Il Portale del Ciclismo professionistico

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Cronosquadre certamente per specialisti del tic-tac. I primi 1300 metri a Savigliano serviranno come rampa di lancio, le squadre si immetteranno poi sulla statale 20 e percorreranno circa 25 km - tutti in leggerissima salita - praticamente su un unico rettilineo. Entrati a Cuneo, qualche curva e la pendenza appena superiore spezzeranno un po' il ritmo, prima dell'arrivo in Corso Nizza. Le medie, nonostante la strada tenda a salire, saranno molto alte visto che i corridori non troveranno alcun rallentamento e le squadre che preparano con cura questi appuntamenti saranno favorite: alcuni uomini di classifica potrebbero pagare con qualche minuto la scarsa attitudine del loro team a questo tipo di esercizio. I grandi favoriti sono gli uomini della Garmin-Transitions ma la caduta con ritiro di Vande Velde nella terza tappa renderà l'esito molto più incerto.
Scarica l'ordine di partenza ufficiale delle squadre.

Savigliano

Savigliano vedrà per la terza volta in 20 anni partire una tappa del giro d’Italia (nelle precedenti occasioni, arrivo a Sestrière). Il destino dei Saviglianesi è legato ai motori: il borgo in provincia di Cuneo ogni anno ospita una fiera nazionale della meccanizzazione agricola ed è sede di uno dei maggiori stabilimenti italiani per la costruzione di veicoli ferroviari, un tempo di proprietà della Fiat. Ma il paese vive anche di agricoltura, e la passione per i cereali si esplica nella Festa del Pane, sagra biennale di importanza europea che vede i maggiori maestri panificatori operare all’aperto. Ultimo ma non ultimo, Savigliano è anche un paese universitario: il distaccamento dell’università di Torino ivi presente ospita 5 corsi di laurea. Tra le personalità nate a Savigliano, spicca Giuseppe Arimondi che fu generale dell’esercito italiano nel XIX secolo e, a suo malgrado, protagonista della battaglia di Adua che vide la sconfitta dell’Italia contro l’Etiopia e costò al generale la vita.

Cuneo

Non si può associare Cuneo al Giro d’Italia senza che torni in mente la leggendaria Cuneo-Pinerolo con relativa cavalcata di Fausto Coppi sulle alpi occidentali e quasi 12’ di distacco dati al secondo classificato, un certo Gino Bartali. Un film che ha avuto alcuni sequel; il primo, abbastanza gradevole, fu la consacrazione di un giovane Bitossi alla quarta tappa vinta nel giro 1964; il secondo, piuttosto scialbo, ha visto alzare le braccia Saronni; Il terzo ha avuto qualche problema tecnico, ma Danilo Di Luca ha reso meno scontato il finale. Nel complesso, Cuneo è stata 9 volte sede di partenza e 10 di arrivo per le tappe del giro d’Italia; l’ultima volta che si è arrivati a Cuneo è stato per il giro 1998, nella prima tappa successiva al prologo di Nizza: vinse Mariano Piccoli. Cuneo ha ospitato anche il Tour nel 2008, come sede di partenza della Cuneo – Jausiers. E’ la seconda volta che una cronometro arriva a Cuneo: nel 1990 Luca Gelfi precedette di 6” Gianni Bugno vincitore di quel Giro.

Nicola Stufano
Savigliano

Savigliano vedrà per la terza volta in 20 anni partire una tappa del giro d’Italia (nelle precedenti occasioni, arrivo a Sestrière). Il destino dei Saviglianesi è legato ai motori: il borgo in provincia di Cuneo ogni anno ospita una fiera nazionale della meccanizzazione agricola ed è sede di uno dei maggiori stabilimenti italiani per la costruzione di veicoli ferroviari, un tempo di proprietà della Fiat. Ma il paese vive anche di agricoltura, e la passione per i cereali si esplica nella Festa del Pane, sagra biennale di importanza europea che vede i maggiori maestri panificatori operare all’aperto. Ultimo ma non ultimo, Savigliano è anche un paese universitario: il distaccamento dell’università di Torino ivi presente ospita 5 corsi di laurea. Tra le personalità nate a Savigliano, spicca Giuseppe Arimondi che fu generale dell’esercito italiano nel XIX secolo e, a suo malgrado, protagonista della battaglia di Adua che vide la sconfitta dell’Italia contro l’Etiopia e costò al generale la vita.

Cuneo

Non si può associare Cuneo al Giro d’Italia senza che torni in mente la leggendaria Cuneo-Pinerolo con relativa cavalcata di Fausto Coppi sulle alpi occidentali e quasi 12’ di distacco dati al secondo classificato, un certo Gino Bartali. Un film che ha avuto alcuni sequel; il primo, abbastanza gradevole, fu la consacrazione di un giovane Bitossi alla quarta tappa vinta nel giro 1964; il secondo, piuttosto scialbo, ha visto alzare le braccia Saronni; Il terzo ha avuto qualche problema tecnico, ma Danilo Di Luca ha reso meno scontato il finale. Nel complesso, Cuneo è stata 9 volte sede di partenza e 10 di arrivo per le tappe del giro d’Italia; l’ultima volta che si è arrivati a Cuneo è stato per il giro 1998, nella prima tappa successiva al prologo di Nizza: vinse Mariano Piccoli. Cuneo ha ospitato anche il Tour nel 2008, come sede di partenza della Cuneo – Jausiers. E’ la seconda volta che una cronometro arriva a Cuneo: nel 1990 Luca Gelfi precedette di 6” Gianni Bugno vincitore di quel Giro.

Savigliano

Savigliano vedrà per la terza volta in 20 anni partire una tappa del giro d’Italia (nelle precedenti occasioni, arrivo a Sestrière). Il destino dei Saviglianesi è legato ai motori: il borgo in provincia di Cuneo ogni anno ospita una fiera nazionale della meccanizzazione agricola ed è sede di uno dei maggiori stabilimenti italiani per la costruzione di veicoli ferroviari, un tempo di proprietà della Fiat. Ma il paese vive anche di agricoltura, e la passione per i cereali si esplica nella Festa del Pane, sagra biennale di importanza europea che vede i maggiori maestri panificatori operare all’aperto. Ultimo ma non ultimo, Savigliano è anche un paese universitario: il distaccamento dell’università di Torino ivi presente ospita 5 corsi di laurea. Tra le personalità nate a Savigliano, spicca Giuseppe Arimondi che fu generale dell’esercito italiano nel XIX secolo e, a suo malgrado, protagonista della battaglia di Adua che vide la sconfitta dell’Italia contro l’Etiopia e costò al generale la vita.

Cuneo

Non si può associare Cuneo al Giro d’Italia senza che torni in mente la leggendaria Cuneo-Pinerolo con relativa cavalcata di Fausto Coppi sulle alpi occidentali e quasi 12’ di distacco dati al secondo classificato, un certo Gino Bartali. Un film che ha avuto alcuni sequel; il primo, abbastanza gradevole, fu la consacrazione di un giovane Bitossi alla quarta tappa vinta nel giro 1964; il secondo, piuttosto scialbo, ha visto alzare le braccia Saronni; Il terzo ha avuto qualche problema tecnico, ma Danilo Di Luca ha reso meno scontato il finale. Nel complesso, Cuneo è stata 9 volte sede di partenza e 10 di arrivo per le tappe del giro d’Italia; l’ultima volta che si è arrivati a Cuneo è stato per il giro 1998, nella prima tappa successiva al prologo di Nizza: vinse Mariano Piccoli. Cuneo ha ospitato anche il Tour nel 2008, come sede di partenza della Cuneo – Jausiers. E’ la seconda volta che una cronometro arriva a Cuneo: nel 1990 Luca Gelfi precedette di 6” Gianni Bugno vincitore di quel Giro.

Savigliano

Savigliano vedrà per la terza volta in 20 anni partire una tappa del giro d’Italia (nelle precedenti occasioni, arrivo a Sestrière). Il destino dei Saviglianesi è legato ai motori: il borgo in provincia di Cuneo ogni anno ospita una fiera nazionale della meccanizzazione agricola ed è sede di uno dei maggiori stabilimenti italiani per la costruzione di veicoli ferroviari, un tempo di proprietà della Fiat. Ma il paese vive anche di agricoltura, e la passione per i cereali si esplica nella Festa del Pane, sagra biennale di importanza europea che vede i maggiori maestri panificatori operare all’aperto. Ultimo ma non ultimo, Savigliano è anche un paese universitario: il distaccamento dell’università di Torino ivi presente ospita 5 corsi di laurea. Tra le personalità nate a Savigliano, spicca Giuseppe Arimondi che fu generale dell’esercito italiano nel XIX secolo e, a suo malgrado, protagonista della battaglia di Adua che vide la sconfitta dell’Italia contro l’Etiopia e costò al generale la vita.

Cuneo

Non si può associare Cuneo al Giro d’Italia senza che torni in mente la leggendaria Cuneo-Pinerolo con relativa cavalcata di Fausto Coppi sulle alpi occidentali e quasi 12’ di distacco dati al secondo classificato, un certo Gino Bartali. Un film che ha avuto alcuni sequel; il primo, abbastanza gradevole, fu la consacrazione di un giovane Bitossi alla quarta tappa vinta nel giro 1964; il secondo, piuttosto scialbo, ha visto alzare le braccia Saronni; Il terzo ha avuto qualche problema tecnico, ma Danilo Di Luca ha reso meno scontato il finale. Nel complesso, Cuneo è stata 9 volte sede di partenza e 10 di arrivo per le tappe del giro d’Italia; l’ultima volta che si è arrivati a Cuneo è stato per il giro 1998, nella prima tappa successiva al prologo di Nizza: vinse Mariano Piccoli. Cuneo ha ospitato anche il Tour nel 2008, come sede di partenza della Cuneo – Jausiers. E’ la seconda volta che una cronometro arriva a Cuneo: nel 1990 Luca Gelfi precedette di 6” Gianni Bugno vincitore di quel Giro.

Savigliano

Savigliano vedrà per la terza volta in 20 anni partire una tappa del giro d’Italia (nelle precedenti occasioni, arrivo a Sestrière). Il destino dei Saviglianesi è legato ai motori: il borgo in provincia di Cuneo ogni anno ospita una fiera nazionale della meccanizzazione agricola ed è sede di uno dei maggiori stabilimenti italiani per la costruzione di veicoli ferroviari, un tempo di proprietà della Fiat. Ma il paese vive anche di agricoltura, e la passione per i cereali si esplica nella Festa del Pane, sagra biennale di importanza europea che vede i maggiori maestri panificatori operare all’aperto. Ultimo ma non ultimo, Savigliano è anche un paese universitario: il distaccamento dell’università di Torino ivi presente ospita 5 corsi di laurea. Tra le personalità nate a Savigliano, spicca Giuseppe Arimondi che fu generale dell’esercito italiano nel XIX secolo e, a suo malgrado, protagonista della battaglia di Adua che vide la sconfitta dell’Italia contro l’Etiopia e costò al generale la vita.

Cuneo

Non si può associare Cuneo al Giro d’Italia senza che torni in mente la leggendaria Cuneo-Pinerolo con relativa cavalcata di Fausto Coppi sulle alpi occidentali e quasi 12’ di distacco dati al secondo classificato, un certo Gino Bartali. Un film che ha avuto alcuni sequel; il primo, abbastanza gradevole, fu la consacrazione di un giovane Bitossi alla quarta tappa vinta nel giro 1964; il secondo, piuttosto scialbo, ha visto alzare le braccia Saronni; Il terzo ha avuto qualche problema tecnico, ma Danilo Di Luca ha reso meno scontato il finale. Nel complesso, Cuneo è stata 9 volte sede di partenza e 10 di arrivo per le tappe del giro d’Italia; l’ultima volta che si è arrivati a Cuneo è stato per il giro 1998, nella prima tappa successiva al prologo di Nizza: vinse Mariano Piccoli. Cuneo ha ospitato anche il Tour nel 2008, come sede di partenza della Cuneo – Jausiers. E’ la seconda volta che una cronometro arriva a Cuneo: nel 1990 Luca Gelfi precedette di 6” Gianni Bugno vincitore di quel Giro.

Savigliano

Savigliano vedrà per la terza volta in 20 anni partire una tappa del giro d’Italia (nelle precedenti occasioni, arrivo a Sestrière). Il destino dei Saviglianesi è legato ai motori: il borgo in provincia di Cuneo ogni anno ospita una fiera nazionale della meccanizzazione agricola ed è sede di uno dei maggiori stabilimenti italiani per la costruzione di veicoli ferroviari, un tempo di proprietà della Fiat. Ma il paese vive anche di agricoltura, e la passione per i cereali si esplica nella Festa del Pane, sagra biennale di importanza europea che vede i maggiori maestri panificatori operare all’aperto. Ultimo ma non ultimo, Savigliano è anche un paese universitario: il distaccamento dell’università di Torino ivi presente ospita 5 corsi di laurea. Tra le personalità nate a Savigliano, spicca Giuseppe Arimondi che fu generale dell’esercito italiano nel XIX secolo e, a suo malgrado, protagonista della battaglia di Adua che vide la sconfitta dell’Italia contro l’Etiopia e costò al generale la vita.

Cuneo

Non si può associare Cuneo al Giro d’Italia senza che torni in mente la leggendaria Cuneo-Pinerolo con relativa cavalcata di Fausto Coppi sulle alpi occidentali e quasi 12’ di distacco dati al secondo classificato, un certo Gino Bartali. Un film che ha avuto alcuni sequel; il primo, abbastanza gradevole, fu la consacrazione di un giovane Bitossi alla quarta tappa vinta nel giro 1964; il secondo, piuttosto scialbo, ha visto alzare le braccia Saronni; Il terzo ha avuto qualche problema tecnico, ma Danilo Di Luca ha reso meno scontato il finale. Nel complesso, Cuneo è stata 9 volte sede di partenza e 10 di arrivo per le tappe del giro d’Italia; l’ultima volta che si è arrivati a Cuneo è stato per il giro 1998, nella prima tappa successiva al prologo di Nizza: vinse Mariano Piccoli. Cuneo ha ospitato anche il Tour nel 2008, come sede di partenza della Cuneo – Jausiers. E’ la seconda volta che una cronometro arriva a Cuneo: nel 1990 Luca Gelfi precedette di 6” Gianni Bugno vincitore di quel Giro.

Meteo

14.45 - Savigliano
16.00 - Cuneo
17.15 - Cuneo

Soggetti Alternativi

Debutto assoluto per lui al Giro d'Italia, non in una grande corsa a tappe (ha già disputato e portato a termine un Tour de France e una Vuelta). Atleta solido e con buoni trascorsi nelle categorie giovanili (tra gli juniores vinse il Giro della Basilicata), è dotato di buon spunto veloce, cosa che nelle annate precedenti lo vedeva spesso gettarsi negli sprint di gruppo. Forte anche sul passo, non disprezza affatto neppure il pavè del Nord (2° alla Kuurne 2007 e 5° nell'Omloop Het Nieuwsblad quest'anno). Pedina preziosa del treno HTC per lanciare Greipel, può dare il suo contributo anche in una prova come la cronosquadre. Non sarà la punta di un iceberg ma senz'altro è una punta di...Sieberg!

Vivian Ghianni

Debutto assoluto per lui al Giro d'Italia, non in una grande corsa a tappe (ha già disputato e portato a termine un Tour de France e una Vuelta). Atleta solido e con buoni trascorsi nelle categorie giovanili (tra gli juniores vinse il Giro della Basilicata), è dotato di buon spunto veloce, cosa che nelle annate precedenti lo vedeva spesso gettarsi negli sprint di gruppo. Forte anche sul passo, non disprezza affatto neppure il pavè del Nord (2° alla Kuurne 2007 e 5° nell'Omloop Het Nieuwsblad quest'anno). Pedina preziosa del treno HTC per lanciare Greipel, può dare il suo contributo anche in una prova come la cronosquadre. Non sarà la punta di un iceberg ma senz'altro è una punta di...Sieberg!

Debutto assoluto per lui al Giro d'Italia, non in una grande corsa a tappe (ha già disputato e portato a termine un Tour de France e una Vuelta). Atleta solido e con buoni trascorsi nelle categorie giovanili (tra gli juniores vinse il Giro della Basilicata), è dotato di buon spunto veloce, cosa che nelle annate precedenti lo vedeva spesso gettarsi negli sprint di gruppo. Forte anche sul passo, non disprezza affatto neppure il pavè del Nord (2° alla Kuurne 2007 e 5° nell'Omloop Het Nieuwsblad quest'anno). Pedina preziosa del treno HTC per lanciare Greipel, può dare il suo contributo anche in una prova come la cronosquadre. Non sarà la punta di un iceberg ma senz'altro è una punta di...Sieberg!

Debutto assoluto per lui al Giro d'Italia, non in una grande corsa a tappe (ha già disputato e portato a termine un Tour de France e una Vuelta). Atleta solido e con buoni trascorsi nelle categorie giovanili (tra gli juniores vinse il Giro della Basilicata), è dotato di buon spunto veloce, cosa che nelle annate precedenti lo vedeva spesso gettarsi negli sprint di gruppo. Forte anche sul passo, non disprezza affatto neppure il pavè del Nord (2° alla Kuurne 2007 e 5° nell'Omloop Het Nieuwsblad quest'anno). Pedina preziosa del treno HTC per lanciare Greipel, può dare il suo contributo anche in una prova come la cronosquadre. Non sarà la punta di un iceberg ma senz'altro è una punta di...Sieberg!

Debutto assoluto per lui al Giro d'Italia, non in una grande corsa a tappe (ha già disputato e portato a termine un Tour de France e una Vuelta). Atleta solido e con buoni trascorsi nelle categorie giovanili (tra gli juniores vinse il Giro della Basilicata), è dotato di buon spunto veloce, cosa che nelle annate precedenti lo vedeva spesso gettarsi negli sprint di gruppo. Forte anche sul passo, non disprezza affatto neppure il pavè del Nord (2° alla Kuurne 2007 e 5° nell'Omloop Het Nieuwsblad quest'anno). Pedina preziosa del treno HTC per lanciare Greipel, può dare il suo contributo anche in una prova come la cronosquadre. Non sarà la punta di un iceberg ma senz'altro è una punta di...Sieberg!

Debutto assoluto per lui al Giro d'Italia, non in una grande corsa a tappe (ha già disputato e portato a termine un Tour de France e una Vuelta). Atleta solido e con buoni trascorsi nelle categorie giovanili (tra gli juniores vinse il Giro della Basilicata), è dotato di buon spunto veloce, cosa che nelle annate precedenti lo vedeva spesso gettarsi negli sprint di gruppo. Forte anche sul passo, non disprezza affatto neppure il pavè del Nord (2° alla Kuurne 2007 e 5° nell'Omloop Het Nieuwsblad quest'anno). Pedina preziosa del treno HTC per lanciare Greipel, può dare il suo contributo anche in una prova come la cronosquadre. Non sarà la punta di un iceberg ma senz'altro è una punta di...Sieberg!

brentbookwalter (2 gg fa): Ottimo momento per iniziare la dieta Atkins. Cena organizzata dal Giro e la pasta è finita. Giro. Fail.

marcopinotti (2 gg fa): atterrati a Cuneo alle 23.15, poi cena "speciale"; 30' per una pasta e chissà quanto altro per il secondo. ce ne siamo andati prima...

CadelOfficial (2 gg fa): la chiave per un GT? Il recupero... ecco perché a mezzanotte e mezzo siamo (Liquigas, Garmin, BMC...) ancora sulla strada verso l'hotel.

ChristianVDV (ieri): la clavicola è in tre pezzi! Tra qualche ora ci mettiamo su una bella placca e via...

ivanbasso (ieri): Relax dopo tre giorni veramente duri... Da domani si riparte..

craiglewis85: tutto è possibile oggi nella cronosquadre. Vittoria di tappa, maglia rosa e maglia bianca a portata di mano. Il tempo è bello e asciutto per ora... speriamo che regga.

ChristianVDV: l'operazione è andata bene. 8 chiodi e una placca, ora sono bionico da entrambi i lati.

Seppur non attraversate nella tappa di oggi, nella provincia di Cuneo si trovano le Langhe, dove si coltivano le uve che danno vita ad alcuni tra i migliori vini italiani.

I due migliori vini rossi, Barolo e Barbaresco, prendono il nome da due paesi, gli altri portano invece il nome delle uve con cui vengono prodotti (barbera, dolcetto, freisa, moscato, nebbiolo etc).

Sia Barolo che Barbaresco, ambedue vini a DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita) sono prodotti con uva nebbiolo, senza dubbio l’uva più pregiata del Nord Italia. Il Barolo, che deve avere un invecchiamento minimo di 3 anni di cui almeno 2 in botti di rovere o di castagno, può fregiarsi del titolo di "Riserva" qualora l’invecchiamento sia di almeno 5 anni.

Si tratta di vini adattissimi all’invecchiamento, da abbinare ad arrosti di carni rosse, cibi tartufati, e anche da "meditazione". Negli ultimi anni sono sempre più numerosi i produttori di Barolo che affinano il vino nelle barrique, botti da 225 litri in rovere, mentre i più famosi e bravi produttori  "storici" sono contrari a questa pratica e sostengono che l’affinamento vada fatto in botti grandi.

Gianfranco Pezzoli

Seppur non attraversate nella tappa di oggi, nella provincia di Cuneo si trovano le Langhe, dove si coltivano le uve che danno vita ad alcuni tra i migliori vini italiani.

I due migliori vini rossi, Barolo e Barbaresco, prendono il nome da due paesi, gli altri portano invece il nome delle uve con cui vengono prodotti (barbera, dolcetto, freisa, moscato, nebbiolo etc).

Sia Barolo che Barbaresco, ambedue vini a DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita) sono prodotti con uva nebbiolo, senza dubbio l’uva più pregiata del Nord Italia. Il Barolo, che deve avere un invecchiamento minimo di 3 anni di cui almeno 2 in botti di rovere o di castagno, può fregiarsi del titolo di "Riserva" qualora l’invecchiamento sia di almeno 5 anni.

Si tratta di vini adattissimi all’invecchiamento, da abbinare ad arrosti di carni rosse, cibi tartufati, e anche da "meditazione". Negli ultimi anni sono sempre più numerosi i produttori di Barolo che affinano il vino nelle barrique, botti da 225 litri in rovere, mentre i più famosi e bravi produttori  "storici" sono contrari a questa pratica e sostengono che l’affinamento vada fatto in botti grandi.

Gianfranco Pezzoli

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2010 – 4a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 4a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 4a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 4a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 4a tappa

Seppur non attraversate nella tappa di oggi, nella provincia di Cuneo si trovano le Langhe, dove si coltivano le uve che danno vita ad alcuni tra i migliori vini italiani.

I due migliori vini rossi, Barolo e Barbaresco, prendono il nome da due paesi, gli altri portano invece il nome delle uve con cui vengono prodotti (barbera, dolcetto, freisa, moscato, nebbiolo etc).

Sia Barolo che Barbaresco, ambedue vini a DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita) sono prodotti con uva nebbiolo, senza dubbio l’uva più pregiata del Nord Italia. Il Barolo, che deve avere un invecchiamento minimo di 3 anni di cui almeno 2 in botti di rovere o di castagno, può fregiarsi del titolo di "Riserva" qualora l’invecchiamento sia di almeno 5 anni.

Si tratta di vini adattissimi all’invecchiamento, da abbinare ad arrosti di carni rosse, cibi tartufati, e anche da "meditazione". Negli ultimi anni sono sempre più numerosi i produttori di Barolo che affinano il vino nelle barrique, botti da 225 litri in rovere, mentre i più famosi e bravi produttori  "storici" sono contrari a questa pratica e sostengono che l’affinamento vada fatto in botti grandi.

Gianfranco Pezzoli

Seppur non attraversate nella tappa di oggi, nella provincia di Cuneo si trovano le Langhe, dove si coltivano le uve che danno vita ad alcuni tra i migliori vini italiani.

I due migliori vini rossi, Barolo e Barbaresco, prendono il nome da due paesi, gli altri portano invece il nome delle uve con cui vengono prodotti (barbera, dolcetto, freisa, moscato, nebbiolo etc).

Sia Barolo che Barbaresco, ambedue vini a DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita) sono prodotti con uva nebbiolo, senza dubbio l’uva più pregiata del Nord Italia. Il Barolo, che deve avere un invecchiamento minimo di 3 anni di cui almeno 2 in botti di rovere o di castagno, può fregiarsi del titolo di "Riserva" qualora l’invecchiamento sia di almeno 5 anni.

Si tratta di vini adattissimi all’invecchiamento, da abbinare ad arrosti di carni rosse, cibi tartufati, e anche da "meditazione". Negli ultimi anni sono sempre più numerosi i produttori di Barolo che affinano il vino nelle barrique, botti da 225 litri in rovere, mentre i più famosi e bravi produttori  "storici" sono contrari a questa pratica e sostengono che l’affinamento vada fatto in botti grandi.

Gianfranco Pezzoli

Seppur non attraversate nella tappa di oggi, nella provincia di Cuneo si trovano le Langhe, dove si coltivano le uve che danno vita ad alcuni tra i migliori vini italiani.

I due migliori vini rossi, Barolo e Barbaresco, prendono il nome da due paesi, gli altri portano invece il nome delle uve con cui vengono prodotti (barbera, dolcetto, freisa, moscato, nebbiolo etc).

Sia Barolo che Barbaresco, ambedue vini a DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita) sono prodotti con uva nebbiolo, senza dubbio l’uva più pregiata del Nord Italia. Il Barolo, che deve avere un invecchiamento minimo di 3 anni di cui almeno 2 in botti di rovere o di castagno, può fregiarsi del titolo di "Riserva" qualora l’invecchiamento sia di almeno 5 anni.

Si tratta di vini adattissimi all’invecchiamento, da abbinare ad arrosti di carni rosse, cibi tartufati, e anche da "meditazione". Negli ultimi anni sono sempre più numerosi i produttori di Barolo che affinano il vino nelle barrique, botti da 225 litri in rovere, mentre i più famosi e bravi produttori  "storici" sono contrari a questa pratica e sostengono che l’affinamento vada fatto in botti grandi.

Gianfranco Pezzoli

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