Il Portale del Ciclismo professionistico

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Chisto è 'o paese d'o sole, chisto è 'o paese d'o mare. Se tutto andrà bene dal punto di vista climatico, potremo cantare questa celebre canzone al via del Giro d'Italia, perché sarà proprio il Golfo di Napoli (ispiratore di tante romanze) a dare il via alla corsa rosa, con tanto di salita "'ncopp' Pusìlleco". La salita di Posillipo, già. Inutile dire della bellezza scenografica del doppio circuito che compone la frazione, parliamo del percorso dal punto di vista tecnico: il giro largo, 16.3 km con partenza dal lungomare, sarà ripetuto 4 volte e comprende la citata ascesa, che dal livello del mare si inerpica per 5.5 km composti da strappetto iniziale, discesina, rampa di 1 km al 5%, falsopiano di 2.5 km, muro finale di 700 metri al 7% ma con punte in doppia cifra. Dalla "vetta" (che assegnerà punti Gpm al secondo e al terzo giro) 4 km di discesa con un paio di tratti abbastanza ripidi, e reimmissione sul lungomare, a circumnavigare la Villa Comunale e a chiudere la tornata. Nel disegno originario della tappa si prevedeva di ripetere 10 volte tale circuito, ma poi gli organizzatori hanno voluto sorridere ai velocisti, e quindi solo 4 giri con salita, quindi altri 8 completamente pianeggianti, lunghi 8.1 km l'uno, e con l'esclusione del tratto più a ovest, quello appunto della salita di Posillipo. Volata assicurata al 100%.

Napoli

Pizza margherita, Vesuvio, Maradona. Questo in breve Napoli, città di 961mila abitanti che sorge sul golfo omonimo. È caratterizzata dal bel clima mediterraneo e da monumenti di diverse epoche storiche che l'abbelliscono. Da sempre punto di riferimento culturale del continente, Napoli ospita la Federico II, università più antica in Europa, fondata da Federico II di Svevia nel 1224 per la formazione esclusiva del personale amministrativo e burocratico della curia regis e quindi la preparazione dei giuristi che avrebbero aiutato il sovrano nella definizione dell'ordinamento statale e nell'esecuzione delle leggi, oltre che per agevolare i propri sudditi nella formazione culturale, evitando loro inutili e costosi viaggi all'estero. Il centro storico della città, il più vasto di tutta Europa, nel 1995 è stato riconosciuto dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità. L'origine del nome deriva dal termine greco Neapolis che significa «città nuova». Meno chiara è l'origine del nome Neapolis, forse da attribuirsi ad una contrapposizione all'antica Palepolis («città vecchia»). San Gennaro è il Santo Patrono della città.

Napoli

Sono 43 le volte che Napoli ha legato il suo nome alla corsa rosa. La prima corrisponde anche con l'edizione numero uno del Giro d'Italia e risale al 1909, quando qui vinse Giovanni Rossignoli. Si può dire che una parte di storia del Giro passi da Napoli, che tuttavia dal 1979 (crono di 49.8 km vinta da Moser, ma il Giro andrà per la prima volta a Giuseppe Saronni) ad oggi è stata toccata solamente altre due volte. Nel '96, con l'arrivo della Polla-Napoli, vinta da Cipollini e la partenza della Napoli-Fiuggi, che andò ad Enrico Zaina. Eravamo all'8a ed alla 9a tappa, in rosa c'era Davide Rebellin (che a distanza di 17 anni continua a vincere) e la classifica finale sarebbe finita al russo Pavel Tonkov. L'ultima volta che il Giro è giunto a Napoli è stato invece nel 2009, con la partenza della 20a tappa: ad Anagni vincerà Philippe Gilbert, in maglia rosa c'è un altro russo, Denis Menchov, che vincerà la corsa 24 ore più tardi in quel di Roma. Napoli ha ospitato nel 2012 la partenza del Giro d'Italia Femminile. Dalla città partenopea il gruppo di ragazze s'è diretto a Terracina dove l'olandese Marianne Vos, poi vincitrice finale, ha battuto per questione di millimetri la statunitense Shelley Olds e Giorgia Bronzini, aggiudicandosi la prima maglia rosa.

Francesco Sulas
Napoli

Pizza margherita, Vesuvio, Maradona. Questo in breve Napoli, città di 961mila abitanti che sorge sul golfo omonimo. È caratterizzata dal bel clima mediterraneo e da monumenti di diverse epoche storiche che l'abbelliscono. Da sempre punto di riferimento culturale del continente, Napoli ospita la Federico II, università più antica in Europa, fondata da Federico II di Svevia nel 1224 per la formazione esclusiva del personale amministrativo e burocratico della curia regis e quindi la preparazione dei giuristi che avrebbero aiutato il sovrano nella definizione dell'ordinamento statale e nell'esecuzione delle leggi, oltre che per agevolare i propri sudditi nella formazione culturale, evitando loro inutili e costosi viaggi all'estero. Il centro storico della città, il più vasto di tutta Europa, nel 1995 è stato riconosciuto dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità. L'origine del nome deriva dal termine greco Neapolis che significa «città nuova». Meno chiara è l'origine del nome Neapolis, forse da attribuirsi ad una contrapposizione all'antica Palepolis («città vecchia»). San Gennaro è il Santo Patrono della città.

Napoli

Sono 43 le volte che Napoli ha legato il suo nome alla corsa rosa. La prima corrisponde anche con l'edizione numero uno del Giro d'Italia e risale al 1909, quando qui vinse Giovanni Rossignoli. Si può dire che una parte di storia del Giro passi da Napoli, che tuttavia dal 1979 (crono di 49.8 km vinta da Moser, ma il Giro andrà per la prima volta a Giuseppe Saronni) ad oggi è stata toccata solamente altre due volte. Nel '96, con l'arrivo della Polla-Napoli, vinta da Cipollini e la partenza della Napoli-Fiuggi, che andò ad Enrico Zaina. Eravamo all'8a ed alla 9a tappa, in rosa c'era Davide Rebellin (che a distanza di 17 anni continua a vincere) e la classifica finale sarebbe finita al russo Pavel Tonkov. L'ultima volta che il Giro è giunto a Napoli è stato invece nel 2009, con la partenza della 20a tappa: ad Anagni vincerà Philippe Gilbert, in maglia rosa c'è un altro russo, Denis Menchov, che vincerà la corsa 24 ore più tardi in quel di Roma. Napoli ha ospitato nel 2012 la partenza del Giro d'Italia Femminile. Dalla città partenopea il gruppo di ragazze s'è diretto a Terracina dove l'olandese Marianne Vos, poi vincitrice finale, ha battuto per questione di millimetri la statunitense Shelley Olds e Giorgia Bronzini, aggiudicandosi la prima maglia rosa.

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Pizza margherita, Vesuvio, Maradona. Questo in breve Napoli, città di 961mila abitanti che sorge sul golfo omonimo. È caratterizzata dal bel clima mediterraneo e da monumenti di diverse epoche storiche che l'abbelliscono. Da sempre punto di riferimento culturale del continente, Napoli ospita la Federico II, università più antica in Europa, fondata da Federico II di Svevia nel 1224 per la formazione esclusiva del personale amministrativo e burocratico della curia regis e quindi la preparazione dei giuristi che avrebbero aiutato il sovrano nella definizione dell'ordinamento statale e nell'esecuzione delle leggi, oltre che per agevolare i propri sudditi nella formazione culturale, evitando loro inutili e costosi viaggi all'estero. Il centro storico della città, il più vasto di tutta Europa, nel 1995 è stato riconosciuto dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità. L'origine del nome deriva dal termine greco Neapolis che significa «città nuova». Meno chiara è l'origine del nome Neapolis, forse da attribuirsi ad una contrapposizione all'antica Palepolis («città vecchia»). San Gennaro è il Santo Patrono della città.

Napoli

Sono 43 le volte che Napoli ha legato il suo nome alla corsa rosa. La prima corrisponde anche con l'edizione numero uno del Giro d'Italia e risale al 1909, quando qui vinse Giovanni Rossignoli. Si può dire che una parte di storia del Giro passi da Napoli, che tuttavia dal 1979 (crono di 49.8 km vinta da Moser, ma il Giro andrà per la prima volta a Giuseppe Saronni) ad oggi è stata toccata solamente altre due volte. Nel '96, con l'arrivo della Polla-Napoli, vinta da Cipollini e la partenza della Napoli-Fiuggi, che andò ad Enrico Zaina. Eravamo all'8a ed alla 9a tappa, in rosa c'era Davide Rebellin (che a distanza di 17 anni continua a vincere) e la classifica finale sarebbe finita al russo Pavel Tonkov. L'ultima volta che il Giro è giunto a Napoli è stato invece nel 2009, con la partenza della 20a tappa: ad Anagni vincerà Philippe Gilbert, in maglia rosa c'è un altro russo, Denis Menchov, che vincerà la corsa 24 ore più tardi in quel di Roma. Napoli ha ospitato nel 2012 la partenza del Giro d'Italia Femminile. Dalla città partenopea il gruppo di ragazze s'è diretto a Terracina dove l'olandese Marianne Vos, poi vincitrice finale, ha battuto per questione di millimetri la statunitense Shelley Olds e Giorgia Bronzini, aggiudicandosi la prima maglia rosa.

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Pizza margherita, Vesuvio, Maradona. Questo in breve Napoli, città di 961mila abitanti che sorge sul golfo omonimo. È caratterizzata dal bel clima mediterraneo e da monumenti di diverse epoche storiche che l'abbelliscono. Da sempre punto di riferimento culturale del continente, Napoli ospita la Federico II, università più antica in Europa, fondata da Federico II di Svevia nel 1224 per la formazione esclusiva del personale amministrativo e burocratico della curia regis e quindi la preparazione dei giuristi che avrebbero aiutato il sovrano nella definizione dell'ordinamento statale e nell'esecuzione delle leggi, oltre che per agevolare i propri sudditi nella formazione culturale, evitando loro inutili e costosi viaggi all'estero. Il centro storico della città, il più vasto di tutta Europa, nel 1995 è stato riconosciuto dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità. L'origine del nome deriva dal termine greco Neapolis che significa «città nuova». Meno chiara è l'origine del nome Neapolis, forse da attribuirsi ad una contrapposizione all'antica Palepolis («città vecchia»). San Gennaro è il Santo Patrono della città.

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Sono 43 le volte che Napoli ha legato il suo nome alla corsa rosa. La prima corrisponde anche con l'edizione numero uno del Giro d'Italia e risale al 1909, quando qui vinse Giovanni Rossignoli. Si può dire che una parte di storia del Giro passi da Napoli, che tuttavia dal 1979 (crono di 49.8 km vinta da Moser, ma il Giro andrà per la prima volta a Giuseppe Saronni) ad oggi è stata toccata solamente altre due volte. Nel '96, con l'arrivo della Polla-Napoli, vinta da Cipollini e la partenza della Napoli-Fiuggi, che andò ad Enrico Zaina. Eravamo all'8a ed alla 9a tappa, in rosa c'era Davide Rebellin (che a distanza di 17 anni continua a vincere) e la classifica finale sarebbe finita al russo Pavel Tonkov. L'ultima volta che il Giro è giunto a Napoli è stato invece nel 2009, con la partenza della 20a tappa: ad Anagni vincerà Philippe Gilbert, in maglia rosa c'è un altro russo, Denis Menchov, che vincerà la corsa 24 ore più tardi in quel di Roma. Napoli ha ospitato nel 2012 la partenza del Giro d'Italia Femminile. Dalla città partenopea il gruppo di ragazze s'è diretto a Terracina dove l'olandese Marianne Vos, poi vincitrice finale, ha battuto per questione di millimetri la statunitense Shelley Olds e Giorgia Bronzini, aggiudicandosi la prima maglia rosa.

Napoli

Pizza margherita, Vesuvio, Maradona. Questo in breve Napoli, città di 961mila abitanti che sorge sul golfo omonimo. È caratterizzata dal bel clima mediterraneo e da monumenti di diverse epoche storiche che l'abbelliscono. Da sempre punto di riferimento culturale del continente, Napoli ospita la Federico II, università più antica in Europa, fondata da Federico II di Svevia nel 1224 per la formazione esclusiva del personale amministrativo e burocratico della curia regis e quindi la preparazione dei giuristi che avrebbero aiutato il sovrano nella definizione dell'ordinamento statale e nell'esecuzione delle leggi, oltre che per agevolare i propri sudditi nella formazione culturale, evitando loro inutili e costosi viaggi all'estero. Il centro storico della città, il più vasto di tutta Europa, nel 1995 è stato riconosciuto dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità. L'origine del nome deriva dal termine greco Neapolis che significa «città nuova». Meno chiara è l'origine del nome Neapolis, forse da attribuirsi ad una contrapposizione all'antica Palepolis («città vecchia»). San Gennaro è il Santo Patrono della città.

Napoli

Sono 43 le volte che Napoli ha legato il suo nome alla corsa rosa. La prima corrisponde anche con l'edizione numero uno del Giro d'Italia e risale al 1909, quando qui vinse Giovanni Rossignoli. Si può dire che una parte di storia del Giro passi da Napoli, che tuttavia dal 1979 (crono di 49.8 km vinta da Moser, ma il Giro andrà per la prima volta a Giuseppe Saronni) ad oggi è stata toccata solamente altre due volte. Nel '96, con l'arrivo della Polla-Napoli, vinta da Cipollini e la partenza della Napoli-Fiuggi, che andò ad Enrico Zaina. Eravamo all'8a ed alla 9a tappa, in rosa c'era Davide Rebellin (che a distanza di 17 anni continua a vincere) e la classifica finale sarebbe finita al russo Pavel Tonkov. L'ultima volta che il Giro è giunto a Napoli è stato invece nel 2009, con la partenza della 20a tappa: ad Anagni vincerà Philippe Gilbert, in maglia rosa c'è un altro russo, Denis Menchov, che vincerà la corsa 24 ore più tardi in quel di Roma. Napoli ha ospitato nel 2012 la partenza del Giro d'Italia Femminile. Dalla città partenopea il gruppo di ragazze s'è diretto a Terracina dove l'olandese Marianne Vos, poi vincitrice finale, ha battuto per questione di millimetri la statunitense Shelley Olds e Giorgia Bronzini, aggiudicandosi la prima maglia rosa.

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Pizza margherita, Vesuvio, Maradona. Questo in breve Napoli, città di 961mila abitanti che sorge sul golfo omonimo. È caratterizzata dal bel clima mediterraneo e da monumenti di diverse epoche storiche che l'abbelliscono. Da sempre punto di riferimento culturale del continente, Napoli ospita la Federico II, università più antica in Europa, fondata da Federico II di Svevia nel 1224 per la formazione esclusiva del personale amministrativo e burocratico della curia regis e quindi la preparazione dei giuristi che avrebbero aiutato il sovrano nella definizione dell'ordinamento statale e nell'esecuzione delle leggi, oltre che per agevolare i propri sudditi nella formazione culturale, evitando loro inutili e costosi viaggi all'estero. Il centro storico della città, il più vasto di tutta Europa, nel 1995 è stato riconosciuto dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità. L'origine del nome deriva dal termine greco Neapolis che significa «città nuova». Meno chiara è l'origine del nome Neapolis, forse da attribuirsi ad una contrapposizione all'antica Palepolis («città vecchia»). San Gennaro è il Santo Patrono della città.

Napoli

Sono 43 le volte che Napoli ha legato il suo nome alla corsa rosa. La prima corrisponde anche con l'edizione numero uno del Giro d'Italia e risale al 1909, quando qui vinse Giovanni Rossignoli. Si può dire che una parte di storia del Giro passi da Napoli, che tuttavia dal 1979 (crono di 49.8 km vinta da Moser, ma il Giro andrà per la prima volta a Giuseppe Saronni) ad oggi è stata toccata solamente altre due volte. Nel '96, con l'arrivo della Polla-Napoli, vinta da Cipollini e la partenza della Napoli-Fiuggi, che andò ad Enrico Zaina. Eravamo all'8a ed alla 9a tappa, in rosa c'era Davide Rebellin (che a distanza di 17 anni continua a vincere) e la classifica finale sarebbe finita al russo Pavel Tonkov. L'ultima volta che il Giro è giunto a Napoli è stato invece nel 2009, con la partenza della 20a tappa: ad Anagni vincerà Philippe Gilbert, in maglia rosa c'è un altro russo, Denis Menchov, che vincerà la corsa 24 ore più tardi in quel di Roma. Napoli ha ospitato nel 2012 la partenza del Giro d'Italia Femminile. Dalla città partenopea il gruppo di ragazze s'è diretto a Terracina dove l'olandese Marianne Vos, poi vincitrice finale, ha battuto per questione di millimetri la statunitense Shelley Olds e Giorgia Bronzini, aggiudicandosi la prima maglia rosa.

Meteo

14.20 - Napoli
16.00 - Napoli
17.20 - Napoli

Soggetti Alternativi

Debutto assoluto in un grande giro per questo sloveno della Argos che compirà 25 anni nel prossimo mese di giugno. Atleta molto veloce ma capace di resistere anche sulle salite non troppo lunghe, finora ha speso i primi anni di professionismo in piccole Continental del suo Paese. Il primo successo importante lo ottenne nel 2010, aggiudicandosi la prova di Coppa delle Nazioni canadese Ville de Saguenay, poi altre affermazioni e piazzamenti fino all'exploit in Cina dello scorso anno, con ben cinque tappe vinte al Tour of Qinghai Lake. Nelle ultime settimane è apparso in buona forma, ottenendo tre quarti posti di tappa al Giro di Romandia. In questo primo Giro d'Italia cercherà di assistere al meglio Degenkolb ma se ne avrà occasione è pronto ad entrare in scena. In fondo basta trovare la giusta via di...Mezgec!

Vivian Ghianni

Debutto assoluto in un grande giro per questo sloveno della Argos che compirà 25 anni nel prossimo mese di giugno. Atleta molto veloce ma capace di resistere anche sulle salite non troppo lunghe, finora ha speso i primi anni di professionismo in piccole Continental del suo Paese. Il primo successo importante lo ottenne nel 2010, aggiudicandosi la prova di Coppa delle Nazioni canadese Ville de Saguenay, poi altre affermazioni e piazzamenti fino all'exploit in Cina dello scorso anno, con ben cinque tappe vinte al Tour of Qinghai Lake. Nelle ultime settimane è apparso in buona forma, ottenendo tre quarti posti di tappa al Giro di Romandia. In questo primo Giro d'Italia cercherà di assistere al meglio Degenkolb ma se ne avrà occasione è pronto ad entrare in scena. In fondo basta trovare la giusta via di...Mezgec!

Debutto assoluto in un grande giro per questo sloveno della Argos che compirà 25 anni nel prossimo mese di giugno. Atleta molto veloce ma capace di resistere anche sulle salite non troppo lunghe, finora ha speso i primi anni di professionismo in piccole Continental del suo Paese. Il primo successo importante lo ottenne nel 2010, aggiudicandosi la prova di Coppa delle Nazioni canadese Ville de Saguenay, poi altre affermazioni e piazzamenti fino all'exploit in Cina dello scorso anno, con ben cinque tappe vinte al Tour of Qinghai Lake. Nelle ultime settimane è apparso in buona forma, ottenendo tre quarti posti di tappa al Giro di Romandia. In questo primo Giro d'Italia cercherà di assistere al meglio Degenkolb ma se ne avrà occasione è pronto ad entrare in scena. In fondo basta trovare la giusta via di...Mezgec!

Debutto assoluto in un grande giro per questo sloveno della Argos che compirà 25 anni nel prossimo mese di giugno. Atleta molto veloce ma capace di resistere anche sulle salite non troppo lunghe, finora ha speso i primi anni di professionismo in piccole Continental del suo Paese. Il primo successo importante lo ottenne nel 2010, aggiudicandosi la prova di Coppa delle Nazioni canadese Ville de Saguenay, poi altre affermazioni e piazzamenti fino all'exploit in Cina dello scorso anno, con ben cinque tappe vinte al Tour of Qinghai Lake. Nelle ultime settimane è apparso in buona forma, ottenendo tre quarti posti di tappa al Giro di Romandia. In questo primo Giro d'Italia cercherà di assistere al meglio Degenkolb ma se ne avrà occasione è pronto ad entrare in scena. In fondo basta trovare la giusta via di...Mezgec!

Debutto assoluto in un grande giro per questo sloveno della Argos che compirà 25 anni nel prossimo mese di giugno. Atleta molto veloce ma capace di resistere anche sulle salite non troppo lunghe, finora ha speso i primi anni di professionismo in piccole Continental del suo Paese. Il primo successo importante lo ottenne nel 2010, aggiudicandosi la prova di Coppa delle Nazioni canadese Ville de Saguenay, poi altre affermazioni e piazzamenti fino all'exploit in Cina dello scorso anno, con ben cinque tappe vinte al Tour of Qinghai Lake. Nelle ultime settimane è apparso in buona forma, ottenendo tre quarti posti di tappa al Giro di Romandia. In questo primo Giro d'Italia cercherà di assistere al meglio Degenkolb ma se ne avrà occasione è pronto ad entrare in scena. In fondo basta trovare la giusta via di...Mezgec!

Debutto assoluto in un grande giro per questo sloveno della Argos che compirà 25 anni nel prossimo mese di giugno. Atleta molto veloce ma capace di resistere anche sulle salite non troppo lunghe, finora ha speso i primi anni di professionismo in piccole Continental del suo Paese. Il primo successo importante lo ottenne nel 2010, aggiudicandosi la prova di Coppa delle Nazioni canadese Ville de Saguenay, poi altre affermazioni e piazzamenti fino all'exploit in Cina dello scorso anno, con ben cinque tappe vinte al Tour of Qinghai Lake. Nelle ultime settimane è apparso in buona forma, ottenendo tre quarti posti di tappa al Giro di Romandia. In questo primo Giro d'Italia cercherà di assistere al meglio Degenkolb ma se ne avrà occasione è pronto ad entrare in scena. In fondo basta trovare la giusta via di...Mezgec!

GiroTweet

@AdamHansen: A dire il vero non so cosa sarà più difficile... 21 giorni di gara o 21 giorni a condividere la stanza con @vicentereynes...

@jejeroule44 (Jérôme Pineau): Strana sensazione essere al via del mio 15esimo grande giro con alcuni compagni che sono al primo!! Ma sempre stessa motivazione e stesso stress #goodfeeling

@DarioCataldo: Mamma esco! ...vado a fare un #giro

@StefanoGarzelli: Bellissimo regalo di @mariagarzelli tutti in rosa!! pic.twitter.com/FYwaBgcqiY

@ivansantino (Ivan Santaromita): Ci siamo. 21 giorni da vivere e lottare con testa, gambe e tanto cuore... Inseguendo un sogno rosa... Buon @giroditalia a tutti!

@PippoPozzato: Buongiorno e buon @giroditalia a tutti!! Sport, storia, cultura, rivalità, rispetto, spettacolo, agonismo, magia... Questo è il #giro2013 #gogogo

Miseria e nobiltà (Mario Mattoli, 1954)

Miseria e nobiltà © www.antoniodecurtis.orgUn Giro d'Italia cinematografico. È pensabile? Chi lo sa, proviamoci. Cinema e Giro d'Italia, cinema e Napoli, qual è il trait d'union? Un uomo solo al comando, il suo nome (d'arte) è Totò! In sella contro Coppi e Bartali in Totò al Giro d'Italia nel 1948, con lo stesso regista Mario Mattoli (mestierante di grande valore) 6 anni più tardi gira un capolavoro della commedia dell'arte, Miseria e nobiltà. Tratta da Scarpetta (il commediografo che, oltre a tante opere, creò pure Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, suoi figli naturali), la storia è debitrice, anche nella sua rappresentazione cinematografica, del teatro che le diede i natali: il film si apre e si chiude con un immaginario sipario, su un ideale palco circonfuso di scenografie pastello, e aperto all'istrionismo più puro del genio della comicità, il Principe De Curtis. Il quale qui è don Felice Sciosciammocca, squattrinato come la sua famiglia e quella dell'amico con cui condivide il misero appartamento. Ma per un giorno questi disgraziati vestiranno panni da nobili, complici di un intrigo amoroso che è perfino inutile svelare, tanto alla fine saranno tarallucci e vino per tutti. Grandinano gag, una più esilarante dell'altra, per tutta l'ora e mezza del film. Alcune scene sono rimaste immortali, fisse nell'immaginario popolare (come quella raffigurata qui accanto). Sophia Loren, in uno dei suoi primi ruoli, è abbagliante quanto altera. E Totò, l'assurdo Totò, l'umano Totò, il matto Totò, il dolce Totò...

Marco Grassi

La classifica al contrario

Miguel MínguezAnno nuovo, vecchie tradizioni. In coincidenza del primo grande giro dell'anno torna la classifica più amata dagli appassionati del ciclismo, quella in cui il nome del vincitore rimane indelebilmente scolpito nella pietra. Stiamo ovviamente parlando, per chi non lo sapesse, della classifica al contrario, prestigioso traguardo ambito da professionisti di ogni latitudine. Nella scorsa stagione il Giro vide primeggiare Miguel Mínguez Ayala, allora debuttante dell'Euskaltel che si impose sul connazionale e compagno di squadra Adrian Saez de Arregi Egurrola e sullo statunitense Taylor Phinney della BMC, particolarmente abile nel recuperare dalla 198esima piazza in cui si trovava dopo il prologo di Herning.
Proseguendo con la stagione scorsa, il Tour de France vide il successo del francese Jimmy Engoulvent della Saur-Sojasun, non presente al Giro 2013 come la propria squadra. Alla Vuelta a Espana, invece, si ebbe una novità rivoluzionaria per il ciclismo mondiale, con il primo posto conquistato dal cinese Cheng Ji dell'Argos-Shimano, fortemente voluto da Acquarone per tentare la doppietta consecutiva, impresa probabilmente mai realizzatasi.
Il Giro 2013 parte nel capoluogo partenopeo con una tappa in linea, evento che non accade dal 2003; i distacchi possono essere già interessanti, con alcuni elementi intenzionati a darsi battaglia sin dalle prima pedalate. Fra i principali favoriti occhi puntati ovviamente su Mínguez e Ji che sanno come si prevalga sulla concorrenza; altri elementi interessanti, oltre al già citato Phinney, anche Ramunas Navardauskas della Garmin, Gert Steegmans dell'Omega, Svein Tuft dell'Orica e Jesse Sergent della Radioshack. In casa Italia citazioni doverose per Mattia Gavazzi dell'Androni, Alan Marangoni della Cannondale, Roberto Ferrari della Lampre e Francesco Chicchi della Vini Fantini.

Alberto Vigonesi

La classifica al contrario

Miguel MínguezAnno nuovo, vecchie tradizioni. In coincidenza del primo grande giro dell'anno torna la classifica più amata dagli appassionati del ciclismo, quella in cui il nome del vincitore rimane indelebilmente scolpito nella pietra. Stiamo ovviamente parlando, per chi non lo sapesse, della classifica al contrario, prestigioso traguardo ambito da professionisti di ogni latitudine. Nella scorsa stagione il Giro vide primeggiare Miguel Mínguez Ayala, allora debuttante dell'Euskaltel che si impose sul connazionale e compagno di squadra Adrian Saez de Arregi Egurrola e sullo statunitense Taylor Phinney della BMC, particolarmente abile nel recuperare dalla 198esima piazza in cui si trovava dopo il prologo di Herning.
Proseguendo con la stagione scorsa, il Tour de France vide il successo del francese Jimmy Engoulvent della Saur-Sojasun, non presente al Giro 2013 come la propria squadra. Alla Vuelta a Espana, invece, si ebbe una novità rivoluzionaria per il ciclismo mondiale, con il primo posto conquistato dal cinese Cheng Ji dell'Argos-Shimano, fortemente voluto da Acquarone per tentare la doppietta consecutiva, impresa probabilmente mai realizzatasi.
Il Giro 2013 parte nel capoluogo partenopeo con una tappa in linea, evento che non accade dal 2003; i distacchi possono essere già interessanti, con alcuni elementi intenzionati a darsi battaglia sin dalle prima pedalate. Fra i principali favoriti occhi puntati ovviamente su Mínguez e Ji che sanno come si prevalga sulla concorrenza; altri elementi interessanti, oltre al già citato Phinney, anche Ramunas Navardauskas della Garmin, Gert Steegmans dell'Omega, Svein Tuft dell'Orica e Jesse Sergent della Radioshack. In casa Italia citazioni doverose per Mattia Gavazzi dell'Androni, Alan Marangoni della Cannondale, Roberto Ferrari della Lampre e Francesco Chicchi della Vini Fantini.

Alberto Vigonesi

Miseria e nobiltà (Mario Mattoli, 1954)

Miseria e nobiltà © www.antoniodecurtis.orgUn Giro d'Italia cinematografico. È pensabile? Chi lo sa, proviamoci. Cinema e Giro d'Italia, cinema e Napoli, qual è il trait d'union? Un uomo solo al comando, il suo nome (d'arte) è Totò! In sella contro Coppi e Bartali in Totò al Giro d'Italia nel 1948, con lo stesso regista Mario Mattoli (mestierante di grande valore) 6 anni più tardi gira un capolavoro della commedia dell'arte, Miseria e nobiltà. Tratta da Scarpetta (il commediografo che, oltre a tante opere, creò pure Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, suoi figli naturali), la storia è debitrice, anche nella sua rappresentazione cinematografica, del teatro che le diede i natali: il film si apre e si chiude con un immaginario sipario, su un ideale palco circonfuso di scenografie pastello, e aperto all'istrionismo più puro del genio della comicità, il Principe De Curtis. Il quale qui è don Felice Sciosciammocca, squattrinato come la sua famiglia e quella dell'amico con cui condivide il misero appartamento. Ma per un giorno questi disgraziati vestiranno panni da nobili, complici di un intrigo amoroso che è perfino inutile svelare, tanto alla fine saranno tarallucci e vino per tutti. Grandinano gag, una più esilarante dell'altra, per tutta l'ora e mezza del film. Alcune scene sono rimaste immortali, fisse nell'immaginario popolare (come quella raffigurata qui accanto). Sophia Loren, in uno dei suoi primi ruoli, è abbagliante quanto altera. E Totò, l'assurdo Totò, l'umano Totò, il matto Totò, il dolce Totò...

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2013 - 1a tappa
Rassegna GiroNotes 2013 - 1a tappa
Rassegna GiroNotes 2013 - 1a tappa
Rassegna GiroNotes 2013 - 1a tappa
Rassegna GiroNotes 2013 - 1a tappa

Miseria e nobiltà (Mario Mattoli, 1954)

Miseria e nobiltà © www.antoniodecurtis.orgUn Giro d'Italia cinematografico. È pensabile? Chi lo sa, proviamoci. Cinema e Giro d'Italia, cinema e Napoli, qual è il trait d'union? Un uomo solo al comando, il suo nome (d'arte) è Totò! In sella contro Coppi e Bartali in Totò al Giro d'Italia nel 1948, con lo stesso regista Mario Mattoli (mestierante di grande valore) 6 anni più tardi gira un capolavoro della commedia dell'arte, Miseria e nobiltà. Tratta da Scarpetta (il commediografo che, oltre a tante opere, creò pure Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, suoi figli naturali), la storia è debitrice, anche nella sua rappresentazione cinematografica, del teatro che le diede i natali: il film si apre e si chiude con un immaginario sipario, su un ideale palco circonfuso di scenografie pastello, e aperto all'istrionismo più puro del genio della comicità, il Principe De Curtis. Il quale qui è don Felice Sciosciammocca, squattrinato come la sua famiglia e quella dell'amico con cui condivide il misero appartamento. Ma per un giorno questi disgraziati vestiranno panni da nobili, complici di un intrigo amoroso che è perfino inutile svelare, tanto alla fine saranno tarallucci e vino per tutti. Grandinano gag, una più esilarante dell'altra, per tutta l'ora e mezza del film. Alcune scene sono rimaste immortali, fisse nell'immaginario popolare (come quella raffigurata qui accanto). Sophia Loren, in uno dei suoi primi ruoli, è abbagliante quanto altera. E Totò, l'assurdo Totò, l'umano Totò, il matto Totò, il dolce Totò...

Marco Grassi

La classifica al contrario

Miguel MínguezAnno nuovo, vecchie tradizioni. In coincidenza del primo grande giro dell'anno torna la classifica più amata dagli appassionati del ciclismo, quella in cui il nome del vincitore rimane indelebilmente scolpito nella pietra. Stiamo ovviamente parlando, per chi non lo sapesse, della classifica al contrario, prestigioso traguardo ambito da professionisti di ogni latitudine. Nella scorsa stagione il Giro vide primeggiare Miguel Mínguez Ayala, allora debuttante dell'Euskaltel che si impose sul connazionale e compagno di squadra Adrian Saez de Arregi Egurrola e sullo statunitense Taylor Phinney della BMC, particolarmente abile nel recuperare dalla 198esima piazza in cui si trovava dopo il prologo di Herning.
Proseguendo con la stagione scorsa, il Tour de France vide il successo del francese Jimmy Engoulvent della Saur-Sojasun, non presente al Giro 2013 come la propria squadra. Alla Vuelta a Espana, invece, si ebbe una novità rivoluzionaria per il ciclismo mondiale, con il primo posto conquistato dal cinese Cheng Ji dell'Argos-Shimano, fortemente voluto da Acquarone per tentare la doppietta consecutiva, impresa probabilmente mai realizzatasi.
Il Giro 2013 parte nel capoluogo partenopeo con una tappa in linea, evento che non accade dal 2003; i distacchi possono essere già interessanti, con alcuni elementi intenzionati a darsi battaglia sin dalle prima pedalate. Fra i principali favoriti occhi puntati ovviamente su Mínguez e Ji che sanno come si prevalga sulla concorrenza; altri elementi interessanti, oltre al già citato Phinney, anche Ramunas Navardauskas della Garmin, Gert Steegmans dell'Omega, Svein Tuft dell'Orica e Jesse Sergent della Radioshack. In casa Italia citazioni doverose per Mattia Gavazzi dell'Androni, Alan Marangoni della Cannondale, Roberto Ferrari della Lampre e Francesco Chicchi della Vini Fantini.

Alberto Vigonesi

La classifica al contrario

Miguel MínguezAnno nuovo, vecchie tradizioni. In coincidenza del primo grande giro dell'anno torna la classifica più amata dagli appassionati del ciclismo, quella in cui il nome del vincitore rimane indelebilmente scolpito nella pietra. Stiamo ovviamente parlando, per chi non lo sapesse, della classifica al contrario, prestigioso traguardo ambito da professionisti di ogni latitudine. Nella scorsa stagione il Giro vide primeggiare Miguel Mínguez Ayala, allora debuttante dell'Euskaltel che si impose sul connazionale e compagno di squadra Adrian Saez de Arregi Egurrola e sullo statunitense Taylor Phinney della BMC, particolarmente abile nel recuperare dalla 198esima piazza in cui si trovava dopo il prologo di Herning.
Proseguendo con la stagione scorsa, il Tour de France vide il successo del francese Jimmy Engoulvent della Saur-Sojasun, non presente al Giro 2013 come la propria squadra. Alla Vuelta a Espana, invece, si ebbe una novità rivoluzionaria per il ciclismo mondiale, con il primo posto conquistato dal cinese Cheng Ji dell'Argos-Shimano, fortemente voluto da Acquarone per tentare la doppietta consecutiva, impresa probabilmente mai realizzatasi.
Il Giro 2013 parte nel capoluogo partenopeo con una tappa in linea, evento che non accade dal 2003; i distacchi possono essere già interessanti, con alcuni elementi intenzionati a darsi battaglia sin dalle prima pedalate. Fra i principali favoriti occhi puntati ovviamente su Mínguez e Ji che sanno come si prevalga sulla concorrenza; altri elementi interessanti, oltre al già citato Phinney, anche Ramunas Navardauskas della Garmin, Gert Steegmans dell'Omega, Svein Tuft dell'Orica e Jesse Sergent della Radioshack. In casa Italia citazioni doverose per Mattia Gavazzi dell'Androni, Alan Marangoni della Cannondale, Roberto Ferrari della Lampre e Francesco Chicchi della Vini Fantini.

Alberto Vigonesi

Miseria e nobiltà (Mario Mattoli, 1954)

Miseria e nobiltà © www.antoniodecurtis.orgUn Giro d'Italia cinematografico. È pensabile? Chi lo sa, proviamoci. Cinema e Giro d'Italia, cinema e Napoli, qual è il trait d'union? Un uomo solo al comando, il suo nome (d'arte) è Totò! In sella contro Coppi e Bartali in Totò al Giro d'Italia nel 1948, con lo stesso regista Mario Mattoli (mestierante di grande valore) 6 anni più tardi gira un capolavoro della commedia dell'arte, Miseria e nobiltà. Tratta da Scarpetta (il commediografo che, oltre a tante opere, creò pure Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, suoi figli naturali), la storia è debitrice, anche nella sua rappresentazione cinematografica, del teatro che le diede i natali: il film si apre e si chiude con un immaginario sipario, su un ideale palco circonfuso di scenografie pastello, e aperto all'istrionismo più puro del genio della comicità, il Principe De Curtis. Il quale qui è don Felice Sciosciammocca, squattrinato come la sua famiglia e quella dell'amico con cui condivide il misero appartamento. Ma per un giorno questi disgraziati vestiranno panni da nobili, complici di un intrigo amoroso che è perfino inutile svelare, tanto alla fine saranno tarallucci e vino per tutti. Grandinano gag, una più esilarante dell'altra, per tutta l'ora e mezza del film. Alcune scene sono rimaste immortali, fisse nell'immaginario popolare (come quella raffigurata qui accanto). Sophia Loren, in uno dei suoi primi ruoli, è abbagliante quanto altera. E Totò, l'assurdo Totò, l'umano Totò, il matto Totò, il dolce Totò...

Marco Grassi

La classifica al contrario

Miguel MínguezAnno nuovo, vecchie tradizioni. In coincidenza del primo grande giro dell'anno torna la classifica più amata dagli appassionati del ciclismo, quella in cui il nome del vincitore rimane indelebilmente scolpito nella pietra. Stiamo ovviamente parlando, per chi non lo sapesse, della classifica al contrario, prestigioso traguardo ambito da professionisti di ogni latitudine. Nella scorsa stagione il Giro vide primeggiare Miguel Mínguez Ayala, allora debuttante dell'Euskaltel che si impose sul connazionale e compagno di squadra Adrian Saez de Arregi Egurrola e sullo statunitense Taylor Phinney della BMC, particolarmente abile nel recuperare dalla 198esima piazza in cui si trovava dopo il prologo di Herning.
Proseguendo con la stagione scorsa, il Tour de France vide il successo del francese Jimmy Engoulvent della Saur-Sojasun, non presente al Giro 2013 come la propria squadra. Alla Vuelta a Espana, invece, si ebbe una novità rivoluzionaria per il ciclismo mondiale, con il primo posto conquistato dal cinese Cheng Ji dell'Argos-Shimano, fortemente voluto da Acquarone per tentare la doppietta consecutiva, impresa probabilmente mai realizzatasi.
Il Giro 2013 parte nel capoluogo partenopeo con una tappa in linea, evento che non accade dal 2003; i distacchi possono essere già interessanti, con alcuni elementi intenzionati a darsi battaglia sin dalle prima pedalate. Fra i principali favoriti occhi puntati ovviamente su Mínguez e Ji che sanno come si prevalga sulla concorrenza; altri elementi interessanti, oltre al già citato Phinney, anche Ramunas Navardauskas della Garmin, Gert Steegmans dell'Omega, Svein Tuft dell'Orica e Jesse Sergent della Radioshack. In casa Italia citazioni doverose per Mattia Gavazzi dell'Androni, Alan Marangoni della Cannondale, Roberto Ferrari della Lampre e Francesco Chicchi della Vini Fantini.

Alberto Vigonesi

La classifica al contrario

Miguel MínguezAnno nuovo, vecchie tradizioni. In coincidenza del primo grande giro dell'anno torna la classifica più amata dagli appassionati del ciclismo, quella in cui il nome del vincitore rimane indelebilmente scolpito nella pietra. Stiamo ovviamente parlando, per chi non lo sapesse, della classifica al contrario, prestigioso traguardo ambito da professionisti di ogni latitudine. Nella scorsa stagione il Giro vide primeggiare Miguel Mínguez Ayala, allora debuttante dell'Euskaltel che si impose sul connazionale e compagno di squadra Adrian Saez de Arregi Egurrola e sullo statunitense Taylor Phinney della BMC, particolarmente abile nel recuperare dalla 198esima piazza in cui si trovava dopo il prologo di Herning.
Proseguendo con la stagione scorsa, il Tour de France vide il successo del francese Jimmy Engoulvent della Saur-Sojasun, non presente al Giro 2013 come la propria squadra. Alla Vuelta a Espana, invece, si ebbe una novità rivoluzionaria per il ciclismo mondiale, con il primo posto conquistato dal cinese Cheng Ji dell'Argos-Shimano, fortemente voluto da Acquarone per tentare la doppietta consecutiva, impresa probabilmente mai realizzatasi.
Il Giro 2013 parte nel capoluogo partenopeo con una tappa in linea, evento che non accade dal 2003; i distacchi possono essere già interessanti, con alcuni elementi intenzionati a darsi battaglia sin dalle prima pedalate. Fra i principali favoriti occhi puntati ovviamente su Mínguez e Ji che sanno come si prevalga sulla concorrenza; altri elementi interessanti, oltre al già citato Phinney, anche Ramunas Navardauskas della Garmin, Gert Steegmans dell'Omega, Svein Tuft dell'Orica e Jesse Sergent della Radioshack. In casa Italia citazioni doverose per Mattia Gavazzi dell'Androni, Alan Marangoni della Cannondale, Roberto Ferrari della Lampre e Francesco Chicchi della Vini Fantini.

Alberto Vigonesi

Miseria e nobiltà (Mario Mattoli, 1954)

Miseria e nobiltà © www.antoniodecurtis.orgUn Giro d'Italia cinematografico. È pensabile? Chi lo sa, proviamoci. Cinema e Giro d'Italia, cinema e Napoli, qual è il trait d'union? Un uomo solo al comando, il suo nome (d'arte) è Totò! In sella contro Coppi e Bartali in Totò al Giro d'Italia nel 1948, con lo stesso regista Mario Mattoli (mestierante di grande valore) 6 anni più tardi gira un capolavoro della commedia dell'arte, Miseria e nobiltà. Tratta da Scarpetta (il commediografo che, oltre a tante opere, creò pure Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, suoi figli naturali), la storia è debitrice, anche nella sua rappresentazione cinematografica, del teatro che le diede i natali: il film si apre e si chiude con un immaginario sipario, su un ideale palco circonfuso di scenografie pastello, e aperto all'istrionismo più puro del genio della comicità, il Principe De Curtis. Il quale qui è don Felice Sciosciammocca, squattrinato come la sua famiglia e quella dell'amico con cui condivide il misero appartamento. Ma per un giorno questi disgraziati vestiranno panni da nobili, complici di un intrigo amoroso che è perfino inutile svelare, tanto alla fine saranno tarallucci e vino per tutti. Grandinano gag, una più esilarante dell'altra, per tutta l'ora e mezza del film. Alcune scene sono rimaste immortali, fisse nell'immaginario popolare (come quella raffigurata qui accanto). Sophia Loren, in uno dei suoi primi ruoli, è abbagliante quanto altera. E Totò, l'assurdo Totò, l'umano Totò, il matto Totò, il dolce Totò...

Marco Grassi

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