Il Portale del Ciclismo professionistico

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Dopo il dentello di Terento subito dopo la partenza si punterà a sud per dirigersi verso i circa 2200 metri del Passo Valparola, un'ascesa impegnativa solo negli ultimi 4-5 km. Una lunghissima discesa (il Falzarego da Caprile, per interdersi), con l'ultima parte in falsopiano, porterà la carovana ad Agordo, da dove gli atleti approcceranno l'impegnativo Passo Duran, 12 km con pendenza media dell'8%, ma con gli 8 km centrali che vedranno diversi tratti in doppia cifra e che fecero esplodere il Giro del 2005 sotto i colpi di Ivan Basso. Dopo la discesa verso Dont, si raggiungerà Selva di Cadore attraverso la più dolce Forcella Staulanza (12 km al 6.5% circa). Da lì ci si porterà all'arrivo di Cortina valicando il Passo di Giau dal suo versante più impegnativo. I chilometri dell'ultima ascesa di giornata saranno 10 e la pendenza media superiore al 9%. La vetta sarà posta a 17 km dall'arrivo e difficilmente in questo ultimo tratto si potranno sovvertire troppo le gerarchie stabilite dalla salita.

Il primo tappone dolomitico chiama in causa gli scalatori più forti del Giro che vogliono salire sul podio di Milano. La maglia rosa Rodriguez e il numero 1 Scarponi sono i favoriti di Leaderbet.com che assegna a entrambi come quota un appetibile 7.00. Ma la discesa del Giau potrebbe favorire anche il Cunego versione guastafeste di questo Giro, dato a 9.00. Un altro buon discesista che potrebbe conquistare Cortina è Gadret: il francese ha come quota un 15.00 che potrebbe risultare un vero affare. Fiducia anche al duo colombiano della Sky Uran-Henao che potrebbe far esplodere la corsa: per Leaderbet.com l’uno vale l’altro quindi quota uguale per loro, 20.00. Scorrendo la lavagna del bookmaker maltese troviamo a 51.00 diversi nomi interessanti come Cataldo e Brambilla. Se volete puntare su qualche corridore ben piazzato in classifica va benissimo il 41.00 di Intxausti mentre qualora vada via la fuga di corridori fuori classifica perché non puntare su Slagter? Leaderbet.com paga 34 volte la posta giocata sul giovane talento olandese.

Falzes

Si trova su un altipiano sopra a Brunico ed ha 2600 abitanti. Falzes è un grazioso paesino sopra l'imbocco della Val di Tures. Il nome è di origine preromana: da Phalanza, è stato negli anni declinato in Pfalenz, poi in Phalenze. La posizione geografica è uno dei punti di forza di Falzes. Baciata dal sole, è ideale per rilassarsi d'estate e compiere meravigliose passeggiate. D'inverno, invece, è un punto strategico ideale per andare a sciare sul Plan de Corones, la montagna sopra Brunico. Masi, laghetti e cascate rendono Falzes un gradevole luogo di villeggiatura dalla primavera sino al profondo autunno. Da visitare il Sichelburg, Palazzo della Falce, residenza nobiliare della famiglia Plazoll zu Assling, nel Medioevo Signori di Falzes. Da non perdere anche Castel Schöneck, che può però essere ammirato soltanto dall'esterno in quanto residenza privata. Per le famiglie qui si trova Kronaction, il parco avventura più grande dell'Alto Adige. Ampie le possibilità di svagarsi con MTB, parapendio, deltaplano, rafting e minigolf. E gli amanti della tavola altoatesina non potranno evitare uno spuntino con i tanto famosi quanto deliziosi canederli.

Cortina d'Ampezzo

Il Giro d'Italia ha toccato Cortina d'Ampezzo in 7 edizioni ma durante gli anni soltanto 5 sono stati gli arrrivi di tappa. Nel 1939 la tappa che partiva da Gorizia vide trionfare Secondo Magni su Gino Bartali. Quinto di tappa Giovanni Valetti che conquisterà la maglia rosa bissando quella del '38. Nel 1948 la Auronzo-Cortina fu di Coppi, che lasciò Bartali e Cottur a 3'32". In rosa c'è colui che sarà il vincitore dell'edizione, Fiorenzo Magni. Nel 1951 i 255 km da Trieste a Cortina videro prevalere Louison Bobet su Coppi e Magni, con Rik Van Steenbergen in rosa e Fiorenzo Magni che si aggiudicherà l'edizione proprio su Van Steenbergen (3° Ferdi Kübler). Nel 1955, in quello che sarà il terzo ed ultimo Giro di Fiorenzo Magni, la Trieste-Cortina andò ad Angelo Conterno. L'atleta della Torpado s'impose sullo spagnolo Antonio Gelabert e su Pietro Nascimbene mentre la maglia rosa, a fine tappa, sarà sulle spalle di Gastone Nencini. Nel 1977 l'ultimo arrivo a Cortina, anche se in realtà il traguardo era posto a Col Drusciè. Nella tappa che prendeva le mosse da Conegliano Giuseppe Perletto precedette Mario Beccia e la maglia rosa Michel Pollentier, che vincerà quell'edizione davanti a Moser e Baronchelli.

Francesco Sulas
Falzes

Si trova su un altipiano sopra a Brunico ed ha 2600 abitanti. Falzes è un grazioso paesino sopra l'imbocco della Val di Tures. Il nome è di origine preromana: da Phalanza, è stato negli anni declinato in Pfalenz, poi in Phalenze. La posizione geografica è uno dei punti di forza di Falzes. Baciata dal sole, è ideale per rilassarsi d'estate e compiere meravigliose passeggiate. D'inverno, invece, è un punto strategico ideale per andare a sciare sul Plan de Corones, la montagna sopra Brunico. Masi, laghetti e cascate rendono Falzes un gradevole luogo di villeggiatura dalla primavera sino al profondo autunno. Da visitare il Sichelburg, Palazzo della Falce, residenza nobiliare della famiglia Plazoll zu Assling, nel Medioevo Signori di Falzes. Da non perdere anche Castel Schöneck, che può però essere ammirato soltanto dall'esterno in quanto residenza privata. Per le famiglie qui si trova Kronaction, il parco avventura più grande dell'Alto Adige. Ampie le possibilità di svagarsi con MTB, parapendio, deltaplano, rafting e minigolf. E gli amanti della tavola altoatesina non potranno evitare uno spuntino con i tanto famosi quanto deliziosi canederli.

Cortina d'Ampezzo

Il Giro d'Italia ha toccato Cortina d'Ampezzo in 7 edizioni ma durante gli anni soltanto 5 sono stati gli arrrivi di tappa. Nel 1939 la tappa che partiva da Gorizia vide trionfare Secondo Magni su Gino Bartali. Quinto di tappa Giovanni Valetti che conquisterà la maglia rosa bissando quella del '38. Nel 1948 la Auronzo-Cortina fu di Coppi, che lasciò Bartali e Cottur a 3'32". In rosa c'è colui che sarà il vincitore dell'edizione, Fiorenzo Magni. Nel 1951 i 255 km da Trieste a Cortina videro prevalere Louison Bobet su Coppi e Magni, con Rik Van Steenbergen in rosa e Fiorenzo Magni che si aggiudicherà l'edizione proprio su Van Steenbergen (3° Ferdi Kübler). Nel 1955, in quello che sarà il terzo ed ultimo Giro di Fiorenzo Magni, la Trieste-Cortina andò ad Angelo Conterno. L'atleta della Torpado s'impose sullo spagnolo Antonio Gelabert e su Pietro Nascimbene mentre la maglia rosa, a fine tappa, sarà sulle spalle di Gastone Nencini. Nel 1977 l'ultimo arrivo a Cortina, anche se in realtà il traguardo era posto a Col Drusciè. Nella tappa che prendeva le mosse da Conegliano Giuseppe Perletto precedette Mario Beccia e la maglia rosa Michel Pollentier, che vincerà quell'edizione davanti a Moser e Baronchelli.

Falzes

Si trova su un altipiano sopra a Brunico ed ha 2600 abitanti. Falzes è un grazioso paesino sopra l'imbocco della Val di Tures. Il nome è di origine preromana: da Phalanza, è stato negli anni declinato in Pfalenz, poi in Phalenze. La posizione geografica è uno dei punti di forza di Falzes. Baciata dal sole, è ideale per rilassarsi d'estate e compiere meravigliose passeggiate. D'inverno, invece, è un punto strategico ideale per andare a sciare sul Plan de Corones, la montagna sopra Brunico. Masi, laghetti e cascate rendono Falzes un gradevole luogo di villeggiatura dalla primavera sino al profondo autunno. Da visitare il Sichelburg, Palazzo della Falce, residenza nobiliare della famiglia Plazoll zu Assling, nel Medioevo Signori di Falzes. Da non perdere anche Castel Schöneck, che può però essere ammirato soltanto dall'esterno in quanto residenza privata. Per le famiglie qui si trova Kronaction, il parco avventura più grande dell'Alto Adige. Ampie le possibilità di svagarsi con MTB, parapendio, deltaplano, rafting e minigolf. E gli amanti della tavola altoatesina non potranno evitare uno spuntino con i tanto famosi quanto deliziosi canederli.

Cortina d'Ampezzo

Il Giro d'Italia ha toccato Cortina d'Ampezzo in 7 edizioni ma durante gli anni soltanto 5 sono stati gli arrrivi di tappa. Nel 1939 la tappa che partiva da Gorizia vide trionfare Secondo Magni su Gino Bartali. Quinto di tappa Giovanni Valetti che conquisterà la maglia rosa bissando quella del '38. Nel 1948 la Auronzo-Cortina fu di Coppi, che lasciò Bartali e Cottur a 3'32". In rosa c'è colui che sarà il vincitore dell'edizione, Fiorenzo Magni. Nel 1951 i 255 km da Trieste a Cortina videro prevalere Louison Bobet su Coppi e Magni, con Rik Van Steenbergen in rosa e Fiorenzo Magni che si aggiudicherà l'edizione proprio su Van Steenbergen (3° Ferdi Kübler). Nel 1955, in quello che sarà il terzo ed ultimo Giro di Fiorenzo Magni, la Trieste-Cortina andò ad Angelo Conterno. L'atleta della Torpado s'impose sullo spagnolo Antonio Gelabert e su Pietro Nascimbene mentre la maglia rosa, a fine tappa, sarà sulle spalle di Gastone Nencini. Nel 1977 l'ultimo arrivo a Cortina, anche se in realtà il traguardo era posto a Col Drusciè. Nella tappa che prendeva le mosse da Conegliano Giuseppe Perletto precedette Mario Beccia e la maglia rosa Michel Pollentier, che vincerà quell'edizione davanti a Moser e Baronchelli.

Falzes

Si trova su un altipiano sopra a Brunico ed ha 2600 abitanti. Falzes è un grazioso paesino sopra l'imbocco della Val di Tures. Il nome è di origine preromana: da Phalanza, è stato negli anni declinato in Pfalenz, poi in Phalenze. La posizione geografica è uno dei punti di forza di Falzes. Baciata dal sole, è ideale per rilassarsi d'estate e compiere meravigliose passeggiate. D'inverno, invece, è un punto strategico ideale per andare a sciare sul Plan de Corones, la montagna sopra Brunico. Masi, laghetti e cascate rendono Falzes un gradevole luogo di villeggiatura dalla primavera sino al profondo autunno. Da visitare il Sichelburg, Palazzo della Falce, residenza nobiliare della famiglia Plazoll zu Assling, nel Medioevo Signori di Falzes. Da non perdere anche Castel Schöneck, che può però essere ammirato soltanto dall'esterno in quanto residenza privata. Per le famiglie qui si trova Kronaction, il parco avventura più grande dell'Alto Adige. Ampie le possibilità di svagarsi con MTB, parapendio, deltaplano, rafting e minigolf. E gli amanti della tavola altoatesina non potranno evitare uno spuntino con i tanto famosi quanto deliziosi canederli.

Cortina d'Ampezzo

Il Giro d'Italia ha toccato Cortina d'Ampezzo in 7 edizioni ma durante gli anni soltanto 5 sono stati gli arrrivi di tappa. Nel 1939 la tappa che partiva da Gorizia vide trionfare Secondo Magni su Gino Bartali. Quinto di tappa Giovanni Valetti che conquisterà la maglia rosa bissando quella del '38. Nel 1948 la Auronzo-Cortina fu di Coppi, che lasciò Bartali e Cottur a 3'32". In rosa c'è colui che sarà il vincitore dell'edizione, Fiorenzo Magni. Nel 1951 i 255 km da Trieste a Cortina videro prevalere Louison Bobet su Coppi e Magni, con Rik Van Steenbergen in rosa e Fiorenzo Magni che si aggiudicherà l'edizione proprio su Van Steenbergen (3° Ferdi Kübler). Nel 1955, in quello che sarà il terzo ed ultimo Giro di Fiorenzo Magni, la Trieste-Cortina andò ad Angelo Conterno. L'atleta della Torpado s'impose sullo spagnolo Antonio Gelabert e su Pietro Nascimbene mentre la maglia rosa, a fine tappa, sarà sulle spalle di Gastone Nencini. Nel 1977 l'ultimo arrivo a Cortina, anche se in realtà il traguardo era posto a Col Drusciè. Nella tappa che prendeva le mosse da Conegliano Giuseppe Perletto precedette Mario Beccia e la maglia rosa Michel Pollentier, che vincerà quell'edizione davanti a Moser e Baronchelli.

Falzes

Si trova su un altipiano sopra a Brunico ed ha 2600 abitanti. Falzes è un grazioso paesino sopra l'imbocco della Val di Tures. Il nome è di origine preromana: da Phalanza, è stato negli anni declinato in Pfalenz, poi in Phalenze. La posizione geografica è uno dei punti di forza di Falzes. Baciata dal sole, è ideale per rilassarsi d'estate e compiere meravigliose passeggiate. D'inverno, invece, è un punto strategico ideale per andare a sciare sul Plan de Corones, la montagna sopra Brunico. Masi, laghetti e cascate rendono Falzes un gradevole luogo di villeggiatura dalla primavera sino al profondo autunno. Da visitare il Sichelburg, Palazzo della Falce, residenza nobiliare della famiglia Plazoll zu Assling, nel Medioevo Signori di Falzes. Da non perdere anche Castel Schöneck, che può però essere ammirato soltanto dall'esterno in quanto residenza privata. Per le famiglie qui si trova Kronaction, il parco avventura più grande dell'Alto Adige. Ampie le possibilità di svagarsi con MTB, parapendio, deltaplano, rafting e minigolf. E gli amanti della tavola altoatesina non potranno evitare uno spuntino con i tanto famosi quanto deliziosi canederli.

Cortina d'Ampezzo

Il Giro d'Italia ha toccato Cortina d'Ampezzo in 7 edizioni ma durante gli anni soltanto 5 sono stati gli arrrivi di tappa. Nel 1939 la tappa che partiva da Gorizia vide trionfare Secondo Magni su Gino Bartali. Quinto di tappa Giovanni Valetti che conquisterà la maglia rosa bissando quella del '38. Nel 1948 la Auronzo-Cortina fu di Coppi, che lasciò Bartali e Cottur a 3'32". In rosa c'è colui che sarà il vincitore dell'edizione, Fiorenzo Magni. Nel 1951 i 255 km da Trieste a Cortina videro prevalere Louison Bobet su Coppi e Magni, con Rik Van Steenbergen in rosa e Fiorenzo Magni che si aggiudicherà l'edizione proprio su Van Steenbergen (3° Ferdi Kübler). Nel 1955, in quello che sarà il terzo ed ultimo Giro di Fiorenzo Magni, la Trieste-Cortina andò ad Angelo Conterno. L'atleta della Torpado s'impose sullo spagnolo Antonio Gelabert e su Pietro Nascimbene mentre la maglia rosa, a fine tappa, sarà sulle spalle di Gastone Nencini. Nel 1977 l'ultimo arrivo a Cortina, anche se in realtà il traguardo era posto a Col Drusciè. Nella tappa che prendeva le mosse da Conegliano Giuseppe Perletto precedette Mario Beccia e la maglia rosa Michel Pollentier, che vincerà quell'edizione davanti a Moser e Baronchelli.

Falzes

Si trova su un altipiano sopra a Brunico ed ha 2600 abitanti. Falzes è un grazioso paesino sopra l'imbocco della Val di Tures. Il nome è di origine preromana: da Phalanza, è stato negli anni declinato in Pfalenz, poi in Phalenze. La posizione geografica è uno dei punti di forza di Falzes. Baciata dal sole, è ideale per rilassarsi d'estate e compiere meravigliose passeggiate. D'inverno, invece, è un punto strategico ideale per andare a sciare sul Plan de Corones, la montagna sopra Brunico. Masi, laghetti e cascate rendono Falzes un gradevole luogo di villeggiatura dalla primavera sino al profondo autunno. Da visitare il Sichelburg, Palazzo della Falce, residenza nobiliare della famiglia Plazoll zu Assling, nel Medioevo Signori di Falzes. Da non perdere anche Castel Schöneck, che può però essere ammirato soltanto dall'esterno in quanto residenza privata. Per le famiglie qui si trova Kronaction, il parco avventura più grande dell'Alto Adige. Ampie le possibilità di svagarsi con MTB, parapendio, deltaplano, rafting e minigolf. E gli amanti della tavola altoatesina non potranno evitare uno spuntino con i tanto famosi quanto deliziosi canederli.

Cortina d'Ampezzo

Il Giro d'Italia ha toccato Cortina d'Ampezzo in 7 edizioni ma durante gli anni soltanto 5 sono stati gli arrrivi di tappa. Nel 1939 la tappa che partiva da Gorizia vide trionfare Secondo Magni su Gino Bartali. Quinto di tappa Giovanni Valetti che conquisterà la maglia rosa bissando quella del '38. Nel 1948 la Auronzo-Cortina fu di Coppi, che lasciò Bartali e Cottur a 3'32". In rosa c'è colui che sarà il vincitore dell'edizione, Fiorenzo Magni. Nel 1951 i 255 km da Trieste a Cortina videro prevalere Louison Bobet su Coppi e Magni, con Rik Van Steenbergen in rosa e Fiorenzo Magni che si aggiudicherà l'edizione proprio su Van Steenbergen (3° Ferdi Kübler). Nel 1955, in quello che sarà il terzo ed ultimo Giro di Fiorenzo Magni, la Trieste-Cortina andò ad Angelo Conterno. L'atleta della Torpado s'impose sullo spagnolo Antonio Gelabert e su Pietro Nascimbene mentre la maglia rosa, a fine tappa, sarà sulle spalle di Gastone Nencini. Nel 1977 l'ultimo arrivo a Cortina, anche se in realtà il traguardo era posto a Col Drusciè. Nella tappa che prendeva le mosse da Conegliano Giuseppe Perletto precedette Mario Beccia e la maglia rosa Michel Pollentier, che vincerà quell'edizione davanti a Moser e Baronchelli.

Meteo

11.55 - Falzes
14.45 - Alleghe
17.30 - Cortina

Soggetti Alternativi

Quinto Giro d'Italia consecutivo per questo venezuelano che approdò in Europa per la prima volta nel 2006, quando fu ingaggiato dalla LPR. Dopo essere tornato in patria, dal 2008 si è legato indissolubilmente al team di Gianni Savio. È uno scalatore che, come spesso accade, ha saputo mettersi in evidenza nelle prime stagioni soprattutto nelle brevi corse a tappe disseminate tra centro e sud America, prima di vivere la sua annata d'oro nel 2008: 6 successi per lui tra cui una tappa al Tour de San Luis ed una tappa e classifica finale della Vuelta a Venezuela. Ha già acquisito una buona esperienza nella corsa rosa, tanto da rappresentare una valida spalla per Josè Rujano. Il suo ruolo può diventare ulteriormente determinante se sganciato in una fuga da lontano per fungere da ideale punto d'appoggio. Quindi non resta che dire "ocio a questo...Ochoa!"

Vivian Ghianni

Quinto Giro d'Italia consecutivo per questo venezuelano che approdò in Europa per la prima volta nel 2006, quando fu ingaggiato dalla LPR. Dopo essere tornato in patria, dal 2008 si è legato indissolubilmente al team di Gianni Savio. È uno scalatore che, come spesso accade, ha saputo mettersi in evidenza nelle prime stagioni soprattutto nelle brevi corse a tappe disseminate tra centro e sud America, prima di vivere la sua annata d'oro nel 2008: 6 successi per lui tra cui una tappa al Tour de San Luis ed una tappa e classifica finale della Vuelta a Venezuela. Ha già acquisito una buona esperienza nella corsa rosa, tanto da rappresentare una valida spalla per Josè Rujano. Il suo ruolo può diventare ulteriormente determinante se sganciato in una fuga da lontano per fungere da ideale punto d'appoggio. Quindi non resta che dire "ocio a questo...Ochoa!"

Quinto Giro d'Italia consecutivo per questo venezuelano che approdò in Europa per la prima volta nel 2006, quando fu ingaggiato dalla LPR. Dopo essere tornato in patria, dal 2008 si è legato indissolubilmente al team di Gianni Savio. È uno scalatore che, come spesso accade, ha saputo mettersi in evidenza nelle prime stagioni soprattutto nelle brevi corse a tappe disseminate tra centro e sud America, prima di vivere la sua annata d'oro nel 2008: 6 successi per lui tra cui una tappa al Tour de San Luis ed una tappa e classifica finale della Vuelta a Venezuela. Ha già acquisito una buona esperienza nella corsa rosa, tanto da rappresentare una valida spalla per Josè Rujano. Il suo ruolo può diventare ulteriormente determinante se sganciato in una fuga da lontano per fungere da ideale punto d'appoggio. Quindi non resta che dire "ocio a questo...Ochoa!"

Quinto Giro d'Italia consecutivo per questo venezuelano che approdò in Europa per la prima volta nel 2006, quando fu ingaggiato dalla LPR. Dopo essere tornato in patria, dal 2008 si è legato indissolubilmente al team di Gianni Savio. È uno scalatore che, come spesso accade, ha saputo mettersi in evidenza nelle prime stagioni soprattutto nelle brevi corse a tappe disseminate tra centro e sud America, prima di vivere la sua annata d'oro nel 2008: 6 successi per lui tra cui una tappa al Tour de San Luis ed una tappa e classifica finale della Vuelta a Venezuela. Ha già acquisito una buona esperienza nella corsa rosa, tanto da rappresentare una valida spalla per Josè Rujano. Il suo ruolo può diventare ulteriormente determinante se sganciato in una fuga da lontano per fungere da ideale punto d'appoggio. Quindi non resta che dire "ocio a questo...Ochoa!"

Quinto Giro d'Italia consecutivo per questo venezuelano che approdò in Europa per la prima volta nel 2006, quando fu ingaggiato dalla LPR. Dopo essere tornato in patria, dal 2008 si è legato indissolubilmente al team di Gianni Savio. È uno scalatore che, come spesso accade, ha saputo mettersi in evidenza nelle prime stagioni soprattutto nelle brevi corse a tappe disseminate tra centro e sud America, prima di vivere la sua annata d'oro nel 2008: 6 successi per lui tra cui una tappa al Tour de San Luis ed una tappa e classifica finale della Vuelta a Venezuela. Ha già acquisito una buona esperienza nella corsa rosa, tanto da rappresentare una valida spalla per Josè Rujano. Il suo ruolo può diventare ulteriormente determinante se sganciato in una fuga da lontano per fungere da ideale punto d'appoggio. Quindi non resta che dire "ocio a questo...Ochoa!"

Quinto Giro d'Italia consecutivo per questo venezuelano che approdò in Europa per la prima volta nel 2006, quando fu ingaggiato dalla LPR. Dopo essere tornato in patria, dal 2008 si è legato indissolubilmente al team di Gianni Savio. È uno scalatore che, come spesso accade, ha saputo mettersi in evidenza nelle prime stagioni soprattutto nelle brevi corse a tappe disseminate tra centro e sud America, prima di vivere la sua annata d'oro nel 2008: 6 successi per lui tra cui una tappa al Tour de San Luis ed una tappa e classifica finale della Vuelta a Venezuela. Ha già acquisito una buona esperienza nella corsa rosa, tanto da rappresentare una valida spalla per Josè Rujano. Il suo ruolo può diventare ulteriormente determinante se sganciato in una fuga da lontano per fungere da ideale punto d'appoggio. Quindi non resta che dire "ocio a questo...Ochoa!"

GiroTweet

@DarioCataldo: Eh eh... Alla fine le Dolomiti sono arrivate. Fanno paura solo a guardarle dalla finestra. Sono rimaste soltanto 3 tappe vere... E qui potrá succedere di tutto! CERCASI ARROTINO!! Ho un po' di coltelli da affilare per i prossimi gg

@lucamazzanti74: Oggi Ho fatto una discreta tappa peccato per il finale con una condizione migliore si poteva fare meglio. Però piazzamento un po' di morale.

@enrigasparotto: #ilmiogiro complimenti a De Marchi!! grinta super..domani cari amici friulani vi aspetto numerosi..create una catena umana sul Giau e spingete

@MarkCavendish: L'altimetria della tappa di oggi: o cazzo. pic.twitter.com/6Irzs4lN

@AndreaGuardini: Questo sì che è uno Strudel per bene!!! Il bis questa sera ci sta, riempie la gamba per domani!!! pic.twitter.com/iPRkwwdI

@ivanbasso: Dal #giro Ore 22 13. Con l'emozione, con il rispetto, con la serenità, con il sorriso. Ecco come affronterò la tappa di domani. IB

La maglia rosa virtuale

Damiano Cunego controlla i compagni di fuga per batterli poi in volataFinalmente sono arrivati i tapponi decisivi del Giro d'Italia, ma la prima delle tre grandi giornate alpine s'è conclusa sostanzialmente con un nulla di fatto, nonostante uno splendido spettacolo offerto dai corridori. Intanto però la corsa rosa può dire di aver ritrovato uno splendido protagonista: sul traguardo di Cortina, infatti, il più forte è stato ancora una volta Damiano Cunego, al terzo successo parziale dopo Assisi e Falzes, ma alla prima prova convincente in alta montagna.

Questa 17a tappa del Giro d'Italia virtuale (realizzato grazie al supporto di PcCiclismo.net) è partita con il gruppo che non ha lasciato spazio agli attaccanti per diversi chilometri: solo quando le rampe del Valparola si sono fatte più impegnative sono riusciti ad avere il via libera Tuft, Navardauskas e Flecha che poi sono stati raggiunti da Lastras, Zaugg e Serpa. Appena rientrato sulla testa della corsa il colombiano dell'Androni ha subito forzato il ritmo ed in cima al passo sono rimasti con lui solamente Zaugg e un sorprendente Tuft.

I tre battistrada hanno pedalato con grande accordo fino all'inizio del Duran, riuscendo a guadagnare un margine sul gruppo di poco superiore ai 6': su questa salita, però, Serpa ha staccato tutti ed è rimasto da solo in testa alla corsa. SUl Duran tra i big non è successo assolutamente nulla, mentre sulla Forcella Staulanza sono iniziati gli attacchi pesanti: il primo ad andare in difficoltà è stato Frank Schleck, poi anche Sergio Henao ma a pochi chilometri dalla vetta uno scatto di José Rujano ha fatto faticare tutti; la mossa di Rujano era molto interessante in chiave tattica vista la presenza del compagno di squadra Serpa in fuga, ma il venezuelano è stato subito ripreso in discesa dal gruppo dei favoriti che intanto si era ricompattato.

I più forti sono quindi arrivati tutti assieme ai piedi del Giau con Serpa sempre solitario davanti: su quest'ultima salita della tappa il copione è stato lo stesso della precedente, con diversi corridori che hanno preferito salire del proprio passo e Rujano abile a staccare tutti e ad andare a riprendere il proprio compagno di squadra Serpa. La coppia dell'Androni ha scollinato con poche decine di secondi di vantaggio su Joaquim Rodríguez che è riuscito a farsi sotto nel primo tratto di discesa. Il vero capolavoro l'ha fatto però Damiano Cunego, che in discesa ha fatto il diavolo a quattro ed è riuscito a rientrare davanti con un'azione veramente spettacolare.

Nel finale gli inseguitori, nuovamente ricompattatisi, si sono avvicinati tantissimo ai quattro battistrada ma non sono riusciti a prenderne le ruote: nella volata ristretto Cunego ha battuto Rodríguez e Serpa con Rujano stanchissimo e solo quarto; il gruppo con tutti i migliori, però, ha tagliato il traguardo con appena 6" di ritardo mentre l'unico uomo di classifica che ha perso qualcosa in più è stato Hesjedal, arrivato a 25". La classifica è rimasta quindi ancora invariata nella sostanza con Michele Scarponi in rosa, mentre Rujano s'è riportato davanti a Henao con i due che sono secondo e terzo a 50" e 52".

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Marco ColedanLo diciamo da sempre: sono le tappe all'apparenza più facili quelle in cui possono verificarsi gli scossoni più grandi nella classifica al contrario. A Falzes c'erano tutti i presupposti per un tranquillo arrivo di gruppo, e invece è bastata una salitella nel finale per disintegrare il plotone e cambiare forma alla generale. A vincere, in solitaria, Marco Coledan, bravo ad avvantaggiarsi nel finale e ad andare ad alzare le braccia sotto lo striscione con 23" sull'ormai inossidabile coppia formata da Andrea Guardini e Theo Bos, transitati nell'ordine. A 2'06" un drappello più corposo, regolato in volata da Bodnar su Kwiatkowski (mentre ricordiamo che l'ultimo di giornata, Ion Izagirre, ha pagato 16'05" al vincitore). In classifica, come detto, cambiano delle cose: intanto il leader Miguel Mínguez ha vissuto una giornata di crisi che gli ha fatto perdere oltre tre minuti e mezzo da Guardini e Bos; l'altro protagonista a segnare un dato del tutto negativo è Taylor Phinney, che ha lasciato sul campo poco meno di due minuti allo stesso Mínguez. Ne deriva che lo spagnolo resta in testa, ma ora ha solo 3'14" su Guardini secondo, mentre Bos scalza Phinney dalla terza posizione e insegue ora a 6'56". L'americano, quarto a 12'18", precede Bobridge quinto a 15'49", e Rodríguez ultimo veleggia verso le tre ore e mezza di ritardo (per la precisione siamo a 3h29'45". Ora arrivano i tapponi di montagna, tutto deve ancora decidersi, la battaglia quotidiana per l'ultima posizione promette nuovi colpi di scena: e se qualcuno dei nostri eroi - ad esempio - si ritira? È solo uno degli interrogativi a cui da oggi a domenica troveremo tutte le risposte: sulla strada, ovviamente!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Damiano Cunego controlla i compagni di fuga per batterli poi in volataFinalmente sono arrivati i tapponi decisivi del Giro d'Italia, ma la prima delle tre grandi giornate alpine s'è conclusa sostanzialmente con un nulla di fatto, nonostante uno splendido spettacolo offerto dai corridori. Intanto però la corsa rosa può dire di aver ritrovato uno splendido protagonista: sul traguardo di Cortina, infatti, il più forte è stato ancora una volta Damiano Cunego, al terzo successo parziale dopo Assisi e Falzes, ma alla prima prova convincente in alta montagna.

Questa 17a tappa del Giro d'Italia virtuale (realizzato grazie al supporto di PcCiclismo.net) è partita con il gruppo che non ha lasciato spazio agli attaccanti per diversi chilometri: solo quando le rampe del Valparola si sono fatte più impegnative sono riusciti ad avere il via libera Tuft, Navardauskas e Flecha che poi sono stati raggiunti da Lastras, Zaugg e Serpa. Appena rientrato sulla testa della corsa il colombiano dell'Androni ha subito forzato il ritmo ed in cima al passo sono rimasti con lui solamente Zaugg e un sorprendente Tuft.

I tre battistrada hanno pedalato con grande accordo fino all'inizio del Duran, riuscendo a guadagnare un margine sul gruppo di poco superiore ai 6': su questa salita, però, Serpa ha staccato tutti ed è rimasto da solo in testa alla corsa. SUl Duran tra i big non è successo assolutamente nulla, mentre sulla Forcella Staulanza sono iniziati gli attacchi pesanti: il primo ad andare in difficoltà è stato Frank Schleck, poi anche Sergio Henao ma a pochi chilometri dalla vetta uno scatto di José Rujano ha fatto faticare tutti; la mossa di Rujano era molto interessante in chiave tattica vista la presenza del compagno di squadra Serpa in fuga, ma il venezuelano è stato subito ripreso in discesa dal gruppo dei favoriti che intanto si era ricompattato.

I più forti sono quindi arrivati tutti assieme ai piedi del Giau con Serpa sempre solitario davanti: su quest'ultima salita della tappa il copione è stato lo stesso della precedente, con diversi corridori che hanno preferito salire del proprio passo e Rujano abile a staccare tutti e ad andare a riprendere il proprio compagno di squadra Serpa. La coppia dell'Androni ha scollinato con poche decine di secondi di vantaggio su Joaquim Rodríguez che è riuscito a farsi sotto nel primo tratto di discesa. Il vero capolavoro l'ha fatto però Damiano Cunego, che in discesa ha fatto il diavolo a quattro ed è riuscito a rientrare davanti con un'azione veramente spettacolare.

Nel finale gli inseguitori, nuovamente ricompattatisi, si sono avvicinati tantissimo ai quattro battistrada ma non sono riusciti a prenderne le ruote: nella volata ristretto Cunego ha battuto Rodríguez e Serpa con Rujano stanchissimo e solo quarto; il gruppo con tutti i migliori, però, ha tagliato il traguardo con appena 6" di ritardo mentre l'unico uomo di classifica che ha perso qualcosa in più è stato Hesjedal, arrivato a 25". La classifica è rimasta quindi ancora invariata nella sostanza con Michele Scarponi in rosa, mentre Rujano s'è riportato davanti a Henao con i due che sono secondo e terzo a 50" e 52".

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Marco ColedanLo diciamo da sempre: sono le tappe all'apparenza più facili quelle in cui possono verificarsi gli scossoni più grandi nella classifica al contrario. A Falzes c'erano tutti i presupposti per un tranquillo arrivo di gruppo, e invece è bastata una salitella nel finale per disintegrare il plotone e cambiare forma alla generale. A vincere, in solitaria, Marco Coledan, bravo ad avvantaggiarsi nel finale e ad andare ad alzare le braccia sotto lo striscione con 23" sull'ormai inossidabile coppia formata da Andrea Guardini e Theo Bos, transitati nell'ordine. A 2'06" un drappello più corposo, regolato in volata da Bodnar su Kwiatkowski (mentre ricordiamo che l'ultimo di giornata, Ion Izagirre, ha pagato 16'05" al vincitore). In classifica, come detto, cambiano delle cose: intanto il leader Miguel Mínguez ha vissuto una giornata di crisi che gli ha fatto perdere oltre tre minuti e mezzo da Guardini e Bos; l'altro protagonista a segnare un dato del tutto negativo è Taylor Phinney, che ha lasciato sul campo poco meno di due minuti allo stesso Mínguez. Ne deriva che lo spagnolo resta in testa, ma ora ha solo 3'14" su Guardini secondo, mentre Bos scalza Phinney dalla terza posizione e insegue ora a 6'56". L'americano, quarto a 12'18", precede Bobridge quinto a 15'49", e Rodríguez ultimo veleggia verso le tre ore e mezza di ritardo (per la precisione siamo a 3h29'45". Ora arrivano i tapponi di montagna, tutto deve ancora decidersi, la battaglia quotidiana per l'ultima posizione promette nuovi colpi di scena: e se qualcuno dei nostri eroi - ad esempio - si ritira? È solo uno degli interrogativi a cui da oggi a domenica troveremo tutte le risposte: sulla strada, ovviamente!

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2012 - 17a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 17a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 17a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 17a tappa
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La maglia rosa virtuale

Damiano Cunego controlla i compagni di fuga per batterli poi in volataFinalmente sono arrivati i tapponi decisivi del Giro d'Italia, ma la prima delle tre grandi giornate alpine s'è conclusa sostanzialmente con un nulla di fatto, nonostante uno splendido spettacolo offerto dai corridori. Intanto però la corsa rosa può dire di aver ritrovato uno splendido protagonista: sul traguardo di Cortina, infatti, il più forte è stato ancora una volta Damiano Cunego, al terzo successo parziale dopo Assisi e Falzes, ma alla prima prova convincente in alta montagna.

Questa 17a tappa del Giro d'Italia virtuale (realizzato grazie al supporto di PcCiclismo.net) è partita con il gruppo che non ha lasciato spazio agli attaccanti per diversi chilometri: solo quando le rampe del Valparola si sono fatte più impegnative sono riusciti ad avere il via libera Tuft, Navardauskas e Flecha che poi sono stati raggiunti da Lastras, Zaugg e Serpa. Appena rientrato sulla testa della corsa il colombiano dell'Androni ha subito forzato il ritmo ed in cima al passo sono rimasti con lui solamente Zaugg e un sorprendente Tuft.

I tre battistrada hanno pedalato con grande accordo fino all'inizio del Duran, riuscendo a guadagnare un margine sul gruppo di poco superiore ai 6': su questa salita, però, Serpa ha staccato tutti ed è rimasto da solo in testa alla corsa. SUl Duran tra i big non è successo assolutamente nulla, mentre sulla Forcella Staulanza sono iniziati gli attacchi pesanti: il primo ad andare in difficoltà è stato Frank Schleck, poi anche Sergio Henao ma a pochi chilometri dalla vetta uno scatto di José Rujano ha fatto faticare tutti; la mossa di Rujano era molto interessante in chiave tattica vista la presenza del compagno di squadra Serpa in fuga, ma il venezuelano è stato subito ripreso in discesa dal gruppo dei favoriti che intanto si era ricompattato.

I più forti sono quindi arrivati tutti assieme ai piedi del Giau con Serpa sempre solitario davanti: su quest'ultima salita della tappa il copione è stato lo stesso della precedente, con diversi corridori che hanno preferito salire del proprio passo e Rujano abile a staccare tutti e ad andare a riprendere il proprio compagno di squadra Serpa. La coppia dell'Androni ha scollinato con poche decine di secondi di vantaggio su Joaquim Rodríguez che è riuscito a farsi sotto nel primo tratto di discesa. Il vero capolavoro l'ha fatto però Damiano Cunego, che in discesa ha fatto il diavolo a quattro ed è riuscito a rientrare davanti con un'azione veramente spettacolare.

Nel finale gli inseguitori, nuovamente ricompattatisi, si sono avvicinati tantissimo ai quattro battistrada ma non sono riusciti a prenderne le ruote: nella volata ristretto Cunego ha battuto Rodríguez e Serpa con Rujano stanchissimo e solo quarto; il gruppo con tutti i migliori, però, ha tagliato il traguardo con appena 6" di ritardo mentre l'unico uomo di classifica che ha perso qualcosa in più è stato Hesjedal, arrivato a 25". La classifica è rimasta quindi ancora invariata nella sostanza con Michele Scarponi in rosa, mentre Rujano s'è riportato davanti a Henao con i due che sono secondo e terzo a 50" e 52".

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Marco ColedanLo diciamo da sempre: sono le tappe all'apparenza più facili quelle in cui possono verificarsi gli scossoni più grandi nella classifica al contrario. A Falzes c'erano tutti i presupposti per un tranquillo arrivo di gruppo, e invece è bastata una salitella nel finale per disintegrare il plotone e cambiare forma alla generale. A vincere, in solitaria, Marco Coledan, bravo ad avvantaggiarsi nel finale e ad andare ad alzare le braccia sotto lo striscione con 23" sull'ormai inossidabile coppia formata da Andrea Guardini e Theo Bos, transitati nell'ordine. A 2'06" un drappello più corposo, regolato in volata da Bodnar su Kwiatkowski (mentre ricordiamo che l'ultimo di giornata, Ion Izagirre, ha pagato 16'05" al vincitore). In classifica, come detto, cambiano delle cose: intanto il leader Miguel Mínguez ha vissuto una giornata di crisi che gli ha fatto perdere oltre tre minuti e mezzo da Guardini e Bos; l'altro protagonista a segnare un dato del tutto negativo è Taylor Phinney, che ha lasciato sul campo poco meno di due minuti allo stesso Mínguez. Ne deriva che lo spagnolo resta in testa, ma ora ha solo 3'14" su Guardini secondo, mentre Bos scalza Phinney dalla terza posizione e insegue ora a 6'56". L'americano, quarto a 12'18", precede Bobridge quinto a 15'49", e Rodríguez ultimo veleggia verso le tre ore e mezza di ritardo (per la precisione siamo a 3h29'45". Ora arrivano i tapponi di montagna, tutto deve ancora decidersi, la battaglia quotidiana per l'ultima posizione promette nuovi colpi di scena: e se qualcuno dei nostri eroi - ad esempio - si ritira? È solo uno degli interrogativi a cui da oggi a domenica troveremo tutte le risposte: sulla strada, ovviamente!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Damiano Cunego controlla i compagni di fuga per batterli poi in volataFinalmente sono arrivati i tapponi decisivi del Giro d'Italia, ma la prima delle tre grandi giornate alpine s'è conclusa sostanzialmente con un nulla di fatto, nonostante uno splendido spettacolo offerto dai corridori. Intanto però la corsa rosa può dire di aver ritrovato uno splendido protagonista: sul traguardo di Cortina, infatti, il più forte è stato ancora una volta Damiano Cunego, al terzo successo parziale dopo Assisi e Falzes, ma alla prima prova convincente in alta montagna.

Questa 17a tappa del Giro d'Italia virtuale (realizzato grazie al supporto di PcCiclismo.net) è partita con il gruppo che non ha lasciato spazio agli attaccanti per diversi chilometri: solo quando le rampe del Valparola si sono fatte più impegnative sono riusciti ad avere il via libera Tuft, Navardauskas e Flecha che poi sono stati raggiunti da Lastras, Zaugg e Serpa. Appena rientrato sulla testa della corsa il colombiano dell'Androni ha subito forzato il ritmo ed in cima al passo sono rimasti con lui solamente Zaugg e un sorprendente Tuft.

I tre battistrada hanno pedalato con grande accordo fino all'inizio del Duran, riuscendo a guadagnare un margine sul gruppo di poco superiore ai 6': su questa salita, però, Serpa ha staccato tutti ed è rimasto da solo in testa alla corsa. SUl Duran tra i big non è successo assolutamente nulla, mentre sulla Forcella Staulanza sono iniziati gli attacchi pesanti: il primo ad andare in difficoltà è stato Frank Schleck, poi anche Sergio Henao ma a pochi chilometri dalla vetta uno scatto di José Rujano ha fatto faticare tutti; la mossa di Rujano era molto interessante in chiave tattica vista la presenza del compagno di squadra Serpa in fuga, ma il venezuelano è stato subito ripreso in discesa dal gruppo dei favoriti che intanto si era ricompattato.

I più forti sono quindi arrivati tutti assieme ai piedi del Giau con Serpa sempre solitario davanti: su quest'ultima salita della tappa il copione è stato lo stesso della precedente, con diversi corridori che hanno preferito salire del proprio passo e Rujano abile a staccare tutti e ad andare a riprendere il proprio compagno di squadra Serpa. La coppia dell'Androni ha scollinato con poche decine di secondi di vantaggio su Joaquim Rodríguez che è riuscito a farsi sotto nel primo tratto di discesa. Il vero capolavoro l'ha fatto però Damiano Cunego, che in discesa ha fatto il diavolo a quattro ed è riuscito a rientrare davanti con un'azione veramente spettacolare.

Nel finale gli inseguitori, nuovamente ricompattatisi, si sono avvicinati tantissimo ai quattro battistrada ma non sono riusciti a prenderne le ruote: nella volata ristretto Cunego ha battuto Rodríguez e Serpa con Rujano stanchissimo e solo quarto; il gruppo con tutti i migliori, però, ha tagliato il traguardo con appena 6" di ritardo mentre l'unico uomo di classifica che ha perso qualcosa in più è stato Hesjedal, arrivato a 25". La classifica è rimasta quindi ancora invariata nella sostanza con Michele Scarponi in rosa, mentre Rujano s'è riportato davanti a Henao con i due che sono secondo e terzo a 50" e 52".

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Marco ColedanLo diciamo da sempre: sono le tappe all'apparenza più facili quelle in cui possono verificarsi gli scossoni più grandi nella classifica al contrario. A Falzes c'erano tutti i presupposti per un tranquillo arrivo di gruppo, e invece è bastata una salitella nel finale per disintegrare il plotone e cambiare forma alla generale. A vincere, in solitaria, Marco Coledan, bravo ad avvantaggiarsi nel finale e ad andare ad alzare le braccia sotto lo striscione con 23" sull'ormai inossidabile coppia formata da Andrea Guardini e Theo Bos, transitati nell'ordine. A 2'06" un drappello più corposo, regolato in volata da Bodnar su Kwiatkowski (mentre ricordiamo che l'ultimo di giornata, Ion Izagirre, ha pagato 16'05" al vincitore). In classifica, come detto, cambiano delle cose: intanto il leader Miguel Mínguez ha vissuto una giornata di crisi che gli ha fatto perdere oltre tre minuti e mezzo da Guardini e Bos; l'altro protagonista a segnare un dato del tutto negativo è Taylor Phinney, che ha lasciato sul campo poco meno di due minuti allo stesso Mínguez. Ne deriva che lo spagnolo resta in testa, ma ora ha solo 3'14" su Guardini secondo, mentre Bos scalza Phinney dalla terza posizione e insegue ora a 6'56". L'americano, quarto a 12'18", precede Bobridge quinto a 15'49", e Rodríguez ultimo veleggia verso le tre ore e mezza di ritardo (per la precisione siamo a 3h29'45". Ora arrivano i tapponi di montagna, tutto deve ancora decidersi, la battaglia quotidiana per l'ultima posizione promette nuovi colpi di scena: e se qualcuno dei nostri eroi - ad esempio - si ritira? È solo uno degli interrogativi a cui da oggi a domenica troveremo tutte le risposte: sulla strada, ovviamente!

Marco Grassi

La classifica al contrario

Marco ColedanLo diciamo da sempre: sono le tappe all'apparenza più facili quelle in cui possono verificarsi gli scossoni più grandi nella classifica al contrario. A Falzes c'erano tutti i presupposti per un tranquillo arrivo di gruppo, e invece è bastata una salitella nel finale per disintegrare il plotone e cambiare forma alla generale. A vincere, in solitaria, Marco Coledan, bravo ad avvantaggiarsi nel finale e ad andare ad alzare le braccia sotto lo striscione con 23" sull'ormai inossidabile coppia formata da Andrea Guardini e Theo Bos, transitati nell'ordine. A 2'06" un drappello più corposo, regolato in volata da Bodnar su Kwiatkowski (mentre ricordiamo che l'ultimo di giornata, Ion Izagirre, ha pagato 16'05" al vincitore). In classifica, come detto, cambiano delle cose: intanto il leader Miguel Mínguez ha vissuto una giornata di crisi che gli ha fatto perdere oltre tre minuti e mezzo da Guardini e Bos; l'altro protagonista a segnare un dato del tutto negativo è Taylor Phinney, che ha lasciato sul campo poco meno di due minuti allo stesso Mínguez. Ne deriva che lo spagnolo resta in testa, ma ora ha solo 3'14" su Guardini secondo, mentre Bos scalza Phinney dalla terza posizione e insegue ora a 6'56". L'americano, quarto a 12'18", precede Bobridge quinto a 15'49", e Rodríguez ultimo veleggia verso le tre ore e mezza di ritardo (per la precisione siamo a 3h29'45". Ora arrivano i tapponi di montagna, tutto deve ancora decidersi, la battaglia quotidiana per l'ultima posizione promette nuovi colpi di scena: e se qualcuno dei nostri eroi - ad esempio - si ritira? È solo uno degli interrogativi a cui da oggi a domenica troveremo tutte le risposte: sulla strada, ovviamente!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

Damiano Cunego controlla i compagni di fuga per batterli poi in volataFinalmente sono arrivati i tapponi decisivi del Giro d'Italia, ma la prima delle tre grandi giornate alpine s'è conclusa sostanzialmente con un nulla di fatto, nonostante uno splendido spettacolo offerto dai corridori. Intanto però la corsa rosa può dire di aver ritrovato uno splendido protagonista: sul traguardo di Cortina, infatti, il più forte è stato ancora una volta Damiano Cunego, al terzo successo parziale dopo Assisi e Falzes, ma alla prima prova convincente in alta montagna.

Questa 17a tappa del Giro d'Italia virtuale (realizzato grazie al supporto di PcCiclismo.net) è partita con il gruppo che non ha lasciato spazio agli attaccanti per diversi chilometri: solo quando le rampe del Valparola si sono fatte più impegnative sono riusciti ad avere il via libera Tuft, Navardauskas e Flecha che poi sono stati raggiunti da Lastras, Zaugg e Serpa. Appena rientrato sulla testa della corsa il colombiano dell'Androni ha subito forzato il ritmo ed in cima al passo sono rimasti con lui solamente Zaugg e un sorprendente Tuft.

I tre battistrada hanno pedalato con grande accordo fino all'inizio del Duran, riuscendo a guadagnare un margine sul gruppo di poco superiore ai 6': su questa salita, però, Serpa ha staccato tutti ed è rimasto da solo in testa alla corsa. SUl Duran tra i big non è successo assolutamente nulla, mentre sulla Forcella Staulanza sono iniziati gli attacchi pesanti: il primo ad andare in difficoltà è stato Frank Schleck, poi anche Sergio Henao ma a pochi chilometri dalla vetta uno scatto di José Rujano ha fatto faticare tutti; la mossa di Rujano era molto interessante in chiave tattica vista la presenza del compagno di squadra Serpa in fuga, ma il venezuelano è stato subito ripreso in discesa dal gruppo dei favoriti che intanto si era ricompattato.

I più forti sono quindi arrivati tutti assieme ai piedi del Giau con Serpa sempre solitario davanti: su quest'ultima salita della tappa il copione è stato lo stesso della precedente, con diversi corridori che hanno preferito salire del proprio passo e Rujano abile a staccare tutti e ad andare a riprendere il proprio compagno di squadra Serpa. La coppia dell'Androni ha scollinato con poche decine di secondi di vantaggio su Joaquim Rodríguez che è riuscito a farsi sotto nel primo tratto di discesa. Il vero capolavoro l'ha fatto però Damiano Cunego, che in discesa ha fatto il diavolo a quattro ed è riuscito a rientrare davanti con un'azione veramente spettacolare.

Nel finale gli inseguitori, nuovamente ricompattatisi, si sono avvicinati tantissimo ai quattro battistrada ma non sono riusciti a prenderne le ruote: nella volata ristretto Cunego ha battuto Rodríguez e Serpa con Rujano stanchissimo e solo quarto; il gruppo con tutti i migliori, però, ha tagliato il traguardo con appena 6" di ritardo mentre l'unico uomo di classifica che ha perso qualcosa in più è stato Hesjedal, arrivato a 25". La classifica è rimasta quindi ancora invariata nella sostanza con Michele Scarponi in rosa, mentre Rujano s'è riportato davanti a Henao con i due che sono secondo e terzo a 50" e 52".

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Marco ColedanLo diciamo da sempre: sono le tappe all'apparenza più facili quelle in cui possono verificarsi gli scossoni più grandi nella classifica al contrario. A Falzes c'erano tutti i presupposti per un tranquillo arrivo di gruppo, e invece è bastata una salitella nel finale per disintegrare il plotone e cambiare forma alla generale. A vincere, in solitaria, Marco Coledan, bravo ad avvantaggiarsi nel finale e ad andare ad alzare le braccia sotto lo striscione con 23" sull'ormai inossidabile coppia formata da Andrea Guardini e Theo Bos, transitati nell'ordine. A 2'06" un drappello più corposo, regolato in volata da Bodnar su Kwiatkowski (mentre ricordiamo che l'ultimo di giornata, Ion Izagirre, ha pagato 16'05" al vincitore). In classifica, come detto, cambiano delle cose: intanto il leader Miguel Mínguez ha vissuto una giornata di crisi che gli ha fatto perdere oltre tre minuti e mezzo da Guardini e Bos; l'altro protagonista a segnare un dato del tutto negativo è Taylor Phinney, che ha lasciato sul campo poco meno di due minuti allo stesso Mínguez. Ne deriva che lo spagnolo resta in testa, ma ora ha solo 3'14" su Guardini secondo, mentre Bos scalza Phinney dalla terza posizione e insegue ora a 6'56". L'americano, quarto a 12'18", precede Bobridge quinto a 15'49", e Rodríguez ultimo veleggia verso le tre ore e mezza di ritardo (per la precisione siamo a 3h29'45". Ora arrivano i tapponi di montagna, tutto deve ancora decidersi, la battaglia quotidiana per l'ultima posizione promette nuovi colpi di scena: e se qualcuno dei nostri eroi - ad esempio - si ritira? È solo uno degli interrogativi a cui da oggi a domenica troveremo tutte le risposte: sulla strada, ovviamente!

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