Il Portale del Ciclismo professionistico

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Quattro tappe consecutive piene di salite lunghe ed impegnative hanno mandato a casa molti velocisti: quelli che hanno tenuto duro lo hanno fatto quasi esclusivamente per arrivare a giocarsi questa tappa, l'ultima adatta a loro in questo Giro d'Italia. La breve salitella di Vigolo Vattaro subito in avvio sarà asperità maggiore di questa frazione. Appena il gruppo arriverà sulla costiera del Garda dovrà stare molto attento nell'attraversamento di numerose gallerie ma la strada sarà ugualmente molto veloce. A cinque chilometri dall'arrivo i ciclisti saranno già a Brescia: qualche curva allungherà il gruppo ma gli ultimi 2 km saranno caratterizzati da due lunghi vialoni; l'ultima curva sarà a 800 metri e la strada abbastanza larga darà modo di recuperare anche a chi l'avrà affrontata un po' troppo indietro. Per gli uomini di classifica dovrebbe essere una giornata estremamente tranquilla, una sgambata di 140 km prima delle ultime tre decisive tappe.
Scarica la cronotabella della tappa.

Levico Terme

E' un Giro d'Italia molto termale: dopo Chianciano e Pejo anche Levico ospita una tappa, essendo sede di partenza per la 5° volta nella sua storia. Levico Terme, borgo della Valsugana ai piedi del gruppo dei Lagorai. Di fondazione in epoca imperiale, le terme di Levico hanno acquisito importanza nel settecento, quando vennero compiuti i primi studi sulle loro proprietà benefiche. Il paese conobbe in periodo austro-ungarico il momento di maggior splendore, tant è che l'imperatore Francesco Giuseppe la elevò al rango di città. Ma la prima guerra mondiale fu la rovina del paese, che si trovava proprio sulla linea di confine. La popolazione fu evacuata in Moravia, essendo tra l'altro sospettata (ingiustamente) di simpatie irredentiste. La ricostruzione fu molto lenta e anche la seconda guerra mondiale non fu generosa col paese che, ironia della sorte, era il comando generale della marina del Raich pur distando 150km dal mare e ciò rese soggetta la città a bombardamenti. Il lago di Levico, di formazione relativamente recente, è il secondo per dimensioni dei famosi laghetti trentini.

Brescia

la Leonessa è decisamente una delle località più significative del ciclismo italiano. Non si contano i ciclisti nati a brescia, le squadre dilettantistiche con sede in provincia, le corse che si disputano in zona (tra le quali salta subito alla mente il Brixia Tour). Lo stesso giro d'Italia ha fatto tappa a Brescia in 19 edizioni, l'ultima nella 2006, con la Mergozzo-Brescia che vide Bettini imporsi allo sprint. Dei tanti ciclisti di Brescia e provincia, solo uno è riuscito a imporsi in città: si tratta di un giovane Michele Dancelli, che nella Riva del Garda - Brescia, seconda tappa del giro 1964, andò in fuga con altri corridori vincendo tappa e maglia, persa già il giorno dopo. Furono i primi successi di quello che poi si rivelò uno dei migliori corridori italiani a cavallo tra i '60 e i '70.  Brescia ha dato i natali a Fausto Bertoglio, che si sudò fino allo Stelvio, sede inusuale d'arrivo dell'ultima tappa, la maglia rosa con Francisco Galdos: stiamo parlando dell'anno 1975. In tempi recenti, diversi bresciani si son fatti valere, basti pensare a Bontempi, Zaina, Loda. E Marco Velo, che potrebbe tenare qualcosa nella tappa di casa.

Nicola Stufano
Levico Terme

E' un Giro d'Italia molto termale: dopo Chianciano e Pejo anche Levico ospita una tappa, essendo sede di partenza per la 5° volta nella sua storia. Levico Terme, borgo della Valsugana ai piedi del gruppo dei Lagorai. Di fondazione in epoca imperiale, le terme di Levico hanno acquisito importanza nel settecento, quando vennero compiuti i primi studi sulle loro proprietà benefiche. Il paese conobbe in periodo austro-ungarico il momento di maggior splendore, tant è che l'imperatore Francesco Giuseppe la elevò al rango di città. Ma la prima guerra mondiale fu la rovina del paese, che si trovava proprio sulla linea di confine. La popolazione fu evacuata in Moravia, essendo tra l'altro sospettata (ingiustamente) di simpatie irredentiste. La ricostruzione fu molto lenta e anche la seconda guerra mondiale non fu generosa col paese che, ironia della sorte, era il comando generale della marina del Raich pur distando 150km dal mare e ciò rese soggetta la città a bombardamenti. Il lago di Levico, di formazione relativamente recente, è il secondo per dimensioni dei famosi laghetti trentini.

Brescia

la Leonessa è decisamente una delle località più significative del ciclismo italiano. Non si contano i ciclisti nati a brescia, le squadre dilettantistiche con sede in provincia, le corse che si disputano in zona (tra le quali salta subito alla mente il Brixia Tour). Lo stesso giro d'Italia ha fatto tappa a Brescia in 19 edizioni, l'ultima nella 2006, con la Mergozzo-Brescia che vide Bettini imporsi allo sprint. Dei tanti ciclisti di Brescia e provincia, solo uno è riuscito a imporsi in città: si tratta di un giovane Michele Dancelli, che nella Riva del Garda - Brescia, seconda tappa del giro 1964, andò in fuga con altri corridori vincendo tappa e maglia, persa già il giorno dopo. Furono i primi successi di quello che poi si rivelò uno dei migliori corridori italiani a cavallo tra i '60 e i '70.  Brescia ha dato i natali a Fausto Bertoglio, che si sudò fino allo Stelvio, sede inusuale d'arrivo dell'ultima tappa, la maglia rosa con Francisco Galdos: stiamo parlando dell'anno 1975. In tempi recenti, diversi bresciani si son fatti valere, basti pensare a Bontempi, Zaina, Loda. E Marco Velo, che potrebbe tenare qualcosa nella tappa di casa.

Levico Terme

E' un Giro d'Italia molto termale: dopo Chianciano e Pejo anche Levico ospita una tappa, essendo sede di partenza per la 5° volta nella sua storia. Levico Terme, borgo della Valsugana ai piedi del gruppo dei Lagorai. Di fondazione in epoca imperiale, le terme di Levico hanno acquisito importanza nel settecento, quando vennero compiuti i primi studi sulle loro proprietà benefiche. Il paese conobbe in periodo austro-ungarico il momento di maggior splendore, tant è che l'imperatore Francesco Giuseppe la elevò al rango di città. Ma la prima guerra mondiale fu la rovina del paese, che si trovava proprio sulla linea di confine. La popolazione fu evacuata in Moravia, essendo tra l'altro sospettata (ingiustamente) di simpatie irredentiste. La ricostruzione fu molto lenta e anche la seconda guerra mondiale non fu generosa col paese che, ironia della sorte, era il comando generale della marina del Raich pur distando 150km dal mare e ciò rese soggetta la città a bombardamenti. Il lago di Levico, di formazione relativamente recente, è il secondo per dimensioni dei famosi laghetti trentini.

Brescia

la Leonessa è decisamente una delle località più significative del ciclismo italiano. Non si contano i ciclisti nati a brescia, le squadre dilettantistiche con sede in provincia, le corse che si disputano in zona (tra le quali salta subito alla mente il Brixia Tour). Lo stesso giro d'Italia ha fatto tappa a Brescia in 19 edizioni, l'ultima nella 2006, con la Mergozzo-Brescia che vide Bettini imporsi allo sprint. Dei tanti ciclisti di Brescia e provincia, solo uno è riuscito a imporsi in città: si tratta di un giovane Michele Dancelli, che nella Riva del Garda - Brescia, seconda tappa del giro 1964, andò in fuga con altri corridori vincendo tappa e maglia, persa già il giorno dopo. Furono i primi successi di quello che poi si rivelò uno dei migliori corridori italiani a cavallo tra i '60 e i '70.  Brescia ha dato i natali a Fausto Bertoglio, che si sudò fino allo Stelvio, sede inusuale d'arrivo dell'ultima tappa, la maglia rosa con Francisco Galdos: stiamo parlando dell'anno 1975. In tempi recenti, diversi bresciani si son fatti valere, basti pensare a Bontempi, Zaina, Loda. E Marco Velo, che potrebbe tenare qualcosa nella tappa di casa.

Levico Terme

E' un Giro d'Italia molto termale: dopo Chianciano e Pejo anche Levico ospita una tappa, essendo sede di partenza per la 5° volta nella sua storia. Levico Terme, borgo della Valsugana ai piedi del gruppo dei Lagorai. Di fondazione in epoca imperiale, le terme di Levico hanno acquisito importanza nel settecento, quando vennero compiuti i primi studi sulle loro proprietà benefiche. Il paese conobbe in periodo austro-ungarico il momento di maggior splendore, tant è che l'imperatore Francesco Giuseppe la elevò al rango di città. Ma la prima guerra mondiale fu la rovina del paese, che si trovava proprio sulla linea di confine. La popolazione fu evacuata in Moravia, essendo tra l'altro sospettata (ingiustamente) di simpatie irredentiste. La ricostruzione fu molto lenta e anche la seconda guerra mondiale non fu generosa col paese che, ironia della sorte, era il comando generale della marina del Raich pur distando 150km dal mare e ciò rese soggetta la città a bombardamenti. Il lago di Levico, di formazione relativamente recente, è il secondo per dimensioni dei famosi laghetti trentini.

Brescia

la Leonessa è decisamente una delle località più significative del ciclismo italiano. Non si contano i ciclisti nati a brescia, le squadre dilettantistiche con sede in provincia, le corse che si disputano in zona (tra le quali salta subito alla mente il Brixia Tour). Lo stesso giro d'Italia ha fatto tappa a Brescia in 19 edizioni, l'ultima nella 2006, con la Mergozzo-Brescia che vide Bettini imporsi allo sprint. Dei tanti ciclisti di Brescia e provincia, solo uno è riuscito a imporsi in città: si tratta di un giovane Michele Dancelli, che nella Riva del Garda - Brescia, seconda tappa del giro 1964, andò in fuga con altri corridori vincendo tappa e maglia, persa già il giorno dopo. Furono i primi successi di quello che poi si rivelò uno dei migliori corridori italiani a cavallo tra i '60 e i '70.  Brescia ha dato i natali a Fausto Bertoglio, che si sudò fino allo Stelvio, sede inusuale d'arrivo dell'ultima tappa, la maglia rosa con Francisco Galdos: stiamo parlando dell'anno 1975. In tempi recenti, diversi bresciani si son fatti valere, basti pensare a Bontempi, Zaina, Loda. E Marco Velo, che potrebbe tenare qualcosa nella tappa di casa.

Levico Terme

E' un Giro d'Italia molto termale: dopo Chianciano e Pejo anche Levico ospita una tappa, essendo sede di partenza per la 5° volta nella sua storia. Levico Terme, borgo della Valsugana ai piedi del gruppo dei Lagorai. Di fondazione in epoca imperiale, le terme di Levico hanno acquisito importanza nel settecento, quando vennero compiuti i primi studi sulle loro proprietà benefiche. Il paese conobbe in periodo austro-ungarico il momento di maggior splendore, tant è che l'imperatore Francesco Giuseppe la elevò al rango di città. Ma la prima guerra mondiale fu la rovina del paese, che si trovava proprio sulla linea di confine. La popolazione fu evacuata in Moravia, essendo tra l'altro sospettata (ingiustamente) di simpatie irredentiste. La ricostruzione fu molto lenta e anche la seconda guerra mondiale non fu generosa col paese che, ironia della sorte, era il comando generale della marina del Raich pur distando 150km dal mare e ciò rese soggetta la città a bombardamenti. Il lago di Levico, di formazione relativamente recente, è il secondo per dimensioni dei famosi laghetti trentini.

Brescia

la Leonessa è decisamente una delle località più significative del ciclismo italiano. Non si contano i ciclisti nati a brescia, le squadre dilettantistiche con sede in provincia, le corse che si disputano in zona (tra le quali salta subito alla mente il Brixia Tour). Lo stesso giro d'Italia ha fatto tappa a Brescia in 19 edizioni, l'ultima nella 2006, con la Mergozzo-Brescia che vide Bettini imporsi allo sprint. Dei tanti ciclisti di Brescia e provincia, solo uno è riuscito a imporsi in città: si tratta di un giovane Michele Dancelli, che nella Riva del Garda - Brescia, seconda tappa del giro 1964, andò in fuga con altri corridori vincendo tappa e maglia, persa già il giorno dopo. Furono i primi successi di quello che poi si rivelò uno dei migliori corridori italiani a cavallo tra i '60 e i '70.  Brescia ha dato i natali a Fausto Bertoglio, che si sudò fino allo Stelvio, sede inusuale d'arrivo dell'ultima tappa, la maglia rosa con Francisco Galdos: stiamo parlando dell'anno 1975. In tempi recenti, diversi bresciani si son fatti valere, basti pensare a Bontempi, Zaina, Loda. E Marco Velo, che potrebbe tenare qualcosa nella tappa di casa.

Levico Terme

E' un Giro d'Italia molto termale: dopo Chianciano e Pejo anche Levico ospita una tappa, essendo sede di partenza per la 5° volta nella sua storia. Levico Terme, borgo della Valsugana ai piedi del gruppo dei Lagorai. Di fondazione in epoca imperiale, le terme di Levico hanno acquisito importanza nel settecento, quando vennero compiuti i primi studi sulle loro proprietà benefiche. Il paese conobbe in periodo austro-ungarico il momento di maggior splendore, tant è che l'imperatore Francesco Giuseppe la elevò al rango di città. Ma la prima guerra mondiale fu la rovina del paese, che si trovava proprio sulla linea di confine. La popolazione fu evacuata in Moravia, essendo tra l'altro sospettata (ingiustamente) di simpatie irredentiste. La ricostruzione fu molto lenta e anche la seconda guerra mondiale non fu generosa col paese che, ironia della sorte, era il comando generale della marina del Raich pur distando 150km dal mare e ciò rese soggetta la città a bombardamenti. Il lago di Levico, di formazione relativamente recente, è il secondo per dimensioni dei famosi laghetti trentini.

Brescia

la Leonessa è decisamente una delle località più significative del ciclismo italiano. Non si contano i ciclisti nati a brescia, le squadre dilettantistiche con sede in provincia, le corse che si disputano in zona (tra le quali salta subito alla mente il Brixia Tour). Lo stesso giro d'Italia ha fatto tappa a Brescia in 19 edizioni, l'ultima nella 2006, con la Mergozzo-Brescia che vide Bettini imporsi allo sprint. Dei tanti ciclisti di Brescia e provincia, solo uno è riuscito a imporsi in città: si tratta di un giovane Michele Dancelli, che nella Riva del Garda - Brescia, seconda tappa del giro 1964, andò in fuga con altri corridori vincendo tappa e maglia, persa già il giorno dopo. Furono i primi successi di quello che poi si rivelò uno dei migliori corridori italiani a cavallo tra i '60 e i '70.  Brescia ha dato i natali a Fausto Bertoglio, che si sudò fino allo Stelvio, sede inusuale d'arrivo dell'ultima tappa, la maglia rosa con Francisco Galdos: stiamo parlando dell'anno 1975. In tempi recenti, diversi bresciani si son fatti valere, basti pensare a Bontempi, Zaina, Loda. E Marco Velo, che potrebbe tenare qualcosa nella tappa di casa.

Meteo

13.55 - Levico Terme
15.35 - Limone sul Garda
17.10 - Brescia

Soggetti Alternativi

Dopo dieci stagioni nella Rabobank è approdato quest'anno al Team Sky e disputa il quarto Giro d'Italia in carriera (3 quelli conclusi, al suo attivo anche due partecipazioni alla Vuelta). Buon passista (argento mondiale a cronometro da juniores nel 1996), è dotato anche di spunto veloce ed in carriera è riuscito a togliersi le sue soddisfazioni, come i successi in una prova del Challenge di Maiorca, al Giro di Sassonia, ai Giochi del Commonwealth ma anche il 4° posto alla Gand-Wevelgem 2009. Affronta il Giro principalmente per aiutare Henderson e Sutton negli sprint, ma può anche provarci da lontano se vuole. Forza e coraggio quindi..."Hay-man, let's go!"

Vivian Ghianni

Dopo dieci stagioni nella Rabobank è approdato quest'anno al Team Sky e disputa il quarto Giro d'Italia in carriera (3 quelli conclusi, al suo attivo anche due partecipazioni alla Vuelta). Buon passista (argento mondiale a cronometro da juniores nel 1996), è dotato anche di spunto veloce ed in carriera è riuscito a togliersi le sue soddisfazioni, come i successi in una prova del Challenge di Maiorca, al Giro di Sassonia, ai Giochi del Commonwealth ma anche il 4° posto alla Gand-Wevelgem 2009. Affronta il Giro principalmente per aiutare Henderson e Sutton negli sprint, ma può anche provarci da lontano se vuole. Forza e coraggio quindi..."Hay-man, let's go!"

Dopo dieci stagioni nella Rabobank è approdato quest'anno al Team Sky e disputa il quarto Giro d'Italia in carriera (3 quelli conclusi, al suo attivo anche due partecipazioni alla Vuelta). Buon passista (argento mondiale a cronometro da juniores nel 1996), è dotato anche di spunto veloce ed in carriera è riuscito a togliersi le sue soddisfazioni, come i successi in una prova del Challenge di Maiorca, al Giro di Sassonia, ai Giochi del Commonwealth ma anche il 4° posto alla Gand-Wevelgem 2009. Affronta il Giro principalmente per aiutare Henderson e Sutton negli sprint, ma può anche provarci da lontano se vuole. Forza e coraggio quindi..."Hay-man, let's go!"

Dopo dieci stagioni nella Rabobank è approdato quest'anno al Team Sky e disputa il quarto Giro d'Italia in carriera (3 quelli conclusi, al suo attivo anche due partecipazioni alla Vuelta). Buon passista (argento mondiale a cronometro da juniores nel 1996), è dotato anche di spunto veloce ed in carriera è riuscito a togliersi le sue soddisfazioni, come i successi in una prova del Challenge di Maiorca, al Giro di Sassonia, ai Giochi del Commonwealth ma anche il 4° posto alla Gand-Wevelgem 2009. Affronta il Giro principalmente per aiutare Henderson e Sutton negli sprint, ma può anche provarci da lontano se vuole. Forza e coraggio quindi..."Hay-man, let's go!"

Dopo dieci stagioni nella Rabobank è approdato quest'anno al Team Sky e disputa il quarto Giro d'Italia in carriera (3 quelli conclusi, al suo attivo anche due partecipazioni alla Vuelta). Buon passista (argento mondiale a cronometro da juniores nel 1996), è dotato anche di spunto veloce ed in carriera è riuscito a togliersi le sue soddisfazioni, come i successi in una prova del Challenge di Maiorca, al Giro di Sassonia, ai Giochi del Commonwealth ma anche il 4° posto alla Gand-Wevelgem 2009. Affronta il Giro principalmente per aiutare Henderson e Sutton negli sprint, ma può anche provarci da lontano se vuole. Forza e coraggio quindi..."Hay-man, let's go!"

Dopo dieci stagioni nella Rabobank è approdato quest'anno al Team Sky e disputa il quarto Giro d'Italia in carriera (3 quelli conclusi, al suo attivo anche due partecipazioni alla Vuelta). Buon passista (argento mondiale a cronometro da juniores nel 1996), è dotato anche di spunto veloce ed in carriera è riuscito a togliersi le sue soddisfazioni, come i successi in una prova del Challenge di Maiorca, al Giro di Sassonia, ai Giochi del Commonwealth ma anche il 4° posto alla Gand-Wevelgem 2009. Affronta il Giro principalmente per aiutare Henderson e Sutton negli sprint, ma può anche provarci da lontano se vuole. Forza e coraggio quindi..."Hay-man, let's go!"

MuriloFischerMF (ieri): Ieri e oggi sono stati difficili per me, ma domani prometto di attaccare e provare ad entrare in una fuga. Di sicuro sarà difficile, ma ci si prova!!!

Tom_Stamsnijder (ieri): Ottimo tentativo per il mio compagno di stanza Steven [Kruiswijk]. La vittoria di tappa era vicina, ma anche un 3° posto non è male!

Marco Frapporti.... e un coltello tra i denti!!!! (da Facebook; ieri)

Carlos_Sastre (ieri): Il finale di tappa è stato davvero veloce, io ero vicino ai migliori.

marcopinotti: controllo antidoping nella "sala del bisonte". Alla lettera, sotto i suoi occhi... http://is.gd/cqYqq

Poco prima di arrivare a Brescia si attraversa la Valtenesi e si passa per la zona vinicola DOC del Garda Classico. Questa denominazione è riservata ai vini prodotti sulla riviera bresciana del lago di Garda.

I vini bianchi devono avere almeno il 70% di uve Riesling, mentre Chiaretto, rosso e rosso superiore devono essere caratterizzati dalla presenza di almeno il 30% di uve Groppello più una parte (5%) di Marzemino, Sangiovese e Barbera.

In passato l’uva Groppello era diffusamente presente in Veneto, in Trentino e in Lombardia (province di Brescia e Bergamo); in seguito è stato sostituito (soprattutto nel periodo successivo alla fillossera) da vitigni considerati di maggiore qualità.

Il Garda Classico Groppello deve avere almeno l’85% delle uve Groppello. Se ne ottiene un vino rosso rubino, robusto, dal profumo leggermente speziato e sapore vellutato e retrogusto di mandorla. Si tratta di un vino che nelle sue versioni migliori non ha niente da invidiare a rossi più famosi. Da provare con la polenta alla brace e la selvaggina o con carni bianche e rosse alla griglia.

Il Chiaretto del Garda è un fragrante e fresco rosato dal bellissimo colore, con una nota di confettura, ottimo in abbinamento a piatti a base di verdure e uova, ma che si sposa ottimamente anche col pesce.

Gianfranco Pezzoli

Poco prima di arrivare a Brescia si attraversa la Valtenesi e si passa per la zona vinicola DOC del Garda Classico. Questa denominazione è riservata ai vini prodotti sulla riviera bresciana del lago di Garda.

I vini bianchi devono avere almeno il 70% di uve Riesling, mentre Chiaretto, rosso e rosso superiore devono essere caratterizzati dalla presenza di almeno il 30% di uve Groppello più una parte (5%) di Marzemino, Sangiovese e Barbera.

In passato l’uva Groppello era diffusamente presente in Veneto, in Trentino e in Lombardia (province di Brescia e Bergamo); in seguito è stato sostituito (soprattutto nel periodo successivo alla fillossera) da vitigni considerati di maggiore qualità.

Il Garda Classico Groppello deve avere almeno l’85% delle uve Groppello. Se ne ottiene un vino rosso rubino, robusto, dal profumo leggermente speziato e sapore vellutato e retrogusto di mandorla. Si tratta di un vino che nelle sue versioni migliori non ha niente da invidiare a rossi più famosi. Da provare con la polenta alla brace e la selvaggina o con carni bianche e rosse alla griglia.

Il Chiaretto del Garda è un fragrante e fresco rosato dal bellissimo colore, con una nota di confettura, ottimo in abbinamento a piatti a base di verdure e uova, ma che si sposa ottimamente anche col pesce.

Gianfranco Pezzoli

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2010 – 18a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 18a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 18a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 18a tappa
Rassegna GiroNotes 2010 – 18a tappa

Poco prima di arrivare a Brescia si attraversa la Valtenesi e si passa per la zona vinicola DOC del Garda Classico. Questa denominazione è riservata ai vini prodotti sulla riviera bresciana del lago di Garda.

I vini bianchi devono avere almeno il 70% di uve Riesling, mentre Chiaretto, rosso e rosso superiore devono essere caratterizzati dalla presenza di almeno il 30% di uve Groppello più una parte (5%) di Marzemino, Sangiovese e Barbera.

In passato l’uva Groppello era diffusamente presente in Veneto, in Trentino e in Lombardia (province di Brescia e Bergamo); in seguito è stato sostituito (soprattutto nel periodo successivo alla fillossera) da vitigni considerati di maggiore qualità.

Il Garda Classico Groppello deve avere almeno l’85% delle uve Groppello. Se ne ottiene un vino rosso rubino, robusto, dal profumo leggermente speziato e sapore vellutato e retrogusto di mandorla. Si tratta di un vino che nelle sue versioni migliori non ha niente da invidiare a rossi più famosi. Da provare con la polenta alla brace e la selvaggina o con carni bianche e rosse alla griglia.

Il Chiaretto del Garda è un fragrante e fresco rosato dal bellissimo colore, con una nota di confettura, ottimo in abbinamento a piatti a base di verdure e uova, ma che si sposa ottimamente anche col pesce.

Gianfranco Pezzoli

Poco prima di arrivare a Brescia si attraversa la Valtenesi e si passa per la zona vinicola DOC del Garda Classico. Questa denominazione è riservata ai vini prodotti sulla riviera bresciana del lago di Garda.

I vini bianchi devono avere almeno il 70% di uve Riesling, mentre Chiaretto, rosso e rosso superiore devono essere caratterizzati dalla presenza di almeno il 30% di uve Groppello più una parte (5%) di Marzemino, Sangiovese e Barbera.

In passato l’uva Groppello era diffusamente presente in Veneto, in Trentino e in Lombardia (province di Brescia e Bergamo); in seguito è stato sostituito (soprattutto nel periodo successivo alla fillossera) da vitigni considerati di maggiore qualità.

Il Garda Classico Groppello deve avere almeno l’85% delle uve Groppello. Se ne ottiene un vino rosso rubino, robusto, dal profumo leggermente speziato e sapore vellutato e retrogusto di mandorla. Si tratta di un vino che nelle sue versioni migliori non ha niente da invidiare a rossi più famosi. Da provare con la polenta alla brace e la selvaggina o con carni bianche e rosse alla griglia.

Il Chiaretto del Garda è un fragrante e fresco rosato dal bellissimo colore, con una nota di confettura, ottimo in abbinamento a piatti a base di verdure e uova, ma che si sposa ottimamente anche col pesce.

Gianfranco Pezzoli

Poco prima di arrivare a Brescia si attraversa la Valtenesi e si passa per la zona vinicola DOC del Garda Classico. Questa denominazione è riservata ai vini prodotti sulla riviera bresciana del lago di Garda.

I vini bianchi devono avere almeno il 70% di uve Riesling, mentre Chiaretto, rosso e rosso superiore devono essere caratterizzati dalla presenza di almeno il 30% di uve Groppello più una parte (5%) di Marzemino, Sangiovese e Barbera.

In passato l’uva Groppello era diffusamente presente in Veneto, in Trentino e in Lombardia (province di Brescia e Bergamo); in seguito è stato sostituito (soprattutto nel periodo successivo alla fillossera) da vitigni considerati di maggiore qualità.

Il Garda Classico Groppello deve avere almeno l’85% delle uve Groppello. Se ne ottiene un vino rosso rubino, robusto, dal profumo leggermente speziato e sapore vellutato e retrogusto di mandorla. Si tratta di un vino che nelle sue versioni migliori non ha niente da invidiare a rossi più famosi. Da provare con la polenta alla brace e la selvaggina o con carni bianche e rosse alla griglia.

Il Chiaretto del Garda è un fragrante e fresco rosato dal bellissimo colore, con una nota di confettura, ottimo in abbinamento a piatti a base di verdure e uova, ma che si sposa ottimamente anche col pesce.

Gianfranco Pezzoli

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