Confermata in appello la condanna al pusher di Pantani
Versione stampabileLa seconda sezione penale della Corte d'Appello di Bologna ha rigettato ieri, 23 novembre 2010, l'appello proposto dall'imputato Fabio Carlino, condannato in primo grado il 14 gennaio 2008 nell'ambito del processo per la morte di Marco Pantani.
Il Carlino fu in realtà l'unico a scegliere la via del processo penale, preferendo non ricorrere ai riti alternativi invece adottati dagli altri imputati. La condanna a lui inflitta, una volta riconosciuto colpevole di concorso in spaccio di sostanze stupefacenti e della morte di Marco Pantani come evento non voluto in seguito allo stesso reato di spaccio, fu allora di 4 anni e 6 mesi di reclusione, cui si aggiunsero il pagamento delle spese processuali, la pena accessoria di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e un risarcimento per danni morali di 150 mila euro ciascuno per Ferdinando e Tonina Pantani, genitori del campione.
L'atto d'appello presentato da Carlino verteva su presunti vizi procedimentali e contestava nel merito il contenuto della sentenza. L'appello è stato tuttavia rigettato, con la conferma integrale della sentenza di primo grado. Questo il dispositivo, mentre per avere le motivazioni dello stesso occorrerà attendere i 75 giorni a disposizione della Corte.
Tonina Pantani, presente con suo marito Ferdinando in aula a Bologna, entrambi assistiti dall'avvoato Umberto Salerno, ha accolto la sentenza con moderata soddisfazione, facendo tuttavia notare che essa poco contribuisce a chiarire nella complessa e inquietante catena di eventi, tuttora oggetto di approfondimenti, che portarono alla morte del figlio Marco il 14 febraio del 2004.
La Fondazione Marco Pantani