Il Portale del Ciclismo professionistico

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Come piace a Zomegnan, in questo Giro sarà gara vera fino in fondo e si chiuderà con una cronometro a Verona. Il tracciato sarà il circuito delle Torricelle percorso in senso inverso (con piccole modifiche) rispetto ai Mondiali 1999 e 2004. Una cronometro, quindi, non da specialisti anche se la pendenza delle Torricelle non è da scalatori (4%): conteranno soprattutto le energie rimaste. Più che la vittoria, che pare saldamente nelle mani di Basso, nella città scaligera sarà in ballo il terzo gradino del podio con Nibali che dovrà difendere un misero secondo dall'assalto di Scarponi, mentre Vinokourov potrebbe provare a recuperare i 6 secondi che lo dividono da Porte per agguantare la sesta piazza. Più proibitivo il compito di Pinotti che, se vorrà scavalcare Kiserlovski e installarsi in nona posizione, dovrà recuperargli 54 secondi. Ultima corsa in carriera per Gilberto Simoni.

Scarica qui l'ordine di partenza della crono.

Verona

A Verona il Giro è arrivato ben 18 volte e per altrettante volte vi è partito. La tappa di oggi inoltre sarà la settima frazione a cronometro ospitata dalla città scaligera. L’ultima crono disputatasi a Verona fu vinta nel 2007 da Savoldelli sul compagno di squadra Mazzoleni.
Ma Verona per tutti gli appassionati rimane la città dei Mondiali del 1999 e del 2004 il cui circuito fu provato nel 1997 in una tappa del Giro vinta da Mirko Gualdi, la Dalmine-Verona.
Gli unici corridori presenti al Giro 2010 che portarono a termine entrambi i Mondiali veronesi sono Nicki Sorensen, Volodimir Gustov, Mauricio Ardila e Damiano Cunego. Il primo li corse entrambi da professionista, mentre nel '99 Gustov e Ardila corsero tra gli Under 23 e Cunego tra gli Juniores.

Verona

La piccola Gerusalemme, come venne definita Verona nel Medioevo per via di alcune similitudini sia urbanistiche che spirituali con la città Santa, grazie a Shakespeare e alla sua tragedia “Romeo e Giulietta” è conosciutissima nel mondo tanto che si contano sparse tra i vari continenti altre 27 città chiamate Verona. Però il celebre drammaturgo inglese non visitò mai la città veneta e la conobbe solo attraverso le opere di alcuni scrittori.
Non mancano tuttavia visitatori illustri che rimasero estasiati dalla bellezza di Verona come Dante, che dedicò il “Paradiso” a Cangrande della Scala, Goethe, Stendhal, Paul Valery, Carducci e Mozart, il quale a 14 anni suonò nella chiesa di San Tommaso lasciando incise sull’organo le proprie iniziali.

Marco Fiorilla
Verona

A Verona il Giro è arrivato ben 18 volte e per altrettante volte vi è partito. La tappa di oggi inoltre sarà la settima frazione a cronometro ospitata dalla città scaligera. L’ultima crono disputatasi a Verona fu vinta nel 2007 da Savoldelli sul compagno di squadra Mazzoleni.
Ma Verona per tutti gli appassionati rimane la città dei Mondiali del 1999 e del 2004 il cui circuito fu provato nel 1997 in una tappa del Giro vinta da Mirko Gualdi, la Dalmine-Verona.
Gli unici corridori presenti al Giro 2010 che portarono a termine entrambi i Mondiali veronesi sono Nicki Sorensen, Volodimir Gustov, Mauricio Ardila e Damiano Cunego. Il primo li corse entrambi da professionista, mentre nel '99 Gustov e Ardila corsero tra gli Under 23 e Cunego tra gli Juniores.

Verona

La piccola Gerusalemme, come venne definita Verona nel Medioevo per via di alcune similitudini sia urbanistiche che spirituali con la città Santa, grazie a Shakespeare e alla sua tragedia “Romeo e Giulietta” è conosciutissima nel mondo tanto che si contano sparse tra i vari continenti altre 27 città chiamate Verona. Però il celebre drammaturgo inglese non visitò mai la città veneta e la conobbe solo attraverso le opere di alcuni scrittori.
Non mancano tuttavia visitatori illustri che rimasero estasiati dalla bellezza di Verona come Dante, che dedicò il “Paradiso” a Cangrande della Scala, Goethe, Stendhal, Paul Valery, Carducci e Mozart, il quale a 14 anni suonò nella chiesa di San Tommaso lasciando incise sull’organo le proprie iniziali.

Verona

A Verona il Giro è arrivato ben 18 volte e per altrettante volte vi è partito. La tappa di oggi inoltre sarà la settima frazione a cronometro ospitata dalla città scaligera. L’ultima crono disputatasi a Verona fu vinta nel 2007 da Savoldelli sul compagno di squadra Mazzoleni.
Ma Verona per tutti gli appassionati rimane la città dei Mondiali del 1999 e del 2004 il cui circuito fu provato nel 1997 in una tappa del Giro vinta da Mirko Gualdi, la Dalmine-Verona.
Gli unici corridori presenti al Giro 2010 che portarono a termine entrambi i Mondiali veronesi sono Nicki Sorensen, Volodimir Gustov, Mauricio Ardila e Damiano Cunego. Il primo li corse entrambi da professionista, mentre nel '99 Gustov e Ardila corsero tra gli Under 23 e Cunego tra gli Juniores.

Verona

La piccola Gerusalemme, come venne definita Verona nel Medioevo per via di alcune similitudini sia urbanistiche che spirituali con la città Santa, grazie a Shakespeare e alla sua tragedia “Romeo e Giulietta” è conosciutissima nel mondo tanto che si contano sparse tra i vari continenti altre 27 città chiamate Verona. Però il celebre drammaturgo inglese non visitò mai la città veneta e la conobbe solo attraverso le opere di alcuni scrittori.
Non mancano tuttavia visitatori illustri che rimasero estasiati dalla bellezza di Verona come Dante, che dedicò il “Paradiso” a Cangrande della Scala, Goethe, Stendhal, Paul Valery, Carducci e Mozart, il quale a 14 anni suonò nella chiesa di San Tommaso lasciando incise sull’organo le proprie iniziali.

Verona

A Verona il Giro è arrivato ben 18 volte e per altrettante volte vi è partito. La tappa di oggi inoltre sarà la settima frazione a cronometro ospitata dalla città scaligera. L’ultima crono disputatasi a Verona fu vinta nel 2007 da Savoldelli sul compagno di squadra Mazzoleni.
Ma Verona per tutti gli appassionati rimane la città dei Mondiali del 1999 e del 2004 il cui circuito fu provato nel 1997 in una tappa del Giro vinta da Mirko Gualdi, la Dalmine-Verona.
Gli unici corridori presenti al Giro 2010 che portarono a termine entrambi i Mondiali veronesi sono Nicki Sorensen, Volodimir Gustov, Mauricio Ardila e Damiano Cunego. Il primo li corse entrambi da professionista, mentre nel '99 Gustov e Ardila corsero tra gli Under 23 e Cunego tra gli Juniores.

Verona

La piccola Gerusalemme, come venne definita Verona nel Medioevo per via di alcune similitudini sia urbanistiche che spirituali con la città Santa, grazie a Shakespeare e alla sua tragedia “Romeo e Giulietta” è conosciutissima nel mondo tanto che si contano sparse tra i vari continenti altre 27 città chiamate Verona. Però il celebre drammaturgo inglese non visitò mai la città veneta e la conobbe solo attraverso le opere di alcuni scrittori.
Non mancano tuttavia visitatori illustri che rimasero estasiati dalla bellezza di Verona come Dante, che dedicò il “Paradiso” a Cangrande della Scala, Goethe, Stendhal, Paul Valery, Carducci e Mozart, il quale a 14 anni suonò nella chiesa di San Tommaso lasciando incise sull’organo le proprie iniziali.

Verona

A Verona il Giro è arrivato ben 18 volte e per altrettante volte vi è partito. La tappa di oggi inoltre sarà la settima frazione a cronometro ospitata dalla città scaligera. L’ultima crono disputatasi a Verona fu vinta nel 2007 da Savoldelli sul compagno di squadra Mazzoleni.
Ma Verona per tutti gli appassionati rimane la città dei Mondiali del 1999 e del 2004 il cui circuito fu provato nel 1997 in una tappa del Giro vinta da Mirko Gualdi, la Dalmine-Verona.
Gli unici corridori presenti al Giro 2010 che portarono a termine entrambi i Mondiali veronesi sono Nicki Sorensen, Volodimir Gustov, Mauricio Ardila e Damiano Cunego. Il primo li corse entrambi da professionista, mentre nel '99 Gustov e Ardila corsero tra gli Under 23 e Cunego tra gli Juniores.

Verona

La piccola Gerusalemme, come venne definita Verona nel Medioevo per via di alcune similitudini sia urbanistiche che spirituali con la città Santa, grazie a Shakespeare e alla sua tragedia “Romeo e Giulietta” è conosciutissima nel mondo tanto che si contano sparse tra i vari continenti altre 27 città chiamate Verona. Però il celebre drammaturgo inglese non visitò mai la città veneta e la conobbe solo attraverso le opere di alcuni scrittori.
Non mancano tuttavia visitatori illustri che rimasero estasiati dalla bellezza di Verona come Dante, che dedicò il “Paradiso” a Cangrande della Scala, Goethe, Stendhal, Paul Valery, Carducci e Mozart, il quale a 14 anni suonò nella chiesa di San Tommaso lasciando incise sull’organo le proprie iniziali.

Verona

A Verona il Giro è arrivato ben 18 volte e per altrettante volte vi è partito. La tappa di oggi inoltre sarà la settima frazione a cronometro ospitata dalla città scaligera. L’ultima crono disputatasi a Verona fu vinta nel 2007 da Savoldelli sul compagno di squadra Mazzoleni.
Ma Verona per tutti gli appassionati rimane la città dei Mondiali del 1999 e del 2004 il cui circuito fu provato nel 1997 in una tappa del Giro vinta da Mirko Gualdi, la Dalmine-Verona.
Gli unici corridori presenti al Giro 2010 che portarono a termine entrambi i Mondiali veronesi sono Nicki Sorensen, Volodimir Gustov, Mauricio Ardila e Damiano Cunego. Il primo li corse entrambi da professionista, mentre nel '99 Gustov e Ardila corsero tra gli Under 23 e Cunego tra gli Juniores.

Verona

La piccola Gerusalemme, come venne definita Verona nel Medioevo per via di alcune similitudini sia urbanistiche che spirituali con la città Santa, grazie a Shakespeare e alla sua tragedia “Romeo e Giulietta” è conosciutissima nel mondo tanto che si contano sparse tra i vari continenti altre 27 città chiamate Verona. Però il celebre drammaturgo inglese non visitò mai la città veneta e la conobbe solo attraverso le opere di alcuni scrittori.
Non mancano tuttavia visitatori illustri che rimasero estasiati dalla bellezza di Verona come Dante, che dedicò il “Paradiso” a Cangrande della Scala, Goethe, Stendhal, Paul Valery, Carducci e Mozart, il quale a 14 anni suonò nella chiesa di San Tommaso lasciando incise sull’organo le proprie iniziali.

Meteo

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Soggetti Alternativi

Si appresta a concludere il suo primo Giro d'Italia, seconda tappe disputata in carriera dopo la Vuelta dello scorso anno. E' uno degli uomini di fatica della Liquigas, gregario prezioso per i suoi capitani soprattutto nelle tappe pianeggianti, lì dove c'è da sbrogliare la matassa prendendo il vento in faccia. Può tirare il gruppo per chilometri e chilometri grazie alle sue notevoli doti sul passo, che difatti gli consentono di mettersi in luce nelle prove contro il tempo (è campione nazionale polacco a cronometro in carica). Proprio la strada verso l'Arena di Verona sarà l'ultima fatica della sua corsa rosa, come la maglia di Basso che darà inizio alla festa!

Vivian Ghianni

Si appresta a concludere il suo primo Giro d'Italia, seconda tappe disputata in carriera dopo la Vuelta dello scorso anno. E' uno degli uomini di fatica della Liquigas, gregario prezioso per i suoi capitani soprattutto nelle tappe pianeggianti, lì dove c'è da sbrogliare la matassa prendendo il vento in faccia. Può tirare il gruppo per chilometri e chilometri grazie alle sue notevoli doti sul passo, che difatti gli consentono di mettersi in luce nelle prove contro il tempo (è campione nazionale polacco a cronometro in carica). Proprio la strada verso l'Arena di Verona sarà l'ultima fatica della sua corsa rosa, come la maglia di Basso che darà inizio alla festa!

Si appresta a concludere il suo primo Giro d'Italia, seconda tappe disputata in carriera dopo la Vuelta dello scorso anno. E' uno degli uomini di fatica della Liquigas, gregario prezioso per i suoi capitani soprattutto nelle tappe pianeggianti, lì dove c'è da sbrogliare la matassa prendendo il vento in faccia. Può tirare il gruppo per chilometri e chilometri grazie alle sue notevoli doti sul passo, che difatti gli consentono di mettersi in luce nelle prove contro il tempo (è campione nazionale polacco a cronometro in carica). Proprio la strada verso l'Arena di Verona sarà l'ultima fatica della sua corsa rosa, come la maglia di Basso che darà inizio alla festa!

Si appresta a concludere il suo primo Giro d'Italia, seconda tappe disputata in carriera dopo la Vuelta dello scorso anno. E' uno degli uomini di fatica della Liquigas, gregario prezioso per i suoi capitani soprattutto nelle tappe pianeggianti, lì dove c'è da sbrogliare la matassa prendendo il vento in faccia. Può tirare il gruppo per chilometri e chilometri grazie alle sue notevoli doti sul passo, che difatti gli consentono di mettersi in luce nelle prove contro il tempo (è campione nazionale polacco a cronometro in carica). Proprio la strada verso l'Arena di Verona sarà l'ultima fatica della sua corsa rosa, come la maglia di Basso che darà inizio alla festa!

Si appresta a concludere il suo primo Giro d'Italia, seconda tappe disputata in carriera dopo la Vuelta dello scorso anno. E' uno degli uomini di fatica della Liquigas, gregario prezioso per i suoi capitani soprattutto nelle tappe pianeggianti, lì dove c'è da sbrogliare la matassa prendendo il vento in faccia. Può tirare il gruppo per chilometri e chilometri grazie alle sue notevoli doti sul passo, che difatti gli consentono di mettersi in luce nelle prove contro il tempo (è campione nazionale polacco a cronometro in carica). Proprio la strada verso l'Arena di Verona sarà l'ultima fatica della sua corsa rosa, come la maglia di Basso che darà inizio alla festa!

Si appresta a concludere il suo primo Giro d'Italia, seconda tappe disputata in carriera dopo la Vuelta dello scorso anno. E' uno degli uomini di fatica della Liquigas, gregario prezioso per i suoi capitani soprattutto nelle tappe pianeggianti, lì dove c'è da sbrogliare la matassa prendendo il vento in faccia. Può tirare il gruppo per chilometri e chilometri grazie alle sue notevoli doti sul passo, che difatti gli consentono di mettersi in luce nelle prove contro il tempo (è campione nazionale polacco a cronometro in carica). Proprio la strada verso l'Arena di Verona sarà l'ultima fatica della sua corsa rosa, come la maglia di Basso che darà inizio alla festa!

wegelius (ieri): Siamo davvero orgogliosi di Matt [Lloyd, maglia verde e compagno di squadra ndr]. Tutto il team ha corso un Giro super! Ora a Steven Van Olmen tocca raparsi a zero...

CadelOfficial (ieri): Ultima tappa di montagna al giro, quasi 6000 metri di dislivello, 5 ore e 30' in sella e manco il successo di 15 secondi! :o(

Carlos_Sastre (ieri): Sono soddisfatto di averci provato e aver lottato fino alla fine

wegelius (ieri): Sono così felice di vedere la Signora W domani... Dall'11 aprile non sono stato con lei per 3 giorni di fila!

porteye: crono finale, sarà testa a testa con Vino... non vedo l'ora inizi quest'ultima battaglia!

Nella Valpolicella, in provincia di Verona, si coltivano le uve che danno vita ad uno dei più grandi vini italiani: l’Amarone, e del suo “fratello” dolce, il Recioto.

Le uve utilizzate sono Corvina, Rondinella e Molinara, che dopo la vendemmia vengono poste ad appassire su degli appositi graticci, solitamente situati sopra le abitazioni o le cantine, dove vi sia una sufficiente aerazione e poca umidità. Il tutto per evitare attacchi di muffe.

L’appassimento dura circa 4 mesi. Segue poi una lentissima fermentazione a bassa temperatura, per fare in modo che gli zuccheri, per effetto dei lieviti, si trasformino in alcol. Se il vino finale mantiene una presenza di zuccheri inferiore a 4 grammi per litro, potrà definirsi Amarone. Se la quantità è superiore a 4, si ottiene invece il Recioto.

La gradazione minima deve essere di 14°. Dalla vinificazione all’imbottigliamento devono passare almeno 2 anni, per la tipologia Riserva almeno 4 anni. Questo periodo il vino lo deve passare in affinamento in botti grandi o nelle barrique.

Se ne otterrà un vino caratterizzato da profumi di lampone e amarena, di gran corpo e soprattutto armonico. Ideale l’abbinamento con brasati, stracotti, arrosti, selvaggina.

Il Recioto, dal sentore di frutti a bacca rossa ma anche di vaniglia, tabacco e cioccolato, invece va benissimo abbinato con pasticceria secca, dessert in genere ma anche con formaggi lungamente stagionati.

Gianfranco Pezzoli

Nella Valpolicella, in provincia di Verona, si coltivano le uve che danno vita ad uno dei più grandi vini italiani: l’Amarone, e del suo “fratello” dolce, il Recioto.

Le uve utilizzate sono Corvina, Rondinella e Molinara, che dopo la vendemmia vengono poste ad appassire su degli appositi graticci, solitamente situati sopra le abitazioni o le cantine, dove vi sia una sufficiente aerazione e poca umidità. Il tutto per evitare attacchi di muffe.

L’appassimento dura circa 4 mesi. Segue poi una lentissima fermentazione a bassa temperatura, per fare in modo che gli zuccheri, per effetto dei lieviti, si trasformino in alcol. Se il vino finale mantiene una presenza di zuccheri inferiore a 4 grammi per litro, potrà definirsi Amarone. Se la quantità è superiore a 4, si ottiene invece il Recioto.

La gradazione minima deve essere di 14°. Dalla vinificazione all’imbottigliamento devono passare almeno 2 anni, per la tipologia Riserva almeno 4 anni. Questo periodo il vino lo deve passare in affinamento in botti grandi o nelle barrique.

Se ne otterrà un vino caratterizzato da profumi di lampone e amarena, di gran corpo e soprattutto armonico. Ideale l’abbinamento con brasati, stracotti, arrosti, selvaggina.

Il Recioto, dal sentore di frutti a bacca rossa ma anche di vaniglia, tabacco e cioccolato, invece va benissimo abbinato con pasticceria secca, dessert in genere ma anche con formaggi lungamente stagionati.

Gianfranco Pezzoli

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2010 – 21a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 21a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 21a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 21a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 21a tappa

Nella Valpolicella, in provincia di Verona, si coltivano le uve che danno vita ad uno dei più grandi vini italiani: l’Amarone, e del suo “fratello” dolce, il Recioto.

Le uve utilizzate sono Corvina, Rondinella e Molinara, che dopo la vendemmia vengono poste ad appassire su degli appositi graticci, solitamente situati sopra le abitazioni o le cantine, dove vi sia una sufficiente aerazione e poca umidità. Il tutto per evitare attacchi di muffe.

L’appassimento dura circa 4 mesi. Segue poi una lentissima fermentazione a bassa temperatura, per fare in modo che gli zuccheri, per effetto dei lieviti, si trasformino in alcol. Se il vino finale mantiene una presenza di zuccheri inferiore a 4 grammi per litro, potrà definirsi Amarone. Se la quantità è superiore a 4, si ottiene invece il Recioto.

La gradazione minima deve essere di 14°. Dalla vinificazione all’imbottigliamento devono passare almeno 2 anni, per la tipologia Riserva almeno 4 anni. Questo periodo il vino lo deve passare in affinamento in botti grandi o nelle barrique.

Se ne otterrà un vino caratterizzato da profumi di lampone e amarena, di gran corpo e soprattutto armonico. Ideale l’abbinamento con brasati, stracotti, arrosti, selvaggina.

Il Recioto, dal sentore di frutti a bacca rossa ma anche di vaniglia, tabacco e cioccolato, invece va benissimo abbinato con pasticceria secca, dessert in genere ma anche con formaggi lungamente stagionati.

Gianfranco Pezzoli

Nella Valpolicella, in provincia di Verona, si coltivano le uve che danno vita ad uno dei più grandi vini italiani: l’Amarone, e del suo “fratello” dolce, il Recioto.

Le uve utilizzate sono Corvina, Rondinella e Molinara, che dopo la vendemmia vengono poste ad appassire su degli appositi graticci, solitamente situati sopra le abitazioni o le cantine, dove vi sia una sufficiente aerazione e poca umidità. Il tutto per evitare attacchi di muffe.

L’appassimento dura circa 4 mesi. Segue poi una lentissima fermentazione a bassa temperatura, per fare in modo che gli zuccheri, per effetto dei lieviti, si trasformino in alcol. Se il vino finale mantiene una presenza di zuccheri inferiore a 4 grammi per litro, potrà definirsi Amarone. Se la quantità è superiore a 4, si ottiene invece il Recioto.

La gradazione minima deve essere di 14°. Dalla vinificazione all’imbottigliamento devono passare almeno 2 anni, per la tipologia Riserva almeno 4 anni. Questo periodo il vino lo deve passare in affinamento in botti grandi o nelle barrique.

Se ne otterrà un vino caratterizzato da profumi di lampone e amarena, di gran corpo e soprattutto armonico. Ideale l’abbinamento con brasati, stracotti, arrosti, selvaggina.

Il Recioto, dal sentore di frutti a bacca rossa ma anche di vaniglia, tabacco e cioccolato, invece va benissimo abbinato con pasticceria secca, dessert in genere ma anche con formaggi lungamente stagionati.

Gianfranco Pezzoli

Nella Valpolicella, in provincia di Verona, si coltivano le uve che danno vita ad uno dei più grandi vini italiani: l’Amarone, e del suo “fratello” dolce, il Recioto.

Le uve utilizzate sono Corvina, Rondinella e Molinara, che dopo la vendemmia vengono poste ad appassire su degli appositi graticci, solitamente situati sopra le abitazioni o le cantine, dove vi sia una sufficiente aerazione e poca umidità. Il tutto per evitare attacchi di muffe.

L’appassimento dura circa 4 mesi. Segue poi una lentissima fermentazione a bassa temperatura, per fare in modo che gli zuccheri, per effetto dei lieviti, si trasformino in alcol. Se il vino finale mantiene una presenza di zuccheri inferiore a 4 grammi per litro, potrà definirsi Amarone. Se la quantità è superiore a 4, si ottiene invece il Recioto.

La gradazione minima deve essere di 14°. Dalla vinificazione all’imbottigliamento devono passare almeno 2 anni, per la tipologia Riserva almeno 4 anni. Questo periodo il vino lo deve passare in affinamento in botti grandi o nelle barrique.

Se ne otterrà un vino caratterizzato da profumi di lampone e amarena, di gran corpo e soprattutto armonico. Ideale l’abbinamento con brasati, stracotti, arrosti, selvaggina.

Il Recioto, dal sentore di frutti a bacca rossa ma anche di vaniglia, tabacco e cioccolato, invece va benissimo abbinato con pasticceria secca, dessert in genere ma anche con formaggi lungamente stagionati.

Gianfranco Pezzoli

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