Il Portale del Ciclismo professionistico

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L'ultima tappa, a cronometro, è stata disegnata e cambiata più volte dagli organizzatori: l'ultima modifica è arrivata giusto questa mattina con l'accorciamento a 28.2 km. Si partirà quindi dal Castello Sforzesco, attraverso Via Venti Settembre, Viale Washington e Viale De Gasperi si arriverà al Cimitero Maggiore per poi tornare indietro verso Piazza Duomo alla quale si arriverà non prima di aver attraversato Corso Sempione, Piazza Cinque Giornate, Corso Venezia e Piazza San Babila. Il percorso, manco a dirlo, sarà tutto pianeggiante e risulterà decisivo per ribaltare le sorti della corsa: Joaquim Rodríguez e Ryder Hesjedal si giocano la vittoria finale e sono separati da soli 31" ma attenzione che in ballo c'è tutto il podio visto che anche Michele Scarponi e Thomas De Gendt sono piuttosto vicini.

L'ordine di partenza della cronometro.

Milano

Milano è stata fondata dagli Insubri nel IV secolo a.C., il nome originario era Mediolanum e nei secoli ha assunto diversi ruoli. Colonia dell'Impero Romano, centro del Rinascimento, capitale del Regno d'Italia nel periodo Napoleonico, culla della politica tra '800 e '900. Durante la Seconda Guerra Mondiale è stata un emblema della resistenza partigiana per poi diventare simbolo del boom economico. Per restare in tema di economia, Milano è attualmente sede della Borsa italiana, capitale del design e della moda, polo fieristico internazionale (nel 2015 ospiterà l'Expo) ricco di palazzi neoclassici, liberty e razionalisti, cui si alternano i grattacieli modernissimi del progetto City Life. Tra i monumenti da visitare a Milano il Duomo ed il Castello Sforzesco, la Basilica di Sant'Ambrogio, Santa Maria delle Grazie con il Cenacolo leonardesco, il Teatro alla Scala, la Pinacoteca Brera e la Pinacoteca Ambrosiana. Un evento degno di nota è il Carnevale meneghino. Stufati, bolliti e la classica cotoletta alla milanese sono piatti tipici del capoluogo lombardo.

Milano

In quanto sede de La Gazzetta dello Sport, Milano è la città che più d'ogni altra ha ospitato tappe del Giro d'Italia. Su 94 edizioni per 40 volte si è partiti da Milano e per 72 volte la corsa rosa ha terminato qui la sua corsa. Per molti anni la conclusione del Giro era una passerella in cui si brindava, si festeggiava il vincitore per poi terminare con uno sprint di gruppo. Qui hanno vinto i velocisti più forti della storia e negli ultimi anni si sono imposti Petacchi (3 vittorie all'attivo nel capoluogo lombardo) e Cipollini (5 i trionfi di Re Leone), tra gli altri. Ultimamente RCS ha sposato la linea della crono finale - che peraltro era già stata adottata in passato - ed oggi la suspence per decretare il vincitore viaggerà sul filo dei secondi. Nelle ultime due edizioni Milano ha parlato britannico, con la volata vincente di Mark Cavendish nel 2009 (ma era la 9a tappa di un Giro che si chiuderà a Roma in favore di Menchov) e con David Millar dodici mesi fa, che contro il tempo, su un percorso identico a quello odierno, pur se accorciato, precedette il danese Alex Rasmussen per soli 7" (a causa di una foratura). A Milano ha sede il Velodromo Vigorelli, in fase di ristrutturazione e riapertura; i fasti del ciclismo italiano, sia per estetica che per risultanze, passano anche (soprattutto?) da quella pista dove negli anni di Coppi e Bartali il Giro d'Italia era solito concludersi.

Francesco Sulas
Milano

Milano è stata fondata dagli Insubri nel IV secolo a.C., il nome originario era Mediolanum e nei secoli ha assunto diversi ruoli. Colonia dell'Impero Romano, centro del Rinascimento, capitale del Regno d'Italia nel periodo Napoleonico, culla della politica tra '800 e '900. Durante la Seconda Guerra Mondiale è stata un emblema della resistenza partigiana per poi diventare simbolo del boom economico. Per restare in tema di economia, Milano è attualmente sede della Borsa italiana, capitale del design e della moda, polo fieristico internazionale (nel 2015 ospiterà l'Expo) ricco di palazzi neoclassici, liberty e razionalisti, cui si alternano i grattacieli modernissimi del progetto City Life. Tra i monumenti da visitare a Milano il Duomo ed il Castello Sforzesco, la Basilica di Sant'Ambrogio, Santa Maria delle Grazie con il Cenacolo leonardesco, il Teatro alla Scala, la Pinacoteca Brera e la Pinacoteca Ambrosiana. Un evento degno di nota è il Carnevale meneghino. Stufati, bolliti e la classica cotoletta alla milanese sono piatti tipici del capoluogo lombardo.

Milano

In quanto sede de La Gazzetta dello Sport, Milano è la città che più d'ogni altra ha ospitato tappe del Giro d'Italia. Su 94 edizioni per 40 volte si è partiti da Milano e per 72 volte la corsa rosa ha terminato qui la sua corsa. Per molti anni la conclusione del Giro era una passerella in cui si brindava, si festeggiava il vincitore per poi terminare con uno sprint di gruppo. Qui hanno vinto i velocisti più forti della storia e negli ultimi anni si sono imposti Petacchi (3 vittorie all'attivo nel capoluogo lombardo) e Cipollini (5 i trionfi di Re Leone), tra gli altri. Ultimamente RCS ha sposato la linea della crono finale - che peraltro era già stata adottata in passato - ed oggi la suspence per decretare il vincitore viaggerà sul filo dei secondi. Nelle ultime due edizioni Milano ha parlato britannico, con la volata vincente di Mark Cavendish nel 2009 (ma era la 9a tappa di un Giro che si chiuderà a Roma in favore di Menchov) e con David Millar dodici mesi fa, che contro il tempo, su un percorso identico a quello odierno, pur se accorciato, precedette il danese Alex Rasmussen per soli 7" (a causa di una foratura). A Milano ha sede il Velodromo Vigorelli, in fase di ristrutturazione e riapertura; i fasti del ciclismo italiano, sia per estetica che per risultanze, passano anche (soprattutto?) da quella pista dove negli anni di Coppi e Bartali il Giro d'Italia era solito concludersi.

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Milano è stata fondata dagli Insubri nel IV secolo a.C., il nome originario era Mediolanum e nei secoli ha assunto diversi ruoli. Colonia dell'Impero Romano, centro del Rinascimento, capitale del Regno d'Italia nel periodo Napoleonico, culla della politica tra '800 e '900. Durante la Seconda Guerra Mondiale è stata un emblema della resistenza partigiana per poi diventare simbolo del boom economico. Per restare in tema di economia, Milano è attualmente sede della Borsa italiana, capitale del design e della moda, polo fieristico internazionale (nel 2015 ospiterà l'Expo) ricco di palazzi neoclassici, liberty e razionalisti, cui si alternano i grattacieli modernissimi del progetto City Life. Tra i monumenti da visitare a Milano il Duomo ed il Castello Sforzesco, la Basilica di Sant'Ambrogio, Santa Maria delle Grazie con il Cenacolo leonardesco, il Teatro alla Scala, la Pinacoteca Brera e la Pinacoteca Ambrosiana. Un evento degno di nota è il Carnevale meneghino. Stufati, bolliti e la classica cotoletta alla milanese sono piatti tipici del capoluogo lombardo.

Milano

In quanto sede de La Gazzetta dello Sport, Milano è la città che più d'ogni altra ha ospitato tappe del Giro d'Italia. Su 94 edizioni per 40 volte si è partiti da Milano e per 72 volte la corsa rosa ha terminato qui la sua corsa. Per molti anni la conclusione del Giro era una passerella in cui si brindava, si festeggiava il vincitore per poi terminare con uno sprint di gruppo. Qui hanno vinto i velocisti più forti della storia e negli ultimi anni si sono imposti Petacchi (3 vittorie all'attivo nel capoluogo lombardo) e Cipollini (5 i trionfi di Re Leone), tra gli altri. Ultimamente RCS ha sposato la linea della crono finale - che peraltro era già stata adottata in passato - ed oggi la suspence per decretare il vincitore viaggerà sul filo dei secondi. Nelle ultime due edizioni Milano ha parlato britannico, con la volata vincente di Mark Cavendish nel 2009 (ma era la 9a tappa di un Giro che si chiuderà a Roma in favore di Menchov) e con David Millar dodici mesi fa, che contro il tempo, su un percorso identico a quello odierno, pur se accorciato, precedette il danese Alex Rasmussen per soli 7" (a causa di una foratura). A Milano ha sede il Velodromo Vigorelli, in fase di ristrutturazione e riapertura; i fasti del ciclismo italiano, sia per estetica che per risultanze, passano anche (soprattutto?) da quella pista dove negli anni di Coppi e Bartali il Giro d'Italia era solito concludersi.

Milano

Milano è stata fondata dagli Insubri nel IV secolo a.C., il nome originario era Mediolanum e nei secoli ha assunto diversi ruoli. Colonia dell'Impero Romano, centro del Rinascimento, capitale del Regno d'Italia nel periodo Napoleonico, culla della politica tra '800 e '900. Durante la Seconda Guerra Mondiale è stata un emblema della resistenza partigiana per poi diventare simbolo del boom economico. Per restare in tema di economia, Milano è attualmente sede della Borsa italiana, capitale del design e della moda, polo fieristico internazionale (nel 2015 ospiterà l'Expo) ricco di palazzi neoclassici, liberty e razionalisti, cui si alternano i grattacieli modernissimi del progetto City Life. Tra i monumenti da visitare a Milano il Duomo ed il Castello Sforzesco, la Basilica di Sant'Ambrogio, Santa Maria delle Grazie con il Cenacolo leonardesco, il Teatro alla Scala, la Pinacoteca Brera e la Pinacoteca Ambrosiana. Un evento degno di nota è il Carnevale meneghino. Stufati, bolliti e la classica cotoletta alla milanese sono piatti tipici del capoluogo lombardo.

Milano

In quanto sede de La Gazzetta dello Sport, Milano è la città che più d'ogni altra ha ospitato tappe del Giro d'Italia. Su 94 edizioni per 40 volte si è partiti da Milano e per 72 volte la corsa rosa ha terminato qui la sua corsa. Per molti anni la conclusione del Giro era una passerella in cui si brindava, si festeggiava il vincitore per poi terminare con uno sprint di gruppo. Qui hanno vinto i velocisti più forti della storia e negli ultimi anni si sono imposti Petacchi (3 vittorie all'attivo nel capoluogo lombardo) e Cipollini (5 i trionfi di Re Leone), tra gli altri. Ultimamente RCS ha sposato la linea della crono finale - che peraltro era già stata adottata in passato - ed oggi la suspence per decretare il vincitore viaggerà sul filo dei secondi. Nelle ultime due edizioni Milano ha parlato britannico, con la volata vincente di Mark Cavendish nel 2009 (ma era la 9a tappa di un Giro che si chiuderà a Roma in favore di Menchov) e con David Millar dodici mesi fa, che contro il tempo, su un percorso identico a quello odierno, pur se accorciato, precedette il danese Alex Rasmussen per soli 7" (a causa di una foratura). A Milano ha sede il Velodromo Vigorelli, in fase di ristrutturazione e riapertura; i fasti del ciclismo italiano, sia per estetica che per risultanze, passano anche (soprattutto?) da quella pista dove negli anni di Coppi e Bartali il Giro d'Italia era solito concludersi.

Milano

Milano è stata fondata dagli Insubri nel IV secolo a.C., il nome originario era Mediolanum e nei secoli ha assunto diversi ruoli. Colonia dell'Impero Romano, centro del Rinascimento, capitale del Regno d'Italia nel periodo Napoleonico, culla della politica tra '800 e '900. Durante la Seconda Guerra Mondiale è stata un emblema della resistenza partigiana per poi diventare simbolo del boom economico. Per restare in tema di economia, Milano è attualmente sede della Borsa italiana, capitale del design e della moda, polo fieristico internazionale (nel 2015 ospiterà l'Expo) ricco di palazzi neoclassici, liberty e razionalisti, cui si alternano i grattacieli modernissimi del progetto City Life. Tra i monumenti da visitare a Milano il Duomo ed il Castello Sforzesco, la Basilica di Sant'Ambrogio, Santa Maria delle Grazie con il Cenacolo leonardesco, il Teatro alla Scala, la Pinacoteca Brera e la Pinacoteca Ambrosiana. Un evento degno di nota è il Carnevale meneghino. Stufati, bolliti e la classica cotoletta alla milanese sono piatti tipici del capoluogo lombardo.

Milano

In quanto sede de La Gazzetta dello Sport, Milano è la città che più d'ogni altra ha ospitato tappe del Giro d'Italia. Su 94 edizioni per 40 volte si è partiti da Milano e per 72 volte la corsa rosa ha terminato qui la sua corsa. Per molti anni la conclusione del Giro era una passerella in cui si brindava, si festeggiava il vincitore per poi terminare con uno sprint di gruppo. Qui hanno vinto i velocisti più forti della storia e negli ultimi anni si sono imposti Petacchi (3 vittorie all'attivo nel capoluogo lombardo) e Cipollini (5 i trionfi di Re Leone), tra gli altri. Ultimamente RCS ha sposato la linea della crono finale - che peraltro era già stata adottata in passato - ed oggi la suspence per decretare il vincitore viaggerà sul filo dei secondi. Nelle ultime due edizioni Milano ha parlato britannico, con la volata vincente di Mark Cavendish nel 2009 (ma era la 9a tappa di un Giro che si chiuderà a Roma in favore di Menchov) e con David Millar dodici mesi fa, che contro il tempo, su un percorso identico a quello odierno, pur se accorciato, precedette il danese Alex Rasmussen per soli 7" (a causa di una foratura). A Milano ha sede il Velodromo Vigorelli, in fase di ristrutturazione e riapertura; i fasti del ciclismo italiano, sia per estetica che per risultanze, passano anche (soprattutto?) da quella pista dove negli anni di Coppi e Bartali il Giro d'Italia era solito concludersi.

Milano

Milano è stata fondata dagli Insubri nel IV secolo a.C., il nome originario era Mediolanum e nei secoli ha assunto diversi ruoli. Colonia dell'Impero Romano, centro del Rinascimento, capitale del Regno d'Italia nel periodo Napoleonico, culla della politica tra '800 e '900. Durante la Seconda Guerra Mondiale è stata un emblema della resistenza partigiana per poi diventare simbolo del boom economico. Per restare in tema di economia, Milano è attualmente sede della Borsa italiana, capitale del design e della moda, polo fieristico internazionale (nel 2015 ospiterà l'Expo) ricco di palazzi neoclassici, liberty e razionalisti, cui si alternano i grattacieli modernissimi del progetto City Life. Tra i monumenti da visitare a Milano il Duomo ed il Castello Sforzesco, la Basilica di Sant'Ambrogio, Santa Maria delle Grazie con il Cenacolo leonardesco, il Teatro alla Scala, la Pinacoteca Brera e la Pinacoteca Ambrosiana. Un evento degno di nota è il Carnevale meneghino. Stufati, bolliti e la classica cotoletta alla milanese sono piatti tipici del capoluogo lombardo.

Milano

In quanto sede de La Gazzetta dello Sport, Milano è la città che più d'ogni altra ha ospitato tappe del Giro d'Italia. Su 94 edizioni per 40 volte si è partiti da Milano e per 72 volte la corsa rosa ha terminato qui la sua corsa. Per molti anni la conclusione del Giro era una passerella in cui si brindava, si festeggiava il vincitore per poi terminare con uno sprint di gruppo. Qui hanno vinto i velocisti più forti della storia e negli ultimi anni si sono imposti Petacchi (3 vittorie all'attivo nel capoluogo lombardo) e Cipollini (5 i trionfi di Re Leone), tra gli altri. Ultimamente RCS ha sposato la linea della crono finale - che peraltro era già stata adottata in passato - ed oggi la suspence per decretare il vincitore viaggerà sul filo dei secondi. Nelle ultime due edizioni Milano ha parlato britannico, con la volata vincente di Mark Cavendish nel 2009 (ma era la 9a tappa di un Giro che si chiuderà a Roma in favore di Menchov) e con David Millar dodici mesi fa, che contro il tempo, su un percorso identico a quello odierno, pur se accorciato, precedette il danese Alex Rasmussen per soli 7" (a causa di una foratura). A Milano ha sede il Velodromo Vigorelli, in fase di ristrutturazione e riapertura; i fasti del ciclismo italiano, sia per estetica che per risultanze, passano anche (soprattutto?) da quella pista dove negli anni di Coppi e Bartali il Giro d'Italia era solito concludersi.

Meteo

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Soggetti Alternativi

Con la cronometro conclusiva si appresta a portare a termine il primo grande giro della sua carriera alla seconda stagione tra i professionisti. Ottimo passista, fin dalle categorie giovanili aveva mostrato una certa predilezione per le prove contro il tempo (campione italiano e bronzo europeo da juniores nel 2005). La sua condotta di gara, spesso generosa e impavida nel tentare attacchi anche da molto lontano, gli ha consentito anche di vincere alcune corse prestigiosissime quali GP Liberazione, Trofeo ZSSDI e Trofeo Città di Brescia tra i dilettanti. Passato stranamente a fatica nel professionismo, ha subito sfiorato il titolo nazionale a crono lo scorso anno mentre ad inizio aprile è andato molto vicino al successo nel Circuit de la Sarthe, chiudendo al 2° posto. Dopo un primo Giro segnato da un ottimo prologo e vari tentativi di fuga, cerca di chiudere nel migliore dei modi con una bella prova contro il tempo. State attenti quindi: quando taglierà il traguardo più che un boato ci sarà un...Boaro!

Vivian Ghianni

Con la cronometro conclusiva si appresta a portare a termine il primo grande giro della sua carriera alla seconda stagione tra i professionisti. Ottimo passista, fin dalle categorie giovanili aveva mostrato una certa predilezione per le prove contro il tempo (campione italiano e bronzo europeo da juniores nel 2005). La sua condotta di gara, spesso generosa e impavida nel tentare attacchi anche da molto lontano, gli ha consentito anche di vincere alcune corse prestigiosissime quali GP Liberazione, Trofeo ZSSDI e Trofeo Città di Brescia tra i dilettanti. Passato stranamente a fatica nel professionismo, ha subito sfiorato il titolo nazionale a crono lo scorso anno mentre ad inizio aprile è andato molto vicino al successo nel Circuit de la Sarthe, chiudendo al 2° posto. Dopo un primo Giro segnato da un ottimo prologo e vari tentativi di fuga, cerca di chiudere nel migliore dei modi con una bella prova contro il tempo. State attenti quindi: quando taglierà il traguardo più che un boato ci sarà un...Boaro!

Con la cronometro conclusiva si appresta a portare a termine il primo grande giro della sua carriera alla seconda stagione tra i professionisti. Ottimo passista, fin dalle categorie giovanili aveva mostrato una certa predilezione per le prove contro il tempo (campione italiano e bronzo europeo da juniores nel 2005). La sua condotta di gara, spesso generosa e impavida nel tentare attacchi anche da molto lontano, gli ha consentito anche di vincere alcune corse prestigiosissime quali GP Liberazione, Trofeo ZSSDI e Trofeo Città di Brescia tra i dilettanti. Passato stranamente a fatica nel professionismo, ha subito sfiorato il titolo nazionale a crono lo scorso anno mentre ad inizio aprile è andato molto vicino al successo nel Circuit de la Sarthe, chiudendo al 2° posto. Dopo un primo Giro segnato da un ottimo prologo e vari tentativi di fuga, cerca di chiudere nel migliore dei modi con una bella prova contro il tempo. State attenti quindi: quando taglierà il traguardo più che un boato ci sarà un...Boaro!

Con la cronometro conclusiva si appresta a portare a termine il primo grande giro della sua carriera alla seconda stagione tra i professionisti. Ottimo passista, fin dalle categorie giovanili aveva mostrato una certa predilezione per le prove contro il tempo (campione italiano e bronzo europeo da juniores nel 2005). La sua condotta di gara, spesso generosa e impavida nel tentare attacchi anche da molto lontano, gli ha consentito anche di vincere alcune corse prestigiosissime quali GP Liberazione, Trofeo ZSSDI e Trofeo Città di Brescia tra i dilettanti. Passato stranamente a fatica nel professionismo, ha subito sfiorato il titolo nazionale a crono lo scorso anno mentre ad inizio aprile è andato molto vicino al successo nel Circuit de la Sarthe, chiudendo al 2° posto. Dopo un primo Giro segnato da un ottimo prologo e vari tentativi di fuga, cerca di chiudere nel migliore dei modi con una bella prova contro il tempo. State attenti quindi: quando taglierà il traguardo più che un boato ci sarà un...Boaro!

Con la cronometro conclusiva si appresta a portare a termine il primo grande giro della sua carriera alla seconda stagione tra i professionisti. Ottimo passista, fin dalle categorie giovanili aveva mostrato una certa predilezione per le prove contro il tempo (campione italiano e bronzo europeo da juniores nel 2005). La sua condotta di gara, spesso generosa e impavida nel tentare attacchi anche da molto lontano, gli ha consentito anche di vincere alcune corse prestigiosissime quali GP Liberazione, Trofeo ZSSDI e Trofeo Città di Brescia tra i dilettanti. Passato stranamente a fatica nel professionismo, ha subito sfiorato il titolo nazionale a crono lo scorso anno mentre ad inizio aprile è andato molto vicino al successo nel Circuit de la Sarthe, chiudendo al 2° posto. Dopo un primo Giro segnato da un ottimo prologo e vari tentativi di fuga, cerca di chiudere nel migliore dei modi con una bella prova contro il tempo. State attenti quindi: quando taglierà il traguardo più che un boato ci sarà un...Boaro!

Con la cronometro conclusiva si appresta a portare a termine il primo grande giro della sua carriera alla seconda stagione tra i professionisti. Ottimo passista, fin dalle categorie giovanili aveva mostrato una certa predilezione per le prove contro il tempo (campione italiano e bronzo europeo da juniores nel 2005). La sua condotta di gara, spesso generosa e impavida nel tentare attacchi anche da molto lontano, gli ha consentito anche di vincere alcune corse prestigiosissime quali GP Liberazione, Trofeo ZSSDI e Trofeo Città di Brescia tra i dilettanti. Passato stranamente a fatica nel professionismo, ha subito sfiorato il titolo nazionale a crono lo scorso anno mentre ad inizio aprile è andato molto vicino al successo nel Circuit de la Sarthe, chiudendo al 2° posto. Dopo un primo Giro segnato da un ottimo prologo e vari tentativi di fuga, cerca di chiudere nel migliore dei modi con una bella prova contro il tempo. State attenti quindi: quando taglierà il traguardo più che un boato ci sarà un...Boaro!

GiroTweet

@jessesergent: Ora la 21a e ultima tappa, cronometro di 30 km lungo le strade di Milano. È tempo di svuotare il serbatoio

@BandieraMarco: Eh già...siamo arrivati a Milano!!!!è stata dura ma ho grande soddisfazione aver concluso il grande @giroditalia!!!!! Grandi Emozioni...

@gabrielrasch: Ultima tappa qui al Giro, manca solo una cronometro! @jussiveikkanen e io siamo passati attraverso dolori al ginocchio, alle gambe, ai muscoli, alla gola, al soprasella... nel complesso un sacco di sofferenza! Ma ancora ci godiamo il ciclismo! #ritardati

@SachaModolo: Peccato per la tappa di Montecatini e Frosinone, erano adatte a me. Nessun rimpianto, finire il giro fa esperienza e "motore" per il futuro.

@GeraintThomas86: E finalmente è arrivata... ultima tappa!! Niente più salite per me fino alla fine di Agosto. Ieri abbiamo fatto il Mortirolo, l'ultima volta che l'ho fatto ero nel gruppetto con @bradwiggins. Come sono cambiati i tempi!

La maglia rosa virtuale

La classifica finale del Giro d'Italia virtualeAlla fine, non ci sono state sorprese nella cronometro finale di Milano: le prime tre posizione della classifica generale sono rimaste immutate rispetto a quella che era la situazione in cima al Passo dello Stelvio. La vittoria finale della prima edizione del Giro d'Italia virtuale è andata quindi a Michele Scarponi che ha preceduto di 3'29" José Rujano e di 3'52" Ivan Basso; a completare le prime dieci posizione della generale troviamo quindi nell'ordine Uran a 4'12", Schleck a 4'58", Henao a 5'06", Pozzovivo a 5'39", Rodríguez a 5'46", Hesjedal a 7'23" e Cunego a 8'12".

Nella tappa conclusiva contro il tempo abbiamo assistito a due corse in una, anche perché le condizioni meteorologiche sono peggiorate nel finale condizionando quindi le prove degli uomini meglio messi in classifica. La vittoria è andata di nuovo a Geraint Thomas, il gallese della Sky che aveva già vinto l'altra cronometro individuale, quella di Herning: Thomas è partito piano ma poi ha accelerato il ritmo tra il primo ed il secondo intermedio andando a recuperare su tutti i rivali. Al secondo posto, a 27", s'è piazzato il sorprendente belga De Clercq mentre Alex Rasmussen, formidabile nel tratto finale ma troppo lento all'inizio, s'è dovuto accontentare della terza posizione a 28" dal vincitore; da segnalare la prova di Thomas De Gendt, 6° a 39", che era andato benissimo nei primi due intermedi e si è spento solo negli ultimi chilometri. Nonostante la maglia ormai certa Scarponi ha rifilato ancora 38" a Rujano e 50" a Basso ma tutti e tre hanno chiuso distanti dalle prime posizioni.

Per quanto riguarda le classifiche speciali, invece, a sorridere è sempre la Lampre: oltre alla maglia rosa Michele Scarponi ha conquistato anche la maglia rossa della classifica a punti e gli uomini blu-fucsia hanno vinto anche la classifica a squadre per tempi. La classifica dei gran premi della montagna è stata assolutamente dominata da José Rujano mentre la maglia bianca di miglior giovane è stata vinta da Rigoberto Uran davanti al compagno di squadra Sergio Henao.

Per concludere dobbiamo ringraziare di cuore tutti ragazzi della community di PcCiclismo.net che hanno reso possibile questo Giro d'Italia virtuale con tappe, squadre e corridori identici a quelli della corsa reale: quasi sicuramente oggi sul podio di Milano non ci sarà Scarponi in maglia rosa ma la corsa è stata comunque incerta ed appassionante, forse anche di più di quella reale.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Francisco VentosoLo avevamo detto ieri e sullo Stelvio i minuti sono volati. Non chiedetelo a De Gendt e Cunego! Già in crisi sul Mortirolo, i due pagheranno 47' al vincitore di tappa che, a dispetto delle condizioni climatiche, non fa di nome Nieve, bensì Francisco Ventoso. Lo spagnolo della Movistar non è avvezzo alle salite, sebbene sappia stringere i denti, ma tra Mortirolo e Stelvio compie l'impresa della vita. E sì che lo scalatore puro, leggerino e cresciuto nell'imperiese, dove non si conosce la parola "pianura", ci sarebbe anche. Ventoso sullo Stelvio è stato però implacabile ed ha tenuto questo scalatore, alias Cristiano Salerno, a 31", relegandolo alla piazza d'onore. È proprio un Giro sfortunato per la Liquigas. Poco dietro, a 36", il norvegese della Katusha Alexander Kristoff, che sulle rampe della Cima Coppi ha fatto quel che ha potuto. La vittoria di Ventoso resta a sé stante e non va a cambiare una classifica generale cui mettono mano i soliti noti giudici di gara, in preda alla smania di riscrivere le classifiche (dove l'abbiamo già sentita?). Nemmeno una giornata da leader per Guardini ed ecco che il campione veronese viene addirittura espulso dalla corsa con l'accusa di aver sfruttato la scia dell'ammiraglia in discesa. Luca Scinto dall'ammiraglia s'era subito affrettato a precisare: «Veramente era Guardini che spingeva noi, punto». Insomma, non sussistevano le accuse per l'espulsione ma il giovane della Farnese deve fare la valigia e cedere il primato al ben noto Miguel Mínguez Ayala, volpone da GT che si frega le mani. Alle sue spalle Adrian Saez de Arregi Egurrola a 11'49" mentre una bella sorpresa è trovare Taylor Phinney sul podio. Lo statunitense non aveva iniziato il Giro nel migliore dei modi, infortunato ad una caviglia dalla Danimarca era restato per quattro giorni nell'ultima posizione ma a poco a poco s'è ripreso ed ora vorrebbe fare sul serio. Il podio per Phinney dovrebbe svanire domani se è vero che Schillinger ed il nostro Coledan, rispettivamente a 10' ed a 12' dal BMC, a cronometro sono incontenibili, mentre Phinney ricorda molto i colombiani nell'esercizio contro il tempo. Peccato, un podio alla prima partecipazione poteva essere incoraggiante. Sarà per il prossimo anno. Miguel Mínguez Ayala è ormai proiettato verso la vittoria finale.

Francesco Sulas

La maglia rosa virtuale

La classifica finale del Giro d'Italia virtualeAlla fine, non ci sono state sorprese nella cronometro finale di Milano: le prime tre posizione della classifica generale sono rimaste immutate rispetto a quella che era la situazione in cima al Passo dello Stelvio. La vittoria finale della prima edizione del Giro d'Italia virtuale è andata quindi a Michele Scarponi che ha preceduto di 3'29" José Rujano e di 3'52" Ivan Basso; a completare le prime dieci posizione della generale troviamo quindi nell'ordine Uran a 4'12", Schleck a 4'58", Henao a 5'06", Pozzovivo a 5'39", Rodríguez a 5'46", Hesjedal a 7'23" e Cunego a 8'12".

Nella tappa conclusiva contro il tempo abbiamo assistito a due corse in una, anche perché le condizioni meteorologiche sono peggiorate nel finale condizionando quindi le prove degli uomini meglio messi in classifica. La vittoria è andata di nuovo a Geraint Thomas, il gallese della Sky che aveva già vinto l'altra cronometro individuale, quella di Herning: Thomas è partito piano ma poi ha accelerato il ritmo tra il primo ed il secondo intermedio andando a recuperare su tutti i rivali. Al secondo posto, a 27", s'è piazzato il sorprendente belga De Clercq mentre Alex Rasmussen, formidabile nel tratto finale ma troppo lento all'inizio, s'è dovuto accontentare della terza posizione a 28" dal vincitore; da segnalare la prova di Thomas De Gendt, 6° a 39", che era andato benissimo nei primi due intermedi e si è spento solo negli ultimi chilometri. Nonostante la maglia ormai certa Scarponi ha rifilato ancora 38" a Rujano e 50" a Basso ma tutti e tre hanno chiuso distanti dalle prime posizioni.

Per quanto riguarda le classifiche speciali, invece, a sorridere è sempre la Lampre: oltre alla maglia rosa Michele Scarponi ha conquistato anche la maglia rossa della classifica a punti e gli uomini blu-fucsia hanno vinto anche la classifica a squadre per tempi. La classifica dei gran premi della montagna è stata assolutamente dominata da José Rujano mentre la maglia bianca di miglior giovane è stata vinta da Rigoberto Uran davanti al compagno di squadra Sergio Henao.

Per concludere dobbiamo ringraziare di cuore tutti ragazzi della community di PcCiclismo.net che hanno reso possibile questo Giro d'Italia virtuale con tappe, squadre e corridori identici a quelli della corsa reale: quasi sicuramente oggi sul podio di Milano non ci sarà Scarponi in maglia rosa ma la corsa è stata comunque incerta ed appassionante, forse anche di più di quella reale.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Francisco VentosoLo avevamo detto ieri e sullo Stelvio i minuti sono volati. Non chiedetelo a De Gendt e Cunego! Già in crisi sul Mortirolo, i due pagheranno 47' al vincitore di tappa che, a dispetto delle condizioni climatiche, non fa di nome Nieve, bensì Francisco Ventoso. Lo spagnolo della Movistar non è avvezzo alle salite, sebbene sappia stringere i denti, ma tra Mortirolo e Stelvio compie l'impresa della vita. E sì che lo scalatore puro, leggerino e cresciuto nell'imperiese, dove non si conosce la parola "pianura", ci sarebbe anche. Ventoso sullo Stelvio è stato però implacabile ed ha tenuto questo scalatore, alias Cristiano Salerno, a 31", relegandolo alla piazza d'onore. È proprio un Giro sfortunato per la Liquigas. Poco dietro, a 36", il norvegese della Katusha Alexander Kristoff, che sulle rampe della Cima Coppi ha fatto quel che ha potuto. La vittoria di Ventoso resta a sé stante e non va a cambiare una classifica generale cui mettono mano i soliti noti giudici di gara, in preda alla smania di riscrivere le classifiche (dove l'abbiamo già sentita?). Nemmeno una giornata da leader per Guardini ed ecco che il campione veronese viene addirittura espulso dalla corsa con l'accusa di aver sfruttato la scia dell'ammiraglia in discesa. Luca Scinto dall'ammiraglia s'era subito affrettato a precisare: «Veramente era Guardini che spingeva noi, punto». Insomma, non sussistevano le accuse per l'espulsione ma il giovane della Farnese deve fare la valigia e cedere il primato al ben noto Miguel Mínguez Ayala, volpone da GT che si frega le mani. Alle sue spalle Adrian Saez de Arregi Egurrola a 11'49" mentre una bella sorpresa è trovare Taylor Phinney sul podio. Lo statunitense non aveva iniziato il Giro nel migliore dei modi, infortunato ad una caviglia dalla Danimarca era restato per quattro giorni nell'ultima posizione ma a poco a poco s'è ripreso ed ora vorrebbe fare sul serio. Il podio per Phinney dovrebbe svanire domani se è vero che Schillinger ed il nostro Coledan, rispettivamente a 10' ed a 12' dal BMC, a cronometro sono incontenibili, mentre Phinney ricorda molto i colombiani nell'esercizio contro il tempo. Peccato, un podio alla prima partecipazione poteva essere incoraggiante. Sarà per il prossimo anno. Miguel Mínguez Ayala è ormai proiettato verso la vittoria finale.

Francesco Sulas

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2012 - 21a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 21a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 21a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 21a tappa
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La maglia rosa virtuale

La classifica finale del Giro d'Italia virtualeAlla fine, non ci sono state sorprese nella cronometro finale di Milano: le prime tre posizione della classifica generale sono rimaste immutate rispetto a quella che era la situazione in cima al Passo dello Stelvio. La vittoria finale della prima edizione del Giro d'Italia virtuale è andata quindi a Michele Scarponi che ha preceduto di 3'29" José Rujano e di 3'52" Ivan Basso; a completare le prime dieci posizione della generale troviamo quindi nell'ordine Uran a 4'12", Schleck a 4'58", Henao a 5'06", Pozzovivo a 5'39", Rodríguez a 5'46", Hesjedal a 7'23" e Cunego a 8'12".

Nella tappa conclusiva contro il tempo abbiamo assistito a due corse in una, anche perché le condizioni meteorologiche sono peggiorate nel finale condizionando quindi le prove degli uomini meglio messi in classifica. La vittoria è andata di nuovo a Geraint Thomas, il gallese della Sky che aveva già vinto l'altra cronometro individuale, quella di Herning: Thomas è partito piano ma poi ha accelerato il ritmo tra il primo ed il secondo intermedio andando a recuperare su tutti i rivali. Al secondo posto, a 27", s'è piazzato il sorprendente belga De Clercq mentre Alex Rasmussen, formidabile nel tratto finale ma troppo lento all'inizio, s'è dovuto accontentare della terza posizione a 28" dal vincitore; da segnalare la prova di Thomas De Gendt, 6° a 39", che era andato benissimo nei primi due intermedi e si è spento solo negli ultimi chilometri. Nonostante la maglia ormai certa Scarponi ha rifilato ancora 38" a Rujano e 50" a Basso ma tutti e tre hanno chiuso distanti dalle prime posizioni.

Per quanto riguarda le classifiche speciali, invece, a sorridere è sempre la Lampre: oltre alla maglia rosa Michele Scarponi ha conquistato anche la maglia rossa della classifica a punti e gli uomini blu-fucsia hanno vinto anche la classifica a squadre per tempi. La classifica dei gran premi della montagna è stata assolutamente dominata da José Rujano mentre la maglia bianca di miglior giovane è stata vinta da Rigoberto Uran davanti al compagno di squadra Sergio Henao.

Per concludere dobbiamo ringraziare di cuore tutti ragazzi della community di PcCiclismo.net che hanno reso possibile questo Giro d'Italia virtuale con tappe, squadre e corridori identici a quelli della corsa reale: quasi sicuramente oggi sul podio di Milano non ci sarà Scarponi in maglia rosa ma la corsa è stata comunque incerta ed appassionante, forse anche di più di quella reale.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Francisco VentosoLo avevamo detto ieri e sullo Stelvio i minuti sono volati. Non chiedetelo a De Gendt e Cunego! Già in crisi sul Mortirolo, i due pagheranno 47' al vincitore di tappa che, a dispetto delle condizioni climatiche, non fa di nome Nieve, bensì Francisco Ventoso. Lo spagnolo della Movistar non è avvezzo alle salite, sebbene sappia stringere i denti, ma tra Mortirolo e Stelvio compie l'impresa della vita. E sì che lo scalatore puro, leggerino e cresciuto nell'imperiese, dove non si conosce la parola "pianura", ci sarebbe anche. Ventoso sullo Stelvio è stato però implacabile ed ha tenuto questo scalatore, alias Cristiano Salerno, a 31", relegandolo alla piazza d'onore. È proprio un Giro sfortunato per la Liquigas. Poco dietro, a 36", il norvegese della Katusha Alexander Kristoff, che sulle rampe della Cima Coppi ha fatto quel che ha potuto. La vittoria di Ventoso resta a sé stante e non va a cambiare una classifica generale cui mettono mano i soliti noti giudici di gara, in preda alla smania di riscrivere le classifiche (dove l'abbiamo già sentita?). Nemmeno una giornata da leader per Guardini ed ecco che il campione veronese viene addirittura espulso dalla corsa con l'accusa di aver sfruttato la scia dell'ammiraglia in discesa. Luca Scinto dall'ammiraglia s'era subito affrettato a precisare: «Veramente era Guardini che spingeva noi, punto». Insomma, non sussistevano le accuse per l'espulsione ma il giovane della Farnese deve fare la valigia e cedere il primato al ben noto Miguel Mínguez Ayala, volpone da GT che si frega le mani. Alle sue spalle Adrian Saez de Arregi Egurrola a 11'49" mentre una bella sorpresa è trovare Taylor Phinney sul podio. Lo statunitense non aveva iniziato il Giro nel migliore dei modi, infortunato ad una caviglia dalla Danimarca era restato per quattro giorni nell'ultima posizione ma a poco a poco s'è ripreso ed ora vorrebbe fare sul serio. Il podio per Phinney dovrebbe svanire domani se è vero che Schillinger ed il nostro Coledan, rispettivamente a 10' ed a 12' dal BMC, a cronometro sono incontenibili, mentre Phinney ricorda molto i colombiani nell'esercizio contro il tempo. Peccato, un podio alla prima partecipazione poteva essere incoraggiante. Sarà per il prossimo anno. Miguel Mínguez Ayala è ormai proiettato verso la vittoria finale.

Francesco Sulas

La maglia rosa virtuale

La classifica finale del Giro d'Italia virtualeAlla fine, non ci sono state sorprese nella cronometro finale di Milano: le prime tre posizione della classifica generale sono rimaste immutate rispetto a quella che era la situazione in cima al Passo dello Stelvio. La vittoria finale della prima edizione del Giro d'Italia virtuale è andata quindi a Michele Scarponi che ha preceduto di 3'29" José Rujano e di 3'52" Ivan Basso; a completare le prime dieci posizione della generale troviamo quindi nell'ordine Uran a 4'12", Schleck a 4'58", Henao a 5'06", Pozzovivo a 5'39", Rodríguez a 5'46", Hesjedal a 7'23" e Cunego a 8'12".

Nella tappa conclusiva contro il tempo abbiamo assistito a due corse in una, anche perché le condizioni meteorologiche sono peggiorate nel finale condizionando quindi le prove degli uomini meglio messi in classifica. La vittoria è andata di nuovo a Geraint Thomas, il gallese della Sky che aveva già vinto l'altra cronometro individuale, quella di Herning: Thomas è partito piano ma poi ha accelerato il ritmo tra il primo ed il secondo intermedio andando a recuperare su tutti i rivali. Al secondo posto, a 27", s'è piazzato il sorprendente belga De Clercq mentre Alex Rasmussen, formidabile nel tratto finale ma troppo lento all'inizio, s'è dovuto accontentare della terza posizione a 28" dal vincitore; da segnalare la prova di Thomas De Gendt, 6° a 39", che era andato benissimo nei primi due intermedi e si è spento solo negli ultimi chilometri. Nonostante la maglia ormai certa Scarponi ha rifilato ancora 38" a Rujano e 50" a Basso ma tutti e tre hanno chiuso distanti dalle prime posizioni.

Per quanto riguarda le classifiche speciali, invece, a sorridere è sempre la Lampre: oltre alla maglia rosa Michele Scarponi ha conquistato anche la maglia rossa della classifica a punti e gli uomini blu-fucsia hanno vinto anche la classifica a squadre per tempi. La classifica dei gran premi della montagna è stata assolutamente dominata da José Rujano mentre la maglia bianca di miglior giovane è stata vinta da Rigoberto Uran davanti al compagno di squadra Sergio Henao.

Per concludere dobbiamo ringraziare di cuore tutti ragazzi della community di PcCiclismo.net che hanno reso possibile questo Giro d'Italia virtuale con tappe, squadre e corridori identici a quelli della corsa reale: quasi sicuramente oggi sul podio di Milano non ci sarà Scarponi in maglia rosa ma la corsa è stata comunque incerta ed appassionante, forse anche di più di quella reale.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Francisco VentosoLo avevamo detto ieri e sullo Stelvio i minuti sono volati. Non chiedetelo a De Gendt e Cunego! Già in crisi sul Mortirolo, i due pagheranno 47' al vincitore di tappa che, a dispetto delle condizioni climatiche, non fa di nome Nieve, bensì Francisco Ventoso. Lo spagnolo della Movistar non è avvezzo alle salite, sebbene sappia stringere i denti, ma tra Mortirolo e Stelvio compie l'impresa della vita. E sì che lo scalatore puro, leggerino e cresciuto nell'imperiese, dove non si conosce la parola "pianura", ci sarebbe anche. Ventoso sullo Stelvio è stato però implacabile ed ha tenuto questo scalatore, alias Cristiano Salerno, a 31", relegandolo alla piazza d'onore. È proprio un Giro sfortunato per la Liquigas. Poco dietro, a 36", il norvegese della Katusha Alexander Kristoff, che sulle rampe della Cima Coppi ha fatto quel che ha potuto. La vittoria di Ventoso resta a sé stante e non va a cambiare una classifica generale cui mettono mano i soliti noti giudici di gara, in preda alla smania di riscrivere le classifiche (dove l'abbiamo già sentita?). Nemmeno una giornata da leader per Guardini ed ecco che il campione veronese viene addirittura espulso dalla corsa con l'accusa di aver sfruttato la scia dell'ammiraglia in discesa. Luca Scinto dall'ammiraglia s'era subito affrettato a precisare: «Veramente era Guardini che spingeva noi, punto». Insomma, non sussistevano le accuse per l'espulsione ma il giovane della Farnese deve fare la valigia e cedere il primato al ben noto Miguel Mínguez Ayala, volpone da GT che si frega le mani. Alle sue spalle Adrian Saez de Arregi Egurrola a 11'49" mentre una bella sorpresa è trovare Taylor Phinney sul podio. Lo statunitense non aveva iniziato il Giro nel migliore dei modi, infortunato ad una caviglia dalla Danimarca era restato per quattro giorni nell'ultima posizione ma a poco a poco s'è ripreso ed ora vorrebbe fare sul serio. Il podio per Phinney dovrebbe svanire domani se è vero che Schillinger ed il nostro Coledan, rispettivamente a 10' ed a 12' dal BMC, a cronometro sono incontenibili, mentre Phinney ricorda molto i colombiani nell'esercizio contro il tempo. Peccato, un podio alla prima partecipazione poteva essere incoraggiante. Sarà per il prossimo anno. Miguel Mínguez Ayala è ormai proiettato verso la vittoria finale.

Francesco Sulas

La classifica al contrario

Francisco VentosoLo avevamo detto ieri e sullo Stelvio i minuti sono volati. Non chiedetelo a De Gendt e Cunego! Già in crisi sul Mortirolo, i due pagheranno 47' al vincitore di tappa che, a dispetto delle condizioni climatiche, non fa di nome Nieve, bensì Francisco Ventoso. Lo spagnolo della Movistar non è avvezzo alle salite, sebbene sappia stringere i denti, ma tra Mortirolo e Stelvio compie l'impresa della vita. E sì che lo scalatore puro, leggerino e cresciuto nell'imperiese, dove non si conosce la parola "pianura", ci sarebbe anche. Ventoso sullo Stelvio è stato però implacabile ed ha tenuto questo scalatore, alias Cristiano Salerno, a 31", relegandolo alla piazza d'onore. È proprio un Giro sfortunato per la Liquigas. Poco dietro, a 36", il norvegese della Katusha Alexander Kristoff, che sulle rampe della Cima Coppi ha fatto quel che ha potuto. La vittoria di Ventoso resta a sé stante e non va a cambiare una classifica generale cui mettono mano i soliti noti giudici di gara, in preda alla smania di riscrivere le classifiche (dove l'abbiamo già sentita?). Nemmeno una giornata da leader per Guardini ed ecco che il campione veronese viene addirittura espulso dalla corsa con l'accusa di aver sfruttato la scia dell'ammiraglia in discesa. Luca Scinto dall'ammiraglia s'era subito affrettato a precisare: «Veramente era Guardini che spingeva noi, punto». Insomma, non sussistevano le accuse per l'espulsione ma il giovane della Farnese deve fare la valigia e cedere il primato al ben noto Miguel Mínguez Ayala, volpone da GT che si frega le mani. Alle sue spalle Adrian Saez de Arregi Egurrola a 11'49" mentre una bella sorpresa è trovare Taylor Phinney sul podio. Lo statunitense non aveva iniziato il Giro nel migliore dei modi, infortunato ad una caviglia dalla Danimarca era restato per quattro giorni nell'ultima posizione ma a poco a poco s'è ripreso ed ora vorrebbe fare sul serio. Il podio per Phinney dovrebbe svanire domani se è vero che Schillinger ed il nostro Coledan, rispettivamente a 10' ed a 12' dal BMC, a cronometro sono incontenibili, mentre Phinney ricorda molto i colombiani nell'esercizio contro il tempo. Peccato, un podio alla prima partecipazione poteva essere incoraggiante. Sarà per il prossimo anno. Miguel Mínguez Ayala è ormai proiettato verso la vittoria finale.

Francesco Sulas

La maglia rosa virtuale

La classifica finale del Giro d'Italia virtualeAlla fine, non ci sono state sorprese nella cronometro finale di Milano: le prime tre posizione della classifica generale sono rimaste immutate rispetto a quella che era la situazione in cima al Passo dello Stelvio. La vittoria finale della prima edizione del Giro d'Italia virtuale è andata quindi a Michele Scarponi che ha preceduto di 3'29" José Rujano e di 3'52" Ivan Basso; a completare le prime dieci posizione della generale troviamo quindi nell'ordine Uran a 4'12", Schleck a 4'58", Henao a 5'06", Pozzovivo a 5'39", Rodríguez a 5'46", Hesjedal a 7'23" e Cunego a 8'12".

Nella tappa conclusiva contro il tempo abbiamo assistito a due corse in una, anche perché le condizioni meteorologiche sono peggiorate nel finale condizionando quindi le prove degli uomini meglio messi in classifica. La vittoria è andata di nuovo a Geraint Thomas, il gallese della Sky che aveva già vinto l'altra cronometro individuale, quella di Herning: Thomas è partito piano ma poi ha accelerato il ritmo tra il primo ed il secondo intermedio andando a recuperare su tutti i rivali. Al secondo posto, a 27", s'è piazzato il sorprendente belga De Clercq mentre Alex Rasmussen, formidabile nel tratto finale ma troppo lento all'inizio, s'è dovuto accontentare della terza posizione a 28" dal vincitore; da segnalare la prova di Thomas De Gendt, 6° a 39", che era andato benissimo nei primi due intermedi e si è spento solo negli ultimi chilometri. Nonostante la maglia ormai certa Scarponi ha rifilato ancora 38" a Rujano e 50" a Basso ma tutti e tre hanno chiuso distanti dalle prime posizioni.

Per quanto riguarda le classifiche speciali, invece, a sorridere è sempre la Lampre: oltre alla maglia rosa Michele Scarponi ha conquistato anche la maglia rossa della classifica a punti e gli uomini blu-fucsia hanno vinto anche la classifica a squadre per tempi. La classifica dei gran premi della montagna è stata assolutamente dominata da José Rujano mentre la maglia bianca di miglior giovane è stata vinta da Rigoberto Uran davanti al compagno di squadra Sergio Henao.

Per concludere dobbiamo ringraziare di cuore tutti ragazzi della community di PcCiclismo.net che hanno reso possibile questo Giro d'Italia virtuale con tappe, squadre e corridori identici a quelli della corsa reale: quasi sicuramente oggi sul podio di Milano non ci sarà Scarponi in maglia rosa ma la corsa è stata comunque incerta ed appassionante, forse anche di più di quella reale.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Francisco VentosoLo avevamo detto ieri e sullo Stelvio i minuti sono volati. Non chiedetelo a De Gendt e Cunego! Già in crisi sul Mortirolo, i due pagheranno 47' al vincitore di tappa che, a dispetto delle condizioni climatiche, non fa di nome Nieve, bensì Francisco Ventoso. Lo spagnolo della Movistar non è avvezzo alle salite, sebbene sappia stringere i denti, ma tra Mortirolo e Stelvio compie l'impresa della vita. E sì che lo scalatore puro, leggerino e cresciuto nell'imperiese, dove non si conosce la parola "pianura", ci sarebbe anche. Ventoso sullo Stelvio è stato però implacabile ed ha tenuto questo scalatore, alias Cristiano Salerno, a 31", relegandolo alla piazza d'onore. È proprio un Giro sfortunato per la Liquigas. Poco dietro, a 36", il norvegese della Katusha Alexander Kristoff, che sulle rampe della Cima Coppi ha fatto quel che ha potuto. La vittoria di Ventoso resta a sé stante e non va a cambiare una classifica generale cui mettono mano i soliti noti giudici di gara, in preda alla smania di riscrivere le classifiche (dove l'abbiamo già sentita?). Nemmeno una giornata da leader per Guardini ed ecco che il campione veronese viene addirittura espulso dalla corsa con l'accusa di aver sfruttato la scia dell'ammiraglia in discesa. Luca Scinto dall'ammiraglia s'era subito affrettato a precisare: «Veramente era Guardini che spingeva noi, punto». Insomma, non sussistevano le accuse per l'espulsione ma il giovane della Farnese deve fare la valigia e cedere il primato al ben noto Miguel Mínguez Ayala, volpone da GT che si frega le mani. Alle sue spalle Adrian Saez de Arregi Egurrola a 11'49" mentre una bella sorpresa è trovare Taylor Phinney sul podio. Lo statunitense non aveva iniziato il Giro nel migliore dei modi, infortunato ad una caviglia dalla Danimarca era restato per quattro giorni nell'ultima posizione ma a poco a poco s'è ripreso ed ora vorrebbe fare sul serio. Il podio per Phinney dovrebbe svanire domani se è vero che Schillinger ed il nostro Coledan, rispettivamente a 10' ed a 12' dal BMC, a cronometro sono incontenibili, mentre Phinney ricorda molto i colombiani nell'esercizio contro il tempo. Peccato, un podio alla prima partecipazione poteva essere incoraggiante. Sarà per il prossimo anno. Miguel Mínguez Ayala è ormai proiettato verso la vittoria finale.

Francesco Sulas

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