Il Portale del Ciclismo professionistico

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Il terzo week end sarà ancora all'insegna delle montagne e si cominceranno ad assaggiare le Alpi, partendo da occidente. Prima però i corridori saranno attesi da un lungo tratto di pianura, quasi 140 km attraverso le province di Cuneo e Torino. In territorio valdostano il discorso cambierà nettamente: a Verrès comincerà il Col de Joux, salita lunga 22 km ma mediamente impegnativa solo nella prima parte (i primi 4 km avranno una pendenza media prossima all'8%), mentre tutto il resto dell'ascesa raramente supererà il 7-8%, attestandosi attorno a valori medi di poco superiori al 5%. La discesa verso Saint-Vincent e Châtillon presenta numerosi tornanti e farà da preludio all'ascesa finale che comincerà subito dopo. Anche qui non si parla di pendenze da capogiro (5.5% medio, 12% massimo per un breve tratto a circa 10 dall'arrivo) ma saranno pur sempre 27 km di salita durante i quali chi si dovesse trovare in giornata no sarà costretto a perdere parecchi minuti dagli avversari, ma a fine giornata i giochi per la classifica dovrebbero rimanere ancora abbastanza aperti.

Cherasco

Comune di ottomila abitanti in provincia di Cuneo, fu in mano ad Angioini e Visconti, quindi spagnoli e francesi, infine sotto i Savoia. Quando la peste del 1630 si diffuse in tutto il Piemonte Cherasco, immune dal contagio, ospitò la corte. Nel 1706 la corte, nuovamente ritiratasi da una Torino posta sotto l'assedio francese, si rifugiò a Cherasco. L'armistizio fra Vittorio Amedeo III e Napoleone inoltre fu firmato qui nel 1796. È situata sulla terrazza fluviale formata dal Tanaro e dallo Stura di Demonte. Conserva la struttura a castrum romano ed ancora oggi si possono notare le facciate sontuose delle case dotate di cortili interni, pozzi ed orti. Luoghi d'interese a Cherasco sono il Palazzo Comunale, la Torre Civica, la chiesa di Sant'Agostino, l'Arco di Belvedere, costruito tra il 1647 e il 1688 per l'esenzione della peste del 1630, il Santuario della Madonna del Popolo, il Museo Adriani (vanta saloni affrescati dal Taricco) e la chiesa di San Pietro. Specialità del luogo sono le Lumache ed i baci di Cherasco, cioccolatini fondenti con nocciole, senza contare formaggi e vini pregiatissimi.

Cervinia

Nonostante presenti una salita notevole sia per lunghezza che per pendenze, senza contare lo scenario mozzafiato offerto, con il Cervino a dominare, Cervinia in precedenza ha ospitato il Giro d'Italia in sole due occasioni. La prima risale addirittura al 1960. Il Giro prese le mosse da Roma e Cervinia venne raggiunta nella 12a tappa. Sui 176 chilometri che da Asti portavano alle pendici del Cervino fu Aldo Kazianka ad imporsi con ben 3'47" di vantaggio su Gastone Nencini e su un Jacques Anquetil che quel Giro l'avrebbe vinto (ma a Cervinia in maglia rosa troviamo Jos Hoevenaars). Seconda tappa del Giro quassù solo 37 anni dopo il 1960. Nel '97 Tonkov cerca di fare il bis (ha già vinto il Giro 1996) ed alla mattina della Racconigi-Cervinia ha 41" su Luc Leblanc e 1'07" su Ivan Gotti. Sul Col de Champremière va in fuga un giovanissimo Paolo Savoldelli in maglia Roslotto e sul Col de Saint-Pantaléon scoppia il finimondo. Lo scatto di Gotti manda fuori giri la maglia rosa. Arriverà a Cervinia a braccia alzate precedendo Miceli, Garzelli, Chepe González e lo stesso Tonkov (che pagherà 1'46"). Il russo non recupererà più la maglia rosa in un podio al cui terzo posto troveremo Beppe "Turbo" Guerini. Il Giro della Val d'Aosta ha inoltre fatto tappa qui nel 2000, con la vittoria di Massimiliano Martella ed un Sylvester Szmyd già in luce (chiuderà al terzo posto, vincitore dell'edizione sarà Yaroslav Popovych). Nel 2008 altro arrivo qui: è la seconda tappa ed Enrico Zen da Bassano del Grappa s'impone su Cristiano Colombo e Michele Gaia, poi vincitore della corsa (Zen chiuderà secondo nella generale).

Francesco Sulas
Cherasco

Comune di ottomila abitanti in provincia di Cuneo, fu in mano ad Angioini e Visconti, quindi spagnoli e francesi, infine sotto i Savoia. Quando la peste del 1630 si diffuse in tutto il Piemonte Cherasco, immune dal contagio, ospitò la corte. Nel 1706 la corte, nuovamente ritiratasi da una Torino posta sotto l'assedio francese, si rifugiò a Cherasco. L'armistizio fra Vittorio Amedeo III e Napoleone inoltre fu firmato qui nel 1796. È situata sulla terrazza fluviale formata dal Tanaro e dallo Stura di Demonte. Conserva la struttura a castrum romano ed ancora oggi si possono notare le facciate sontuose delle case dotate di cortili interni, pozzi ed orti. Luoghi d'interese a Cherasco sono il Palazzo Comunale, la Torre Civica, la chiesa di Sant'Agostino, l'Arco di Belvedere, costruito tra il 1647 e il 1688 per l'esenzione della peste del 1630, il Santuario della Madonna del Popolo, il Museo Adriani (vanta saloni affrescati dal Taricco) e la chiesa di San Pietro. Specialità del luogo sono le Lumache ed i baci di Cherasco, cioccolatini fondenti con nocciole, senza contare formaggi e vini pregiatissimi.

Cervinia

Nonostante presenti una salita notevole sia per lunghezza che per pendenze, senza contare lo scenario mozzafiato offerto, con il Cervino a dominare, Cervinia in precedenza ha ospitato il Giro d'Italia in sole due occasioni. La prima risale addirittura al 1960. Il Giro prese le mosse da Roma e Cervinia venne raggiunta nella 12a tappa. Sui 176 chilometri che da Asti portavano alle pendici del Cervino fu Aldo Kazianka ad imporsi con ben 3'47" di vantaggio su Gastone Nencini e su un Jacques Anquetil che quel Giro l'avrebbe vinto (ma a Cervinia in maglia rosa troviamo Jos Hoevenaars). Seconda tappa del Giro quassù solo 37 anni dopo il 1960. Nel '97 Tonkov cerca di fare il bis (ha già vinto il Giro 1996) ed alla mattina della Racconigi-Cervinia ha 41" su Luc Leblanc e 1'07" su Ivan Gotti. Sul Col de Champremière va in fuga un giovanissimo Paolo Savoldelli in maglia Roslotto e sul Col de Saint-Pantaléon scoppia il finimondo. Lo scatto di Gotti manda fuori giri la maglia rosa. Arriverà a Cervinia a braccia alzate precedendo Miceli, Garzelli, Chepe González e lo stesso Tonkov (che pagherà 1'46"). Il russo non recupererà più la maglia rosa in un podio al cui terzo posto troveremo Beppe "Turbo" Guerini. Il Giro della Val d'Aosta ha inoltre fatto tappa qui nel 2000, con la vittoria di Massimiliano Martella ed un Sylvester Szmyd già in luce (chiuderà al terzo posto, vincitore dell'edizione sarà Yaroslav Popovych). Nel 2008 altro arrivo qui: è la seconda tappa ed Enrico Zen da Bassano del Grappa s'impone su Cristiano Colombo e Michele Gaia, poi vincitore della corsa (Zen chiuderà secondo nella generale).

Cherasco

Comune di ottomila abitanti in provincia di Cuneo, fu in mano ad Angioini e Visconti, quindi spagnoli e francesi, infine sotto i Savoia. Quando la peste del 1630 si diffuse in tutto il Piemonte Cherasco, immune dal contagio, ospitò la corte. Nel 1706 la corte, nuovamente ritiratasi da una Torino posta sotto l'assedio francese, si rifugiò a Cherasco. L'armistizio fra Vittorio Amedeo III e Napoleone inoltre fu firmato qui nel 1796. È situata sulla terrazza fluviale formata dal Tanaro e dallo Stura di Demonte. Conserva la struttura a castrum romano ed ancora oggi si possono notare le facciate sontuose delle case dotate di cortili interni, pozzi ed orti. Luoghi d'interese a Cherasco sono il Palazzo Comunale, la Torre Civica, la chiesa di Sant'Agostino, l'Arco di Belvedere, costruito tra il 1647 e il 1688 per l'esenzione della peste del 1630, il Santuario della Madonna del Popolo, il Museo Adriani (vanta saloni affrescati dal Taricco) e la chiesa di San Pietro. Specialità del luogo sono le Lumache ed i baci di Cherasco, cioccolatini fondenti con nocciole, senza contare formaggi e vini pregiatissimi.

Cervinia

Nonostante presenti una salita notevole sia per lunghezza che per pendenze, senza contare lo scenario mozzafiato offerto, con il Cervino a dominare, Cervinia in precedenza ha ospitato il Giro d'Italia in sole due occasioni. La prima risale addirittura al 1960. Il Giro prese le mosse da Roma e Cervinia venne raggiunta nella 12a tappa. Sui 176 chilometri che da Asti portavano alle pendici del Cervino fu Aldo Kazianka ad imporsi con ben 3'47" di vantaggio su Gastone Nencini e su un Jacques Anquetil che quel Giro l'avrebbe vinto (ma a Cervinia in maglia rosa troviamo Jos Hoevenaars). Seconda tappa del Giro quassù solo 37 anni dopo il 1960. Nel '97 Tonkov cerca di fare il bis (ha già vinto il Giro 1996) ed alla mattina della Racconigi-Cervinia ha 41" su Luc Leblanc e 1'07" su Ivan Gotti. Sul Col de Champremière va in fuga un giovanissimo Paolo Savoldelli in maglia Roslotto e sul Col de Saint-Pantaléon scoppia il finimondo. Lo scatto di Gotti manda fuori giri la maglia rosa. Arriverà a Cervinia a braccia alzate precedendo Miceli, Garzelli, Chepe González e lo stesso Tonkov (che pagherà 1'46"). Il russo non recupererà più la maglia rosa in un podio al cui terzo posto troveremo Beppe "Turbo" Guerini. Il Giro della Val d'Aosta ha inoltre fatto tappa qui nel 2000, con la vittoria di Massimiliano Martella ed un Sylvester Szmyd già in luce (chiuderà al terzo posto, vincitore dell'edizione sarà Yaroslav Popovych). Nel 2008 altro arrivo qui: è la seconda tappa ed Enrico Zen da Bassano del Grappa s'impone su Cristiano Colombo e Michele Gaia, poi vincitore della corsa (Zen chiuderà secondo nella generale).

Cherasco

Comune di ottomila abitanti in provincia di Cuneo, fu in mano ad Angioini e Visconti, quindi spagnoli e francesi, infine sotto i Savoia. Quando la peste del 1630 si diffuse in tutto il Piemonte Cherasco, immune dal contagio, ospitò la corte. Nel 1706 la corte, nuovamente ritiratasi da una Torino posta sotto l'assedio francese, si rifugiò a Cherasco. L'armistizio fra Vittorio Amedeo III e Napoleone inoltre fu firmato qui nel 1796. È situata sulla terrazza fluviale formata dal Tanaro e dallo Stura di Demonte. Conserva la struttura a castrum romano ed ancora oggi si possono notare le facciate sontuose delle case dotate di cortili interni, pozzi ed orti. Luoghi d'interese a Cherasco sono il Palazzo Comunale, la Torre Civica, la chiesa di Sant'Agostino, l'Arco di Belvedere, costruito tra il 1647 e il 1688 per l'esenzione della peste del 1630, il Santuario della Madonna del Popolo, il Museo Adriani (vanta saloni affrescati dal Taricco) e la chiesa di San Pietro. Specialità del luogo sono le Lumache ed i baci di Cherasco, cioccolatini fondenti con nocciole, senza contare formaggi e vini pregiatissimi.

Cervinia

Nonostante presenti una salita notevole sia per lunghezza che per pendenze, senza contare lo scenario mozzafiato offerto, con il Cervino a dominare, Cervinia in precedenza ha ospitato il Giro d'Italia in sole due occasioni. La prima risale addirittura al 1960. Il Giro prese le mosse da Roma e Cervinia venne raggiunta nella 12a tappa. Sui 176 chilometri che da Asti portavano alle pendici del Cervino fu Aldo Kazianka ad imporsi con ben 3'47" di vantaggio su Gastone Nencini e su un Jacques Anquetil che quel Giro l'avrebbe vinto (ma a Cervinia in maglia rosa troviamo Jos Hoevenaars). Seconda tappa del Giro quassù solo 37 anni dopo il 1960. Nel '97 Tonkov cerca di fare il bis (ha già vinto il Giro 1996) ed alla mattina della Racconigi-Cervinia ha 41" su Luc Leblanc e 1'07" su Ivan Gotti. Sul Col de Champremière va in fuga un giovanissimo Paolo Savoldelli in maglia Roslotto e sul Col de Saint-Pantaléon scoppia il finimondo. Lo scatto di Gotti manda fuori giri la maglia rosa. Arriverà a Cervinia a braccia alzate precedendo Miceli, Garzelli, Chepe González e lo stesso Tonkov (che pagherà 1'46"). Il russo non recupererà più la maglia rosa in un podio al cui terzo posto troveremo Beppe "Turbo" Guerini. Il Giro della Val d'Aosta ha inoltre fatto tappa qui nel 2000, con la vittoria di Massimiliano Martella ed un Sylvester Szmyd già in luce (chiuderà al terzo posto, vincitore dell'edizione sarà Yaroslav Popovych). Nel 2008 altro arrivo qui: è la seconda tappa ed Enrico Zen da Bassano del Grappa s'impone su Cristiano Colombo e Michele Gaia, poi vincitore della corsa (Zen chiuderà secondo nella generale).

Cherasco

Comune di ottomila abitanti in provincia di Cuneo, fu in mano ad Angioini e Visconti, quindi spagnoli e francesi, infine sotto i Savoia. Quando la peste del 1630 si diffuse in tutto il Piemonte Cherasco, immune dal contagio, ospitò la corte. Nel 1706 la corte, nuovamente ritiratasi da una Torino posta sotto l'assedio francese, si rifugiò a Cherasco. L'armistizio fra Vittorio Amedeo III e Napoleone inoltre fu firmato qui nel 1796. È situata sulla terrazza fluviale formata dal Tanaro e dallo Stura di Demonte. Conserva la struttura a castrum romano ed ancora oggi si possono notare le facciate sontuose delle case dotate di cortili interni, pozzi ed orti. Luoghi d'interese a Cherasco sono il Palazzo Comunale, la Torre Civica, la chiesa di Sant'Agostino, l'Arco di Belvedere, costruito tra il 1647 e il 1688 per l'esenzione della peste del 1630, il Santuario della Madonna del Popolo, il Museo Adriani (vanta saloni affrescati dal Taricco) e la chiesa di San Pietro. Specialità del luogo sono le Lumache ed i baci di Cherasco, cioccolatini fondenti con nocciole, senza contare formaggi e vini pregiatissimi.

Cervinia

Nonostante presenti una salita notevole sia per lunghezza che per pendenze, senza contare lo scenario mozzafiato offerto, con il Cervino a dominare, Cervinia in precedenza ha ospitato il Giro d'Italia in sole due occasioni. La prima risale addirittura al 1960. Il Giro prese le mosse da Roma e Cervinia venne raggiunta nella 12a tappa. Sui 176 chilometri che da Asti portavano alle pendici del Cervino fu Aldo Kazianka ad imporsi con ben 3'47" di vantaggio su Gastone Nencini e su un Jacques Anquetil che quel Giro l'avrebbe vinto (ma a Cervinia in maglia rosa troviamo Jos Hoevenaars). Seconda tappa del Giro quassù solo 37 anni dopo il 1960. Nel '97 Tonkov cerca di fare il bis (ha già vinto il Giro 1996) ed alla mattina della Racconigi-Cervinia ha 41" su Luc Leblanc e 1'07" su Ivan Gotti. Sul Col de Champremière va in fuga un giovanissimo Paolo Savoldelli in maglia Roslotto e sul Col de Saint-Pantaléon scoppia il finimondo. Lo scatto di Gotti manda fuori giri la maglia rosa. Arriverà a Cervinia a braccia alzate precedendo Miceli, Garzelli, Chepe González e lo stesso Tonkov (che pagherà 1'46"). Il russo non recupererà più la maglia rosa in un podio al cui terzo posto troveremo Beppe "Turbo" Guerini. Il Giro della Val d'Aosta ha inoltre fatto tappa qui nel 2000, con la vittoria di Massimiliano Martella ed un Sylvester Szmyd già in luce (chiuderà al terzo posto, vincitore dell'edizione sarà Yaroslav Popovych). Nel 2008 altro arrivo qui: è la seconda tappa ed Enrico Zen da Bassano del Grappa s'impone su Cristiano Colombo e Michele Gaia, poi vincitore della corsa (Zen chiuderà secondo nella generale).

Cherasco

Comune di ottomila abitanti in provincia di Cuneo, fu in mano ad Angioini e Visconti, quindi spagnoli e francesi, infine sotto i Savoia. Quando la peste del 1630 si diffuse in tutto il Piemonte Cherasco, immune dal contagio, ospitò la corte. Nel 1706 la corte, nuovamente ritiratasi da una Torino posta sotto l'assedio francese, si rifugiò a Cherasco. L'armistizio fra Vittorio Amedeo III e Napoleone inoltre fu firmato qui nel 1796. È situata sulla terrazza fluviale formata dal Tanaro e dallo Stura di Demonte. Conserva la struttura a castrum romano ed ancora oggi si possono notare le facciate sontuose delle case dotate di cortili interni, pozzi ed orti. Luoghi d'interese a Cherasco sono il Palazzo Comunale, la Torre Civica, la chiesa di Sant'Agostino, l'Arco di Belvedere, costruito tra il 1647 e il 1688 per l'esenzione della peste del 1630, il Santuario della Madonna del Popolo, il Museo Adriani (vanta saloni affrescati dal Taricco) e la chiesa di San Pietro. Specialità del luogo sono le Lumache ed i baci di Cherasco, cioccolatini fondenti con nocciole, senza contare formaggi e vini pregiatissimi.

Cervinia

Nonostante presenti una salita notevole sia per lunghezza che per pendenze, senza contare lo scenario mozzafiato offerto, con il Cervino a dominare, Cervinia in precedenza ha ospitato il Giro d'Italia in sole due occasioni. La prima risale addirittura al 1960. Il Giro prese le mosse da Roma e Cervinia venne raggiunta nella 12a tappa. Sui 176 chilometri che da Asti portavano alle pendici del Cervino fu Aldo Kazianka ad imporsi con ben 3'47" di vantaggio su Gastone Nencini e su un Jacques Anquetil che quel Giro l'avrebbe vinto (ma a Cervinia in maglia rosa troviamo Jos Hoevenaars). Seconda tappa del Giro quassù solo 37 anni dopo il 1960. Nel '97 Tonkov cerca di fare il bis (ha già vinto il Giro 1996) ed alla mattina della Racconigi-Cervinia ha 41" su Luc Leblanc e 1'07" su Ivan Gotti. Sul Col de Champremière va in fuga un giovanissimo Paolo Savoldelli in maglia Roslotto e sul Col de Saint-Pantaléon scoppia il finimondo. Lo scatto di Gotti manda fuori giri la maglia rosa. Arriverà a Cervinia a braccia alzate precedendo Miceli, Garzelli, Chepe González e lo stesso Tonkov (che pagherà 1'46"). Il russo non recupererà più la maglia rosa in un podio al cui terzo posto troveremo Beppe "Turbo" Guerini. Il Giro della Val d'Aosta ha inoltre fatto tappa qui nel 2000, con la vittoria di Massimiliano Martella ed un Sylvester Szmyd già in luce (chiuderà al terzo posto, vincitore dell'edizione sarà Yaroslav Popovych). Nel 2008 altro arrivo qui: è la seconda tappa ed Enrico Zen da Bassano del Grappa s'impone su Cristiano Colombo e Michele Gaia, poi vincitore della corsa (Zen chiuderà secondo nella generale).

Meteo

11.35 - Cherasco
14.40 - Ivrea
17.35 - Cervinia

Soggetti Alternativi

Per la seconda volta si presenta al via del Giro d'Italia (interrotto lo scorso anno da una brutta caduta), con alle spalle anche una Vuelta di Spagna. Passista-scalatore dalle buone qualità, mostrate fin dalle categorie giovanili, finora non ha vinto moltissimo (a parte qualche corsa minore, nel 2010 ha conquistato il titolo nazionale olandese in linea e una tappa al Circuit des Ardennes) ma le sue prestazioni non sono passate inosservate (4° al Tour de l'Avenir sempre nel 2010). Dopo un buon inizio di stagione la Rabobank ha deciso di dargli fiducia nella corsa rosa, delegandolo uomo di classifica e finora se l'è cavata abbastanza bene. Può provare a vincere una tappa ma una top-20 in quel di Milano sarebbe un risultato tutt'altro che disprezzabile. Nei giudizi, pertanto, sarà meglio non slegarsi troppo da questo...Slagter!

Vivian Ghianni

Per la seconda volta si presenta al via del Giro d'Italia (interrotto lo scorso anno da una brutta caduta), con alle spalle anche una Vuelta di Spagna. Passista-scalatore dalle buone qualità, mostrate fin dalle categorie giovanili, finora non ha vinto moltissimo (a parte qualche corsa minore, nel 2010 ha conquistato il titolo nazionale olandese in linea e una tappa al Circuit des Ardennes) ma le sue prestazioni non sono passate inosservate (4° al Tour de l'Avenir sempre nel 2010). Dopo un buon inizio di stagione la Rabobank ha deciso di dargli fiducia nella corsa rosa, delegandolo uomo di classifica e finora se l'è cavata abbastanza bene. Può provare a vincere una tappa ma una top-20 in quel di Milano sarebbe un risultato tutt'altro che disprezzabile. Nei giudizi, pertanto, sarà meglio non slegarsi troppo da questo...Slagter!

Per la seconda volta si presenta al via del Giro d'Italia (interrotto lo scorso anno da una brutta caduta), con alle spalle anche una Vuelta di Spagna. Passista-scalatore dalle buone qualità, mostrate fin dalle categorie giovanili, finora non ha vinto moltissimo (a parte qualche corsa minore, nel 2010 ha conquistato il titolo nazionale olandese in linea e una tappa al Circuit des Ardennes) ma le sue prestazioni non sono passate inosservate (4° al Tour de l'Avenir sempre nel 2010). Dopo un buon inizio di stagione la Rabobank ha deciso di dargli fiducia nella corsa rosa, delegandolo uomo di classifica e finora se l'è cavata abbastanza bene. Può provare a vincere una tappa ma una top-20 in quel di Milano sarebbe un risultato tutt'altro che disprezzabile. Nei giudizi, pertanto, sarà meglio non slegarsi troppo da questo...Slagter!

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Per la seconda volta si presenta al via del Giro d'Italia (interrotto lo scorso anno da una brutta caduta), con alle spalle anche una Vuelta di Spagna. Passista-scalatore dalle buone qualità, mostrate fin dalle categorie giovanili, finora non ha vinto moltissimo (a parte qualche corsa minore, nel 2010 ha conquistato il titolo nazionale olandese in linea e una tappa al Circuit des Ardennes) ma le sue prestazioni non sono passate inosservate (4° al Tour de l'Avenir sempre nel 2010). Dopo un buon inizio di stagione la Rabobank ha deciso di dargli fiducia nella corsa rosa, delegandolo uomo di classifica e finora se l'è cavata abbastanza bene. Può provare a vincere una tappa ma una top-20 in quel di Milano sarebbe un risultato tutt'altro che disprezzabile. Nei giudizi, pertanto, sarà meglio non slegarsi troppo da questo...Slagter!

Per la seconda volta si presenta al via del Giro d'Italia (interrotto lo scorso anno da una brutta caduta), con alle spalle anche una Vuelta di Spagna. Passista-scalatore dalle buone qualità, mostrate fin dalle categorie giovanili, finora non ha vinto moltissimo (a parte qualche corsa minore, nel 2010 ha conquistato il titolo nazionale olandese in linea e una tappa al Circuit des Ardennes) ma le sue prestazioni non sono passate inosservate (4° al Tour de l'Avenir sempre nel 2010). Dopo un buon inizio di stagione la Rabobank ha deciso di dargli fiducia nella corsa rosa, delegandolo uomo di classifica e finora se l'è cavata abbastanza bene. Può provare a vincere una tappa ma una top-20 in quel di Milano sarebbe un risultato tutt'altro che disprezzabile. Nei giudizi, pertanto, sarà meglio non slegarsi troppo da questo...Slagter!

GiroTweet

@taylorphinney: La 1a #girolovestory si chiude dopo un'attività anomala di sms (ATA, abnormal text activity). La 2a s'è spostata ad inseguire un'altra #girolovestory. E la 3a...continua!

@MarkCavendish: Bene, darò inizio ad una campagna per trovare una ragazza a @taylorphinney... È giovane, alto ed influenzabile. #girolovestory

@AgnoliValerio: Oggi tappa al @giroditalia tranquilla,ma………da QUIETE PRIMA DELLA TEMPESTA….

@PuritoRodriguez: Oggi sì che si può dire che è stata una tappa di transizione, anche se le gambe fanno male lo stesso eh!!! Vediamo domani come va, è previsto freddo!!

@stefandenifl: Ho appena ricevuto la spiegazione più bizzarra del perché il wifi non funzioni: "È per un problema politico!" Eh?

@scintoluca: leggendo la gazzetta mi rendo conto che o sbagliato dovevo prendere cipollini con lui avrei vinto molto al giro d'Italia il professore

@angelocitracca: @scintoluca cosa ha scritto il prof. Cipollini?? Nn ho ancora letto la gazza.. Sicuramente sara' BIBBIA..!!

@scintoluca: @angelocitracca Bibbia lui è un grande uomo di ciclismo infatti ogni anno cambia squadra nessuno lo vuole

La maglia rosa virtuale

José Rujano taglia per primo il traguardo di CerviniaSolitamente i possibili scenari nel primo tappone di montagna possono essere due: il più probabile è che i corridori si studino timorosi uno dell'altro, ma a volta capita anche di assistere subito a distacchi molto pesanti che possono condizionare o anche decidere la corsa. Nel nostro Giro d'Italia virtuale, realizzato grazie allo splendido supporto dei ragazzi di PcCiclismo.net, la Cherasco-Cervinia è stata una frazione altamente spettacolare e con distacchi alti ma di certo non decisivi.

Nel primo tratto di tappa, tutto pianeggiante, è andata via una fuga di nove corridori con il solo Adriano Malori a rappresentare gli italiani: questo gruppetto ha avuto un vantaggio massimo superiore ai 4' ma si è capito che il loro destino era segnato quando, sulle prime rampe del Col de Joux, si sono scatenati i big di questo Giro. Dopo pochi chilometri di salita, infatti, s'è staccata la maglia rosa Ryder Hesjedal e tutti si sono messi a forzare per impedire al canadese di limitare i danni: questa accelerazione, però, ha provocato un'ulteriore grande selezione e a metà salita c'è stato un attacco deciso di un terzetto tutto sudamericano, Rujano, Urán e Henao.

Questi tre corridori hanno tirato a tutta, hanno ripreso e staccato i fuggitivi della prima ora a hanno scollinato con più di un minuto e mezzo di vantaggio su un gruppetto comprendente Basso, Schleck, Scarponi, Rodríguez, Pozzovivo oltre ad alcuni ex fuggitivi che in discesa hanno comunque dato una mano. Sulla salita verso Cervinia uno scatenato José Rujano ha staccato i due compagni di fuga della Sky e s'è involato da solo verso il successo di tappa. Nel frattempo da dietro è iniziata una grande rimonta da parte di Basso, Schleck e Scarponi che si sono liberati di JRO e Pozzovivo e si sono poi lanciati all'inseguimento dei sudamericani: Rujano ha tenuto un ritmo talmente elevato che ha perso pochissimo anche nel finale mentre i due colombiani della Sky sono stati ripresi e poi, dopo aver provato a restare agganciati, hanno dovuto alzare anche loro bandiera bianca.

Alla fine José Rujano ha vinto con 41" di vantaggio su Scarponi, Schleck e Basso nell'ordine; Henao ed Uran hanno perso 59", JRO 1'32", Pozzovivo addirittura 2'14". Tra coloro che avevano perso contatto sul Col de Joux anche dagli inseguitori va segnalato un piccolo recuperato di Cunego (9° a 3'39") e Kreuziger (10° a 3'46") mentre la maglia rosa Hesjedal ha tagliato il traguardo con un ritardo di 4'22" dal vincitore di tappa. Questo arrivo ha ovviamente ridisegnato la classifica generale che ora vedere in testa Michele Scarponi con 22" di vantaggio su Rujano (che per ora si consola con la maglia dei gpm), 26" su Henao, 33" su Uran e 1'35" su Basso e Schleck: a vincere il Giro sarà uno di questi sei corridori.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Spesso sono proprio le tappe all'apparenza meno significative a risultare poi decisive ai fini dell'assegnazione di un titolo: nel nostro caso, l'ambitissimo scettro di primo al contrario di una gara, il Giro d'Italia, nella quale il negativo del rosa è il nero, in barba a tutte le leggi ottico-cromatico-fisiche. A Cervere si attendeva un arrivo di gruppo, e invece, guarda un po' la fantasia, il leader della generale, Miguel Mínguez, è riuscito a farla in barba a tutti i suoi più immediati avversari: il basco si è infilato in un gruppo che si è avvantaggiato strada facendo e, facendo l'imitazione di Dino Zandegù per non farsi riconoscere dai rivali (quando si è messo a cantare "El Contador" chiaramente tutti hanno preso le distanze da lui), se involato alla chetichella. Non ha vinto la tappa, lasciando il successo di giornata al suo giovane compagno Victor Cabedo (seconda vittoria per lui, quinta per la magica Euskaltel che - lo ricordiamo - è pure in maglia), che ha battuto in uno sprint a quattro Rollin, Ignatiev e Benedetti (quinto Cazaux, altro Euskaltel, a 49", Cavendish ultimo ha tagliato il traguardo a 5'50"); ma ha dato, Mínguez, 5' a tutti gli avversari per la nera. E così in classifica lo spagnolo è più che mai in testa, con 7'44" su Jeremy Hunt, 10'29" su Phinney, 12'01" su Bos e 12'14" su Guardini. Joaquim Rodríguez a 2h20'28" è ultimissimo, ma attendiamoci presto qualche stravolgimento anche per le posizioni di retroguardia: arrivano le Alpi!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

José Rujano taglia per primo il traguardo di CerviniaSolitamente i possibili scenari nel primo tappone di montagna possono essere due: il più probabile è che i corridori si studino timorosi uno dell'altro, ma a volta capita anche di assistere subito a distacchi molto pesanti che possono condizionare o anche decidere la corsa. Nel nostro Giro d'Italia virtuale, realizzato grazie allo splendido supporto dei ragazzi di PcCiclismo.net, la Cherasco-Cervinia è stata una frazione altamente spettacolare e con distacchi alti ma di certo non decisivi.

Nel primo tratto di tappa, tutto pianeggiante, è andata via una fuga di nove corridori con il solo Adriano Malori a rappresentare gli italiani: questo gruppetto ha avuto un vantaggio massimo superiore ai 4' ma si è capito che il loro destino era segnato quando, sulle prime rampe del Col de Joux, si sono scatenati i big di questo Giro. Dopo pochi chilometri di salita, infatti, s'è staccata la maglia rosa Ryder Hesjedal e tutti si sono messi a forzare per impedire al canadese di limitare i danni: questa accelerazione, però, ha provocato un'ulteriore grande selezione e a metà salita c'è stato un attacco deciso di un terzetto tutto sudamericano, Rujano, Urán e Henao.

Questi tre corridori hanno tirato a tutta, hanno ripreso e staccato i fuggitivi della prima ora a hanno scollinato con più di un minuto e mezzo di vantaggio su un gruppetto comprendente Basso, Schleck, Scarponi, Rodríguez, Pozzovivo oltre ad alcuni ex fuggitivi che in discesa hanno comunque dato una mano. Sulla salita verso Cervinia uno scatenato José Rujano ha staccato i due compagni di fuga della Sky e s'è involato da solo verso il successo di tappa. Nel frattempo da dietro è iniziata una grande rimonta da parte di Basso, Schleck e Scarponi che si sono liberati di JRO e Pozzovivo e si sono poi lanciati all'inseguimento dei sudamericani: Rujano ha tenuto un ritmo talmente elevato che ha perso pochissimo anche nel finale mentre i due colombiani della Sky sono stati ripresi e poi, dopo aver provato a restare agganciati, hanno dovuto alzare anche loro bandiera bianca.

Alla fine José Rujano ha vinto con 41" di vantaggio su Scarponi, Schleck e Basso nell'ordine; Henao ed Uran hanno perso 59", JRO 1'32", Pozzovivo addirittura 2'14". Tra coloro che avevano perso contatto sul Col de Joux anche dagli inseguitori va segnalato un piccolo recuperato di Cunego (9° a 3'39") e Kreuziger (10° a 3'46") mentre la maglia rosa Hesjedal ha tagliato il traguardo con un ritardo di 4'22" dal vincitore di tappa. Questo arrivo ha ovviamente ridisegnato la classifica generale che ora vedere in testa Michele Scarponi con 22" di vantaggio su Rujano (che per ora si consola con la maglia dei gpm), 26" su Henao, 33" su Uran e 1'35" su Basso e Schleck: a vincere il Giro sarà uno di questi sei corridori.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Spesso sono proprio le tappe all'apparenza meno significative a risultare poi decisive ai fini dell'assegnazione di un titolo: nel nostro caso, l'ambitissimo scettro di primo al contrario di una gara, il Giro d'Italia, nella quale il negativo del rosa è il nero, in barba a tutte le leggi ottico-cromatico-fisiche. A Cervere si attendeva un arrivo di gruppo, e invece, guarda un po' la fantasia, il leader della generale, Miguel Mínguez, è riuscito a farla in barba a tutti i suoi più immediati avversari: il basco si è infilato in un gruppo che si è avvantaggiato strada facendo e, facendo l'imitazione di Dino Zandegù per non farsi riconoscere dai rivali (quando si è messo a cantare "El Contador" chiaramente tutti hanno preso le distanze da lui), se involato alla chetichella. Non ha vinto la tappa, lasciando il successo di giornata al suo giovane compagno Victor Cabedo (seconda vittoria per lui, quinta per la magica Euskaltel che - lo ricordiamo - è pure in maglia), che ha battuto in uno sprint a quattro Rollin, Ignatiev e Benedetti (quinto Cazaux, altro Euskaltel, a 49", Cavendish ultimo ha tagliato il traguardo a 5'50"); ma ha dato, Mínguez, 5' a tutti gli avversari per la nera. E così in classifica lo spagnolo è più che mai in testa, con 7'44" su Jeremy Hunt, 10'29" su Phinney, 12'01" su Bos e 12'14" su Guardini. Joaquim Rodríguez a 2h20'28" è ultimissimo, ma attendiamoci presto qualche stravolgimento anche per le posizioni di retroguardia: arrivano le Alpi!

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2011 – 14a tappa
Rassegna GiroNotes 2011 – 14a tappa
Rassegna GiroNotes 2011 – 14a tappa
Rassegna GiroNotes 2011 – 14a tappa
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La maglia rosa virtuale

José Rujano taglia per primo il traguardo di CerviniaSolitamente i possibili scenari nel primo tappone di montagna possono essere due: il più probabile è che i corridori si studino timorosi uno dell'altro, ma a volta capita anche di assistere subito a distacchi molto pesanti che possono condizionare o anche decidere la corsa. Nel nostro Giro d'Italia virtuale, realizzato grazie allo splendido supporto dei ragazzi di PcCiclismo.net, la Cherasco-Cervinia è stata una frazione altamente spettacolare e con distacchi alti ma di certo non decisivi.

Nel primo tratto di tappa, tutto pianeggiante, è andata via una fuga di nove corridori con il solo Adriano Malori a rappresentare gli italiani: questo gruppetto ha avuto un vantaggio massimo superiore ai 4' ma si è capito che il loro destino era segnato quando, sulle prime rampe del Col de Joux, si sono scatenati i big di questo Giro. Dopo pochi chilometri di salita, infatti, s'è staccata la maglia rosa Ryder Hesjedal e tutti si sono messi a forzare per impedire al canadese di limitare i danni: questa accelerazione, però, ha provocato un'ulteriore grande selezione e a metà salita c'è stato un attacco deciso di un terzetto tutto sudamericano, Rujano, Urán e Henao.

Questi tre corridori hanno tirato a tutta, hanno ripreso e staccato i fuggitivi della prima ora a hanno scollinato con più di un minuto e mezzo di vantaggio su un gruppetto comprendente Basso, Schleck, Scarponi, Rodríguez, Pozzovivo oltre ad alcuni ex fuggitivi che in discesa hanno comunque dato una mano. Sulla salita verso Cervinia uno scatenato José Rujano ha staccato i due compagni di fuga della Sky e s'è involato da solo verso il successo di tappa. Nel frattempo da dietro è iniziata una grande rimonta da parte di Basso, Schleck e Scarponi che si sono liberati di JRO e Pozzovivo e si sono poi lanciati all'inseguimento dei sudamericani: Rujano ha tenuto un ritmo talmente elevato che ha perso pochissimo anche nel finale mentre i due colombiani della Sky sono stati ripresi e poi, dopo aver provato a restare agganciati, hanno dovuto alzare anche loro bandiera bianca.

Alla fine José Rujano ha vinto con 41" di vantaggio su Scarponi, Schleck e Basso nell'ordine; Henao ed Uran hanno perso 59", JRO 1'32", Pozzovivo addirittura 2'14". Tra coloro che avevano perso contatto sul Col de Joux anche dagli inseguitori va segnalato un piccolo recuperato di Cunego (9° a 3'39") e Kreuziger (10° a 3'46") mentre la maglia rosa Hesjedal ha tagliato il traguardo con un ritardo di 4'22" dal vincitore di tappa. Questo arrivo ha ovviamente ridisegnato la classifica generale che ora vedere in testa Michele Scarponi con 22" di vantaggio su Rujano (che per ora si consola con la maglia dei gpm), 26" su Henao, 33" su Uran e 1'35" su Basso e Schleck: a vincere il Giro sarà uno di questi sei corridori.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Spesso sono proprio le tappe all'apparenza meno significative a risultare poi decisive ai fini dell'assegnazione di un titolo: nel nostro caso, l'ambitissimo scettro di primo al contrario di una gara, il Giro d'Italia, nella quale il negativo del rosa è il nero, in barba a tutte le leggi ottico-cromatico-fisiche. A Cervere si attendeva un arrivo di gruppo, e invece, guarda un po' la fantasia, il leader della generale, Miguel Mínguez, è riuscito a farla in barba a tutti i suoi più immediati avversari: il basco si è infilato in un gruppo che si è avvantaggiato strada facendo e, facendo l'imitazione di Dino Zandegù per non farsi riconoscere dai rivali (quando si è messo a cantare "El Contador" chiaramente tutti hanno preso le distanze da lui), se involato alla chetichella. Non ha vinto la tappa, lasciando il successo di giornata al suo giovane compagno Victor Cabedo (seconda vittoria per lui, quinta per la magica Euskaltel che - lo ricordiamo - è pure in maglia), che ha battuto in uno sprint a quattro Rollin, Ignatiev e Benedetti (quinto Cazaux, altro Euskaltel, a 49", Cavendish ultimo ha tagliato il traguardo a 5'50"); ma ha dato, Mínguez, 5' a tutti gli avversari per la nera. E così in classifica lo spagnolo è più che mai in testa, con 7'44" su Jeremy Hunt, 10'29" su Phinney, 12'01" su Bos e 12'14" su Guardini. Joaquim Rodríguez a 2h20'28" è ultimissimo, ma attendiamoci presto qualche stravolgimento anche per le posizioni di retroguardia: arrivano le Alpi!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

José Rujano taglia per primo il traguardo di CerviniaSolitamente i possibili scenari nel primo tappone di montagna possono essere due: il più probabile è che i corridori si studino timorosi uno dell'altro, ma a volta capita anche di assistere subito a distacchi molto pesanti che possono condizionare o anche decidere la corsa. Nel nostro Giro d'Italia virtuale, realizzato grazie allo splendido supporto dei ragazzi di PcCiclismo.net, la Cherasco-Cervinia è stata una frazione altamente spettacolare e con distacchi alti ma di certo non decisivi.

Nel primo tratto di tappa, tutto pianeggiante, è andata via una fuga di nove corridori con il solo Adriano Malori a rappresentare gli italiani: questo gruppetto ha avuto un vantaggio massimo superiore ai 4' ma si è capito che il loro destino era segnato quando, sulle prime rampe del Col de Joux, si sono scatenati i big di questo Giro. Dopo pochi chilometri di salita, infatti, s'è staccata la maglia rosa Ryder Hesjedal e tutti si sono messi a forzare per impedire al canadese di limitare i danni: questa accelerazione, però, ha provocato un'ulteriore grande selezione e a metà salita c'è stato un attacco deciso di un terzetto tutto sudamericano, Rujano, Urán e Henao.

Questi tre corridori hanno tirato a tutta, hanno ripreso e staccato i fuggitivi della prima ora a hanno scollinato con più di un minuto e mezzo di vantaggio su un gruppetto comprendente Basso, Schleck, Scarponi, Rodríguez, Pozzovivo oltre ad alcuni ex fuggitivi che in discesa hanno comunque dato una mano. Sulla salita verso Cervinia uno scatenato José Rujano ha staccato i due compagni di fuga della Sky e s'è involato da solo verso il successo di tappa. Nel frattempo da dietro è iniziata una grande rimonta da parte di Basso, Schleck e Scarponi che si sono liberati di JRO e Pozzovivo e si sono poi lanciati all'inseguimento dei sudamericani: Rujano ha tenuto un ritmo talmente elevato che ha perso pochissimo anche nel finale mentre i due colombiani della Sky sono stati ripresi e poi, dopo aver provato a restare agganciati, hanno dovuto alzare anche loro bandiera bianca.

Alla fine José Rujano ha vinto con 41" di vantaggio su Scarponi, Schleck e Basso nell'ordine; Henao ed Uran hanno perso 59", JRO 1'32", Pozzovivo addirittura 2'14". Tra coloro che avevano perso contatto sul Col de Joux anche dagli inseguitori va segnalato un piccolo recuperato di Cunego (9° a 3'39") e Kreuziger (10° a 3'46") mentre la maglia rosa Hesjedal ha tagliato il traguardo con un ritardo di 4'22" dal vincitore di tappa. Questo arrivo ha ovviamente ridisegnato la classifica generale che ora vedere in testa Michele Scarponi con 22" di vantaggio su Rujano (che per ora si consola con la maglia dei gpm), 26" su Henao, 33" su Uran e 1'35" su Basso e Schleck: a vincere il Giro sarà uno di questi sei corridori.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Spesso sono proprio le tappe all'apparenza meno significative a risultare poi decisive ai fini dell'assegnazione di un titolo: nel nostro caso, l'ambitissimo scettro di primo al contrario di una gara, il Giro d'Italia, nella quale il negativo del rosa è il nero, in barba a tutte le leggi ottico-cromatico-fisiche. A Cervere si attendeva un arrivo di gruppo, e invece, guarda un po' la fantasia, il leader della generale, Miguel Mínguez, è riuscito a farla in barba a tutti i suoi più immediati avversari: il basco si è infilato in un gruppo che si è avvantaggiato strada facendo e, facendo l'imitazione di Dino Zandegù per non farsi riconoscere dai rivali (quando si è messo a cantare "El Contador" chiaramente tutti hanno preso le distanze da lui), se involato alla chetichella. Non ha vinto la tappa, lasciando il successo di giornata al suo giovane compagno Victor Cabedo (seconda vittoria per lui, quinta per la magica Euskaltel che - lo ricordiamo - è pure in maglia), che ha battuto in uno sprint a quattro Rollin, Ignatiev e Benedetti (quinto Cazaux, altro Euskaltel, a 49", Cavendish ultimo ha tagliato il traguardo a 5'50"); ma ha dato, Mínguez, 5' a tutti gli avversari per la nera. E così in classifica lo spagnolo è più che mai in testa, con 7'44" su Jeremy Hunt, 10'29" su Phinney, 12'01" su Bos e 12'14" su Guardini. Joaquim Rodríguez a 2h20'28" è ultimissimo, ma attendiamoci presto qualche stravolgimento anche per le posizioni di retroguardia: arrivano le Alpi!

Marco Grassi

La classifica al contrario

Spesso sono proprio le tappe all'apparenza meno significative a risultare poi decisive ai fini dell'assegnazione di un titolo: nel nostro caso, l'ambitissimo scettro di primo al contrario di una gara, il Giro d'Italia, nella quale il negativo del rosa è il nero, in barba a tutte le leggi ottico-cromatico-fisiche. A Cervere si attendeva un arrivo di gruppo, e invece, guarda un po' la fantasia, il leader della generale, Miguel Mínguez, è riuscito a farla in barba a tutti i suoi più immediati avversari: il basco si è infilato in un gruppo che si è avvantaggiato strada facendo e, facendo l'imitazione di Dino Zandegù per non farsi riconoscere dai rivali (quando si è messo a cantare "El Contador" chiaramente tutti hanno preso le distanze da lui), se involato alla chetichella. Non ha vinto la tappa, lasciando il successo di giornata al suo giovane compagno Victor Cabedo (seconda vittoria per lui, quinta per la magica Euskaltel che - lo ricordiamo - è pure in maglia), che ha battuto in uno sprint a quattro Rollin, Ignatiev e Benedetti (quinto Cazaux, altro Euskaltel, a 49", Cavendish ultimo ha tagliato il traguardo a 5'50"); ma ha dato, Mínguez, 5' a tutti gli avversari per la nera. E così in classifica lo spagnolo è più che mai in testa, con 7'44" su Jeremy Hunt, 10'29" su Phinney, 12'01" su Bos e 12'14" su Guardini. Joaquim Rodríguez a 2h20'28" è ultimissimo, ma attendiamoci presto qualche stravolgimento anche per le posizioni di retroguardia: arrivano le Alpi!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

José Rujano taglia per primo il traguardo di CerviniaSolitamente i possibili scenari nel primo tappone di montagna possono essere due: il più probabile è che i corridori si studino timorosi uno dell'altro, ma a volta capita anche di assistere subito a distacchi molto pesanti che possono condizionare o anche decidere la corsa. Nel nostro Giro d'Italia virtuale, realizzato grazie allo splendido supporto dei ragazzi di PcCiclismo.net, la Cherasco-Cervinia è stata una frazione altamente spettacolare e con distacchi alti ma di certo non decisivi.

Nel primo tratto di tappa, tutto pianeggiante, è andata via una fuga di nove corridori con il solo Adriano Malori a rappresentare gli italiani: questo gruppetto ha avuto un vantaggio massimo superiore ai 4' ma si è capito che il loro destino era segnato quando, sulle prime rampe del Col de Joux, si sono scatenati i big di questo Giro. Dopo pochi chilometri di salita, infatti, s'è staccata la maglia rosa Ryder Hesjedal e tutti si sono messi a forzare per impedire al canadese di limitare i danni: questa accelerazione, però, ha provocato un'ulteriore grande selezione e a metà salita c'è stato un attacco deciso di un terzetto tutto sudamericano, Rujano, Urán e Henao.

Questi tre corridori hanno tirato a tutta, hanno ripreso e staccato i fuggitivi della prima ora a hanno scollinato con più di un minuto e mezzo di vantaggio su un gruppetto comprendente Basso, Schleck, Scarponi, Rodríguez, Pozzovivo oltre ad alcuni ex fuggitivi che in discesa hanno comunque dato una mano. Sulla salita verso Cervinia uno scatenato José Rujano ha staccato i due compagni di fuga della Sky e s'è involato da solo verso il successo di tappa. Nel frattempo da dietro è iniziata una grande rimonta da parte di Basso, Schleck e Scarponi che si sono liberati di JRO e Pozzovivo e si sono poi lanciati all'inseguimento dei sudamericani: Rujano ha tenuto un ritmo talmente elevato che ha perso pochissimo anche nel finale mentre i due colombiani della Sky sono stati ripresi e poi, dopo aver provato a restare agganciati, hanno dovuto alzare anche loro bandiera bianca.

Alla fine José Rujano ha vinto con 41" di vantaggio su Scarponi, Schleck e Basso nell'ordine; Henao ed Uran hanno perso 59", JRO 1'32", Pozzovivo addirittura 2'14". Tra coloro che avevano perso contatto sul Col de Joux anche dagli inseguitori va segnalato un piccolo recuperato di Cunego (9° a 3'39") e Kreuziger (10° a 3'46") mentre la maglia rosa Hesjedal ha tagliato il traguardo con un ritardo di 4'22" dal vincitore di tappa. Questo arrivo ha ovviamente ridisegnato la classifica generale che ora vedere in testa Michele Scarponi con 22" di vantaggio su Rujano (che per ora si consola con la maglia dei gpm), 26" su Henao, 33" su Uran e 1'35" su Basso e Schleck: a vincere il Giro sarà uno di questi sei corridori.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Spesso sono proprio le tappe all'apparenza meno significative a risultare poi decisive ai fini dell'assegnazione di un titolo: nel nostro caso, l'ambitissimo scettro di primo al contrario di una gara, il Giro d'Italia, nella quale il negativo del rosa è il nero, in barba a tutte le leggi ottico-cromatico-fisiche. A Cervere si attendeva un arrivo di gruppo, e invece, guarda un po' la fantasia, il leader della generale, Miguel Mínguez, è riuscito a farla in barba a tutti i suoi più immediati avversari: il basco si è infilato in un gruppo che si è avvantaggiato strada facendo e, facendo l'imitazione di Dino Zandegù per non farsi riconoscere dai rivali (quando si è messo a cantare "El Contador" chiaramente tutti hanno preso le distanze da lui), se involato alla chetichella. Non ha vinto la tappa, lasciando il successo di giornata al suo giovane compagno Victor Cabedo (seconda vittoria per lui, quinta per la magica Euskaltel che - lo ricordiamo - è pure in maglia), che ha battuto in uno sprint a quattro Rollin, Ignatiev e Benedetti (quinto Cazaux, altro Euskaltel, a 49", Cavendish ultimo ha tagliato il traguardo a 5'50"); ma ha dato, Mínguez, 5' a tutti gli avversari per la nera. E così in classifica lo spagnolo è più che mai in testa, con 7'44" su Jeremy Hunt, 10'29" su Phinney, 12'01" su Bos e 12'14" su Guardini. Joaquim Rodríguez a 2h20'28" è ultimissimo, ma attendiamoci presto qualche stravolgimento anche per le posizioni di retroguardia: arrivano le Alpi!

Marco Grassi

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