giorno Gaul andò in fuga sul Piccolo San Bernardo e staccò il francese di 10'. Il giorno dopo entrerà a Milano vestendo il simbolo del primato (a podio Jacques Anquetil, staccato di 6'12", e Diego Ronchini, a 6'16"). Sarà quello il secondo Giro conquistato da Gaul, dopo l'edizione del 1956, quando il lussemburghese spadroneggiò sul Monte Bondone.

Forio

È la più grande cittadina dell'Isola di Ischia, con i suoi 17400 abitanti. L'origine del nome è controversa: alcuni sostengono che Forio deriverebbe da Fiorio, in quanto fiorì dopo la distruzione di altri Casali; altri studiosi ritengono invece da phoros (ferace - fertile), altri ancora dal greco chorìon (villaggio). Invasa nei secoli diverse volte dai Saraceni, Forio conserva sulla sua costa numerosa torri d'avvistamento. Il centro storico è molto affascinante per i suoi palazzi nobiliari, le tipiche viuzze, gli "atelier" dei pittori locali, le minuscole botteghe artigiane di ceramiche, le chiese ricche di storia e di arte. È uno dei pochi posti al mondo dai quali talvolta è possibile assistere, in particolari condizioni, al fenomeno ottico del raggio verde in concomitanza con il tramonto del sole. I punti d'interesse sono la famosa chiesetta del Soccorso, piazzale Giovanni Paolo II, i giardini La Mortella e le numerose spiagge, tra cui la spiaggia di S. Francesco di Paola e la spiaggia della Chiaia, quella di Citara con il famoso parco termale dei Giardini Poseidon e la baia di Sorgeto con vasche naturali di acqua calda nel mare, tra gli scogli vulcanici. Forio possiede un proprio dialetto, il foriano.

Francesco Sulas
Ischia

Il Giro d'Italia torna a coinvolgere Ischia 54 anni dopo la prima ed unica esperienza della corsa rosa sull'isola. Era il Giro del 1959, anche allora l'isola ospitava una prova contro il tempo, non a squadre ma individuale. Sulla distanza di 31 km fu il palermitano della Bianchi Antonino "Nino" Catalano il più veloce di tutti. Catalano, che nello stesso anno vinse anche il Gran Premio Ciclomotoristico (Reggio Calabria), diede ben 52" a Jacques Anquetil e 1'07" a Rik Van Looy. Era l'ottava tappa della corsa ed in maglia rosa c'era Charly Gaul davanti a Jacques Anquetil. Il lussemburghese, che aveva fatto suo il simbolo del primato nella terza tappa all'Abetone, verrà scalzato da Anquetil a Bolzano, nella 15a tappa, ma sarà proprio alla penultima frazione, la 21a, da Aosta a Courmayeur, a riconsegnargli la maglia rosa. Quel giorno Gaul andò in fuga sul Piccolo San Bernardo e staccò il francese di 10'. Il giorno dopo entrerà a Milano vestendo il simbolo del primato (a podio Jacques Anquetil, staccato di 6'12", e Diego Ronchini, a 6'16"). Sarà quello il secondo Giro conquistato da Gaul, dopo l'edizione del 1956, quando il lussemburghese spadroneggiò sul Monte Bondone.

Forio

È la più grande cittadina dell'Isola di Ischia, con i suoi 17400 abitanti. L'origine del nome è controversa: alcuni sostengono che Forio deriverebbe da Fiorio, in quanto fiorì dopo la distruzione di altri Casali; altri studiosi ritengono invece da phoros (ferace - fertile), altri ancora dal greco chorìon (villaggio). Invasa nei secoli diverse volte dai Saraceni, Forio conserva sulla sua costa numerosa torri d'avvistamento. Il centro storico è molto affascinante per i suoi palazzi nobiliari, le tipiche viuzze, gli "atelier" dei pittori locali, le minuscole botteghe artigiane di ceramiche, le chiese ricche di storia e di arte. È uno dei pochi posti al mondo dai quali talvolta è possibile assistere, in particolari condizioni, al fenomeno ottico del raggio verde in concomitanza con il tramonto del sole. I punti d'interesse sono la famosa chiesetta del Soccorso, piazzale Giovanni Paolo II, i giardini La Mortella e le numerose spiagge, tra cui la spiaggia di S. Francesco di Paola e la spiaggia della Chiaia, quella di Citara con il famoso parco termale dei Giardini Poseidon e la baia di Sorgeto con vasche naturali di acqua calda nel mare, tra gli scogli vulcanici. Forio possiede un proprio dialetto, il foriano.

Ischia

Il Giro d'Italia torna a coinvolgere Ischia 54 anni dopo la prima ed unica esperienza della corsa rosa sull'isola. Era il Giro del 1959, anche allora l'isola ospitava una prova contro il tempo, non a squadre ma individuale. Sulla distanza di 31 km fu il palermitano della Bianchi Antonino "Nino" Catalano il più veloce di tutti. Catalano, che nello stesso anno vinse anche il Gran Premio Ciclomotoristico (Reggio Calabria), diede ben 52" a Jacques Anquetil e 1'07" a Rik Van Looy. Era l'ottava tappa della corsa ed in maglia rosa c'era Charly Gaul davanti a Jacques Anquetil. Il lussemburghese, che aveva fatto suo il simbolo del primato nella terza tappa all'Abetone, verrà scalzato da Anquetil a Bolzano, nella 15a tappa, ma sarà proprio alla penultima frazione, la 21a, da Aosta a Courmayeur, a riconsegnargli la maglia rosa. Quel giorno Gaul andò in fuga sul Piccolo San Bernardo e staccò il francese di 10'. Il giorno dopo entrerà a Milano vestendo il simbolo del primato (a podio Jacques Anquetil, staccato di 6'12", e Diego Ronchini, a 6'16"). Sarà quello il secondo Giro conquistato da Gaul, dopo l'edizione del 1956, quando il lussemburghese spadroneggiò sul Monte Bondone.

Forio

È la più grande cittadina dell'Isola di Ischia, con i suoi 17400 abitanti. L'origine del nome è controversa: alcuni sostengono che Forio deriverebbe da Fiorio, in quanto fiorì dopo la distruzione di altri Casali; altri studiosi ritengono invece da phoros (ferace - fertile), altri ancora dal greco chorìon (villaggio). Invasa nei secoli diverse volte dai Saraceni, Forio conserva sulla sua costa numerosa torri d'avvistamento. Il centro storico è molto affascinante per i suoi palazzi nobiliari, le tipiche viuzze, gli "atelier" dei pittori locali, le minuscole botteghe artigiane di ceramiche, le chiese ricche di storia e di arte. È uno dei pochi posti al mondo dai quali talvolta è possibile assistere, in particolari condizioni, al fenomeno ottico del raggio verde in concomitanza con il tramonto del sole. I punti d'interesse sono la famosa chiesetta del Soccorso, piazzale Giovanni Paolo II, i giardini La Mortella e le numerose spiagge, tra cui la spiaggia di S. Francesco di Paola e la spiaggia della Chiaia, quella di Citara con il famoso parco termale dei Giardini Poseidon e la baia di Sorgeto con vasche naturali di acqua calda nel mare, tra gli scogli vulcanici. Forio possiede un proprio dialetto, il foriano.

Ischia

Il Giro d'Italia torna a coinvolgere Ischia 54 anni dopo la prima ed unica esperienza della corsa rosa sull'isola. Era il Giro del 1959, anche allora l'isola ospitava una prova contro il tempo, non a squadre ma individuale. Sulla distanza di 31 km fu il palermitano della Bianchi Antonino "Nino" Catalano il più veloce di tutti. Catalano, che nello stesso anno vinse anche il Gran Premio Ciclomotoristico (Reggio Calabria), diede ben 52" a Jacques Anquetil e 1'07" a Rik Van Looy. Era l'ottava tappa della corsa ed in maglia rosa c'era Charly Gaul davanti a Jacques Anquetil. Il lussemburghese, che aveva fatto suo il simbolo del primato nella terza tappa all'Abetone, verrà scalzato da Anquetil a Bolzano, nella 15a tappa, ma sarà proprio alla penultima frazione, la 21a, da Aosta a Courmayeur, a riconsegnargli la maglia rosa. Quel giorno Gaul andò in fuga sul Piccolo San Bernardo e staccò il francese di 10'. Il giorno dopo entrerà a Milano vestendo il simbolo del primato (a podio Jacques Anquetil, staccato di 6'12", e Diego Ronchini, a 6'16"). Sarà quello il secondo Giro conquistato da Gaul, dopo l'edizione del 1956, quando il lussemburghese spadroneggiò sul Monte Bondone.

Forio

È la più grande cittadina dell'Isola di Ischia, con i suoi 17400 abitanti. L'origine del nome è controversa: alcuni sostengono che Forio deriverebbe da Fiorio, in quanto fiorì dopo la distruzione di altri Casali; altri studiosi ritengono invece da phoros (ferace - fertile), altri ancora dal greco chorìon (villaggio). Invasa nei secoli diverse volte dai Saraceni, Forio conserva sulla sua costa numerosa torri d'avvistamento. Il centro storico è molto affascinante per i suoi palazzi nobiliari, le tipiche viuzze, gli "atelier" dei pittori locali, le minuscole botteghe artigiane di ceramiche, le chiese ricche di storia e di arte. È uno dei pochi posti al mondo dai quali talvolta è possibile assistere, in particolari condizioni, al fenomeno ottico del raggio verde in concomitanza con il tramonto del sole. I punti d'interesse sono la famosa chiesetta del Soccorso, piazzale Giovanni Paolo II, i giardini La Mortella e le numerose spiagge, tra cui la spiaggia di S. Francesco di Paola e la spiaggia della Chiaia, quella di Citara con il famoso parco termale dei Giardini Poseidon e la baia di Sorgeto con vasche naturali di acqua calda nel mare, tra gli scogli vulcanici. Forio possiede un proprio dialetto, il foriano.

Ischia

Il Giro d'Italia torna a coinvolgere Ischia 54 anni dopo la prima ed unica esperienza della corsa rosa sull'isola. Era il Giro del 1959, anche allora l'isola ospitava una prova contro il tempo, non a squadre ma individuale. Sulla distanza di 31 km fu il palermitano della Bianchi Antonino "Nino" Catalano il più veloce di tutti. Catalano, che nello stesso anno vinse anche il Gran Premio Ciclomotoristico (Reggio Calabria), diede ben 52" a Jacques Anquetil e 1'07" a Rik Van Looy. Era l'ottava tappa della corsa ed in maglia rosa c'era Charly Gaul davanti a Jacques Anquetil. Il lussemburghese, che aveva fatto suo il simbolo del primato nella terza tappa all'Abetone, verrà scalzato da Anquetil a Bolzano, nella 15a tappa, ma sarà proprio alla penultima frazione, la 21a, da Aosta a Courmayeur, a riconsegnargli la maglia rosa. Quel giorno Gaul andò in fuga sul Piccolo San Bernardo e staccò il francese di 10'. Il giorno dopo entrerà a Milano vestendo il simbolo del primato (a podio Jacques Anquetil, staccato di 6'12", e Diego Ronchini, a 6'16"). Sarà quello il secondo Giro conquistato da Gaul, dopo l'edizione del 1956, quando il lussemburghese spadroneggiò sul Monte Bondone.

Forio

È la più grande cittadina dell'Isola di Ischia, con i suoi 17400 abitanti. L'origine del nome è controversa: alcuni sostengono che Forio deriverebbe da Fiorio, in quanto fiorì dopo la distruzione di altri Casali; altri studiosi ritengono invece da phoros (ferace - fertile), altri ancora dal greco chorìon (villaggio). Invasa nei secoli diverse volte dai Saraceni, Forio conserva sulla sua costa numerosa torri d'avvistamento. Il centro storico è molto affascinante per i suoi palazzi nobiliari, le tipiche viuzze, gli "atelier" dei pittori locali, le minuscole botteghe artigiane di ceramiche, le chiese ricche di storia e di arte. È uno dei pochi posti al mondo dai quali talvolta è possibile assistere, in particolari condizioni, al fenomeno ottico del raggio verde in concomitanza con il tramonto del sole. I punti d'interesse sono la famosa chiesetta del Soccorso, piazzale Giovanni Paolo II, i giardini La Mortella e le numerose spiagge, tra cui la spiaggia di S. Francesco di Paola e la spiaggia della Chiaia, quella di Citara con il famoso parco termale dei Giardini Poseidon e la baia di Sorgeto con vasche naturali di acqua calda nel mare, tra gli scogli vulcanici. Forio possiede un proprio dialetto, il foriano.

Ischia

Il Giro d'Italia torna a coinvolgere Ischia 54 anni dopo la prima ed unica esperienza della corsa rosa sull'isola. Era il Giro del 1959, anche allora l'isola ospitava una prova contro il tempo, non a squadre ma individuale. Sulla distanza di 31 km fu il palermitano della Bianchi Antonino "Nino" Catalano il più veloce di tutti. Catalano, che nello stesso anno vinse anche il Gran Premio Ciclomotoristico (Reggio Calabria), diede ben 52" a Jacques Anquetil e 1'07" a Rik Van Looy. Era l'ottava tappa della corsa ed in maglia rosa c'era Charly Gaul davanti a Jacques Anquetil. Il lussemburghese, che aveva fatto suo il simbolo del primato nella terza tappa all'Abetone, verrà scalzato da Anquetil a Bolzano, nella 15a tappa, ma sarà proprio alla penultima frazione, la 21a, da Aosta a Courmayeur, a riconsegnargli la maglia rosa. Quel giorno Gaul andò in fuga sul Piccolo San Bernardo e staccò il francese di 10'. Il giorno dopo entrerà a Milano vestendo il simbolo del primato (a podio Jacques Anquetil, staccato di 6'12", e Diego Ronchini, a 6'16"). Sarà quello il secondo Giro conquistato da Gaul, dopo l'edizione del 1956, quando il lussemburghese spadroneggiò sul Monte Bondone.

Forio

È la più grande cittadina dell'Isola di Ischia, con i suoi 17400 abitanti. L'origine del nome è controversa: alcuni sostengono che Forio deriverebbe da Fiorio, in quanto fiorì dopo la distruzione di altri Casali; altri studiosi ritengono invece da phoros (ferace - fertile), altri ancora dal greco chorìon (villaggio). Invasa nei secoli diverse volte dai Saraceni, Forio conserva sulla sua costa numerosa torri d'avvistamento. Il centro storico è molto affascinante per i suoi palazzi nobiliari, le tipiche viuzze, gli "atelier" dei pittori locali, le minuscole botteghe artigiane di ceramiche, le chiese ricche di storia e di arte. È uno dei pochi posti al mondo dai quali talvolta è possibile assistere, in particolari condizioni, al fenomeno ottico del raggio verde in concomitanza con il tramonto del sole. I punti d'interesse sono la famosa chiesetta del Soccorso, piazzale Giovanni Paolo II, i giardini La Mortella e le numerose spiagge, tra cui la spiaggia di S. Francesco di Paola e la spiaggia della Chiaia, quella di Citara con il famoso parco termale dei Giardini Poseidon e la baia di Sorgeto con vasche naturali di acqua calda nel mare, tra gli scogli vulcanici. Forio possiede un proprio dialetto, il foriano.

Meteo

15.40 - Ischia
17.15 - Forio

Soggetti Alternativi

Anche lui debuttante assoluto in una grande corsa a tappe. Passista formidabile, che già nelle categorie giovanili ha avuto modo di mettere in mostra il suo talento (titoli mondiali ottenuti a cronometro su strada e su pista nell'Inseguimento a squadre, sia da Juniores che da Elite, e nel Madison da juniores), disputa la sua seconda stagione nelle file dell'Orica GreenEDGE. E' reduce da un ottimo 2012 in cui si è aggiudicato la classifica finale di Circuit de la Sarthe e Tour du Poitou-Charentes e il prologo del Delfinato, oltre al titolo nazionale a crono mentre quest'anno sono tre le sue affermazioni: i titoli australiani in linea e a cronometro e la cronometro del Circuit de la Sarthe. Le sue poderose tirate possono essere molto utili alla causa di Goss ma il meglio di sè può darlo nella cronosquadre. Occhio a Durbo se apre il turbo !

Vivian Ghianni

Anche lui debuttante assoluto in una grande corsa a tappe. Passista formidabile, che già nelle categorie giovanili ha avuto modo di mettere in mostra il suo talento (titoli mondiali ottenuti a cronometro su strada e su pista nell'Inseguimento a squadre, sia da Juniores che da Elite, e nel Madison da juniores), disputa la sua seconda stagione nelle file dell'Orica GreenEDGE. E' reduce da un ottimo 2012 in cui si è aggiudicato la classifica finale di Circuit de la Sarthe e Tour du Poitou-Charentes e il prologo del Delfinato, oltre al titolo nazionale a crono mentre quest'anno sono tre le sue affermazioni: i titoli australiani in linea e a cronometro e la cronometro del Circuit de la Sarthe. Le sue poderose tirate possono essere molto utili alla causa di Goss ma il meglio di sè può darlo nella cronosquadre. Occhio a Durbo se apre il turbo !

Anche lui debuttante assoluto in una grande corsa a tappe. Passista formidabile, che già nelle categorie giovanili ha avuto modo di mettere in mostra il suo talento (titoli mondiali ottenuti a cronometro su strada e su pista nell'Inseguimento a squadre, sia da Juniores che da Elite, e nel Madison da juniores), disputa la sua seconda stagione nelle file dell'Orica GreenEDGE. E' reduce da un ottimo 2012 in cui si è aggiudicato la classifica finale di Circuit de la Sarthe e Tour du Poitou-Charentes e il prologo del Delfinato, oltre al titolo nazionale a crono mentre quest'anno sono tre le sue affermazioni: i titoli australiani in linea e a cronometro e la cronometro del Circuit de la Sarthe. Le sue poderose tirate possono essere molto utili alla causa di Goss ma il meglio di sè può darlo nella cronosquadre. Occhio a Durbo se apre il turbo !

Anche lui debuttante assoluto in una grande corsa a tappe. Passista formidabile, che già nelle categorie giovanili ha avuto modo di mettere in mostra il suo talento (titoli mondiali ottenuti a cronometro su strada e su pista nell'Inseguimento a squadre, sia da Juniores che da Elite, e nel Madison da juniores), disputa la sua seconda stagione nelle file dell'Orica GreenEDGE. E' reduce da un ottimo 2012 in cui si è aggiudicato la classifica finale di Circuit de la Sarthe e Tour du Poitou-Charentes e il prologo del Delfinato, oltre al titolo nazionale a crono mentre quest'anno sono tre le sue affermazioni: i titoli australiani in linea e a cronometro e la cronometro del Circuit de la Sarthe. Le sue poderose tirate possono essere molto utili alla causa di Goss ma il meglio di sè può darlo nella cronosquadre. Occhio a Durbo se apre il turbo !

Anche lui debuttante assoluto in una grande corsa a tappe. Passista formidabile, che già nelle categorie giovanili ha avuto modo di mettere in mostra il suo talento (titoli mondiali ottenuti a cronometro su strada e su pista nell'Inseguimento a squadre, sia da Juniores che da Elite, e nel Madison da juniores), disputa la sua seconda stagione nelle file dell'Orica GreenEDGE. E' reduce da un ottimo 2012 in cui si è aggiudicato la classifica finale di Circuit de la Sarthe e Tour du Poitou-Charentes e il prologo del Delfinato, oltre al titolo nazionale a crono mentre quest'anno sono tre le sue affermazioni: i titoli australiani in linea e a cronometro e la cronometro del Circuit de la Sarthe. Le sue poderose tirate possono essere molto utili alla causa di Goss ma il meglio di sè può darlo nella cronosquadre. Occhio a Durbo se apre il turbo !

Anche lui debuttante assoluto in una grande corsa a tappe. Passista formidabile, che già nelle categorie giovanili ha avuto modo di mettere in mostra il suo talento (titoli mondiali ottenuti a cronometro su strada e su pista nell'Inseguimento a squadre, sia da Juniores che da Elite, e nel Madison da juniores), disputa la sua seconda stagione nelle file dell'Orica GreenEDGE. E' reduce da un ottimo 2012 in cui si è aggiudicato la classifica finale di Circuit de la Sarthe e Tour du Poitou-Charentes e il prologo del Delfinato, oltre al titolo nazionale a crono mentre quest'anno sono tre le sue affermazioni: i titoli australiani in linea e a cronometro e la cronometro del Circuit de la Sarthe. Le sue poderose tirate possono essere molto utili alla causa di Goss ma il meglio di sè può darlo nella cronosquadre. Occhio a Durbo se apre il turbo !

GiroTweet

@rorysutherland1: In macchina fino a una nave, in nave fino ad un'isola, correre una cronosquadre, in nave verso la terraferma e in autobus fino in hotel! #longday

@KarstenKroon: Io (sarcastico): «Mi piacciono le tue scarpe rosa nuove amico» @taylorphinney: «Quali?» #generationgap

@HansenAdam: Aspettando di prendere la nave per la cronosquadre e ho realizzato che siamo l'unica squadra senza bici... chi lo vuole andare a dire ai nostri ds? pic.twitter.com/XT7D8tVy9H

@RobbieHunter: Se Modolo avesse mezzo cervello mi avrebbe aiutato a chiudere il buco e saremmo almeno stati entrambi nello sprint

@SachaModolo: @RobbieHunter hai ragione ma ero subito dietro di te! Dammi il tempo di prendere fiato!

@RobbieHunter: @SachaModolo avevi tanto fiato quando mi sei scattato in faccia! Però bene dai succede in corsa! Pensavo che in due ci potevo chiudere. Ma non tutto io, cosi mi sono rialzato, e ho detto perdiamo tutte due cosi. A domani :)

@MarkCavendish: Wow! Oggi mi sono messo dietro a 8 macchine che hanno controllato dal tappa del @giroditalia dall'inizio alla fine. Fiero di aver vinto per la @opqscyclingteam

Avanti! (Billy Wilder, 1972)

Avanti! © ishootthepictures.comLa traduzione italiana del titolo (già italiano) di questo film americano fu Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?, che poi è un mezzo spoiler perché svela troppo presto un po' della storia; ma naturalmente non si poteva far uscire nelle sale un film con Jack Lemmon e lasciarlo intitolato come un giornale di partito... prevalse quindi la tendenza tutta nostrana ai titoli chilometrici, mentre le intenzioni degli autori erano chiaramente improntate a quell'esotismo della parola straniera, esotismo che un'isola italiana poteva ancora evocare potentemente oltre 40 anni fa. Un'isola italiana ovvero Ischia. Che era stata grande protagonista, un decennio prima, di filmini estivi leggeri leggeri (Appuntamento a Ischia di Mattoli - il film d'esordio di Franco e Ciccio - o Vacanze a Ischia di Camerini). Stavolta invece l'occasione era clamorosa, perché se il più grande regista americano di commedie, un autore in grado di scartavetrare fino al midollo vizi privati e pubbliche virtù della borghesia statunitense, ma anche di far ridere con cattiveria estrema, insomma in un nome e cognome Billy Wilder; se Billy Wilder, dicevamo, viene a fare un film in Italia, ci si può legittimamente aspettare di tutto. E invece venne fuori un film balneare come certi governi di transizione (...), troppo lungo ma tutto sommato simpatico, con un po' di pepe (il nudismo di Juliet Mills, il culetto di Lemmon), qualche apparizione insospettabile/sconcertante (se credevate che Pippo Franco non potesse mai aver recitato per Billy Wilder, beh... ricredetevi!), e qua e là graffietti divertenti per quanto piuttosto edulcorati rispetto alle abitudini del regista di A qualcuno piace caldo e L'appartamento. Wendell Armbruster Jr., industriale americano, va a Ischia per recuperare la salma del padre morto in un incidente stradale durante una vacanza; e trova lì una donna inglese (miss Piggott) presente per lo stesso motivo (ma per la madre). Cosa avevano in comune i cari estinti? E i loro eredi, finiranno per innamorarsi? Lo scopriamo tra sorrisi, qualche confronto tra il rigore WASP e l'italico tiriamo a campa' (Ambruster non si capacita di una cosa per lui inconcepibile come la pausa pranzo...), e scorci da cartolina che avranno intrigato più di uno yankee. Allora il marketing territorial-turistico passava praticamente solo per il cinema. Il ciclismo non aveva ancora capito le proprie potenzialità in questo senso...

Marco Grassi

La classifica al contrario

Pablo UrtasunCome sempre, c'è qualcuno che non delude mai. Stiamo parlando dell'Euskaltel che, dopo la doppietta finale l'anno scorso con Miguel Mínguez e Adrian Saez, inizia il 96° Giro d'Italia conquistando ancora una volta gli onori della cronaca; oggi l'incaricato a rappresentare il team basco è stato Pablo Urtasun. Debuttante al Giro, il trentatreenne navarro ha cercato in tutte le maniere di conquistare l'ambito traguardo, perdendo contatto dal gruppo insieme ad altri concorrenti; dopo alcuni chilometri il suo sforzo è stato vanificato dal resto dei concorrenti, bramosi di poter provare l'assolo una volta fattisi riprendere dal gruppo.
Ma nonostante i giochetti dei rivali, una caduta nel finale ha permesso al nostro di avvantaggiarsi con l'olandese del team Blanco Stef Clement, altro favorito per il trionfo a Brescia, e di batterlo nella volata a due. Sul podio riesce a salire anche il toscano Francesco Chicchi della Vini Fantini, anche lui protagonista di una bella caduta, quindi si piazzano David Millar e Manuel Belletti. In ultima posizione Mark Cavendish, non nuovo a simili prestazioni negative, ma nella classifica generale riuscirà certamente a migliorare la propria posizione.
Nella generale Urtasun in maglia nera e Clement col suo stesso tempo prevalgono su Julien Vermote dell'Omega, lontano 2'02", e per 2'04" su Brian Bulgaç della Lotto e su Wilson Marentes della Colombia. Il favorito Ji Cheng insegue a 2'29" in settima piazza mentre il vincitore 2012 Mínguez delude assai, essendo arrivato al 52° posto distante 5'07". Chiude la classifica il già citato Cavendish a 5'27".

Alberto Vigonesi

La classifica al contrario

Pablo UrtasunCome sempre, c'è qualcuno che non delude mai. Stiamo parlando dell'Euskaltel che, dopo la doppietta finale l'anno scorso con Miguel Mínguez e Adrian Saez, inizia il 96° Giro d'Italia conquistando ancora una volta gli onori della cronaca; oggi l'incaricato a rappresentare il team basco è stato Pablo Urtasun. Debuttante al Giro, il trentatreenne navarro ha cercato in tutte le maniere di conquistare l'ambito traguardo, perdendo contatto dal gruppo insieme ad altri concorrenti; dopo alcuni chilometri il suo sforzo è stato vanificato dal resto dei concorrenti, bramosi di poter provare l'assolo una volta fattisi riprendere dal gruppo.
Ma nonostante i giochetti dei rivali, una caduta nel finale ha permesso al nostro di avvantaggiarsi con l'olandese del team Blanco Stef Clement, altro favorito per il trionfo a Brescia, e di batterlo nella volata a due. Sul podio riesce a salire anche il toscano Francesco Chicchi della Vini Fantini, anche lui protagonista di una bella caduta, quindi si piazzano David Millar e Manuel Belletti. In ultima posizione Mark Cavendish, non nuovo a simili prestazioni negative, ma nella classifica generale riuscirà certamente a migliorare la propria posizione.
Nella generale Urtasun in maglia nera e Clement col suo stesso tempo prevalgono su Julien Vermote dell'Omega, lontano 2'02", e per 2'04" su Brian Bulgaç della Lotto e su Wilson Marentes della Colombia. Il favorito Ji Cheng insegue a 2'29" in settima piazza mentre il vincitore 2012 Mínguez delude assai, essendo arrivato al 52° posto distante 5'07". Chiude la classifica il già citato Cavendish a 5'27".

Alberto Vigonesi

Avanti! (Billy Wilder, 1972)

Avanti! © ishootthepictures.comLa traduzione italiana del titolo (già italiano) di questo film americano fu Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?, che poi è un mezzo spoiler perché svela troppo presto un po' della storia; ma naturalmente non si poteva far uscire nelle sale un film con Jack Lemmon e lasciarlo intitolato come un giornale di partito... prevalse quindi la tendenza tutta nostrana ai titoli chilometrici, mentre le intenzioni degli autori erano chiaramente improntate a quell'esotismo della parola straniera, esotismo che un'isola italiana poteva ancora evocare potentemente oltre 40 anni fa. Un'isola italiana ovvero Ischia. Che era stata grande protagonista, un decennio prima, di filmini estivi leggeri leggeri (Appuntamento a Ischia di Mattoli - il film d'esordio di Franco e Ciccio - o Vacanze a Ischia di Camerini). Stavolta invece l'occasione era clamorosa, perché se il più grande regista americano di commedie, un autore in grado di scartavetrare fino al midollo vizi privati e pubbliche virtù della borghesia statunitense, ma anche di far ridere con cattiveria estrema, insomma in un nome e cognome Billy Wilder; se Billy Wilder, dicevamo, viene a fare un film in Italia, ci si può legittimamente aspettare di tutto. E invece venne fuori un film balneare come certi governi di transizione (...), troppo lungo ma tutto sommato simpatico, con un po' di pepe (il nudismo di Juliet Mills, il culetto di Lemmon), qualche apparizione insospettabile/sconcertante (se credevate che Pippo Franco non potesse mai aver recitato per Billy Wilder, beh... ricredetevi!), e qua e là graffietti divertenti per quanto piuttosto edulcorati rispetto alle abitudini del regista di A qualcuno piace caldo e L'appartamento. Wendell Armbruster Jr., industriale americano, va a Ischia per recuperare la salma del padre morto in un incidente stradale durante una vacanza; e trova lì una donna inglese (miss Piggott) presente per lo stesso motivo (ma per la madre). Cosa avevano in comune i cari estinti? E i loro eredi, finiranno per innamorarsi? Lo scopriamo tra sorrisi, qualche confronto tra il rigore WASP e l'italico tiriamo a campa' (Ambruster non si capacita di una cosa per lui inconcepibile come la pausa pranzo...), e scorci da cartolina che avranno intrigato più di uno yankee. Allora il marketing territorial-turistico passava praticamente solo per il cinema. Il ciclismo non aveva ancora capito le proprie potenzialità in questo senso...

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2013 - 2a tappa
Rassegna GiroNotes 2013 - 2a tappa
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Rassegna GiroNotes 2013 - 2a tappa
Rassegna GiroNotes 2013 - 2a tappa

Avanti! (Billy Wilder, 1972)

Avanti! © ishootthepictures.comLa traduzione italiana del titolo (già italiano) di questo film americano fu Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?, che poi è un mezzo spoiler perché svela troppo presto un po' della storia; ma naturalmente non si poteva far uscire nelle sale un film con Jack Lemmon e lasciarlo intitolato come un giornale di partito... prevalse quindi la tendenza tutta nostrana ai titoli chilometrici, mentre le intenzioni degli autori erano chiaramente improntate a quell'esotismo della parola straniera, esotismo che un'isola italiana poteva ancora evocare potentemente oltre 40 anni fa. Un'isola italiana ovvero Ischia. Che era stata grande protagonista, un decennio prima, di filmini estivi leggeri leggeri (Appuntamento a Ischia di Mattoli - il film d'esordio di Franco e Ciccio - o Vacanze a Ischia di Camerini). Stavolta invece l'occasione era clamorosa, perché se il più grande regista americano di commedie, un autore in grado di scartavetrare fino al midollo vizi privati e pubbliche virtù della borghesia statunitense, ma anche di far ridere con cattiveria estrema, insomma in un nome e cognome Billy Wilder; se Billy Wilder, dicevamo, viene a fare un film in Italia, ci si può legittimamente aspettare di tutto. E invece venne fuori un film balneare come certi governi di transizione (...), troppo lungo ma tutto sommato simpatico, con un po' di pepe (il nudismo di Juliet Mills, il culetto di Lemmon), qualche apparizione insospettabile/sconcertante (se credevate che Pippo Franco non potesse mai aver recitato per Billy Wilder, beh... ricredetevi!), e qua e là graffietti divertenti per quanto piuttosto edulcorati rispetto alle abitudini del regista di A qualcuno piace caldo e L'appartamento. Wendell Armbruster Jr., industriale americano, va a Ischia per recuperare la salma del padre morto in un incidente stradale durante una vacanza; e trova lì una donna inglese (miss Piggott) presente per lo stesso motivo (ma per la madre). Cosa avevano in comune i cari estinti? E i loro eredi, finiranno per innamorarsi? Lo scopriamo tra sorrisi, qualche confronto tra il rigore WASP e l'italico tiriamo a campa' (Ambruster non si capacita di una cosa per lui inconcepibile come la pausa pranzo...), e scorci da cartolina che avranno intrigato più di uno yankee. Allora il marketing territorial-turistico passava praticamente solo per il cinema. Il ciclismo non aveva ancora capito le proprie potenzialità in questo senso...

Marco Grassi

La classifica al contrario

Pablo UrtasunCome sempre, c'è qualcuno che non delude mai. Stiamo parlando dell'Euskaltel che, dopo la doppietta finale l'anno scorso con Miguel Mínguez e Adrian Saez, inizia il 96° Giro d'Italia conquistando ancora una volta gli onori della cronaca; oggi l'incaricato a rappresentare il team basco è stato Pablo Urtasun. Debuttante al Giro, il trentatreenne navarro ha cercato in tutte le maniere di conquistare l'ambito traguardo, perdendo contatto dal gruppo insieme ad altri concorrenti; dopo alcuni chilometri il suo sforzo è stato vanificato dal resto dei concorrenti, bramosi di poter provare l'assolo una volta fattisi riprendere dal gruppo.
Ma nonostante i giochetti dei rivali, una caduta nel finale ha permesso al nostro di avvantaggiarsi con l'olandese del team Blanco Stef Clement, altro favorito per il trionfo a Brescia, e di batterlo nella volata a due. Sul podio riesce a salire anche il toscano Francesco Chicchi della Vini Fantini, anche lui protagonista di una bella caduta, quindi si piazzano David Millar e Manuel Belletti. In ultima posizione Mark Cavendish, non nuovo a simili prestazioni negative, ma nella classifica generale riuscirà certamente a migliorare la propria posizione.
Nella generale Urtasun in maglia nera e Clement col suo stesso tempo prevalgono su Julien Vermote dell'Omega, lontano 2'02", e per 2'04" su Brian Bulgaç della Lotto e su Wilson Marentes della Colombia. Il favorito Ji Cheng insegue a 2'29" in settima piazza mentre il vincitore 2012 Mínguez delude assai, essendo arrivato al 52° posto distante 5'07". Chiude la classifica il già citato Cavendish a 5'27".

Alberto Vigonesi

La classifica al contrario

Pablo UrtasunCome sempre, c'è qualcuno che non delude mai. Stiamo parlando dell'Euskaltel che, dopo la doppietta finale l'anno scorso con Miguel Mínguez e Adrian Saez, inizia il 96° Giro d'Italia conquistando ancora una volta gli onori della cronaca; oggi l'incaricato a rappresentare il team basco è stato Pablo Urtasun. Debuttante al Giro, il trentatreenne navarro ha cercato in tutte le maniere di conquistare l'ambito traguardo, perdendo contatto dal gruppo insieme ad altri concorrenti; dopo alcuni chilometri il suo sforzo è stato vanificato dal resto dei concorrenti, bramosi di poter provare l'assolo una volta fattisi riprendere dal gruppo.
Ma nonostante i giochetti dei rivali, una caduta nel finale ha permesso al nostro di avvantaggiarsi con l'olandese del team Blanco Stef Clement, altro favorito per il trionfo a Brescia, e di batterlo nella volata a due. Sul podio riesce a salire anche il toscano Francesco Chicchi della Vini Fantini, anche lui protagonista di una bella caduta, quindi si piazzano David Millar e Manuel Belletti. In ultima posizione Mark Cavendish, non nuovo a simili prestazioni negative, ma nella classifica generale riuscirà certamente a migliorare la propria posizione.
Nella generale Urtasun in maglia nera e Clement col suo stesso tempo prevalgono su Julien Vermote dell'Omega, lontano 2'02", e per 2'04" su Brian Bulgaç della Lotto e su Wilson Marentes della Colombia. Il favorito Ji Cheng insegue a 2'29" in settima piazza mentre il vincitore 2012 Mínguez delude assai, essendo arrivato al 52° posto distante 5'07". Chiude la classifica il già citato Cavendish a 5'27".

Alberto Vigonesi

Avanti! (Billy Wilder, 1972)

Avanti! © ishootthepictures.comLa traduzione italiana del titolo (già italiano) di questo film americano fu Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?, che poi è un mezzo spoiler perché svela troppo presto un po' della storia; ma naturalmente non si poteva far uscire nelle sale un film con Jack Lemmon e lasciarlo intitolato come un giornale di partito... prevalse quindi la tendenza tutta nostrana ai titoli chilometrici, mentre le intenzioni degli autori erano chiaramente improntate a quell'esotismo della parola straniera, esotismo che un'isola italiana poteva ancora evocare potentemente oltre 40 anni fa. Un'isola italiana ovvero Ischia. Che era stata grande protagonista, un decennio prima, di filmini estivi leggeri leggeri (Appuntamento a Ischia di Mattoli - il film d'esordio di Franco e Ciccio - o Vacanze a Ischia di Camerini). Stavolta invece l'occasione era clamorosa, perché se il più grande regista americano di commedie, un autore in grado di scartavetrare fino al midollo vizi privati e pubbliche virtù della borghesia statunitense, ma anche di far ridere con cattiveria estrema, insomma in un nome e cognome Billy Wilder; se Billy Wilder, dicevamo, viene a fare un film in Italia, ci si può legittimamente aspettare di tutto. E invece venne fuori un film balneare come certi governi di transizione (...), troppo lungo ma tutto sommato simpatico, con un po' di pepe (il nudismo di Juliet Mills, il culetto di Lemmon), qualche apparizione insospettabile/sconcertante (se credevate che Pippo Franco non potesse mai aver recitato per Billy Wilder, beh... ricredetevi!), e qua e là graffietti divertenti per quanto piuttosto edulcorati rispetto alle abitudini del regista di A qualcuno piace caldo e L'appartamento. Wendell Armbruster Jr., industriale americano, va a Ischia per recuperare la salma del padre morto in un incidente stradale durante una vacanza; e trova lì una donna inglese (miss Piggott) presente per lo stesso motivo (ma per la madre). Cosa avevano in comune i cari estinti? E i loro eredi, finiranno per innamorarsi? Lo scopriamo tra sorrisi, qualche confronto tra il rigore WASP e l'italico tiriamo a campa' (Ambruster non si capacita di una cosa per lui inconcepibile come la pausa pranzo...), e scorci da cartolina che avranno intrigato più di uno yankee. Allora il marketing territorial-turistico passava praticamente solo per il cinema. Il ciclismo non aveva ancora capito le proprie potenzialità in questo senso...

Marco Grassi

La classifica al contrario

Pablo UrtasunCome sempre, c'è qualcuno che non delude mai. Stiamo parlando dell'Euskaltel che, dopo la doppietta finale l'anno scorso con Miguel Mínguez e Adrian Saez, inizia il 96° Giro d'Italia conquistando ancora una volta gli onori della cronaca; oggi l'incaricato a rappresentare il team basco è stato Pablo Urtasun. Debuttante al Giro, il trentatreenne navarro ha cercato in tutte le maniere di conquistare l'ambito traguardo, perdendo contatto dal gruppo insieme ad altri concorrenti; dopo alcuni chilometri il suo sforzo è stato vanificato dal resto dei concorrenti, bramosi di poter provare l'assolo una volta fattisi riprendere dal gruppo.
Ma nonostante i giochetti dei rivali, una caduta nel finale ha permesso al nostro di avvantaggiarsi con l'olandese del team Blanco Stef Clement, altro favorito per il trionfo a Brescia, e di batterlo nella volata a due. Sul podio riesce a salire anche il toscano Francesco Chicchi della Vini Fantini, anche lui protagonista di una bella caduta, quindi si piazzano David Millar e Manuel Belletti. In ultima posizione Mark Cavendish, non nuovo a simili prestazioni negative, ma nella classifica generale riuscirà certamente a migliorare la propria posizione.
Nella generale Urtasun in maglia nera e Clement col suo stesso tempo prevalgono su Julien Vermote dell'Omega, lontano 2'02", e per 2'04" su Brian Bulgaç della Lotto e su Wilson Marentes della Colombia. Il favorito Ji Cheng insegue a 2'29" in settima piazza mentre il vincitore 2012 Mínguez delude assai, essendo arrivato al 52° posto distante 5'07". Chiude la classifica il già citato Cavendish a 5'27".

Alberto Vigonesi

La classifica al contrario

Pablo UrtasunCome sempre, c'è qualcuno che non delude mai. Stiamo parlando dell'Euskaltel che, dopo la doppietta finale l'anno scorso con Miguel Mínguez e Adrian Saez, inizia il 96° Giro d'Italia conquistando ancora una volta gli onori della cronaca; oggi l'incaricato a rappresentare il team basco è stato Pablo Urtasun. Debuttante al Giro, il trentatreenne navarro ha cercato in tutte le maniere di conquistare l'ambito traguardo, perdendo contatto dal gruppo insieme ad altri concorrenti; dopo alcuni chilometri il suo sforzo è stato vanificato dal resto dei concorrenti, bramosi di poter provare l'assolo una volta fattisi riprendere dal gruppo.
Ma nonostante i giochetti dei rivali, una caduta nel finale ha permesso al nostro di avvantaggiarsi con l'olandese del team Blanco Stef Clement, altro favorito per il trionfo a Brescia, e di batterlo nella volata a due. Sul podio riesce a salire anche il toscano Francesco Chicchi della Vini Fantini, anche lui protagonista di una bella caduta, quindi si piazzano David Millar e Manuel Belletti. In ultima posizione Mark Cavendish, non nuovo a simili prestazioni negative, ma nella classifica generale riuscirà certamente a migliorare la propria posizione.
Nella generale Urtasun in maglia nera e Clement col suo stesso tempo prevalgono su Julien Vermote dell'Omega, lontano 2'02", e per 2'04" su Brian Bulgaç della Lotto e su Wilson Marentes della Colombia. Il favorito Ji Cheng insegue a 2'29" in settima piazza mentre il vincitore 2012 Mínguez delude assai, essendo arrivato al 52° posto distante 5'07". Chiude la classifica il già citato Cavendish a 5'27".

Alberto Vigonesi

Avanti! (Billy Wilder, 1972)

Avanti! © ishootthepictures.comLa traduzione italiana del titolo (già italiano) di questo film americano fu Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?, che poi è un mezzo spoiler perché svela troppo presto un po' della storia; ma naturalmente non si poteva far uscire nelle sale un film con Jack Lemmon e lasciarlo intitolato come un giornale di partito... prevalse quindi la tendenza tutta nostrana ai titoli chilometrici, mentre le intenzioni degli autori erano chiaramente improntate a quell'esotismo della parola straniera, esotismo che un'isola italiana poteva ancora evocare potentemente oltre 40 anni fa. Un'isola italiana ovvero Ischia. Che era stata grande protagonista, un decennio prima, di filmini estivi leggeri leggeri (Appuntamento a Ischia di Mattoli - il film d'esordio di Franco e Ciccio - o Vacanze a Ischia di Camerini). Stavolta invece l'occasione era clamorosa, perché se il più grande regista americano di commedie, un autore in grado di scartavetrare fino al midollo vizi privati e pubbliche virtù della borghesia statunitense, ma anche di far ridere con cattiveria estrema, insomma in un nome e cognome Billy Wilder; se Billy Wilder, dicevamo, viene a fare un film in Italia, ci si può legittimamente aspettare di tutto. E invece venne fuori un film balneare come certi governi di transizione (...), troppo lungo ma tutto sommato simpatico, con un po' di pepe (il nudismo di Juliet Mills, il culetto di Lemmon), qualche apparizione insospettabile/sconcertante (se credevate che Pippo Franco non potesse mai aver recitato per Billy Wilder, beh... ricredetevi!), e qua e là graffietti divertenti per quanto piuttosto edulcorati rispetto alle abitudini del regista di A qualcuno piace caldo e L'appartamento. Wendell Armbruster Jr., industriale americano, va a Ischia per recuperare la salma del padre morto in un incidente stradale durante una vacanza; e trova lì una donna inglese (miss Piggott) presente per lo stesso motivo (ma per la madre). Cosa avevano in comune i cari estinti? E i loro eredi, finiranno per innamorarsi? Lo scopriamo tra sorrisi, qualche confronto tra il rigore WASP e l'italico tiriamo a campa' (Ambruster non si capacita di una cosa per lui inconcepibile come la pausa pranzo...), e scorci da cartolina che avranno intrigato più di uno yankee. Allora il marketing territorial-turistico passava praticamente solo per il cinema. Il ciclismo non aveva ancora capito le proprie potenzialità in questo senso...

Marco Grassi

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